Suzumiya Haruhi ~ Italian Version:Volume 4 Capitolo 3

From Baka-Tsuki
Jump to navigation Jump to search

20 Dicembre.

Era il mattino del terzo giorno dal momento in cui il mondo era cambiato svegliandomi dal mio sonno senza sogni. Mi alzai dal letto con la sensazione che il mio stomaco fosse stato riempito con qualche dozzina di proiettili da 300 mm. Shamisen, che dormiva sulla coperta, rotolò improvvisamente a terra e rimase lungo disteso. Appoggiai delicatamente un piede sulla sua pancia e sospirai. Mentre allungava la testa dentro la porta, mia sorella sembrò stupita quando si accorse che ero già sveglio.

“Allora Shami ha parlato?”

Continuava a chiedermelo dalla sera prima. La mia risposta fu sempre quella.

“No.”

Mentre ripensavo al soffice contatto del pelo del gatto sulle dita dei piedi, mia sorella cominciò a canticchiare una canzoncina, portando Shamisen fuori dalla camera.

E’ fantastico essere un gatto, tutto quel che devi fare è mangiare, dormire e leccarti il pelo. Quanto avrei voluto scambiarmi di ruolo con lui per un giorno. Chi lo sa, da gatto, avrei persino potuto trovare quel che cercavo in un batter d’occhio.

Esatto, non avevo ancora trovato la chiave. E nemmeno avevo scoperto cosa significasse questa chiave. Per poi non parlare del sistema di attivazione del programma. Se quel giorno non avessi fatto nulla, il mondo sarebbe continuato a rimanere così com’era, forse addirittura sarebbe potuto diventare ancora più terrificante. Riguardo il termine - di chi era l’idea di questa condizione? Concedermi questo limite di tempo, era forse già tanto per Nagato?

Mi diressi a scuola senza aver fatto ancora alcun progresso. Il cielo cupo, che si stagliava sopra le nostre teste, dava l’impressione che potesse nevicare da un momento all’altro. Sembra che avremmo avuto un Bianco Natale quell’anno; forse con molta neve. Non c’erano ancora previsioni riguardo la portata delle nevicate, ma a giudicare dalla rigidità di quest’inverno, sarebbero state senz’altro abbondanti. Haruhi sarebbe stata sicuramente più eccitata di un cucciolo che si prepara per la settimana bianca… certo, se Haruhi fosse ancora esistita.

Niente meritò la mia attenzione mentre mi arrampicavo come al solito sul pendio verso la North High 

ed infine arrivai alla classe 1-5. La mia stanchezza fisica era visibile dato che camminavo lentamente, dunque feci appena in tempo a sedermi al mio banco prima che suonasse la prima campanella. Come il giorno precedente, c’erano molti assenti ammalati, ma la cosa più sorprendente era che a Taniguchi era bastato solo un giorno per riprendersi. Anche se indossava ancora la sua mascherina, venne comunque. Solo ora mi resi conto di quanto questo tizio amasse andare a scuola.

A proposito, oggi Asakura, che sedeva dietro di me, mi lanciò un sorriso intrigante.

“Buongiorno.”

Asakura mi salutò, come faceva con tutti. Le feci semplicemente cenno.

Nel momento in cui la seconda campanella annunciò l’inizio delle lezioni, il professor Okabe entrò con decisione ed iniziò con serietà il trimestre da responsabile della classe.


Persi cognizione di quale giorno della settimana fosse. Il piano delle lezioni mi sembrò diverso da quello che ricordavo, anche se non ne ero sicuro. Non ero nemmeno certo di aver avuto le stesse materie lo stesso giorno la settimana prima. Anche se gli orari di quel giorno e di quello precedente fossero cambiati, temo che non ci avrei fatto molto caso. Forse ero semplicemente diventato strano? La ragazza conosciuta con il nome di Suzumiya Haruhi, non era mai esistita, Asakura era la più popolare della classe, Asahina era la senpai irraggiungibile e Nagato l’unico membro del club di letteratura.

Qual’era la realtà? La SOS Dan e tutto quello che avevo passato erano solo parte della mia immaginazione?

Dannazione, i miei pensieri diventarono sempre più pessimistici.

Durante educazione fisica, ero il portiere, ma ero completamente assente e non mi interessavo a proteggere la porta, l’ora seguente a matematica, tutto entrò da un orecchio ed uscì dall’altro, e poi senza nemmeno accorgermi, arrivò l’intervallo.

Nel momento in cui crollai sul banco per schiarirmi le idee…

“Ciao, Kyon.”

Era Taniguchi. Si appese la maschera sotto il mento e mostrò il suo solito ghigno idiota.

“La prossima ora c’è chimica, oggi la prof. sceglierà dalla mia fila per interrogare, dammi una mano.”

Darti una mano? Ma sei fuori?! Lo sai che già conosciamo i punti deboli e di forza l’uno dell’altro, no? Come pensi che possa sapere qualcosa che tu non sai?

“Hey, Kunikida,” chiamai l’altro mio compagno, appena tornato dal bagno: “Di a Taniguchi tutto quello che sai della soda caustica. In particolare vuole sapere se va d’accordo con l’acido cloridrico.”

“Beh è semplice, si neutralizzano a vicenda se mescolati insieme,” disse Kunikida, mentre sfogliava il libro di testo di Taniguchi: “Ah, dunque questa domanda. Prima calcolare in mole [La mole (o grammomole, simbolo mol) è una delle sette unità di misura base del Sistema Internazionale. La mole viene definita come la quantità di sostanza di un sistema che contiene un numero di entità elementari pari al numero di atomi presenti in 12 grammi di carbonio-12.] e poi convertite in chilogrammi. Lasciami pensare…”

Vedere una persona intelligente che spiegava con tanta naturalezza, mi fece sentire completamente inutile.

Taniguchi continuò ad annuire, tuttavia Kunikida ci pensò ancora, non aveva intenzione di fare lui questi calcoli. Prese la mia matita a scatto dal banco e scarabocchiò un pò di numeri e simboli nelle pagine vuote del libro di testo di Taniguchi.

Dopo che fu tutto sistemato, Taniguchi mi lanciò un sorrisetto strano: “Kyon, Kunikida mi ha detto tutto della partita a calcio durante educazione fisica, sembra che tu stia covando qualcosa dall’altro ieri.”

Non eri a scuola pure tu quel giorno?

“Ho dovuto fare un riposino in infermeria nell’ora di pranzo e sono rimasto mezzo addormentato per tutto il pomeriggio. Ne ho sentito parlare solo questa mattina. Ho saputo che eri in uno stato di frenesia, hai davvero detto che Asakura non dovrebbe esistere?”

“Più o meno.”

Alzai la mano e feci un gesto che lasciava intendere: “Ora puoi anche levarti dai piedi!”

Tuttavia Taniguchi sorrise compiaciuto e continuò: “Quanto avrei voluto esserci anch’io. E’ raro vederti urlare in modo tanto spassoso.”

Kunikida sembrò essersi ricordato qualcosa di quel momento e disse: “Oggi Kyon sta meglio. Quel giorno sembrava volesse cercare di attaccar briga con Asakura. Ti aveva forse fatto qualcosa di male?”

Se anche lo avessi spiegato mi avrebbero trattato come un pazzo. Dunque fu naturale per me restare calmo.

“Oh si, avevi detto che qualcuno era stato sostituito con Asakura. Hai poi trovato quella persona? Si chiamava Haruhi, giusto? Ma chi è?”

Potresti per favore smettere di ricordarmelo? Ora come ora rabbrividirei involontariamente ad ogni menzione di quel nome, anche se fosse pronunciato ripetutamente da un pappagallo.

“Haruhi?”

Capite? Anche Taniguchi gli dava corda. Non solo, aggiunse inoltre: “Quell’Haruhi, non intendi forse Suzumiya Haruhi, giusto?”

Si, quella Suzumiya Haruhi…

Le ossa del mio collo scricchiolarono. Girai lentamente la testa per vedere lo sguardo idiota che il mio compagno mi rivolse: “Taniguchi, cos’hai appena detto?”

“Ho detto Suzumiya Haruhi, la selvaggia della East Junior High. Sono stato in classe con lei per tre anni alle medie. Chissà cosa starà facendo adesso……. E com’è che la conosci? Hai detto che è stata sostituita da Asakura, cosa significa?”

Sbiancai all’istante…… “TU! TU IDIOTA PELATO!” [in realtà Kyon ha dato del polpo a Taniguchi, che ha pensato gli augurasse di diventare calvo. L’associazione polpo / calvizie può essere chiara in giapponese, ma non in inglese e in italiano.]

Gridai saltandogli subito addosso. Forse spaventati dal mio improvviso scoppio d’ira, sia Taniguchi che Kunikida si ritrassero istintivamente.

“A chi hai dato del ‘pelato’? Se io sono un ‘pelato’ tu allora sei una ‘zucca vuota’! Dopotutto la mia famiglia è sempre stata stempiata da generazioni, dovresti preoccuparti di più per la tua attaccatura!”

Non sono affari tuoi!

Presi Taniguchi per il colletto e lo tirai verso la mia faccia finché quasi i nostri nasi si sfiorarono.

“Hai detto di conoscere Haruhi!?”

“Come potrei non conoscerla? Non potrei dimenticarla nemmeno fra cinquant’anni. Se c’è qualcuno della East Junior High che non la conosce, avrebbe bisogno di una visita per verificare che non soffra di amnesia.”

“Dove?”

Come stessi recitando un mantra, sparai una domanda dietro l’altra,

“Dov’è quella ragazza? Dove si trova adesso Haruhi? Dimmi, dove!”

“Ma che ti prende? Sei diventato un taiko drum? [Kyon continuava a chiedere “doko, doko” – “dove, dove” in giapponese – che suona come il rimbombo di un taiko drum, ovvero un tamburo giapponese. Questo termine è usato spesso al di fuori del Giappone riferito ai vari tipi di tamburi giapponesi “wa-daiko”, e alla recente forma d’arte d’insieme detta taiko drumming o meglio “kumi-daiko”.] Hai visto da qualche parte Suzumiya e te ne sei innamorato a prima vista? Lascia perdere! Lo dico solo per il tuo bene. Anche se dall’aspetto sembra corrispondere a tutto ciò che sogna ogni ragazzo, il suo modo di fare è sufficiente a mandare in frantumi quei sogni facendoli cadere nell’oblio. Ad esempio, lei…”

Disegnò delle misteriose forme geometriche nel campo di atletica della scuola con del gesso bianco, giusto? Già lo so. Non sono interessato alla sua fedina penale, voglio solo sapere dove diavolo si trova Haruhi in questo momento!

“E’ alla Kouyouen School,” rispose Taniguchi, come stesse recitando la sequenza atomica dell’idrogeno: “Se non sbaglio, si è iscritta alle superiori che si trovano in fondo alla collina, di fronte alla stazione. E’ una ragazza in gamba, dunque è più che naturale che studi in un istituto d’elite come quello.”

Istituto d’elite?

“Il Kouyouen è davvero così valido? Pensavo fosse un istituto per ragazze ricche e famose.”

Taniguchi mi guardò con occhi pietosi e disse: “Kyon, non so cosa ti abbiano detto alle medie, ma quell’istituto è da sempre stato misto. Inutile dire che è uno fra quelli che vantano la più alta percentuale di ammessi all’università di questa prefettura. Avere un simile istituto nel nostro quartiere mi fa andare su tutte le furie!”

Mentre ascoltavo il borbottio di Taniguchi pian piano allentai la presa.

Perché non me ne sono accorto prima? Dovrei fare seppuku per questo. [Il seppuku è un termine giapponese che indica un rituale per il suicidio in uso tra i samurai..]

Solo perché Haruhi non era alla North High, davo per scontato che non esistesse in questo mondo. Come potete vedere, la mia immaginazione era peggio di un grillo gigante delle grotte. Quando la prossima estate andrò in campagna dai miei parenti, dovrò fare una bella chiacchierata con uno dei suoi simili seduto sul balcone, credo che andremo d’accordo.

“Hey, datti una calmata!” Taniguchi si sistemò il colletto e disse: “Kunikida, hai ragione. E’ pazzo, e la sua condizione sembra peggiorare.”

Dì quello che ti pare, adesso non sono dell’umore adatto per litigare con te, perché in questo momento c’è qualcuno che mi sta mandando su tutte le furie più del traditore Taniguchi e dell’accondiscendente Kunikida.

Questa serie di eventi sfortunati era davvero incredibile. Se qualcuno della East Junior High mi si fosse seduto vicino quel giorno, o se Taniguchi fosse stato in classe allora, allora avrei sentito molto prima il nome di Haruhi forte e chiaro. Di chi diavolo era la colpa? Fatti avanti che ti massacro di botte, bastardo! Comunque per questa faccenda potevo regolare i conti un altro giorno. Tutto ciò che necessita una risposta viene chiesto, ora dovevo solo entrare in azione.

“Dove vai, Kyon? In bagno?

Mi girai mentre mi precipitavo fuori dalla classe e dissi: “Me ne vado via prima.” Più in fretta che posso.

“E la tua borsa?”

Mi darebbe solo fastidio.

“Kunikida, se Okabe lo chiede, digli che ho la peste bubbonica con dissenteria, o l’influenza, o qualcosa del genere e che fa male da morire. Oh, e Taniguchi!”

Rivolsi la mia più sincera gratitudine al mio loquace compagno di classe, mentre mi stava guardando andare via.

“Grazie!”

“Huh? Cos....?”

L’ultima cosa che vidi fu Taniguchi che faceva ruotare il dito vicino alla testa, poi mi precipitai fuori dalla classe, e in un minuto fui fuori dal cancello della scuola.

Fu davvero difficile correre giù dal pendio ad alta velocità. Dato che ero troppo agitato, corsi con tutte le mie forze, dopo circa 10 minuti, anche le mie gambe ed i miei polmoni incominciarono a protestare poiché li stavo forzando troppo, per non parlare del mio cuore. Mi venne in mente, ce l’avrei ancora potuta fare se avessi aspettato la fine della terza ora. In questo periodo dell’anno, anche la Kouyouen probabilmente aveva mezza giornata. Sarebbe perfetto se arrivassi laggiù prima che suoni l’ultima campanella. Anche se arrivavo dalla North High, mi ci sarebbe voluta meno di mezz’ora.

Nel momento in cui mi resi conto di quanto scarsa fosse la mia capacità di valutazione del tempo, ero già arrivato alla scuola privata vicino alla stazione, all’inizio della salita in cui dovevo arrampicarmi obbligatoriamente ogni giorno per andare a scuola. C’era molto silenzio all’interno, stavano ancora facendo lezione? Detti un occhiata all’orologio, le lezioni avevano più o meno i nostri stessi orari, probabilmente adesso stavano facendo la terza ora. In altre parole prima che aprissero i cancelli della scuola, avevo un intera ora libera. A mani vuote e al freddo, potei solo aspettare.

“Forse dovrei fare irruzione……”

Se si fosse trattato di Haruhi, avrebbe fatto esattamente così, destreggiandosi abilmente. Sfortunatamente non avevo tanta fiducia, dopo essermi diretto lentamente verso il cancello, tornai subito sui miei passi. Fuori dal cancello chiuso stava una guardia dall’espressione austera. C’era da aspettarselo da una scuola privata per ricchi.

In realtà avrei potuto infiltrarmi nella scuola scavalcando la recinzione, il problema era che la sua sommità si stagliava a notevole distanza dal suolo ed in più c’era il filo spinato, mi sembrò una scelta più saggia aspettare l’apertura del cancello. Se una volta fatta irruzione mi avessero preso, sarebbe finito tutto. Arrivato fin qui, non intendevo far finire il gioco così facilmente. Dopotutto, a differenza di Haruhi, ero in grado di controllarmi se necessario.


Dunque, aspettai per quasi due ore.

La campanella che suonò per l’ultima volta, sembrava un lontano ricordo, ed i cancelli aperti si riempirono con una fiumana di studenti che uscivano da scuola.

Taniguchi aveva ragione era decisamente una scuola mista. Le uniformi femminili erano le solite, le tipiche divise nere di tutte le studentesse. In mezzo a loro camminavano verso casa anche i ragazzi, che indossavano la tradizionale uniforme maschile gakuran. [divise generalmente nere, ma in alcune scuole possono essere anche blu marino o blu scuro. La parte superiore ha un colletto fisso ed è abbottonata da cima a fondo. I bottoni sono spesso decorati con l’emblema della scuola. I pantaloni sono di linea dritta ed in tinta unita, indossati con una cintura nera o di colore scuro.] Esattamente l’opposto rispetto alla North High, con le ragazze in uniforme alla marinara ed i ragazzi con la divisa. Riguardo la proporzione dei sessi, mi sembrò che ci fossero molte più ragazze…

“Com’è possibile…. Lasciamo stare.”

C’erano un pò di visi familiari fra i maschi, erano gli studenti della classe 1-9. Pensai che fossero tutti spariti, risultò invece che erano in quella scuola fin dall’inizio. Non sapevo se fosse una coincidenza o che cosa, tuttavia vidi anche tutti i miei compagni delle medie. Quelli che incrociai non si curarono troppo di me, e proseguirono velocemente oltre dopo avermi lanciato una breve occhiata sospettosa. Adesso avevano senz’altro dei ricordi completamente nuovi, probabilmente delle memorie scolastiche felici, perché per lo meno non dovevano arrampicarsi su per la collina ogni giorno per arrivare a scuola.

Continuai ad aspettare, le possibilità di avere successo erano del cinquanta per cento. Se quella ragazza avesse partecipato a qualche attività di un club, o se fosse occupata a organizzare qualcosa per cui doveva restare a scuola, sostanzialmente sarei rimasto qui a fare lo spaventapasseri.

Per favore muoviti ad andare a casa, ed appari davanti a me.

E se alla Kouyouen School ci fosse stata una Brigata SOS Dan, con altri membri che prendevano parte ad ogni sorta di attività…..

Quando lo pensai il mio stomaco iniziò a rivoltarsi come un matto. Questo non avrebbe fatto di Asahina, Nagato, Koizumi e me dei rifiuti di cui si poteva fare a meno? In tal caso, sarei stato persino peggio di una comparsa e sarei diventato un perfetto sconosciuto.

Non è ciò che voglio! Vi prego chiunque voi siate! Gesù, Maometto, Buddha, Mani, o anche Lovecraft! Se qualcuno di voi è in grado di alleviare la mia pena, crederò ad ogni profezia o leggenda che predicate! Anche se proclamaste dei culti catastrofici, vi seguirei volentieri.

Ora finalmente sapevo cosa significasse aggrapparsi ad un filo di paglia pur andando a fondo senza speranza in una palude.

Dopo essermi consumato dall’ansia e depressione per circa dieci minuti,

“……Phew,”

Sospirai profondamente, nemmeno io ne conoscevo il significato recondito. Perché stavo facendo un così profondo sospiro di sollievo?


Perché lei era apparsa.


Immerso in un mare di divise ed uniformi gakuran c’era un volto che non avrei mai dimenticato fino alla morte.

Proprio come quando si presentò il primo giorno di scuola, congelando l’atmosfera in classe, aveva i capelli lunghi fino alla vita. La guardai per un pò attonito, poi contai sulle dita per capire quale giorno della settimana fosse. Oggi per lei non era il giorno dei capelli sciolti, sembrava che a questa Haruhi non interessasse gingillarsi con le acconciature.

Anche se seccati dal fatto che li intralciassi, gli studenti della Kouyouen School mi passarono oltre sia a destra che a sinistra. Non avevo idea di cosa pensassero di questo tipo che se ne stava li impalato come un idiota di fronte al cancello della loro scuola, ma potevano pensare ciò che volevano, comunque non avrei avuto tempo di curarmi delle loro opinioni.

Rimasi fermo e incollai lo sguardo sulla ragazza in uniforme che si stava lentamente avvicinando.

Suzumiya Haruhi.

Finalmente ti ho trovata.

Sorrisi involontariamente, perché non avevo trovato solo Haruhi.

Accanto ad Haruhi camminava e chiacchierava con lei un ragazzo in uniforme gakuran. Con un sorriso che non sopportavo di vedere non c’era altri che Koizumi Itsuki. Un ulteriore sorpresa.

Dunque questi due erano diventati tanto intimi da rientrare a casa insieme dopo la scuola. Tuttavia Haruhi non sembrava poi così felice, la sua espressione era la stessa di quando la vidi la prima volta a scuola all’inizio del primo trimestre. Rispondeva ogni tanto laconica, poi volgeva lo sguardo in basso verso l’asfalto, aggrottando le sopracciglia.

Era la ragazza di prima. Prima ancora che pensasse di creare la SOS Dan, ovunque andasse a scuola, aveva l’espressione di un maestro di arti marziali disperato alla ricerca di un valido avversario per mettere in mostra le sue capacità. Quell’espressione mi provocò un senso di nostalgia. Era l’Haruhi annoiata dalla mediocrità della vita di tutti i giorni, che si ingegnava alla ricerca di nuove emozioni, pur non ancora essendo consapevole di poter manifestare ogni suo desiderio.

Tuttavia, c’era sempre tempo per i ricordi, ma non adesso. Loro due sembrarono non notarmi mentre mi si avvicinavano lentamente. Pur senza speranze non riuscii ad impedire al mio cuore di battere all’impazzata. Se mi visitasse un dottore in questo momento, il doppio battito ritmico proveniente dall’interno sarebbe così forte da costringerlo a togliersi lo stetoscopio. Nonostante il gelo stavo sudando. Sperai solo che le mie gambe tremanti fossero frutto della mia immaginazione, ero certo di non essere tanto codardo.

……Erano qui. Haruhi e Koizumi adesso erano arrivati di fronte a me.

“Hey!”

Mi ci volle uno sforzo enorme solo per farmi uscire la voce.

Haruhi sollevò lo sguardo e ci scambiammo delle occhiate.

Le sue gambe coperte da collant nere si fermarono.

“Cosa c’è?”

Il suo sguardo fu raggelante. Mi scrutò da capo a piedi con quello sguardo prima di distoglierlo,

“Cosa vuoi da me? No. piuttosto dovrei chiedere, chi sei? Non sono il genere di persona che permette a qualcuno di dirle ‘Hey’. Se vuoi flirtare, vai da un’altra parte, non ho interesse in tale attività.”

Dato che ero già mentalmente preparato, non fu un grande shock. Come mi aspettavo, questa Haruhi non mi conosceva.

Anche Koizumi si fermò e mi guardò freddo. Dalla sua espressione, pensai che nemmeno mi considerasse, e tanto meno sapeva chi fossi.

Mi girai e parlai a quel Koizumi,

“E’ la prima volta che ci incontriamo?”

Koizumi si strinse nelle spalle e disse: “Credo di si. Posso chiederti chi sei?”

“Sei uno studente appena trasferito in questa scuola?”

“Sono stato trasferito qui questa primavera…….. come fai a saperlo?”

“Sai qualcosa riguardo un gruppo che si fa chiamare ‘l’Organizzazione’?”

“’Organizzazione?’ Che cosa stai insinuando?”

Il suo sorriso inoffensivo fu un marchio che mi era familiare. Ma il suo sguardo tradì un senso di allerta. Proprio come Asahina, questo qua non mi conosceva.

“Haruhi,”

Il viso di Haruhi si contrasse e mi lanciò uno sguardo truce con i suoi occhioni neri,

“Chi ti ha dato il permesso di chiamarmi per nome? Chi diavolo ti credi di essere? Non ricordo di aver richiesto la compagnia di pervertiti o stalkers. Sparisci, mi sei d’intralcio.”

“Suzumiya,”

“Non hai neanche il permesso di chiamarmi per cognome. Comunque come fai a sapere il mio nome? Sei della East Junior High? Devi essere della North High, lo deduco da quell’uniforme. Che cosa ci fa qui uno studente della North High?”

Haruhi sbuffò e si voltò: “Ignoralo Koizumi. Fai finta che non sia mai esistito. Non c’è bisogno di perdere tempo con questo maleducato, comunque è solo un idiota. Andiamocene!”

Perchè Haruhi tornava a casa con Koizumi dopo la scuola? Poteva essere che Koizumi avesse preso il mio posto in questo mondo? Anche se quel pensiero attraversò in un attimo la mia mente, non lo presi troppo sul serio.

“Aspetta!”

Acchiappai Haruhi per una spalla mentre si voltava per evitarmi: “Lasciami andare!”

Haruhi girò il braccio e mi scostò bruscamente la mano. Il suo viso era colmo di rabbia, ma quel livello di ferocia non era abbastanza da permettermi di lasciarla andar via ora, altrimenti tutte queste ore ad aspettarla qui fuori sarebbero state inutili.

“Sei davvero una seccatura!”

Haruhi si chinò e con eleganza mi diede un calcio basso.

Il dolore proveniente dalla caviglia, fu così forte che mi sembrò di soffocare, anche se non abbastanza da farmi stramazzare al suolo. Dopo aver riacquistato l’equilibrio, dissi sconsolato,

“Dimmi solo una cosa,”

Tirai fuori l’ultimo grammo di coraggio. Se non funzionasse, sarei a corto d’idee. Era la mia ultima speranza - poi avrei gettato la spugna,

“Ti ricordi della festa del Tanabata di tre anni fa?”

Anche se stava per andarsene, Haruhi si fermò di nuovo. Guardando i suoi lunghi capelli scuri, continuai,

“Quel giorno, ti sei introdotta furtivamente nella tua scuola e hai disegnato delle forme geometriche col gesso bianco nel cortile.”

“E allora?”

Haruhi si girò con uno sguardo furioso: “Lo sanno già tutti! Perchè menzionarlo?”

Scelsi le parole accuratamente, cercando di chiudere la questione il prima possibile: “Non eri sola quando sei sgattaiolata dentro la scuola, quella notte. Eri con un altro ragazzo che si era portato dietro Asahina….. una ragazza. E’ con lui che hai tracciato quei disegni col gesso. Rappresentavano un messaggio di Hikoboshi e Orihime, il che a occhio e croce significava ‘Sono qui…..’”

Non potei finire la frase.

Haruhi mi prese per il colletto con la mano destra e mi trascinò via. Trascinato da una forza terrificante, caddi involontariamente in avanti, e scontrai la mia fronte con la testa di Haruhi, dura come la pietra.

“Ouch!”

La guardai mentre protestava, e mi ricambiò con uno sguardo feroce. I suoi occhi penetranti ora erano piantati nella mia visuale. Fu uno sguardo che mi fece venire nostalgia, come anche il volto irritato di Haruhi.

La ragazza mi guardò perplessa, le stavano per scoppiare le vene quando mi chiese,

“Come fai a saperlo!? Chi te l’ha detto!? No, non l’ho mai detto a nessuno. Quella volta…….”

Haruhi si fermò improvvisamente, la sua espressione cambiò radicalmente quando vide la mia uniforme,

“North High…….. Può essere che……..!? Come ti chiami?”

Avevo difficoltà a respirare dato che mi aveva afferrato per la cravatta. Davvero una selvaggia. No, non era il momento di abbandonarsi ai ricordi dell’eccezionale forza di Haruhi. Il mio nome? Dovevo dirle il mio vero nome, che non aveva mai sentito prima, oppure quello stupido soprannome che mi avevano affibbiato?

Uno dei due non faceva differenza, non avrebbe avuto effetto su questa ragazza di fronte a me. Non penso avesse mai sentito nessuno dei due. In tal caso c’era solo un nome che potevo usare,

“John Smith,”

Nonostante avessi cercato di pronunciarlo tranquillamente, era difficile se sollevato di peso per il collo. Non vedi che faccio fatica a respirare…….. Nel momento in cui lo pensai, la forte pressione sul mio petto cessò immediatamente.

“…….. John Smith?”

Haruhi lasciò il mio colletto e mi guardò attonita mentre le sue mani rimasero a mezz’aria. Raramente l’avevo vista in questo stato. Sembrò che l’anima di Suzumiya Haruhi fosse stata presa dall’Angelo della Morte, dato che aveva la bocca spalancata.

“Dunque sei tu…. Sei quel John Smith? Lo strano liceale…… Che mi aiutò ……… Nella East Junior High……”

All’improvviso Haruhi inciampò. I suoi capelli lunghi e scuri le coprirono gli occhi, e prima che cadesse, Koizumi la afferrò in tempo.

La connessione era stata trovata.


Cosa vorresti dire con ‘mi aiutò’!? In pratica hai fatto fare tutto a me…. Ma non avevo intenzione di perder tempo a discuterne. Ci siamo, finalmente avevo trovato una pista! In questo mondo completamente alterato, c’era una persona, ed era l’unica, che condivideva i miei stessi ricordi.

Dunque sei davvero tu.

Quella persona altri non era che Suzumiya Haruhi.

Se questa Haruhi mi vide tre anni fa al Tanabata, allora ero ancora in tempo per risalire al mondo dei tre anni successivi a partire da quel momento. Non tutto era ‘scomparso senza lasciar traccia’. Quando viaggiai indietro nel tempo a tre anni fa con Asahina-san, e poi ritornai al presente con l’aiuto del potere di Nagato, quella parte di storia esisteva per davvero. Allo stesso tempo non sapevo cosa fosse andato storto, ma almeno tre anni fa, questo mondo era identico a quello che anche io conoscevo.

Ma che cosa era andato storto? Perché ero l’unico a conservare i ricordi autentici?

Credo che ci ripenserò dopo.

Guardai Haruhi, la cui bocca era spalancata come se avesse visto una delle meraviglie del mondo, e le dissi,

“Ti spiegherò tutto. Hai un po’ di tempo? Perchè è una storia lunga…..”


Mentre camminavamo tutti e tre fianco a fianco, Haruhi parlò: “Ho visto John Smith due volte. Poco tempo dopo, mentre tornavo da casa, ho sentito qualcuno urlare dietro me, cos’aveva detto….. Ah, si! Qualcosa del tipo, ‘Per favore prenditi cura del John Smith che scuoterà il mondo!’ Ad ogni modo cosa significa?”

Non avevo mai detto una cosa simile. Dopo essermi assicurato che Haruhi se ne fosse andata dal campo di atletica, andai a svegliare Asahina e mi precipitai verso l’appartamento di Nagato. Poteva esserci un altro John Smith? Ma di che diavolo le aveva parlato quel John Smith?

Sembrava che avesse cercato di dare qualche indizio ad Haruhi.

“Quel John era lo stesso che avevi visto alla East Junior High?”

“Era troppo lontano, in più in quel momento era buio. Non ricordo bene nemmeno i lori visi. Ma la sua voce era simile alla tua, ed indossava l’uniforme della North High.”

Le cose sembrarono complicarsi ulteriormente. Proprio quando pensavo di aver rimesso insieme i pezzi, i dettagli non quadravano.

Cercammo un bar nelle vicinanze e ci entrammo. Sarei voluto andare allo stesso bar che la SOS Dan usava per i suoi incontri, dato che dopotutto era una riunione dei membri della SOS Dan. Anche se era un pò lontano da dov’eravamo.

“L’altra te stessa che conosco studia alla North High, ed il primo giorno di scuola, disse quanto segue……”

Prima che le nostre ordinazioni arrivassero, cominciai subito il mio racconto. Prima che il caffèlatte si raffreddasse al punto da poterlo bere tutto d’un fiato, le raccontai la versione stringata di tutto quello che successe fin qui, senza alcuna remore. Cose riguardo alieni, viaggiatori del tempo ed esper riuniti nella SOS Dan e la nostra stanza del club usurpata al Club di Letteratura.

Le parlai in dettaglio del mio avventuroso viaggio nel tempo durante il Tanabata, dato che pensai fosse la parte più importante.

Diedi ad Haruhi un quadro generale su come lei era potenzialmente un dio, e su cosa fossero una distorsione temporale e la probabilità evolutiva, anche se nessuna di queste teorie era confermata. Le dissi soltanto che aveva un grande potere nascosto dentro di sé e di come questo potere misterioso potesse persino cambiare il mondo.

Questo fu abbastanza per catturare l’attenzione di questa ragazza. Si perse spesso in profonde elucubrazioni e poi finalmente disse,

“Com’è che sei riuscito ad interpretare il linguaggio alieno di mia invenzione? E’ vero che quei simboli significavano ‘sono qui, vieni a cercarmi.’”

“Qualcuno me li ha tradotti,”

“Vuoi dire quell’alieno?” “Ad essere precisi, un Interfaccia Umanoide Vivente creata dagli alieni per interagire con gli esseri umani; ricordo che me lo spiegò così.”

Dissi loro tutto riguardo NagatoYuki. A prima vista sembrava un omaggio extra dal club di letteratura per la SOS Dan, ma in realtà era stata programmata come un inespressivo e tranquillo topo di biblioteca. Poi parlai di Asahina. La mascotte dagli svariati cosplay, così come addetta alle pubbliche relazioni e cameriera esclusiva della SOS Dan incaricata di servire il the, che in realtà era una viaggiatrice del tempo proveniente dal futuro. Era con lei che avevo viaggiato nel tempo al giorno di Tanabata di tre anni fa, ed era stato grazie a Nagato che eravamo stati in grado di ritornare.

“Dunque ciò significa che John saresti tu, giusto? Allora ti credo, dato che non c’è nulla di male in questo. Dunque hai preso parte in un viaggio nel tempo…”

Haruhi mi guardò come se fosse abituata ad avere a che fare con viaggiatori del tempo ed annuì.

Non ti stai fidando un pò troppo? Non sei tipo da credere a qualcuno così facilmente. La volta in cui io e te andammo in giro per la città a caccia di misteri, considerasti il mio racconto come una stupidaggine quando te ne parlai in quel bar.

“L’altra me stessa è un idiota, ma io ti credo,” Haruhi si piegò in avanti e aggiunse, “Perché crederci è più divertente!”

Questo sorriso smagliante come centinaia di fiori che sbocciano insieme, mi era familiare. Questo era lo stesso sorriso che mi mostrò Haruhi la prima volta che la vidi. Era il sorriso da milioni di watt che aveva quando improvvisamente pensò di fondare la Brigata SOS Dan durante l’ora d’inglese.

“Da quel giorno, esaminai con cura tutti quelli della North High. Mi ero persino infiltrata là per un pò di tempo, ma non avevo mai visto nessuno che somigliasse a John. Ero arrabbiata con me stessa poiché non mi ricordavo bene il suo viso. Ma ora mi è tutto chiaro, dato che non ti eri ancora iscritto alla North High tre anni fa…”

Dunque c’erano due versioni del mio me stesso nel passato, una di me che vivevo come uno spensierato studente delle medie, e l’altra di me ibernato con Asahina nella stanza degli ospiti di Nagato.

Dovrei anche riportare le imprese di questo ragazzo prodigio qui presente,

“In quel mondo Koizumi è un esper. Mi hai aiutato molto, ma mi hai anche dato un sacco di grattacapi,”

“Se è vero, è alquanto incredibile.” disse Koizumi con un occhiata mezza perplessa, sorseggiando elegantemente il suo the.

Mi volsi di nuovo verso Haruhi,

“Perché non sei andata alla North High?”

“Nessun motivo in particolare a dire il vero. Ero interessata alla North High solo per l’episodio del Tanabata. Ma nel momento in cui sarei andata alle superiori John si sarebbe già diplomato, senza contare che non sono riuscita a trovarlo prima. Inoltre Kouyounen ha un alto tasso di ammessi all’università, ed il mio insegnante responsabile delle medie continuava a tormentarmi per farmi iscrivere qui, quindi ho seguito il suo consiglio solo per farlo smettere. In effetti non fa molta differenza quale scuola frequenti, davvero.”

Decisi di chiederlo anche a Koizumi: “E tu? Perché sei stato trasferito qui?”

“Mi chiedi il perché, beh, la mia risposta è simile a quella di Suzumiya. Sono semplicemente andato dove mi hanno portato le mie competenze scolastiche. Inoltre, non dico che la North High sia in qualche modo mediocre, ma la Kouyounen è la migliore in quanto a strutture e servizi nel campus.”

Vero, la North High non aveva nemmeno l’aria condizionata.

Haruhi sospirò e disse,

“La SOS Dan, huh? …….Sembra divertente,”

Tutto grazie a te.

“Se ciò che hai detto è vero,” fu Koizumi ad intromettersi, attenuato il suo sorrisone, disse con un espressione divertita, “A giudicare dalla tua storia, ci sono due possibilità,”

Sembrò davvero una frase tipica di Koizumi.

“La prima sarebbe che tu sia entrato in un universo parallelo, nel quale dal tuo mondo sei giunto nel nostro; la seconda sarebbe che tutto il mondo è cambiato eccetto te.”

Lo pensai anch’io.

“Tuttavia non importa quale delle due, ci sono ancora delle domande che necessitano di una risposta. Se fosse il primo caso, allora dov’è finita la tua controparte in questo mondo? Se fosse il secondo, è sorprendente come tu sia l’unico ad essere rimasto lo stesso. A meno che tu non possegga un qualche straordinario potere, questo spiegherebbe molto.”

Non ce l’ho e questo posso garantirlo.

Koizumi fece la sua irritante mossa, stringendosi graziosamente nelle spalle e continuò,

“Se sei entrato in un universo parallelo, allora devi trovare il modo di ritornare nel mondo dal quale provieni. Se il mondo fosse completamente alterato, dovresti trovare il modo per ristabilire l’ordine originario. Non importa come, per rimettere le cose a posto devi trovare il colpevole che si cela dietro tutto questo, dato che lui potrebbe sapere come far tornare le cose alla normalità.”

Chi altri poteva essere all’infuori di Haruhi?

“Chi lo sa? Forse un invasore di un universo parallelo che usa la Terra come una piattaforma da gioco. In futuro ci potrebbero essere persino delle grandi menti malvagie a fare la loro comparsa.”

Capii subito che si stava inventando il discorso al momento, poiché era scontato dal suo tono di voce che Koizumi stesse sparando cavolate. Tuttavia Haruhi non se ne accorse per niente, ed i suoi occhi persino brillarono, mentre disse,

“Mi piacerebbe molto incontrare queste Nagato ed Asahina. Oh, si, vorrei anche dare un occhio a quella stanza del club. Se davvero io avessi cambiato il mondo, allora forse ci ricorderemmo qualcosa se ci incontrassimo. Non lo pensi anche tu, John?”

Si, giusto. Non avevo motivo di obiettare. Se davvero c’era questa ragazza dietro tutto questo - o almeno era ciò che pensavo - allora forse si potrebbe innescare qualcosa, e anche Nagato ed Asahina potrebbero ricordarsi di me. Una volta che l’alieno e la viaggiatrice del tempo saranno tornate alla normalità, tutto il resto si sarebbe risolto facilmente. Aspetta un momento, mi ha appena chiamato John?

“Hai detto che ti chiamano Kyon, giusto? John suona meglio, per lo meno assomiglia di più ad un nome di persona, senza contare che è un nome occidentale molto comune. Ma chi ti ha affibbiato Kyon come soprannome? Sembra proprio che tu non venga per niente rispettato.”

Fu mia zia a darmi quel soprannome, mentre mia sorella fu responsabile di averlo diffuso a destra e a manca. Nonostante questo, fui molto soddisfatto di questa Suzumiya che se ne lamentava. Mi chiesi perché, visto che non era passato poi così tanto dall’ultima volta che lo avevo sentito.

“Dunque, andiamo.”

Dovrei comunque chiedere: “Adesso? Dove?”

Haruhi si era già alzata e mi gridò presuntuosa: “Alla North High, ovviamente!”

In un batter d’occhio, Haruhi, che non aspettò nemmeno che la porta automatica si aprisse, si era già precipitata fuori dal bar.

Tipico di Haruhi comportarsi a quel modo, mi sentii davvero sollevato nel vedere questa scena.

Haruhi, sei senz’altro una tipa in gamba. Appena qualcosa ti sfiora l’anticamera del cervello, entri in azione in meno di due secondi. Sei proprio tu. Ogni volta che aprivi la porta del club con un calcio come una vera teppista, sapevamo che ci avresti annunciato una delle tue idee bislacche. Nagato sembrava essere l’unica a restare calma…

“Oh cavolo!”

Guardai il mio orologio. Le lezioni erano già finite da un pezzo. Mi ero completamente dimenticato della promessa di ieri fatta a Nagato nel suo appartamento. Le avevo promesso che l’indomani sarei andato nella stanza del club, ed ero terribilmente in ritardo. Mi apparve l’immagine di una Nagato depressa mentre aspettava disperatamente che qualcuno bussasse alla porta. Ti prego aspetta ancora un pò. Sarò li in men che non si dica.

Koizumi prese il conto che Haruhi lasciò indietro e disse,

“Quindi pago solo per Suzumiya?”

Se paghi anche per me, ti dirò di più.

“In tal caso sono tutt’orecchi,”

Gli ripetei semplicemente tutto quello che quest’esper mi aveva detto. Nozioni riguardo il principio antropico, il fatto che secondo lui Haruhi fosse un Dio, così come di quando si spinse tanto oltre da inscenare un omicidio misterioso su isola deserta per divertire Haruhi.

Vedendo che Koizumi si perse in profonde elucubrazioni, gli chiesi: “Può essere che sia Haruhi il colpevole o si tratta di qualcun altro? Quale pensi sia l’ipotesi più corretta?”

“Se la Suzumiya-san di cui parli ha davvero dei poteri onnipotenti, è possibile che sia lei la responsabile di tutto ciò.”

Beh, non potevo pensare a nessun altro. Ma allora, se fosse davvero così, significava che Haruhi voleva solo Koizumi al suo fianco, e invece aveva allontanato Nagato, Asahina e me. Non voglio dare l’impressione che mi stia lamentando, ma non credo che Haruhi sia più ossessionata da Koizumi rispetto ad uno qualsiasi di noi altri. Era anche questa opera di uno dei poteri inconsci di Haruhi?

“Ciò significa che dovrei sentirmi onorato per essere stato scelto da Suzumiya?”

Ridacchiò Koizumi e continuò: “Dopotutto, io…… Sì, mi piace Suzumiya.”

“……. Sul serio!?”

Stai scherzando!?

“Penso sia una persona davvero affascinante,”

Dov’è che lo avevo sentito prima?

Koizumi continuò con un tono serio,

“Tuttavia, Suzumiya è interessata solo ad un amicizia superficiale. Mi ha detto che si è preoccupata di rivolgermi la parola solo perché sono uno studente appena trasferito. Dato che sono un normale studente trasferito, sembra che ultimamente si sia già stancata. In questa Brigata SOS Dan che hai menzionato, che genere di doti speciali avevi? Se non ne avevi, allora vuol dire che Suzumiya ti era molto affezionata, dev’essere così se quella Suzumiya è la stessa che conosco.”

Non importa quando, non penso di aver mai scritto nel mio curriculum nessuna dote che mi farebbe finire dritto in un manicomio, a parte l’inutile capacità di farmi involontariamente coinvolgere in eventi misteriosi.

Haruhi cacciò la testa dentro la porta e ci gridò con un sorriso smagliante dipinto in viso: “Perché voi due siete ancora lì? Muovetevi!”

Mentre Koizumi aspettava che la cameriera gli desse il resto alla cassa, mi incamminai fuori dal caldo ambiente del bar verso il gelido esterno dove ogni singolo respiro diveniva visibile.

Un taxi attendeva fuori dall’entrata del bar. Pare lo avesse chiamato Haruhi. Sembrava che volesse arrivare alla North High il prima possibile. A proposito, non era il misterioso taxi nero che prendevamo di tanto in tanto io e Koizumi, ma un normale taxi giallo.

“Alla North High, il più veloce possibile!”

Ordinò Haruhi all’autista mentre saltò dentro. La seguii con Koizumi e sedetti dietro. L’autista di mezz’età non si scompose all’ordine di questa ragazzina, ma semplicemente sorrise infastidito e premette sull’acceleratore.

“Non mi importa davvero se vuoi fare irruzione alla North High,” dissi guardando Haruhi: “Ma la tua uniforme si noterebbe troppo. Gli studenti di altri scuole devono avere una valida ragione per entrare, o sarebbe un problema se lo scoprissero gli insegnanti.”

Haruhi indossava la sua divisa nera, mentre Koizumi indossava la sua gakuran. Non c’erano in giro molti studenti nel pomeriggio dato che a scuola c’era solo mezza giornata, ma dovevano entrare nel territorio delle divise alla marinaretta e uniformi blu, sarebbe stato come dichiarare apertamente l’appartenenza ad un'altra scuola.

“Beh, in effetti….”

Haruhi ci pensò per tre secondi, poi disse: “John, avevi educazione fisica, oggi? Non importa anche se non l’avevi. La tua uniforme da ginnastica è nella tua classe giusto?”

Beh, ho giocato a calcio durante la prima ora.

“Dunque hai portato la tuta da ginnastica?”

Certo, ma perché me lo chiedi?

Haruhi sorrise enigmatica: “Ora ti spiego il mio piano per questa missione. John, Koizumi, prestatemi ascolto.”

Non importa a nessuno rischiare che l’autista senta tutto?

Tuttavia ci chinammo ubbidienti ed ascoltammo mentre Haruhi ci spiegava i suoi piani per la missione.

“Sembra davvero una delle tue trovate.” risposi, e lanciai un occhiata a Koizumi, che mi guardò con un espressione complessa poiché faceva delle smorfie.

Prima di tutto uscii dal taxi presso la North High e tornai in classe per preparare l’infiltrazione di Haruhi a scuola.

A proposito, Koizumi pagò anche il taxi.

Questo Koizumi in pratica era il portafogli ambulante di Haruhi. Non so cosa le avesse mai fatto questo povero diavolo per meritarselo. Poteva essere che fosse davvero innamorato di Haruhi? Volevo davvero chiedergli che cosa ci trovasse in lei. Tuttavia mi ricordai che Taniguchi una volta disse che nonostante fosse un po’ eccentrica, Haruhi era molto popolare fra i ragazzi alle medie. Non mi sorprendeva; se in questa scuola non aveva fondato la Brigata SOS Dan, allora era stata occupata a sfuggire ad ogni ragazzo che ci provava con lei indiscriminatamente. Significava forse che la SOS Dan era in realtà il rifugio inviolabile di Haruhi? Diventata l’indiscusso leader di un club tanto misterioso, ogni ragazzo con un minimo di buon senso automaticamente la eviterebbe come un battitore che schiva un potente lancio. Invece di subire tre strike ed essere colpiti in testa, la maggior parte delle persone preferirebbe evitare del tutto la palla e prendersela comoda mentre cammina verso la prima base.

Pensai tutto questo fra me e me mentre salivo all’ultimo piano.

Non c’era molta gente a scuola, ma non era del tutto vuota. Sparso qua e là c’era qualche studente che era rimasto per le attività del proprio club non avendo niente di meglio da fare a casa. Fortunatamente la classe 1-5 era deserta. A dire il vero ero terrorizzato di essere scoperto dal professor Okabe. Fossi in lui, avrei voluto sapere perché qualcuno che aveva deciso di prendersi il resto della giornata libera, era sgattaiolato di nuovo in classe.

Qualcuno decise di darmi una mano e riordinò il mio banco, credo Asakura probabilmente. Mi chiesi dove fossero finiti i miei libri ed il mio astuccio, scoprii che erano stati riposti. Solo la mia cartella era appesa a lato del mio banco, mentre le scarpe di cuoio che cercavo erano appese dall’altra parte.

“Pensa davvero a tutto.” sospirai pensando alla meticolosità di Haruhi mentre prendevo la sacca con la mia tuta da ginnastica. Dentro quest’enorme borsa sportiva c’era una maglietta a maniche corte, un paio di pantaloncini, una felpa ed un paio di pantaloni lunghi, tutti quanti indossati durante la prima ora di educazione fisica. Il piano di infiltrazione che aveva ideato Haruhi nel taxi era ovviamente “travestirsi da studentessa della North High”.

“Koizumi indosserà la tua divisa da ginnastica, mentre io la felpa ed i pantaloni lunghi. Dopodiché correremo semplicemente attraverso il cancello principale, e tutti penseranno che siamo del club di atletica e che abbiamo appena finito di fare jogging. Un piano perfetto.”

In altre parole, come degli insetti, avremmo dovuto imparare a camuffarci. Almeno era meglio che non aver acchiappato a caso un ragazzo e una ragazza della North High sulla strada di casa ed avergli tolto le divise.

“Beh, non sarebbe stata neanche una brutta idea,” disse Haruhi con noncuranza mentre stava in un angolo a debita distanza dal cancello della scuola aspettandomi.

“Avremmo destato minor sospetto se ci fossimo vestiti come te. Perché non ci hai proposto prima la tua idea che era senz’altro migliore?”

Sarebbe una rapina in piena regola! Come potevo pensare di fare una cosa simile?

Haruhi sciolse la corda della mia sacca e la rovesciò senza pietà, svuotandone il contenuto. Di conseguenza i quattro capi di abbigliamento giacevano ora a terra.

“Li hai lavati?”

Circa una settimana fa.

“Scusami, Suzumiya.”

Koizumi guardò la mia tuta infangata, come un topo del deserto che fissa disperatamente la tigre mongola costretto in un vicolo cieco, e disse: “Dunque dove ci cambiamo? C’è un posto al riparo qui vicino?”

“Possiamo cambiarci qui,” ripose Haruhi con prontezza, ed acchiappò subito i pantaloni.

“Non ci sono molte persone qui, e non fa poi così freddo se ti cambi in fretta. Non ti preoccupare, mi volterò. John, ti volterai anche tu e lo copriremo.”

Mi lanciò un occhiata veloce. Cosa intendeva?

“Non mi importa di esser vista,”

Sorrise maliziosa, poi proseguì mettendosi i pantaloni sotto la gonna.

“Non pensavo avessi delle gambe tanto lunghe.”

Si inginocchiò per fare il risvolto ai lunghi pantaloni, dopo aver sistemato la misura, si alzò e si tolse la gonna.

La gonna scivolò facilmente giù dalla vita. Dopodiché si tolse la felpa nera. Mentre cominciò a sbottonarsi la camicetta, mi voltai velocemente.

“Non importa. Ad ogni modo ho sotto una maglietta.”

La camicetta cadde sopra la felpa e la gonna. Lentamente voltai di nuovo lo sguardo. Con indosso una maglietta bianca a maniche corte ed un paio di pantaloni da ginnastica, Haruhi era lì in piedi fiera mentre i suoi lunghi capelli fluttuavano al vento. Mentre la fissavo vestita a quel modo, improvvisamente fui preso dalla voglia di rivedere ancora un certa visione.

“Hey, vuoi farti la coda?”

Haruhi mi guardò: “Perché?”

Nessun motivo in particolare, a dire il vero era solo una mia preferenza.

Haruhi sbuffò con indifferenza: “Farmi una coda sembrerebbe facile, ma farmi una bella coda è più facile a dirsi che a farsi!”

Ciò nonostante, dalla sua felpa a terra, Haruhi prese un elastico e si legò con eleganza i lunghi capelli neri dietro la testa.

“Non c’è male. Ora assomiglio di più ad un membro del club di atletica. Pensi che vada bene?”

Penso sia meraviglioso. Secondo me il suo fascino era aumentato almeno del 36%.

“Idiota.”

Mentre pensavo a come reagire a quest’insulto, mi accorsi che stava solo fingendo di essere arrabbiata. L’avrei dovuto sapere bene.

Anche se, ci mise un pò di più, anche Koizumi finì di cambiarsi. Doveva essere duro per lui indossare una maglietta a maniche corte e dei pantaloncini con questa temperatura gelida. Senza contare che doveva indossare gli abiti di un altro, dunque una sensazione oltremodo singolare. Tremante e con la pelle d’oca, Koizumi chiese: “Suzumiya, non pensi di metterti la felpa, vero? Ti spiace se la prendo in prestito?”

Anche Haruhi aveva le maniche corte, tuttavia sfoggiò un sorriso sufficiente a respingere il freddo e disse: “No non puoi. Ho bisogno di quella felpa per nascondere la mia cartella. Sono arrivata fin qui travestendomi in questo modo, non permetterò ad una cartella di rovinare tutto.”

Esatto, la cartella della Kouyounen e quella della North High erano leggermente diverse nel design esterno. Haruhi aprì la felpa della tuta come una tovaglia e vi avvolse sia la sua cartella che quella di Koizumi, poi mi ordinò di prenderle. Poi ficcò tutti i suoi vestiti e quelli di Koizumi nella mia cartella e mi chiese di portare pure quella.

“Dunque adesso,” Haruhi si mise le mani sui fianchi e disse: “Ora sembra che siamo appena tornati da un allenamento per una maratona. Non male, huh?”

Tu non stai male, certo, ma io? Dove lo si era mai visto un membro del Club di Atletica che portava un sacco di roba mentre allo stesso tempo si allenava per una maratona indossando l’abituale uniforme scolastica?

“Beh, puoi pensarti come il manager del Club di Atletica! Ed ora! Un, due, fight! Un, due, fight!”

Quando la ragazza con la coda corse via, mi scambiai delle occhiate con Koizumi. Poi contemporaneamente ci stringemmo nelle spalle e la seguimmo.

Sia io che questo Koizumi sapevamo che era estremamente difficile fermare Haruhi mentre correva, qualsiasi fossero le circostanze. Dunque non ci restava altro da fare se non inseguirla.

E’ sempre stato così, giusto?

Non sapevo se fosse un bene o un male, ma a differenza della Kouyounen, i cancelli della North High erano sempre aperti. Di guardie neanche l’ombra. Tutto procedeva secondo i piani; la falsa corsa da maratona di Haruhi accompagnata da urla di vari slogan finì presto poiché arrivammo sani e salvi alla meta, all’atrio d’ingresso. Non pensavo che sarebbe stato un problema portare Haruhi e Koizumi nella mia scuola; fino a tre giorni fa entravano ed uscivano regolarmente da qui.

“Che edificio vecchio! Perché questi muri sono dei prefabbricati? Le scuole di prefettura sono davvero così povere? Ho fatto bene a non scrivermi qui.”

Ascoltai la sua dichiarazione che non faceva una piega mentre volsi lo sguardo verso le file di armadietti. Mi ero già messo le scarpe da interno. Mentre mi chiedevo se ce ne fossero delle altre per gli ospiti, Haruhi aveva già aperto con disinvoltura l’armadietto più vicino a lei e aveva in mano le scarpe di uno studente a caso.

Tipico di Haruhi. Istintivamente feci uno strano sorriso.

“Perché sorridi? Sembri proprio uno stupido. Non ho fatto nulla di spiritoso.”

Dopo queste sue parole, mi feci sparire subito il sorriso. Aveva ragione: non importa quali regole Haruhi potesse infrangere, ora non era il momento di sorridere.

Pensai che Taniguchi potesse avere lo stesso numero di piede di Koizumi, quindi presi le sue scarpe e gliele diedi.

“Scusa il disturbo.”

Con un tono per niente dispiaciuto, Koizumi mi ringraziò cortesemente e si mise le scarpe. Infilai le scarpe da ginnastica che indossava nell’armadietto di Taniguchi.

Poi presi le loro borse, avvolte nella felpa, e le portai di nuovo sottobraccio.

“Vi mostro la strada seguitemi.”

“Un momento!”

Mentre stavo per andare, Haruhi mi fermò. Inconsciamente giocherellava con la sua coda e disse,

“Quell’alieno, Nagato, è nel Club di Letteratura, giusto?”

Ad essere precisi, l’attuale Nagato è una normale liceale che in precedenza era un alieno. Malgrado tutto, in questo momento penso stia ancora aspettando che arrivi.

“Quella Nagato probabilmente non scapperà. Andiamo a recuperare la viaggiatrice del tempo, Asahina. Dov’è?”

Probabilmente se n’è andata a casa….. Improvvisamente un pensiero mi attraversò la mente. Il mio istinto non era lì solo per bellezza, non avevo nemmeno bisogno di ricondurlo ai miei ricordi. Potevo dire con certezza che questa Asahina che non mi conosceva, avesse con se un astuccio ben fornito. Prima che fosse trascinata nella SOS Dan, era un membro del club di calligrafia. Dunque adesso era ancora a scuola.

“Bene allora, da questa parte.”

Mi dispiace, Nagato. Per favore aspetta ancora un pò. Dobbiamo andare al club di calligrafia prima di venire da te. Pregando silenziosamente che oggi il club di calligrafia si fosse fermato a scuola, istintivamente aumentai il passo.


Haruhi aprì la porta del club. Semplicemente quella ragazza non conosceva il concetto del buon costume di bussare. Non ero dell’umore di riprenderla per un simile dettaglio marginale, mentre Koizumi si fermò a disagio nel corridoio.

C’erano tre ragazze nell’aula del Club di Calligrafia; sembrava che si stessero esercitando a scrivere gli auguri di buon anno.

“Chi di voi qui è Asahina?”

“…… Posso esserti utile?”

La più piccola fra le tre spalancò gli occhi e lo disse timidamente con le sue labbra color ciliegia.

“Cosa c’è…….”

Asahina sedeva con grazia sulla sedia, tenendo il suo pennellino a mezz’aria.

Mi chinai verso la spalla di Haruhi ed ispezionai la stanza. Tsuruya non c’era. Tirai un sospiro di sollievo. Mi ricordai che non faceva parte del club di calligrafia.

Haruhi mi sussurrò all’orecchio,

“E’ lei, vero? Fa davvero il secondo anno? Sembra una studentessa delle medie.”

“Anch’io pensavo fosse una studentessa delle medie. Ma è così, lei è Asahina.”

Dopo averlo sentito, Haruhi camminò a grandi passi ed incominciò a sparare a zero su quest’angioletto, che si irrigidì mentre teneva il suo pennellino: “Sono Suzumiya della Divisione Informazioni del Consiglio Studentesco. Asahina, mi trovo qui perché ho qualcosa da chiederti. Hai un minuto?”

Dovresti inventarti qualcosa di meglio, specialmente se indossi una maglietta a maniche corte ed i pantaloni della tuta!

Asahina continuava a guardarla di sottecchi e disse nervosa,

“Consiglio Studentesco…. Divisione Informazioni? Di che cosa si tratta…. Ma io non so niente.”

“Non importa, vieni con me e basta!”

Haruhi le strappò il pennellino di mano e lo lanciò a lato del foglio, poi le afferrò il braccio e la costrinse ad alzarsi. Gli altri membri del club erano troppo attoniti e spaventati per poter dire qualcosa. Se Tsuruya fosse stata qui, avrei assistito ad un interessante guerra al di fuori del mondo fra lei e Haruhi. Haruhi abbracciò Asahina in vita e semplicemente la rapì senza dare alcuna spiegazione.

“Il tuo seno…. E’ enorme. Hmm, sei una ragazza particolare. Mi piaci!” disse Haruhi allegramente mentre palpava il seno di una studentessa di una classe superiore e di un’altra scuola.

“Kyaa! Wah! Cos... Cosa... Eh!?”

Notando che stavo vicino alla porta, gli occhi di Asahina si spalancarono ancor più. Probabilmente pensò, E’ il pervertito dell’altro giorno! Guardò timorosa anche Koizumi, che stava in piedi su una gamba per scaldarsi dato che si stava congelando fuori in corridoio. Lui la guardò come fosse una sconosciuta e disse: “Non ho cattive intenzioni, davvero.”

Smettila di comportarti come se non c’entrassi niente. Specialmente se vestito a quel modo, Koizumi, non attacca.

Come una madre che tentava di non far scappare la sua bambina dopo averle detto che l’avrebbe portata dal dentista, Haruhi trascinava Asahina che si dibatteva e disse: “Hey, John, manca solo Nagato. Muoviti e portami da lei.”

Non c’è bisogno che tu me lo dica. Dopotutto, mi devo precipitare là prima che qualche studente dalla vista acuta o un insegnate che ha scoperto che avevo saltato le lezioni, mi trovi.

Il posto situato al terzo piano dell’edificio conosciuto come il Vecchio Tugurio, il quartier generale della Brigata SOS Dan, ufficialmente noto come l’aula del club di letteratura.


Questa volta bussai alla porta prima di aprire.

“Hey, Nagato.”

La ragazza occhialuta alzò lo sguardo dallo spesso libro con la copertina rigida della biblioteca sul tavolo,

“Ah…..”

Vedendo che ero io, Nagato tirò un sospiro di sollievo,

“Eh?”

Quando vide che Haruhi mi accompagnava, i suoi occhi si sbarrarono,

“…….Eh?”

Vedendo Asahina trascinata dentro da Haruhi, spalancò la bocca,

“......”

Quando vide Koizumi entrare per ultimo, ammutolì.

“Ciao,” Haruhi sorrise radiosa. Dopo essersi assicurata che tutti fossero entrati, andò a chiudere la porta a chiave. Click! Subito dopo aver sentito questo rumore, sia Nagato che Asahina ebbero la stessa reazione - rimasero paralizzate dalla paura.

“C…. Cosa stai facendo?”

Proprio come quel giorno, Asahina fu sul punto di piangere.

“D…Dove siamo? Perché mi hai portato qui? E, p…perchè hai chiuso a chiave? Cosa vuoi da me?”

Fu la stessa identica risposta, anch’io stavo per piangere per la nostalgia.

“Zitta!”

Proprio come quel giorno, Haruhi prese in pugno la situazione, poi ispezionò tutta l’aula.

“Dunque la quattr’occhi è Nagato? Ciao! Sono Suzumiya Haruhi! Questo qua in tenuta da ginnastica è Koizumi; questa ragazzina con un seno eccezionalmente grosso è Asahina. Mentre quello là, dovresti conoscerlo, vero? E’ John Smith!”

“John Smith…?”

Nagato era sbalordita mentre si sistemava gli occhiali e mi guardava incredula. Mi strinsi nelle spalle ed accettai quello stupido nome. Sia Kyon che John suonava comunque stupido.

“Dunque… Questa è la SOS Dan, huh? E’ un pò spoglia, ma non c’è male come stanza. Vale la pena 

portarci un po’ di roba.”

Come un gatto curioso portato in una nuova casa, Haruhi camminava su e giù per l’aula, guardando fuori dalla finestra, esaminando i libri sullo scaffale interessata, poi mi disse,

“Bene, e adesso che si fa?”

Non dirmi che non ci avevi pensato prima di decidere di venire?

Oddio, era proprio il modo di pensare di Haruhi.

“Sono d’accordo nel trasformare quest’aula nel nostro quartier generale, ma venire qui è abbastanza scomodo. Sarebbe un inutile perdita di tempo venire qui dopo la scuola. Non conosco nessuno della North High. Oh si, perché non stabiliamo un orario e ci troviamo al bar di fronte alla stazione?”

Detto questo, nessuno oltre a me e la ragazza che stava parlando sapeva cosa sarebbe accaduto.

Nagato sembrava una bambola dall’espressione turbata; Asahina si agitava in modo strano tremando; mentre Koizumi cominciò a gesticolare.

Dovevo dire qualcosa, comunque, prima che fossi in grado di aprir bocca …


Ding!


Improvvisamente il computer che nessuno aveva toccato emise un suono elettronico. Istintivamente Nagato volse lo sguardo.

“Huh?”

Asahina si dovette sollevare sulle punte per vedere cosa succedeva. Tutte le mie conoscenze riguardo il funzionamento di queste macchine furono spazzate via da questo strano computer.

Il vecchio schermo a raggi catodici emise un rumore elettrostatico, e si illuminò lentamente - lo vedevo solo dal riflesso degli occhiali di Nagato.

A questo sarebbe dovuto seguire il suono di avvio dell’hard disk, tuttavia non sentimmo nulla. Lo avevo già visto prima… No, ricordai che prima avevo acceso il pc… Il sistema operativo non appariva, lo schermo mostrò invece una singolare visione molto familiare…

“Lasciatemi dare un occhiata.”

Il mio corpo si mosse da solo. Scostai Haruhi di lato e mi precipitai di fronte allo schermo.

Sullo schermo grigio scuro apparve silenziosamente questa scritta.



YUKI N. > Se stai leggendo questo, probabilmente non sono più me stessa.

… Sì, è così, Nagato…

“Che sta succedendo qui? Non c’è nessuno che scrive, fa paura!”

“Forse è stato programmato per accendersi ad una determinata ora? Ma questo computer è senza dubbio molto vecchio. Dev’esser stato un lavoraccio farlo funzionare.”

Non potei sentire nulla di ciò che mi stavano dicendo Haruhi e Koizumi. Non osai nemmeno sbattere gli occhi, per paura di perdermi una frase o una singola parola. Sentii il cuore battermi in gola mentre fissavo lo schermo.


YUKI N.> Quando apparirà questo messaggio, significa che tu, io, Suzumiya Haruhi, Asahina.

Mikuru e Koizumi Itsuki siamo tutti qui riuniti.

Sembrava che le parole apparissero in corrispondenza della mia velocità di lettura. Senza alcun fronzolo, il cursore scrisse le seguenti parole:

YUKI N.> Questa è la chiave. Hai trovato la risposta.

Non è che proprio la ho trovata. E’ più esatto dire che ci sono inciampato, mentre venivo trascinato da Haruhi insieme a Koizumi. Questa Haruhi è senz’altro utile… A proposito, Nagato, da quanto tempo.

Guardai le parole sullo schermo con nostalgia. Anche se le righe erano mute, in fondo al cuore potevo sentire Nagato leggere uniformemente ogni singola parola. Il cursore continuò a muoversi.

YUKI N.> Questo è il Programma per la Fuga d’Emergenza. Per attivarlo, premere il tasto “Enter”, oppure, uno qualsiasi. Una volta attivato, vi sarà data la possibilità di riparare la continuità del tempo nello spazio. Tuttavia, né il successo, né il ritorno sicuro possono essere garantiti.

Programma…. Per la Fuga d’Emergenza. Ci siamo! E’ in questo computer!

YUKI N.> Questo programma può essere lanciato una sola volta. Una volta eseguito, sarà disattivato. Se decidessi di non avviarlo, sarà comunque disattivato. Sei pronto?

Questa fu l’ultima riga da leggere. Alla fine il cursore continuò a tremolare.

Dovevo premere “Enter”? O dovevo premere un altro tasto?

Tornato alla realtà, mi accorsi che Haruhi stava sbirciando da dietro le mie spalle.

“Cosa significa tutto questo? Si tratta di un’organizzazione segreta? John, bando alle ciance e spiegami!”

Ignorai completamente Haruhi, Koizumi ed Asahina. In questo momento, i miei occhi non fissavano né Haruhi con la sua coda di cavallo, né Koizumi con la mia tuta da ginnastica e nemmeno la graziosa

Asahina. Tutta la mia attenzione era rivolta a questo computer e alla sola altra persona in questa stanza. Dissi alla ragazza con gli occhiali, che fissava attonita lo schermo:

“Nagato ti ricordi niente?”

“… No,”

“Ne sei sicura?”

“Perché me lo chiedi?”

Perché aveva negato così frettolosamente ogni ipotesi di coinvolgimento? Sei stata tu a scrivere quelle parole…… avrei voluto dirlo, ma se lo avessi fatto, probabilmente questa Nagato si sarebbe spaventata.

Decisi di esaminare di nuovo l’ultima parte del messaggio.

Questo messaggio me lo aveva lasciato Nagato, lo aveva scritto la Nagato che conoscevo da sempre. Ad essere onesto, non capivo molto bene cosa significasse Programma di Fuga d’Emergenza, e l’esclusione di garanzia di una completa buona riuscita mi turbò.

Tuttavia, ero arrivato fin qui, non c’era motivo di lamentarsi. Ero solito affidarmi ciecamente a quella Nagato, e adesso potevo solo continuare a farlo. Raramente sbagliava. Oltre a Nagato, la silenziosa Interfaccia Umanoide Vivente creata dagli alieni, che mi salvò la vita innumerevoli volte, di chi altri mi potevo fidare? Se avessi dubitato della sua parola, allora avrei dovuto davvero dubitare di ciò che pensavo.

“Hey, John. Cosa c’è? Sei così strano.”

La voce di Haruhi mi sembrò distante.

“Per favore lasciami solo per un momento. Sto cercando di riorganizzare le idee.”

Ora più che mai, avevo bisogno di riflettere. Haruhi e Koizumi che studiavano in un’altra scuola, Asahina che non era una viaggiatrice del tempo e Nagato che sembrava non saperne nulla. Dopo aver pensato ciò, capii che non erano queste le cose di cui dovevo preoccuparmi adesso.

Le parole scritte sullo schermo da Nagato erano la sua personale opinione. L’autenticità di quel messaggio era fuori discussione.

Mi stiracchiai le braccia e respirai profondamente.

Ci siamo…

L’unica cosa di cui ero sicuro era che volevo andarmene da questo mondo. Volevo rivedere ancora una volta la SOS Dan, che mi era tanto familiare da esser divenuta parte della mia quotidianità, così come tutti gli altri in quel mondo. L’Haruhi, Asahina, Koizumi e Nagato lì presenti non li riconoscevo. Lì non c’era ‘l’Organizzazione’ o l’Entità di Dati Integrata, e la versione adulta di Asahina non avrebbe mai fatto visita a questo mondo dato che tutto era così sottosopra.

Non ci volle molto a decidermi.

Tirai fuori un foglietto spiegazzato dalla mia giacca…

“Mi dispiace Nagato, ma te lo restituisco.”

Le pallide dita di Nagato si allungarono per prendere il modulo di domanda del club lasciato in bianco. Una volta lasciato, il modulo di domanda svolazzò, nonostante difficilmente ci fosse vento qua dentro. Dopo aver mancato una volta la presa, alla fine lo afferrò press’a poco al secondo tentativo.

“Questo…”

La voce di Nagato addirittura tremò, i suoi occhi nascosti dalle ciglia.

“Comunque,” mi affrettai a spiegare, “A dire il vero, sarei già un membro di questo club per incominciare. Non c’è bisogno che mi iscriva al Club di Letteratura, dal momento che…”

Haruhi, Koizumi ed Asahina mi guardarono tutti e pensarono, Che diavolo sta dicendo? Il viso di Nagato era coperto dai capelli, così non potei veder bene la sua espressione. Non importa. Non ti preoccupare Nagato. Non importa quello che succederà poi, sicuramente ritornerò qui.

“Dal momento che, sono già un membro della Brigata SOS Dan.”

Sei pronto?

Puoi scommetterci.

Allungai il dito e premetti il tasto “Enter”.


Un attimo dopo……

“Whoa!?”

Quando mi alzai, fui preso da un tremendo capogiro. Involontariamente mi aggrappai al banco poiché mi girava la testa. Sentivo un ronzio nelle orecchie ed in lontananza il brusio di persone che parlavano. Tutto divenne nero. Persi il senso dell’equilibrio, e mi sentii come se stessi andando alla deriva, proprio come una foglia che continua a cadere all’infinito roteando vorticosamente su sé stessa. Le voci che mi chiamavano iniziarono a diventare sempre più lontane, cosa cercavano di dirmi? John o Kyon? Non ne ero sicuro, non sembrava Haruhi.

E’ tutto buio, sto cadendo? Dove sto cadendo? Per lo meno qualcuno potrebbe dirmelo.

La mia mente era nel caos più totale. I miei occhi erano davvero aperti? Non vedevo e non sentivo nulla. Avevo solo l’impressione di fluttuare. Dov’era il mio corpo? E Haruhi? Tutto era confuso. Koizumi, Asahina, dove sono? Dove sto andando? Cosa mi aspetta in questo Programma di Fuga d’Emergenza?

Nagato…

“Whoa!?”

Urlai di nuovo, avevo le caviglie a pezzi e mi reggevo a malapena. Solo allora mi accorsi di essere ancora in piedi.

“Cosa diavolo….?”

Ovunque era buio, anche se non abbastanza da non vedere a un palmo dal naso. Ero sollevato di poterci vedere ancora.

“Dove sono…”

Guardando verso le luci fioche che provenivano dalla finestra, stabilii la mia posizione. Sembrava un aula, e sembrava che mi stessi reggendo a un tavolo. Sul tavolo c’era un vecchio computer…

“Il Club di Letteratura!”


Era la stanza del Club di Letteratura di prima.

Tuttavia Nagato non c’era. Anche Haruhi, Asahina e Koizumi erano svaniti. Ero rimasto solo io. Il sole era già tramontato, anche se qualche raggio di luce filtrava ancora attraverso la finestra fino a un momento fa. Si era fatto buio piuttosto in fretta. Guardai fuori dalla finestra il desolato cielo notturno con poche stelle che brillavano. Di certo il tempo vola via veloce.

La stanza era la stessa di prima. C’era una libreria, un tavolo lungo, ed il vecchio computer. Lo capii subito da questo. Non ero tornato nel mio mondo originario, poichè non c’era nulla della roba che apparteneva alla SOS Dan. La cattedra del Comandante non c’era, e nemmeno l’appendino degli abiti da cosplay di Asahina. Era ancora la sobria aula del Club di Letteratura… ma …

Il sudore sulla fronte mi gocciolò negli occhi. Mi asciugai prontamente con la manica della giacca.

C’è qualcosa che non va.

Che cos’era questa sensazione di disorientamento? Già lo sapevo. Era proprio la stanza del Club di Letteratura.

Sei un taiko drum? Improvvisamente mi ricordai il precedente gioco di parole di Taniguchi, ma non era quello il punto. Si, il punto non era dove fosse questo posto.

“Questo è …”

All’improvviso scoprii il vero motivo per cui mi sentivo tanto disorientato! Sentii che la mia temperatura corporea si era bruscamente alzata, ma non era del tutto esatto. In realtà era la temperatura esterna ad esser già elevata, di conseguenza anche la mia aumentò, dunque non fu un illusione.

Non potei più sopportarlo, e mi tolsi la giacca. Tutti i pori del mio corpo si aprirono subito e cominciai a sudare. Poi mi tolsi il maglione e arrotolai le maniche della camicia, tuttavia difficilmente servì ad accusare di meno il calore presente nella stanza.

“Fa troppo caldo!”

Iniziai a brontolare.

“Si sente caldo come…”

In una calda notte estiva.

In tal caso, c’era solo una cosa da chiedersi:

In che stagione siamo ora?