Iris on Rainy Days: Capitolo 1 Smantellamento 4 Giorni Prima

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Domenica.

Sto indossando un vestito bianco con dei fronzoli, controllando il mio aspetto davanti allo specchio.

Oggi andrò ad un appuntamento con la Professoressa. Beh, in realtà è solo per mezza giornata, andremo a vedere un film e poi a pranzo.

“Iris, è ora di andare.”

La voce della Professoressa proviene dal piano di sotto.

“Va bene, arrivo!”

Rispondo ad alta voce mentre mi metto un largo cappello di paglia. Il cappello nasconde le antenne poste sopra le orecchie, così non ci saranno ragazzi curiosi che grideranno: “Robot! È un robot!”

Aspetto: va bene, cappello: a posto, livello di batteria: pieno!

Mi precipito di sotto dopo quest’ultima controllata.

La Professoressa sta in piedi di fronte alla porta, indossando i suoi soliti vestiti.

“È meravigliosa!”

La maglia blu e i jeans verdi sono vestiti piuttosto casual, ma dato che lei è piuttosto alta, mettono in risalto il suo fisico eccezionale. Se ci fosse un cavallo bianco alle sue spalle, sembrerebbe proprio un principe – ma quest’analogia forse è un po’ strana.

Un porta-sigarette in argento luccica sul suo petto. Il porta-sigarette preferito della Professoressa ha una forma rettangolare ed è legato con una catenina, quasi come una collana. Lì sono contenute le cirgarette a forma di 8.

“Professoressa come le sembro?”

Faccio una piroetta coma una ballerina. Il vestito e il cappello di paglia svolazzano leggermente al vento.

La Professoressa stringe gli occhi, come se accecati dal sole e dice:

“Mmh. Ti dona.”

Mi dona…mi dona….mi dona….mi dona…..le parole della Professoressa si ripetono ad un ritmo frenetico nei mio circuito mentale. Solo queste parole potrebbero farmi felice per tutta la giornata.

“Andiamo allora.”

I capelli della professoressa ondeggiano mentre cammina. Le prendo la mano mentre mi sistemo accanto a lei.

Non appena la porta viene aperta, appare un cielo talmente azzurro che fa venir voglia di cantare ad alta voce, e sembra quasi volerci benedire. Ci sono molte persone nel cinema accanto alla stazione.

Mostro il mio certificato robot alla biglietteria, poi gli impiegati iniziano a squadrarmi. Le mie antenne sono coperte dal cappello, per questo sono così sospettosi nei miei confronti: non riescono a dire se sono un robot o un’umana.

Sembra che l’ascensore oggi sia fuori uso; passiamo davanti ad un paio di tecnici all’entrata del cinema. Più della metà sembrano essere robot operai; probabilmente, basandomi sull’aspetto, sono il modello HRL004. Comunque sia, sono un vecchio modello.

I robot operai vengono utilizzati dalla società da più tempo rispetto ai robot familiari. La maggior parte di loro è venduta nei negozi e se ne vedono molti per le strade. Camerieri al ristorante, guardie di sicurezza notturne, impiegati nella sala d’ingresso di molte compagnie, carpentieri – possono essere utilizzati in diversi modi.

I vecchi robot familiari sono spesso venduti nei negozi di seconda mano e riutilizzati come robot operai. Di solito è in questo modo che le robo-femmine entrano nel giro del mercato dei robot operai. Recentemente sono aumentate le persone che comprano e ricombinano parti di robot di seconda mano per crearne uno nuovo, e i pericoli nascosti in questa pratica sono stati annoverati tra i problemi che affliggono la nostra società. A proposito, è illegale assemblare un robot se non si è qualificati, un po’ come non si può assemblare una macchina e poi guidarla per strada.

Dopo essere entrati nel cinema, scegliamo un posto in fondo alla sala. Mettiamo il succo di frutta e i popcorn sul tavolino che sta in mezzo ai due posti. Dopo cinque minuti, il film inizia.

“Ehi, Professoressa.”

“Che cosa c’è?”

“Perché stiamo guardando un film dell’orrore?”

Due giovani donne che guardano insieme un film dell’orrore mi sembra un po’ strano. Le altre persone sono tutte coppie uomo-donna.

“L’analisi delle azioni degli zombie potrebbe essere utile come riferimento alla teorie del controllo dei movimenti per robot.”

“Huh….teoria del controllo dei movimenti….”

La Professoressa è sempre appassionata quando si tratta della sua ricerca. Non posso evitare di pensare con ammirazione: “Proprio come ci si aspettava dalla Professoressa” mentre un sorriso allegro compare sul volto della Professoressa.

“Perché sta sorridendo?”

“Niente. Iris è davvero una ragazza buona e onesta.”

“Eh?”

Non so perché la Professoressa mi ha ringraziato, ma mi ha fatto comunque piacere.

“Ah giusto, Professoressa. Secondo le mie ricerche, il film: ‘Questo fatidico incontro ‘ è il più popolare al momento, un toccante capolavoro…. È raro che veniamo al cinema, quindi vorrebbe vederlo?”

“Aspetta, non è un film romantico?”

“Sono belli anche i film romantici.”

“I contenuti stereotipati sono noiosi.”

“A-allora che ne dite di un film sui mostri? Come ‘Scontro Mostruoso Finale: Vanilla vs Chocola’?”

“Ci saranno probabilmente un sacco di bambini lì e questo non va bene. Faranno molto rumore durante il film.”

“E che ne dite di ‘Demon God Visa Darke parte 3’?”

“Non è una serie? Come posso capire la trama senza aver visto i capitoli precedenti?”

“Uuuh… Sa che i film dell’orrore mi spaventano, giusto?”

“Davvero?”

“Davvero.”

Quando mi vede la Professoressa non riesce a trattenere una grassa risata.

All’improvviso una campana suona e il film inizia

Il tanto atteso disastro degli zombie appare davanti allo schermo.

E poi:

“Non male.”

La Professoressa mi dà le sue considerazioni riguardo il film. Sembra che lei trovi gli effetti speciali del film horror abbastanza accettabili.

In quanto a me, la mia faccia è sbiancata e sono stata vittima di violenti spasmi.

“Iris, stai bene?”

“C-C-come potrei star bene!!C-c-che roba è, questo film taglia con un bzzzzt e distrugge facendo dong-!”

Più che un film dell’orrore, mi sembra un film violento e splatter.

A metà del film, ho provato ad abbracciare un paio di volte la Professoressa in preda al panico, ma sono stata respinta dall’ apatica Professoressa con un gesto della mano.

Ho provato scuotendo violentemente la testa per eliminare dal circuito mentale le immagini del sangue che schizzava, dei cervelli che volavano e gli intestini che si contorcevano, ma invano.

“Dal momento che raramente veniamo qui, perché non ci facciamo una foto commemorativa?”

“Eh….Qui?”

Dopo aver chiamato un lavoratore lì vicino, la Professoressa gli passa la fotocamera. Sembra che voglia utilizzare l’insegna del film horror ‘L’incubo Marcio ’ come sfondo per la nostra foto commemorativa.

“No, facciamola da un’altra parte.”

“Non se ne parla. Abbiamo visto un film qui oggi, quindi la dobbiamo fare qui.”

“Ma saremo maledetti se la facciamo qui!”

“Non è una ragione scientifica.”

Dopo avermi afferrato saldamente il gomito, la Professoressa mi abbraccia saldamente davanti all’insegna.

I nostri corpi sono molto vicini ed in un'altra occasione sarebbe stato un gran bel momento. Ma ora sento solo che l’armata di zombie dell’insegna potrebbe saltarmi addosso in qualsiasi momento. Specialmente gli zombie privi della parte inferiore, con i loro intestini sparsi di fuori; il mio intero corpo è scosso dai tremiti solo al pensiero.

“Ok, sorridete!”

Dopo aver detto ciò, il lavoratore preme l’otturatore.

Così, all’improvviso, sono in una foto, la mia faccia bianca come un cadavere, sforzandomi di sorridere; la Professoressa invece sfoggia un diabolico sorriso stampato in volto.

Dopo aver pranzato in un ristorante lì vicino, ci prendiamo trenta minuti per comprare gli ingredienti necessari per la cena; in seguito ritorniamo a casa.

Lungo la strada del ritorno, io e la Professoressa camminiamo mano nella mano.

E adesso, la Professoressa sta leggendo il giornale che ha comprato in cartoleria. Uno dei contenuti è ‘Unità composta dal Nuovo Modello Robot annienta totalmente la Base Nemica’.

“Leggere mentre si cammina è pericoloso Professoressa.”

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“Va tutto bene. Comunque ti sto tenendo la mano.”

“Davvero……”

“È che l’articolo speciale dell‘Oval Times’ è così interessante che non posso resistere. Crane Cloudy è uno dei migliori ricercatori dei robot del mondo.”

Anche se la Professoressa sta uscendo con me, è più interessata al giornale. Sono così gelosa di quel pezzo di carta!

Mentre trascino la Professoressa, che sta tenendo il suo giornale con una mano, arriviamo alla Venus Plaza.

“Ecco qui.”

A circa cinquanta metri dalla piazza, c’è il negozio. Il muro è stato distrutto, il terreno è infossato e c’è anche del nastro giallo all’esterno, in modo da proibire l’ingresso alle persone. Questa è la scena dove è avvenuto il robo-crimine che ho visto in televisione.

“Ehi, Professoressa.”

“Mmh?”

La Professoressa finalmente distoglie l’attenzione dal giornale, rialzando la testa.

“A proposito di….” Punto verso il negozio con il muro distrutto. La Professoressa annuisce e subito mi risponde “Il posto dove il robot è andato fuori controllo?” Sembra che la Professoressa conosca la vicenda molto bene.

“Perché il robot è andato fuori controllo?”

Esprimo i miei dubbi sull’argomento.

La Professoressa risponde a bassa voce:

“Ho l’obbligo di mantenere il segreto. Non posso risponderti.”

“Eh?”

chiedo confusa.

“Un obbligo?”

La Professoressa sorride leggermente e alza le spalle dicendo:

“Ti stavo solo prendendo in giro.”

“Il robot è stato mandato nel nostro centro di ricerca per dissezionarlo. E il nostro gruppo si sta occupando di lui.”

Sgrano gli occhi per la sorpresa. Non avrei mai pensato che il robot visto nel notiziario potesse avere qualche collegamento con la Professoressa.

Mentre stavo pensando a questo, la più grande agenzia specializzata in robotica è la ‘First Robotics Laboratory of Oval University’ dove lavora la Professoressa, quindi è naturale che le cose siano andate a finire così.

“Allora avete scoperto qualcosa?”

“Mmh, si….”

La Professoressa si tocca leggermente il mento con il dito indice.

“Per farla semplice, pensiamo che sia stato un ‘corto circuito del sistema motorio causato dai circuiti di sicurezza a farlo andare fuori controllo.

Anche così, non ci sono chiari alcuni punti, poiché il robot era troppo danneggiato.”

I robot hanno un gruppo centrale di circuiti chiamati i tre sistemi principali. Questi sono il sistema logico, il sistema motorio e il sistema di sicurezza.


Facendo un confronto con l’anatomia umana, il sistema logico è il cervello, il sistema motorio sarebbe la spina dorsale e il sistema nervoso. Gli ordini dati dal sistema logico vengono trasmessi a tutto il corpo attraverso il sistema motorio, facendo muovere gli arti.

Il sistema di sicurezza sarebbe come un sistema di frenata d’emergenza che previene ai due sistemi precedenti di andare nel caos. Tutti i robot devono avere installato il sistema di sicurezza: è imposto ai produttori dalla legge; così questo tipo di circuito è nascosto anche all’interno del mio corpo.

“Comunque, c’è ancora qualcosa che mi preoccupa.”

La Professoressa continua a parlare, tirando fuori una cirgaretta dalla sua scatola di cirgarette e mettendosela in bocca. La cirgarette subito emette un fumo viola.

“Dopo aver recuperato i dati del sistema logico, ho notato qualcosa di strano. Sembra che i robot siano capaci di avere ‘allucinazioni’.”

“Allucinazioni… Eh?”

La Professoressa annuisce. Un odore dolceamaro viene emanato dalla sigaretta circolare.

“Sembra che stesse inseguendo ‘qualcuno’ che però solo lui poteva vedere. Se la metti in questo modo, potresti essere capace di spiegare le azioni del robot in maniera logica. Il robot ha rotto la porta perché ‘quella persona’ era dall’altra parte del muro e si è diretto verso la fontana perché ‘quella persona’ era lì.”

Un robot che ha le allucinazioni. Come può essere successa davvero una cosa del genere?

“Ho ricevuto i resoconti circa le impostazioni dei sistemi visivo e dei colori dei robot che precedentemente sono andati fuori controllo, ma il caso questa volta è un po’ insolito… Inoltre, gli altri membri del gruppo non avevano notato questa cosa prima che la suggerissi come possibilità. Ma insomma…..”

Gli occhi della Professoressa sono vivaci come il sole d’estate, e anche la sua voce è piuttosto agitata. Ogni volta che si parla di qualcosa riguardante i robot, la Professoressa diventa estremamente attiva. Mi piace vedere la Professoressa quando fa così.

Anche cosi, dato che l’argomento di oggi è il robo-crimine, i sentimenti che provo ora sono piuttosto complicati.

“Oh….?”

Ad un certo punto, la Professoressa si ferma improvvisamente.

“Che cosa è successo?”

“Iris, aspettami un secondo.”

Detto ciò, la Professoressa si dirige verso l’altro lato della strada.

Si sta dirigendo verso un robot che giace steso a terra davanti ad un negozio chiuso. La sua gamba destra è completamente rotta, il corpo è malridotto e rannicchiato come quello di un gattino.

Incurante del fatto che i suoi abiti si stiano sporcando, la Professoressa comincia a trascinare la parte superiore del robot, appoggiandolo sulla porta d’acciaio del negozio. In seguito, inizia a fare un analisi completa delle condizioni del robot con un’espressione seria sul volto.

“Mmh, il modello 007 eh…”

Borbotta la Professoressa.

Lentamente la Professoressa tira fuori una batteria di scorta dalla tasca e la inserisce nel petto del robot. Dopo un paio di secondi, si sente un ‘biip’, poi il petto del robot comincia a tremare violentemente come se venisse utilizzato un defibrillatore per rianimarlo.

“Molto bene, i suoi circuiti funzionano ancora.”

Dopo aver tolto la batteria, la Professoressa prende subito il cellulare per fare una chiamata.

“… Ah, Ralph? Sono io. Adesso mi trovo vicino alla Fountain Plaza.”

La Professoressa spiega brevemente all’altra persona il modello e le condizioni del robot. La conversazione finisce dopo 30 secondi. Poi la Professoressa comincia a guardare il tombino del canale di scolo rovesciato da una parte.

“Questo tipetto… Ha davvero attraversato un posto così stretto e buio…”

Come ha detto la Professoressa, il robot sembrava esser strisciato fuori dal canale di drenaggio per l’acqua piovana, il corpo ricoperto di sporcizia.

Dopo aver immaginato il profilo del robot che striscia attraverso un passaggio buio e stretto come il canale di scolo, avverto un’inspiegabile sensazione dentro me.

La Professoressa attacca un etichetta con ‘Oval University First Robotics Laboratory: ultime informazioni di recupero ’ sul petto del robot; poi si gira verso di me dicendomi “scusa per l’attesa”.

“Professoressa, ha appena chiamato il centro di ricerca?”

“Si. Ho dato disposizioni per far venire a prendere questo tipetto.”

Proprio ora mi giro a guardare il robot.

“Può ripararlo?”

“Certo. O almeno non lo saprò se non ci provo.”

La Professoressa spesso ripara i robot che giacciono sulla strada. Se riesce a recuperare l’identità del robot, contatta anche il legittimo proprietario. Anche se ci sono stati dei robot fortunati venuti a riprendere dai legittimi proprietari, la maggior parte di loro viene conservata nel magazzino del centro di ricerca.

Se i robot venissero trovati prima dal Dipartimento gestione Robot, verrebbero convertiti in rottami dopo aver subito le procedure necessarie.

Vedendola in questa prospettiva, i robot trovati dalla Professoressa sono veramente molto fortunati.

Camminando mano nella mano chiedo:

“Ehi, Professoressa.”

“Che cosa c’è?”

“Perché continua ad aiutare e a riparare i robot?”

La Professoressa ci pensa un po’, poi comincia a fissarmi.

“Mmh… Beh…”

“Perché… Forse… È il significato della mia esistenza?”

Ho pensato che il sorriso che Professoressa mi ha rivolto fosse gentile ma conteneva anche un pizzico di tristezza.

Un’espressione simile a volte appare sul volto della Professoressa.


Dopo la cena di quello stesso giorno, la Professoressa inizierà una tanto attesa “speciale conversazione” con me.

Questo perché la Professoressa ha finito il suo lavoro prima del previsto. Oggi sono riuscita a ottenere un appuntamento e anche questa speciale conversazione, è proprio un giorno speciale.

Sposto il tavolo e la sedia nel laboratorio mentre, raggiante, sistemo la lavagnetta e il cancellino, preparo il tè e qualche spuntino. Ora I preparativi sono completati.

Una speciale conversazione.

In pratica una conversazione privata che la Professoressa organizza continuamente per me.

La Professoressa tiene una lezione all’Oval University ogni settimana. Dato che è il giovane genio all’avanguardia nel campo dell’ingegneria robot, la classe è sempre piena di persone e molti vengono anche da altre università pur di ascoltarla.

Le lezioni della Professoressa sono molto speciali e le inizia sempre con argomenti filosofici come “i robot e l’etica” oppure “i robot e l’amore” e così via. Quando venni a conoscenza dell’esistenza di queste lezioni tanto tempo fa, gridai: “Anch’io voglio partecipare!” Ma alla fine, non mi era permesso partecipare. Vorrei vedere con i miei stessi occhi la Professoressa stare sul palco, con la sua toga bianca e con in mano una bacchetta, insegnare con una posa eroica e voce calma. Dato che i robot non hanno il diritto di andare a scuola, frequentarla di nascosto danneggerebbe la reputazione della Professoressa. Poiché mi sono dovuta arrendere, la Professoressa mi ha fatto una proposta:

“Perché non facciamo una lezione a casa?”

Da quella volta in poi, Wendy Von Umbrella ha cominciato a organizzare delle lezioni speciali esclusivamente per Iris Rain Umbrella.

Ho tirato fuori il mio il mio pesante quaderno dalla mia amata cartella. Il quaderno è pieno zeppo di domande che avevo posto durante le precedenti lezioni.

Per esempio:

“I robot crescono a livello psicologico?”

“I robot subiscono la pubertà o i periodi di ribellione?”

“Quali sono le differenze tra le emozioni dei robot e degli umani?”

“I robot possono andare in paradiso?”

“Verrà il giorno in cui un umano sposerà un robot?”

“Quanto mi ama la Professoressa?”

Anche se sono mischiate insieme ad alcune domande personali, queste sono ancora in una zona accettabile. È una conversazione privata dopotutto. “Bene, per piacere ritornate ai vostri posti.”

La Professoressa fa il suo ingresso nel laboratorio. Sta ancora indossando una toga bianca sopra il completo, con i suoi bellissimi capelli legati all’indietro. Dall’altra parte, io sto ancora indossando la mia uniforme da cameriera e questo rende la nostra accoppiata un po’ strana.

La Professoressa appoggia le mani su una vecchia cattedra di legno che ha portato dall’università, dicendo:

“Iniziamo l’appello.”

“Iris Rain Umbrella.”

“Qui! Qui! Sono qui!”

“Mi alzo di scatto dalla sedia, alzando energicamente la mano come una bambina che ha appena iniziato la scuola.

“Miss Iris.”

“Sì!”

“È sufficiente dire ‘qui’ una volta sola.”

“Capisco!”

Sono estremamente felice in questo momento. Sarebbe fantastico se un giorno anche i robot potessero andare a scuola.

La Professoressa tossicchia un momento, poi inizia la lezione con un “Bene, Per favore andate tutti a pagina cinquantadue.”

Apro il libro di testo che la Professoressa utilizza all’università. Dato che l’ho già letto tantissime volte, il libro è piuttosto rovinato.”

“L’argomento della lezione di oggi è “Qual è il significato dell’esistenza dei robot.” Recentemente, questo tipo di ricerca è categorizzata come psicologia dei robot. Una tesi che ho tenuto circa otto anni fa ed ha dato vita ad un’accesa discussione…..”

La Professoressa spiega in maniera veloce. La lavagna rapidamente viene ricoperta dalla sua bellissima calligrafia.

Sto annotando le parole della Professoressa sul libro di testo. Certo, potrei salvare i gli argomenti scritti sulla lavagna nel mio circuito mentale, ma poi non avrei più la sensazione di stare a lezione. La cosa più importante è l’atmosfera e il nostro atteggiamento.

Dopo trenta minuti.

“… Mmh, la parte di sopra è la storia del ‘significato della vita ’ e ‘l’igiene mentale’ dai vecchi robot modelli fino ai più recenti. Anche se l’arrangiamento è un po’ bruttino da un punto di vista accademico, potrebbe essere utile per dare una mano agli studenti che stanno cercando un punto di riferimento……Qualche domanda?”

“Qui!”

Alzo la mia mano destra e la sventolo con tutta me stessa. Ma c’è solo uno studente qui ad ogni modo.

“Signorina Iris.”

“La vostra lezione è molto interessante, per questo la ringrazio”.

La prima cosa importante è essere cortesi.

“Quindi, circa il ‘significato dell’esistenza’ che la professoressa ha appena menzionato, ciò include che i robot devono servire i propri padroni?”

“Certo. Robot d’apprendimento sono i più diffusi tra i robot familiari; il significato diretto della loro esistenza è servire colui che li utilizza.”

“Allora il significato della mia esistenza è servire la Professoressa, Questo è certo.”

“Come sei arrivata a questa conclusione?”

“Perché amo la Professoressa.”

“Va bene, va bene.”

“Dire una volta ‘Va bene’ è sufficiente. L’ha detto lei.”

“Sei davvero pignola.”

La Professoressa fa un sospiro.

Mentre sto annotando le tavole e le spiegazioni scritte sulla lavagna, penso al tema di oggi: il significato dell’esistenza. Alla fine, dopo aver scritto un semplice resoconto dei miei pensieri, la lezione giunge al termine.

“Bene, ho finito!”

“Wow, sei veloce.”

Come un detective che risolve un caso difficile, sbatto la mio resoconto sulla cattedra.

“Resoconto delle impressioni (diciottesima volta) ” Tema: Il significato dell’esistenza dei robot.

Il significato della mia esistenza è la Professoressa. La mia amata Professoressa. La amo. Sposami, Professoressa. Fine!

Dopo aver letto il mio racconto, l’espressione sul volto della Professoressa diventa imbarazzata come quella di un poliziotto di vecchia data che si è fatto soffiare le luci dei riflettori da un detective.

“Ehm… Signorina Iris.”

“Che cosa c’è?”

“Il tuo resoconto ha una riga soltanto.”

“Quella riga è completa di tutto!”

“Come sei immotivata.”

“Sono piena di motivazioni!”

“Mi stai prendendo in giro?”

“Non posso negare questa possibilità!”

Dopo un sospiro, la Professoressa prende una sigaretta circolare dal suo portasigarette.

Rompe la sigaretta a forma di 8 a metà e se la mette in bocca.

“Professoressa, le sigarette….”

“Va tutto bene. Questa non è davvero l’università.”

“No, non è quello… Non si fuma nel laboratorio.”

“Ah.”

Come se stesse facendo un dispetto, dichiara imbronciata

“Allora la lezione per oggi è terminata!”

Si toglie la toga e la getta sul tavolo, e lascia la classe velocemente lasciando dietro di se una linea di fumo color porpora. “Davvero.” La parola vola debolmente con il fumo.

Prendo il racconto che ho scritto. Una grande parola rossa è scritta al centro: “RIFARE”

Lo scherzo di oggi potrebbe essere stato un po’ troppo. Poiché le lezioni speciali sono le uniche volte in cui posso prendere in giro la Professoressa, non sono riuscita a resistere.

Dovrei mandarle un po’ di tè rosso e una torta dopo per farle tornare il buonumore.