Suzumiya Haruhi ~ Italian Version:Volume 3 Mystérique Sign.

From Baka-Tsuki
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Non c’era da meravigliarsi, Haruhi si era già ripresa dal suo stato malinconico durante la sessione d’esami di fine semestre e ancora una volta stava facendo quel che le pareva.

Per quel che mi riguardava, sembrava che il colore blu risultato da quella reazione mi fosse passato in mano come un testimone da staffetta, ed ero al culmine della disperazione. Ogni foglio degli esami che veniva distribuito mi faceva stare sempre peggio. Probabilmente anche Taniguchi condivideva la mia stessa malinconia. Negli esami di metà semestre, eravamo come due commilitoni che volavano proprio al limite dell’altitudine minima consentita, anche quando il radar col suo segnale rosso del fallimento ci aveva sicuramente individuato. Una persona è un animale che vuole accanto qualcuno che sia stupido almeno quanto lui. Ti senti più a tuo agio se ti sono vicini. D’altra parte non è assolutamente il caso di vedere qualcun altro rilassato.

Chi faceva il test dietro di me era Haruhi, in qualche modo aveva sempre del tempo libero. Di solito circa trenta minuti prima che il tempo concessoci finisse, ti accorgevi che stava dormendo sul banco.

Che fastidio.

Tutte le attività dei club erano sospese durante gli esami, ma visto che per qualche motivo la SOS Dan era sempre aperta durante tutto l’anno, riaprire i battenti in un giorno simile era del tutto normale, anche se nessuno ce lo aveva chiesto, fu lo stesso il giorno prima e quello prima ancora.

In apparenza, il regolamento scolastico non veniva imposto alle attività della SOS Dan. Naturale, dato che si era trattato di un errore sin dall’inizio. Considerato che questa brigata enigmatica non era nemmeno un club o altro, non aveva importanza. Questa era la linea di Haruhi.

Come l’altro giorno. Anche se mi ero appena riuscito ad invogliarmi al massimo a studiare, in quel preciso istante, Haruhi mi trascinò afferandomi per la manica nell’aula del club.

“Dai un attimo un occhio a questo.” disse, indicando lo schermo del computer che aveva depredato ad un altro club un pò di tempo fa.

Non potevo sfuggire, così guardai. Il software del montaggio grafico mostrava uno scarabocchio incomprensibile. Sembrava un verme solitario ubriaco che rotolava nel suo drink all’interno di un cerchio; non avevo idea di che cosa avrebbe dovuto rappresentare. Non sapevo cos’altro pensare, se non che fosse stato disegnato da un bambino dell’asilo.

“Cos’è?” dissi schiettamente.

Immediatamente mi rispose Haruhi con la bocca che sembrava il becco di un anatra: “Non ci arrivi?”

“No, per niente. Il test di giapponese di oggi era più semplice da capire, rispetto a questo.”

“Di che parli? Quel test era talmente semplice che anche la tua sorellina avrebbe potuto ottenere il punteggio massimo.”

Le sue parole iniziavano davvero ad irritarmi.

“Questo è il mio stemma per la SOS Dan!” rispose con il viso che risplendeva orgoglioso, come se avesse appena ultimato qualcosa di straordinario.

“Stemma?, dissi

“Sì, stemma.” disse Haruhi.

“Questo? Nessun altro se non un aspirante capoufficio, che trascorre due mesi interi di vacanza a girare per night club tutta la notte, e che ritorna sui i suoi passi completamente ubriaco, potrebbe capirlo.”

“Guardalo più da vicino. Vedi, c’è scritto SOS Dan qui in mezzo, giusto?”

Ora che me lo dici, non è che proprio non riesca a vedere che sembri che sia così, ma esiterei un attimo ad urlare in giro troppo forte che non è che non lo vedo.

Bene dunque allora quante negazioni ho messo di fila? Non credo di farcela da solo, quindi se qualcuno se la sente, le conti al posto mio.

“Sei l’unico ad avere così tanto tempo libero! E non hai comunque intenzione di impegnarti nello studio.”

Traboccavo di ansia fino ad un momento fa. Ma ora che ci penso, hai perfettamente ragione. “Pensavo di metterlo nella home page della SOS Dan.”

A proposito, ce l’abbiamo una cosa del genere. Ma è un misero sito, senza altro che una home page.

“Non abbiamo avuto altre visite. Che vergogna! E non abbiamo nemmeno ricevuto delle e-mail misteriose. E’ perché ti ci sei messo tu di mezzo! Pensavo di usare delle foto erotiche di Mikuru per attirare dei clienti.”

Le passionali foto di Asahina in costume da cameriera sono tutte mie, e non intendo condividerle con nessun altro. Questa non è senz’altro una di quelle cose al mondo che si possono comprare con i soldi.

“E’ vero che hai fatto questo sito, ma è veeeeramente noioso, non credi? Non c’è davvero nulla che lo animi. Così mi sono detta, ‘perché non metterci qualcosa tipo uno stemma della SOS Brigade?” Su avanti muoviti e toglilo dalla rete. Mi dispiace pensando alle persone che visiteranno questo stupido sito per sbaglio. Dato che non ha contenuti, non c’è nulla da aggiornare. Tutto ciò che offre è un immagine che diceva “Benvenuti nel sito della SOS Dan!”, un indirizzo e-mail e un contatore per gli accessi. Quel contatore non ha nemmeno raggiunto le tre cifre, ed il 90% degli accessi sembrerebbero essere solo quelli di Haruhi.

Mentre guardavo il sito casereccio apparso nella finestra del browser che Haruhi aveva lanciato, chiesi: “Perchè non scrivi dei resoconti periodici? Non è forse compito del comandante presentare un diario di bordo? Anche il capitano di una navicella spaziale ne tiene uno.”

“Non se ne parla, che rottura!”

Lo sarebbe anche per me. Descrivere un giorno qui, vorrebbe dire scrivere cose come il genere di libro che leggeva Nagato , come Koizumi vinceva una partita a Gomoku Narabe, [Il Gomoku è un gioco tradizionale giapponese, solo lontanamente imparentato col gioco del Go (di cui utilizza tavoliere e pedine); le sue regole, infatti, sono differenti e molto più semplici e viene giocato, secondo il Bell (vd. Board and Table Games from Many Civilizations), "principalmente da bambini, donne, e turisti occidentali". È un classico gioco di allineamento, come il Filetto o il moderno Forza 4, ed ha anche una variante più complessa, detta Renju.] come anche oggi Asahina fosse graziosa, e come Haruhi stava seduta tranquillamente con la bocca chiusa. Dopo aver scritto cose tanto banali, non penso proprio che la lettura risulterebbe loro divertente. Perciò mi asterrò dal fare qualcosa che non sarebbe comunque piacevole per gli altri.

“Okay, Kyon. Fai in modo di visualizzare questo stemma in alto sulla home page.”

“Arrangiati.”

“Non so come fare!”

“Trova il modo. Non imparerai mai se continui a dipendere dagli altri.”

“Sono il capo! Ed è compito del capo dare le direttive. Dopo tutto se facessi tutto io, voi altri non avreste niente da fare, giusto? Dovresti usare un po’ di più il cervello. Non migliorerai come persona se fai solo quel che ti si dice.”

Mi stai dicendo di farlo o di non farlo? Cosa vuoi dire? Parla giapponese correttamente.

“Avanti, fallo e basta! Non prenderti gioco di me con questi giri di parole. Dovresti ringraziare di avere così tanto tempo libero come i greci, prima dell’Anno Domini. Avanti, datti una mossa!”

Più a lungo ero costretto a sentire la voce di Haruhi, che era come un corvo chiassoso che cantava all’alba, più mi facevano male le orecchie, quindi aprii riluttante l’editor HTML, presi l’immagine del Mastro Artista Haruhi, che sembrava disegnata da un bambino con molto tempo da perdere, la ridussi alla dimensione adatta, la incollai in un file e feci l’upload senza cambiare altro.

Ricaricai la pagina per verificare l'aggiornamento. Sembrava che l’inutile emblema della SOS Dan avesse lasciato correttamente il segno su internet. Diedi un occhiata al contatore delle visite e, come mi aspettavo, il numero era ancora a due cifre. Sarebbe stato meglio se nessun’altro oltre ad Haruhi avesse visto il sito. Non volevo si sapesse in giro che la persona che aveva creato una simile scempiaggine fossi io.


Alla fine della giornata, il primo semestre in qualche modo si era concluso, e con esso anche i giorni che avevano protratto la mia malinconia, da quel momento sarebbe iniziato un momentaneo riposo. Il nome di questo riposo era detto tregua dagli esami. Questo periodo preparatorio sarebbe durato fino alle vacanze estive e, nel mentre, i professori avrebbero segnalato che tutti i miei test erano andati male.

Dannazione, che seccatura.

Sentendomi sia depresso che irritato, i miei passi mi guidarono al club di letteratura, diventato il rifugio della SOS Dan. Almeno avrei potuto guardare Asahina e ritrovare un pò di pace.

Nagato che leggeva un libro in silenzio, Koizumi sorridente, mentre risolveva da solo un difficile quesito a Shogi, Asahina che ci aspettava col suo costume da cameriera, Haruhi che diceva, gracchiava, urlava o strillava qualcosa di incomprensibile, ed io che dovevo sorbirmi i suoi discorsi noiosi, erano gli elementi caratteristici di quei giorni.

Di recente non era successo nulla, ma mi sentivo così sin dall’inizio.

Sentendomi sprofondare, bussai alla porta.

Sperando di sentire un “Si~?” con la cadenza di Asahina, ciò che uscì dalla stanza fu invece, “Entra!”

Era la voce non curante di Haruhi e, quando entrai, c’era solo lei.

Con i gomiti sul banco del comandante, stava facendo qualcosa col pc acquisito con la forza dal club di informatica.

“Oh, ci sei solo tu?”

“Anche Yuki è qui, sai?”

Certo, Nagato era ad un angolo del tavolo con un libro aperto, sembrava una statuina, come al solito. Era come una sorta di soprammobile dell’aula, perciò non c’era bisogno di contarla. Non si era preoccupata di entrare nella SOS Dan, ed era infatti ufficialmente un membro del club di letteratura. Ma pensai di dovermi correggere.

“Oh, ci siete solo tu e Nagato?”

“E’ vero, hai qualcosa da ridire? Se è così, ti ascolterò, dato che qui sono il capo, dopo tutto.”

Se dovessi elencare le lamentele che ho nei tuoi confronti, riempirei entrambe le facciate di un foglio A4.

“Sono l’unica che dovrebbe essere delusa. Perché bussando a quel modo, credevo proprio che sarebbe entrato un cliente. Non confondermi, comportandoti come se lo fossi, ok?”

Ci sto attento, per evitare di entrare per errore mentre Asahina si sta cambiando.

Quell’affascinante ed incauta persona, non si ricorda quasi mai di chiudere la porta a chiave.

Dei clienti, come ti salta in mente? Dimmi un pò che razza di clienti verrebbero in quest’aula?

Dopodichè, Haruhi mi guardò con sdegno.

“Non ricordi?”

Un pensiero mi fece trasalire. Non stava parlando di quello che era accaduto tre anni fa dopo il Tanabata, vero?

“Sei tu il responsabile! E senza aver avuto prima la mia autorizzazione!”

A cosa stava alludendo?

“Hai attaccato tu il volantino sulla bacheca dei club della scuola.”

Oh, quello.

Tirai un sospiro di sollievo. Per fare in modo che il consiglio studentesco approvasse la SOS Dan, presentai dei piani di attività fittizie. Dopo aver concluso che un club di caccia ai misteri non sarebbe stato nemmeno preso in considerazione, potevamo appellarci al consiglio studentesco per permetterci di continuare la sua attività come ufficio di consulenza per problemi di vario genere. Se avessi detto una tale stupidaggine al consiglio esecutivo, saremmo stati sciolti all’istante. Ad ogni modo, ero già passato oltre l’aver fatto un volantino a mano. Non ricordavo esattamente cosa avevo scritto, ma penso qualcosa del tipo, “Accettiamo qualsiasi consulto.” Superato il problema, lo appesi ad una bacheca, vista per caso. Anche se qualcuno lo avesse notato, in ogni caso, supponevo che non sarebbe stato tanto pazzo da venire alla SOS Dan per esporre i suoi problemi ed avere un consiglio.

Era questa la risposta corretta al fatto che non avessimo ancora avuto nessun cliente, il che andava benissimo. Dunque, visto che Haruhi aveva ricordato una cosa simile, si aspettava davvero che qualcuno venisse?

Era ora di tornare a casa per oggi, ma forse era meglio rimanere ancora un pò. Se fosse arrivato uno studente che aveva davvero qualche strano problema, le cose si sarebbero complicate. In un angolo dei miei pensieri ci stavo riflettendo, e mentre Haruhi faceva girare il mouse, disse, “Comunque, guarda qua. C’è qualcosa di strano. Forse il pc si è rotto.”

Guardai dal lato attraverso i capelli di Haruhi. Quello che visualizzava lo schermo contro la sua volontà, era l’homepage della SOS Dan. Comunque era leggermente diversa da quella che avevo fatto io. Lo stemma scarabocchiato grossolanamente a mano da Haruhi era deformato come se fosse stato ristretto ed il contatore degli accessi ed il logo erano stati spazzati via. Cercai di ricaricarlo, ma non cambiò nulla. Sembrava che dei dati anomali lo avessero completamente coperto come fosse un mosaico.

“Non è il pc. Sembra che il file sul server sia rovinato.”

Non ci capivo molto di internet, ma sapevo che era per quello. Per caso, mi era venuto in mente di fare una copia del sito in modo da visualizzarla correttamente in internet.

“Da quand’è che fa così?”

“E chi lo sa? Ho solo controllato la posta negli ultimi giorni, quindi non ho guardato il sito. Era così quando l’ho aperto oggi. Da chi devo protestare?”

Non c’era bisogno di presentare una protesta. Il discorso era semplice. Strappai di mano il mouse ad Haruhi e ricaricai la pagina sul server, sovrascrivendo i dati con lo stesso nome. Provai a rivisualizzarlo…

“Hmm?”

Il sito rimase rovinato. Ci riprovai diverse volte, ma il risultato fu lo stesso. Sembrava che mi fossi beccato il bug “perdita di controllo del pc”.

“Non è strano? Forse sono quelli là, quelle storie che ho sentito sugli hacker o i cracker di cui parla la gente?”

“Non è possibile.” negai.

E' difficile pensare che ci sia qualcuno con così tanto tempo libero da andare a craccare un sito che non è linkato da nessuna parte e che nessuno guarda mai. Probabilmente è un qualche tipo di errore.

“Che fastidio! Forse qualcuno sta facendo del cyber-terrorismo alla SOS Dan! Chi potrebbe essere? Se scopro quella persona, lo condannerò a trenta giorni di servizi sociali senza alcun processo!”

Spostando i miei occhi dalla infuriata Haruhi, mi voltai a guardare Nagato, che sembrava indossare un sistema di mimetizzazione ottica. Forse ha fatto qualcosa lei? pensai.

Anche se riesco ad immaginare che Nagato abbia una dettagliata conoscenza dei computer, non la ho mai vista utilizzarlo. Per essere più precisi, era difficile vederle fare qualcosa che non fosse leggere un libro.

Bussarono alla porta.

“Avanti!”

La porta si aprì mentre Haruhi stava ancora rispondendo; era Koizumi.

Con il suo solito, eccessivo sorriso fresco disse: “Oh, che strano! Asahina non è ancora arrivata?”

“Quelli di seconda hanno più esami, no?”Era l’ultimo giorno del semestre per noi del primo anno e avevamo solo tre ore di lezione.

Potremmo andarcene a casa al più presto, perché siamo tutti riuniti qua? Ho così pochi amici? E, Haruhi, perché non hai fatto uno tsukkomi [serie di veloci gag verbali divertenti fra 2 interlocutori] a Koizumi quando ha bussato?

Koizumi lasciò la sua cartella sul tavolo, tirò fuori la dama cinese dall’armadio e si voltò verso di me con uno sguardo invitante. Scossi il capo; lui alzò le spalle e cominciò una partita da solo.

Non vedevo davvero l’ora di bere il thè di Asahina.


Knock Knock.

Era di nuovo il rumore di qualcuno che bussava. Questa volta ero seduto nel banco del capo, lottando con il software FTP. Dietro di me c’era Haruhi, facendomi richieste insensate e campate per aria e obbligandomi a rispondere a quelle irragionevoli domande.

Perciò quel bussare era il suono della mia salvezza.

“Avanti!” disse Haruhi di nuovo, a gran voce, e la porta si aprì. A giudicare dalla sequenza di fatti, probabilmente sarebbe stata Asahina che era arrivata.

“Ah, scusate, sono in ritardo!”

Scusandosi umilmente appena si era mostrata, un angelo senza ali, non poteva essere nessun’altra se non Asahina.

“Ho avuto i test fino alla quarta ora…”

Mentre pronunciava scuse che non erano necessarie, stava indugiando sulla porta, sembrando esitante. Per qualche motivo non stava entrando e continuò timidamente: “Bhè, cioè… vedete.”

Tutti i nostri occhi erano puntati su di lei. Quando si accorse che Nagato la stava guardando, indietreggiò rabbrividendo, poi, sembrando rassegnata, iniziò a parlare.

“Uh, um… ho portato una cliente.”


La cliente si chiamava Kimidori Emiri, una studentessa del secondo anno che dava l’impressione di essere timida e ordinata. Con gli occhi fissi sulla superficie del thè preparato da Asahina, stava seduta senza alzare il viso. Affianco a lei stava Asahina, che si trovava su una sedia affianco alla sua come una scorta. Non si era cambiata nel suo costume da cameriera come mi aspettavo, era un po’ una delusione.

“Quindi, in sostanza,” disse Haruhi, con una faccia come quella di una intervistatrice e facendo girare una penna a scatto. Occupando lo spazio di fronte alle due studentesse del secondo anno, continuò in tono arrogante: “Quello che stai dicendo è che vorresti che la SOS Dan cercasse il tuo fidanzato scomparso?”

Tenendo la penna sopra le labbra, Haruhi incrociò le braccia. Anche se si comportava come se stesse pensando a qualcosa, io sapevo benissimo che si stava solo trattenendo e avrebbe potuto scoppiare a ridere da un momento all’altro.

Com’è possibile? Ero sicuro che nessuno sarebbe mai venuto, invece il nostro primo cliente è arrivato. In una situazione del genere, Haruhi sicuramente vorrebbe saltare di gioia.

“Sì.” disse Kimidori, parlando verso la sua tazzina da thè.

Nagato, Koizumi ed io osservavamo la situazione dai lati. Di fronte alla coppia di studentesse del secondo anno, Haruhi fece: “Hmmm.” artificialmente e mi guardò.

Pian piano stavo rimpiangendo quello che avevo fatto.

Non avrei mai dovuto fare quel poster! Che cos’avevo scritto? Accettiamo consulenze per i problemi che non potete dire ad altre persone…Era così? Ma non mi era mai passato per la testa che qualche studente lo avrebbe preso sul serio, non è forse normale?

Sia che l’avesse preso seriamente, sia il contrario, Kimidori aveva visto il poster con gli obiettivi della SOS Dan e sembrava che avesse capito che fossimo un ufficio per problemi generici oppure un impresa di servizi che faceva strani lavori. Certamente, se si interpretava letteralmente quello che c’era scritto, si poteva capire in quel modo.

Ah, ora ricordo, i contenuti delle attività che avevo segnato erano “discussioni sui problemi della vita scolastica degli studenti, consulenze e progressiva partecipazione nelle attività di servizio comunitario”. Al momento, nessuna di queste cose potrebbe venir associata alla SOS Dan. A parte disturbare un torneo di baseball su erba, non abbiamo fatto nient’altro.

Nonostante ciò, avendo visto per caso il poster che avevo scritto, Kimidori aveva scoperto della nostra esistenza, chiamato Asahina, che era del suo stesso anno, dopo essersi preoccupata, ed era venuta da noi assieme a lei, sembrava fosse successo proprio questo.

Allora, cosa potrebbe essere che ti preoccupa?

“Non è venuto a scuola da molti giorni, ormai.”

Kimidori non incrociava lo sguardo con nessuno e fissava intensamente il bordo della tazzina mentre parlava.

“Anche se di solito è difficile che sia assente, non è venuto persino ad un test, è molto strano.”

“Hai provato a chiamarlo?” chiese Haruhi. La sua bocca smise di sembrare come se stesse per scoppiare a ridere da un momento all’altro e iniziò a mordere la cima della sua penna.

“Sì. Non risponde né al cellulare, né a casa. Ho provato ad andare da lui, ma era chiuso a chiave. Non è venuto nessuno ad aprirmi.”

“Hu-hu-humm.”

Una persona che gioisce delle disgrazie altrui è davvero un buono a nulla, ma Haruhi stava emettendo un’aura così allegra che sembrava stesse per iniziare a cantare in qualunque istante. In pratica, questa persona era davvero immorale. Fine della discussione.

“E la famiglia del tuo ragazzo?”

Kimidori stava parlando con il suo thè. Sembrava che non fosse nella natura di questa ragazza parlare con gli altri incrociando gli sguardi.

“Ho sentito precedentemente che i suoi genitori sono andati all’estero. Non so come contattarli.”

“Ehhh? Sono per caso andati in Canada?” chiese Haruhi?

“No, se ricordo correttamente, mi pare che fosse l’Honduras.”

“Ho-ho. Honduras, capisco.”­

Che cosa capisci? Dubito anche che tu sappia dove si trova questo stato. Um… era da qualche parte sotto il Messico?

“Non c’è alcun segno che sia nella sua stanza. Quando sono andato a trovarlo di tardo pomeriggio, era completamente scura. Sono preoccupata.” disse Kimidori con indifferenza, come se stesse leggendo un copione, poi si coprì il viso con le mani.

Haruhi strinse le labbra, poi disse: “Hmm. Non posso negare che capisco quello che provi.”

Bugiarda. Non esiste la possibilità che tu capisca i sentimenti di una ragazza innamorata.

“In ogni caso, è meraviglioso che tu sia venuta a cercare le abilità della SOS Dan. Prima di tutto, dimmi il motivo.”

“Sì. Lui vi menzionava spesso. Perciò mi sono ricordata.”

“Eh? Chi è il tuo ragazzo?”

Sotto richiesta di Haruhi, Kimidori mormorò il nome del giovane studente. Mi sembrava di averlo già sentito prima da qualche parte, ma mi pareva anche che non fosse un mio conoscente.

Anche Haruhi aggrottò le sopracciglia: “Chi sarebbe?”

Con la voce di una gentile brezza, Kimidori rispose: “Diceva di essere un vicino della SOS Dan.”“Un vicino?”Haruhi guardò il soffitto. Kimidori si voltò verso Asahina ed io, che avevamo inclinato la testa di lato, e poi verso Koizumi e Nagato, ma i suoi occhi non incrociarono mai quelli di nessuno, poi tornò a fissare la tazzina da thè.

Poi: “Ha il ruolo di presidente nel club dei computer.”

Questo è ciò che disse.


Me n’ero completamente scordato. Era quel povero presidente? Lo avevo fotografato mentre molestava sessualmente Asahina (contro la sua volontà) e Haruhi, usandolo come pretesto, prese il loro computer di ulimo modello (con la forza) e fu anche obbligato a montarci la connessione in lacrime; era il povero sempai del club di ricerca dei computer. No, non c’era nessun motivo di provare pietà per lui.

Se ha una fidanzata con una così bella atmosfera, è più che sufficiente. A proposito, chissà dove ho messo quella macchina fotografica usa e getta.

“Ok, ho capito!” disse Haruhi, accettando il lavoro con facilità. “Ce ne occuperemo noi. Kimidori, sei fortunata! Come nostro primo cliente, ti risolveremo il caso gratuitamente come bonus.”

S vuoi prendergli dei soldi, non sarà più un’attività scolastica. Comunque, questo dovrebbe essere davvero un caso? Questo presidente Qualcuno non sara’ semplicemente diventato un hikikomori? [emarginati che si rinchiudono in casa e si ritirano dalla vita sociale] Non capisco come possa lamentarsi, con una ragazza come Kimidori, ma penso che sia meglio lasciarlo semplicemente da solo a riprendersi.

Naturalmente non dissi nulla del genere; la ragazza lasciò l’indirizzo del suo fidanzato su un foglio e se ne andò velocemente dalla stanza del club, come la materializzazione di un’apparizione.

Dopo aver aspettato che Asahina rientrasse dopo averla accompagnata fuori nel corridoio, aprii la bocca: “Hey, va davvero bene accettare così facilmente? Che cosa vorresti fare se non riuscissimo a risolvere il problema?”

Ma Haruhi semplicemente giochicchiò con la penna di buon umore.

“Possiamo. Quel presidente si sta sicuramente nascondendo con una stanchezza di Maggio in ritardo di un paio di mesi. Semplicemente marceremo da lui, lo colpiremo due o tre volte e lo trascineremo fuori di casa. Perfettamente facile.”

Sembrava che lo pensasse seriamente. Bhè, comunque anche io la pensavo allo stesso modo.

Chiesi ad Asahina, che ci stava nuovamente preparando del thè fresco: “Tu e Kimidori siete amiche?”

“No, non le avevo mai parlato prima. E’ nella classe accanto alla mia, perciò la vedo solo nelle ore di lezioni assieme.”

Sarebbe stato meglio se avesse parlato con i professori o la polizia prima di venire da noi. No, forse lo ha fatto? E siccome era stata ignorata, aveva chiamato Asahina? Probabilmente è successo qualcosa del genere, penso.

Non c’era alcuna fretta mentre sorseggiavamo pigramente il nostro thè. Haruhi era irragionevolmente contenta e sembrava che pensasse di accettare lavori sempre più importanti e poi risolverli. Anche se era spiacevole quanti pochi giorni fossero rimasti del primo semestre, quelle erano le condizioni che probabilmente ci avrebbero costretto a fare un secondo giro del progetto di distribuzione di volantini.

Scordatelo.

Nagato chiuse d’un colpo il suo libro e, come avrebbe detto Haruhi, iniziammo l’investigazione.


L’abitazione dove il presidente viveva da solo era un monolocale. Vista la posizione, pensai che probabilmente la maggior parte dei residenti in quella zona fossero studenti universitari, in quell’edificio a tre piani che non sembrava né bello, né brutto, di un colore tenuto abbastanza bene che non faceva capire se fosse nuovo o vecchio. Aveva un aspetto eccezionalmente normale. Ordinario.

Tenendo in mano il foglietto dove c’era scritto l’indirizzo, Haruhi corse su per le scale. Gli altri tre ed io seguimmo in silenzio la schiena della sua divisa estiva.

“Qui, vero?”

Davanti alla porta di metallo, Haruhi confermo il nome sulla targa. Il nome che Kimidori ci aveva detto si trovava dentro la custodia di plastica.

“Mi chiedo se non possiamo aprirla in qualche modo.”

Dopo aver provato a girare la maniglia un paio di volte per controllare se fosse chiusa a chiave, Haruhi suonò il campanello.

Avresti dovuto fare il contrario!

“Che ne dite se passiamo dalla veranda sul retro? Se rompiamo la finestra possiamo entrare, vero?”

Posso solo sperare che stia scherzando. Questa stanza è al terzo piano e poi noi non siamo un gruppo di teppistelli. Non ho voglia di rovinarmi già la fedina penale.

“Forse hai ragione. Andiamo dal manager e facciamoci prestare la chiave. Se diciamo che siamo amici venuti perché siamo preoccupati, ce la darà.”

Fingere di essere amica di qualcuno è la tua specialità. Ma questo presidente, anche se vive da solo, non ha mai dato un duplicato della chiave alla sua fidanzata. E’ come coltivare le melanzane e poi buttar via il frutto. [Non sapevo come tradurre questa metafora in italiano.]

Ka-chick.

Mi voltai sentendo questo suono e vidi Nagato che girava silenziosamente la maniglia.

“…”Mi stava guardando intensamente con occhi simili ad elio liquido. Lentamente tirò la porta e l’entrata alla stanza fu libera.

L’aria dentro era rafferma, ma per qualche motivo sentivo un brivido freddo che la accompagnava, celato sotto i nostri piedi, o almeno così mi sembrava.

“Oh.”

Gli occhi di Haruhi si spalancarono e le labbra erano a semicerchio: “Oh, era aperta? Non me n’ero accorta. Bhè, va bene così. Su, entriamo! Sono sicura che si sta nascondendo sotto il suo letto, quindi semplicemente afferratelo e lo avremo catturato. Nel peggiore dei casi, se fa resistenza violenta, potete mettere fine alla sua vita. Immergeremo la sua testa nella cera d’api e la porteremo alla nostra cliente.”

Apparentemente, non provava neanche un minimo di senso di colpa per avergli rubato il computer. A differenza di Salomone, non si preoccupava nemmeno di trovare un recipiente per la sua testa. Completamente eccitata, ci spinse tutti dentro la stanza e poi vide che era completamente disabitata. Non un singolo scarafaggio. Guardò dentro il bagno e sotto il letto. Non c’era l’ombra di un essere umano da nessuna parte. Rispetto alla stanza di Nagato, anzi, solo alla sua stanza degli ospiti, questa era solo un quarto di dimensioni, ma, paragonata alla monotonia di quel posto vuoto, il livello di vitalità era quattro volte più grande. Una libreria, un ripostiglio, un banco che assomigliava ad un piccolo tavolo per la cena e un computer su un mobiletto erano stati lasciati in un ordine ben preciso. Guardando fuori dalla finestra aperta, potemmo confermare che in veranda era nascosta solo una lavatrice.

“Che strano.”

Saltando sopra il letto, Haruhi inclinò la testa, incredula.

“Avevo pensato di trovarlo raggomitolato in qualche angolo con le braccia attorno alle ginocchia. Che sia andato al supermercato? Kyon, conosci qualche altro posto dove potrebbe andare un hikikomori?”

Allora hai deciso che il presidente del club dei computer è un hikikomori? Che stia facendo un viaggio tra l’America Centrale e quella del Sud? Oppure si sta seriamente nascondendo in qualche posto? Avremmo dovuto chiedere al suo professore alcune informazioni prima di venire qua.

Stavo guardando alcuni libri legati ai computer allineati sulla sua libreria, quando qualcuno improvvisamente mi tirò la maglietta.

“…”

Nagato mi stava guardando senza alcuna espressione, poi spostò il mento di lato.

“Dovremmo andarcene.”

Sembrando piccola, Nagato mi sussurrò queste parole. Era la prima volta che sentivo la sua voce quel giorno. Haruhi e Asahina non se n’erano accorti, ma Koizumi avvicinò la sua faccia al mio orecchio: “Anche io penso la stessa cosa.”

Non parlare così seriamente, mi metti i brividi.

Ma Koizumi, con un sorriso forzato e occhi che non stavano per nulla ridendo, continuò: “Sento uno strano disagio in questa stanza. E’ simile alla sensazione a cui sono familiare. E’ solo simile e la percepisco fondamentalmente differente, ma…”

Haruhi si era presa la libertà di aprire il frigorifero.

“Ho trovato del Warabi-mochi! [confetto gelatinoso fatto da amido di felce ricoperto o immerso in farina di soia dolce] E’ scaduto ieri, ma sarebbe un peccato, quindi mangiamolo!” disse, mentre apriva la confezione.

Asahina era preoccupata, ma Haruhi le fece assaggiare il dolce da offerta di supermercato, per vedere se era ancora commestibile.

Parlai anche io, a bassa voce, naturalmente.

“Simile a cosa?”

“Ad uno Spazio Chiuso. Questa stanza ha un odore simile a quel posto. No, odore è solo un’espressione metaforica. Va anche bene sensazione, visto che è qualcosa che trascende i cinque sensi.”

Non sarai un esper!?

Una battuta istintiva che dovetti trattenermi dal dire. In realtà quella persona era davvero un esper.

“E’ presente una faglia dimensionale. E’ in esecuzione uno sfasamento.” Nagato mormorò con una voce che si fece strada a fatica nell’aria.

Ho capito.

Era soltanto quello che avrei voluto dire, purtroppo. Se Nagato avesse iniziato a sembrare inaspettatamente triste o qualcosa del genere, mi sarei immobilizzato dalla paura, perciò era nel mio interesse non dirlo. Ah, bhè.

In ogni caso, sarebbe stato meglio andarsene velocemente. Dopo aver avvisato Koizumi e Nagato, mi voltai verso Haruhi che divorava i Warabi-mochi.


Quando tutti uscirono dal condominio, Haruhi dichiarò che per quel giorno eravamo tutti congedati a causa della fame e si incamminò da sola verso casa. Il lavoro che ci era stato commissionato da Kimidori venne messo temporaneamente da parte.

“Alla fine si risolverà tutto da solo!” disse irresponsabilmente e smise di pari passo di pensarci, così i propositi di quella giornata svanirono nell’aria.

Sembrava che avesse già perso ogni interesse.

Haruhi non era l’unica che non aveva ancora pranzato, ma finsi di andare a casa quando tutti si separarono, poi, dopo aver aspettato per dieci minuti in agitazione, tornai nuovamente di fronte all’abitazione del presidente del club.

Gli altri tre membri della brigata stavano già aspettando lì. Il dizionario alieno con le gambe e il maledetto esper polemico avevano sguardi come se sapessero già tutto, ma Asahina chiese: “Um… Che succede? Mi avete detto che ci dovevamo ritrovare qua senza che Suzumiya se ne accorgesse…”

Mi stava guardando con un’espressione confusa. Quando i miei occhi si posarono su Nagato e poi Koizumi, la mia ansietà crebbe. Quella che mi stava aspettando di più era Asahina, o per lo meno è quello che voglio pensare.

“Questi due sembrano preoccupati dalla stanza in cui siamo appena stati.” risposi, “Non è vero?”

La persona sorridente e quella senza espressione annuirono contemporaneamente.

“Credo che capiremo se torneremo là dentro. Giusto, Nagato?”

Senza dire nulla, Nagato iniziò a camminare. La seguimmo da dietro. Superando le scale senza neanche il suono di un passo, Nagato aprì quietamente la porta, si tolse silenziosamente le scarpe e avanzò al centro della stanza.

Lo studio, che non era per nulla spazioso, era già pieno con quattro persone in fila.

“Qua dentro,” Nagato cominciò a parlare, “una localizzata, non corrosiva amalgamazione di spazio asincrono sta avvenendo indipendentemente in modalità di condizione ristretta.”

Aspettammo un pò, ma sembrava che quella sarebbe stata l’unica spiegazione.

Se parli con frasi che sembrano formate da parole che hai scelto a caso da un dizionario e le hai messe di fila come ti capitavano sotto gli occhi, io, che non ne ho uno, sono senza speranza.

“Quello che sto percependo è simile ad uno Spazio Chiuso. La fonte d’origine di quelli è Suzumiya, ma in qualche modo qua sento un odore diverso.”

Koizumi disse ciò che sembrava una conclusione al discorso di Nagato.

Fate una bella coppia. Se usciste assieme, stareste bene. Dovresti insegnare qualche altro hobby a Nagato a parte leggere.

“Ci penserò dopo. Ora c’è qualcosa che dobbiamo fare. Nagato, questo spazio anormale è la causa della scomparsa del presidente?”

“Sì.”

Nagato alzò una mano, in una posizione che sembrava accarezzare gentilmente lo spazio sopra di lei.

Una spiacevole premonizione corse lungo la mia spina dorsale ed arrivò al cervello. Forse avrei dovuto dire: “Aspetta!” Ma prima che potessi pronunciare questa parola, Nagato sussurrò qualcosa con una voce che sembrava come una cassetta mandata avanti venti volte più veloce e, in un momento, la scena cambiò di fronte ai miei occhi, prima che potessi sbattere le palpebre.

“Hah!?”

Asahina sobbalzò e si aggrappò al mio braccio sinistro con tutte e due le mani, tenendomi stretto. Ma non avevo tempo per gustarmi quella sensazione che avevo atteso a lungo, in quanto stavo anche io cercando di verificare dove mi trovassi.

Vediamo, ero nel piccolo studio del presidente fino a poco fa. Decisamente non in un posto misterioso come questo. Non in un largo, monotono luogo, con una foschia color ocra sospesa nell’aria che non laciava vedere l’orizzonte. Chi potrebbe avermi portato in questo posto?

“Codici d’intrusione analizzati. Questo spazio si sta sovrapponendo a quello normale. Una fase ha avuto uno slittamento.” spiegò Nagato.

Bhè, questa persona non è forse l’unica che sembra capace di fare questo genere di cose?

Koizumi, l’unico in grado di sostenere una discussione con lei, disse: “Non sembra essere uno Spazio Chiuso di Suzumiya.”

“E’ ingannevolmente simile. In ogni caso, una parte di questo spazio di dati sta interagendo con informazioni di scarto originate da Suzumiya Haruhi.”

“Fino a che estensione?”

“Un livello insignificante. E’ stata semplicemente la causa scatenante.”

“Capisco. Allora è così.”

Asahina ed io stavamo andando benissimo assieme anche se eravamo stati lasciati fuori dalla discussione. Non mi dava per nulla fastidio. Avrei dovuto sentirmi davvero grato. Anche se, in realtà, mi sarei sentito meglio se fossimo tornati al mondo originale.

Lei si stava aggrappando a me nervosamente, mentre si guardava attorno. Sembrava che questo spazio fosse qualcosa di mai visto per lei. Lo stesso valeva per me: i miei occhi si muovevano in tutte le direzioni, osservando. Anche se riuscivo a respirare, era sano inalare quella roba che sembrava come della nebbia giallo-marrone? La temperatura piacevolmente fresca passò dalle calze alla pianta dei miei piedi. Sia che fosse il pavimento della stanza, sia che fosse terreno, la piana color ocre si espandeva in ogni direzione. E pensare che quel posto enorme si trovava in una stanza non più grande di sei tatami. Quindi quello era uno spazio interdimensionale? Bhè, avevo già pensato che un’atmosfera del genere sarebbe arrivata prima o poi. Ero calmo, sempre che possa dirmelo da solo.

“Il presidente del club dei computer si trova qua?”

“Sembrerebbe. Questo spazio differente è apparso nella sua stanza ed in qualche modo lo ha intrappolato.”

“Dov’è? Non lo vedo.”

Koizumi semplicemente girò il viso verso Nagato, sorridendo. Come fosse stato un segnale, quella alzò una delle sue mani.

“Aspetta!”

Quella volta riuscii a dirlo. Completamente serio, chiesi a Nagato, che si era immobilizzata: “Potresti dirmi cosa stai facendo? Almeno vorrei un pò di tempo per prepararmi psicologicamente.”

“Nulla.” rispose con tranquillità.

Con le dita raccolte, inclinò la mano in alto di circa settantacinque gradi e poi distese di nuovo l’indice. Poi disse una sola parola: “Sta arrivando.”

Volsi il mio sguardo dove stava indicando.

“Uhn.”

Gemetti inconsciamente.

La foschia ocra stava lentamente prendendo la forma di una spirale. Man mano che le particelle di nebbia si riunivano in un unico posto, diventò un vortice. Mi sentivo come un agente patogeno che avesse preso possesso di un corpo. In qualche modo, mi passò per la mente un'immagine di come questo vortice portasse avanti un compito come quello di un globulo bianco. L'unica consolazione per il mio spirito era che la mano di Asahina era tiepida.

“Percepisco una definita ostilità.”

La parlantina libera di Koizumi, però, non riusciva a rendermi più nervoso e non provai alcuna reazione alla vista di Nagato che stava immobile con la mano ancora alzata, come fosse un androide sul punto di rompersi. Nonostante ciò, non riuscivo a sentirmi rilassato. Quelle persone potevano avere i mezzi di difendersi, io no. Sembrava che neanche Asahina ne avesse, visto che si nascondeva dietro di me. Quello era il momento migliore per tirare fuori qualche strumento futuristico.

Non hai un'arma a raggi, o qualcosa del genere?

“Portare armi è vietato. E' pericoloso.” rispose con voce tremolante.

Posso capire. Anche se (questa) Asahina avesse un'arma, non solo non sarebbe stata di alcun aiuto, probabilmente sarebbe stata in grado di dimenticarla tranquillamente in treno. Ci si aspetterebbe che migliori un pò crescendo, ma se ci penso, (quella) Asahina era anche lei una persona molto distratta; potrebbe essere semplicemente una persona maldestra per natura.Mentre stavo pensando a queste cose, una sagoma nella foschia stava gradualmente mostrando le fattezze di un materiale solido. C'era probabilmente un motivo anche per questo. Non volevo sapere perchè, ma per qualche motivo riuscii a capire quale forma stava prendendo.

“...Hieeeee!”

Asahina era l'unica ad essere spaventata. Certamente non era qualcosa di particolarmente bello da vedere ed era piuttosto raro da vedere in città. Anche io, che lo avevo visto chissà quanti anni prima sotto le assi del pavimento della casa di campagna di mia nonna, rimasi un attimo in silenzio.

Conoscete l'insetto chiamato kamadouma? [ortottero della famiglia dei grilli]

Se non lo conoscete, vorrei descriveri la scena davanti ai miei occhi. Riuscirete a capire bene, fino nei dettagli.

Perchè questo kamadouma era lungo circa tre metri.

“Cos'è questa cosa?” chiesi.

“E' un kamadouma, non è vero?” rispose Koizumi.

“Lo so questo. All'asilo ero un famoso esperto di insetti. Anche se non li avevo mai visti dal vivo, sapevo come distinguere tra un uma-oi [altro ortottero della famiglia dei grilli] e un kamadouma. Questo lo so, ma cosa sarebbe questa cosa?”

La risposta di Nagato scorse come un ruscello: “Il creatore di questo spazio.”

“Questa cosa?”

“Sì.”“E' anche questo opera di Haruhi?”“L'origine è differente. Ma chi la ha scatenata è lei.”

Mentre stavo per chiedere di nuovo cosa fosse, mi accorsi che Nagato stava ancora ingenuamente seguendo il mio comando.“...Ti puoi muovere adesso.”

“Capisco.”Facendo scivolare verso il basso la sua mano, guardò intensamente verso quel kamadouma gigante che si stava materializzando. Il benjo ko-orogi [altro nome del kamadouma] color marrone scuro si stava posizionando ad parecchi metri da noi.

“Bhè, anche se imperfetti, sembra che io possa usare i miei poteri qua.”

Quello che Koizumi stava tenendo in una mano era un globo rosso di luce grande come una palla da pallamano. Dall'ultima volta che lo avevo visto prima, avevo pensato che non avrei mai più rivisto quel rubino una seconda volta. Sembrava che fosse uscito dalla sua mano.

“La mia forza è circa il dieci per cento di quella che sarebbe in uno Spazio Chiuso. Per di più, sembra che qua dentro io non sia in grado di trasformarmi.”

Per qualche motivo, Koizumi si girò verso Nagato con quel sorriso rinfrescante che mi ero stancato di vedere e chiese: “E' stato deciso che questa quantità era sufficiente?”

“...”Nagato non ebbe alcuna reazione. Tornai a farle domande.

“In ogni caso, qual'è la vera identità di questo insetto? E dov'è il presidente?”

“Quella è una sottospecie di forma di vita di dati. Sta usando il tessuto cerebrale di un giovane studente per aumentare le probabilità della sua esistenza.”

Koizumi mise il suo dito al centro della fronte. Sembrava che stesse considerando qualcosa e appariva molto concentrato in quei pensieri. Alzando il viso, poi, chiese: “Per caso, il presidente si trova all'interno di quel kamadouma gigante?”

“Corretto.”

“Questo kamadouma... Capisco. Questa è qualcosa che il presidente vede come un oggetto di paura, non è vero? Se lo sconfiggiamo, questo spazio differente collasserà. Ho forse torto?”

“Non sei in errore.”

“Il fatto che sia una metafora facilmente comprensibile è di aiuto. In questo caso, sarà semplice.”

Ma non sarebbe semplice se non fosse facile da capire. In questo caso, diciamo semplicemente che Asahina ed io stiamo capendo.

“Non sembra essere il momento per questo, vero?”

Senza ripetere le sue ultime parole, alzò la mano con la sfera rossa con un sorriso soave. Poi Asahina si aggrappò alla mia vita, in qualche modo. “In qualche modo” sembrava essere come succedevano le cose qua dentro.

“Hyoeeee!”

Asahina non stava solo tremando, mi stava togliendo ogni capacità motoria.

In questa situazione, non sarò in grado di scappare, vero?

“Non sarà necessario, spero. Lo finirò in un momento. Per qualche motivo, mi sento fiducioso. Dovrebbe essere più facile che cacciare Avatar.”

Il kamadouma che ha appena finito di materializzarsi non volerà via presto, immagino. Mi domando quanti metri possa saltare. Potrei fare una stima... ma è meglio di no.

Dissi bruscamente: “Sbarazzatene.”

“Agli ordini.”

Koizumi lanciò in aria la sfera color rubino e la colpì come in una battuta di pallavolo. La palla rossa volò con precisione e si schiantò direttamente sulla fronte del mostruoso kamadouma, facendo un suono come un palloncino di carta che esplode. Era un attacco stupido, ma anche l'avversario era stupido. Mi ero preparato per qualche tipo di contrattacco, invece non fuggì, non saltò, né ruggì qualche suono misterioso, invece rimase pacificamente immobile.

“E' finita?”

Alla domanda di Koizumi, Nagato rispose affermativamente. Era finita davvero in fretta. Il gigantesto kamadouma si diffuse nella sua originaria forma di nebbia e poi continuò a diradarsi come vapore. La foschia ocra che brillava in ogni direzione stava anch'essa scomparendo. E la stessa cosa valeva per la sensazione di freddo sotto i miei piedi.

Come se fosse una ricompensa, un uomo con una uniforme familiare apparve di fronte a noi. Caduto di schiena e guardando verso l'alto, c'era il presidente del club dei computer.

Di fronte al mobile del PC, i suoi occhi erano chiusi, dando l'impressione che fosse caduto dalla sedia. Sembrava vivo. Koizumi gli si avvicinò e pose una mano sul suo collo, poi mi fece un cenno positivo. Nagato stava affianco alla libreria, fissando Asahina, che si trovava a lato del letto sembrando confusa, e me.

Eravamo in una stanza di un condominio. Mi domandai dove potesse essere finito quel vasto spazio.

In ogni caso, era finito tutto bene. Sia che fosse grigio, che fosse ocra, ne avevo abbastanza di essere intrappolato in ampi spazi.


“Approssimativamente duecentottantotto milioni di anni fa.”

Così cominciò la spiegazione di Nagato, un mistero cosmico di onde elettromagnetiche, se potessi riassumerlo, direi quanto segue.

Era il Permiano o il Triassico quando quella cosa è discesa sulla Terra. A quei tempi non esisteva nulla che potesse possedere. Perdendo le sue basi per l'esistenza, si mise in ibernazione per la sua autoconservazione. Finchè non fosse apparso un corpo con informazioni accumulate in cui potesse presidiarsi.

“Non aveva i mezzi per esistere sulla Terra. Congelò ogni sua azione e si mise in uno stato quiescente.”

Molto tempo dopo, gli umani nacquero su questo pianeta ed essi diedero vita alla rete informatica dei computer. Anche se imperfetta, fu possibile utilizzare questa infantile (dal punto di vista di Nagato) rete di informazione digitale. Ma era insufficiente e quella cosa rimase in stato di semirisveglio. Però, avvenne un incidente che permise un suo risveglio. Invece di una sveglia, nel net girava un singolo detonatore. Portava informazioni che non potevano essere misurate da normali valori numerici. Dati che non esistevano in questo pianeta. Dati di informazioni di un pianeta alieno. Per quella cosa, quello era il mezzo fisico che stava ansiosamente aspettando...

Nagato terminò quella discussione senza emozioni.

Mentre stava parlando, stava facendo qualcosa sul computer di casa del presidente, poi aprì il sito online della SOS Dan e proiettò il suo emblema danneggiato nel monitor.

“Il segno di invocazione di Suzumiya Haruhi è il catalizzatore. E' diventato la porta.”

“...Era il simbolo della SOS Dan, quella cosa di prima, il cerchio d'evocazione magico o quel che è?”

“Sì.” disse Nagato, facendo un cenno col capo. “Convertendo questo disegno in standard terrestre, contiene approssimativamente quattrocentotrentasei terabytes di informazioni.”

Non può essere. I dati di quell'immagine non erano neanche dieci kilobytes.

Ma Nagato con calma spiegò: “Non corrisponde a nessuna unità di misura terrestre.”

“Stranezze impressionanti, non è vero? Perchè, anche se questo era un simbolo che aveva disegnato a caso, era perfettamente adatto. E' davvero Suzumiya Haruhi. Le cifre astronomiche sono come nulla.”

Sembrava che Koizumi fosse seriamente impressionato. Al contrario, io ero davvero spaventato. Spaventato di che cosa?

Molte delle cose che Haruhi fa, vengono da semplici idee campate per aria. Creare la SOS Dan e radunarne i membri era stato così. Asahina, che ricopriva perfettamente la carica di mascotte, Koizumi, che aveva cambiato scuola, e Nagato, che era già lì fin dall'inizio. E si era scoperto che Asahina era una viaggiatrice del tempo, Koizumi un esper e Nagato uno pseudo-alieno. Aveva già compiuto molto. Per la verità, Koizumi diceva che non era successo per caso, blaterando delle cose senza senso sul fatto che era lei ad averlo desiderato. Anche se sto iniziando a crederci giusto un pochetto, non ho ancora intenzione di cascarci. Perchè io, me stesso, sono una semplice, normale persona. Questo dovrebbe già essere la controprova. Secondo la teoria di Koizumi, sarebbe strano se non ci fosse abbozzo di onde elettromagnetiche nascosto in me. Anche se in realtà dovrebbe esserci normalmente, comunque...

Se ci fosse anche un'altra faccia alle azioni che io ritengo immotivate di Haruhi, e allora? Lei, lei stessa, non conosce le conseguenze. Come le lettere che si era casualmente inventata e che poi aveva disegnato nella propria testa, che successivamente erano diventate una specie di messaggio per gli alieni da qualche parte. Come un gatto che schiaccia a caso i tasti di una tastiera e produce messaggi con un significato. Che tipo di stranezze ci sono in queste cose?

Quella problematica ragazza chiamata Suzumiya Haruhi, che rompe facilmente le barriere della probabilità e della statistica, inconsciamente arriva alle soluzioni corrette. Io starei molto meglio se mi avesse fatto iscrivere alla SOS Dan perchè mi considerava una specie di fattorino. Sì, è così. E' molto meglio che pensare che io, me stesso, abbia un qualche idiota ed enigmatico alter-ego. Quindi, lo avrei? Forse il mio segreto è di avere iin me qualche impredicibile e inusuale abilità di cui non sono al corrente.

E' per questo che sono stato scelto? Un me segreto di cui non conosco nulla, francamente, non esiste.

Quello che mi spaventa è la seguente cosa.

Chi sono io?


Alzai le spalle, imitando Koizumi.

Oh bhè, è come dice lui. Io, me stesso, sono quello che capisce meglio la mia parte. La verità è che io sono l'unica coscienza della SOS Dan. Non mi sbaglio se dico questo. La mia natura è differente dagli altri tre membri della brigata. Io sono nella SOS Dan per persuadere Haruhi a vivere una normale vita da liceale. Oltre a fermare le sue attività illegali, è mio dovere farle sciogliere liberamente la brigata. Se ci si pensa attentamente, è il metodo più veloce per arrivare ad un mondo pacifico. Anzi, è l'unico metodo.

Piuttosto che cambiare il modo in cui Haruhi vede il mondo, cambiare il mondo attorno a lei è più semplice e non darebbe fastidio a nessun altro.

Però, se non le avessi dato quella strana ispirazione, forse non sarebbe esistita la SOS Dan. Ma, umm, sono due casi diversi. Ve lo spiegherò in qualche modo, huh. Ma non so in che giorno lo farò e perchè dovrei farlo.

Lasciamo perdere per ora.

“Quindi, alla fine, cos'era quel kamadouma, in realtà?”

Se non avessi fatto quella domanda, non avrei capito come finiva la storia. In un tono che sembrava dire che stava davvero esalando diossido di carbonio, Nagato rispose: “Forma di vita di informazioni.”

“Un parente del tuo capo?”

“Si separarono in un passato distante. Anche se la loro origine è la stessa, questi si evolvettero diversamente e si estinsero.”

O così pensavano, ma c'era un superstite. Poteva evitare di ibernarsi qua, tra tutti i posti possibili. Avrei voluto fosse andato a dormire da qualche parte vicino a Nettuno. Avrebbe potuto congelarsi così sarebbe riuscito a dormire.

E pensare che lo sviluppo di internet sarebbe diventato un terreno di coltura per uno pseudo-demone.

Improvvisamente pensai ad una cosa. Avvicinandomi al letto, chiesi alla piccola sempai: “Asahina, fino a che estensione si sono sviluppati i computer nel futuro?”

“Eh...”

Asahina aprì le labbra e si bloccò. In ogni caso, era probabilmente proibito, quindi non mi aspettavo molto. Ma qualcun altro rispose.

“Una rete di informazioni così primitiva non sarà più in uso.” disse Nagato, non percependo l'atmosfera. Indicando il PC, continuò: “Per forme di vita organiche al livello dei terrestri, inventare un sistema che non dipenda da mezzi di immagazzinamento è semplice.”

Lo sguardo di Nagato si mosse orizzontalmente. Quando si posò su Asahina, quest'ultima impallidì.

E' così?

“E'... Ummm...”

Con esitazione, guardò verso il basso.

“Non posso dirlo...”

Piagnucolando, disse: “Non posso affermarlo, né negarlo. Non mi è stata data l'autorità, mi dispiace.”

No, è a posto. Non c'è bisogno di scusarsi, davvero. Non ho particolare interesse a saperlo... Hey! Koizumi! Perchè fai una faccia tanto delusa? C'è qualcosa che non ti va bene?

Per salvare Asahina, decisi di cambiare discorso.

Hmm, cosa potrei dire, ah, sì.

“C'è qualcosa di strano.”

Dopo aver aspettato di aver attirato l'attenzione di tutti, condinuai: “Ero presente quando Haruhi ha disegnato quello stupido disegno, ma non si è svegliato nulla. Perchè quella cosa non è apparsa più o meno quando Haruhi ha finito di fare il simbolo?”

Quello che rispose fu Koizumi.

“Per quanto riguarda la stanza del club, è perchè da tempo si è già trasformata in uno spazio differente. Vari tipi di elementi e di campi di forza si danno battaglia e si negano tra di loro ed in contrasto diventa quasi normale. Immagino che si possa dire che è al punto di saturazione. Siccome varie cose hanno già raggiunto la capacità di fusione, non c'è spazio per ulteriori integrazioni.”Che teoria. In pratica stai dicendo che la stanza del club di letteratura è diventata un qualche terribile covo del male? Non me n'ero per nulla accorto.

“Questo è perchè le persone normali non sono in grado di percepire cose così poco necessarie. Potresti avere ragione, ma allo stato attuale, penso sia innocua. Probabilmente.”

Ah, bene. Però, anche se è un bene che queste temperature così alte si abbassino un pò, non vorrei cominciare a comportarmi in modo strano o a cercare una corda con cui impiccarmi prima che io me ne accorga.

“Non c'è bisogno di preoccuparti, tutto andrà bene. Perchè Nagato, Asahina ed io ci stiamo doverosamente impegnando affinchè non succeda nulla.”

Sei sicuro che non succeda proprio perchè voi tre vi state lavorando duramente?

Sorridendo, Koizumi disse: “Ah, bhè.”, poi inclinò la testa e alzò i palmi delle mani verso l'alto.

Voltai il mio sguardo sullo schermo del computer. Appena guardai il simbolo rovinato della SOS Dan, mi sentii ansioso per qualche motivo. Spostando il mouse per muovere il cursore, arrivai in fondo alla pagina.

“Geh!?”

Si vedeva il contatore delle visite. Era tornato normale e stava mostrando il numero di visitatori. L'ultima volta che lo avevo guardato, il numero non arrivava a tre cifre. Ora invece mostrava...uno-dieci-cento-mille... Era arrivato a quasi tremila. Com'era possibile? Dove aveva ricevuto una tale esposizione?

“Ha piazzato hyperlink in varie locazioni.” Nagato disse quietamente.

“Questa forma di vita di informazioni lo ha fatto con lo scopo di moltiplicarsi. Eccessivamente primitivo. Il suo metodo consisteva nel copiare le autoinformazioni nei cervelli della gente che vedeva il simbolo e creare spazi limitati. Richiedeva quanti più umani possibili.”

“Quindi, in sostanza, la gente che lo ha visto... Quei quasi tremila, finiranno come il presidente?”

“Negativo. I dati del picco di evocazione sono stati danneggiati. Il numero delle persone che hanno visto le corrette informazioni non è grande.”

Anche se pensavo che il server fosse poco frequentato, questo fatto era stato d'aiuto.

“Quante persone? Quanti idioti hanno clickato un link così dubbioso e hanno visto quel simbolo completamente?”

“Otto persone. Cinque delle quali sono studenti alla North High.”

Quindi ancora otto persone sono intrappolate in degli spazi color ocra? In spazi governati non solo da kamadouma, ma ogni sorta di metafora? Per aiutarli... bhè probabilmente dovremmo andare.

Koizumi chiese a Nagato gli indirizzi di quelle persone (non ero stupito che Nagato li conoscesse in ogni caso) e sembrava che Asahina fosse intenzionata a seguire quei due.

Se è così, immagino che dovrei andare con loro. Anche se Haruhi ha fatto la maggior parte del lavoro, sono io quello che ha messo in rete questa cosa simile ad un cerchio magico, quindi è meglio che mi prenda le mie responsabilità.

E anche per togliermi questo senso di colpa.

A parte le vittime della North High, sembra che dovremo farci un viaggio in Shinkansen per gli altri tre. [treno superveloce giapponese]


Successivamente.

Era l'inizio della pausa dopo gli esami. Era rimasto solo da aspettare la vacanza estiva nella stanza del club.

Per quanto riguarda Haruhi, quando la avevo informata che il presidente era tornato a scuola: “Hmm. Davvero?”

Era tutto quello che aveva detto prima di fuggire dalla stanza e probabilmente si stava mangiando il cuore in caffetteria in quel momento.

Koizumi ed Asahina dovevano ancora tornare.

A proposito, il simbolo inventato da Haruhi per la SOS Dan lo avevo aggiustato copiandoci sopra la replica corretta di Nagato. Ero riuscito a uploadarlo facilmente questa volta, bhè, chissà perchè, mi domando? Avrebbe dovuto essere a posto per la gente che lo vedeva da quel momento in poi. Non era quasi per nulla diverso da quello pasticciato originale, ma, se li si metteva a confronto attentamente, si notava che c'era scritto ZOZ Dan. Avendo questa come unica piccola differenza, era al limite per far avvenire o meno strani eventi.

Un epigramma del momento: volevo impulsivamente clickare il link ad un indirizzo sconosciuto, ma non sapevo come fare.

Pensando a queste cose, guardai distrattamente Nagato, che stava leggendo sul bordo del tavolo un libro tecnico pieno di numeri. Guardando la sua faccia, iniziai a pensare ad alcune cose.

Anche se non sapevo quando avesse notato l'immagine di evocazione di Haruhi, potrebbe essere stata lei a danneggiare i dati?

Un'altra cosa. Era stata Kimidori Emiri quella che ci aveva portato il caso. Ma poco prima ero andato a chiedere informazioni nella stanza del club dei computer e avevo scoperto che il presidente non ha una fidanzata. Lo aveva detto lui stesso, sembrando in salute, anche se era preoccupato di non avere memoria degli ultimi giorni. Senza mostrare nessun segno di mentire, era decisamente rimasto a bocca aperta quando menzionai il nome di Kimidori. Il presidente non era un intrattenitore versatile in grado di fare una così splendida performance.

Ero sospettoso.

Kimidori era venuta alla SOS Dan realmente, davvero, per una richiesta? Pensandoci, il tempismo era stato troppo buono. Haruhi aveva fatto il suo stupido disegno e io lo avevo messo sul sito. Poi alcune persone che lo avevano visto erano state portate da qualche forma di vita di informazioni in qualche differente dimensione. Dopo aver ricevuto notizie di questa storia dalla visita di Kimidori, siamo andati verso la casa del presidente del club. E poi abbiamo fatto un pò di sterminazione.

Era uno scenario perfetto. Colei al centro di tutte queste cose era sempre Nagato. Se quel terminale alieno multiuso avesse fatto qualcosa a Kimidori, spingendola a venire da noi a portarci il caso, non mi sarei affatto stupito di un piano così elaborato.

Forse aveva pensato di mettere in scena un finto cliente per sollevare un pò della noia di Haruhi. Se fosse stato un incidende di questo livello, Nagato avrebbe potuto finirlo da sola senza bisogno di coinvolgerci. Non era sempre stato così? Senza dire nulla a nessuno e lavorando silenziosamente dietro le scene, non avrebbe potuto impedire a queste strane cose di succedere?

Una brezza soffiò attraverso la finestra, spostando i suoi capelli e le pagine del suo libro. Le sue bianche dita schiacciarono il margine, la sua bianca faccia abbassata. Immobile, eccetto che per i suoi occhi, che inseguivano le lettere sulle pagine.

Oppure...potrebbe essere che Nagato volesse coinvolgerci? Vivendo in quella monotona stanza per anni, un androide organico costruito dagli alieni. Sembra soltanto che non abbia emozioni, potrebbe essere che anche lei le provi?

Quei sentimenti di solitudine che uno prova quando è solo.