Suzumiya Haruhi ~ Italian Version:Volume 7 Capitolo 1

From Baka-Tsuki
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E' successo tutto qualche giorno dopo il Risshun. [in questo caso, si riferisce sempre al festival del Setsubun. Setsubun è la vigilia della primavera, Risshun è il giorno seguente, il primo giorno di primavera, secondo il calendario lunisolare asiatico, il 3 febbraio]

Dopo scuola, aprii la porta del club e mi scontrai con il freddo e il vuoto che mi attendevano nella stanza. Non solo mancava il caldo benvenuto di Asahina-san, ma anche la sedia di Nagato era vuota. Haruhi non era ancora arrivata, dato che quel giorno era il suo turno di ricevere consigli sui futuri studi. Probabilmente in quel momento si trovava nella sala professori, facendo degli assurdi piani per la sua 'carriera' insieme al nostro professore responsabile, Okabe-sensei. Se qualcuno avesse dovuto chiederle cosa sarebbe voluta diventare da grande, probabilmente indosserebbe un'espressione severa e risponderebbe “Dittatore”, “Supremo Comandante dell'Universo” o qualcosa del genere.

Se per qualche motivo dovesse diventare uno dei sopra-citati, cadrei in profonda depressione.

Comunque, sono sicuro che Okabe-sensei avrebbe provato in ogni modo a farla desistere, consigliandole di pensare seriamente al suo futuro, cercando di utilizzare le parole più adeguate. Se qualcuno avesse cercato di darle dei consigli alla cieca, probabilmente avrebbe reagito nello stesso modo in cui il cromo reagisce con l'ossigeno. Ci vuole un'accorta scelta delle parole per persuaderla a fare qualcosa – questa è la sua specialità. [Il cromo è passivo all'ossigeno, forma un ossido sottile, insolubile e protettivo che previene ulteriori ossidazioni del metallo. In parole semplici, il cromo ignora l'ossigeno.]

Lasciai il mio zaino sul banco e accesi la stufa elettrica. Questo avrebbe dovuto consentirmi di fornire un pò di calore a quella stanza gelata, che sembrava ancora più fredda a causa della mancanza dei normalmente presenti membri della brigata. Comunque, ci sarebbe voluto ancora un pò di tempo prima che il calore si espandesse nell'aria. Ricordatevi, qui stiamo parlando di una vecchia stufetta. Oltre alla stufa, l'unico altro oggetto in grado di generare calore era la teiera di Asahina-san.

Voglio davvero bere il suo thè!

Il solo pensiero mi rendeva ansioso e avvicinai impazientemente la sedia al tavolo. Quando ---

Clang.

“Ma che?”

Il suono sembrava provenire dall'angolo della stanza. Lanciai un'occhiata istintivamente in quella direzione e osservai l'oggetto di metallo alto e rettangolare, utilizzato per immagazzinare gli utensili per la pulizia.

Nonostante ogni classe ne avesse uno, come Haruhi fosse stata in grado di rubarne uno per la stanza del club era un mistero totale.

Il rumore proveniva dall'armadietto delle scope.

Deve essere stata una scopa o uno spazzolone che è caduto, pensai tra me e me.


Proprio in quel momento ---

Thunk.

Questa volta, il rumore era più sordo.

“Inizia a darmi i brividi”, dissi a me stesso.

Avete mai vissuto un'esperienza del genere? Ipotizziamo che tutti debbano uscire, lasciandovi da soli a casa. Teoricamente dovreste essere soli ma avete questa lugubre sensazione di non esserlo, come se ci fosse qualcosa che si stia nascondendo fuori dalla finestra. Benché abbiate l'impulso di andare a controllare , la possibilità che ci possa essere davvero qualcuno è troppo spaventosa, quindi probabilmente preferirete cercare di ignorare l'intera situazione. E' una situazione causata principalmente da fattori psicologici.

Questo è probabilmente uno di quei casi, pensai tra me. Se una cosa del genere fosse accaduta in casa mia invece che nel club, sarei stato quasi sicuramente troppo spaventato per investigare. Ma, considerando che questa è la scuola e il sole non è ancora tramontato, non c'è nulla di cui aver paura.

Camminai verso l'armadietto delle scope e aprii la porta, aspettandomi di non trovare niente di strano. Quello che vidi mi fece uscire gli occhi dalle orbite.

“...Eh?”

Perché c'era qualcos'altro oltre alle scope e agli spazzoloni, qualcosa di totalmente inaspettato. Era qualcosa di talmente bizzarro che, difatti, tutto quello che avrei voluto dire in principio si era trasformato in una serie di domande.

“...Cosa stai facendo qui dentro?”

Questa domanda era scontata. La persona all'interno mi guardò e disse,

“Ah...K-Kyon-kun.”

Si trattava di Asahina-san. Per qualche strana ragione, un'espressione di sollievo le illuminò il volto, mentre diceva, “Mi hai aspettato per tutto questo tempo, non è vero? Bene. Mi stavo chiedendo cosa avrei dovuto fare, ma adesso sono contenta di trovarti qui. Bene, eh...Cosa dovrei fare?”

“Uh?”

“Eh?”

Asahina-san sbatté le palpebre e mi osservò.

“Beh..Non è il momento sbagliato, questo, vero? Ci siamo di certo incontrati qui in precedenza...”

La osservai, incredulo, mentre era in mezzo a scope, spazzoloni e altri utensili per la pulizia dentro all'armadietto. Mentre osservavo la sua piccola figura vestita nella sua uniforme alla marinara, vari segnali d'allarme erano scattati nel mio cervello e iniziò ad uscire un denso fumo nero, nero come il fumo che esce dalla ciminiera di una fabbrica durante il periodo di rapida espansione economica.

“Asahina-san...?”

Qual'è il significato di tutto questo? Volevi giocare a nascondino e hai deciso di nasconderti nell'armadietto? No, non è possibile.

Il fumo aveva già iniziato a produrre una nebbia nerastra. Improvvisamente...

BANG! Sia Asahina-san che io fummo colti di sorpresa, prima di realizzare che si trattava solamente di qualcuno che stava bussando alla porta. Proprio prima che potessi rispondere...

“Eh? Eh! No, non puoi...”

Mi sentii strattonato per la cravatta, mentre il mio intero corpo veniva trascinato in avanti. Asahina-san mi aveva tirato a forza nell'armadietto delle scope con lei, prima di chiudere la porta senza fare rumore.

Oh, cosa significa? Qualcuno mi può spiegare che cosa cavolo sta succedendo?

“Shh, Kyon-kun, rimani in silenzio. Non fare rumore.”

Grazie alla luce che passava attraverso le piccole aperture dell'armadietto, vidi Asahina-san posizionarsi l'indice davanti alle sue labbra.

Anche se non mi avesse detto nulla, non avrei comunque aperto bocca. Non avevo niente da dire in quel momento, comunque.

In circostanze normali, sarebbe impossibile entrare nell'armadietto delle scope. Richiederebbe un grande sforzo per una sola persona entrarci, figuriamoci due. Haruhi aveva inizialmente rapito Asahina-san per farla diventare la mascotte del club a causa del suo corpo fantastico. Inutile a dirsi, noi due eravamo destinati a stare insieme. E intendo in maniera letterale, dato che ci trovavamo compressi l'uno contro l'altra in uno strettissimo armadietto per le scope. Anche se indossavamo le nostre uniformi, potevo sentire qualcosa di caldo e morbido contro il mio petto.

Mentre ero perso nel mio mondo, udii improvvisamente il rumore della porta che si apriva. Sembrava che qualcuno fosse entrato, ma in quel momento non mi poteva interessare minimamente. Proprio come due persone che cercano di scaldarsi durante l'inverno con il loro calore corporeo all'interno di un cottage senza riscaldamento di sorta, Asahina-san si strinse forte a me mentre respirava profondamente. Non avevo idea del perché mi stringesse così forte, ma cosa importa? Un'occasione del genere succede solo una volta ogni morte di papa.

Segnali d'allarme, col cavolo! Il fumo nerastro si era improvvisamente trasformato in un delizioso strato d'ozono che mi stava trasportando nelle profondità del paese delle meraviglie...

Oh beh, suppongo non ci sia bisogno di continuare a parlare da solo. Tutto quello che desidero è che il tempo si fermi in questo preciso istante. Nient'altro.

“Eh? Non c'è nessuno qui...ma la stufa è accesa...Ah? Questo non è lo zaino di Kyon-kun? Che sia andato in bagno?”

Guardai Asahina-san, che era aggrappata alla mia cravatta. Anche Asahina-san mi guardò, come per restituirmi lo sguardo.

Poi girai lentamente la testa e guardai nella stretta fessura, l'unica fonte di luce. Nonostante il mio collo non fosse in grado di ruotare di 180 gradi riuscivo comunque a vedere cosa succedeva all'esterno con la coda dell'occhio.

“...!”

Rimasi in silenzio, troppo scioccato per parlare.

All'esterno si trovava un'altra Asahina-san.

L'Asahina-san all'esterno per prima cosa si scaldò le mani vicino alla stufetta, parlando a bassa voce da sola, poi si spostò dal mio campo visivo. Nel momento in cui riapparve aveva in mano un'uniforme da cameriera. Successivamente procedette a slacciarsi il fiocco rosso dell'uniforme alla marinara che aveva sul colletto e ad appoggiarlo su una sedia. Poi continuò sfilandosi la maglietta e cominciò a svestirsi.

“...!”

Quei tre punti del silenzio apparvero sopra la mia testa.

Asahina-san appoggiò la sua blusa sulla stessa sedia, mentre le sue mani raggiungevano la sua vita. Questa volta, la mia testa era stata coperta dal palmo della mano di qualcuno.

“...!”

L'Asahina-san nell'armadietto insieme a me mi coprì gli occhi con le sue mani prima di ruotarmi a forza il collo nella sua posizione originale. Anche se era buio, potevo immaginarmi che la sua faccia fosse diventata rosso peperone. Le labbra si contrassero mentre disse le parole:

“Non...guardare...”

Anche se non so leggere le labbra, potevo facilmente immaginare cosa mi volesse dire. Peccato che l'avvertimento era arrivato un pò troppo tardi. Ero già riuscito a vedere qualcosa che non avrei dovuto. Per mostrare le mie più profonde scuse, mi tappai la bocca e iniziai a riconsiderare quello che stava accadendo.


Ci sono due Asahina-san.


Aspettate un attimo. Se stessimo parlando di Asahina-san (Grande) e Asahina-san (Piccola), allora potrei ancora distinguerle. Potrebbe essere dovuto al fatto che l'ho vista talmente tante volte, che, anche se dovesse apparire qui, non ne sarei minimamente sorpreso.

Ma questa è un'altra storia. Due Asahina-san praticamente identiche sono separate da una sottile porta d'acciaio; una è all'interno e l'altra è all'esterno; una ha il suo corpo stretto vicino al mio, mentre l'altra sta indossando la sua uniforme da cameriera.

Tutte e due sono la vera Asahina-san. Sono orgoglioso di possedere un paio di abilità molto più sviluppate di chiunque altro – essere in grado di comprendere le emozioni di Nagato ed essere in grado di distinguere tra una vera e una falsa Asahina-san.

Credendo in me stesso, ero giunto alla conclusione che entrambe le Asahina-san erano la stessa persona.

Due versioni della stessa persona che co-esistevano nello stesso tempo e nello stesso luogo poteva significare una cosa sola - Viaggio nel Tempo.

Una di loro arrivava di sicuro da un'epoca diversa, da un futuro non-troppo-lontano. Avevo la sensazione che si trattasse dell'Asahina-san che si trovava con me in quello stretto armadietto.

Quelle due Asahina-san si assomigliavano come due gocce d'acqua. Anche se fossero state gemelle, ci sarebbe comunque stata qualche minima differenza...

Era logico pensare in questo modo, anche se durò solo per qualche secondo. Chiunque nella mia situazione porrebbe le sue emozioni prima del pensiero razionale, e ritengo non ci sia bisogno di una spiegazione.

Non c'è alcun dubbio che quelle due Asahina-san non sarebbero sparite molto presto. L'Asahina-san all'interno non sarebbe scomparsa dopo avermi fatto entrare a forza nell'armadietto delle scope e obbligato a chiudere gli occhi, mentre l'Asahina-san all'esterno sfiorava i vestiti con il suo corpo, emettendo dei rumori che stimolavano molto la mia immaginazione. Erano come i fossati interni ed esterni del Castello Nijo, in attesa di un mio segnale per fortificarli. [Castello situato a Kyoto, circondato da due anelli di fortificazioni concentrici. E' famoso per avere dei fossati e delle fortificazioni gemelle, che in questo caso sono citate da Kyon nel paragone]

Era inutile. Proprio come l'assedio di Osaka era destinato a fallire a causa dell'assenza di Yukimura Sanada, non c'era possibilità per me di scegliere fra le due. [Famoso samurai, la cui assenza nell'assedio di Osaka é forse da considerarsi una delle prime cause del suo fallimento.]

Costretto ad affrontare questi dilemmi mentali dei quali Platone sarebbe orgoglioso, solo qualcuno che abbia perso un paio di rotelle non mostrerebbe alcuna reazione.

Mentre il mio cervello era occupato ad analizzare la situazione, la mia testa stava esplodendo per lo sforzo. Se questa situazione avesse dovuto continuare, probabilmente sarei svenuto. Dovevo pensare ad una soluzione, in fretta.

Se la situazione fosse continuata così, probabilmente avrei abbracciato l'Asahina-san davanti a me stringendola a morte, oppure sarei corso fuori e avrei spaventato a morte l'Asahina-san che si stava cambiando. In quel momento cruciale, la mia salvatrice, infine, apparve.

Al rumore della porta che si apriva, il mio respiro accelerato ritornò normale.

“...”

Sembrava che chiunque avesse aperto la porta fosse fermo senza fare rumore. Non si udì neanche il rumore della porta che veniva chiusa.

“A-Ah, Nagato-san,”

Potevo udire la chiara, squillante voce di Asahina-san.

“Aspetta solo un attimo, ti servirò del thè immediatamente.”

Girai nuovamente il collo.

Con la coda dell'occhio, riuscii a intravedere l'uniforme da cameriera svolazzare quando mi passò davanti – era l'unica cosa che riuscii a vedere attraverso quella piccola, misera apertura.

Impossibilitato dal vedere altro, potevo solo immaginare Asahina-san, nella sua uniforme da cameriera, che correva verso la teiera.

“...”

Non riuscii a vedere Nagato che si avvicinava alla sua sedia. Anche se Nagato era in grado di camminare silenziosamente, la porta era troppo vecchia per essere chiusa senza fare rumore. Quindi era giusto ritenere che Nagato fosse ancora davanti alla porta.

“Eh...C'è qualcosa che non va?”

Asahina-san parlò con un senso di inquietudine nella sua voce. Mi apparve nella mente l'immagine di Nagato che teneva il suo zaino con una mano e con l'altra la maniglia della porta, mentre fissava l'armadietto delle scope.

“...”

“Eh?”

“C'è qualcosa di cui ti devo parlare.”

Questa è la voce di Nagato, senza dubbio.

“Eh?” Asahina-san ripetè, questa volta sembrava sorpresa.

“Vieni con me.”

“EH?” Asahina-san ripeté nuovamente, sembrando ancora più sorpresa di prima. “D-dove dobbiamo andare?”

“Ovunque ma non qui.”

“M-ma...C-cosa devi...Non possiamo parlare qui?”

“Non qui.” Nagato disse semplicemente.

“A-Ah...Qualcosa di cui p-parlarmi? D-davvero?”

“Si.”

“Uh...Nagato-san? Kya...Non hai bisogno di tirarmi...”

Potei udire il rumore dei passi di Asahina-san allontanarsi e poi la porta fu chiusa sbattendo.

Quello che seguì fu il silenzio, dopo che quelle due lentamente si erano ritirate dalla stanza del club.

Grazie mille Nagato.

Si udì un'altra porta che sbatteva, mentre mi fiondai fuori dall'armadietto. Fui seguito da Asahina-san che rotolò per terra.

“Kyaa~”

Rimase accucciata sul pavimento ed emise un guaito di stanchezza mista a sollievo.

“E' stato spaventoso.”

Non avrei mai pensato che lei sarebbe stata più sorpresa di me.

“Asahina-san,” dissi lentamente. “Puoi spiegarmi il significato di tutto questo? Cosa diavolo sta succedendo? Da quale epoca arrivi?”

Alzò la testa per guardarmi, i suoi occhi sbattevano senza sosta.

“Uh? Non lo sai, Kyon-kun?”

Come posso saperlo? Aspetta, prima di tutto, cos'è che dovrei sapere?

“Ma,” Asahina-san aveva un'espressione che sembrava quella di un marinaio che è salito su una scialuppa di salvataggio dopo un naufragio solo per scoprire che la scialuppa ha una falla. “Ma chi mi ha detto di venire in questo tempo sei stato proprio tu.”


Aspetta un attimo.

Mi spremetti le meningi per qualche secondo. Avevo di certo detto qualcosa di simile in precedenza.

Era il 2 di Gennaio perché avevo bisogno di tornare al 18 di Dicembre dell'anno prima. Siamo tornati indietro nel tempo per rimettere a posto le cose, prima di tornare al presente. Non ci sono stati altri problemi per quello.

Il problema è quello che è successo dopo. Non mi sembra di aver chiesto l'aiuto di Asahina-san per farci ritornare al futuro.

Ero sicuro di non averglielo mai detto.

Quindi questo significa...

Questa Asahina-san è arrivata dal futuro.

“Da che epoca arrivi?”

“Ah...”

Asahina-san rabbrividì per qualche istante, prima di guardare il suo orologio.

“Eh...una settimana e un giorno...dovrebbe essere dalle 16:15, otto giorni da oggi.”

“Perché sei qui?”

“Non ne ho idea.”

Una risposta sincera.

“Non ne ho davvero la più pallida idea. Sto solo eseguendo degli ordini. In effetti, stavo proprio per domandarti per quale motivo le tue richieste vengono esaudite così facilmente.”

Vedere Asahina-san che faceva il broncio, mi ricordò Haruhi. Anche l'espressione era davvero adorabile, ma non era quello il momento di fare paragoni. Spostai il mio sguardo verso la porta della stanza.

“Quindi si tratta di un mio ordine, un ordine che ti darò fra otto giorni?”

“Sí. Eri molto nervoso, e mi hai detto che avrei saputo cosa fare una volta giunta qui. Mi hai anche detto di dirti che il tuo “io” futuro ti dice 'ciao'.”

Cosa diavolo sta cercando di dire il mio “io” futuro?

E' troppo difficile da capire. Ordinare ad Asahina-san ti tornare nel passato, cosa cerca di fare? Che significato ha farle dire 'ciao'? Un saluto amichevole?

Aspetta un attimo, c'è qualcosa che non va, di nuovo. Questa Asahina-san ha detto che arriva da otto giorni nel futuro. L'Asahina-san vestita nella sua uniforme da cameriera era stata trascinata da Nagato chissà dove.

Uh...? Cosa significa? Ci sono due Asahina-san. Una si trova nella stanza del club assieme a me, mentre l'altra è stata trascinata da Nagato chissà dove...

“Mi ha portata fino alle scale d'emergenza, dove mi ha obbligato ad ascoltare un sacco di cose incomprensibili.”

Asahina-san inclinò la testa e disse: “Per quale motivo sono qui? Cosa dovrei fare adesso...”

Anche se Nagato non ha detto nulla, le sue azioni devono significare qualcosa, ma cosa potrebbe...

Ah!

Compresi improvvisamente cosa voleva dire Nagato.

“...Adesso capisco.”

Mentre realizzavo cosa Nagato cercasse di dire, segnali di allarme rosso risuonarono nel mio cervello. Se le cose fossero andate avanti così, ci saremmo trovati davvero nei guai.

Potevo solo sperare che il discorso di Nagato durasse ancora per qualche minuto.

“Asahina-san, non hai mai incontrato il tuo “io” futuro la scorsa settimana, vero?”

“Erm...giusto....”

Asahina-san annuì onestamente, pareva leggermente preoccupata. Se era così, dovevamo sbrigarci.

Perché non potevo permettere che le due Asahina-san si incontrassero.

Nagato se n'era già accorta. Aveva percepito la mia presenza e quella di Asahina-san dentro l'armadietto e sapeva delle conseguenze che sarebbero occorse se le Asahina-san si fossero incontrate. Ecco perché aveva trascinato Asahina-san in versione cameriera fuori dalla stanza – per procurare un pò di tempo per me e questa Asahina-san per scappare.

Haruhi e Koizumi sarebbero potuti arrivare in ogni momento. Proprio come farebbe un salmone, che risale la corrente per deporre le uova, la maggior parte dei membri dell'SOS Dan aveva l'abitudine di tornare in quella stanza per riposarsi. Lo so perché anche io facevo così.

Se Haruhi avesse dovuto casualmente incontrare due Asahina-san in due luoghi differenti, non so se si sarebbe bevuta la storia che Asahina-san aveva una gemella segreta.

Dovevo far sparire al più presto quell'Asahina-san, altrimenti ci sarebbero state delle complicazioni da affrontare.

“Andiamo, Asahina-san.”

Presi il mio zaino, aprii lentamente la porta del club e diedi un'occhiata fuori. Non c'era un'anima in vista. Agitai la mia mano verso Asahina-san, per segnalare che la strada era libera. Mi raggiunse velocemente, mentre i miei occhi si erano già rimessi a scrutare i deserti corridoi della scuola. Il conto alla rovescia era già iniziato. C'erano solo due regole. Uno, non potevamo permettere ad Asahina-san di quell'epoca di incontrare l'altra Asahina-san, e due, non potevamo permetterci che Haruhi si accorgesse che c'erano due Asahina-san. Osservai gli appendiabiti e riflettei brevemente sulla possibilità di far travestire Asahina-san per evitare di essere scoperti, ma rinunciai all'idea dopo essermi accorto che quei costumi avrebbero solamente attirato maggiore attenzione. Era un bene che indossasse la normale uniforme alla marinara. Come si suol dire, per camuffarti in mezzo alla foresta, travestiti da foglia.

Presi Asahina-san per il polso e corsi fuori dalla stanza. Così iniziò il nostro periglioso viaggio attraverso i corridoi scolastici.

“Sei sicura che siano otto giorni da oggi?” domandai, mentre camminavamo.

“Si. Mi hai detto di ritornare qui esattamente alle 15:45, otto giorni da adesso.”

Anche i passi di Asahina-san erano più rapidi di prima. Prendendo i gradini due alla volta, entrambi scendemmo le scale e ci allontanammo dal club. Speravo solo che Okabe-sensei avrebbe parlato con Haruhi un pò più a lungo.

“Se quello che dici è vero, allora dovresti sapere sicuramente cosa accadrà durante questa settimana, giusto?”

Dopo aver sceso le scale, mi fermai per un istante, prima di decidere di prendere il percorso più corto per gli armadietti delle scarpe tagliando per il giardino. Anche se le possibilità di incontrare Haruhi erano elevate, quella era, senza ombra di dubbio, il percorso più veloce possibile.

Asahina-san si fermò per riprendere fiato e disse: “Ci siamo quasi, vero?”

“C'è qualche necessità di tornare nel passato o nel futuro?”

“No. Sei stato tu a farmi entrare in quell'armadietto, dopotutto.”

Prima le ho ordinato di ritornare a quest'epoca, e adesso l'ho fatto entrare nell'armadietto delle scope? Che sta succedendo? A cosa stavo pensando?

Neanche io riuscivo a comprendere le mie azioni.

Per quale motivo non è venuto anche il mio io futuro? Almeno in quel modo mi avrebbe risparmiato di dover pensare a tutto questo da solo.

Riuscimmo a raggiungere gli armadietti senza incontrare nessuno. E' stato allora che improvvisamente mi accorsi---

“Dove dovremmo andare adesso?”

Sapevo che avremmo dovuto lasciare la scuola, ma dove saremmo dovuti andare? Dove potevo nascondere Asahina-san?

Cosa dovrei fare? Dovrei dirle di tornare nel futuro, otto giorni dopo, senza fare nulla?

“Non si può fare.”

Asahina-san mi guardò con occhi tristi.

“Se possibile, anche io vorrei poter tornare al futuro. Ho cercato di contattare i miei superiori ma non me lo hanno permesso. Non so neanche quando mi sarà possibile ritornare, dato che si tratta di un'informazione altamente riservata.”

Allora, questo significa che Asahina-san, che arriva da otto giorni nel futuro, deve compiere qualcosa, che sia oggi o domani, prima che le sia permesso di tornare? Allora per ora pensiamo che sia così e ignoriamo questo fatto per il momento.

Ma cos'era quel 'qualcosa'?

E' quello che avrei voluto sapere di più. Per quale motivo il mio “io” futuro non le ha detto nulla?

Proprio mentre ero occupato a maledire il mio “io” futuro, Asahina-san aveva già raggiunto gli armadietti delle scarpe degli studenti del secondo anno. Anche io stavo per mettermi le mie scarpe...

“Asahina-san!”

Mi misi in fretta a cercare la viaggiatrice del tempo. Riuscii a trovarla velocemente, in punta di piedi, mentre cercava di raggiungere il suo armadietto, troppo in alto per lei per raggiungerlo.

“C'è qualche problema?” disse mentre girava la testa, mantenendo sempre la stessa postura.

Oh, non è niente di che.

“Quel paio di scarpe appartengono alla te di questo piano temporale.”

“O-Oh...Hai ragione...”

Asahina-san richiuse l'armadietto sbattendo l'anta, mentre diceva: “Se mi fossi messa questo paio di scarpe, la 'me' di questo piano temporale sarebbe disperata. E non mi sembra di aver perso niente durante questa settimana...”

E non è tutto. Se non l'avessi fermata, questa Asahina-san avrebbe messo le scarpe che aveva indosso nell'armadietto. Quando si sarebbe fatta l'ora per l'Asahina-san di questo tempo di tornare a casa, avrebbe aperto l'armadietto, per trovare solamente un paio di scarpe uguali a quelle che stava indossando, uguali anche nella misura.

“S-si...” disse nervosamente.

“Ma allora, come faccio ad uscire?”

L'unica cosa che puoi fare è uscire con le scarpe da interno. Potresti sentirti imbarazzata, ma non c'è altra scelta. Non è che possiamo rubare le scarpe di qualcun altro. Inoltre, invece di 'Cosa dovremmo fare?', la domanda più importante dovrebbe essere, 'Dove dovremmo andare?'

Mentre riflettevo profondamente su questo problema, aprii il mio armadietto delle scarpe e vidi qualcosa all'interno.

Percepii improvvisamente un'ondata di nostalgia. Si trattava di un altro messaggio dal futuro.

“...Avrei dovuto capirlo. Sapevo che avresti organizzato alcuni espedienti, Asahina-san.”

Sopra le mie scarpe leggermente sporche, si trovava una lettera speciale solo per me.


Asahina-san ed io fummo accolti dal vento gelato, mentre scendevamo per la discesa della scuola.

Qualche studente della North High ci osservò mentre passavamo. Mi sembrava che tutti stessero guardando direttamente Asahina-san, che indossava le scarpe da interni e non aveva niente in mano, riflettendo su com'era diversa da prima. O forse era solo la mia immaginazione?

Alla mia destra, i suoi lunghi capelli castani si agitavano in maniera pacifica al vento. La sua espressione, però, era ben lungi dall'essere pacifica, proprio come il cielo scuro della sera prima di una tempesta di neve.

Anche io avevo un'espressione simile alla sua. Voglio dire, ero appena scappato dalla stanza del club. Saltare le attività senza aver avvertito prima avrebbe sicuramente fatto infuriare il Comandante di Brigata. A meno che non fossi in grado di inventarmi una ragione o una scusa che potesse soddisfare Haruhi, sarei stato certamente diventato l'agnello sacrificale in uno delle sue future 'punizioni'.

Ma, nonostante questo, non era possibile per me ignorare Asahina-san. Per quel che ne sapevo, poteva essere in grave pericolo.

Chiunque l'avesse vista camminare sotto il freddo cielo invernale, avrebbe sentito il bisogno di proteggerla. Dato che in vista non c'era nessuno adatto per un compito del genere, suppongo stesse a me difenderla.

“Mi dispiace.” disse con una voce monotona ma al tempo stesso adorabile.

“Ti causo sempre problemi...”

“Oh, non è nulla.”

Risposi senza farla finire.

“Sono stato io a dirti di venire in questo posto. Quindi, tecnicamente, è colpa mia.”

Quello era vero sia per me, che per Asahina-san (Grande). Per quale motivo i nostri “io” futuri non ci potevano dare maggiori informazioni? Per quale motivo insistevano a prendere le distanze da noi? Le persone del futuro odiavano così tanto il loro passato?

Mi infilai una mano in tasca e strinsi forte la busta all'interno.

All'interno della busta bianca c'era un piccolo foglio con scritto: “Per favore, prenditi cura dell'Asahina Mikuru al tuo fianco.”

Non c'era un nome, un indirizzo, niente di niente. Ma non era possibile che io mi potessi dimenticare di quella piccola, chiara scrittura. La primavera precedente avevo ricevuto una lettera simile con la stessa calligrafia, che mi chiedeva di aspettare nella stanza del club durante la pausa pranzo. Era stata la prima volta che avevo incontrato la versione cresciuta di Asahina-san, che mi rivelò un indizio vitale per poter scappare dallo Spazio Chiuso assieme ad Haruhi.

Ero quindi sicuro di chi fosse il mittente della lettera.

Ma affidarmi Asahina-san (Piccola)? Vuole dire che posso fare quello che voglio, Asahina-san (Grande)? Posso anche baciarla?

Mostrai quella lettera anche ad Asahina-san, nonostante tutto. Non credevo ci fosse nessun tipo di problema. Avrebbe capito il significato di “Per favore, prenditi cura dell'Asahina Mikuru al tuo fianco.”. Se la lettera fosse stata soltanto per me, allora, il messaggio non avrebbe fatto riferimento ad 'Asahina Mikuru' ma, piuttosto a 'il mio io passato'.

Asahina-san osservò la lettera e rimase sorpresa, mente balbettò, “C-cosa s-sta s-succedendo...?” Sembra che non si fosse accorta che la lettera era scritta con la sua identica calligrafia.

A pensarci bene, anche se se ne fosse accorta, non ne sarebbe stata sorpresa. Durante la nostra seconda visita al 18 di Dicembre, vide qualcun altro oltre a me, Nagato e Asakura. Anche se era stata fatta addormentare immediatamente, doveva averne percepito la sua presenza.

C'era anche quell'incidente con il furgoncino del mese precedente. Dopo aver parlato con quel ragazzino con gli occhiali, che abitava vicino alla casa di Haruhi, si era molto depressa e avevo cercato di consolarla. Anche se non ne ero stato in grado, Asahina-san mi disse che aveva appena capito qualcosa. Non ho la più pallida idea di cosa avesse compreso, ma proprio come aveva detto Koizumi, sembra che i membri della SOS Dan stessero cambiando, anche se poco a poco.

Koizumi aveva detto che il numero degli Spazi Chiusi generati da Haruhi era diminuito e iniziavano ad apparire sempre meno di frequente.

Aveva anche detto che 'l'alienatezza' di Nagato era diminuita.

E, anche se non me l'hai mai detto, Koizumi, anche tu sei cambiato, non è vero, Signor Vice Comandante?

Potevo percepirlo; Haruhi si stava poco a poco aprendo agli altri. Che sia stato durante il festival culturale, durante la sfida contro il Gruppo di Studio dei Computer o durante una delle varie avventure della SOS Dan, Haruhi era sicuramente cambiata. Non era più la stessa ragazza malinconica e anti-sociale che era durante il suo primo anno. Adesso sorrideva molto più di frequente e comunicava addirittura anche con gli sconosciuti.

“Se qualcuno qua è un alieno, un viaggiatore del tempo, uno SLIder o un esper, allora mi venga a cercare!”

“Cercare alieni, viaggiatori del tempo e esper e fare amicizia con loro!”

E' come se avesse sempre saputo la verità.

Vedevo il tutto come parte della sua crescita.

Anche se non avevo la più pallida idea di come procedesse la mia, di crescita.


Circa una mezz'ora dopo, arrivai a casa con Asahina-san.

“Allora ecco perché.” disse Asahina-san, mentre si toglieva le scarpe e le appoggiava vicino alla porta. “Ecco perché Kyon-kun non si è presentato al club quel giorno.”

Non era possibile far tornare Asahina-san a casa sua. Dato che non riuscii a pensare a un posto migliore, l'unico posto nel quale potevamo rifugiarci era casa mia. Se ci fossero stati altri viaggiatori del tempo come Asahina-san, avrei potuto prendere in considerazione l'idea di farla stare con loro.

“Esiste la possibilità che persone del genere esistano, è solo che non so niente di loro.”

Aveva un'espressione simile a quella di un cucciolo dopo aver partecipato ad una mostra canina, un misto di angoscia e tristezza. La mia espressione era probabilmente simile alla sua. Anche se avevo in testa qualche migliaio di domande, non mi sentivo in vena di cercare le risposte in quel momento.

Proprio in quel momento, mia sorella, che non aveva nulla a che vedere con i nostri problemi, corse al fianco di Asahina-san.

“Ah, è Mikuru!”

Voleva prendere Shamisen dal suo nascondiglio sotto il mio letto. Proprio quando aprii la porta della mia stanza, lei posò il suo sguardo sulla stupenda Asahina-san, fantasia di ogni maschio alla North High, prima di correre verso di lei.

“Uhm, si, scusa il disturbo.”

“Uh, siete solo voi due? Dov'è Haru-nyan?”

Mentre tiravo la ragazzina di dieci anni di quinta elementare per il colletto, quest'ultima guardava Asahina-san.

“Haruhi è ancora a scuola. E non entrare nella mia stanza senza permesso.”

Sapevo che non importava quante volte glielo dicessi, sarebbe stato comunque inutile. Avevo dovuto spremermi parecchio le meningi per trovare un posto giusto per far nascondere Asahina-san. Non volevo che nessuno lo scoprisse.

“Ma Shami non vuole uscire.”

Mia sorella si attaccò alla gonna di Asahina-san e ridacchiò a bassa voce.

“Dove sono Yuki-chan e Koizumi-kun? E Tsuruya-san? Non vengono?”

Era abituata ad utilizzare qualunque soprannome sentisse. E' un dato di fatto, basta vedere da quanto tempo aveva iniziato a chiamarmi Kyon. Quella piccola studentessa di quinta elementare non aveva idea di cosa fosse il rispetto.

Forza, non potresti chiamarmi “Onii-chan” almeno una volta?

“Oooh, è un appuntamento! Ho ragione?”

La spinsi fuori dalla stanza prima di chiudere saldamente la porta.

Mi sedetti per terra guardando Asahina-san, e dissi: “Raccontami in breve cosa è successo, volevo dire, cosa succederà, questa settimana.”

“Uhm...”

Rimase in silenzio per un momento prima di dire: “Otto giorni fa, cioè oggi, sono entrata nella stanza del club, ma non c'era nessuno dentro. La stufetta, però, era già accesa.”

Questo è ciò che ho già visto, va bene.

“Appena ho finito di cambiarmi, Nagato-san è entrata e mi ha trascinato con premura alla scala d'emergenza.”

Questo l'ho parzialmente visto, d'accordo.

“Quando sono tornata, lo zaino di Kyon-kun non c'era più e Koizumi-kun si trovava già all'interno.”

Per un pelo.

“Circa 30 minuti dopo, Suzumiya-san è arrivata al club.”

Niente male come consigli per il futuro. Mi sono preoccupato inutilmente, dopotutto.

“Suzumiya-san sembrava un pochino arrabbiata.”

E' perché ha discusso con Okabe-sensei delle sue aspirazioni. Se esistessero delle domande di assunzione per le ambizioni che ha lei, ne vorrei compilare una anche io.

“Ha guardato fuori dalla finestra con degli occhi da assassina e poi ha bevuto tre tazze di thè di

--- ah!”

Spalancò gli occhi per il terrore, come se avesse appena visto un cadavere in un angolo della mia stanza.

“Suzumiya-san si è accorta che Kyon-kun non si trovava nella stanza...”

Se n'è accorta?

“E ha fatto una telefonata.”

Proprio quando aveva finito la frase, il mio cellulare squillò.

Oh cavolo.

Ripensandoci, per Asahina-san era come un replay; ma per me era tutto una diretta. Non era quello il momento di ascoltare le sue lente ricostruzioni. Non avevo neanche pensato a una scusa per aver saltato le attività della brigata. Se avessi risposto, sarei probabilmente diventato il prossimo agnello sacrificale, ma se avessi ignorato la chiamata le cose sarebbero sembrate ancora più sospette.

Beh, suppongo che dovrei chiedere prima di rispondere?

“Asahina-san, ho risposto al telefono, in quel momento?”

“Uhm...mi sembra di si.”

Bene allora, proviamo.

“Pronto?”

“Dove sei?”

Haruhi iniziò il suo interrogatorio con un tono frustrato. Le risposi sinceramente.

“Nella mia camera.”

“Cosa? Stai poltrendo?”

“Si trattava di un'emergenza.”

Iniziai a ideare la mia menzogna.

“Che emergenza?”

“Beh...”

Proprio in quel momento, Shamisen sgattaiolò fuori da sotto il mio letto.

“E' andata così. Shamisen è malato, allora l'ho portato dal veterinario.”

“Tu?”

“Si. A casa c'era solo mia sorella. E' stata lei a dirmelo.”

“Che tipo di malattia?”

“Uhm...Alopecia areata.” [Una forma di perdita di capelli]

Era un nome che mi era uscito da non so bene dove. Per qualche ragione, Asahina-san si coprì le sue labbra rosso ciliegia.

“Alopecia Areata? Shamisen?”

“Esatto, il veterinario ha detto che è a causa dello stress. Si sta riposando tranquillamente nella mia stanza, adesso.”

“I gatti hanno dei nervi che percepiscono lo stress? E cos'è questa storia che si sta riposando in camera tua, non ci è sempre stato?”

“Beh, su questo ha ragione, ma vedi, dato che mia sorella l'ha obbligato a giocare con lei troppo spesso, ha accumulato molto stress. Ho deciso di farlo riposare in camera mia e non permetterò a mia sorella di entrare.”

“Capisco...”

Haruhi sbuffò e rimase in silenzio. L'aveva bevuta?

Poi continuò e disse: “C'è qualcuno lì con te?”

“...”

Allontanai il cellulare dall'orecchio, per controllare l'orario sul display.

Come poteva saperlo? Asahina-san non aveva detto una parola. Si era anche coperta la bocca con entrambe le mani per evitare di emettere qualche rumore senza volere.

“No, non c'è nessuno.”

“Oh, davvero? Avevo solo notato che la tua voce sembra diversa dal solito, così ho pensato di chiedertelo.”

La sua intuizione è sempre acuta come al solito, vedo.

“E' solo Shamisen. Vuoi che te lo passi?”

“Lascia perdere. Digli solo che gli auguro un recupero veloce. Ciao.”

E, per mia sorpresa, riattaccò.

Lanciai il mio cellulare sul letto e guardai il mio gatto grassoccio, che si era accucciato sulla gamba di Asahina-san. Se Haruhi fosse passata per farmi una visita, sarei stato in grossi guai.

“E poi? Che cosa ha fatto Haruhi dopo?”

Asahina-san pensò per un attimo mentre accarezzava le orecchie di Shamisen. “Uhm...siamo rimasti nel club fino alle cinque e poi siamo tornati tutti a casa. Suzumiya-san...era davvero silenziosa. Si è limitata semplicemente a sfogliare qualche rivista...”

La calma di Haruhi prima della tempesta. Anche Asahina-san se n'era accorta.

Se n'era accorto qualcun altro? Scommetto su Nagato.

Shamisen alzò la zampa e la posò sul ginocchio di Asahina-san, come se volesse prenderne possesso. Asahina-san lo accarezzò sulla schiena e disse, “E' come se fosse diversa dal solito...Mi spiace, non riesco a ricordare.”

C'era da aspettarselo. Se qualcuno mi avesse dovuto chiedere com'era l'espressione di Koizumi il lunedì precedente, tutto quello che avrei fatto sarebbe stato alzare le spalle e dire che era come al solito.

“Che mi dici del resto? Domani e dopodomani?”

Asahina-san accarezzò dolcemente la coda di Shamisen, che aveva iniziato a fare le fusa, abbassò la testa e disse: “Dove dovrei fermarmi?”

Dimmi solo cosa ha in serbo il futuro, penserò io al resto.

“D'accordo. Durante le prossime vacanze andremo parteciperemo tutti a una caccia al tesoro.”

Una caccia al tesoro?

“Esatto. Suzumiya-san è venuta al club con in mano una mappa e ci ha detto che saremmo andati a dissotterrare un tesoro.”

Dissotterrare?

“Si. E' stata Tsuruya-san a consegnarle quella mappa. Ha detto di averla trovata in soffitta. Pare che si trattasse di una mappa che aveva disegnato il suo tris-trisavolo.”

Asahina-san agitò le dita in aria, come per sparpagliare un branco di invisibili pesci argentei che nuotano in aria.

“Una vecchia mappa disegnata con inchiostro nero.”

Tsuruya-san...Ancora una volta hai consegnato ad Haruhi qualcosa di strano. E questa volta richiede anche la manodopera per scavare? Non è che siamo ancora in età antica, dove potremmo trovare un posto per scavare?

“Una montagna.”

La risposta di Asahina-san fu chiara e breve.

“C'è una montagna dietro alla casa di Tsuruya-san. Se quando torni a casa da scuola, mentre percorri la discesa, guardi attentamente in lontananza, dovresti riuscire a scorgere qualcosa di tondeggiante.”

Soltanto il sentirne parlare mi aveva reso stanco. Non è che odiassi il posto o qualcosa di simile, è solo che mettere a soqquadro un'intera montagna solo per poter trovare un tesoro sepolto, era stupido quanto andare a fare un picnic con questo clima invernale. Solo per mettere le cose in chiaro, il fatto che Tsuruya-san possedesse una montagna non era niente di cui sorprendersi. Voglio dire, se sono abbastanza ricchi da permettersi un impianto sciistico nel bel mezzo della natura, cosa c'è di così sorprendente nel fatto che fossero proprietari della montagna dietro casa?

Sospirai profondamente, senza neanche l'intenzione di provare a celarlo, e dissi: “Abbiamo trovato nulla?”

“Beh...No.”

Anche se esitò per un attimo, Asahina-san continuò ad agitare la testa.

“Non è che i tesori antichi si trovino ovunque.”

Farei meglio a smettere di domandare. Già di vacanze non ce n'erano molte, inoltre avrei dovuto sprecare il mio tempo cercando un qualche tesoro sepolto che sapevo già non sarei riuscito a trovare. Non c'è niente di peggio di fare qualcosa che sai già sarà vano.

“Poi, anche Sabato e Domenica...”

Dobbiamo tornare ancora a scavare? Perché non facciamo un bel buco nel giardino di Tsuruya-san? Chi lo sa, potremmo pure scoprire una fonte termale o qualcosa del genere.

“No. Durante il fine settimana dovremo andare per...uhm...una ricerca per la città.”

Allora si tratterà davvero di quell'attività, dopo tutto. Cercare per la città per scoprire qualche evento misterioso era uno degli eventi principali della SOS Dan. A pensarci bene, era da un pò che non lo facevamo.

“Non ci metteremo a cercare per due giorni interi, vero?”

“Erm...No. Voglio dire, si.”

Per qualche ragione, Asahina-san distolse lo sguardo da me e disse: “Perché anche Lunedì è di vacanza...”

Mi ricordai improvvisamente che Lunedì era il giorno in cui si tenevano i test d'ingresso. Agli studenti già iscritti era concesso di saltare la scuola quel giorno.

Allora, abbiamo trovato qualcosa di strano?

Altrimenti non dovrebbe esservi ragione per cui Asahina-san è stata rimandato nel passato, giusto?

“No, niente di niente.” rispose, mentre i suoi capelli castani toccavano il pavimento.

“Come al solito, andremo al bar e prenderemo qualcosa lì...”

Questo rende le cose ancora più complicate. Se quello che ha detto è vero, allora non ci dovrebbe essere nessuna ragione di rimandarla nel passato, giusto? Se fosse giunta qui da un paio di mesi o un paio d'anni nel futuro, avrebbe quasi sicuramente più senso. Ma per quale motivo tornare indietro di una settimana? Sei sicura che non ci sia stato nessun errore?

La osservai silenziosamente, mentre stava accarezzando il ventre di Shamisen.

Dato che si trattava di una settimana soltanto, non ci sarebbe stato bisogno di Nagato per farla tornare al futuro. Asahina-san ed io, una volta, eravamo tornati dal 7 di Luglio di quattro anni prima grazie all'aiuto di Nagato. Eravamo stati congelati nel tempo e 3 anni ci sono passati davanti silenziosamente. Sembrava che il mio “io” futuro avesse imparato la lezione. Nascondere

Asahina-san in un posto dove nessuno la potesse notare per una settimana, non sarebbe passato molto tempo prima che tornasse al suo piano temporale originario. Non ci sarebbe stato bisogno di congelare il tempo. E, relativamente agli effetti collaterali, l'unico a cui potevo pensare era il fatto che Asahina-san sarebbe invecchiata di una settimana, ma dubito che facesse poi molta differenza.

Ma qual'era la ragione? Se non era successo davvero niente di strano, non ci sarebbe stato motivo di mandarla nel passato. Doveva essere successo qualcosa, qualcosa che aveva obbligato il mio “io” futuro a mandarla indietro fino a questa epoca. C'era anche la lettera di Asahina-san (grande), che confermava maggiormente questa ipotesi...

“Com'ero quando ti ho chiesto di ritornare nel passato? Ho detto o fatto qualcosa di strano?”

“Erm...”

Asahina-san chiuse gli occhi, mentre continuava ad accarezzare Shamisen, che si era rannicchiato e diventato una palla di pelo.


Forse è meglio provare con un approccio diverso.

“Dimmi che cosa ha fatto il mio “io” futuro quando, fra otto giorni, ti ha chiesto di tornare qui.”

“Questo me lo ricordo chiaramente, dato che dal mio punto di vista è successo proprio oggi.”

Scostò la mano dal grassoccio gatto e iniziò a tracciare delle forme in aria.

“Stavamo tenendo un'attività nel giardino di fronte alla scuola, una lotteria in stile SOS Dan.”

Per quale motivo?

“Chi voleva partecipare doveva pagare una piccola somma. Il vincitore avrebbe ricevuto un buono sconto da 500 yen. Suzumiya-san faceva pubblicità con un megafono...”

“L'abbiamo fatto per raccogliere fondi per alcune attività future.” continuò a spiegare, ma sembrava in difficoltà.

“I-io dovevo fare la ragazza immagine. Essere in una folla con così tante persone mi rende nervosa...”

Allora era questa l'“Operazione Rivincita” di Haruhi, eh? [si riferisce al fatto che Haruhi se l'era presa per l'appuntamento tra Kyon e Asahina, nel volume 6]

“Asahina-san, che costume hai messo allora? Non dirmi che si tratta del costume da miko...” [tipica sacerdotessa giapponese, con l'abito rosso e bianco.]

“Esatto. Come fai a saperlo?”

Era proprio nello stile di Haruhi. Per attirare l'attenzione, per prima cosa avrebbe iniziato con un costume appariscente. La normale Asahina-san era già di per sé abbastanza attraente. Dopo averle messo il costume, sarebbe stata in grado di emanare un'aura alla quale nessuno sarebbe stato in grado di resistere. Era stata proprio quell'aura che probabilmente aveva attirato la folla.

“Ho consegnato i premi ai vincitori, abbiamo scambiato una stretta di mano e ho fatto qualche foto con loro.”

Accarezzò il pelo di, Shamisen mentre parlava in maniera imbarazzata: “Poi Kyon-kun mi ha presa per mano e mi ha portata fino alla stanza del club. Mi hai ordinato di mettermi la mia uniforme alla marinara e, anche se non avevo idea di cosa stesse succedendo, ho seguito i tuoi ordini alla lettera. Dopo mi hai detto di aspettare nell'armadietto delle scope e mi hai dato l'ordine di ritornare nel passato, otto giorni prima, esattamente alle quattro meno un quarto. Mi hai anche detto che il tuo “io” passato mi avrebbe aspettato e, quando l'avrei incontrato, avrei dovuto dirgli che tu mi avevi detto di dirgli 'ciao'. Mi hai anche detto di eseguire ogni tuo ordine.”

Asahina-san riappoggiò le mani sul gatto, e iniziò a seguire lentamente con l'indice le sue striature sulla schiena.

“L'utilizzo del DDPT è stato approvato molto in fretta. E' stato così rapido che ha dell'incredibile. Sembrava quasi che stessero aspettando che chiedessi di usarlo.”

Potrebbe anche essere vero, visto che i tuoi superiori sanno sempre a cosa stai andando incontro. Quello che non riesco a capire, perché il mio “io” futuro ha deciso così candidamente di giocare il ruolo del superiore di Asahina-san? Per quale motivo le avevo ordinato di tornare nel passato, invece di aspettare che glielo dicessero i suoi veri superiori? Ammetto di averle chiesto qualche volta di viaggiare nel tempo, ma ogni volta che l'ho fatto, mi sono sentito tremendamente in colpa. Se possibile, vorrei evitarle ulteriori viaggi nel tempo o, quantomeno, non voglio essere quello che le ordina di farli. Forza Asahina-san (grande), dimmi qualcosa. Non so cosa fare, qui.

L'Asahina-san di fronte a me sembrava ancora una volta molto giù di morale. Mi ricordai improvvisamente che era nello stesso stato in cui si trovava un mese prima, durante l'incidente con il camioncino.

Non preoccuparti, Asahina-san, se stiamo parlando di incompetenza, non sono di grande aiuto neanche io perché, proprio adesso, non ho la più pallida idea sul da farsi e non ho idea neanche su chi posso contare.

“Sigh.”

Asahina-san e io sospirammo allo stesso momento. Shamisen sbadigliò, come se i nostri sospiri fossero stati un segnale per il suo sbadiglio.

“Kyon-kun, apri...”

Il rumore di mia sorella che parlava ad alta voce si poteva sentire attraverso la porta. A giudicare dal tono della sua voce, stava portando un vassoio troppo grande per lei, pieno di dolci e bevande, mentre cercava di raggiungere la mia stanza. Anche se non sono mai stato un ragazzo molto arguto,, già sapevo che non ci avrebbe lasciati soli, visto che c'erano tre piattini sul vassoio. Doveva aver ereditato il mio stesso acume per particolari, visto che non aveva notato che quella era una rara occasione per me e Asahina-san di stare insieme da soli nella mia stanza a un'ora così tarda. Date la colpa al DNA, se volete.

Le lanciai immediatamente un'occhiata che diceva 'Esci subito!', ma mi ignorò e si sedette vicino ad Asahina-san.

“Shami vuole un pò di torta?”

Mia sorella mise una piccola fetta vicino al naso di Shamisen. Asahina-san sorrise caldamente per quanto era buffa.

Mia sorella può essere utile a volte. Come fratello, spero che la tua innocenza non scompaia quando crescerai.

Dopo che ebbe giocato un pò con Shamisen e Asahina-san, Asahina-san ed io uscimmo di casa.

Il mio orologio segnava le sei e un quarto. Il cielo si stava già oscurando. Mancava ancora un mese alla primavera.

“Cosa dovremmo fare, Kyon-kun?”

Camminando al mio fianco, Asahina-san respirava con delle nuvolette bianche. Se sembrava che camminasse in maniera strana, era perché indossava un mio paio di scarpe. E' sempre meglio che indossare le scarpe da interno, pensai, ma per essere scarpe per una Cenerentola, forse erano un pò troppo larghe.

“Ho trovato.” dissi, mentre anche io emettevo nuvolette bianche.

Avevo considerato l'idea di far stare Asahina-san a casa mia. In quel modo, mia sorella sarebbe stata probabilmente molto contenta. Ma, dopo averci pensato a lungo, decisi di abbandonare quell'idea. I miei genitori probabilmente si sarebbero chiesti per quale motivo non poteva tornare a casa sua e, se Haruhi fosse mai venuta a conoscenza del fatto che dormiva a casa mia, non oso immaginare quali orribili sciagure si sarebbero abbattute su di me. Se avesse deciso di venire a casa mia per fare visita a Shamisen, un paio di forbici e una veloce sforbiciata sarebbero bastate, ma non era possibile riuscire a nasconderle Asahina-san.

I piccoli passi di Asahina-san si fecero sempre più goffi mentre incespicava verso di me. Sbilanciandosi, scivolò contro la mia spalla, emettendo un piccolo urletto e immediatamente allontanandosi da me. Quel gesto l'aveva resa ancora più dolce del solito. Se nel suo gesto ci fosse inconsciamente stato il suo desiderio di contare su di me e non fosse stato causato solo dalle scarpe troppo larghe, sarei stato veramente molto felice.

Ma non potevo pensare solo alla mia felicità.

Non avevo abbastanza fiducia in me stesso. Se Asahina-san avesse davvero contato su di me, l'effetto sarebbe stato come quello di un pezzo del domino che si appoggia su un altro pezzo. Esistono solo due possibilità. Cadrebbe e si scontrerebbe contro gli altri, oppure rimarrebbe in piedi.

Se io davvero fossi stato un pezzo del domino, su chi avrei deciso di appoggiarmi? Dato che Asahina-san (del futuro) aveva deciso di appoggiarsi a me, chi avrei dovuto scegliere? Non avevo molte alternative.

La prima che avrei escluso, sarebbe stata Haruhi. Se qualcuno avesse l'ardire di chiedere il perché, gli farei il lavaggio del cervello, dato che non avrebbe nessun senso del pudore.

Asahina-san (del presente) era fuori questione. Non avrebbe mai creduto di avere una gemella e avrebbe finito per impazzire. La situazione sarebbe diventata ancora più difficile. E non avevo intenzione di viaggiare nel passato ancora una volta per rimettere a posto le cose.

Koizumi, invece, sembrava abbastanza affidabile, ma non avevo fiducia in come la sua 'Organizzazione' trattava i viaggiatori del tempo. Consegnare a loro Asahina-san non era sicuramente una buona idea. Arakawa-san, Mori-san e i fratelli Tamaru sembravano gentili, ma se erano davvero come Koizumi aveva detto, ovvero dei subordinati di poco conto, allora ci sarebbe voluto ancora del tempo prima che i loro superiori potessero guadagnare la mia fiducia.

Utilizzando la regola dell'eliminazione, c'era solo un nome che mi veniva in mente. Era l'unica che sapeva della nostra situazione attuale ed era la persona che proteggeva la SOS Dan, quella che silenziosamente tirava i fili da dietro il sipario. Anche se aveva alcuni strani superiori sopra di lei, sentivo che potevo fidarmi di più di loro che di questa 'Organizzazione' di Koizumi...

Era l'unica rimasta.

Allora dove dovremmo andare? Non c'è molta scelta, giusto?

Quindi, era finalmente l'ora per Nagato Yuki di presentarsi sul palco.

Non era il momento delle spiegazioni. Forse mettere insieme alieni e viaggiatori del tempo era l'idea migliore. Voglio dire, per poter viaggiare dal passato al futuro, avremmo di sicuro avuto bisogno dell'aiuto di Nagato. Sembrava la scelta migliore.

E, inoltre, mi ricordai qualcosa.

Per fare in modo che Asahina-san (del presente) non vedesse Asahina-san (del futuro), aveva trascinato a forza Asahina-san (del presente) via dal club, dando del tempo a me e ad Asahina-san (del futuro) per fuggire. In altre parole, sapeva ciò che stava succedendo e, forse, poteva dirci quello che sarebbe accaduto.

“Stiamo andando a casa di Nagato-san?”

Asahina-san mi guardò mentre rallentava il passo, la incoraggiai dicendo: “Sono sicuro che ci aiuterà. Ha anche una stanza vuota e si tratta solo di una settimana alla fin fine. Non penso che sarà un problema per lei farti restare a casa sua.”

Se possibile, vorrei restare anche io. Avevo anche pensato a una scusa perfetta.

“Ma...”

Sembrava leggermente giù di morale.

“Nagato-san e io abbiamo...uhm...beh...Devo rimanere lì per...uhm...una settimana intera?”

Non c'è bisogno di preoccuparsi. Nagato non ti farebbe mai del male. Abbiamo sempre contato su di lei in passato. Non abbiamo chiesto il suo aiuto quando abbiamo viaggiato nel tempo?

“E' vero, però...”

Stranamente, Asahina-san mi fissò con un'espressione accusatoria.

“Se rimanessi con lei, non pensi che Nagato-san si sentirebbe a disagio..?”

“Uh? Perché?”

Come fai a capire ciò che fa sentire Nagato a disagio? Sono pronto a scommettere che se qualcuno si denudasse totalmente di fronte a lei e iniziasse a ballare, probabilmente lei non sbatterebbe neanche le palpebre.

Attesi impazientemente la sua risposta, ma lei si limitò a girarsi verso di me e dire,

“...Oh, lascia stare.”


Tradurre i pensieri in parole, e nel modo più oscuro possibile, questa era una delle specialità di Nagato. E' sempre una grande verità.

Davanti alla porta dei lussuosi appartamenti, digitai quel numero familiare e attesi la sua voce.

“...”

“Sono io. E c'è anche Asahina-san. Le cose stanno così...”

“Entrate.”

Mi domando quante volte quella stessa conversazione aveva già avuto luogo. Avevo già portato le versioni piccola e grande di Asahina-san e, se la memoria non m'inganna, quella avrebbe dovuto essere la quarta volta. La prima volta è stata durante il Tanabata quattro anni fa, insieme ad Asahina-san (piccola). La seconda volta è stata sempre quel giorno, ma con Asahina-san (grande). La terza e ultima volta, è stato durante il 2 di gennaio, proprio il mese precedente.

Asahina-san aveva un'espressione ansiosa. Anche questo fatto era qualcosa a cui ero abituato. Quell'espressione rimase immutabile mentre l'ascensore saliva.

Il modo in cui mi aveva preso per la manica della mia camicia, non c'erano parole per descrivere quanto le ero grato. Con un viso piccolo e dolce come il suo, era mio dovere proteggerla. Se non l'avessi protetta, anche se la Terra fosse ridotta in polvere, non sarei mai più stato in grado di trovare nessun altro più adatto di lei da proteggere.

“...”

La porta dell'appartamento di Nagato era mezza aperta, come se ci stesse aspettando. L'uniforme alla marinara era qualcosa a cui ero abituato. Gli unici momenti in cui l'avevo vista in abiti informali erano stati durante la vacanza estiva e quella invernale. Il modo in cui ci guardò non era niente di particolare, ma Asahina-san iniziò a tremare da quel momento.

“Ah, beh...Scusaci Nagato...sono accaduti alcuni fatti davvero inaspettati, allora abbiamo deciso di venire qui...”

Quella era la verità, dopo tutto.

“Va bene.”

Nagato annuì rigidamente.

“Entrate.”

Asahina-san balbettò qualcosa rimanendo immobile dove si trovava, quella reazione così familiare quando si trovava con Nagato. La feci entrare dandole una spinta con la mia mano e finalmente varcò la soglia. Il suo esagerato imbarazzo mi fece domandare se lei avesse dormito per davvero in quella stanza solo un mese prima.

“Scusa per il disturbo...”

L'appartamento di Nagato era, una volta, vuoto e spoglio, sprovvisto di qualunque tocco di personalità e contenente solo beni di prima necessità. In quel momento, invece, c'era una tenda abbastanza grande che copriva la finestra della sala, e si trattava di una tenda invernale, per cominciare. Non c'era quando ero stato lì l'ultima primavera, e la sua presenza aveva un grande significato. I giochi a cui avevamo giocato durante le vacanze di Natale erano ancora arrotolati e appoggiati vicino al muro, ma non c'era ancora segno di tappeti o di televisioni. Nella stanza c'era solo una solitaria stufa e un robusto tavolo. Sentii il bisogno di controllare camera sua, ma il mio istinto mi fermò. Se fosse stata tappezzata con della graziosa carta da parati rosa con uno sfondo floreale e se ci fosse stato un peluche a forma di agnello sul cuscino, avrei cancellato completamente ogni mio ricordo di Nagato Yuki e avrei ricominciato a conoscerla dal principio. Ma ritengo di potermi arrischiare a dire che anche se fossimo ritornati fino all'epoca della Mesopotamia, non avremmo mai trovato alcuna traccia di una cosa del genere.

Avevo già sentito da Asahina-san cosa sarebbe successo nel futuro o, almeno, fino al giorno dopo.

Ora avevo delle importanti domande da porre.

“Uhm, Nagato, sai che Asahina-san arriva dal futuro...”

Oh, aspetta, questo lo sanno tutti.

“Scusami, voglio dire, sai che lei è un'altra Asahina-san che arriva da otto giorni nel futuro?”

“Lo so.”

Nagato si sedette in ginocchio di fronte a me e osservò fissamente Asahina-san. Quest'ultima sobbalzò per la paura, prima di sedersi velocemente al mio fianco e abbassare lo sguardo.

“Asahina-san non sembra sapere per quale motivo è stata mandata qui.” spiegai.

“Da quello che mi ha detto, sembra che sia stato il mio “io” futuro a mandarla qui...Nagato, sai perchè?”

Anche se non ne conosceva il motivo, ero sicuro che Nagato aveva i mezzi per scoprirlo, quindi quando la parola “No” le uscì dalle labbra, non mi sentii per niente a disagio. Voglio dire, tutto quello che doveva fare era quella roba sulla sincronizzazione per scoprirlo.

Ma la risposta di Nagato tradì totalmente le mie aspettative.

“No. Nel mio stato corrente, non ho modo di sincronizzarmi con la mia versione passata o futura.”

Prima che avessi modo di rispondere, Nagato disse: “Perché c'è un programma di restrizione.” Non capisco ancora. Perché?

“La mia libertà è correntemente limitata, dato che c'è ancora la possibilità che finisca per compiere azioni inconsuete. E' quello che è stato deciso.”

Questa idiozia di una restrizione, ti è stata imposta dai tuoi superiori?

“E' stata approvata dall'Entità Senziente di Dati Integrati.”

Il viso senza espressione di Nagato sembrava diverso dal solito.

“Ma è stata imposta da me medesima, l'ho deciso di mia spontanea iniziativa.” Nagato disse con indifferenza.

“E' richiesta una chiave per eliminare la restrizione e la chiave è custodita da qualcun altro. La mia volontà da sola è insufficiente per eliminare il programma. E non ho intenzione di farlo.”

Allora, in poche parole, Nagato non aveva modo di sincronizzarsi con il suo “io” futuro. Non aveva mezzi per poter sapere cosa sarebbe successo nel futuro e, consequenzialmente, cosa sarebbe successo otto giorni dopo.

Se è così, cosa dovrei fare?

“Comportati semplicemente secondo ciò che reputi la cosa migliore.”

Un paio di pupille nere mi osservarono direttamente.


“Io mi impegnerò per fare la stessa cosa.”

Mi cadde la mascella. Nagato stava mostrando coscienza di sé.

Un attimo, Nagato mi sta facendo la predica?

“Anche se ho perso l'abilità di performare la sincronizzazione, ho ottenuto una libertà al di là di quanto potessi immaginare. Ora sono in grado di agire secondo mia libera volontà, svincolata dal futuro.”

Nagato è cambiata, di sicuro. Da quando le piace parlare così tanto?

“Mi sento come se avessi la responsabilità di modellare il mio futuro.”

Nagato continuò a fissarmi, mentre disse: “Lo stesso vale per te. Dato che...”

Nagato disse a bassa voce: “E' il tuo futuro.”


Chiusi gli occhi e mi immersi in alcuni profondi pensieri.

Supponiamo che io abbia l'abilità di vedere nel futuro. Potrei sapere che cosa il mio “io” futuro stava cercando di fare. Diciamo anche che, non importa quello che posso fare, non sarei comunque in grado di cambiare il futuro, quindi l'unica scelta sarebbe quella di percorrere la stessa strada. Quindi, dovrei seguire lo scorrere del tempo in maniera naturale? E' questa la scelta giusta? Cioè poter sapere cosa fare solo quando sarà il momento giusto?

Dopo qualche minuto di lotta interna, ero finalmente arrivato alla conclusione che, dato che non avevo il potere di vedere nel futuro, non avevo scelta. A pensarci, non avevo questo potere fin dall'inizio.

Questo mi riporta al via. Oppure no?

Nagato deve aver combattuto una bella lotta, non solo contro il Senziente Integrato come diavolo si chiama, ma anche contro la sua volontà. Probabilmente sapeva che avrebbe iniziato a comportarsi in maniera strana e ha fatto del suo meglio per evitarlo. Forse è perché lo sapeva sin dall'inizio, ma qualunque cosa avesse fatto, non sarebbe stata in grado di cambiare ciò che sarebbe dovuto succedere. Non è una questione di colpe e, anche se si dovesse incolpare qualcuno, sono sicuro che sarei egualmente colpevole. Avevo notato dei minimi cambiamenti in Nagato sin dall'estate, ma non ci avevo pensato più di tanto.

Anche se sentivo l'impellente bisogno di lasciare il mio posto ad Haruhi, non volevo che nessuno dovesse provare lo stress mentale che stavo provando io in quel momento.

Proprio il mese scorso, questa Nagato aveva detto alla Nagato passata: “Perché non voglio.”

Nagato sapeva che il suo “io” passato avrebbe fatto quello che andava fatto o, almeno, credeva che avrebbe fatto ciò che era da fare.

Non c'è bisogno di decidere prima che le cose capitino. Non è quello che ho fatto fino adesso?

Ho ascoltato la voce del mio “io” futuro, sono tornato nel passato e ho detto a me stesso le stesse identiche parole. Non gli ho mai detto cosa fare dopo. L'ho sempre lasciato libero di decidere.

Perché so che ci sarà un modo per risolvere i problemi.

E ho trovato un modo. Ecco perché mi trovo qui in questo momento.

“Non importa.”

La voce di Nagato mi risvegliò dalle mie allucinazioni. Quegli occhi neri privi di espressione sembravano ancora più luccicanti del solito.

“La mia più alta priorità è quella di proteggere te e Suzumiya Haruhi.”

Oh, come vorrei che includesse anche Asahina-san. E, già che ci siamo, infiliamoci dentro anche Koizumi. Durante l'incidente della Montagna Innevata, quel ragazzo ha promesso che ti avrebbe aiutata, se necessario.

Nagato annuì e disse: “Se il nemico cercherà di interferire.”

Potresti farci un esempio? Che tipo di nemici?

“L'Esistenza Cosmica ad Ampio Spettro – Un'entità che ha un'origine differente dall'Entità Senziente di Dati Integrati. Hanno cercato di imprigionarci in una frattura spaziale una volta.”

Quindi ti stai riferendo ai tizi dietro all'incidente della montagna innevata, eh?

“Sono una simile, ma separata entità. Se paragonati all'Entità Senziente di Dati Integrati, loro esistono in un diverso---”

Nagato chiuse la bocca, come per cercare una parola adatta.

“---posto. Anche se sia noi che loro eravamo a conoscenza gli uni degli altri, non c'è stato nessun tipo di contatto prima, poiché sapevamo già in partenza che, anche se ci fossimo incontrati, non ci poteva essere comprensione reciproca.”

“In ogni caso, hanno notato.”

Notato cosa?

“Suzumiya Haruhi.”

Come potrei descrivere questo sentimento di nostalgia? Tutti avevano notato Haruhi. Tutti volevano osservare le sue azioni, che si trattasse dei suoi capricci o dei suoi comportamenti eccentrici. Qualcuno voleva addirittura infiltrarsi e godersi la festa.

“Allora erano loro dietro l'incidente della montagna innevata.”

“Sì. Sono stati loro ad addossarmi un peso aggiuntivo, creando uno scenario dal quale era difficile fuggire solamente con i miei poteri.”

Allora cosa stavano facendo i tuoi capi al momento? Pausa pranzo?

“Erano state apportate delle modifiche in modo tale da non farmi comprendere con esattezza ciò che l'Entità Senziente di Dati Integrati cercava di trasmettere.”

Poi Nagato abbassò la testa e disse: “Ma so che quello era uno dei loro metodi per 'negoziare'.”

Negoziare? Noi ne eravamo totalmente all'oscuro. Questo tipo di comportamento è completamente inaccettabile nella società al giorno d'oggi.

“Loro sono una forma di vita completamente diversa da noi. Non possiamo capire come pensano e si ritiene che loro non capiscano come noi pensiamo.”

Non esistono altri modi per comunicare con loro? Vorrei tanto sapere cosa pensano di Haruhi.

“A oggi non esiste un metodo di trasmettere i dati con un'efficacia del 100%.”

Questo lo sospettavo. Sono i tipi da utilizzare tempeste di neve durante l'estate per riferire un messaggio.

“Se si tratta di una trasmissione minore, è possibile.”

Nagato mosse il collo e disse: “Costruendo un'interfaccia umanoide come me, anche se non riuscissero ad ottenere un'efficienza pari al 100%, sarebbero comunque in grado di raggiungere una percentuale abbastanza alta, specialmente utilizzando le parole.”

Non è che qualcuno di loro è già arrivato qui, vero?

“E' possibile.”

Anche se non desideravo che fosse possibile, probabilmente sarei stato più sorpreso se non avessero avuto almeno un'interfaccia umanoide. Che cos'era quella sensazione, mi chiedo.

“Ah...”

Quel 'ah~' era stato emesso da Asahina-san.

“Potrebbe essere...”

Sembrava che Asahina-san avesse appena compreso qualcosa di scioccante e osservò Nagato. Anche Nagato guardò Asahina-san. La vista di un alieno che fissava una viaggiatrice del tempo mi mise in agitazione.

“Cosa succede?”

“No, non è niente...Davvero...”

Mentre ero ancora stupito per la sua reazione, Nagato si alzò, ci guardò e disse: “Andrò a fare un pò di thè.”

Dopodichè, si diresse verso la cucina, ma si fermò prima di raggiungerla e disse: “O, preferireste...”

Preferireste cosa?

Mentre aspettavo la sua risposta, disse una sola, semplice parola: “Cena?”


La cena di oggi era curry in scatola, appositamente preparato dalla stessa Nagato. Vedendola svuotare la porzione di cinque persone sul tegame, improvvisamente intuii che quello era il suo tipico comportamento. Se si fosse trattato di Haruhi, avrebbe aggiunto degli strani ingredienti. E' difficile da descrivere. Mi domando che cosa dovrei scegliere, il gusto o la felicità?

La ragione per cui Asahina-san era disposta a rimanere immobile in sala con uno sguardo inquieto, era perché Nagato le aveva detto di rimanere seduta e di non muoversi. Quando si era proposta di aiutarla in cucina, Nagato disse semplicemente: “Siete miei ospiti.” e iniziò a prepararla da sola. Tutto quello che fece fu tirare fuori cinque scatolette di curry dalla credenza e iniziare ad affettare qualche verdura.

Dopo qualche minuto, il piatto che era in precedenza vuoto, era stato riempito di riso e ricoperto di curry bollente. Anche con tanta semplicità, ero in grado di percepire un senso di gioia. Quello era la portata principale. Il contorno – un piatto d'insalata – era stato appoggiato davanti a me e ad Asahina-san. Quest'ultima, estremamente agitata, fece un profondo inchino, prima di guardare il piatto di riso che formava una specie di montagnetta di fronte a lei. Fece un'espressione che suggeriva che si trovava in una posizione difficile e, come un paziente che soffre di gastrite che cerca di resistere al dolore, provò a sorridere mentre gocce di sudore le scendevano dal viso.

“Mangiate.”

“Bene, allora, itadakimasu.”

Avvicinai i palmi delle mani, prima di prendere le mie bacchette. Quando sentii l'aroma del curry, mi venne l'acquolina in bocca. Sembrava che il mio stomaco aspettasse quel momento da molto, molto tempo. Anche se ero vagamente deluso per il fatto che gli ingredienti non erano stati preparati da Nagato in persona, un pò di cibo veloce una volta ogni tanto non era poi così male. Osservando Nagato divorare silenziosamente la montagna davanti a lei e Asahina-san che mangiava garbatamente la sua porzione, anche il riso aveva un ottimo sapore.

Anche se noi tre eravamo totalmente in silenzio, in qualche modo mi sembrava che quella fosse un'atmosfera perfetta, consona per una cena nell'appartamento di Nagato. Se Haruhi fosse stata qui, sarebbe stata talmente frustrata che forse avrebbe incominciato a parlare da sola.

Dopo un pò, Asahina-san, che sembrava in procinto di svenire, mise metà del suo riso al curry nel piatto di Nagato. Solo dopo che tutti e tre avevamo finito di mangiare, Nagato ci servì del thè.

“Grazie per la tua ospitalità. Ora tolgo il disturbo.”

“Uh? Kyon-kun, non rimani qui con me?”

Asahina-san, che prima stava silenziosamente sorseggiando il suo thè, mi osservò improvvisamente con gli occhi sbarrati. Anche Nagato si girò per guardarmi, la sua tazza ancora incollata alle labbra.

“Beh, non è...”

Il desiderio di dire ad alta voce “Beh, non è una cattiva idea” mi attraversò la mente, come una nave spaziale in fuga. Immagini di Asahina-san che, vestita con una camicia da notte di Nagato, si asciugava i capelli con un asciugamano, mentre Nagato, con i capelli ancora bagnati, che beveva una tazza di latte, apparvero nella mia mente prima di scomparire in un lampo. Per qualche ragione, il viso di Haruhi comparve nei miei pensieri, mentre la mia memoria ritornò ai due lenzuoli che si trovavano nell'altra stanza. Questo mi svegliò dalle mie fantasie, mentre dicevo: “Beh, non posso davvero. Verrò qui dopo la scuola.”

Poi mi rivolsi alla proprietaria dell'appartamento e dissi: “A te va bene, Nagato?”

Lei annuì.

Vedendo questo, mi girai verso Asahina-san e le feci un cenno con la testa.

“Prima che torni, rimani qui e non fare niente. Sono sicuro che riuscirò a farmi venire in mente qualcosa.”

Quelle non erano parole di consolazione. Se fosse successo qualcosa, tutto quello che dovevo fare era chiedere a Nagato di congelare il tempo nuovamente, proprio come aveva fatto la prima volta quando eravamo tornati al 7 Luglio di quattro anni fa. Se poteva congelare il tempo per tre anni, sono certo che congelarlo per una settimana sarebbe stato uno scherzo per lei. Avevo anche il presentimento che c'era qualcosa di più da scoprire. Il mio “io” futuro non le avrebbe mai ordinato di ritornare nel passato senza una buona ragione, questo fatto è qualcosa in cui credevo fermamente. La lettera nella mia tasca confermava questo presentimento.

Non è così, Asahina-san (grande)? Devi essere collegata a questo incidente, in qualche modo. O sbaglio?


Dopo aver lasciato Asahina-san, mentre stava invocando il mio più profondo desiderio di proteggerla, osservai le scale e mi incamminai verso casa.

Mentre stavo camminando, tutto quello a cui riuscii a pensare fu a quanto Nagato era decisa a limitare la sua libertà, insieme alla sua volontà di parlarne.

Hmm, Koizumi, forse hai ragione, dopo tutto.

Forse il giorno in cui Nagato Yuki diventerà una normale studentessa delle superiori, amante dei libri e presidentessa del Club di Letteratura, senza nessun legame con l'Entità Senziente di Dati Integrati non è così lontano, dopo tutto. Quando quel giorno arriverà, anche se dovesse succedere qualcosa, non mi precipiterei più da lei per chiederle il suo aiuto o per farle portare un peso ancora più pesante sulle spalle. Diventerebbe una nostra amica, che potrà condividere i suoi problemi con noi.

Se quel momento dovesse davvero arrivare, non potremmo più contare sui suoi poteri. Probabilmente ci troveremo in una situazione ancora più difficile.

E allora?

Non mi sono mai pentito di aver riportato il mondo, quel mondo nel quale Haruhi e Koizumi non erano studenti della North High e Asahina-san non aveva ricordi di me, allo stato normale. Ma, in qualche modo, mi manca un pochino. Il giorno in cui Asakura aveva preparato l'oden e, proprio quando stavo per andarmene---

Nagato aveva fatto un sorriso appena accennato.

Volevo davvero rivederlo.

Speravo davvero di poterlo rivedere.