Mahouka Koukou no Rettousei:Volume 1 Capitolo 1

From Baka-Tsuki
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Capitolo 1[edit]

“Non posso accettarlo.”

“Ancora con questa storia…?”


Era il giorno della cerimonia d'ingresso della scuola, ancora mattina presto, due ore prima dell'inizio della cerimonia.

Le matricole, i cui cuori erano pieni di anticipazioni verso il futuro in cui le avrebbe portate la loro nuova vita, insieme ai loro genitori ancora più esaltati, erano ancora poche e lontane tra loro.

In piedi davanti all'auditorium dove la cerimonia d'ingresso avrebbe avuto luogo, una coppia, uomo e donna, vestiti con delle uniformi nuove di zecca, erano per qualche motivo bloccati in un disaccordo verbale.

Erano entrambi matricole, ma le loro uniformi erano stranamente e distintamente diverse.

Non stiamo parlando della differenza tra pantaloni e gonna, né della differenza d'abbigliamento tra un uomo ed una donna.

Ma piuttosto sul petto della studentessa vi era il disegno del fiore ad otto petali, l'emblema del Primo Liceo.

E questo emblema non era presente sulla giacca dello studente.


“Onii-sama, perché sei una riserva? Non hai ottenuto il miglior punteggio negli esami di ammissione? Generalmente parlando, colui che dovrebbe diventare il rappresentante delle matricole dovresti essere tu, non io!”

“Tralasciando la questione su dove hai ottenuto i risultati dell'esame di ammissione… in quanto si tratta di un liceo di magia, è ovvio che avrebbero posto maggiore attenzione sulle competenze pratiche di magia piuttosto che sulle prove scritte, giusto? Miyuki, sei ben consapevole della portata delle mie capacità pratiche. Sono abbastanza sorpreso che mi abbiano addirittura accettato qui come studente del Corso 2.”


Era una scena in cui lo studente stava cercando di riappacificarsi con la studentessa che si stava scagliando furiosamente con la sua lingua tagliente. Dal fatto che la studentessa aveva chiamato lo studente 'Onii-sama', probabilmente possiamo presumere che siano fratelli. Inoltre non è improbabile che essi siano parenti relativamente vicini.

Se sono fratelli, in tal caso non si assomigliano per niente.

Da un lato, chiunque ponga gli occhi sulla sorella minore sarà senza dubbio affascinato da lei e dieci persone su dieci, o anche cento persone su cento, concorderanno che è un'attraente e bellissima ragazza.

D'altra parte, per quanto riguarda il fratello maggiore, oltre la schiena dritta e gli occhi penetranti, si può dire che nulla del suo aspetto ordinario attiri l'attenzione.


“Come puoi essere cosi sicuro di te stesso! Anche quando non c'è nessuno che si possa confrontare con te nello studio e nel taijutsu! La verità è che, anche per la magia-”


La sorella minore rimproverava il fratello maggiore per la sua debole proclamazione, ma...


“Miyuki!”


L'aver pronunciato il suo nome in un tono eccezionalmente forte fece calmare Miyuki, che tacque.


“Hai capito vero? Anche se dici così non cambierà nulla.”

“Scusami.”

“Miyuki...”


Le mise una mano sulla testa e lentamente le accarezzò i neri cappelli lucidi, che non avevano un singolo riccio. “Ora, cosa devo fare per rimediare al tuo stato d'animo…” il ragazzo che era il fratello maggiore rifletteva con un'espressione triste.


“…Sono davvero felice che la pensi così. Ho sempre la sensazione che vengo salvato da te ogni volta che ti arrabbi al posto mio.”

“Bugiardo.”

“Non sto mentendo.”

“Bugiardo. Onii-sama, tu mi rimproveri sempre…”

“Ti ho detto che non sto mentendo. Ma, anch'io ti porto nei miei pensieri allo stesso modo in cui tu porti me.”

“Onii-sama… 'mi tieni nei tuoi pensieri' dici…”

(…Huh?)


Per qualche ragione, la ragazza arrossì.

Anche se il ragazzo poteva sentire che un seme di dissonanza, che non poteva ignorare, era stato seminato, per il momento accantonò quel dubbio al fine di risolvere il problema presente al più presto.


“Anche se ti tiri indietro nel fare il discorso di orientamento, non c'è modo che io venga scelto come sostituto. Se decidi di ritirarti all'ultimo momento, non sarai in grado di evitare una macchia sulla tua qualifica. Lo capisci, vero? Miyuki, sei una ragazza intelligente.”

“Ma…”

“Inoltre, non vedo l'ora di ascoltarlo. Mostra a questo tuo inutile fratello il momento di gloria della sua sorellina.”

“Onii-sama non è un fratello inutile! ...ma, ho capito. Per favore perdonami per la mia ostinazione.”

“Non c'è nulla di cui scusarsi, non ho mai pensato che fossi ostinata.”

“Bene allora, prenderò congedo. Per favore guardami, Onii-sama.”

“Certo, in bocca a lupo. Aspetterò con ansia la tua performance.”

''Ci vediamo dopo."


La ragazza si inchinò e sparì nell'auditorium e, dopo essersene accertato, il ragazzo fece un sospiro di sollievo.


(Bene, che cosa faccio ora?)


Il ragazzo che aveva accompagnato a scuola prima che le prove di cerimonia inizino la sua sorellina, che era diventata con riluttanza la rappresentante delle matricole, in quel momento era a corto di idee su come avrebbe potuto spendere le restanti due ore prima dell'inizio della cerimonia di scuola.


◊ ◊ ◊


L'edificio principale, l'edificio per la pratica e l'edificio per la sperimentazione costituiscono tre degli edifici scolastici.

Un auditorio/palestra la cui disposizione interna può essere modificata con l'uso di macchinari particolari, una biblioteca su cinque piani di cui due sotterranei, due piccole palestre, un edificio di preparazione dotato di uno spogliatoio, un locale docce, un deposito attrezzi, e stanze dei club. La mensa, la caffetteria e l'ufficio acquisti erano in un altro edificio, e soprattutto, la costruzione di annessi grandi e piccoli facevano apparire il Primo Liceo più come il campus di un'università di periferia piuttosto che una tipica scuola superiore.

Il giovane guardò a destra e a sinistra mentre camminava lungo un sentiero lastricato, alla ricerca di un posto per riposare fino a che non fosse stato tempo di entrare nell'auditorio.

Il badge studentesco che gli avrebbe permesso di usare le strutture della scuola gli sarebbe stata data solo dopo la cerimonia di ingresso della scuola.

Al fine di evitare una scena di caos, anche il bar destinato ai visitatori era stato chiuso oggi.

Dopo cinque minuti di camminando orientandosi con la mappa del campus visualizzata sul suo terminale mobile, vide una panchina oltre una fila di alberi posizionati in modo tale che era impossibile non li vedesse.

"È una buona cosa che non piova", un pensiero frivolo passò per la sua mente mentre si sedeva sulla panca per tre persone, apriva il suo terminale mobile, e iniziava l'accesso a un portale di lettura che gli piaceva.

Questo cortile sembra essere una scorciatoia dall'edificio di preparazione all'auditorio.

Probabilmente erano stati chiamati ad aiutare dalla direzione della cerimonia di ingresso... Con questo pensiero il ragazzo voleva fare riferimento agli attuali studenti (delle classi più alte rispetto al giovane) che passavano abbastanza vicino al ragazzo. Tutti loro avevano lo stesso emblema del fiore ad otto petali sul lato sinistro del petto.

Mentre passavano, una traccia di ingenue parole dal cattivo significato sfuggì al di là delle loro schiene.


"Quello non è un Weed?"

"È in anticipo... di certo è entusiasta per un sostituto."

"Alla fine, è solo una riserva."


Una conversazione che non aveva veramente voglia di ascoltare arrivò alle sue orecchie.

La parola Weed si riferiva a uno studente del Corso 2.

Gli studenti che hanno l'emblema di un fiore a otto petali sul petto delle loro giacche sono chiamati Bloom(Boccioli), mentre gli studenti del Corso 2 che non lo hanno sono paragonati a erbacce senza fiori, e sono derisi come Weed(Erbacce).

La scuola accoglieva ogni anno duecento matricole.

Tra questi, un centinaio entravano come studenti del Corso 2.

Il Primo Liceo, che era affiliato con l'Università Nazionale della Magia, era un'istituzione stabilita dalla politica nazionale al fine di educare Tecnici di Magia.

In cambio di un budget concesso dal paese, aveva l'obbligo di produrre risultati concreti.

Ogni anno quella scuola produceva oltre un centinaio di diplomati che entravano all'Università di Magia o si iscrivevano ad un Istituto Tecnico di Formazione Specializzata Superiore di Magia.

Anche se era un peccato, restava il fatto che l'educazione alla magia andava avanti a tentativi e imparando dagli sbagli. Gli incidenti più gravi potevano facilmente accadere a causa di sviste nella formazione pratica e a causa di esperimenti. Pur consapevoli dei pericoli, gli studenti scommettevano comunque il loro futuro sul proprio talento per la magia procedendo così sulla la strada per diventare maghi.

Se solo una manciata di persone possiede questo talento (e il talento è molto apprezzato dalla società) pochi deciderebbero di non coltivarlo. Questo vale ancor di più per i giovani uomini e donne che non hanno ancora raggiunto la maturità, rendendoli incapaci di perseguire una strada al di fuori di un 'brillante futuro'. Un altro fatto, conseguenza dell'inculcamento di un tale sistema di convinzioni, è che molti bambini sono stati 'feriti' dal quel sistema.

Grazie all'accumulazione di 'conoscenza specifica del settore', la maggior parte degli incidenti mortali o che causavano disabilità erano stati eliminati.

Tuttavia, il talento per la magia può essere facilmente compromesso da una componente psicologica.

Ogni anno, il numero di studenti che per via di shock non più in grado di usare la magia, e quindi abbandonavano, non era piccolo.

Quelli che riempivano il vuoto creato erano gli studenti del Corso 2.

Con l'iscrizione a scuola, erano autorizzati a partecipare alle lezioni, usufruire dei servizi e accadere ai dati, ma non avevano diritto a ricevere un'istruzione da parte di personale qualificato in magia pratica: la componente più importante del loro percorso di studi.

Potevano solo imparare da soli, e mostrare i risultati ottenuti con i loro sforzi.

Se non fossero stati in grado di farlo, avrebbero dovuto diplomarsi da una normale scuola superiore.

Chi non si fosse diplomato in un liceo di magia non avrebbe potuto proseguire gli studi all'università di magia.

Dato che il numero di insegnanti di magia era molto limitato, era inevitabile che ai più talentuosi venisse data la priorità. Fin dall'inizio gli studenti del Corso 2 erano accettati a condizione che non avessero insegnanti.

Pubblicamente, era vietato chiamare "Weed" gli studenti del Corso 2, ma la definizione era diventata comunque un noto termine dispregiativo. Un termine radicato anche tra gli stessi studenti del Corso 2, che dovevano riconoscere di non essere altro che pezzi di ricambio.

Questo valeva anche per il giovane.

Ecco perché non vi era alcuna necessità che parlassero ad alta voce per farglielo presente. Era entrato in questa scuola pur essendo pienamente consapevole di questo fatto.

"Che favore inutile da parte loro", pensò il giovane mentre spostava la sua attenzione al portale di lettura che aveva caricato sul suo terminale.


◊ ◊ ◊


Sul terminale acceso era visualizzato un orologio.

La sua coscienza, che era stata immersa nella lettura, tornò alla realtà.

C'era ancora mezz'ora prima dell'inizio della cerimonia di ingresso della scuola.


“Sei un nuovo studente? È quasi tempo per la cerimonia.”


Nello stesso momento in cui stava per alzarsi, dopo essere uscito da uno dei suoi portali di lettura preferiti e aver spento il suo terminale, una voce femminile gli rivolse la parola.

La prima cosa che vide fu la gonna di una divisa, quindi un largo bracciale attorno al polso sinistro.

Più ampio e sottile di un normale braccialetto, era un CAD ultimo modello. CAD –– processore di supporto per incantesimi (Casting Assistant Device).

Chiamato anche Dispositivo di Assistenza.

In Giappone era anche noto come (Operatore Magico).

La bacchetta magica della magia moderna, sostituiva le cantilene per gli incantesimi, i talismani, i sigilli a mano; era uno strumento indispensabile per un moderno Tecnico di Magia.

In quei giorni, non vi era alcuna ricerca per usare un'unica parola o una sola frase per invocare magie. Quando veniva utilizzata in combinazione con talismani e cerchi magici, la più breve invocazione durava circa dieci secondi, mentre quelle più lunghe potevano impiegarci oltre un minuto a seconda del tipo di magia. Al loro posto era più facile utilizzare i CAD che potevano ridurre la velocità di invocazione a meno di un secondo.

Anche se era possibile invocare magie senza CAD, il numero di Tecnici di Magia che non li utilizzavano era pari a zero. Tra coloro che si erano specializzati nell'invocare fenomeni soprannaturali con un'unica abilità particolare e grazie alla sola forza di volontà (i cosiddetti “Utilizzatori di Potere Soprannaturale”), quelli che cercavano la velocità e la stabilità che un sistema di attivazione poteva portare e amavano utilizzare i CAD, erano diventati il gruppo principale.

Tuttavia, questo non significava che chi possedeva un CAD potesse utilizzare la magia.

Il CAD forniva solo la sequenza di attivazione, ed era la capacità stessa del Tecnico di Magia a richiamare la magia.

In altre parole, i CAD erano false piste per coloro che non potevano utilizzare la magia, ed erano utilizzate solo da coloro che erano coinvolti nella magia.

E poi, Se quello che ricordava il ragazzo era esatto, gli studenti autorizzati a tenere un CAD all'interno delle strutture scolastiche erano o membri esecutivi del Consiglio Studentesco o membri particolari della Commissione.


“Grazie, adesso vado.”


Sulla parte sinistra del petto della studentessa vi era naturalmente l'emblema del fiore ad otto petali.

Il generoso rigonfiamento del petto della studentessa, messo in evidenza dalla giacca, non agitò nessuna parte della sua coscienza.

Lui non nascose la parte sinistra del suo petto.

Non fece un atto così vile.

Ma ciò non significava che non c'era un qualche tipo di risentimento.

Non riusciva a immaginare se stesso interagire attivamente con una studentessa che pareva essere un membro esecutivo del Consiglio Studentesco.


“Sono impressionata. Un modello a schermo?”


Tuttavia, l'altra persona non sembrava pensarla allo stesso modo. Mentre guardava lo schermo del terminale mobile che il ragazzo aveva chiuso in tre parti, ella sorrise improvvisamente felice.

A questo punto, il ragazzo finalmente la guardò in viso.

Il suo volto era venti centimetri più in basso rispetto a quello del ragazzo, che si era appena alzato dalla panchina.

Il ragazzo era alto 1,75 m: si poteva dire che fosse bassa, anche per una donna. Era all'altezza giusta per accertarsi che davanti a sè ci fosse uno studente del Corso 2.

Ma il suo sguardo non presentava il minimo accenno di disprezzo, ed era pieno di pura, innocente meraviglia.


“La nostra scuola non consente l'utilizzo di terminali a visualizzazione virtuale, eppure molti studenti lo utilizzino ancora, è deplorevole. Invece tu stai utilizzando il modello a schermo ancor prima di iscriverti a scuola.”

“Il modello virtuale non è adatto alla lettura.”


Chiunque, solo a guardarlo, avrebbe potuto dire che quel terminale era stato utilizzato molto, così lei decise di non fare altre domande al riguardo.

La risposta del giovane, che suonava come una scusa, era frutto di una attenta riflessione: se fosse stato troppo schietto avrebbe nuociuto più a sua sorella minore che a lui, dal momento che sua sorella, la rappresentante delle matricole, sarebbe stata quasi certamente invitata a far parte del Consiglio Studentesco.

Dopo aver sentito quella risposta calcolata, la senpai divenne ancora più impressionata.


“Invece di guardare l'animazione virtuale, leggi huh? Questo è ancora più raro. Anch'io preferisco informazioni basate sulla lettura invece che quelli basati sull'animazione, sono piuttosto contenta.”


Effettivamente, nonostante fosse un periodo in cui si preferiva il contenuto virtuale a quello testuale, i lettori di libri non erano così rari.

Sembrava che questa senpai fosse insolitamente socievole. A giudicare dal suo tono e linguaggio, il suo pareva farsi sempre più amichevole.


“Ah, chiedo scusa. Io sono il Presidente del Consiglio Studentesco del Primo Liceo, Saegusa Mayumi. È scritto come 'sette erbe', si legge come Saegusa. Piacere di conoscerti.”


Anche se aggiunse una strizzatina d'occhio alla fine, non vi era accenno di meraviglia nel suo tono. Era una bella ragazza, con un corpo ben proporzionato nonostante la sua piccola corporatura, e irradiava una tale atmosfera seducente che non sarebbe sembrato strano se le nuove matricole di sesso maschile avessero frainteso le sue intenzioni.

Tuttavia, nel sentire la sua presentazione il ragazzo parve aggrottare involontariamente le sopracciglia.


“Un numero… e come ciliegina sulla torta, una 'Saegusa (Sette Erbe)'.”


Le capacità di un mago erano fortemente influenzate da fattori ereditari, così come le sue qualità erano legate al suo lignaggio.

In quel paese, le casate che possedevano un lignaggio superiore nella magia portavano, per tradizione, un numero nel loro cognome.

Tra i numerosi lignaggi di magia che comportavano un superiore fattore ereditario, i Saegusa erano una delle due casate ritenute le più forti del Giappone.

Quella ragazza che era il Presidente del Consiglio Studentesco era probabilmente una loro diretta discendente. In altre parole, era la crème de la crème, praticamente il suo esatto opposto.

Trattenendo un mormorio amaro, e riuscendo in qualche modo a sorridere, il ragazzo si presentò.


“Io sono, no, il mio nome è Shiba Tatsuya.”

“Shiba Tatsuya-kun. Capisco, tu sei quello Shiba-kun eh...?”


Gli occhi del Presidente si sgranarono per la sorpresa, dopo di che iniziò ad annuire.

Sebbene fosse il fratello maggiore Shiba Miyuki, la rappresentante delle matricole, il top tra i nuovi studenti, era un asino incapace di usare alcuna magia, il 'quello' probabilmente si riferiva a questo.

Pensando questo, Tatsuya educatamente rimase in silenzio.


“Gli insegnanti hanno parlato molto di te.”


Disse Mayumi con un sorriso allegro, apparendo indifferente al silenzio di Tatsuya.

Era probabilmente a causa della rarità di avere una coppia di fratelli così diversi l'uno dall'altra, pensò Tatsuya.

Tuttavia, non percepiva incredulità o sentimenti negativi da Mayumi . Non vedeva derisione nel suo sorriso, ma solo un atteggiamento positivo e amichevole.


“Su un massimo di cento punti, la media del tuo test d'ingresso nei sette argomenti è stata novantasei, con un punteggio pieno in Teoria della Magia e Ingegneria della Magia. A confronto, il punteggio medio degli altri studenti idonei è stato settanta. È un record incredibile.”


Tatsuya non si era minimamente aspettato queste lodi smisurate. Questo perché:


“Quelli sono solamente i risultati dei test scritti. Sono solo dati all'interno di un sistema di informazioni.”


Nel valutare il livello di magia dei liceali, maggiore attenzione veniva data ai risultati pratici piuttosto che ai test teorici.

Con un sorriso amaro, Tatsuya indicò l'emblema mancante sul proprio petto.

Non era possibile per il Presidente del Consiglio Studentesco non capire.

Tuttavia, alle parole di Tatsuya Mayumi scosse la testa con un sorriso.


“Questo tipo di punteggio eccezionale; io non riuscirei a eguagliarlo, sai? Forse non sembra, ma sono molto brava nei test di teoria. Se il mio esame di ammissione avesse avuto le stesse domande, sicuramente non sarei stata in grado di raggiungere un punteggio alto quanto il tuo, Shiba-kun.”

“È giunto il momento... Ti prego di scusarmi.”


Tatsuya si congedò da Mayumi, che sembrava avere qualcos'altro da dire, e le voltò le spalle senza aspettare la sua risposta.

Da qualche parte, nel suo cuore, temeva il volto sorridente di Mayumi e che cosa sarebbe potuto accadere se avesse continuato a parlare con lei.

Anche se non era cosciente di ciò che temeva.


◊ ◊ ◊


A causa della conversazione con il Presidente del Consiglio Studentesco, quando Tatsuya entrò nell'auditorium più della metà dei posti erano stati occupati.

Dal momento che i posti non erano designati, era libero di sedersi ovunque: in prima fila, in ultima, al centro o a lato.

Era una politica che dipendeva dalla scuola. C'erano scuole che seguivano lo stile tradizionale di disporre i posti a sedere in base alla classe, che venivano rese note prima della cerimonia d'ingresso, ma al Primo Liceo si sarebbe saputa la propria classe solo dopo aver ricevuto il badge studentesco.

Tuttavia, vi era chiaramente un ordine nella ripartizione dei sedili delle matricole.

La prima metà dei posti era stata presa dai Bloom: gli studenti che indossavano l'emblema del fiore ad otto petali sul petto, le matricole che sarebbero in grado di ricevere tutti i benefici del programma scolastico di questa scuola.

Il seconda parte dei posti, più lontana dal palco, sarebbe stata occupata dai Weed: gli studenti sul cui torace non era presente alcun emblema, le matricole a cui era stato consentito di iscriversi a questa scuola solo come riserve.

Anche se erano tutti matricole, ragazzi che stavano diventando studenti di quella scuola il medesimo giorno, si erano spontaneamente divisi in due gruppi in abse alla presenza o meno dell'emblema della scuola.


(Le persone più consapevoli della discriminazione sono state le prime ad accettarla, eh?)


Era certamente una sorta di buon senso.

Non volendo andare apertamente controcorrente, Tatsuya scelse un posto vuoto vicino al centro delle ultime file, si sedette e guardò l'orologio appeso alla parete.

Ancora venti minuti.

Non poteva accedere ad alcun sito poiché in cui era stata limitata la comunicazione elettronica e, ancora più importante, era stato proibito l'uso dei terminali nell'auditorium. Ad ogni modo, i dati salvati nel suo terminale non erano notizie per lui nuove, quindi potevano aspettare.

Tatsuya pensò a sua sorella, che stava per fare il suo ultimo test... e scosse la testa.

Sua sorella non si sarebbe agitata prima dell'evento principale.

Alla fine Tatsuya non fece nulla regolò il sedile, ci si sedette e chiuse gli occhi. Proprio mentre stava per appisolarsi...


“Ehm, è occupato il sedile accanto a te?”


Aprì gli occhi e vide una ragazza che lo guardava. Come pensava, la domanda era diretta a lui.


“Prego.”


Era un po' curioso sul perché avesse volutamente scelto di sedersi accanto a qualcun altro nonostante ci fossero ancora molti posti vuoti, ma i sedili erano sufficientemente grandi per potercisi sedere comodamente, e la ragazza aveva una corporatura snella, quindi Tatsuya non sentì nessun disagio con lei seduta accanto. Era certamente preferibile a un colosso tutto muscoli.

Mentre pensava, Tatsuya fece un cenno cortese.


"Grazie."


La ragazza annuì e prese il suo posto.

Accanto a lei, altre tre giovani donne si sedettero una dopo l'altra.

Capisco, pensò Tatsuya.

Sembrava che avessero cercato un posto dove potessero sedersi assieme.

Probabilmente sono amiche, anche se è abbastanza raro vedere quattro amichei entrare insieme in una scuola difficile come questa, e per di più sono tutte nel Corso 2, pensò Tatsuya. Non sarebbe stato strano se una di loro fosse stata una studentessa di alto livello, pensava... ma la cosa non gli importava più di tanto.


“Ehm...”


La voce chiamò di nuovo Tatsuya, che, non avendo più interesse nei loro confronti, si era girato verso il palco.


Cosa vuole adesso?


Non erano conoscenti, non le aveva pestato il piede né urtato il gomito, ed era anche seduto con una buona postura. Non gli pareva quindi di aver fatto nulla che giustificasse una qualsivoglia lamentela, ma...


“Mi chiamo Shibata Mizuki. Piacere di conoscerti.”


La ragazza voleva solo presentarsi a Tatsuya, che piegò la testa di lato. Anche se potrebbe essere pericoloso giudicare qualcuno dall'aspetto, la ragazza lei non sembrava essere il tipo che lasciasse una forte impressione di sé agli altri.

Probabilmente si è sforzata di farlo, giudicò Tatsuya. Potrebbe averlo fatto col pensiero che avrebbero dovuto aiutarsi a vicenda in quanto entrambi studenti del Corso 2.


“Sono Shiba Tatsuya, il piacere è mio.”


Presentandosi a sua volta in tono gentile, vide il sollievo negli occhi di lei dietro le lenti.

In quell'epoca era abbastanza raro che le ragazza indossassero occhiali.

A seguito della diffusione della procedura di correzione della vista, dalla metà del XXI secolo la miopia era diventata una cosa del passato in Giappone.

A meno che non si nascesse con una grave forma ereditaria di difetto visivo, non si sarebbe avuto bisogno di alcun attrezzo di correzione della vista; ma anche in caso di bisogno, superati i dieci anni si potevano indossare lenti a contatto.

Se nonostante questo la ragazza portava gli occhiali, poteva essere per un suo hobby, per seguire la moda, o a causa di...


(Ipersensibilità alle emissioni di particelle spirituali, eh?)


Con una rapida occhiata aveva capito che le lenti non erano graduate, quindi di sicuro gli occhiali non venivano utilizzati per la correzione della vista. Dalla sua impressione della ragazza, piuttosto che per moda era più probabile che indossasse gli occhiali a causa di una particolare necessità, pensò Tatsuya .

“Ipersensibilità alle emissioni di particelle spirituali” si riferisce ad una condizione del corpo in cui si possono vedere l'emissione di particelle spirituali senza alcuno sforzo cosciente, ma allo stesso tempo non si può bloccare questa visione volontariamente: in altre parole, è un disturbo di cui non si può raggiungere il completo controllo volontario. Quindi non era propriamente né una malattia né un handicap.

Era una condizione in cui i sensi erano semplicemente troppo acuti.

Pushion (Particelle Spirituali) e Psion (Particelle Mentali). Entrambe erano particelle osservate in “Fenomeni Para-Psicologici” (che comprendeva anche la magia) costituiti da entità non-fisiche che non corrispondevano né a Fermioni, particelle che compongono la materia, né a Bosoni, le particelle che portano la materia a interagire. Gli Psion erano intenzioni e pensieri che si manifestavano come particelle, mentre i Pushion potevano essere considerati come la manifestazione di particelle emotive causata da intenzioni e pensieri. (Peccato che questa fosse ancora un'ipotesi)

Normalmente nella magia venivano utilizzati gli Psion, e nei sistemi tecnologici di magia moderna era stata posta enfasi sul controllo degli Psion. I maghi iniziavano imparando a manipolare queste particelle.

Le persone che soffrivano di “Ipersensibilità alle emissioni di particelle spirituali”, una malattia ereditaria, mostravano di essere eccessivamente sensibili alle emissioni di luce non-fisica generata in base alle attività dei Pushion.

Coloro che erano visivamente esposti a emissioni delle particelle spirituali avrebbero potuto avere delle influenze sul loro stato emotivo. Di conseguenza, si era ipotizzato che i Pushion fossero delle particelle formate da emozioni, e come risultato le persone che soffrivano di “ipersensibilità alle emissioni di particelle emotive” tendevano a essere suscettibili al deterioramento della loro stabilità mentale.

Per evitarlo era necessario il controllo della sensibilità ai Pushion, e coloro che non erano in grado di farlo avevano bisogno di un aiuto tecnologico. Uno di questi aiuti erano occhiali formati da un particolare tipo di lenti conosciuti come “Lenti Protettive anti-aura”.

In realtà, per i maghi l'“ipersensibilità alle emissioni di particelle emotive” non era una condizione tanto rara, dal momento che la sensibilità di un mago per i Pushion e per gli Psion erano più o meno direttamente proporzionali, c'erano numerosi maghi che riuscivano a manipolare consapevolmente gli Psion e allo stesso tempo erano ipersensibili alla radiazione di particelle spirituali. Si potrebbe anche dire che si trattava di qualcosa che non poteva non succedere.

Tuttavia, era davvero raro vedere una persona con un disordine tale da aver bisogno di bloccare continuamente l'emissione di particelle spirituali con gli occhiali. Non ci sarebbe stato da preoccuparsi se fosse stato a causa di una minore capacità di manipolazione, ma sarebbe stata una brutta notizia per Tatsuya se fosse stato dovuto a una sensibilità superiore. (Anche se sarebbe stato il contrario per la persona in questione.)

Tatsuya aveva un segreto.

Era un segreto che non poteva essere scoperto dal suo aspetto esteriore, e come tale non vi era preoccupazione; ma se lei aveva davvero quegli occhi speciali che le permettevano di percepire gli Psion e i Pushion come se fossero completamente visibili, il suo segreto avrebbe potuto essere scoperto.

Avrebbe dovuto stare molto più attento e agire con cautela attorno a lei.


“Sono Chiba Erika. Piacere di conoscerti, Shiba-kun.”

“Anche per me è un piacere conoscerti.”


La voce della ragazza seduta accanto a Mizuki interruppe i pensieri di Tatsuya.

Ma era un'interruzione ben accetta.

Tatsuya aveva inconsciamente iniziato a fissare Mizuki, e l'imbarazzo di lei stava per raggiungere il limite, ma Tatsuya non se n'era accorto.


“Ma, posso dire che si tratta di una coincidenza interessante?”


Diversamente dalla sua amica, Erika sembrava essere un tipo estroverso e senza riserve.

Il suoi capelli corti e luminosi, assieme alle caratteristiche del suo viso, amplificavano l'impressione che fosse una ragazza vivace.


“Che coincidenza?”

“Beh, sai, siamo Shiba, Shibata, e Chiba. Fanno rima in qualche modo no? Anche se sono un po' diversi.”

“…Capisco.”


Capiva cosa intendesse.


(Ma ancora, Chiba eh? Un altro numero.[1] Non sapevo che la Casata Chiba avesse una figlia di nome Erika, ma è possibile che non sia una discendente diretta…)


Mentre pensava a queste cose gli sfuggì una risatina un po' fuori luogo, ma non nella misura tale da attirare sguardi di disapprovazione dalle persone lì intorno.

Dopo essersi presentato con le altre due studentesse, Tatsuya decise di soddisfare la sua banale curiosità.


“Per caso venite tutte dalla stessa scuola media?”

“No, ci siamo appena conosciute.”


Lo sguardo sorpreso di Tatsuya potrebbe essere stato un po' strano, però Erika iniziò a ridacchiare mentre spiegava.


“Non sapevo dov'era il posto e stavo fissando il tabellone informativo, questo è quando Mizuki mi ha chiamato.”

"...tabellone informativo?”


Che strano, pensò Tatsuya. I dati per la cerimonia d'ingresso della scuola, inclusa la posizione dell'auditorium, erano stati inviati a tutti i nuovi studenti. Usando il LPS (Sistema di Posizionamento Locale), una funzione standard in un terminale mobile, anche se un nuovo studente non avesse letto il tabellone informativo, o non si fosse ricordato qualcosa, non si sarebbe dovuto perdere.


“Noi tre non abbiamo portato i nostri terminali mobili.”

“Beh, i modelli a schermo virtuale sono vietati e avevo la guida per la cerimonia d'ingresso memorizzata nel mio.”

“Siamo riusciti ad entrare in questa scuola per il rotto della cuffia, non avrebbe senso farsi riconoscere già alla cerimonia d'ingresso della scuola.”

“Sinceramente, io ho dimenticato il mio.”

“Così questo è il motivo per te, eh...”


Non poteva accettarlo. É la cerimonia d'ingresso della tua scuola, almeno verifica la posizione della sede prima di venire, pensò onestamente tra sé e sé, ma non disse una parola.

Non c'era bisogno di creare problemi inutili. Pensando questo, Tatsuya si trattenne.


◊ ◊ ◊


Il discorso di apertura di Miyuki fu eccezionale, come previsto.

A Tatsuya non passò mai nemmeno per l'anticamera del cervello che la sua sorellina potesse sbagliare, balbettare o in qualche modo fallire una cosa del genere.

Anche se era stata un po' troppo entusiasta e aveva aggiunto un paio frasi piuttosto pericolose come ”tutti uguali”, “come un solo corpo”, “tralasciando la magia” o “in modo integrato”, era riuscita a dirle in modo tale da non farle sembrare spinose.

La sua apertura, l'innocenza, la modestia, oltre alla sua bellezza, avevano catturato il cuore non solo delle matricole, ma anche degli studenti più grandi.

Miyuki sarebbe stata probabilmente al centro dell'attenzione a partire dal giorno successivo.

Il che non era una cosa insolita.

Per gli standard della società, si sarebbe potuto chiamare Tatsuya un siscon dal modo in cui la coccolava. Avrebbe voluto elogiarla immediatamente, ma purtroppo subito dopo la cerimonia c'era la consegna dei badge studenteschi.

Dal momento che i singoli badge non erano già pronti, ogni persona sarebbe dovuta andare in un certo posto per farvici inserire personalmente i propri dati. La procedura poteva essere completata in qualunque sportello fossero andati, ma lì, un muro apparve spontaneamente nel cuore di Tatsuya.

Miyuki senza dubbio aveva saltato questo passaggio; come rappresentante delle matricole gli era probabilmente già stato conferito il badge.

E proprio ora, nel bel mezzo dei visitatori e della folla di studenti.


“Shiba-kun, in che classe sei?”


Erika, con una faccia che non riusciva a nascondere la sua eccitazione, chiese a Tatsuya, che era l'ultimo nella fila del gruppo (in altre parole, stava praticando il detto 'prima le signore').


“Classe E.”


Sentendo la risposta di Tatsuya.


“Yay! Siamo nella stessa classe.”


Erika saltellò allegramente, sembrava che stesse esagerando ma,


“Anch'io sono nella stessa classe.”


Anche se non saltellava come Erika, anche Mizuki aveva la stessa espressione di felicità, quindi era probabilmente una reazione naturale per le matricole.


“Io sono in classe F.”

“Io in G.”


Anche così, non era come se le reazioni delle altre due fossero fredde e insensibili. Dopo tutto, erano di ottimo umore per via dell'iscrizione al liceo.

Quella scuola aveva otto classi del primo anno, e ogni classe aveva venticinque studenti.

In questo senso, erano uguali.

I Weed, che nessuno si aspettava "sbocciassero", venivano messi nelle classi dalla E alla H; i Bloom invece, che sarebbero dovuti sbocciare in grandi fiori, non erano mai mischiati con i Weed.

Le due ragazze che erano state assegnate a classi diverse andarono per la loro strada. Sembrava che le due si fossero dirette verso le loro aule. Anche se le classi A-D e le classi E-H erano situate su diversi livelli, non sembrava che il loro entusiasmo fosse da meno.

Di certo non tutti gli studenti del Corso 2 sarebbero rimasti insieme in un unico gruppo.

Vi era anche un certo numero di loro che avrebbero camminato a testa alta, orgogliosi di essere entrati in una scuola di buona reputazione, dato che la scuola era classificata tra le prime del paese anche in aree non riguardanti la magia.

Le due ragazze probabilmente erano andate in cerca di nuovi amici tra i loro futuri compagni di classe.


“Che cosa facciamo? Andiamo anche noi a dare un'occhiata alla nostra aula?”


Chiese Erika alzando lo sguardo verso Tatsuya. Anche se Mizuki non disse nulla, stava probabilmente guardando Tatsuya pure lei.

Fatta eccezione per alcune scuole che seguivano le antiche tradizioni, il sistema "homeroom"[2] non esisteva più

Le circolari amministrative non avevano bisogno di essere consegnate una a una, e poi non c'era budget extra da spendere in tali risorse umane; di conseguenza, le circolari venivano distribuite attraverso i terminali presenti in tutta la scuola.

Un sistema che prevedeva un terminale per uso scolastico assegnato ad ogni individuo esisteva già da decenni.

Fatta eccezione per istruzioni individuali o lezioni pratiche, quasi tutto era fatto utilizzando i terminali.

Se fosse stata necessaria più attenzione, i consulenti che avevano esperienza in molteplici discipline sarebbero stati assegnati alla scuola.

Quindi, il motivo per avere delle classi era per la comodità delle lezioni pratiche e di prova. Quando le lezioni pratiche o gli esperimenti si concludevano in tempo avevano bisogno di un posto per contenere un certo numero di persone. (Nonostante ciò la detenzione era un affare giornaliero.)

Inoltre, l'uso dei terminali personali avevano reso delle cose veramente convenienti.

Non importava la formazione o le origine degli studenti, una volta che avessero trascorso molto tempo nella stessa stanza, si sarebbero mescolati tra loro in modo naturale.

Facendo a meno del sistema "homeroom", i legami tra i compagni di classe tendono a rafforzarsi.

In ogni caso, andare in classe era il modo più veloce per fare nuove amicizie, ma Tatsuya scosse la testa all'invito di Erika.


“Mi dispiace. Devo incontrarmi con mia sorella minore.”


Non c'erano lezioni per loro né ulteriori comunicati per oggi.

Tatsuya aveva un accordo con Miyuki di tornare insieme subito dopo che le procedure fossero state completate.


“Heehh… Se è la sorella minore di Shiba-kun allora dev'essere davvero carina, vero?”


Sentendo i mormorii e le domande di Erika, Tatsuya non sapeva come risponderle.

Se è sua sorella allora dev'essere carina... cosa intende? pensò Tatsuya. Sentiva di non riuscire a collegare bene causa ed effetto.

Per fortuna, non aveva davvero bisogno di sforzarsi per rispondere.


“Non è che tua sorella è... il rappresentante delle matricole, Shiba Miyuki-san?”


Dal momento che Mizuki aveva fatto una domanda più primitiva.

Questa volta non c'era bisogno di esitare. Un cenno del capo di Tatsuya fu sufficiente per dare risposta alla domanda.


“Eh? Davvero? Quindi siete gemelli?”


La domanda di Erika era naturale, una domanda che Tatsuya aveva sentito mille volte.


“Mi è stato chiesto spesso, ma non siamo gemelli. Io sono nato ad aprile, mentre lei è nata a marzo. Se io fossi nato un mese prima o lei un mese più tardi, allora non saremmo nello stesso anno scolastico.”[3]

“Hmm… Credo che le cose siano davvero complicate eh?”


Con una sorella minore che era un prodigio nello stesso anno scolastico, era destinato a essere complicato, ma Erika lo chiese senza cattive intenzioni. Tatsuya sorrise e lasciò perdere la domanda.


“A parte questo, è sorprendente che tu l'abbia notato. Shiba non è un nome di famiglia raro, dopotutto.”


Sentendo la domanda di Tatsuya, le due ragazze sorrisero debolmente.


“No, no, è abbastanza raro.”


Tuttavia, il modo in cui lo disse dava una sensazione molto diversa, in contrasto con il sorriso di Erika, che aveva un che di beffardo.


“Avete lineamenti simili.”


Il sorriso riservato di Mizuki parve mancare di confidenza.


“Ci assomigliamo? Davvero?”


Tatsuya non si voltò alle parole di Mizuki. Così come quelle di Erika, anche le parole di Mizuki gli sembrarono irreali.

Anzi, non poteva crederci.

Anche se non si fossero cercati i lati positivi in Miyuki, era comunque una ragazza di rara bellezza, anche senza tutti i sui talenti superflui, solo il fatto di essere lì l'avrebbe posta al centro dell'attenzione. Un idolo nato, no, una stella.

Guardando sua sorella poteva capire che il detto “Dio non concede due doni”, era una bugia sgradevole.

Al contrario, ch'egli fosse al di sopra della norma o sopra la media? Tatsuya valutò se stesso.

Durante le scuole medie, benché sua sorella avesse ricevuto più volte lettere d'amore (a Tatsuya apparivano come lettere di fan), Tatsuya non ne aveva mai ricevute.

Anche se solo in parte, avevano ereditato gli stessi geni, ma persino Tatsuya aveva dubitato più di una volta se fossero davvero consanguinei.


“Se la metti così… uhm, vi assomigliate. Anche Shiba-kun è piuttosto figo. Sembra come se i vostri lineamenti non possano assomigliarsi più di così.”


Mizuki annuì in accordo con la risposta di Erika.


“ 'Figo' hai detto, da che secolo hai tirato fuori questo termine? ...e non significa che se togli il mio viso non ci assomigliamo per niente?”


Tenendo conto dei sentimenti, le parole di Erika forse erano un po' difficili da capire, ma a quanto pare non erano solo le loro facce a essere simili.


”Non è questo. Hmm, come dire...”


Sembrava che Erika stessa non riuscisse a esprimere bene quello che pensava.

Se non fosse stato per l'aiuto di Mizuki, probabilmente sarebbe rimasta a pensarci ancora per un po'.


“È la tua aura, i vostri lineamenti dignitosi si assomigliano, come previsto da due fratelli.”

“Proprio cosi! L'aura, è la tua aura.”


Schiaffeggiando il suo ginocchio, Erika annuì con forza.

Questa volta, era il turno di Tatsuya di sorridere ironicamente.


“Chiba-san… sei una persona che si lascia facilmente trasportare dalle emozioni eh?”


Una che si lascia trasportare facilmente dalle emozioni? Sei così crudele.. Lei iniziò a protestare e lui la lasciò fare. Dal suo tono si capiva che Erika non era veramente arrabbiata al suo commento.


“A parte questo, Shibata-san, è incredibile che tu l'abbia capito dalla nostra aura… devi avere davvero un'ottima vista.”


Ma fu Erika che si intromise con un tono profondo.


“Eh? Guarda che Mizuki porta gli occhiali.”

“Non voglio dire questo. Inoltre, gli occhiali di Shibata-san non sono graduati, giusto?”


Eh? Erika guardò gli occhiali di Mizuki con un'espressione perplessa.

Dietro le lenti, Mizuki spalancò gli occhi e il suo sguardo si indurì.

Era sorpresa di essere stata scoperta, o era mortificata che il suo segreto era stato svelato? Qualunque cosa fosse, a Tatsuya non sembrava che avesse grande importanza per lei.

Quanto al perché lo avesse guardato a quel modo, non ebbe l'occasione di chiedere.

Il tempo era agli sgoccioli. Ed era probabilmente meglio così, per il momento.


◊ ◊ ◊


“Onii-sama, scusa per l'attesa.”


Tatsuya e gli altri, che parlavano in un angolo vicino all'uscita dell'auditorio, udirono la voce della persona che lui stava aspettando.

Miyuki scivolò fuori dalla folla di studenti che la circondava.

Inizialmente, Tatsuya sentiva che sua sorella fosse un po' in anticipo, ma pensando al suo carattere, era probabilmente il momento giusto.

Miyuki non era una persona restia a socializzare, ma era innegabile che non sopportasse lusinghe e complimenti. Si potrebbe definire un atteggiamento infantile, ma sin da giovane età era stata subissata di lodi, e non erano stati affatto pochi i momenti in cui i complimenti erano stati circondati da un alone di gelosia e invidia. Se si pensa a questo, allora era abbastanza comprensibile che fosse un po' sospettosa dell'adulazione che riceveva. Si potrebbe dire che quel giorno stava tollerando piuttosto bene.

Sei stata veloce era quello che aveva intenzione di dire quando si sarebbe voltato verso di lei, ma anche se le parole rimasero le stesse, la sua intonazione si trasformò in domanda.

Dietro colei che stava aspettando, vi era una persona che non si aspettava di vedere.


“Ciao Shiba-kun, ci incontriamo ancora.”


In risposta a quell'amabile, disarmante sorriso e a quelle parole, Tatsuya chinò la testa in silenzio.

Nonostante il suo inadeguato riconoscimento alla cortesia di lei, il sorriso del Presidente del Consiglio Studentesco, Saegusa Mayumi, non gli diede un minimo di tregua. Forse si trattava di un qualche tipo di faccia da poker, o forse era una cosa innata in questa ragazza più grande; quale fosse la risposta, avendola appena conosciuta, Tatsuya non avrebbe saputo dirlo.

Ma, più che la strana risposta del fratello maggiore al Presidente del Consiglio Studentesco, Miyuki sembrava disturbata dalle due ragazze accanto al fratello.


“Onii-sama, loro sono?”


Prima di spiegare la propria situazione sul perché non fosse sola, Miyuki era alla ricerca di una spiegazione sul perché Tatsuya non fosse solo. Anche se un po' sorpreso per il tono rude, non aveva nulla da nascondere, quindi Tatsuya rispose immediatamente.


“Questa è Shibata Mizuki-san. E questa è Chiba Erika-san. Siamo nella stessa classe.”

“Capisco… Non è troppo presto per appuntamenti con i tue compagne di classe?”


Con la sua adorabile testa inclinata di lato, l'espressione di Miyuki pareva dire non che abbia qualcosa in contrario. Tuttavia, i suoi occhi non sorridevano, nonostante le sue labbra avessero formato un sorriso degno di una dama, .

Oh dio, oh dio, pensò Tatsuya.

A quanto pare era stata bombardata con lusinghe da ogni dove subito dopo la cerimonia, rendendola nervosa e causandole un sacco di stress.


“Non c'è modo che possa accadere giusto, Miyuki? Stavamo solo chiacchierando in tua attesa, e il tuo atteggiamento nei loro confronti è alquanto scortese, lo sai?”


La faccia imbronciata di sua sorella gli sembrava carina, ma non presentarsi dopo essere stata introdotta alle ragazze, dinnanzi ad altri studenti per di più, non poteva certo giovare alla sua reputazione. Vedendo lo sguardo di rimprovero di Tatsuya, la rassegnazione balenò per un attimo sul suo viso, dopo di che Miyuki sorrise in modo ancora più gentile.


“Buon giorno, Shibata-san, Chiba-san, sono Shiba Miyuki. Sono anch'io una matricola come Onii-sama, quindi sono nelle vostre mani.”

“Sono Shibata Mizuki. Anch'io, spero di essere nelle tue cure.”

“Piacere di conoscerti. Puoi chiamarmi semplicemente Erika. Posso chiamarti Miyuki?”

“Sì, per piacere. Sarebbe difficile distinguere tra me e mio fratello solo dal cognome.”


Le ragazze si presentarono nuovamente.

La presentazione tra Miyuki e Mizuki sembrava appropriata per due persone che si erano appena conosciute. Ma Erika era stata fin dall'inizio sorprendentemente (se questo e il modo giusto di dirlo) amichevole.

Solo Tatsuya, però, era sconcertato dai modi sfacciati di Erika.

Dal cenno che fece, pareva che Miyuki non fosse assolutamente turbata dal comportamento un po' troppo familiare di Erika.


“Ah-ha, Miyuki, dal tuo aspetto non mi aspettavo che fossi così socievole.”

“Tu invece sei tanto aperta quanto sembri. È un piacere di conoscerti, Erika.”


Dopo essere stata esasperata da tutte quelle lusinghe e complimenti, era comprensibile che avrebbe gradito l'atteggiamento sincero di Erika, ma sembrava che entrambe avessero in qualche modo acquisito una comprensione reciproca più profonda. Anche se Tatsuya non poteva fare a meno di sentirsi escluso, non era una buona cosa rimanere fermi lì: al momento non stavano ostacolando nessuno, dato che la folla presente era il gruppo che era venuto con sua sorella, ma proprio per questo, se fossero rimasti ancora lì avrebbero intralciato chi avesse voluto passare.


”Miyuki, hai finito i tuoi affari con il Consiglio Studentesco? Se hai ancora da fare, posso andare ad ammazzare il tempo da solo nel frattempo.”

"Non preoccuparti."


Non fu Miyuki a risponderli, ma la ragazza che l'aveva accompagnata.


“Oggi sono qui solo per salutare. Dunque Miyuki-san... ah, posso chiamarti anch'io così?”

“Oh, certamente.”


Miyuki annui alla domanda di Mayumi, e il suo sorriso senza riserve fu sostituito da un'espressione solenne.


“Bene. Allora Miyuki-san, riprenderemo un altro giorno.”


Mayumi salutò sorridente e si diresse fuori dall'auditorium. Uno degli studenti che la aveva accompagnata però la chiamò e la fermò. Sul suo petto, fiorendo con orgoglio come se fosse una cosa naturale, vi era l'emblema del fiore ad otto petali.


“Ma Presidente, per quanto riguarda il nostro programma…”

“Non abbiamo preso appuntamento in anticipo, quindi se ha già un altro impegno dovrebbe dare priorità a quello, no?”


Lo studente sembrava voler insistere, ma venne fermato dallo sguardo di Mayumi, che poi si voltò e fece un significativo sorriso a Tatsuya e Miyuki.


“Bene. Allora io prendo congedo Miyuki-san. Shiba-kun, mi piacerebbe fare una chiacchierata con te uno di questi giorni.”


Dopo averli salutati nuovamente, Mayumi se ne andò. Dopo di che, lo studente di prima si voltò e fissò così intensamente Tatsuya che si sarebbe potuto sentire la sua lingua schioccare.


◊ ◊ ◊


“...allora, ci avviamo?”


Nonostante si fosse appena iscritto a scuola, era già riuscito a provocare il disappunto non solo dei senpai, ma anche dei membri del Consiglio Studentesco, anche se la cosa era completamente al di là del suo controllo. Naturalmente, non avrebbe avuto una vita tranquilla e regolare in cui potesse rimuginare su cose del genere. Pur avendo solo sedici anni di esperienza di vita, Tatsuya aveva già sperimentato negatività di tale livello.


“Mi dispiace Onii-sama. A causa mia, le persone stanno avendo una cattiva impressione…”

“Non è niente per cui tu debba scusarti.”


Senza lasciare che Miyuki, angosciata, finisse di parlare, Tatsuya le mise una mano sul capo. Mentre le accarezzava i capelli, il viso di lei si tinse velocemente di un rosso acceso. Per chiunque li osservasse, questa coppia di fratelli sembrava essere in prossimità di un confine pericoloso, ma avendoli appena conosciuti, Mizuki ed Erika trattennero le loro osservazioni e non dissero nulla al riguardo.


“Beh, visto che siamo tutti qui, perché non andiamo a berci una tazza di tè?”

“Ottima idea! Sembra che ci sia una buona pasticceria qui vicino.”


In altre parole, si trattava di un invito all'ora del tè.

Non c'era bisogno di chiedere se le loro famiglie lì stavano aspettando.

Chiedere una cosa del genere sarebbe probabilmente una considerazione inutile. Era lo stesso per Tatsuya e Miyuki.

A parte questo, Tatsuya aveva altro da chiedere. Era davvero una cosa da nulla, ma avrebbe continuato a rimuginarci sopra se non l'avesse chiesto.


“Non sapevi dove si teneva la cerimonia d'ingresso, ma sai di una pasticceria nei dintorni?”


Forse era una domanda un po' canzonatoria.


“Ovviamente! Si tratta di una cosa importante, non credi?”


Ma Erika annuì con fiducia, senza la minima esitazione.


“'Ovviamente', eh…?”


La sua ammissione divenne un gemito. Ma, come se non fosse affar suo, Tatsuya pensò che qualcun'altro ne avrebbe ricevuto le conseguenze.


“Onii-sama, che ne pensi?”


Ma sembrava che Tatsuya fosse l'unico scioccato del commento avventato di Erika.

Anche Miyuki non sembrava aver prestato attenzione alla mancanza di buon senso nel dare priorità a una pasticceria invece che alla sede della cerimonia. Anche se bisogna dire che Miyuki non era a conoscenza dei dettagli di tutta la storia.


“A me va bene. Dopo tutto ci siamo appena conosciuti. Sia che si tratti dello stesso anno, o dello stesso sesso, un amico in più è sempre un bene.”


Anche se disse così, non aveva riflettuto molto sulla sua risposta affermativa. Non c'era nessuna questione particolarmente urgente che attendeva entrambi a casa. Inoltre, Tatsuya aveva già programmato di trascorrere il pomeriggio da qualche parte per festeggiare l'iscrizione di sua sorella minore prima di tornare a casa.

Dal momento che era una frase spontanea, rifletteva il suo vero pensiero.

Apparentemente consapevoli che questo era il suo vero modo di parlare, Erika e Mizuki risposero in questo modo.


“Shiba-kun dico, quando si tratta di Miyuki, non ci pensi su troppo profondamente…”

“Ti sta veramente a cuore tua sorella, non è vero?”


Che si trattasse di un complimento o di un commento di muto stupore, dinnanzi a quei due sguardi, Tatsuya non poté che rimanere in silenzio con un'espressione amara.


◊ ◊ ◊


La “pasticceria” dove li portò Erika era in realtà una “caffetteria francese con dessert”; pranzarono lì e passarono un po' di tempo a chiacchierare allegramente (erano le tre ragazze che parlavano, Tatsuya stava soltanto ascoltando), e quando arrivarono a casa, era quasi sera.

Non vi era nessuno ad accoglierli.

La casa, che di gran lunga superava le dimensioni medie, sembrava per lo più abitata soltanto da Tatsuya e Miyuki.

Tatsuya tornò nella sua stanza e per prima cosa si tolse la divisa. Non pensava che un tale 'mantello improvvisato' potesse avere su di lui un effetto così forte, ma dopo essersi tolto la giacca che era stata creata intenzionalmente per sembrare 'diversa', si sentì un po' più leggero. Fece schioccare la lingua a questi suoi sentimenti e finì rapidamente di cambiarsi.

Mentre si stava rilassando nel soggiorno, Miyuki, che aveva finito di cambiarsi, scese dalla sua stanza.

Anche se i tessuti avevano fatto grandi progressi, i design d'abbigliamento erano rimasti in gran parte uguali a cento anni prima.

Con le belle gambe scoperte sotto la minigonna in stile da inizi del secolo, Miyuki gli si avvicinò.

Per qualche ragione, sua sorella tendeva a vestirsi in maniera più scollata a casa. Anche se sembrava essere più o meno abituato, la sua femminilità notevolmente aumentata dalla scelta di vestiario spesso causava a Tatsuya incertezza su dove posare lo sguardo. (NT: guardala dove ti pare, idiota. È tua sorella, anche se fosse nuda non dovrebbe suscitarti alcuna reazione.)


“Onii-sama, vuoi qualcosa da bere?”

“Buona idea, un caffè se puoi.”

“Certo.”


Mentre si dirigeva verso la cucina, la morbida coda di capelli oscillava dietro la sua schiena snella. Era per evitare che i capelli interferissero con il suo lavoro in cucina, ma dal bel collo che era normalmente nascosto dai lunghi capelli, si propagava una bellezza inesprimibile.

In un paese avanzato dove l'uso di Robot Automatici Casalinghi (HAR)[4] erano molto diffuse, le donne e gli uomini che si occupavano del lavoro in cucina erano una minoranza. C'erano poche persone che cucinavano in generale: nessuno si tostava il pane o preparava il caffè con le proprie mani, a meno che non fosse un hobby. (NT: Lazzaroni)

E Miyuki apparteneva a questa minoranza.

Non era perché non sapeva usare le macchine.

Quando degli amici venivano a trovarli lasciava tutto al HAR.

Ma quando si trovava da sola con Tatsuya, voleva fare da sè.

Il suono dei chicchi che venivano macinati e dell'acqua che bolliva raggiunsero debolmente le orecchie di Tatsuya.

Si poteva dire che lei fosse abbastanza esigente al punto da utilizzare la semplice carta da filtraggio[5], invece di usare un vecchio modello di macchina per il caffè[6].

Aveva provato a chiederglielo una volta, ma la sua risposta fu che preferiva farlo in quel modo, quindi probabilmente era davvero un hobby per lei. Ricordò anche il momento in cui lui le aveva chiesto se fosse un suo hobby, ma lei lo aveva fissato con un'espressione imbronciata.

In ogni caso, il caffè preparato da Miyuki si adattava meglio al gusto di Tatsuya.


“Onii-sama, ecco qui.”


Posò la tazza sul tavolino, ci girò intorno e si sedette accanto a lui.

Il caffè sul tavolo era nero, mentre quello che aveva lei conteneva del latte.


“Ha davvero un buon sapore.”


Non era necessario fare altri complimenti.

Bastò quello a farla sorridere.

Poi, scrutando il volto soddisfatto di suo fratello maggiore con occhi sorridenti, uno sguardo di sollievo affiorò sul suo viso mentre portava la sua tazza alla bocca. Quella era la solita Miyuki.

Con questo, i due assaporarono il loro caffè.

Nessuno dei due iniziò una conversazione forzata.

Non erano turbati dalla presenza dell'altro al loro fianco.

I tempi di quando si sentivano in imbarazzo per i lunghi silenzi erano stati da tempo superati.

Gli argomenti di cui potevano parlare erano molti. Oggi vi era stata la cerimonia d'ingresso della scuola, avevano fatto nuove amicizie e, per qualche motivo, si erano imbattuti in senpai preoccupanti. Inoltre, come previsto, Miyuki era stata invitata a entrare nel Consiglio Studentesco. Le cose che si potevano ricordare e quelle che potevano essere discusse erano troppe per una sola notte.

Ma di fronte ai due fratelli, nella loro casa, vi erano solo tazze che venivano inclinate in silenzio.


“È quasi ora di preparare la cena.”


Con la tazza vuota in mano, Miyuki si alzò in piedi. Consegnando la sua tazza alla mano tesa della sorellina, anche Tatsuya si alzò.

La serata divenne notte come di consueto per i due fratelli.


Note e Riferimenti[edit]

  1. Il numero in Chiba (千葉) è Sen (千), che significa mille.
  2. Homeroom è l'aula dove si fa l'appello prima che gli studenti vadano ognuno a seguire una diversa lezione. È un sistema presente anche negli Stati Uniti, ma inesistente in Italia, dove gli studenti restano nella stessa aula e sono gli insegnanti a spostarsi.
  3. Tatsuya è di 11 mesi più grande di Miyuki. Università a parte, in Giappone l'anno scolastico inizia ad aprile e finisce a marzo dell'anno successivo e l'ingresso a scuola è determinato dall'età dello studente prima dell'inizio del nuovo anno scolastico. Siccome è in uso il calendario Gregoriano, nello stesso anno possono esserci studenti di età anagrafiche diverse.
  4. Home Automation Robot.
  5. Si parla del "Drip Brewing", ossia il caffé filtrato/all'americana, dove la polvere di caffè viene posta sopra uno speciale tipo di carta e appoggiato sulla tazza. Dopo di che viene versata acqua bollente sopra e ciò che filtra nella tazza è "caffè".
  6. Anche qui, non si intende una moka, ma una macchina per fare il caffè all'americana. Miyuki semplicemente preferisce farlo a mano.


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