Fate/Zero:Atto 1

From Baka-Tsuki
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Atto 1[edit]

-285:42:56[edit]

Act 1

Nessuno ha mai capito il talento di Waver Velvet.

Come mago, non era nato in una famiglia famosa, né aveva avuto la fortuna di incontrare un buon maestro. Questo giovane era per la maggior parte autodidatta, e alla fine era stato abbastanza fortunato ad avere l’Associazione dei Maghi, che controlla i maghi in tutto il mondo, e li accetta nella sua sede centrale: l’Istituzione per l’Insegnamento a Londra, comunemente nota come la “Torre dell’Orologio”. Waver aveva sempre creduto, profondamente e senza dubbio alcuno, che questo fosse un buon motivo per sentirsi incomparabilmente onorato, ed era davvero molto orgoglioso delle proprie capacità. Sono il più abile studente che la Torre dell’Orologio abbia mai avuto dal momento della sua fondazione, chiunque dovrebbe rispettarmi, alla fine lo stesso Waver finì per pensare a questo modo.

A dire la verità, la casata magica dei Velvet era esistita per sole tre generazioni. Paragonate a quelle dell’erede di una famiglia di maghi affermatasi da tempo, la concentrazione della Crest di Waver, e la quantità dei suoi circuiti magici, impallidivano al confronto; ma con il passare del tempo, entrambe le cose stavano costantemente aumentando ed espandendosi. Molti studenti che erano stati istruiti nella Torre dell’Orologio erano eredi di famiglie che avevano alle spalle più di sei generazioni di maghi purosangue.

I misteri della scienza magica non possono essere svelati del tutto nell’arco di una sola generazione, i risultati di un’intera vita di ricerche condotte dai genitori vengono perciò tramandati ai figli: solo in questo modo ci si può aspettare che la conoscenza della magia si perfezioni sempre più. Il Prana è più forte, in chi può vantare una solida genealogia magica, proprio per questo motivo.

In più, oltre al fatto che l’estensione del circuito magico è già fissata alla nascita, ci sono alcune antichissime famiglie di maghi che deliberatamente cercano di aumentare la concentrazione di circuiti in un solo erede, distanziandosi così, a questo proposito, dalle famiglie più recenti. In altre parole, i vantaggi, nel mondo della magia, sono determinati già prima di nascere… Si tratta di un punto di vista comunemente accettato.

Ma Waver non la pensava in questo modo.

Le differenze nel lignaggio possono essere compensate aumentando l’esperienza. Anche senza circuiti magici eccezionali, attraverso una profonda comprensione, e un abile utilizzo della magia, la differenza di qualità legata alla nascita può essere superata. Waver lo aveva sempre creduto dal profondo del proprio cuore. Aveva creduto d’essere lui per primo un eccellente esempio di questo, e a tale scopo aveva sempre lottato per mostrare le proprie abilità.

Ma la realtà si era rivelata ben più crudele. Soltanto quegli studenti che si vantavano della loro antica linea di sangue, e quelli che senza posa li seguivano e li lusingavano, erano considerati la punta di diamante della Torre dell’Orologio, e l’operato della Torre era determinato solo ed esclusivamente da loro. Persino i docenti non facevano eccezione. Speranzosi solo riguardo agli studenti di famiglie famose, ad un “misero” ricercatore come Waver erano riluttanti persino a concedere l’ingresso alla biblioteca per consultare i testi, figurarsi insegnargli la magia.

Perché le aspettative sul futuro di un mago dipendono dal suo lignaggio?

Perché l’affidabilità di una teoria è dovuta esclusivamente all’esperienza accumulata dalle generazioni precedenti?

Ma nessuno badava alle domande di Waver. I docenti usarono un linguaggio complicato per trarlo in inganno, quando si presentò con le sue tesi di ricerca, e poi si comportarono come se Waver fosse stato in qualche modo convinto, ridendo di lui, ignorandolo.

Veramente incredibile. La sua impazienza spinse Waver ad agire.

Per mostrare il sistema ormai corrotto dell’Associazione dei Maghi, Waver scrisse un’esposizione. Era intitolata “ Inchiesta sul Sentiero intrapreso dalla Magia nel Nuovo Secolo”, il risultato di tre anni di concettualizzazione e uno di stesura. Attaccando brutalmente la visione tradizionale, l’esposizione era scritta con impegno scrupoloso, illustrando gli argomenti con chiarezza ed intensità, senza una sola esitazione. Se vista dagli Inquisitori, avrebbe certamente causato una notevole agitazione.

Ma il docente del Dipartimento di Eulyphis la gettò via dopo averla letta distrattamente una volta sola.

Il suo nome era Kayneth El-Melloi Archibald, l’erede della famiglia Archibald, con nove generazioni di maghi alle spalle: un uomo estremamente popolare, che tutti chiamavano Lord El-Melloi. Fidanzato con la figlia del preside, e per di più docente ad una così giovane età: insomma, il meglio del meglio. Era il rappresentante per eccellenza dell’autorità che Waver disprezzava tanto.

“Un uomo che, come te, si arrende davanti alle delusioni, non è adatto per la ricerca, Waver”- gli disse il professor Kayneth in maniera condiscendente, senza però un briciolo di compassione nella voce. Waver non avrebbe mai dimenticato lo sguardo di Kayneth, freddo come il ghiaccio.

Durante i suoi diciannove anni di vita, non era mai stato umiliato in maniera peggiore.

Se davvero Kayneth possedeva il talento richiesto per essere insegnante, era impossibile che fosse incapace di notare perché l’esposizione di Waver fosse così straordinaria. No, quell’uomo è probabilmente geloso proprio perché capisce. Spaventato dal talento nascosto di Waver, e diventando quindi geloso di lui, vedeva nel ragazzo una minaccia alla sua posizione. Probabilmente era per questo che aveva trattato l’esposizione in maniera così impietosa. Stappare di proposito un documento pieno di saggezza accumulata, è questo l’atteggiamento che dovrebbe assumere uno studioso?

Imperdonabile. Il suo talento, che avrebbe potuto far tremare il mondo, era in realtà soffocato in modo del tutto arbitrario da un’autorità; davvero non c’è giustizia. Ma nessuno simpatizzava con la frustrazione di Waver. L’Associazione dei Maghi era davvero – per usare il punto di vista di Waver stesso - corrotta fino al midollo.

Ma… durante quei giorni infinitamente frustranti, alle orecchie di Waver arrivò una diceria.

Si mormorava che lo stimato Lord El-Melloi, per aggiungere una nota di merito al proprio curriculum che gli procurasse ulteriore vanto, aveva deciso di partecipare ad una competizione taumaturgica in una regione dell’estremo est.

Waver iniziò a fare delle ricerche notturne sui particolari di questa “Heaven’s Feel”, e rimase davvero scioccato da un serie d’impressionanti dettagli.

Il Sacro Graal in grado di garantire i desideri, che nasconde come premio un immenso quantitativo di Prana; la possibilità di evocare Spiriti Eroici nel mondo presente, e comandarli come famigli, per dare inizio ad una battaglia mortale.

Titolo, autorità, tutto perde il proprio valore: ci si basa puramente sulle effettive abilità.

In realtà è un po’ barbarico, ma è un metodo semplice ed imparziale per valutare la superiorità. Per un genio incompreso, si trattava di un’eccellente opportunità, un palco perfetto su cui finalmente esibirsi.

La Dea Bendata aveva infine sorriso all’emozionato Waver.

Tutto cominciò con la negligenza del Dipartimento Finanziario. La sacra reliquia proveniente dalla Macedonia, specifica richiesta del professor Kayneth … fu recapitata allo studente Waver perché la consegnasse al proprio insegnante insieme ai soliti pacchetti, premesso che un pacchetto in particolare andasse aperto solo quando lo stesso Kayneth fosse presente.

Waver realizzò immediatamente che si trattava di un catalizzatore usato per evocare i Servant nella Heaven’s Feel. E così, ricevette un’opportunità di quelle che capitano una volta sola nella vita.

Non gli era più rimasto un briciolo d’amore per la corrotta Torre dell’Orologio. La gloria di laurearsi come valedictorian non era nulla, paragonata all’onore che gli avrebbe portato la guerra del Graal di Fuyuki. Nel momento in cui Waver Velvet fosse uscito vittorioso dalla guerra, quei membri insignificanti dell’Associazione dei Maghi avrebbero strisciato ai suoi piedi.

Sin dal giorno in cui Waver lasciò l’Inghilterra, dirigendosi verso uno stato insulare dell’estremo est, la Torre dell’Orologio realizzò chi aveva rubato il pacchetto destinato a Kayneth, ma non si mise in caccia del ladro. Nessuno sapeva che Waver fosse interessato alla Heaven’s Feel. Ma c’era qualcosa che il giovane non aveva considerato. Chiunque pensava, valutando le abilità di Waver, che non avesse fatto altro che nascondere la reliquia di Kayneth per rabbia. Nessuno sospettava fosse ad un livello tale da rischiare consapevolmente la propria vita per partecipare ad una competizione taumaturgica. In quest’aspetto, la Torre dell’Orologio aveva ampiamente sottovalutato Waver.


In quel paese dell’estremo est, nel luogo che avrebbe deciso del suo destino –la città di Fuyuki, Waver Velvet al momento si sta nascondendo sotto le coperte del proprio letto, tentando disperatamente di trattenere le sue incessanti risate. No, è impossibile trattenerle. Illuminato dalla fioca luce del sole, che faceva capolino attraverso la fessura della tenda, il ragazzo alzava la mano destra ogni pochi secondi, lasciandosi scappare nel frattempo le risa soffocate.

Con la reliquia tra le mani, lui stesso a Fuyuki, e sufficiente abilità magica… Come avrebbe potuto il Graal ignorare qualcuno così? E infatti, il disegno sinuoso dei tre Incantesimi di Comando si era chiaramente materializzato sulla mano destra di Waver la notte precedente, la prova di un Master in grado di evocare un Servant. Persino il baccano dei galli nel cortile, al sopraggiungere dell’alba, era stato ignorato.

“Waver, è ora di colazione”.

Anche la voce della vecchia donna che lo chiama sulle scale suona diversa dal normale stamattina, sembra che non sia poi così fastidiosa.

Per iniziare in modo adeguato quel giorno memorabile, Waver cominciò a cambiarsi rapidamente.

Sebbene un posto piuttosto arretrato, per essere una nazione insulare, questa città di Fuyuki è frequentata da molti turisti provenienti da altri luoghi. E precisamente per questo, l’aspetto di Waver, diverso, per ovvi motivi, da quello di un giapponese, non aveva attratto troppo l’attenzione. Ciononostante Waver era stato cauto, e aveva lanciato un incantesimo sulla vecchia coppia, che aveva sempre vissuto sola, inducendoli a credere che fosse loro nipote, tornato da degli studi all’estero. Aveva creato con successo una falsa identità per poter vivere lì con tutti i comfort. In questo modo, inoltre, non aveva bisogno di pagare i conti degli hotel, un po’come prendere due piccioni con una fava: le cose avevano funzionato alla perfezione e Waver aveva cominciato a nutrire sempre più ammirazione per la propria capacità d’adattamento.

Per godersi pienamente quella mite mattinata, Waver scese le scale che portavano alla cucina al primo piano e alla sala da pranzo, filtrando intenzionalmente il canto dei galli al di fuori della propria percezione.

Come ogni altra mattina, la tavola da pranzo plebea adorna di giornali, le notizie alla televisione, e la cucina casalinga diedero apertamente il benvenuto allo scroccone.

“Buon giorno, Waver, dormito bene?”.

“Sì, nonno. Ho dormito profondamente fino al mattino”.

Waver rispose con un sorriso, intento a spalmare uno spesso strato di marmellata sul proprio toast. Il pane molle e umido, venduto al prezzo di soli centoottanta yen per catty, non era molto piacevole da addentare. Anzi, lascia proprio a desiderare, perciò si può rimediare solo mettendoci sopra molta marmellata.

Glen e Martha Mackenzie erano immigrati in Giappone dal Canada più di venti anni prima. Ma il loro figlio, che non era riuscito ad abituarsi allo stile di vita giapponese, vi aveva fatto ritorno, creandosi una famiglia nella propria terra d’origine. Anche il nipote, che era stato cresciuto in Giappone fino all’età di dieci anni, era tornato indietro. Non era stata inviata neppure una lettera, figurarsi fare un visita. In questo modo erano passati dieci anni – Waver aveva carpito la suddetta informazione direttamente dalla vecchia coppia, con metodi d’ipnosi. Questo tipo di famiglia era l’ideale per lui. Attraverso allusioni, Waver aveva trasformato il vago ricordo che la vecchia coppia possedeva del nipote, nella sua stessa immagine, diventando con successo il loro amato nipote, “Waver Mackenzie”.

“Ma, Martha, sin dall’alba ho sentito che le galline erano molto rumorose, tu sai perché?”.

“Abbiamo tre galline. Da dove saltano fuori…?”.

Inventandosi frettolosamente una scusa, Waver ingoiò tutto in un colpo il pane che aveva ancora in bocca.

“Ah, quelle… Un mio amico ci ha lasciato le sue galline domestiche perché ce ne prendessimo cura per qualche giorno. Sta partendo per un viaggio e non sarà a casa, così staranno qui temporaneamente. Gliele restituisco stasera”.

“Ah, ecco come stanno le cose”.

Sembrava che la questione non gli interessasse, dal momento che i due credettero facilmente. Si può dire che il fatto che questi vecchi abbiano delle perdite d’udito sia una buona cosa. Il chiocciare incessante delle tre galline avrebbe infastidito praticamente a morte i vicini nel circondario, quel giorno.

Ma la persona più stressata in assoluto era Waver. Non appena si era accorto della presenza degli Incantesimi di Comando sulla propria mano, aveva cominciato con eccitazione a preparare le offerte sacrificali necessarie per la cerimonia.

Non avrebbe mai pensato che trovare una fattoria con delle galline sarebbe stato così difficile.

Aveva infine individuato una piccola fattoria con tanto di polli, ma per catturarne tre aveva, a conti fatti, sprecato quasi un’ora. Era finalmente tornato a casa mentre il cielo cominciava ad albeggiare, coperto di sterco di gallina e con le mani beccate a sangue.

Nella Torre dell’Orologio, gli animali da utilizzare come offerte sacrificali venivano sempre preparati in anticipo.

Ma qui, come può un mago geniale come me essere ridotto in uno stato così pietoso, dopo aver catturato tre miseri polli? Con questo pensiero in testa, Waver quasi si mise a gridare per il disappunto. Ma rimanendo a contemplare i Sigilli di Comando sulla propria mano destra fino al mattino, il suo umore aveva cominciato gradualmente a migliorare.

Decise di condurre la cerimonia quella stessa notte.

Quelle fastidiose galline posso vivere al massimo fino ad allora.

Oltretutto, Waver desiderava ottenere il Servant più forte. Il reperto nascosto nell’armadio della camera da letto al secondo piano… sarà il catalizzatore per evocare un grande Spirito Eroico; lo sapeva bene.

Quel pezzetto di tela, sciupato e mezzo decomposto, aveva fatto parte del mantello che una volta aveva poggiato sulla spalla di un re. Il leggendario “Re dei Conquistatori”, che distrusse l’impero Achemenide di Persia e creò il primo grande impero al mondo, che si stendeva dalla Grecia fino al nord ovest dell’India. Stanotte il suo Spirito Eroico discenderà su Waver attraverso l’evocazione, per guidarlo verso il glorioso Graal.

“…Nonno, nonna, riporterò le galline a casa del mio amico stanotte, perciò potrei fare un po’ tardi, non preoccupatevi per me”.

“Okay, stai attento. Fuyuki non è molto sicura ultimamente”.

“A proposito, quel famoso serial killer è apparso ancora una volta. Questo mondo comincia a diventare fin troppo spaventoso”.

Al momento, mentre mangia fette di pane economico seduto alla lunga tavola da pranzo, Waver è immerso nella più grande felicità che abbia mai provato in vita sua. Il chiocciare insopportabile di quelle galline, alle sue orecchie, suonava solo lievemente stridulo.




-282:14:28[edit]

Quell’oscurità era satura dell’ambizione accumulata in migliaia di anni.

Emiya Kiritsugu e Irisviel avevano risposto alla chiamata del capo famiglia, accorrendo al vecchio castello degli Einzbern, isolato dal ghiaccio, nella stanza più grandiosa ed oscura – la camera delle cerimonie del Castello degli Einzbern.

Questo luogo non è certo pensato per invocare il favore degli dei, né per lasciare che lo spirito trovi pace. In un castello abitato da maghi, la così chiamata “stanza della preghiera” è in realtà la sala adibita all’esecuzione di cerimonie taumaturgiche, con tanto di offerte sacrificali.

Per questo motivo, la vetrata multicolore in alto non contiene il ritratto di qualche santo, ma piuttosto la rappresentazione della lunga storia degli Einzbern all’inseguimento del Graal.

Quando era ancora al di fuori delle tre famiglie iniziate, la famiglia Einzbern spese la maggior parte del proprio tempo concentrandosi sul Graal.

Rinchiudendosi nelle profonde, gelide montagne, tagliando ostinatamente tutti i collegamenti con il mondo esterno, cominciarono a cercare il miracolo del Graal, quasi mille anni fa. Ma la loro ricerca fu piena di contrattempi ed umiliazioni, come anche di sofferenze e conflitti. Cercando in queste condizioni, non ottennero alcun risultato.

Alla fine, disperando di un metodo che permettesse loro di proseguire da soli nella ricerca del Graal, duecento anni fa acconsentirono con riluttanza a un patto di cooperazione, insieme alle famiglie forestiere dei Tohsaka e dei Matou.

Nei rituali della Heaven’s Feel che seguirono, gli Einzbern non ottennero mai la vittoria, poiché le abilità dei loro Master furono sempre deludenti – la soluzione finale fu quella di assoldare dall’esterno maghi abili nel combattimento: questa decisione fu presa nove anni fa.

Si può dire che Emiya Kiritsugu sia l’asso nella manica della famiglia Einzbern, che è sempre stata orgogliosa della purezza della propria linea di sangue; a causa sua, avevano addirittura cambiato il credo di famiglia, e per la seconda volta.

Attraversando i saloni, lo sguardo di Kiritsugu si posò involontariamente su una raffigurazione, relativamente nuova, sulla finestra colorata.

Lì ritratta stava la “Sacra Vergine dell’Inverno” della famiglia Einzbern, Lizleihi Justica, e altri due maghi in attesa, alla sua destra e alla sua sinistra. Tutti e tre alzavano le braccia verso il Graal nel cielo. Era facile dedurre, dalla composizione di questo dipinto, e dall’equilibrio del disegno, come la famiglia degli Einzbern guardasse dall’alto in basso le famiglie dei Tohsaka e dei Matou, duecento anni prima, e quanto grande fosse l’umiliazione nel doversi appoggiare a loro per un aiuto. Questo disegno comunicava tutto ciò.

Se fosse stato abbastanza fortunato da vincere e sopravvivere nella guerra imminente – Kiritsugu, dentro di sé, scoppiò in un’amara risata, con voce bassa e sarcastica – la sua immagine sarebbe stata probabilmente ritratta, contro la sua volontà, su una finestra di questo tipo.

Il vecchio mago, che era il vero e proprio re di questo castello invernale, attendeva Kiritsugu ed Irisviel davanti all’altare sacrificale.

Jubstacheit Von Einzbern. Noto come “Acht”, dopo che divenne l’ottavo capo della famiglia Einzbern. Attraverso il continuo prolungamento della propria vita, aveva vissuto, finora, per quasi due secoli, guidando la famiglia Einzbern sin da quando erano passati dalla “ricerca” del Graal, alla “Guerra” del Graal.

Il vecchio Acht non aveva conoscenza diretta dell’era di Justica, ma, sin da quando era cominciata la seconda Heaven’s Feel, aveva sofferto più di una volta il dolore della sconfitta. Per lui, l’impazienza di affrontare la terza opportunità è decisamente qualcosa di straordinario. Nove anni prima, la decisione di accogliere questo “Mago Killer” dalla cattiva reputazione, Emiya Kiritsugu, nella famiglia Einzbern, era stata presa dal vecchio mago in persona, per nessun altra ragione che per le sorprendenti abilità di Kiritsugu.

“La reliquia sacra che abbiamo chiesto di trovare ai nostri uomini, in Cornovaglia, è finalmente arrivata stamattina”.

Mentre lisciava la sua barba bianca, che faceva pensare ad una cascata congelata, il vecchio Acht fissava Kiritsugu, un’astuta luce che brillava dall’interno delle orbite profonde; questa luce nei suoi occhi rendeva impossibile intuirne la vecchiaia. Pur vivendo in questo castello da lungo tempo, Kiritsugu non riesce a tollerare la sensazione di oppressione, da parte degli occhi del capo famiglia, ogni volta che li incontra.

Nella direzione indicata dalla mano del vecchio capo famiglia, l’altare sacrificale sorreggeva una scatola color carbone molto ampia, legata in modo ridicolmente stretto in cima.

“Usando questo come catalizzatore, è probabilmente possibile evocare il più forte ‘Spirito Eroico della Spada’. Kiritsugu, reputalo come il più grande aiuto che la famiglia Einzbern possa fornirti”.

“Ti sono profondamente grato, caro capo famiglia”.

Fingendo di essere del tutto inespressivo, Kiritsugu si inchinò profondamente.

Per quanto riguardava la deroga, da parte della famiglia Einzbern, delle regole poste fin dalla sua fondazione, e l’introduzione di sangue esterno nella famiglia, il Graal sembrava averlo accettato senza opposizione. Il Sigillo di Comando era comparso sulla mano destra di Kiritsugu tre anni prima. Presto avrebbe portato sulle spalle lo zelante desiderio, vecchio di mille anni, della famiglia Einzbern, e avrebbe partecipato nella quarta Heaven’s Feel ormai imminente.

Il vecchio capo famiglia volse gli occhi verso Irisviel, che gli stava di fronte a testa bassa, rispettosamente.

“Irisviel, qual è la situazione del contenitore?”.

“Nessun problema. Anche a Fuyuki, funzionerà normalmente”.

Irisviel rispose con disinvoltura.

La macchina che esaudisce i desideri, il ‘calice onnipotente’, è solo un’entità spirituale e non possiede una forma fisica; così, per permettere alla sua forma di “Sacro Graal” di discendere nel mondo, deve essere preparato un “contenitore” apposito. Per questo, la guerra di sette Servant radunati intorno al Sacro Graal, può essere definita come un rituale d’evocazione spirituale.

Il compito di preparare un contenitore artigianale per il Graal, già sin dall’inizio della Heaven’s feel, è sempre stato svolto dalla famiglia Einzbern. La missione di realizzare tale ‘contenitore’ per questa quarta Guerra è responsabilità di Irisviel. Quindi deve partire per Fuyuki con Kiritsugu, e deve essere presente sul campo di battaglia.

Il vecchio Acht, gli occhi scintillanti con forza inaudita, annuì gravemente.

“Questa volta… nessuno deve sopravvivere. Uccidi tutti e sei i Servant; questa volta dobbiamo acquisire la Terza Magia, il Golden Graal, a tutti i costi”.

“Sissignore!”.

Udendo il comando del vecchio capo famiglia, pronunciato con un fervore nascosto così bruciante, mago e homunculus, gli sposi che condividevano lo stesso fato, risposero simultaneamente.

Ma nel proprio cuore, Kiritsugu non avrebbe potuto curarsi meno di questo rigido desiderio del vecchio capo famiglia.

Il successo… Il capo famiglia degli Einzbern aveva condensato tutte le sue emozioni in quest’unica parola, dalle infinite interpretazioni. Pensandoci bene, dello spirito degli Einzbern era rimasta soltanto questa fissazione nei confronti del “successo”.

La materializzazione dello spirito è un miracolo. Mille anni alla ricerca di questo miracolo perduto… durante questo lungo ed arduo viaggio, gli Einzbern avevano da lungo tempo perduto sia il loro metodo che il loro scopo.

Solo per provare che questo viaggio, durato un migliaio di anni, non era stato tempo sprecato, solo per confermare che “esiste”, i membri della famiglia Einzbern combattono per ottenere il Graal, a costo della vita . Ma per loro, ciò per cui il Graal sarebbe stato usato, una volta evocato; questo senso dello scopo, era da lungo tempo scomparso dal loro ambito di valutazione.

Non importa. Secondo le tue aspettative, con queste mie mani ti concederò il tuo Graal che tanto desideri.

Per non essere da meno rispetto all’entusiasmo del vecchio Acht, Emiya Kiritsugu disse così tra sé e sé.

Ma questo non è tutto. Userò quel calice onnipotente per esaudire il mio più profondo desiderio…


※※※※※


Kiritsugu ed Irisviel tornarono nelle loro stanze, aprirono la lunga scatola affidata loro dal capo famiglia, e rimasero incantati dal suo contenuto.

“Chi l’avrebbe mai pensato, sono stati davvero capaci di trovare una cosa simile…”.

Kiritsugu, solitamente composto, in questo momento sembra profondamente impressionato.

Un fodero.

Realizzato in oro e decorato con splendente smalto blu; questo tipo di lussuoso equipaggiamento dovrebbe essere ritenuto, piuttosto, un tesoro per mostrare dignità e nobiltà, allo stesso modo di una corona o uno scettro, in opposizione ad un’arma. Incisa nel mezzo, c’è un’iscrizione delle Lettere Fatate da lungo perdute, che provano che questo fodero non è opera umana.

“…Perché non ha neanche la più lieve imperfezione? È veramente questo l’autentico reperto realizzato in un’era più di millecinquecento anni fa?”.

“E’ un tipo di Arma Concettuale. Sicuramente non subirà mai il deterioramento fisico, senza menzionare che si tratta di una reliquia sacra che sarà usata come catalizzatore. Questo tesoro rientra a tutti gli effetti nel regno della magia”.

Irisviel estrasse cautamente dalla scatola il fodero dorato, insieme al rivestimento interno, e lo tenne tra le mani.

“Le leggende dicono che tenere questo fodero sul corpo, curerà le ferite del suo possessore e ne fermerà l’invecchiamento… ovviamente, i fatti menzionati sono poteri magici procurati dal suo ‘possessore originale’”.

“Il che significa che, finché lo Spirito Eroico evocato rimane operativo, quest’oggetto può essere usato come ‘Noble Phantasm del Master’”.

L’ingegnosa realizzazione del fodero, unica nel suo genere, e la sua straordinaria bellezza, incantarono Kiritsugu; ma in pochi momenti, il flusso dei suoi pensieri si volse immediatamente verso il modo di utilizzarlo, in quanto “strumento” pragmatico.

Guardando Kiritsugu, Irisviel non poté fare a meno di lasciarsi scappare un piccolo, amaro sorriso.

“Questo è davvero il tuo stile. Uno strumento è uno strumento non importa cosa, giusto?”.

“Se la metti così, anche per i Servant vale lo stesso discorso. Non importa quanto famoso l’eroe, finché è evocato come Servant, per il Master è uno strumento… è impossibile, per una persona che nutre fantasie non realistiche riguardo ad un Servant, vincere questa guerra”.

Non come padre o marito, ma quando mostra l’atteggiamento di un soldato, il profilo di Emiya Kiritsugu diventa estremamente cinico. Prima, quando ancora non capiva suo marito, Irisviel aveva veramente paura di Kiritsugu, quando si comportava in questo modo.

“Solo qualcuno come te è degno di questo fodero – questo è il giudizio del Nonno”.

“Stanno davvero così le cose?”.

L’espressione di Kiritsugu esprime ovvia insoddisfazione. Se il vecchio Acht vedesse la reazione del proprio genero acquisito nei confronti della sacra reliquia che si era sforzato così tanto di trovare, sarebbe certamente incapace di parlare per la rabbia.

“Non sei soddisfatto del regalo del Nonno?”.

Irisviel non intendeva affatto biasimare Kiritsugu per il suo voler fare osservazioni impertinenti, ma pensava soltanto che porre quella domanda sarebbe stato divertente.

“Come potrebbe essere? Ha fatto più che abbastanza per noi. È impossibile che esista un altro Master dotato di un asso nella manica pari a questo”.

“Allora che cosa ti rende insoddisfatto?”.

“Con una reliquia sacra così perfetta, lo Spirito Eroico evocato sarà sicuramente quello che vogliamo. Ma la sua e la mia personalità sono estremamente troppo differenti.

In sostanza, nell’evocazione di un Servant, la natura dello Spirito Eroico evocato è largamente influenzata dalla personalità del Master. In linea teorica, quindi, tutti gli Spiriti Eroici evocati hanno personalità simili ai loro Master. Comunque, la reliquia sacra ha la precedenza nelle priorità. Più esplicita è l’origine della reliquia sacra, più è probabile che lo Spirito Eroico evocato sarà bloccato come una certa persona ”.

“… Significa che ti senti a disagio riguardo al contratto con il ‘Re dei Cavalieri’, giusto?”.

“Certo. Probabilmente non esiste nessuno al mondo che sia più incompatibile con le usanze cavalleresche”.

Pornunciando queste parole in tono mezzo scherzoso, le labbra di Kiritsugu si curvarono in un lieve sorriso.

“Uno scontro frontale non è nel mio stile; specialmente nell’ambito di una battaglia mortale. Se devo attaccare, allora dovrebbe avvenire alle spalle, mentre il nemico è addormentato. Non badando al tempo o al luogo, con l’unico scopo di eliminare l’avversario nel modo più efficiente, usando il metodo con le più alte probabilità di successo… Tu pensi che questo prestigioso cavaliere mi aiuterebbe in simili combattimenti?”.

Irisviel divenne silenziosa, fissando con particolare attenzione il fodero scintillante.

Senza dubbio Kiritsugu era quel tipo di soldato. Ottenere la vittoria usando qualunque mezzo necessario. Non c’era bisogno di testarlo, le personalità di Kiritsugu e del possessore del fodero sarebbero certamente entrate in conflitto.

“… Ma non pensi che sia uno spreco? Il possessore di 'Excalibur' è senza dubbio il più forte della classe dei Saber”.

Questo è vero.

Soltanto questo fodero glorioso è degno di appaiarsi a quella spada suprema. Questa è certamente la reliquia di quel Re dei Cavalieri il cui racconto è stato tramandato, attraverso le leggende, sin dal Medioevo – Re Artù.

“Giusto. ‘Saber’ era già la più forte delle sette classi evocate dal Sacro Graal. E se questo Re dei Cavalieri occupa tale posizione… Ho ottenuto un Servant effettivamente invincibile.

Ma il punto chiave qui è come usare in modo efficace questa forza immensa. Ad essere sinceri, se solo il fattore d’essere facile da controllare andasse considerato, ‘Caster’ed ‘Assassin’ sarebbero sicuramente più adatti al mio stile”.

Allora -- contrastando lo stravagante decoro floreale della stanza, un lieve suono elettronico interruppe la loro conversazione.

“Ah, finalmente”.

Sul pesante tavolo nero in legno di sandalo stava piazzato a caso un computer portatile; l'improbabile abbinamento era affine ad una macchina da cucire posta su un tavolo operatorio. Le dinastie di maghi con lunghe storie alle spalle non hanno mai scoperto la convenienza della tecnologia, e la famiglia Einsbern non fa eccezione.

Il piccolo dispositivo elettronico, che agli occhi di Irisviel appare strano oltre ogni dire, è un oggetto personale introdotto da Kiritsugu. Un mago che non si sente respinto dall’usare simili macchine è veramente raro; Kiritsugu era uno di loro. Quando chiese che fossero installati una linea telefonica e un generatore di potenza, aveva avuto una grossa discussione con il vecchio capo famiglia.

“… Quel suono, che cos’è?”.

“Il rapporto inviato dal collega che si è infiltrato nella Torre dell’Orologio di Londra. Gli ho chiesto di investigare sulla situazione dei Master partecipanti a questa Heaven’s Feel”.

Kiritsugu sedette di fronte al computer e iniziò ad operare con naturalezza sulla tastiera. Il monitor LCD mostrava l’arrivo di una nuova mail. Questa è la nuova tecnologia comunemente nota come “Internet” nelle città, riguardo alla quale Irisviel aveva già sentito la spiegazione da Kiritsugu. Ma la sua pazienza verso il marito dimostra che riesce a capire poco o niente a riguardo.

“…Oh, ci sono informazioni sulle identità di quattro Master”.

Il partecipante dei Tohsaka è ovviamente il capo della famiglia, Tohsaka Tokiomi. Una persona spinosa con l’attributo del ‘fuoco’, specializzato nella magia con i gioielli.

I Matou sembrano aver costretto quel fallimento, che non era potuto neanche subentrare come capo famiglia, a diventare un Master, che sciocchezza… Ma il vecchio barbogio a capo di quella famiglia sta facendo davvero un grosso sforzo per ottenere il Graal.

Per quanto riguarda i maghi provenienti da fuori città, prima di tutto c’è il docente di prim’ordine della Torre dell’Orologio a Londra, Kayneth El-Melloi Archibald.

Ah, aveva sentito parlare di questo tizio. Possiede attributi sia di ‘vento’ che di ‘acqua’, un esperto d’evocazione spirituale, di convocazioni e di alchimia. Attualmente è il mago più rinomato dell’Associazione. Che seccatura.

E c’è persino un uomo inviato dalla Santa Chiesa… Kotomine Kirei. Originariamente il rappresentante dell’ ‘Assemblea dell’Ottavo Sacramento’, è il figlio di colui che adempie al ruolo di supervisore – Kotomine Risei. Era stato mandato da Tohsaka Tokiomi per imparare la magia tre anni fa, e poi aveva rotto con il proprio maestro dopo che gli furono concessi i Sigilli di Comando. Hmpf, un tipo che sa di polvere da sparo.

Kiritsugu mosse lo schermo con il mouse mentre dava un’occhiata ai contenuti dettagliati dell’indagine; allo stesso modo, guardando suo marito, Irisviel si stava annoiando pesantemente.

All’improvviso si accorse che, senza realizzare quando fosse successo, il Kiritsugu che era rimasto a guardare lo schermo tutto quel tempo aveva improvvisamente assunto un’espressione molto seria e tesa.

“… Cosa c’è che non va?”.

“Questo figlio di Padre Kotomine. Persino il suo passato è stato ripulito –“.

Irisviel stette in piedi dietro Kiritsugu e osservò il monitor LCD, seguendo la direzione indicata dal dito. Per Irisviel leggere un testo non cartaceo risultava molto difficoltoso, ma vedendo l’espressione seria di suo marito non si lamentò.

“… Kotomine Kirei. Nato nel 1967, ha accompagnato suo padre Kirei durante le missioni sacre fin da giovane; diplomato nell’81 all’Università Teologica di Manresa St.Ignacio… saltando due gradi, ed era pure il presidente del concilio studentesco: sembra proprio uno che ci sa fare”.

Kiritsugu annuì, infelice.

“Seguendo questa inclinazione, avrebbe potuto sicuramente raggiungere la posizione di ministro cardinale, ma ha abbandonato volontariamente questa notevole opportunità per entrare nella Santa Chiesa. In realtà aveva a disposizione molte possibilità, allora perché ha scelto di dedicarsi a un’organizzazione così defilata della Chiesa?”.

“Forse è stato influenzato da suo padre? Anche Kotomine Risei fa parte della Santa Chiesa, giusto?”.

“Se questo fosse il caso, allora, come suo padre, avrebbe dovuto avere sin dal principio l’obiettivo di recuperare reliquie sacre perdute. In effetti, Kirei entrò sì nello stesso dipartimento di suo padre, alla fine, ma prima di ciò era stato trasferito tre volte, e in una di queste era stato pure scelto come ‘Esecutore’. Aveva solo dieci e qualcosa anni, anche allora. Questo lavoro non può essere fatto senza una certa dose di forza di volontà”.

Quello era il dipartimento più sanguinoso della Santa Chiesa, chiamato lo Shura’s Den per la sua responsabilità di punire le eresie. Il fatto che fosse riuscito ad ottenere il titolo di ‘Esecutore’ significava che si trattava di un assassino di prima classe, ed indicava che aveva attraversato brutali e pii addestramenti per diventare un’arma al servizio del genere umano.

“Forse è un fanatico religioso. Più giovani sono, più sono puri; alcuni hanno un amore fanatico per la fede, che talvolta sorpassa certi limiti”.

Anche dopo aver sentito l’opinione di Irisviel, Kiritsugu scosse nuovamente la testa.

“Non è così… se fosse, allora la situazione di questo individuo nei tre anni passati non si spiegherebbe.

Se la sua fede fosse stata pura, sarebbe stato impossibile, per lui, trasferirsi nell’Associazione dei Maghi; sembra che sia un ordine da parte della Santa Chiesa, o è possibile che lui fosse più fedele alla dottrina religiosa che all’organizzazione. Ma anche questo non basta a spiegarlo, perché non c’è necessità di allenarsi così seriamente nella taumaturgia.

- Guarda, il rapporto di Tohsaka Tokiomi riguardo a Kirei, fornito all’Associazione. L’ambito dell’allenamento include l’alchimia, l’evocazione spirituale, la convocazione, la divinazione… è più esperto nella magia di guarigione persino dello stesso Tohsaka Tokiomi. Qual è esattamente il motivo di quest’entusiasmo?”.

Irisviel proseguì la lettura del documento fino in fondo, dove c’era un riassunto delle abilità di Kotomine Kirei.

“… Io dico, questo Kirei è davvero un tipo strano, ma merita un’analisi così accurata da parte tua? Anche se sembra essere davvero di talento, non è sicuramente una spanna sopra gli altri”.

“Ah, ecco che cosa trovo strano”.

Guardando Irisviel, che non riusciva a capire, Kiritsugu spiegò pazientemente.

“Non importa che cosa faccia quest’uomo, non può raggiungere il livello ‘di prima classe’. In questo campo, lui non è una sorta di genio, soltanto un uomo normale. Ma il suo raggiungimento di rapidi risultati attraverso una dedizione completa e totale è veramente spaventoso. Certamente ha da sforzarsi dieci o venti volte più delle altre persone per raggiungere questo livello. Ma, in realtà, lui si ferma solo quando è rimasto un ultimo passo da compiere, e poi, senza alcun amore rimasto, si trasferisce da un’altra parte. Le cose che ha innalzato laboriosamente vengono gettate via tutte insieme, come spazzatura”.

“…”.

“Ha chiaramente scelto uno stile di vita molto più eccitante di quello degli altri, ma nell’esistenza di quest’uomo, non ha mai permesso che il prossimo provasse ‘affetto’ nei suoi confronti. Questo tizio – è decisamente un uomo pericoloso”.

Kiritsugu concluse così. Irisviel comprese il significato contenuto nelle sue parole.

Quando diceva ‘fastidioso’, sebbene il nemico fosse davvero ostico, in realtà non lo vedeva come una vera minaccia. Per quanto riguardava il metodo con cui trattare questo tipo di opponenti, e le probabilità di successo, Kiritsugu era già sicuro all’ottanta per cento.

Ma quando usava la classificazione di ‘pericoloso’… Emiya Kiritsugu utilizzava questa notazione solo per avversari contro di cui avrebbe dovuto combattere con il tutto il cuore.

“Quest’uomo certamente non crede in nulla. Solo perché cerca continuamente delle risposte, ecco il motivo per cui ha sperimentato così tanto. Il risultato è che ancora non ha trovato niente… è quel tipo di uomo moralmente vuoto. Se dovessi dire cosa contiene il cuore di questo tipo, allora probabilmente è solo rabbia e disperazione”.

“…Stai dicendo che per te quest’Esecutore è un nemico più potente di Tohsaka Tokiomi e di Archibald?”.

Facendo una breve pausa, Kiritsugu annuì risolutamente.

“… Un uomo terrificante.

In effetti, Tohsaka e Lord El-Melloi sono forti avversari. Ma penso che il ‘modo di essere’ di Kotomine Kirei sia più spaventoso”.

“Modo di essere?”.

“Il cuore di quest’uomo è completamente vuoto. Non possiede nulla che possa essere chiamato desiderio. Ma perché un uomo come questo scommetterebbe la propria vita per combattere per il Graal?”.

“… Non è questo l’intento della Santa Chiesa? Stando alle apparenze, questi tizi credevano erroneamente che il Graal di Fuyuki fosse la vera reliquia, e si erano interessati ad esso per tale motivo, non è vero?”.

“No, solo con quel livello di motivazione, il Graal non concede gli Incantesimi di Comando. Questo uomo è stato scelto dal Graal come Master. Deve avere qualche ragione per ottenere il Graal. Quale sia veramente, è proprio il perché non può essere vista a renderla spaventosa”.

Kiritsugu sospirò profondamente, guardando con tristezza il monitor. Tentando di scoprire qualcosa in più dal personaggio di Kotomine Kirei fabbricato dal testo noioso.

“Cosa pensi accadrebbe se quest'uomo vuoto, senza desideri, ottenesse il Graal? La sua intera vita è stata plasmata dalla disperazione. Il potere della macchina che esaudisce i desideri, il Sacro Graal, potrebbe essere contaminato dal colore della sua disperazione”.

Kiritsugu indulgeva troppo nella sua tristezza, e per rincuorarlo, Irisviel scosse con forza la testa.

“Ciò che è immagazzinato in me, il contenitore del Graal, io non lo darò a nessuno. Quando il Graal sarà riempito, chi avrà il privilegio di possederlo – sarai soltanto tu, Kiritsugu”.

I maggiori degli Einzbern desiderano soltanto il completamento del Graal, è il loro unico desiderio… ma questa giovane coppia, dopo di questo, ha ancora desideri che vanno realizzati. Sogni che necessitano di una realizzazione.

Kiritsugu chiuse il computer portatile, e abbracciò strettamente Irisviel.

“Non importa cosa, non possiamo perdere”.

Per sua moglie; in questo preciso momento, paragonato al desiderio della sua famiglia, Irisviel si preoccupa di più delle ambizioni sue e di suo marito. Ciò commosse profondamente Kiritsugu.

“… Ho capito. Il modo di usare il potere del Servant più forte al massimo limite”.




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Nello stesso istante, nella terra del lontano est di là del mare, un'altra persona, come Kiritsugu, stava ricevendo il medesimo rapporto da una spia in Inghilterra.

Ma, essendo un autentico mago, Tohsaka Tokiomi non ricorrerebbe mai all'utilizzo della nuova tecnologia del mondo ordinario, a differenza di Kiritsugu. Tokiomi era un esperto nell'usare la tecnica segreta della famiglia Tosaka per la comunicazione su lunghe distanze, un amuleto magico tramandato per generazioni.

La mansione dei Tohsaka si erige in Miyamachou, a Fuyuki. Nel laboratorio di Tokiomi, costruito sotto terra, era stato preparato un insieme di attrezzature sperimentali, simili a ciò che è comunemente noto come il pendolo nero. La differenza tra quest’ultimo, e le apparecchiature utilizzate abitualmente negli esperimenti di fisica, era che il grosso puntatore di quel pendolo conteneva un gioiello magico, cimelio di famiglia dei Tohsaka, ed era stato costruito in modo tale che l'inchiostro, scorrendo giù dall’asta, potesse inumidire la gemma.

La pietra appaiata con il gioiello di questo pendolo è attualmente in possesso della spia di Tohsaka. Se questa roccia venisse posizionata di fronte ad un rullo e si iniziasse a scrivere, il gioiello del pendolo in risonanza inizierebbe ad oscillare, e l'inchiostro colante scriverebbe perfettamente e senza errori il testo sulla carta girevole sottostante. Ecco qual'era il funzionamento.

In questo momento, il gioiello nel pendolo e la roccia, che si trova dall'altra parte del globo a Londra, stanno vibrando in sincronia, e attraverso l'osservazione di questo strano movimento, ripetitivo e senza uno schema, la scrittura del reporter iniziò ad emergere con facilità e precisione.

Tokiomi, non appena se ne accorse, prese il foglio prima che l'inchiostro fosse completamente asciutto, e iniziò a leggere quel che vi era riportato.

“-- Non importa quante volte io osservi questo sistema, mi sembra sempre inaffidabile”. Kotomine Kirei, che era rimasto poco vigile in un angolo per tutto quel tempo, espresse senza scrupoli il proprio parere.

“Oh, quindi pensi che un fax sia più comodo? Qualora si utilizzi questo metodo, non avrebbe importanza neppure la mancanza di energia, non provocherebbe alcun inconveniente. Non c'è nemmeno bisogno di preoccuparsi riguardo al fatto che la notizia venga divulgata. Senza aver bisogno di affidarci alla nuova tecnologia, noi maghi abbiamo ottenuto molto tempo fa apparecchiature non inferiori agli strumenti moderni”.

Anche così, per come la vedeva Kirei, il fax che poteva essere usato da chiunque era più comodo. “Chiunque” poteva utilizzarlo, quest’inevitabilità era sicuramente qualcosa che Tokiomi non poteva comprendere. E' perfettamente ragionevole che le tecniche e le conoscenze degli aristocratici e delle persone “comuni” siano differenti... anche nel presente, Tokiomi continuava a pensare “all’antica”; era veramente un autentico 'mago'.

“L’ultimo rapporto dalla Torre dell'Orologio. Sembra che Lord El-Melloi, il “prodigio”, abbia ottenuto una reliquia perduta. Se così fosse, allora è confermato che parteciperà. Hmph, è veramente un avversario spinoso. Quindi è chiaro, ora ci sono cinque Master compreso il sottoscritto...”.

“Mi preoccupa davvero il fatto che ci siano ancora due posti liberi”.

“Perché? Semplicemente significa che non ci sono portatori adatti per gli Incantesimi di Comando. Quando il tempo starà per finire, il Graal riempirà i sette posti, indipendentemente dalla qualità. Per far sì che ci siano abbastanza partecipanti, dovranno essere presenti anche due personaggi di minor levatura. Non c'è bisogno di stare in allerta”.

Questo era proprio tipico dell’ottimismo di Tokiomi. Essendo stato suo allievo per sette anni, Kirei ora capisce molto bene il proprio maestro. Sebbene fosse un tipo davvero preciso durante le preparazioni, aveva l'abitudine di tralasciare i piccoli dettagli, e prendersi cura di quest'ultimi al posto di Tokiomi era probabilmente sua responsabilità, Kirei l'aveva capito da tempo.

“Ma parlando d’essere cauti – Kirei, nessuno ti ha visto quando sei entrato in questa casa, giusto? In apparenza siamo già nemici”.

In pieno accordo con i piani di Tokiomi Tohsaka, la realtà era stata rivelata e annunciata.

Kirei, che era stato scelto dal Graal tre anni prima, aveva attentamente nascosto il simbolo sulla propria mano destra, seguendo l'ordine di Tokiomi, fino a quel mese, prima di annunciare che gli Incantesimi di Comando erano presenti sulla sua mano. Da quel momento in poi, Kirei aveva tagliato i propri legami con Tokiomi, in quanto contendente per il Graal.

“Non c'è bisogno di preoccuparsi, a prescindere dall'essere capaci di vederli o no, non ci sono famigli o magie che sorvegliano questa casa. Te --”.

“ Te lo garantisco.”

La voce di una terza persona si intromise, e, nello stesso istante, un'ombra nera apparve accanto a Kirei. Lo Spirito Eroico che aveva accompagnato Kirei per tutto questo tempo in forma spirituale, si era ora mostrato davanti a Tokiomi.

Quell'ombra alta e scarna ha una grande differenza in prana rispetto ad un essere umano.

E’ “qualcosa di inumano”. Una strana figura vestita di un lungo mantello nero, e una maschera a forma di teschio a celare i lineamenti.

Esatto, è il primo Spirito Eroico ad essere stato evocato nella quarta Heaven's Feel, il Servant “Assassin”, che ha stipulato un contratto con Kotomine Kirei - Hassan-i Sabāh.

“Non importa che trucchi usino, non possono sfuggire ai miei occhi, gli occhi dello Spirito Eroico dei Sotterfugi, Hassan. Kirei, mio Master, non avverto nessuna aura di qualche nemico che ti pedini... puoi rilassarti".

Come se avesse capito che la posizione di Tokiomi era superiore a quella del suo Master, Kotomine Kirei, Assassin riferì educatamente il messaggio con un inchino.

E allora Kirei disse:

“Non appena compare uno Spirito Eroico evocato dal Graal, non importa di che classe, deve essere categoricamente segnalato a mio padre, in modo accurato e senza errori”.

Padre Risei era il supervisore della Heaven's Feel, nominato come suo prete capo, ed inviato alla chiesa di Fuyuki. In quel momento, era in possesso di un dispositivo magico conosciuto come la “tavola degli spiriti”. Aveva il compito di segnalare le caratteristiche degli Spiriti Eroici chiamati dal Graal.

L'identità dei Master può essere confermata solamente dai resoconti delle persone, ma la quantità e la classe d’appartenenza dei Servant che stanno comparendo, non importa dove siano evocati, saranno sicuramente visualizzate sulla “tavola degli spiriti”, per poter offrire al supervisore un migliore controllo della situazione.

“Secondo mio padre, il mio Assassin è l'unico Servant che è stato evocato finora. La reazione da parte degli altri maghi deve ancora avvenire".

“Si, ma è solo una questione di tempo. Prima o poi ci saranno famigli di altri Master che andranno e verranno per questa stanza. Perché qui, la mansione dei Matou, come anche la dimora degli Einzbern, sono già postazioni confermate di Master”.

Paragonato alle tre famiglie iniziali, il vantaggio dei maghi estranei è che il loro nascondiglio è ignoto agli altri. Per questo, durante le prime fasi della Heaven's Feel, non importa quale famiglia, useranno spie per la ricognizione.

Non che Kirei dubitasse della rete d’informazioni di Tokiomi, è solo che dovevano rimanere in guardia, per la possibilità che i rimanenti due Master stessero adottando sagge misure per nascondersi.

Se doveva affrontare un avversario che si serviva di questo tipo di strategia, il Servant di Kirei poteva utilizzare al massimo limite i propri poteri.

“Puoi andare. Assassin, continua a fare la guardia all'esterno. Sii molto cauto”.

“Sarà fatto”.

Ricevuto l’ordine di Kirei, Assassin assunse ancora una volta la forma di spirito e lasciò la stanza.

Per un Servant, che è, tanto per cominciare, un'entità spirituale, è possibile mutare liberamente dalla forma di spirito a quella fisica.

Assassin possiede l'abilità speciale della “Dissimulazione della Presenza”, che le altre classi non possiedono. Non ha rivali nel nascondere i movimenti e le tracce.

Per Kirei, la cui responsabilità non era rincorrere la vittoria, ma coprire le spalle di Tokiomi, evocare Assassin era stata la scelta migliore.

Questo era il piano di battaglia.

In primo luogo, lasciare che Assassin investigasse sugli stratagemmi impiegati in battaglia dagli altri Master, e sulle debolezze dei loro Servant. Dopo aver ottenuto, tramite questa tattica, un metodo per una vittoria sicura contro ogni nemico, il Servant di Tokiomi sarebbe stato usato, di conseguenza, per sconfiggere ciascuno di loro.

Per questo, Tokiomi doveva evocare un Servant che possedesse grandi abilità offensive. Ma quale fosse lo Spirito Eroico su cui aveva messo gli occhi, Kirei non glielo aveva mai sentito dire.

“La reliquia sacra che ho preparato arriverà domani mattina”.

Come se avesse percepito i dubbi di Kirei dalla sua espressione, Tokiomi disse ciò senza aspettare che chiedesse.

“Ho trovato quel che mi aspettavo. Il Servant che evocherò sarà sicuramente avvantaggiato contro ogni nemico. Se l'avversario è uno Spirito Eroico, allora non avrà possibilità di vittoria contro costui”.

Il volto di Tokiomi, essendo in segreto così felice, era colmo della fiducia senza pari con cui era nato.

“Si, Se “lui” sarà evocato con successo, allora la nostra vittoria sarà assicurata. Voglio condividere questa felicità con tutti”.

Questo genere di confidenza altezzosa mostra apertamente quel che si può dire essere una caratteristica ereditaria di Tokiomi Tohsaka. Davanti al suo smisurato ego, Kirei si sentiva in qualche modo in soggezione, eppure anche ammirato.

Improvvisamente Kirei notò il gioiello del pendolo. Il suo movimento sul rotolo di carta non si era fermato, stava scrivendo in continuazione.

“Sembra che ci sia dell’altro”.

“Ah, già, questa è l’inchiesta su un'altra questione. Non è l'ultima informazione - probabilmente riguarda la mia domanda di investigare sul Master degli Einzbern”.


Le informazioni sulla famiglia Einzbern, che ha tagliato ogni contatto con il mondo esterno, sono difficili da ottenere, anche nella Torre dell'Orologio di Londra. Ma Tokiomi aveva già detto in precedenza che quel Master aveva un peso particolare. Tokiomi arrotolò il pezzo di carta accanto a sé e lo posò sulla scrivania, dopodiché raccolse il rotolo contenente il nuovo testo.

“…si tratta di un evento verificatosi nove anni fa. Gli Einzbern, che sono sempre stati orgogliosi della purezza del loro sangue, improvvisamente si sono ritrovati con un mago estraneo come genero. Al tempo questa notizia aveva creato anche molte discussioni all'interno dell'Associazione, ma l'unico in grado di intuire la verità dietro questo problema, oltre a me, era il capo della famiglia Matou.

I maghi della famiglia Einzbern, che primeggiavano soltanto nell'alchimia, non erano adatti ai combattimenti fin dall'inizio. Questo è stato anche il fattore che ha contribuito alle loro sconfitte nei precedenti rituali della Heaven's Feel. Queste persone sembrano aver definitivamente perso la pazienza.

Il mago che hanno trovato deve essere ‘adatto alle loro esigenze’“.

Dopo aver dato velocemente un'occhiata al foglio, mentre parlava, Tokiomi lo passò a Kirei.

Quando vide come titolo “Rapporto d’investigazione: Emiya Kiritsugu”, i suoi occhi si strinsero leggermente.

“Questo nome... l'ho già sentito da qualche parte. Sembra un tipo pericoloso”.

“Oh, pure la Santa Chiesa sa qualcosa a riguardo? Il “killer di maghi” Emiya era davvero famoso, al tempo. In apparenza, non apparteneva all'Associazione, ma di fatto era il suo migliore strumento per uccidere”.

“Quindi, nel gergo della Chiesa, sarebbe una specie di esecutore, giusto?”.

“Molto peggio, in realtà. E' un assassino mercenario, che ha subito un allenamento specifico per uccidere i maghi. Poiché soltanto i maghi possono veramente comprendere gli altri maghi, si serve dei metodi più incompatibili con le loro regole per ucciderne degli altri... è il genere di persona che utilizza contromisure spregevoli senza farsi problemi”.

C'era chiaramente dell'odio nella voce di Tokiomi, eppure Kirei cominciò ad interessarsi a questo Emiya Kiritsugu. Aveva sì sentito delle dicerie sul suo conto: sembrava che si fosse opposto alla Santa Chiesa in passato, e c’erano state persone che avevano avvisato Kirei di essere davvero cauto con quell'uomo.

Kirei iniziò a leggere le informazioni passategli. La maggior parte di ciò che era riportato consisteva in un’inchiesta riguardante la strategia di combattimento di Emiya Kiritsugu – i casi di persone scomparse e di incidenti, che si credeva fossero maghi che aveva ucciso; ma prevalentemente era un'analisi della sua metodologia. Durante la lettura, Kirei cominciò gradualmente a capire perché Tokiomi odiasse quell'uomo. Imboscate e omicidi erano soltanto la punta dell’iceberg.

Posizionare bombe in pubblico; far precipitare un aereo con molti passeggeri a bordo, questa era la tipologia degli incredibili casi riportati. Veniva anche dedotto che le tragedie del passato, riportate come principali atti di terrorismo, erano di fatto azioni criminali di Emiya Kiritsugu, unicamente per uccidere un mago. Sebbene non ci fosse un'evidenza certa, leggendo le informazioni fornite, si trattava di una versione dei fatti decisamente credibile.

Assassino, questo termine è davvero appropriato. Maghi che si contrastano, fino al punto di uccidersi a vicenda, questi scenari sono comuni. Tuttavia, è puramente una competizione di magia, e solitamente decisa attraverso una serie di processi che sottostanno a certe regole di combattimento.

Dicendolo così, anche la Heaven's Feel rientra in questa categoria; anche se è chiamata “guerra”, non si tratta di un caotico combattimento mortale, ma piuttosto una serie di regole severe e regolamenti preesistenti.

Non c'era nemmeno una singola riga nel testo che riportasse che Kiritsugu avesse mai combattuto una simile battaglia, seguendo il “regolamento dei maghi”.

“Quel che viene definito ‘mago’ esiste, tanto per cominciare, al di fuori delle leggi umane, e questa è una ragione in più per obbedire strettamente alle regole del nostro mondo”.

Tokiomi disse così, la sua voce calma ribollente di rabbia.

“Ma questo Emiya ignora completamente ogni regola. Non ha un minimo di orgoglio, come mago. Questo tipo di uomo è imperdonabile”.

“Hai detto... orgoglio?”.

“Esatto. Persino quest'uomo, in quanto mago, è stato sicuramente sottoposto ad un severo allenamento.

Se è così, allora possiede sicuramente la fede necessaria per vincere, e superare le difficoltà. E' impossibile che si sia scordato del suo originale intento e desiderio, anche dopo aver ottenuto il successo”.

"..." .

Quel che diceva Tokiomi era sbagliato. Sottoporsi ad un allenamento brutale, anche senza alcun intento preciso, una simile categoria di stupidi esiste in questo mondo. A questo proposito, Kirei ne capiva più di chiunque altro.

"Probabilmente per denaro. Dopo essere entrato nella famiglia Einzbern si è sistemato per bene. Aveva già ottenuto abbastanza soldi da non doversene più preoccupare per il resto della vita, così che è l'unico motivo plausibile - dovrebbe essere scritto su quel rapporto, quest'uomo non si è limitato semplicemente ad uccidere. Sembra che abbia fatto dell’altro, in giro per il mondo, ogni occasione che gli capitasse per guadagnare soldi extra”.

Era proprio come diceva Tokiomi: verso la fine del rapporto, oltre agli incidenti collegati ai maghi, c'erano molte altre esperienze di Emiya Kiritsugu. Ecco come stavano le cose, Kiritsugu sarebbe potuto essere coinvolto nella maggior parte dei conflitti che avvenivano nel mondo; non era soltanto uno strumento per uccidere, ma svolgeva anche molti lavori come mercenario.

“Questo documento, posso prenderlo in prestito per leggerlo attentamente?”.

“Ah, certo. Se potessi analizzarlo in dettaglio per conto mio, mi saresti di grande aiuto. Sono ancora occupato con i preparativi per il rituale di evocazione di stanotte”.


※※※※※


Kirei lasciò il laboratorio nel seminterrato e tornò al piano terra. Nell'entrata si imbatté in una ragazza alle prese con un bagaglio troppo grande.

“Buon pomeriggio, Rin”.

Pur non volendo intrattenerla in modo particolare, ma soltanto salutarla normalmente, la ragazza si fermò a metà strada e fissò Kirei con gli occhi spalancati. Era stato a stretto contatto con Rin in quella casa per tre anni, ma il sospetto negli occhi della ragazza, mentre osservava Kirei, non era diminuito.

“…Buon pomeriggio, Kirei”.

Con voce dura, ma ancora con l’atteggiamento adeguato, Rin ricambiò il saluto di Kirei. Sebbene fosse giovane, Rin agiva già in modo simile a sua madre, con movimenti raffinati e signorili. Non era una persona qualunque, bensì la figlia di Tokiomi Tohsaka. L’essere diversa dagli studenti della sua età era perfettamente normale.

“Stai uscendo? Quel bagaglio è enorme”.

“Sì. A partire da oggi andremo a stare a casa del nonno per un po'. Sto anche prendendo la funivia da quella parte, per andare a scuola".

Siccome la Heaven's Feel incombeva, Tokiomi aveva deciso di lasciare vivere temporaneamente la sua famiglia nel quartiere vicino, casa di sua suocera.

Madre e figlia non potevano essere esposte alle battaglie, era troppo pericoloso. Certamente si trattava di una sistemazione ragionevole.

Ma sua figlia Rin sembrava molto contrariata. Sebbene i suoi lineamenti fossero rilassati, la sua piccola, graziosa bocca era inbronciata, a dimostrare che era infelice. Sebbene debba diventare una futura lady, non importa cosa, è ancora soltanto una bambina. Non ci si poteva aspettare che fingesse completamente, a quel punto.

“Kirei, tu resterai con mio padre per aiutarlo a combattere, non è vero?”.

“Sì, in quanto suo apprendista, è quel che dovrei fare”.

Rin non era una bambina stupida. Come successore dei maghi della famiglia Tohsaka, aveva già ricevuto gli insegnamenti approfonditi di Tokiomi. Riguardo all’imminente Heaven’s Feel di Fuyuki, era dotata di un certo grado di conoscenza.

Per quanto riguardava il perché dovesse andare a casa di suo nonno, poteva capirne la vera ragione. Ma il motivo per cui era insoddisfatta era – una volta andata via lei, Kirei sarebbe stato l'unico rimasto in casa Tohsaka, e avrebbe potuto fare ciò che gli pareva.

Rin nutriva un impressionante rispetto verso suo padre Tokiomi. E proprio per questa ragione, come successore, l'avversione di Rin verso Kirei era probabilmente causata dal fatto che fosse diventato il primo allievo di Tokiomi, imparando da lui la magia.

“Kirei, posso fidarmi di te? Proteggerai mio padre fino alla fine? Me lo prometti?”.

“Questo è impossibile. Se la guerra fosse abbastanza benigna da lasciare che ti prometta ciò, allora per te e tua madre non ci sarebbe alcuna ragione di mettersi al sicuro, giusto?”.

Kirei non era disposto a pronunciare parole vuote soltanto per confortarla, e così le disse chiaramente la verità. Ma gli occhi di Rin divennero più feroci, mentre guardavano il suo apprendista più anziano, impudente e sfacciato.

“... come pensavo, non mi piaci per niente”.

Soltanto quando diceva parole sconvenienti, ma adatte alla sua età, Kirei aveva un'impressione favorevole di questa ragazza.

“Rin, non pronunciare mai più parole così irrispettose davanti agli altri. Altrimenti metterai in dubbio la reputazione morale di tuo padre”.

“ Questo non ha niente a che fare con mio padre!”.

Vedendo che persino suo padre era stato tirato fuori come scudo, la rabbia di Rin la fece diventare tutta rossa in viso. Era proprio quel che Kirei sperava di vedere.

“Ascoltami, Kirei! Se mio padre sarà ferito per colpa dei tuoi errori, non ti perdonerò mai! Io--”.

In quell'istante, con quello che potrebbe essere definito il miglior tempismo possibile, l'ombra di Aoi fece la sua apparizione. Aveva già terminato i propri preparativi, ma poiché Rin tardava ad arrivare, era scesa per controllare la situazione.

“Rin, che stai facendo? Con un tono di voce così alto!”.

“Ah, ecco, io--”.

“Prima della sua partenza, era venuta ad incoraggiarmi, signora”.

Kirei finse di essere calmo e aiutò Rin di proposito, ma la ragazzina si infuriò ancora di più. Però non poteva dire nulla davanti a sua madre, quindi si voltò per andarsene.

“Ti aiuterò con il bagaglio. Rin, questo baule è davvero troppo pesante per te”.

“No! Faccio da sola!”.

Rin tirò la valigia con più forza di prima, e per questo finì intrappolata in una battaglia ancora più feroce con il baule, ma alla fine riuscì a trascinarlo fuori dalla porta. Kirei sapeva che comportarsi in quel modo non era affatto da adulto maturo, ma voleva comunque prendere in giro Rin ogni volta che ne aveva la possibilità.

Aoi, che era rimasta, gli fece un inchino molto rispettoso.

“Kotomine-san, lascio mio marito nelle tue mani. Ti prego, aiutalo a realizzare il suo desiderio”.

“Farò del mio meglio, non si preoccupi”.

Per come la vedeva Kirei, Tohsaka Aoi era la moglie perfetta. Solenne e discreta, meticolosa, comprensiva nei confronti del proprio marito e mai impicciona, considerava la lealtà come superiore all’amore e aveva rispetto del dovere – in poche parole, era il modello della moglie e madre perfetta dei tempi antichi. In un'era dove il movimento femminista aveva iniziato a infiltrarsi nella società, era come un personaggio scolpito nella roccia. Tokiomi aveva sicuramente scelto come sposa la persona più compatibile con lui.

Kirei rimase sulla porta ad osservare con i propri occhi madre e figlia che partivano. Andandosene non con un taxi, bensì con una macchina privata, con Aoi alla guida. Non soltanto l'autista, ma anche tutta la servitù, a partire dalla settimana precedente, era stata licenziata. Era stato fatto per prevenire che degli innocenti rimanessero feriti, oltre ad essere un’accurata tattica contro lo spionaggio. Tokiomi non era abbastanza cauto da rimanere in guardia anche verso i propri servitori; questo suggerimento veniva da Kirei, e Tokiomi era stato mezzo obbligato a metterlo in atto.

Prima che l'auto partisse, Rin, nascosta agli occhi di sua madre, fece una boccaccia a Kirei. Questi rise amaramente, e le vide allontanarsi con i propri occhi; dopodiché tornò dentro il palazzo, ora deserto.


※※※※※


Tokiomi non aveva ancora lasciato il laboratorio sotterraneo. Kirei, unico occupante del soggiorno altrimenti vuoto, iniziò a leggere attentamente il rapporto riguardante Emiya Kiritsugu.

Non capiva perché provasse un interesse così forte nei confronti di questo strano mago, che nemmeno conosceva. Forse perché traeva una sorta di piacere dall'odio che il suo maestro Tokiomi nutriva nei confronti di quell’uomo.

La relazione di maestro e studente, mantenuta per tre anni in quella casa, aveva sempre avuto un qualcosa d’ironico.

Come maestro, Tokiomi non poteva lamentarsi riguardo alla concentrazione di Kirei nell'apprendimento, e alla veloce comprensione; in principio, era stato un servo della fede che detestava la magia, eppure nutriva un grande interesse in tutti gli ambiti taumaturgici. Kirei si serviva di quel che poteva essere definito un avido desiderio di conoscenza, per imparare qualsiasi cosa rendesse felice Tokiomi. Ora, la fiducia di Tokiomi nei confronti Kirei era davvero incrollabile, al punto da far sì che persino la sua unica figlia Rin gli mostrasse rispetto, in quanto apprendista più anziano.

Ma, paragonato alla profonda amicizia di Tokiomi, in continuo aumento, il cuore di Kirei divenne sempre più desolato.

Per quanto lo riguardava, non stava studiando la magia perché gli piacesse. L’aver condotto una lunga, pia vita all’interno della chiesa, eppure finendo senza niente in cambio; per questo motivo, Kirei aveva riposto tutte le proprie speranze nella nuova materia di studio, che aveva valori esattamente opposti a quelli della Chiesa, e questo è tutto. Ma il risultato fu un disastro totale. Nel mondo che perseguiva le arti magiche, Kirei non aveva trovato alcuna soddisfazione, né aveva guadagnato alcun senso di sazietà. Tutto il contrario, sembrava che avesse ampliato il raggio del foro nel suo cuore.

Tokiomi non sembrava essersi accorto per niente della delusione di Kirei. La valutazione dello ”stesso tipo di persona di mio padre Risei” era totalmente corretta. La stima e la fiducia di Tokiomi per Kirei, erano le stesse di Risei.

C'era sempre stata una linea invalicabile tra lui e le persone come suo padre e Tokiomi. Kirei lo aveva capito perfettamente, e così, ecco probabilmente perché nutriva un tale interesse per un personaggio che Tokiomi invece detestava.

Pensava, forse questo Emiya Kiritsugu sta “dall'altra parte della linea”.

La cautela di Tokiomi nei confronti di Emiya Kiritsugu sembrava essere rivolta puramente verso il titolo di “killer di maghi”. Quindi, questo rapporto di investigazione, creato su richiesta di Tokiomi, si focalizzava soprattutto sulla ‘sua personale storia di battaglie contro i maghi’; ogni altra informazione non inerente a questo argomento era piuttosto semplicistica.

Ma, considerando le esperienze di questo Kiritsugu in ordine cronologico, Kirei incominciò a guadagnare gradualmente una certezza.

Le azioni di quest’uomo contengono un alto livello di rischio.

Quando praticava ancora l’assassinio su commissione, prima che fosse accettato dagli Einsbern come loro genero, Kiritsugu aveva portato a termine con abilità innumerevoli missioni. Ma le pause tra l’una e l'altra erano chiaramente troppo brevi. Considerando il tempo che impiegava per preparare ed accettare le missioni, l'unica conclusione possibile era che eseguisse simultaneamente diversi piani. E questi piani erano tutti paralleli; compariva nei conflitti di diverse aree, e sempre quando il conflitto era più acceso, sul punto di esplodere.

Come se fosse suicida, come se avesse una sorta di malattia che lo spingesse ad agire così... lo scopo dietro le sue azioni era chiaramente l'auto-distruzione.

Lo si poteva dire senza alcun dubbio. Questo Kiritsugu non aveva un cuore egoista: i rischi delle sue azioni, e i profitti derivanti da esse, non combaciavano. Era impossibile che fosse il tipo di assassino mercenario, con il denaro come unico scopo.

Ma allora --- che cosa cerca?

"..." .

Inconsciamente, Kirei appoggiò il rapporto di lato, posò la mascella inferiore sulla sua mano, ed affondò profondamente nei propri pensieri. Questo Kiritsugu aveva avuto una vita turbolenta, inconcepibile per chiunque altro, ma Kirei non la vedeva come del tutto estranea alla sua.

Un mago senza orgoglio, un uomo che ha perso il suo credo, Tokiomi lo valutava in questo modo.

Se fosse vero, le intense esperienze di Kiritsugu, come se bramasse la distruzione... o si poteva dire, invece, che fosse un viaggio alla ricerca di una risposta perduta da lungo tempo?

E poi, il sipario calò improvvisamente sulle continue battaglie di Kiritsugu, nove anni fa.

Questo perché, attraverso continue ricerche, si era incontrato con i maghi degli Einzbern, che cercavano nelle terre del nord la vittoria nella 'Heaven's Feel'.

Questo per dire che, in quel momento, ottenne la sua “risposta”.

Ora come ora, Kirei anticipava ansiosamente il suo incontro con Emiya Kiritsugu. Aveva finalmente trovato il senso della sua partecipazione nella battaglia di Fuyuki.

Anche adesso, non aveva interesse nel Graal. Ma, se Kiritsugu aveva interrotto un silenzio di nove anni per quello, Kirei aveva appena trovato un senso al suo arrivo qui, per partecipare a questa battaglia, che poteva dissipare tutte le difficoltà.

Doveva chiedere a quest'uomo. Cos’è che stai cercando al punto da partecipare a questo scontro, cosa otterrai da esso, alla fine .

Kotomine Kirei avrebbe affrontato Emiya Kiritsugu, ad ogni costo. Anche se su un campo di battaglia dove entrambe le parti scommettono la vita e la morte.




-271:33:52[edit]

La forza mentale di Matou Kariya aveva, in conclusione, sopportato il dolore peggiore, ma il suo corpo aveva raggiunto il limite.

In tre mesi tutti i suoi capelli erano diventati bianchi. La sua pelle era coperta di lesioni emergenti, intervallate da zone prive del colore roseo della carne viva, e che invece stavano assumendo un tonalità sepolcrale di grigio terra . Si poteva vedere il veleno chiamato prana, che circolava nelle sue vene, espandersi attraverso le carni semitrasparenti, come se il suo torso stesse dando rifugio ad una sudicia massa strisciante di crepe nere come l’inchiostro.

In questo modo, il suo corpo era collassato ad una velocità maggiore di quanto avrebbe mai immaginato. L'impatto era stato particolarmente pesante sulla parte sinistra del suo fisico e dei suoi nervi, tanto che, ad un certo punto, il polso sinistro e la caviglia si erano completamente paralizzati. Un programma di riabilitazione provvisorio li aveva rimessi in funzione, ma la mano sinistra reagiva ancora con più lentezza della destra, e una camminata appena un po’ più veloce si sarebbe trasformata in un trascinamento del piede sinistro.

Le palpitazioni, dovute al suo polso irregolare, per lui erano diventate abituali. Anche il cibo solido non poteva essere ingerito; venivano usate, in sostituzione, delle iniezioni di glucosio in endovena.

Secondo le teorie della medicina moderna, era motivo di meraviglia che una creatura nel suo stato continuasse ancora a vivere e a svolgere le proprie funzioni. Sebbene Kariya potesse ancora stare in piedi e camminare, ciò era, con una sfumatura d’ironia, un regalo a lui concesso dal prana che, come mago, aveva barattato con la propria vita.

I Crest Worm che avevano invaso la carne di Kariya si erano già evoluti in una forma che potesse imitare le funzioni dei circuiti magici. Per mantenere la in vita il loro possessore ormai stremato, stavano ora recitando disperatamente il proprio ruolo.

Se si fosse trattato semplicemente di un problema di numero di circuiti magici, allora Kariya era già in possesso della quantità di prana necessaria per essere qualificato come mago. Sembrava che i suoi progressi fossero persino più veloci di quanto Matou Zouken si aspettasse. Alla fine, le tre cicatrici degli Incantesimi di Comando si erano mostrate palesemente sulla mano destra di Kariya. Anche il Santo Graal sembrava averlo accettato come rappresentante della famiglia Matou.

Secondo le stime di Zouken, Kariya aveva all’incirca ancora un mese da vivere. Per Kariya, sembrava che questo lasso di tempo fosse abbastanza.

La Heaven's Feel era entrata nella fase del conto alla rovescia. Se tutti e sette i Servant venissero evocati, la guerra potrebbe perfino iniziare domani. La durata della guerra, secondo le passate esperienze, doveva aggirarsi intorno alle due settimane. Poco prima della morte di Kariya.

Tuttavia, se Kariya avesse attivato i propri circuiti magici, ciò avrebbe significato sollecitare i Crest Worm. In effetti, allora, il fardello piazzato sul suo corpo sarebbe stato ben più grande di quello degli altri maghi.

La peggior situazione possibile sarebbe stata che, ancora prima della fine della guerra, i Crest Worm avrebbero divorato il proprio ospite.

Kariya non doveva soltanto combattere contro altri sei Master. Si può dire che i suoi più grandi nemici fossero le creature ospitate dentro di lui.


※※※※※


Quella notte, mentre Kariya si avviava al seminterrato di casa Matou, per affrontare la prova finale, incontrò casualmente Sakura nel corridoio.

“…”.

L'espressione impaurita che emerse sul volto di Sakura, non appena lo vide, ferì leggermente il cuore di Kariya.

In quello stato di cose, sebbene non ci fosse nulla da fare, Kariya provava ancora dolore, sapendo di essere, ora, un oggetto delle paure di Sakura.

“Oh, Sakura-chan, – ti sei spaventata?”.

“…Um. La tua faccia, che cosa è successo?”.

“Ah. E’ soltanto un piccolo problema.”

La vista del suo occhio sinistro era stata completamente sradicata il giorno precedente. Come il bulbo oculare annebbiato, che era andato in necrosi, anche i muscoli circostanti erano rimasti paralizzati. La palpebra e il sopracciglio non si potevano muovere; forse la parte sinistra della sua faccia stava già dando segni di mancanza di vitalità, diventando rigida come una finta maschera. Il suo riflesso allo specchio spaventava perfino lui, figurarsi Sakura.

“Un poco ancora, e potrei essere sconfitto dai vermi dentro di me. Lo zio non è resistente come Sakura-chan”.

Un sorriso amaro era la sua intenzione, ma sembrò che si fosse formata un'espressione ancora più orribile. Sakura si spaventò ulteriormente e persino si rannicchiò su sé stessa.

“-Zio Kariya, sei come una persona diversa ora”.

“Ah,ah, forse è davvero così”.

Con una risata secca, quasi una finzione che il problema non andasse nemmeno vagamente considerato.

- Posso dire lo stesso di te, Sakura.

Sì, Kariya commentò stancamente nel proprio cuore. La Sakura che ora porta il nome di Matou si è anche trasformata in una bambina completamente diversa dalla Sakura che Kariya conosceva.

Uno sguardo vuoto e offuscato come quello di una bambola. Non aveva mai visto nessuna delle varie emozioni dietro quegli occhi, in un intero anno. L’espressione innocente di una ragazzina che seguiva la sorella maggiore Rin, e giocava spensierata come un cucciolo, era sparita da lungo tempo.

E' comprensibile. Anche solo considerando il crudele allenamento cui Sakura era stata sottoposta durante quell’anno, per diventare il successore della taumaturgia dei Matou.

Il corpo di Sakura certamente aveva i potenziali adatti per diventare un mago. In questo campo era di gran lunga migliore di Kariya, o di suo fratello maggiore Byakuya. Eppure, era inevitabilmente un potenziale più appropriato ad un mago appartenente alla branca della magia dei Tohsaka, con differenze sostanziali rispetto a quella dei Matou.

Un’ acclimatazione fu necessaria per permettere al corpo di Sakura di adattarsi alla taumaturgia dei Matou. I trattamenti di questa così chiamata acclimatazione consistevano nelle torture che avvenivano ogni giorno e notte nel deposito sotterraneo dei vermi della dimora dei Matou, in nome “dell'educazione”.

Le menti dei bambini sono immature.

Non possiedono la ferma risoluzione e la forza per tramutare la loro sofferenza in rabbia. Messi di fronte ad un destino crudele, non sono provvisti della scelta di avere una volontà forte. In più, poiché non hanno affrontato e compreso la vita, devono ancora essere alimentati in loro ideali come onore e speranza.

Perciò, nei momenti di disperazione, i bambini sono più portati, rispetto agli adulti, a sigillare la propria mente, a chiudere a chiave il proprio cuore.

Poiché non hanno assaporato le gioie della vita, possono permettersi di lasciarsi andare. Poiché non hanno compreso il significato del futuro, possono sprofondare nella disperazione.

Kariya era stato costretto a testimoniare, con i suoi stessi occhi, come, nella durata di un anno, una bambina aveva gradualmente chiuso il proprio cuore, a causa dei tormenti a lei imposti.

Aveva sofferto per il dolore perforante dei vermi parassiti che stavano consumando il suo corpo, e aveva sofferto a causa dello schiacciante e ben peggiore senso di colpa, che tentava di divorargli l’anima.

Indubbiamente, lui era una delle ragioni che avevano causato il tormento di Sakura. Kariya maledì Zouken Matou, maledì Tokiomi Tohsaka, e allo stesso tempo piazzò questa maledizione su di sé.

L'unica consolazione era che – la Sakura che era diventata introversa come una bambola, era spensierata soltanto quando con Kariya, e occasionalmente pronunciava parole d’innocenza, quando si incontravano. Se si trattasse una relazione condivisa da due persone che sopportavano lo stesso dolore, o un’amicizia forgiata mentre lei portava ancora il nome di Tohsaka Sakura, questa ragazzina continuava a vederlo come diverso, paragonato ai suoi ‘tutori’ Zouken e Byakuya.

“Non devo andare nella stanza di deposito dei vermi oggi. Il nonno ha detto che è perché lì sta per accadere qualcosa di più importante”.

“Ah, lo so. Ecco perché lo zio sta prendendo il tuo posto nell’andare al deposito”.

Sakura inclinò la testa come se stesse spiando Kariya, quando udì la sua risposta.

“Zio Kariya, stai per partire per un posto molto lontano?”.

Con l’intuizione acuta caratteristica dei bambini, Sakura sembrò aver indovinato il destino di Kariya. Ma lui non voleva preoccupare troppo la giovane Sakura.

“Lo zio sarà occupato con un affare importante per un po’, così non avrà molto tempo per parlare a Sakura-chan come ora “.

“Capisco...”.

Sakura distolse da Kariya lo sguardo, e quello immediatamente tornò ad essere senza significato, focalizzato su un qualche oggetto distante visibile solo da lei. Ferito nel vedere Sakura in quello stato, Kariya tentò di iniziare un altro argomento.

“Dimmi, Sakura, giocheremo ancora insieme quando il lavoro dello zio sarà finito? Insieme a tua mamma e alla sorellona”.

“Mamma...sorellona...”.

Sakura disse con aria demoralizzata, dopo una pausa.

“...Non ho più persone che possa chiamare in quel modo. Il nonno ha detto di trattarle come se non esistessero più”.

“Ho capito...”. Una risposta con voce indecisa.

Kariya si inginocchiò di fronte a Sakura, e con la mano destra ancora mobile strinse gentilmente le sue spalle in un abbraccio. Con la testa affondata nel suo petto, Sakura non poteva più vedere il viso di Kariya. Perciò non avrebbe dovuto temere che la bambina notasse il suo volto in lacrime.

“Allora, prendiamo Aoi-san e Rin-chan dalla famiglia Tohsaka, e andiamo da qualche parte molto, molto lontano, soltanto noi quattro; come facevamo una volta. Cosa ne dici?”.

“- Possiamo vedere ancora quelle persone?”.

Una debole voce che risuonava dall’interno della stretta delle sue braccia. Kariya strinse le mani che abbracciavano la bambina, e annuì.

“Certo che possiamo vederle ancora. Te lo prometto”.

Non poteva essere promesso nient’altro.

Se fosse possibile, allora altre parole potrebbero essere usate, per un altro tipo di promessa. Se avesse potuto, Kariya avrebbe desiderato dire a Sakura, proprio in quel momento, che avrebbe dovuto resistere soltanto per qualche giorno ancora, prima che lui la strappasse alla presa mortale di Zouken Matou.

Ma questo non è permesso.

In quanto unica via per proteggere sé stessa di cui lei fosse a conoscenza, Sakura aveva tentato duramente di paralizzare la propria mente, attraverso la disperazione e la rassegnazione. Per contrastare il dolore insostenibile, la sventurata ragazza poteva soltanto distruggere il senso di “se stessa” che era ancora in grado di provare.

Come si possono dire parole crudeli come “dovresti continuare a sperare” e “dovresti badare a te stessa” ad una bambina così? Queste frasi, che conferivano un conforto temporaneo, potevano giovare soltanto a chi le pronunciava. Darle speranza significava levarle l'armatura chiamata ‘disperazione’ che era stata posta sulla sua anima. Se questo dovesse accadere, la mente giovane e inesperta di Sakura collasserebbe in una notte.

Perciò-

Sebbene entrambi vivessero nella dimora dei Matou, Kariya non aveva mai affermato di essere il “salvatore” di Sakura. Poteva soltanto proteggerla standole accanto, come un adulto a sua volta “oppresso” da Zouken, e impotente tanto quanto lei.

“- Arrivederci allora. Lo zio deve andare adesso”.

Kariya lasciò andare Sakura, sperando che le lacrime si fossero asciugate. Sakura alzò solennemente lo sguardo al lato sinistro in decadenza della faccia di Kariya.

“...Mm, arrivederci, zio Kariya”.

Queste parole d’addio sembravano davvero appropriate alla situazione. Sakura lo aveva avvertito con precisione, sebbene fosse soltanto una bambina.

Kariya pregò ardentemente nel proprio cuore, mentre guardava allontanarsi la sagoma abbattuta di Sakura – fa che non sia troppo tardi.

Kariya non si preoccupava più di nulla che riguardasse se stesso. La sua vita era già stata donata ad Aoi e Sakura, madre e figlia. Se aveva qualcosa di suo, per cui potesse essere “troppo tardi”, era la possibilità che fosse morto prima di aver ottenuto il Graal.

Il ritardo riguardo al quale era veramente preoccupato dal profondo del cuore, riguardava Sakura. Se Kariya avesse conquistato il Sacro Graal e riportato Sakura da sua madre, poteva la bambina che aveva sigillato ermeticamente se stessa tramite la disperazione, rompere un giorno il proprio solido scudo ed entrare ancora una volta nel mondo esterno?

Le sofferenze che Sakura aveva sopportato durante quell’anno l'avrebbero indubbiamente perseguitata per tutta la vita, ma Kariya sperava che sarebbero gradualmente guarite, con l’andare del tempo. Sperava che al suo cuore non fossero stati inflitti dolori equivalenti ad un colpo mortale.

Tutto quello che gli rimaneva da fare era pregare. Chi può curare le ferite nel cuore di questa ragazzina non è Kariya. A lui non è rimasto molto tempo; non può accollarsi questo lavoro.

Questo è un lavoro per coloro che, nel futuro, sono garantiti della loro vita.

Kariya si girò e lentamente, ma con decisione, fece un passo sulla scala che conduceva verso la stanza sotterranea di deposito dei vermi.




-270:08:57[edit]

In una radura all’interno di una boscaglia, situata in un angolo della piccola città montuosa di Fuyuki, Waver Velvet iniziò la sua preparazione del rituale d’evocazione, dopo essersi assicurato di essere completamente solo.

I nervi di Waver erano rimasti estremamente tesi per la durata dell’intero giorno, a causa dell’incessante chiocciare delle galline, al punto che fu necessario un rituale di purificazione della mente, prima della conduzione della cerimonia.

La struttura del cerchio magico doveva essere disegnata sul terreno mentre il sangue gocciolante delle galline era ancora caldo. Si era esercitato nella procedura molte volte, disegnando i quattro schemi circolari di partenza all’interno della cancellatura nel cerchio d’evocazione.

Non bisognava fare alcun errore.

“Chiuditi. Chiuditi. Chiuditi. Chiuditi. Chiuditi. Cinque perfezioni per ciascuna ripetizione. E ora, lascia che i sigilli ricolmi siano annientati al mio posto!”.

Waver sparse accuratamente il sangue delle galline sul terreno, mentre recitava l’incantesimo.


Nel laboratorio sotterraneo della dimora dei Tohsaka, nella stessa piccola città di montagna, erano stati compiuti gli stessi preparativi per il medesimo rituale.

“Voi per primi, O argento, O ferro. O pietra della fondazione, O Arciduca del Contratto. Ascoltatemi in nome del nostro grande maestro, l’Arcimago Schweinorg.

Lasciate che i venti discendenti siano come un muro. Lasciate che i cancelli in ogni direzione siano chiusi, innalzandosi al di sopra della corona, e lasciate che le strade triforcute si volgano al Regno”.

Tohsaka Tokiomi recitò l’incantesimo ad alta voce, mentre tracciava il cerchio magico, usando non il sangue di vittime sacrificali, bensì l’essenza fusa di gemme magiche. Per prepararsi per questo giorno, Tohsaka aveva generosamente utilizzato tutte le gemme che, piene di prana, erano state accumulate nella sua riserva personale.

Dietro di lui stavano i Kotomine, padre e figlio – Risei e Kirei.

Kirei guardava assorto la sacra reliquia posizionata sull’altare. Ad una prima occhiata, sembrava un frammento di una mummia, ma in realtà si asseriva che si trattasse del fossile della pelle che fu persa dal primo serpente al mondo, in tempi antichissimi, innumerevoli eoni prima.

Kirei non riusciva a fare a meno di provare un’ondata di paura, al pensiero dello Spirito Eroico che quella reliquia avrebbe richiamato.

Le ragioni della sicurezza di Tokiomi erano finalmente state comprese. Nessun Servant può sconfiggere lo Spirito Eroico che Tokiomi ha scelto.


Nello stesso momento, nel distante Castello degli Einzbern, Emiya Kiritsugu stava esaminando la situazione finale del cerchio d’evocazione, tracciato sul pavimento della stanza delle cerimonie.

“Sarebbe sufficiente un rituale così da poco?”.

Per Irisviel, che stava in disparte osservando la procedura, era sorprendente che i preparativi fossero tanto semplici.

“Forse sei rimasta delusa, ma la convocazione di un Servant non necessita mai di una stravagante cerimonia d’evocazione spirituale”.

Kiritsugu spiegò, mentre cercava accuratamente per le curve e le macchie sui motivi disegnati con il mercurio.

“Perché in realtà non è il potere del mago che evoca il Servant, ma il potere del Sacro Graal. Come Master, io sono soltanto un cordone che collega lo Spirito Eroico con il mondo in cui noi risiediamo, e quindi semplicemente lo rifornisco del prana necessario per la materializzazione in questo mondo”.

Come se fosse soddisfatto della disposizione finale del cerchio d’evocazione, Kiritsugu annuì e si alzò in piedi. La sacra reliquia era stata piazzata sull’altare – il fodero della leggendaria spada sacra.

“Stando a questo, la vittoria dovrebbe essere nelle nostre mani”.


“Hai memorizzato a dovere gli incantesimi d’evocazione?”.

Matou Zouken li ricordò a Kariya più e più volte, per non correre rischi. Quest’ultimo annuì nel buio.

Piena del tanfo disgustoso di marcio e di umidità, una verde oscurità come quella delle profondità marine. Questo è il deposito dei vermi, nascosto in profondità sotto la terra della dimora Matou, sulla collina della piccola città montuosa.

“Bene. Solo, a metà della cerimonia, aggiungi due linee di incantesimi”.

“Che cosa vuoi dire?”.

Zouken sorrise minacciosamente, davanti all’espressione confusa di Kariya.

“Non è ovvio? Kariya, dovresti sapere che, come mago, le tue abilità non sono soltanto una o due tacche al di sotto di quelle degli altri Master. Questo influirà negativamente sulle abilità di base del Servant.

Se questo è il caso, si può correggerlo solo attraverso la Classe del Servant, e noi dobbiamo innalzare i parametri fin dalla radice”.

Predeterminare la Classe del Servant attraverso l’alterazione degli incantesimi d’evocazione.

Di solito, l’assegnazione delle Classi dei Servant è decisa inevitabilmente dalle caratteristiche proprie dello Spirito Eroico evocato. In ogni caso, ci sono delle eccezioni; due Classi possono essere predeterminate dall’evocatore.

Una di queste è Assassin. Lo Spirito Eroico che appartiene a questa Classe può essere assunto come un gruppo di killer che ha ereditato il nome di Hassan I Sabah.

E l’altra Classe è per tutti gli Spiriti Eroici, e si può manifestare finché l’evocatore incorpora gli elementi estranei richiesti. Perciò –

“Questa volta, dai al Servant evocato l’attributo del ‘Potenziamento Folle’!”.

Zouken declamò a voce alta con il volto colmo di gioia, come accogliendo le disastrose implicazioni contenute all’interno dell’affermazione.

“Kariya, come Master di Berserker, combatti per me con tutto quello che hai”.


In quel giorno, incantesimi da terre diverse e rivolti a differenti entità furono pronunciati quasi contemporaneamente, un’armonia così casuale da poter essere ritenuta a fatica un frutto del caso.

Poiché tutti i maghi nutrivano la stessa speranza.

Una speranza riguardo ad un miracolo. Le evocazioni rivolte agli eroi dall’altra parte dell’universo da questi umani, che si massacreranno brutalmente l’un l’altro per ottenere tale miracolo, stavano riecheggiando dalla terra tutte allo stesso tempo.

“Preparati-“.


Questo era il momento che avrebbe rappresentato la più grande prova per lui, come mago. Se avesse fallito, avrebbe perso anche la vita. Waver lo sentiva acutamente, ma non ne era minimamente spaventato.

Un entusiasmo che brama la forza. Una determinazione che implacabilmente insegue le proprie aspirazioni. Essendosi basato su queste qualità, Waver Velvet è indubbiamente un mago notevole.

“Preparati-

Lascia che il tuo corpo sottostia al mio potere, lascia che il mio destino sottostia alla tua lama. Se ti sottometterai alla chiamata del Sacro Graal, e se obbedirai a queste intenzioni, a questa motivazione, allora tu risponderai”.

La sensazione del prana a circondare il suo corpo. Il brivido malevolo e il forte dolore, causati dallo scorrimento e dalla circolazione dei circuiti magici all’interno del proprio essere corporeo, è qualcosa a cui nessun mago può sfuggire.

Waver strinse i denti, mentre continuò a recitare l’incantesimo.


“- Io pronuncio qui il mio giuramento. Io sono colui che sta per diventare virtù di tutti i Cieli. Io sono colui che è ricoperto del male di tutti gli Ade”.

La vista di Kiritsugu si oscurò.

La Crest della famiglia Emiya, che era stata tramandata attraverso le generazioni, e incisa sulla sua schiena, iniziò a recitare separatamente l’incantesimo come un’entità individuale, per supportare la magia di Kiritsugu. Il cuore di Kiritsugu, in una dimensione che sfuggiva al controllo della sua mente, iniziò a battere rapidamente, come un orologio in corsa.

La sua carne, tormentata dal prana raccolto dall’aria circostante, aveva già perso memoria delle sue funzionalità come essere umano; piuttosto, si era trasformata in un componente della misteriosa cerimonia, in un circuito che puramente connetteva l’etereo con il materiale.

Kiritsugu non si diede pensiero per il violento dolore creato da questa dissonanza, abbastanza da far voler gridare forte chiunque, e si concentrò nel declamare il proprio incantesimo. Persino la presenza di Irisviel, che stava dietro di lui trattenendo il respiro, non era più nella sua consapevolezza.


Aggiungendo l’elemento estraneo proibito nella cerimonia d’evocazione, Kariya aggiunse due linee di incantesimi che avrebbero sottratto la sanità di mente dello Spirito Eroico evocato, e degradò l’eroe al livello di un berserker.

“- Eppure, tu servi con gli occhi annebbiati nel caos. Tu, intrappolato nella gabbia della pazzia. Io sono colui che comanda queste catene-“.

Kariya era diverso dagli altri maghi, per il fatto che i suoi circuiti magici fossero composti da organismi che vivevano in lui come parassiti. Il tormento necessario per incitarli, ed attivare i propri circuiti, era incomparabile rispetto a quello sofferto dagli altri maghi. Mentre salmodiava l’incantesimo le sue membra si contraevano in spasmi, e il sangue filtrava dai capillari in frantumi.

Lacrime di sangue fluirono dall’occhio destro ancora sano, gocciolando giù per la sua guancia.

Persino così, Kariya non allentò la sua concentrazione.

Pensando al dovere che portava sulle spalle – allora, non si sarebbe tirato indietro proprio adesso.


“Tu dai sette cieli, rivestito di una trinità di parole, giungi attraverso i loro anelli che restringono, e sii tu le mani che proteggono l’equilibrio - !”.

Con questo a conclusione delle sue preghiere, Tokiomi sentì che l’accelerazione del prana che scorreva nel suo corpo aveva raggiunto il limite supremo.

Tuoni e fulmini ruggirono, accompagnati da nuvole che rotolavano trascinate da un vento impetuoso. Nella pressione di una burrasca che non avrebbe neppure permesso agli astanti - come Kirei - di aprire gli occhi, i disegni del cerchio d’evocazione brillarono di luce sfolgorante.

Alla fine, i circuiti magici si erano connessi con un piano che non apparteneva agli uomini… Dalla luce accecante, che brillava senza fine, emerse la sagoma dorata di un uomo eretto. Messo in soggezione da una simile, maestosa solennità, Padre Risei mormorò sognante, suo malgrado.

“… Abbiamo vinto, Kirei. La nostra battaglia è vinta…”.

Tale volontà era stata trasferita su di loro in questo modo.

Arrivando dall’altra parte e giungendo qui, un’illusione leggendaria avvolta nel tornado e nel fulmine.

In origine appartenente alla specie umana, ma separato dal piano mortale. Elevato al livello degli elementali tramite poteri non umani. Il luogo dove gli esseri sovrannaturali si sono radunati… Dal Trono degli Eroi, che aveva visto sopprimere il proprio potere divino, gli Spiriti Eroici tessuti dai sogni di un numero infinito di uomini ordinari discesero sulla terra nello stesso istante.

E poi –

In una foresta nella notte, su un trono di roccia avviluppato dall’oscurità, in ciascuna di queste locazioni qualcuno ora chiese con voce maestosa:

“Io ti domando, sei tu il Master che mi ha chiamato?”.





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