To Aru Majutsu no Index ~ Italiano (Italian):Volume14 Capitolo 2

From Baka-Tsuki
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Capitolo 2: La Causa che Diventa un Colpo Decisivo. Muzzle_of_a_Gun.[edit]

Parte 1[edit]

Dopo essersi separato da Mikoto, Kamijou si diresse ai grandi magazzini vicino alla stazione come aveva originariamente pianificato. Guardò nel reparto di verdura del seminterrato e, visti i prezzi convenienti, ne fece scorta per quattro giorni.

(...Mh, un sacco di gente sembra comprare cibo già pronto, mentre non c'è quasi nessuno nelle sezioni dedicate alla carne, alla verdura e agli altri ingredienti.)

(Che si stia perdendo l'uso di cucinare per se stessi?)

Kamijou si girò dubbioso e lasciò i grandi magazzini.

Alzò lo sguardo ed osservò le notizie sul dirigibile che volava sopra la sua testa. Come prima, riguardava le proteste in America... o almeno così aveva pensato. Ora sembrava essere incentrato sulla Russia. Si parlava sempre e solo delle manifestazioni, perciò cominciava ad essere difficile fare distinzione tra i vecchi ed i nuovi servizi.

«...»

Kamijou si fermò a pensare reggendo le buste della spesa con entrambe le braccia.

Non riusciva a levarsi dalla testa le parole di Misaka Mikoto.

Esisteva una causa, anzi, il problema era così grande da averne tantissime e conseguentemente mancava un metodo semplice per risolverlo.

Probabilmente Mikoto era quella più infastidita dall'essere stata usata nell'incidente del 30 Settembre. Tutto quel che avevano fatto per riportare la pace era invece stato usato per scatenare il caos.

Anche Kamijou voleva fare qualcosa.

Vento del Fronte aveva avuto dei motivi per causare dei disordini, mentre Kazakiri Hyuouka, che si trovava a metà tra scienza e magia, non l'aveva fatto volontariamente. Ora erano delle persone "esterne" a tutto questo che gettavano il mondo nel caos. Era una cosa sbagliata.

Però...

(Cosa posso fare...?)

Kamijou strinse i denti mentre guardava il dirigibile galleggiare nell'aria.

(Questo problema va risolto. Quel che voglio fare è ovvio, ma come?)

Avrebbe potuto contattare Tsuchimikado che sapeva del lato oscuro della Città Accademia, o avrebbe potuto contattare Kanzaki e gli altri della Chiesa Anglicana. Tuttavia Kamijou pensava che nemmeno loro sarebbero stati in grado di risolvere un problema divenuto così grande. Aveva la sensazione che fossero più adatti a rimettere a posto le cose da dietro le quinte, prima che si raggiungesse un punto simile.

(Beh, stare fermi qua non risolverà nulla. E poi non so nemmeno come contattare la Chiesa Anglicana. Dovrò tornare al dormitorio e fare visita a Tsuchimikado.)

(E credo di dovergli fare un discorsetto sull'averci mollato da soli a strappare le erbacce.)

(Mi sa che essere in contatto con un agente come lui mi metta in una posizione migliore rispetto a molti studenti...)

Kamijou cercò di essere più positivo ed iniziò a camminare per la strada ormai poco illuminata.

Non sapeva se fosse a causa di quel che stava pensando, ma le borse della spesa gli sembravano più pesanti. Era l'ora di punta e la strada era affollata, eppure aveva la sensazione che ci fosse più gente del solito. Iniziò a passargli la voglia di prepararsi la cena ed il bagno, così provò a ricordarsi qualche ricetta che gli permettesse di usare il forno a microonde o la macchina del riso in modo da fare più in fretta. Sembrava che Index non sopportasse che Kamijou cucinasse in tranquillità, al punto che arrivava a morsicarlo per questo.

Perso nei suoi pensieri, il ragazzo si scontrò con un'altra persona.

Questa volta si trattava di una donna di mezza età tra i 50 e i 60.

«Oh, scusi.»

«Tranquillo, non importa.»

La donna mostrò un sorriso raffinato ed abbassò la testa.

Non aveva la schiena curva, ma era lo stesso due taglie più piccola di lui anche da in piedi. Era vestita pesantemente per l'inizio di Ottobre, con un cappotto piegato sulle braccia e una sciarpa attorno al collo. Kamijou pensò che fosse freddolosa.

La donna di mezza età risollevò la testa e disse con voce calma:

«Dovrei essere io a scusarmi.»

«No, assolutamente. Sono io che le sono venuto addosso.»

«No, no. Non sto parlando di quello.»

Kamijou stava per sollevare un sopracciglio, quando la donna di mezza età disse:

«Ti devo chiedere scusa per i guai che ti causerò adesso.»

Il ragazzo udì un suono metallico.

Abbassò lo sguardo verso la sorgente del rumore, ovvero vicino al proprio stomaco.

C'era il braccio della donna. Tuttavia il sottile tessuto del cappotto piegato lo copriva dal gomito sino a poco oltre il polso, impedendo a Kamijou di vedere.

Tutto ciò che poteva sapere per certo era che aveva qualcosa premuto sullo stomaco.

Sembrava la punta di un bastone. Kamijou si irrigidì leggermente.

«Mi dispiace. Davvero.» disse lentamente la donna di mezza età prima di abbassare di nuovo la testa.

Parte 2[edit]

Misaka Mikoto si fermò all'improvviso.

(Uhm...)

Una volta incontrato quell'idiota l'aveva dimenticato, ma c'era qualcosa di cui voleva parlargli.

(...L'Ichihanaransai.)

Voleva parlargli dell'evento simile ad un festival culturale che si svolgeva in tutta la Città Accademia. Mancava ancora un mese al giorno d'apertura, ma visto il terribile risultato del Daihaseisai (quello effettivo era un misto tra buono e cattivo, però lei riusciva a vederlo solo in negativo) sentì che doveva sbrigarsi a prendere misure per assicurarsi del successo dell'Ichihanaransai.

(Adesso che ci penso, più di metà dei sette giorni del Daihaseisai è stata una serie di problemi che avevano a che fare con quell'idiota. Se è ciò che deve accadere, dovrei tenerlo sotto stretto controllo sin dall'inizio...)

Ovviamente, le misure che voleva adottare si basavano sul costringerlo ad andare in giro per il festival con lei.

(Perché deve finire così? ...Beh, suppongo che possa chiederglielo al telefono.)

Una volta deciso, Mikoto prese il suo cellulare.

Il numero del ragazzo era già memorizzato perché il 30 settembre aveva fatto un contratto per una coppia di cellulari insieme a lui.

(Riuscire a farlo è stato davvero seccante, ma credo che adesso si stia dimostrando utile.)

Quando raggiunse il numero nell'agenda, i suoi occhi si fermarono nel guardare l'icona del segnale di ricezione.

Non c'era campo.

«...!!»

Mikoto si guardò intorno ma la strada in cui si trovava non era poi tanto piccola, quindi corse in una strada maggiore. Guardò il segnale sul bordo dello schermo ed una volta che fu buono, mosse nuovamente il cursore sul numero di Kamijou e lo chiamò. Tuttavia rispose soltanto un messaggio privo di emozioni che le diceva che il telefono che stava cercando di chiamare non era raggiungibile.

Questa volta era il cellulare del ragazzo che non aveva segnale.

«Qu-Questo coso è difficile da usare... A cosa serve un cellulare se non si può nemmeno usare per parlare con qualcuno quando serve?!»

Mikoto mise via il telefono con un'espressione irritata sul viso, si guardò intorno ed andò a cercare Kamijou da sé.

Non si erano divisi da molto, sicuramente si trovava da qualche parte in quella zona.

Parte 3[edit]

Kamijou e l'anziana donna camminavano fianco a fianco lungo la strada.

Intorno a loro era pieno di gente ma nessuno li guardava più di una volta. Sembravano niente più che un ragazzo delle superiori che portava le borse della spesa ed una donna di mezz'età con un cappotto piegato sul braccio. Poteva esserci niente di più innocuo?

Kamijou diede un'occhiata obliqua alla donna senza voltare la testa e lei fece un sorriso che in quella situazione sembrava inappropriato.

«Non essere così nervoso.»

La donna gli ordinò di spegnere il cellulare e gli diede delle brevi istruzioni sulla strada da percorrere. Il ragazzo non poteva rifiutare a causa dell'oggetto che c'era nascosto nel cappotto. Non sapeva cosa fosse esattamente, ma sapeva che non poteva abbassare la guardia.

Pensò che se avesse avuto una chance per attaccarla, sarebbe stato possibile copovolgere la situazione.

(Però non so cosa stia tenendo... Se faccio una mossa sbagliata, le cose potrebbero andare di male in peggio.)

«Comportati naturalmente. Non sto mica dicendo che non puoi muoverti per niente.» la donna parlò tranquillamente mentre Kamijou rifletteva.

«Sì, beh... Parla in quel modo, ma cos'ha sotto il cappotto?»

«Etcì!»

«Faccia attenzione!!»

La donna starnutì all'improvviso e Kamijou urlò senza pensare.

Gli altri studenti che si trovavano lì lo guardarono straniti, ma i loro sguardi si spostarono presto altrove.

«Come ho detto, non devi preoccuparti. Cosa ti ha spaventato tanto?»

«Più che altro, qualsiasi cosa lei abbia sotto il cappotto che ha bisogno di non stare in vista!! Comunque, cosa mi sta spingendo contro?!»

«Oh, cielo. Non devi preoccupartene. Non verrà fuori con un solo starnuto.»

«V-Verrà fuori? Quindi è ciò che penso?!»

«E fa anche abbastanza rumore, sebbene abbia un piccolo apparecchio che lo rende silenzioso.»

«E' un indizio abbastanza grande!!»

Ciò fece tremare Kamijou per la paura, ma alla donna di mezza età non sembrava importare.

Da quando il ragazzo era stato scortato, si era accorto che avevano lasciato il distretto con i negozi migliori, avevano girato per una strada secondaria e adesso si stavano dirigendo in una zona fiancheggiata da dormitori studenteschi. Tuttavia, non era quella del suo dormitorio. Dato che l'80% dei residenti della Città Accademia era composta da studenti, c'erano poche zone "fiancheggiate da dormitori studenteschi".

(Dove stiamo andando...?)

Se si stessero dirigendo verso una vecchia fabbrica abbandonata il suo senso di pericolo sarebbe arrivato al limite, ma questa zona non lo sembrava per niente. Riusciva a sentire il profumo della carne in bianco per la cena provenire dai dormitori. Ed essi non consentivano gli animali domestici perché Kamijou vide alcune scolare delle elementari riunite di fronte ad uno degli edifici a dare da mangiare del cibo in scatola a dei gatti randagi.

E poi la donna di mezza età si fermò all'improvviso.

«Eccoci arrivati.»

«?»

Anche dopo aver sentito quelle parole, Kamijou non aveva capito cosa stava succedendo.

Erano giunti in un parco per bambini.

Per essere un parco, non sembrava proprio una zona alienata; era più come se fosse stata fatta unicamente per riempire un pezzo avanzato di area di sviluppo urbano. Forse era perché l'ammontare standard dell'attrezzatura del parco giochi era entrato in vigore in quella zona, ma dava la sensazione di essere angusto.

(Perché qui???)

Mentre guardava l'entrata del parco abbandonato, Kamijou sollevò la testa piena di interrogativi su un lato.

Almeno non era il tipo di "posto speciale" in cui si aspettava di finire dopo che qualcuno gli aveva premuto qualcosa sulla schiena sul ciglio della strada.

«Mi spiace. Andiamo dentro.» disse la donna che continuava a spingere casualmente sulla schiena di Kamijou qualsiasi cosa avesse nel cappotto.

Il ragazzo non aveva altra scelta che fare come gli veniva detto, ma non poteva immaginare quale possibile valore la donna potesse dare al fatto che entrava nel parco.

Kamijou si aspettava di trovare qualcuno che li attendesse o che giungesse ad incontrarli, ma non accadde.

Si piegò leggermente dal dolore e poggiò le borse della spesa sul pavimento. La donna non lo fermò. Se avesse avuto un'arma nella scarpa, avrebbe potuto contrattaccare, ma Kamijou non era il tipo che si attrezzava come un ninja.

Pensò di tirarle contro una pietra ma realizzò che se non aveva una chiara possibilità, tutto ciò che avrebbe potuto raggiungere sarebbe stato il farle alzare la guardia. Quindi, al momento, decise di lasciar perdere e si sedette, poi fece una domanda alla donna.

«Allora? Cosa stai cercando di cominciare in un posto del genere?»

«No, no. Non è niente di così importante.»

«Parliamo.» disse la donna di mezza età con "qualcosa di importante" nascosto sotto il suo cappotto mentre si spinse contro la sua schiena e sorrise.

«Parlare?»

«Sì. Riguardo al grande caos che sta accadendo in tutto il mondo.»

Parte 4[edit]

Non era riuscita a trovare quell'idiota.

«Strano...»

Mikoto tornò nella stradina nella quale era appena stata e mentre cercava, reclinò la testa su un lato un po' confusa.

Non pensava fosse trascorso molto tempo da quando si era allontanato, ma Kamijou non era di fronte alla stazione dove si erano incontrati precedentemente e non riuscì a trovarlo nemmeno quando cercò in diverse strade lontane da lì.

(Forse è andato in qualche negozio qui vicino.)

(O forse ha preso il treno o un autobus ed è andato via.)

(...In effetti, dove sarebbe il dormitorio di quell'idiota? Non sono una stalker, quindi non ho idea di dove andare ad incontrarlo.)

Dato che era sempre lei ad imbattersi in lui, non pensava potesse trovarsi troppo lontano. Ma quando la cosa divenne seria, non aveva idea di dove vivesse.

Mikoto incrociò le braccia.

(Beh, non è che debba parlargli subito dell'Ichihanaransai. Posso lasciar perdere per oggi.)

Subito dopo che ebbe quell'allegra idea, con la coda dell'occhio si accorse si una stradina e cominciò a sentirsi irrequieta.

(...P-Presumo di poter cercare un po' di più.)

Dopo di che prese la mappa del GPS del cellulare per vedere se ci fosse qualche strada che non aveva ancora controllato.

Ma poi adocchiò la faccia di Shirai Kuroko nella folla di gente che stava tornando a casa.

Mikoto si nascose velocemente dietro ad un edificio.

(E-Eh? ...Perché mi sto nascondendo?)

Se lo chiese perché per qualche ragione aveva la sensazione che non poteva lasciarsi vedere da quella matricola con le codine. Shirai era una teleporter, quindi sarebbe stato difficile seminarla una volta avvistata.

Shirai, una Level 4, camminava lungo la strada mentre chiacchierava con una ragazza che stava vicino a lei.

Dai numerosi fiori artificiali che aveva in testa, probabilmente si trattava di Uiharu Kazari di Judgement.

(...)

Aveva la sensazione che le due ragazze si stessero dirigendo nella sua direzione, quindi Mikoto si spostò da dietro l'edificio ad una piccola strada che c'era a lato. Poi cominciò ad addentrarsi in essa.

E poi realizzò...

(Hm? Non ricordo questa strada???)

Si guardò di nuovo intorno, ma non riconobbe niente.

Pensò che buona parte del Settimo Distretto le fosse familiare, ma questa era la prima volta che si trovava lì.

Era solo una zona stereotipica della Città Accademia. Ovviamente, come zona residenziale, non era composta da appartamenti e case; al contrario, era una serie di dormitori studenteschi. Era una fila da cinque a dieci condomini non proprio definibili a molti piani. Sotto una pala eolica vi era una zona per la spazzatura . Qualcuno stava usando i movimenti della pala per tenere via i piccioni ed i corvi.

Dato che tutti i pasti erano provveduti dalla scuola media Tokiwadai, l'odore della cena proveniente dalla zona profumava di buon gusto specialmente a Mikoto.

«...Beh, è andata bene. Guarderò qui e poi la farò finita per oggi.»

Lo decise arbitrariamente e poi cominciò a camminare lungo la zona residenziale.

Parte 5[edit]

Kamijou guardò la donna di mezza età con diffidenza.

Le sue parole sul caos che stava attraversando il mondo potevano riferirsi solo ad una cosa, ovvero alle proteste ed alle manifestazioni su larga scala tenute dai sostenitori della Città Accademia e da quelli dei Cattolici Romani.

Ma...

«...Cosa significa che ne parleremo? Non c'è niente a riguardo di cui lei debba discutere con me.»

«Oh, sì che c'è. Vorrei sentire la tua opinione sulla questione al fine di risolvere il problema.»

«Non dovrebbe sentire l'opinione di qualcuno delle Nazioni Unite o del presidente di qualche paese, invece?»

«Le organizzazioni che mantengono in vita le nazioni tendono ad essere deboli alla religione ed ai conflitti ideologici.» disse la donna con voce tranquilla.

Kamijou non se l'aspettava.

«Le organizzazioni che solitamente vengono chiamate paesi, hanno dei cattivi precedenti nel risolvere questo genere di problemi. Molti di loro dicono a gran voce di aver risolto il problema, ma la maggior parte li ha solo forzati al silenzio usando la forze armate. Spesso questo aggrava solo la situazione.» La donna continuò a parlare nel parco deserto.

Ci sono molti tipi di intellettuali, ma lei sembrava più che altro un'educatrice.

«Il caos che al momento sta attraversando il mondo è abbastanza serio. Non solo è un problema che non sarà facile da risolvere, ma porterà anche a problemi peggiori. Se non ce ne occupiamo adeguatamente potrebbe anche portare a delle ribellioni che paralizzerebbero interi paesi. Le manifestazioni e le proteste non sono state fermate dalle forze armate per prevenire che ciò accadesse. Ciò che vogliono davvero i paesi del mondo è un esempio da seguire su come affrontare problemi difficili come questo. Tutti quei paesi stanno aspettando che un altro faccia il primo passo così che possano vedere se funzioni o meno e quali effetti avrebbe quell'azione.»

«...Chi sei esattamente?» chiese Kamijou con prudenza.

La donna seduta vicino a lui non sembrava un'agente esperta di battaglie e assassinii come Tsuchimikado Motoharu o Stiyl Magnus.

Il modo in cui parlava gli sembrava quello di un'educatrice, ma una normale insegnante non nasconderebbe un'arma nel cappotto per contattarlo.

(...Sembra diversa da tutti quelli che ho incontrato sin oggi.) pensò Kamijou mentre ascoltava con attenzione la sua risposta.

«Oyafune Monaka.» rispose semplicemente con il nome per intero e continuò con qualcosa di ancora più sorprendente. «Sono un membro del Consiglio di Amministrazione della Città Accademia. Ciò dovrebbe rispondere a tutte le tue domande.»

«...Cosa?»

Il Consiglio di Amministrazione era un gruppo composto solo da dodici persone, il quale amministrava ogni cosa nella Città Accademia. Essenzialmente era l'istituzione più alta della città. Il ragazzo aveva sentito che c'era un "Supervisore Generale" che era perfino al di sopra di loro, ma il privilegio che possedeva il Consiglio di Amministrazione non era niente di particolare.

Però, allo stesso tempo...

(...E' davvero chi dice di essere?)

Uno dei dodici membri del Consiglio di Amministrazione della Città Accademia dovrebbe avere delle guardie del corpo o riuscire ad ottenere un controllo completo sull'Anti-Skill con un'ordine solo. Era strano che fosse andata a contattarlo da sola e con nientemeno che un'arma. Inoltre, un piccolo parco per bambini non aveva l'ampiezza che ci si aspetterebbe per un incontro del genere.

«Non mi credi?» Mentre Kamijou dubitava di lei, la donna che diceva di chiamarsi Oyafune Monaka sorrise semplicemente.

«Oh, ehm. Stavo solo pensando che la sua sciarpa sembra stranamente corta. Avrei pensato che un membro del Consiglio di Amministrazione userebbe qualcosa di migliore di quella.» disse Kamijou d'impulso dato che era confuso, ma sembrava non aver colto di sorpresa Oyafune che all'improvviso si portò una mano al collo e toccò la sciarpa.

«Qu-Questa è stata fatta a mano da mia figlia. Non te ne lascerò parlare male.»

«O-Oh, capisco.» Kamijou annuì goffamente, ma poi qualcosa attirò la sua attenzione. «Aspetti. Sua figlia dovrebbe essere adulta adesso. Ma in quel caso, quel livello di capacità è... Okay, okay!! Non lo dirò di nuovo! Possiamo parlare d'altro, quindi la smetta di scuotere qualsiasi cosa abbia nel cappotto!!»

Dopo di che, decise di smetterla di provocarla inutilmente.

(Oyafune Monaka. Il Consiglio di Amministrazione.)

Kamijou dedusse che quelle informazioni potessero essere false.

(Ma potrebbe essersi avvicinata a me con un nome falso al fine di darmi delle vere informazioni. Non mi piace essere usato dagli altri, ma finché posso rinunciare e decidere come fare quel che vogliono, suppongo di potermene occupare.)

«...Quindi di cosa vuole parlare con esattezza?»

Kamijou andò dritto al nocciolo della questione e Oyafune annuì allegramente.

«Sta accadendo un grande problema nel mondo. Esso è un tipo di caos che è apparso sotto forma di manifestazioni e proteste.»

«Questo lo so.»

«Voglio chiederti di risolvere il problema.»

«Come?» sentendola parlare, Kamijou abbassò le sopracciglia ed aggiunse. «Se potessi risolverlo da solo mi piacerebbe farlo. Sono sicuro che il mondo è pieno di gente che la pensa nello stesso modo, ma la questione non cambia. Non è stato risolto nulla. Tutti conosciamo il problema che deve essere risolto, però nessuno l'ha fatto. Sa perché?» Kamijou continuò aspettando la risposta di Oyafune. «E' perché non c'è una semplice "ragione" o "causa" dietro tutto. Nessuno può risolvere un problema che non ha una risposta. Quindi, anche se la gente fa indagini per lo spettacolo, nessuno fa niente per esso. Può davvero essere risolto? Sicuramente non mi sta dicendo di andare in giro per il mondo a convincere di fermare ogni singola persona che prenda parte a quelle proteste e manifestazioni.»

«Tuttavia...» rispose Oyafune Monaka alcun un accenno di esitazione come se avesse previsto quella domanda. «Cosa accadrebbe se ci fosse davvero una semplice "ragione" o "causa" dietro tutto?»

«Cosa?»

«E' per questo che sto parlando con te. Sono alla ricerca di qualcosa che hai e che nessuno delle Nazioni Unite e diplomatici di ogni paese ha.»

«E cos'è?»

«La tua mano destra.»

«...»

Era qualcosa che possedeva solo Kamijou Touma.

Il ragazzo abbassò lo sguardo verso di essa destra senza volerlo.

L'Imagine Breaker.

Doveva essere quello di cui lei parlava. Era la sua abilità speciale di distruggere ogni tipo di potere soprannaturale, che fosse di natura magica o fisica. Ma non aveva effetto su eventi normali privi di soprannaturale come le manifestazioni e le proteste.

Il che significava...

«Vuol dire... che è ciò che sta accadendo?»

«Sì.»

«Quindi dietro tutto questo caos c'è qualcosa di soprannaturale e se lo distruggo tutto tornerà alla normalità? Questo non è il risultato di ciò che è accaduto il 30 settembre, è qualcosa che continua da allora? E posso risolvere tutto quanto grazie a quella?»

«Esattamente.» Oyafune annuì bonariamente.

«Tuttavia, la Città Accademia non è la fonte di questo caos. Secondo il Supervisore Generale, il gruppo religioso più grande al mondo, la Chiesa Cattolica Romana, ha un'istituzione scientifica di sviluppo del potere psichico.»

«...?»

Kamijou stava per abbassare le sopracciglia per l'osservazione di Oyafune, ma poi lo capì.

Era ciò che la Città Accademia stava dicendo in generale al mondo.

Per loro, la magia non esiste.

L'identità del fenomeno conosciuto come "magia" era stato scientificamente chiamato "poteri psichici".

La discussione era uscita fuori, ma se il ragazzo l'avesse corretta avrebbe solo reso ogni cosa più complicata.

Oyafune continuò a parlare trattando da un punto di vista puramente "scientifico".

«Noi della Città Accademia ovviamente non abbiamo niente da guadagnare da questo caos. Quindi coloro dietro di esso devono essere i Cattolici Romani.»

«Capisco...» Kamijou annuì ma quando si calmò, notò qualcosa che gli diede fastidio. «Aspetti. Nemmeno loro hanno niente da guadagnare. Quelle manifestazioni e proteste stanno accadendo nella vita di tutti i giorni per i membri della loro chiesa, quindi sono loro che ne soffriranno di più. Lei non guadagna niente nel far soffrire le persone che stanno dalla sua parte.»

«E se ne guadagnassero qualcosa?»

«...Cosa?»

«E' abbastanza semplice.» Oyafune parlò senza difficoltà. «Per esempio, il numero ufficiale di credenti della Chiesa Cattolica Romana è di circa due miliardi. E' una cifra spaventosa. Anche se puoi contare chiunque, dal più giovane al più anziano residente della Città Accademia, noi siamo solo 2,3 milioni. Se dovesse esserci una guerra totale non avremmo alcuna possibilità per quella sola differenza. Anche se prendi in conto altri fattori, è difficile immaginare di vincere contro un divario del genere.»

«Dove vorrebbe arrivare?»

«Oh, non lo trovi strano?» Oyafune rispose alla domanda di Kamijou con una domanda.

«La Chiesa Cattolica Romana potrebbe annientare la Città Accademia adesso. Quindi perché hanno scelto di fare delle manifestazioni e proteste nel mondo? Perché non hanno scelto il palese metodo di distruggerla solo attraverso i numeri? Sicuramente un attacco concentrato sarebbe stato più effettivo di rivolte in zone separate del mondo. Sembra piuttosto indiretto, non è vero? Se possono davvero controllare due miliardi di persone, dovrebbero farla finita in quel modo.»

«Non vorrà dire...?»

«Sì.» Oyafune sorrise. «L'informazione che diceva che potevano controllare due miliardi di persone era una bugia. Se potessero farlo, lo avrebbero già fatto. Potrebbe essere vero che ci sono due miliardi di persone nel mondo che indossano la croce della Chiesa Cattolica Romana, portano con loro una Bibbia e vanno in chiesa la domenica.»

«Ma.» Oyafune Monaka mosse le labbra. «La domanda adesso è diventata "quante persone sono d'accordo col commettere un omicidio nel nome della chiesa?". E potrebbero anche essercene alcuni d'accordo. Il mondo al momento è diviso in due. Tra la Città Academia ed un gigante gruppo religioso. Ma... è davvero così? E' davvero sulla strada giusta?»

«...»

«Le persone che vanno ad adorare la domenica guardano la TV ed usano i cellulari. Atleti che allenano il loro corpo con le medicine sportive create dalla scienza possono pregare Dio prima di una partita importante. ... E' il modo in cui è il mondo fuori dalla Città Accademia. La modalità è abbastanza vaga e le persone costruiscono il loro mondo fatto di ciò in cui credono, usando il meglio di entrambi i mondi.»

«La parte scientifica e quella magica... sovrapposte...»

«Magica...?» disse Oyafune facendo uno sguardo confuso per ciò che aveva bisbigliato Kamijou, ma poi continuò.

«Sì. La stragrande maggioranza del mondo la pensa in quel modo e solitamente è quella che vince. Si stanno diffondendo debolmente. Le persone pianificano le loro vite intorno a prestiti dalle banche gestite da organizzazioni in relazione alla Città Accademia e allo stesso tempo si sposano nelle chiese Cattoliche Romane. Alle persone piace chi trae beneficio sia dalla scienza che dalla religione.»

«Quindi...» disse Kamijou che cominciava a sentire la gola seccarsi. «La chiesa Cattolica Romana sta cercando di persuadere quelle persone che traggono benefici da entrambe le parti?»

«Esatto. Non vogliono che accada. Vogliono un uso esclusivo di ogni singolo di quei due miliardi di persone. Vogliono più alleati possibili così che possano. Quindi hanno cominciato qualcosa. Di conseguenza, hanno stabilito dei meccanismi che facessero iniziare queste manifestazioni.»

Oyafune l'aveva definito "qualcosa".

Quel "qualcosa" era la chiave di questo incidente.

«Il loro obiettivo non era cominciare le manifestazioni. Stanno usando questo "caos" per aumentare il loro numero ed usare la Città Accademia per consolidare la loro fondazione al fine di attaccare il mondo.»

Le parole di Oyafune erano chiaramente quelle della parte scientifica.

A Kamijou non piaceva il modo in cui stava parlando, ma litigare sarebbe stato inutile.

«In special modo, la Città Accademia è sul filo a causa delle azioni intraprese dalla Chiesa Cattolica Romana.»

«Ha davvero paura che queste manifestazioni possano portare le persone dalla parte dei Cattolici Romani?»

«Solo in parte...» rispose Oyafune. «Ma anche se non dovesse accadere, potrebbe portare ad un altro sviluppo. Al momensto stiamo preparando qualcosa che possiamo definire "bombardamento economico".»

«Un bombardamento... economico?»

«Se questo caos continuasse per un lasso di tempo significativo, potrebbe avere un effetto negativo sull'economia. E quello potrebbe essere l'inizio del panico mondiale. Anche se la Chiesa Cattolica Romana non crescerà a causa di ciò, potrebbe finire con il distruggere la Città Accademia.»

Parlare di economia e panico non era proprio qualcosa che poteva significare molto ad uno studente delle superiori come Kamijou.

«...I paesi moderni possono essere distrutti davvero così facilmente? Non hanno mostrato alcun segno di esserne tanto interessati. E non ne so tanto di economia o denaro a livello nazionale, ma non riesco a vedere un enorme esercito venire distrutto a causa di qualcosa come l'economia.» Seduto sulla panchina, fece una domanda ad Oyafune, che era seduta vicino a lui.

«I rappresentanti ed i simboli del mondo scientifico al di fuori della Città Accademia sono principalmente le forze militari maggiori. Più grandi sono le forze armate, più si sbricioleranno violentemente.»

Kamijou non poteva crederci.

Gli vennero in mente diverse maggiori potenze militari, ma non riusciva ad immaginarne nessuna particolarmente affetta da ciò.

«Tranne quei paesi con ampie forze armate che conservano il petrolio ed alimentano le munizioni, giusto? Non possono durare un paio d'anni in quel modo?»

«Ah ah. La guerra non comincia quando le provviste di emergenza finiscono. Una volta che accade, non possono più combattere. Una volta che pare che le provviste di emergenza stiano per finire, premeranno il grilletto. E penso che un potere maggiore che prema quel grilletto sia abbastanza per distruggere il mondo scientifico nel quale sta in mezzo la Città Accademia.»

L'affermazione stranamente risoluta di Oyafune lasciò Kamijou senza parole.

Doveva aver avuto degli schemi mentali nella testa che sostenevano quell'opinione.

«Non so se ha a che vedere con quel possibile cambiamento degli eventi, ma la Città Accademia al momento sta radunando disperatamente fondi per una guerra.» Oyafune continuò a parlare. «Possiamo cercare di superare la differenza di numeri con l'ultimo equipaggiamento e le armi auto-pilotate. O potrebbero esserci altre ragioni. Lo stiamo facendo con delle armi relativamente insignificanti che non sfruttino molto la tecnologia per essere fatte e vendute a loro ad un prezzo superiore come le ultime prodotte della Città Accademia. E stiamo facendo tutto con la scusa di abbassare il grado delle armi che sono state mostrate alla mostra e degli articoli prodotti in massa.»

«...»

«Nel frattempo, la Chiesa Cattolica Romana sta raccogliendo altri fondi per una guerra sotto forma di "offerte" per i credenti della chiesa. Lo stanno facendo con la scusa di raccogliere fondi per aiutare a riportare la pace nel mondo dal caos che c'è al momento. Coloro che stanno raccogliendo i fondi non hanno dei veri piani, ma i loro superiori dicono chiaramente che saranno usati per portare la pace.»

Più sarebbe cresciuto il caos più sarebbero stati i fondi che "fondi" avrebbero ricevuto.

La Chiesa Cattolica Romana era una gigante setta religiosa costituita da più di due miliardi di credenti. Se ogni membro avesse dato un solo yen, sarebbero arrivati a due miliardi. Ovviamente non erano obbligati a farlo, quindi molti di loro non lo avrebbero fatto. Ma pare che ci fosse una consuetudine tra i ricchi che più donano, più avanzano di status, quindi avrebbero potuto raggiungere facilmente più di due miliardi di yen.

«Pare che le indulgenze siano tornate sotto un'altra forma.»

Kamijou non capiva cosa aveva detto Oyafune.

("Indulgenza" è qualche termine storico?)

«Escludendo le persone più zelanti, se dovessero scegliere quale avesse più peso, la maggior parte sceglierebbe la scienza sulla fede. Dicono che il paradiso esista, ma non li senti mai dire che quindi non gli importa se muoiono. La scienza è sia pratica che ridicolmente facile da capire. Questa facilità è la vera ragione per la quale molte persone si riuniscono per essa. Ma ad alcuni non piace, sono coloro che hanno usato dei certi imbrogli. E quell'imbroglio ha avuto degli effetti sul modo in cui solitamente funzionano gli ingranaggi nelle menti delle persone. Ciò ha portato il grande caos a cui stiamo assistendo. Questo è il modo in cui vedo la situazione.»

«...»

Era vero?

Per prima cosa, era davvero così difficile pensare che la Città Accademia potesse essere dietro questo problema al posto della Chiesa Cattolica Romana? La Città Accademia con i suoi 2,3 milioni di abitanti avrebbe dovuto affrontare la Chiesa Cattolica Romana con i suoi due miliardi di credenti. Quindi forse erano loro ad aver causato il caos all'interno di quest'ultima per ridurre i loro numeri più che potessero. Era davvero così difficile pensare che sarebbe potuto accadere?

(...E' complicato.)

Era vero che la Chiesa Cattolica Romana era al centro delle manifestazioni e delle proteste, ma il loro potenziale non si era espanso in modo consistente come aveva detto Oyafune Monaka. Lei pensò che fosse solo perché non capiva la parte magica della chiesa. Kamijou non poteva esattamente immaginare i maggiori esponenti della Chiesa Cattolica Romana come Agnese Sanctis o Biagio Busoni che prendevano parte a queste manifestazioni.

Era difficile pensare che questo piano che era venuto in mente alla Città Accademia potesse effettivamente danneggiare il loro vero potenziale da guerra.

Ed anche se le persone che prendevano parte alle manifestazioni fossero persone che stavano in mezzo tra la scienza e la magia, avrebbero ancora avuto bisogno di mandare avanti l'economia capitalistica. Se la gente che avrebbe dovuto lavorare avrebbe invece focalizzato sulle manifestazioni, solo quello poteva essere considerato un colpo all'economia. E se fossero state due miliardi di persone, sarebbe stato un colpo ancora più grande. Avevano bisogno di soldi per la guerra, non si sarebbero dati molto da fare per fare qualcosa che avrebbe fatto diminuire i loro fondi di scorta.

Kamijou pensò che fosse naturale supporre che la Chiesa Cattolica Romana fosse dietro questo caos se ci fosse davvero stata una cospirazione. Nello stesso modo, avrebbero potuto abbindolare chi rientrava dalla loro parte.

E se questo avesse a che fare con il lato nascosto della Chiesa Cattolica Romana, l'Imagine Breaker sarebbe stato parecchio prezioso.

«Ma...» Dopo aver pensato tutto ciò, Kamijou Touma cominciò a parlare. «Anche se la Chiesa Cattolica Romana sta causando ciò, ed anche se stessero usando dei trucchi per farlo, cosa stanno facendo con esattezza? Il mio potere è molto limitato. Non sappiamo dove siano o cosa stiano usando. Non posso fare niente per qualcosa del genere. Se vuole che io faccia qualcosa, deve almeno portarmi nel posto in cui devo essere.»

«Sì. Riguardo quello...»

Oyafune Monaka cominciò a parlare, ma si fermò tutto ad un tratto.

Apparve una nuova figura nel piccolo parco per bambini.

«Tsuchimikado?»

Kamijou aveva involontariamente borbottato quel nome quando vide la faccia della figura che indossava degli occhiali da sole.

Era il suo compagno di classe, Tsuchimikado Motoharu. Era stato con lui fin quando erano finite le lezioni, ma quando era il momento della punizione dello strappare le erbacce, era scomparso all'improvviso. Kamijou pensò di chiedergli qualcosa a riguardo, ma poi realizzò che era difficilmente il momento per farlo.

L'atmosfera era del tutto inadatta per quel tipo di domanda.

Tsuchimikado aveva un'aria completamente diversa da quella solita.

«Hai finito la discussione?»

Tsuchimikado non stava parlando con Kamijou.

I suoi occhi coperti dalle lenti blu degli occhiali da sole stavano guardando solo Oyafune Monaka, e lei non sembrava sorpresa dalla sua comparsa.

Probabilmente lo conosceva come l'agente chiamato Tsuchimikado Motoharu.

«Non del tutto, ma non importa... Puoi occuparti del resto.»

«Capisco.»

Tsuchimikado continuava a dare brevi risposte, poi sospirò come se si stesse preparando a fare un lavoro tedioso.

«Sono sicuro che sentivi qualcosa.»

«Da ieri.»

«Allora non ti importa se comincio?»

«Non c'è nient'altro che ti impedisca di esitare.» rispose Oyafune Monaka mentre sorrideva e Tsuchimikado distolse leggermente lo sguardo, poi si portò una mano sulla schiena ed uscì qualcosa dalla cintura.

«...Tsuchimikado?»

Kamijou era stato messo un po' da parte dato che la conversazione era avvenuta senza di lui, ma poteva vedere qualcosa a cui non poteva davvero credere.

Tsuchimikado stava tenendo un pezzo di metallo nero luccicante nella mano destra.

Era di circa quindici centimetri di lunghezza.

Era...

(...Una pistola?)

Anche dopo aver scoperto tanto, Kamijou non riuscì a far niente per fermare Tsuchimikado Motoharu.

Non era perché non poteva supporre cosa stesse per accadere successivamente.

Era perché non credeva che Tsuchimikado avrebbe fatto qualcosa di così orribile come sembrava stesse per fare.

Bang!! si sentì il suono secco di uno sparo in quel piccolo parco per bambini.

Comunque, Oyafune Monaka continuò a sorridere.

Il suo corpo tremò e cadde dalla panchina, crollando sul suolo.

Parte 6[edit]

Mikoto fece un leggero balzo nel sentire improvvisamente un rumore forte.

Sembrava un'esplosione di polvere da sparo.

Il tono acuto le perforò le orecchie e risuonò nel cielo.

(C-Cos'è stato???)

Pensò potessero essere fuochi d'artificio, ma ottobre non era esattamente la stagione adatta.

Potrebbe anche essere stato un esper con dei poteri relativi al fuoco.

Sentì un paio di finestre dei dormitori studenteschi della zona che si aprivano. Un suono tanto acuto aveva attirato molta attenzione, ma non così tanta da far abbandonare la preparazione della cena a nessuno, infatti, nessuno studente si spinse a lasciare l'edificio.

(Quindi un esper sta causando dei problemi, eh?)

Mikoto non se la sentiva di averci a che vedere in quel momento, ma si diresse lo stesso in quella direzione.

Era Railgun, una Level 5 della classe Electromaster. Poteva occuparsi di più esper da sé ed era certa di poter fronteggiare qualsiasi situazione nella quale si sarebbe cacciata. Se un esper scatenato e l'Anti-Skill stessero risolvendo con la forza, lei avrebbe potuto irrompere e venirne fuori incolume.

Ciononostante, si era imbattuta in qualcosa che non avrebbe potuto affrontare da sé...

(...Khh!! C-Comunque, devo solo andare nella direzione di quel suono. Vediamo, era da questa parte?)

Mikoto scosse la testa per concentrarsi e si diresse nella direzione dalla quale era partito il suono.

In questa zona residenziale non si vedevano altro che dormitori studenteschi.

Parte 7[edit]

Qualcuno aveva sparato nello stomaco di Oyafune Monaka.

Kamijou ci stese un po' a realizzare cos'era accaduto.

Ed a spararle era stato Tsuchimikado Motoharu.

Ci fu bisogno anche di qualche secondo in più per comprendere il fatto.

Oyafune non aveva opposto resistenza. Aveva forzato qualcosa di nascosto nel cappotto sulla schiena di Kamijou, ma non era sembrato che avesse anche solo provato a puntarlo verso Tsuchimikado. Aveva accettato il proiettile sapendo bene ciò che stava accadendo. Sembrava fosse andata così.

(Tsuchi... mikado?)

Kamijou mosse lentamente lo sguardo sul corpo collassato di Oyafune.

Non ci fu alcun cambiamento nell'espressione di Tsuchimikado.

La pistola che teneva nella mano destra aveva ancora un filo di fumo bianco che fuoriusciva. Tsuchimikado mise la pistola dietro la sua schiena, la ripose nella cintura e la nascose sotto la giacca dell'uniforme scolastica. Poi prese la cartuccia vuota che era caduta sul pavimento e la mise in tasca.

Fece tutto ciò come se fosse solo un lavoro in cui non nutriva alcun interesse.

E le emozioni di Kamijou esplosero.

«Tsuchimikadooooooooooooo!!»

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Il ragazzo si alzò energicamente dalla panchina e afferrò Tsuchimikado per il bavero. Nemmeno quell'azione riuscì a cambiare lo sguardo dietro quegli occhiali da sole. Quando Kamijou se ne accorse, strinse il pugno di riflesso e lo colpì in faccia più forte che poteva. Sentì la caratteristica sensazione del colpire qualcuno penetrare nelle dita e nei polsi. La parte superiore del corpo di Tsuchimikado si piegò all'indietro e cadde a terra. Ma anche quando accadde, la sua espressione non cambiò. Non aveva chiaramente accusato nemmeno un po' di danno.

(Bastardo!!)

Kamijou serrò la mascella e fece un passo in avanti.

Ma lo intralciò qualcosa.

Era Oyafune Monaka, la donna a cui Tsuchimikado aveva appena sparato.

«...Per favore...» Parlò anche se aveva le labbra premute sul suolo. «Per favore... non fargliene una colpa...»

Quelle parole furono abbastanza per mandare Kamijou Touma in stato confusionale.

«Le mie azioni... non erano quelle di un rappresentante della Città Accademia... Le mie opinioni... erano diverse da quelle dell'intero Consiglio di Amministrazione...»

«Cosa?»

«Sperano che questa guerra si intensifichi... e nella totale distruzione dell'altro gruppo scientifico che si definisce una religione che rappresenta la Chiesa Cattolica Romana... Vogliono approfittarsi di questo caos così che tutto ciò non venga risolto facilmente...»

Kamijou guardò nuovamente la faccia di Tsuchimikado.

Come prima, non era cambiata.

Era la faccia di qualcuno che sapeva tutto sin dall'inizio.

«Lasciare che questa guerra si intensifichi... è completamente assurdo... Deve essere fermata.» disse lentamente Oyafune.

Vi era dolore mischiato alle sue parole.

«Ma anche come membro del Consiglio di Amministrazione... il potere che ho è limitato. Non posso risollevare questa situazione... Se si va contro i desideri di coloro che stanno "al di sopra", il potere verrà ridotto e ciò che si potrà fare sarù severamente limitato. Quindi non mi restava che contattare qualcuno che potesse distruggere la situazione corrente...» guardò Kamijou e continuò a parlare mentre lo guardava negli occhi.

«...Il nostro incontro probabilmente verrà scoperto. E poi dovrò essere "punita" per tradimento. Se fossi stata solo io, avrei potuto evitarlo... ma se l'avessi fatto, l'obiettivo della "punizione" sarebbe cambiato.»

L'obiettivo.

Quando ci pensò, vennero i brividi a Kamijou.

«Quindi se fuggisse, andrebbero a cercare la sua famiglia...?»

«...»

Oyafune non rispose.

Era il silenzio di qualcuno che non voleva preoccupare nessuno.

«... Io... gli ho chiesto di farlo.»

Oyafune cambiò argomento.

«Sappilo... Ha detto che non voleva. Quindi, per favore, non colpevolizzarlo... Mi ha dato la mia "punizione" non centrando i punti vitali... Sono i colei che gli ha chiesto una cosa tanto ridicola da compiere...»

«Non parlare.»

Infine parlò Tsuchimikado.

Si alzò lentamente e guardò in faccia Oyafune Monaka.

Kamijou non riusciva a vedere la sua espressione dal posto dove si trovava.

Ma non voleva vederla davvero.

«Mi occuperò io del resto. Hai svolto la tua parte in modo perfetto. Sono sicuro che ci sarebbero tante cose che vorresti chiedermi, ma c'è solo una risposta che posso dare: non preoccuparti. Devi ricordare solo quello.»

Il sorriso di Oyafune si ingrandì lentamente sentendo le parole di Tsuchimikado.

C'era una sciarpa fatta a mano attorno al suo collo, anche se non era lavorata molto bene.

Probabilmente era per quello che Oyafune Monaka stava lottando.

La sua ragione di fermare il conflitto tra la Città Accademia e la Chiesa Cattolica Romana e per far sì che ricevesse la "punizione" per le sue azioni erano entrambe lì.

Tsuchimikado si accucciò ed osservò gli averi di Oyafune. Tirò fuori un cellulare e chiamò un'ambulanza. Poi pulì le sue impronte digitali e lo poggiò sul terreno.

Dunque estrasse qualcosa dal suo cappotto.

Sembrava una piccola pistola per auto-difesa.

Tsuchimikado la mise nella sua cintura e guardò verso Kamijou.

«Dobbiamo muoverci, Kami-yan.»

«Capito.»

Kamijou serrò la mascella e guardò l'ingenua donna crollata a terra.

«...Si è sforzata di mettere in scena tutto ciò per far sì che cominciassi a muovermi. Che diavolo! Questo è essere troppo indiretti.»

Kamijou Touma non era esattamente una persona famosa.

Se avesse voluto farlo muovere, avrebbe potuto dirgli cos'aveva bisogno di fare.

Eppure aveva messo la sua vita in pericolo per una richiesta così piccola.

Quando ci pensò, Kamijou strinse il pugno destro.

«Non abbiamo tempo. Te lo spiegherò più tardi.»

«Non abbiamo tempo. Te lo spiegherò più tardi.» Tsuchimikado proseguì. «Ci stiamo dirigendo nel Ventitreesimo Distretto. C'è un aereo che ci aspetta. E' la cosa per la quale Oyafune Monaka ha usato il suo potere per prepararlo. Non possiamo sprecarlo.»

«Dannazione...» mormorò Kamijou mentre seguiva Tsuchimikado fuori dal parco per bambini.

L'unica cosa che rimaneva lì era Oyafune Monaka in una pozza di sangue.

Kamijou strinse i denti quando sentì la sirena di un'ambulanza a breve distanza.

Parte 8[edit]

Misaka Mikoto trovò un piccolo parco per bambini.

Non sembrava proprio una zona messa da parte per un parco; era più come se fosse il parco ad essere stato inserito in un terreno avanzato che si trovava dopo i dormitori studenteschi che vi costruiti intorno.

C'erano molteplici veicoli parcheggiati di fronte all'entrata.

Erano automezzi dell'Anti-Skill.

Mikoto guardò in quella direzione, ma un uomo vestito di nero la bloccò. L'entrata era sigillata da diversi strati di nastro magnetico giallo.

Diede un ulteriore sguardo al parco.

Riuniti all'interno vi erano diversi uomini dell'Anti-Skill come quello di fronte a lei, ma non c'erano "persone normali". Sembrava stessero investigando la zona intorno ad una panchina che si trovava ad un'estremità del parco.

Non aveva idea di cosa fosse accaduto.

Non aveva idea di cosa fosse accaduto, ma qualsiasi cosa fosse, sembrava essere finita.

Fra le righe[edit]

«Pare che il "Posto alla Destra di Dio" sia un gruppo che lavora per ottenere la vittoria sul "peccato originale".»

La voce di Lidvia Lorenzetti risuonò forte nella piccola stanza per interrogatori nella Torre di Londra.

Le sopracciglia di Stiyl e Agnese si inarcarono nel sentire quelle parole. Non c'era termine che i credenti della Chiesa Cristiana conoscevano meglio del peccato originale.

«Vuoi dire il "peccato" di Adamo ed Eva ricevuto nel mangiare il frutto dell'Albero della Conoscenza? Il "peccato" che è stato trasmesso a tutta l'umanità, dato che ne siamo i discendenti?»

«Sì, quello è ciò che è contenuto nel Vecchio Testamento.» Lidvia subentrò nella discussione e proseguì. «E nel Nuovo Testamento, il "Figlio di Dio" aveva il ruolo di eliminare quel "peccato". Venne crocifisso così che potesse ereditare i peccati dell'umanità ed eliminarli da sé. A causa di ciò se preghiamo la croce, mangiamo il corpo di Dio a messa e manteniamo giusta la nostra fede fino alla fine, il nostro "peccato" verrà lavato via nel "Giudizio Finale" e saremo guidati nella "Terra Santa". Tuttavia.» disse Lidvia. «... Vi è un'eccezione.»

«Un'eccezione?»

Agnese pose la domanda senza pensare mentre registrava tutto sulla pergamena.

Stiyl la guardò, ma la conversazione andò avanti.

«C'è qualcuno che non possedeva il "peccato" che doveva esser stato dato a tutta l'umanità.»

Da quelle parole, Stiyl riuscì a capire a chi si stava riferendo.

«La Vergine Maria.»

Biagio, che era legato alla sedia vicino a quella di Lidvia, schioccò la lingua.

Stiyl proseguì senza badarci.

«Come donna che diede alla luce il "Figlio di Dio", il peccato della Vergine Maria sparì perché era profondamente a contatto con lo Spirito Santo. E' conosciuta come l' "Immacolata Concezione". In altre parole, la Vergine Maria non ha alcun "peccato originale". Dato che tutta l'umanità discende da Adamo ed Eva, loro si fanno peso di esso e lo trasmettono ai loro stessi figli.»

«Quindi vi è un'eccezione.» rispose Lidvia. «Nel Nuovo Testamento era perché non c'era modo di eliminare il "peccato originale" tranne che addossandolo al "Figlio di Dio" portandolo sulla strada dell'esecuzione. Se lo si prende come base e si aggiunge il fatto che il "peccato" della Vergine Maria è scomparso, suppongo che la risposta sia ovvia.»

«Stai dicendo che c'è un metodo per eliminare il "peccato originale" a parte che attraverso la fede nel "Figlio di Dio"?»

«Tramite un incantesimo che potrebbe essere considerato come un imbroglio, sì. Ho sentito che i membri del "Posto alla Destra di Dio" sono stati in grado di affievolire il loro "peccato" più che potevano, ma non sono riusciti ad eliminarlo completamente.» Lidvia era legata alla sedia, ma parlava in modo tanto calmo quanto fosse in completo controllo di sé. «Ma dato che l'hanno eliminato in modo incompleto, possono attuare incantesimi di un livello che supera ciò che possono fare le persone comuni. Si dice che possano anche usare incantesimi che coinvolgano gli angeli ed il Signore, solitamente inutilizzabili.»

«...Beh, suppongo che eliminare il "peccato originale" sia il vero obiettivo finale dell'umanità. E se ci si potesse riuscire, la "qualità" di un uomo si avvicinerebbe a quella di un angelo. Ma...»

«Sì. Il "Peccato" in questo caso simboleggia anche il frutto dell'Albero della Conoscenza. Se lo si perde, si perderà anche l'abilità di essere un mago comune e quella di usare la magia che sfruttano.»

Stiyl espirò leggermente.

L'eliminazione del "peccato originale".

Non era troppo difficile immaginare che le profondità della Chiesa Cattolica Romana stessero trattenendo una bomba del genere. L'eliminazione del "peccato originale" di qualcuno tramite la fede nella Chiesa Cristiana e l'essere guidato nella "Terra Santa" creata da Dio dopo aver attraversato il "Giudizio Finale", veniva trattato come vera felicità. Era proprio come se la Chiesa Cattolica Romana fosse alla costante ricerca di una cerimonia segreta che l'avrebbe eliminato.

Dopo aver pensato tutto ciò, Stiyl fece una domanda a Lidvia.

«Quindi l'obiettivo finale dei membri del "Posto alla Destra di Dio" è di eliminare completamente il "peccato" rimanente dai loro corpi?»

Se ci fossero riusciti, i membri del "Posto alla Destra di Dio" sarebbero davvero riusciti ad usare liberamente gli incantesimi degli angeli. Ed una volta che avrebbero potuto farlo, sarebbe stato possibile che nemmeno un santo sarebbe riuscito a fermarli.

«Hee hee.»

«Non è così?»

«No. Eliminare il loro "peccato" è solo un mezzo per porre fine ai membri del "Posto alla Destra di Dio". Il loro obiettivo finale è tutt'altro.»

«...Eliminare il "peccato originale" sarebbe un'impresa. Ed è solamente un mezzo per porre fine?»

(Allora quale potrebbe essere il loro vero obiettivo?)

Lidvia trattenne una risata e continuò a parlare.

«Hanno annunciato il loro obiettivo a gran voce sin dall'inizio.»

«Cosa?»

«Il "Posto alla Destra di Dio". E' questo che stanno cercando.»