Iris on Rainy Days: Capitolo 2 Giorno 1

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"Benvenuti nel club notturno del libro." (Lilith Sunlight)

Primo Giorno

——

Fruscio ——

Avverto un suono.

Come pioggia——

Come una televisione di scarsa qualità——

Un suono——

Penetrante.

In seguito, mi sveglio.

——io.

La mia consapevolezza ritorna gradualmente.

——......v......iva.......?

Sono ancora viva—— Almeno i miei circuiti mentali non si sono danneggiati al punto da non farmi riconoscere l'esterno.

Ciò nonostante, il mio campo di visione è offuscato. La mia risoluzione visiva è estremamente bassa, particelle simili a granelli di sabbia si muovono intorno ai miei occhi. Oltretutto, avverto queste “linee” che di solito appaiono nei film datati. Numerose linee mi sono apparse prima.

La questione più urgente è la mia vista in bianco e nero— niente colori. Vedo un mondo monotono composto solo da nero e bianco.

— Cosa...... diamine succede?

Ho cercato i miei ricordi nella coscienza offuscata della mia mente.

Sono diventata un rottame nella fabbrica per lo smantellamento. Sono stata privata di braccia e gambe, mentre la mia testa ed il mio corpo mi sono stati tagliati via.

—Quindi, dove si trovano?

Le mie impostazioni sonore pian piano ritornano in funzione. Ora posso percepire i diversi suoni intorno a me.

"Ehi, spostatela laggiù!” “Basta oziare” “Più veloci, idioti!” - Urla arrabbiate e frastuono si avvertono nei miei dintorni. Si avvertono inoltre pesanti rumori metallici.

—Area...... per le costruzioni?

Mi guardo nei dintorni. Comunque, la mia vista in bianco e nero che non mi permette di riconoscere i colori non è in grado di intuire la situazione attuale. In aggiunta, le linee bianche simili a pioggia ricoprono il mio campo visivo. Sembra che stia guardando il mondo con un paio di occhiali pieni di graffi.

Per comprendere la situazione, stringo gli occhi per un po' di tempo per pensare.

Dopodiché, noto qualcosa.

— Chi è costui?

Noto una presenza, mi guardo intorno e vedo un robot.

Questo è un robot eccentrico.

La sua testa che sembra un secchio d'acciaio contiene occhi che sembrano lenti di un binocolo, ha anche una bocca che in verità è un piccolo altoparlante. Dal suo aspetto sembra un prodotto fatto da studenti che si occupavano di scienza nello scorso secolo.

Il suo corpo è scioccante. Il suo braccio sinistro è più piccolo del destro di dieci centimetri, ogni dito è gonfio come se fosse ustionato. Non ha gambe e al suo posto vi è un continuo binario pieno di ruggine. Le proporzioni ed il coordinamento del suo corpo sono davvero gestite male.

Probabilmente è uno di quei robot sempliciotti creati usando alcuni pezzi di ricambio di seconda mano. Di quelli che sono connessi al nucleo del sistema e a un circuito mentale, quindi sono rimessi in funzione con la forza. Probabilmente è così.

Usando alcune parti a caso, ne è venuto fuori un robot. Un robot sviluppatosi stranamente.

Il robot ha iniziato a fissarmi.

— Che succede?

Sentendomi piuttosto a disagio, torno indietro, e il robot fa lo stesso.

—Eh?

Alzo la mia “mano destra”, quindi il robot alza la sua “mano sinistra”. Mi sembra di guardare dentro uno specchio.

Mi guardo le mani. All'estremità delle mie dita ci sono cinque dita rigonfie del robot davanti a me.

—Magari......

L'eventualità mi fa tremare. Ciò nonostante, una convinzione cresce bruscamente in me. Io sono stata smantellata, ridotta ad un rottame metallico. Quindi, come posso avere il mio corpo originale?

Questo significa—

Volto percorso per avvicinarmi a “lui”. Anche lui si avvicina a me.

Quello strano robot riflesso nello specchio sono indubbiamente io.

“Lo” fisso per un momento. Siccome sono troppo sconvolta, non riesco a dire una parola. Nemmeno muovendo il corpo.

—Questa sono...... io......

Col pensiero non riesco a seguire quello che mi è successo.

Iord 104.jpg

Guardo ancora il robot dinanzi a me. La testa sembra un secchio capovolto, gli occhi sono come binocoli, e un piccolo altoparlante funge da bocca. Una mano sinistra estremamente piccola— no, questa è la destra—

"Mmh......"

Inizio a sentirmi schifata. Un forte senso di nausea che risale dal profondo della mia gola, come se il mio corpo si stesse decomponendo gradualmente. Il mio corpo va sotto spasmi per un po', trattenendo il vomito che non potrebbe uscire.

Dopo essermi sentita abbattuta, ho iniziato improvvisamente a detestarlo. È un ribrezzo per sé stessi così pesante che potrebbe far perdere le speranze alle persone.

Dopo ciò, mi comporto come se fossi impazzita —in verità potrei già esserlo— e inizio a sbattere la testa contro quello specchio che riflette i miei lineamenti. Come se così potessi rifiutare il mio attuale aspetto.

È uno scherzo. No. Non voglio crederci. Continuo ripetutamente a maledire il robot davanti a me. Dove sono gli occhi azzurri come il cielo? Dove sono le mie sottili membra di cui vado tanto fiera? La mia pelle bianca come la neve? I miei capelli marroni?

Perché, perché—

Perché sono un robot così brutto?

Probabilmente per l'urto dovuto alle botte, la mia testa emette un suono metallico. Sembra che stia perdendo pezzi.

—Giusto.

Ho deciso. Non ho bisogno di un corpo del genere. Devo soltanto ridurlo in polvere. Devo solo farlo rompere in pezzi.

Pertanto, continuo a sbattere la testa. Usando tutta la forza a disposizione, la sbatto ripetutamente. Non sento dolore. Delle crepe compaiono sullo specchio, e la mia testa inizia a deformarsi.

In quel momento.

"Ehi, novellina! Che stai facendo?!”

Un urlo colmo di rabbia echeggia da dietro.

"Non muoverti! È un ordine!”

Nell'istante in cui lo avverto, il mio corpo rabbrividisce. Non riesco a muoverlo, mi sembra un pezzo di ghiaccio.

Un uomo vestito di grigio mi si avvicina. Un tesserino appartenente probabilmente ad una compagnia è attaccato al suo petto.

L'uomo cammina davanti a me, e mi fissa con occhi scuri come l'infangato pantano.

"Le batterie... sembrano in buone condizioni. Ascoltami, sbrigati e vai al tuo posto!”

"Capito......"

La mia voce non è più quella di una giovane ragazza, ma è un'ordinaria voce elettronica. È una voce meccanica che mi fa perdere autostima.


La mia testa è ancora confusa, ma il mio corpo inizia a cigolare, indietreggiando lentamente. In questo momento, realizzo che la mia testa è contro un grande specchio. A parte lo specchio, parecchie cianfrusaglie sono ammucchiate nell'area.

"Datti una mossa e vai! È un ordine!”

Le urla cariche di rabbia dell'uomo congelano il mio corpo, e il mio binario continuo inizia a muoversi da solo.

Probabilmente sono scesa dal pendio per oltre 100 metri. Le sbarre di ferro, calcestruzzo e alti materiali da costruzione sono ammucchiati in una piccola collina nei dintorni. Gli altri robot li trasportano per il pendio. Sembra che questo sarà il mio nuovo lavoro.

Pertanto, inizio a spostarli. Anche se non ho voglia di farlo, non posso disubbidire agli ordini. Il codice di comando nascosto nei miei circuiti di sicurezza mi costringe a muovermi.

Dov'è? Perché lo sto facendo? Non ne ho assolutamente idea. Trasporto i materiali un po' di volte, decine di volte, andando avanti e indietro per il sito. Quando smetto di camminare, piovono come frecce urla rabbiose. Ogni volta il mio corpo rabbrividisce, e si muove senza il mio permesso come fossi ipnotizzata.

Finalmente, quel sole coperto piomba sotto l'orizzonte. Ciò nonostante, il “travaglio” continua.

Tarda notte. Finalmente finiamo il nostro lavoro per quel giorno, gli altri robot e io ci ammassiamo vicino ad un deposito. Detriti ed altri materiali di scarto sono accumulati, mentre tabelloni quadrati sono predisposte davanti a me. Questi tabelloni di un metro servono per ricaricarci. I robot si mettono in fila davanti ad essi, attaccandosi la spina uno ad uno. Sembrano dei cadaveri che escono dalla loro tomba solo per ottenere l'energia necessaria allo svolgimento del loro lavoro.

Rimango in piedi dinanzi alla tomba, aspettando il mio turno. Quando arriva l'operaio, la copertura intorno al mio petto viene aperta emettendo un cigolio, quindi mi viene inserito un cavo spesso.

Dopo ciò, perdo conoscenza.