Zero no Tsukaima ~Italian Version~:Volume1 Capitolo Tre – Leggenda

From Baka-Tsuki
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Capitolo Tre - Leggenda[edit]

Il signor Colbert era un professore che aveva dedicato vent'anni della sua vita all'Accademia di Magia di Tristania ed era diventato una colonna portante della scuola.

Il suo nome runico era “Colbert il Serpente di Fuoco” e, naturalmente, era un mago specializzato nelle magie di fuoco.

Sin dall'Evocazione dei Famigli di Primavera di qualche giorno prima, Colbert si era preoccupato per quel cittadino comune che Louise aveva invocato. O, più precisamente, era preoccupato per le rune che sono apparse sulla mano sinistra del ragazzo. Si trattava certamente di rune rare quindi, per le notti precedenti, si era rinchiuso nella biblioteca e aveva condotto ricerche su alcuni testi.

La biblioteca dell'Accademia di Magia di Tristania era localizzata nella stessa torre in cui si trovava anche la sala da pranzo. Le librerie erano incredibilmente alte, circa 30 metri di altezza, e il modo in cui erano allineate ai muri era uno spettacolo per la vista. E, inoltre, quel posto era stipato dalla storia universale, a partire dalla creazione del nuovo mondo nel continente di Halkeginia da parte del Fondatore Brimir.

Colbert si trovava in una sezione denominata 'Biblioteca di Fenir' alla quale solo i professori avevano il permesso di accedere.

Le normali scansie alle quali gli studenti avevano libero accesso non contenevano risposte che lo potessero soddisfare.

Usando un Incantesimo di Levitazione, galleggiò nell'aria fino a raggiungere uno scaffale in alto e cercò intensamente per trovare un particolare tomo.

I suoi sforzi furono premiati quando il suo sguardo si posò sul titolo di un libro.

Si trattava di un manoscritto molto antico, il quale conteneva le descrizioni dei famigli che vennero utilizzati dal Fondatore Brimir.

La sua attenzione era focalizzata su un paragrafo in particolare e, mentre leggeva affascinato, spalancò gli occhi per la sorpresa.

Paragonò un immagine nel capitolo del libro con il disegno che aveva fatto delle rune sulla mano del ragazzo.

“Ah!” singhiozzò per la sorpresa. In quel momento perse la concentrazione necessaria per mantenere la Levitazione e cadde quasi a terra.

Tenendo il libri in mano, ritornò velocemente a terra e corse fuori dalla biblioteca.

La sua destinazione era l'ufficio del Preside.

***

L'ufficio del Direttore si trovava al piano più alto della torre. Sir Osmond, l'attuale Preside dell'Accademia di Magia di Tristania, era seduto con i gomiti appoggiati alla sua elegante scrivania in sequoia, sembrando molto annoiato mentre si accarezzava la barba e i capelli bianchi.

Si stava pigramente togliendo i peli del naso quando mormorò “hrm” e aprì un cassetto della scrivania.

Da dentro il cassetto estrasse una pipa.

Appena estratta la pipa, la Signorina Longueville, la segretaria che stava scrivendo qualcosa alla sua scrivania posizionata in un lato della stanza, agitò il suo calamaio con cui stava scrivendo.

La pipa fluttuò in aria e atterrò sul palmo della mano della Signorina Longueville. Sir Osmond mormorò, abbattuto. “E' divertente portare via a un vecchio i suoi piccoli piaceri? Signorina...”

“Prendermi cura della sua salute fa parte del mio lavoro, Preside Osmond.”

Sir Osmond si alzò dalla sua sedia e raggiunse la fredda e calma Signorina Longueville. Fermandosi dietro alla seduta Longueville chiuse gli occhi con un'espressione seria sul volto.

“Se i giorni continuassero a passare così pacificamente, trovare un modo per passare il tempo diventerà un grosso problema.”

Le profonde rughe impresse sul volto di Osmond davano solo dei piccoli indizi sulla storia della sua vita. La gente credeva avesse un centinaio d'anni, o anche trecento. Ma della sua vera età, nessuno sapeva davvero qualcosa. Era possibile che neanche lui lo sapesse più.

“Preside Osmond.” La Signorina Longueville attirò la sua attenzione, senza distogliere lo sguardo dal calamaio, col quale stava scrivendo sulla pergamena.

“Cosa c'è? Signorina...”

“Per favore, la smetta utilizzare la scusa che non ha niente da fare solamente per potermi toccare il sedere.”

Sir Osmond aprì leggermente la bocca e iniziò a camminare barcollando per la stanza.

“Per favore, la smetta di fingersi rimbambito ogniqualvolta che la situazione peggiora.” Longueville aggiunse, calma. Sir Osmond sospirò profondamente. Si trattava di un sospiro dovuto a molti problemi.

“Dove pensa si trovi la verità assoluta? Non ci ha mai pensato? Signorina...”

“Dovunque si trovi, le assicuro che non è sotto la mia gonna quindi la prego di smettere di mandare il suo topo sotto la scrivania.”

Lo sguardo di Osmond cadde a terra e mormorò tristemente.

“Montsognir."

Da sotto la scrivania della Signorina Longueville corse fuori un topolino. Scalò la gamba di Osmond e si appollaiò sulla sua spalla, muovendo la sua piccola testolina. Osmond estrasse alcune noccioline da una tasca e ne passò una al topo.

“Chuchu.” il topo squittì, apparentemente felice.

“Tu sei il mio unico, leale, amico Montsognir."

Il topolino iniziò a mordicchiare la nocciolina. Venne rosicchiata in poco tempo e il topolino squittì “chuchu” ancora una volta.

“Ah, certo certo. Ne vuoi ancora? Molto bene, ne avrai ancora. Ma prima ti devo chiedere di fare rapporto, Montsognir."

“Chuchu.”

“Capisco. Bianco candido, hrm. Ma alla Signorina Longueville donerebbe di più il nero. Non sei d'accordo, mio piccolo Montsognir?”

Le sopracciglia della Signorina Longueville si aggrottarono.

“Preside Osmond.”

“Cosa c'è?”

“La prossima volta che fa una cosa del genere farò rapporto a Palazzo.”

“Kah! Credi che sarei il Preside di quest'Accademia se fossi così spaventato della Corte Reale?”

Sir Osmond sbarrò gli occhi, li fece luccicare e urlò rabbiosamente. Si trattava di una scena di grande effetto, completamente inaspettata da un vecchietto apparentemente fragile come lui.

“Non si incavoli soltanto perché ho dato un'occhiatina alla sua biancheria! Se continua così non si sposerà mai! Haa~~essere ancora giovani~~Signorina...”

Il Preside Osmond iniziò ad accarezzare il fondoschiena della Signorina Longueville senza alcun tipo di esitazione.

La Signorina Longueville, senza proferir parola, iniziò a tirare dei gran calci al suo capo.

“Mi scusi. La smetta. Ow. Non lo farò mai più. Davvero.”

Il Preside Osmond si protesse la sua testa e si rannicchiò. La Signorina Longueville continuò a scalciare respirando affannosamente.

“Ack! Come si permette! Deve trattare bene un anziano! Non in questo modo! Hey! Ahia!”

Questo 'pacifico' momento fu interrotto da una repentina intrusione.

La porta si spalancò facendo un forte rumore e Colbert si precipitò all'interno.

“Preside Osmond!”

“Cosa succede?”

La Signorina Longueville era tornata alla sua scrivania, seduta, come se nulla fosse accaduto. Sir Osmond aveva le sue mani dietro la schiena e si girò per osservare il visitatore con un'espressione seria. Si trattava, di certo, un recupero veloce.

“G-g-g-grandi notizie!”

“Le grandi notizie non esistono. Di qualunque cosa si tratti, può essere scomposto in un elevato numero di piccoli eventi.”

“La p-p-prego, guardi qui!”

Colbert passò ad Osmond il libro che stava leggendo fino a qualche momento prima.

“Questo è 'I Famigli del Fondatore Brimir', non è vero? Sta ancora andando in giro a cercare della letteratura antica come questa? Se ha tempo per farlo, perché non pensa a dei migliori sistemi per far pagare la retta della scuola a quei pigri nobili? Signor, err...com'era pure?”

Sir Osmond inclinò la testa.

“Mi chiamo Colbert! Se ne è dimenticato?”

“Giusto, giusto. Ora ricordo. E' solo che lei si era messo a parlare così velocemente che non ero riuscito a capirlo. Allora, Colby, cosa mi deve dire su questo libro?”

“Dia un'occhiata anche a questo!”

Colbert gli consegnò anche il disegno delle rune sulla mano sinistra di Saito.

Nel momento in cui i suoi occhi si posarono sul disegno, l'espressione di Osmond mutò. I suoi occhi brillavano di una luce solenne.

“Signorina Longueville, ci può scusare un attimo?”

La Signorina Longueville si alzò e lasciò la stanza. Osmond iniziò a parlare solo dopo essersi assicurato che fosse uscita veramente.

“Mi spieghi tutti i dettagli di questo fatto, Signor Colbert...”

***

Era appena prima dell'ora di pranzo quando ebbero finito di ripulire la classe in cui Louise aveva provocato l'esplosione. Come punizione, l'utilizzo di magie per la pulizia era proibito quindi ci è voluto un bel po' di tempo per terminare di pulire. Ma, per puntualizzare, Louise non era in grado di utilizzare la maggior parte degli incantesimi quindi la situazione non sarebbe comunque cambiata di molto. La Signora Chevreuse aveva ripreso conoscenza solo due ore dopo essere stata coinvolta nell'esplosione e, nonostante fosse tornata in classe, non diede lezioni sulla Trasmutazione per l'intera giornata. Sembrava che fosse stata parecchio traumatizzata.

Una volta finite le pulizie Saito e Louise si diressero verso la sala da pranzo, dato che era già ora di pranzo. Durante il tragitto, Saito prese in giro Louise pesantemente. Dopo tutto era colpa di Louise se lui era stato costretto a fare tutto quel lavoro manuale. E' stato Saito a trasportare il nuovo vetro per la finestra. E' stato Saito a muovere tutti quei pesanti banchi. E, chiaramente, è stato sempre Saito a lucidare tutta la fuligginosa classe con uno straccio. Tutto quello che Louise ha fatto è stato spolverare qualche banco e l'ha fatto malvolentieri.

Devo dormire per terra. Il cibo fa schifo. E, soprattutto, devo lavare della biancheria (non che l'abbia ancora fatto).

Con tutti i maltrattamenti di Louise era impossibile per Saito tacere sulla debolezza appena scoperta della ragazza. Prese in giro Louise come se non ci fosse un domani.

“'Zero Louise'. Ora capisco~ E' proprio perfetto~ Percentuale di successo – zero. Ma una nobile nonostante questo...fantastico!”

Louise non disse una parola, il che incitò Saito ancora di più.

“Trasmutazione! Ah! Kaboom! Trasmutazione! Ah! Kaboom! Oh, ho sbagliato! Solo 'la Zero' può sbagliare questo!”

Saito ballava intorno a Louise cantando questi versi, agitando le braccia ogni volta che diceva 'kaboom' per mimare l'esplosione. Si trattava di una performance veramente dettagliata.

“Padroncina Louise. Questo umile famiglio ha composto una canzone per voi.”

Saito dichiarò, abbassando la testa per mostrare rispetto. Ovviamente si trattava di un gesto fasullo, una completa presa in giro.

Il sopracciglio di Louise tremolava per la rabbia. Era sull'orlo di esplodere ma Saito era troppo assorbito dalla sua eccitazione per potersene accorgere.

“Perché non me la canti, allora?”

“Lou-Lou-Louise è proprio un caso senza speranza~ Una maga che non sa neanche usare la magia! Ma va tutto bene! Perché lei è una ragazza...”

Saito si trattenne lo stomaco mentre scoppiò in una fragorosa risata.

“Bwahahaha!!"

Stava ridendo per le sue stesse battute. Forse era proprio senza speranza.

***

Quando arrivarono nella sala da pranzo, Saito estrasse una sedia per Louise.

“Si ricordi, mia signorina. Non getti nessuna magia sul cibo. Pensi che casino succederebbe se dovesse esplodere.”

Louise prese la sedia, senza proferir parola. Saito si sentiva estremamente soddisfatto per essere riuscito a farla pagare alla rude e arrogante Louise con le sue critiche. Neanche la pallida imitazione di un pasto che aveva davanti agli occhi gli dava più di tanto fastidio.

La magra zuppa e il pane che gli servirono era un male sopportabile, un sacrificio giusto per aver potuto ridere così di gusto prima.

“Oh, giusto Fondatore non-mi-ricordo-come-ti-chiami. Sua Altezza la Regina. Qualche grazie per lo schifoso cibo. Itadakimasu.”

Mentre stava per iniziare a mangiare il piatto gli fu portato via.

“Cosa stai facendo?”

“Qu-qu-qu...”

“'Qu-qu-qu'?”

Le spalle di Louise tremarono per l'ira, così come la sua voce. In qualche modo era riuscita a contenere la sua rabbia smisurata fino a quando non avevano raggiunto il tavolo da pranzo. Probabilmente perché, in quel modo, era in grado di elargirgli una punizione appropriata.

“Qu-qu-qu-questo famiglio, come ti permetti di di-di-dire cose del genere alla tua pa-pa-pa-padrona?”

Saito si accorse di avere esagerato.

“Mi dispiace! Non dirò più niente, quindi restituiscimi il cibo!”

“No! Assoluta~~mente no!”

Louise gridò, agitando il suo adorabile viso per la rabbia.

“Un pasto saltato per ogni volta che hai detto 'Zero'! E questo è tutto! Nessuna eccezione!”

***

Alla fine, Saito lasciò la sala da pranzo senza aver mangiato niente.

Non avrei dovuto essere così sarcastico con lei...Ma oramai era troppo tardi per i sensi di colpa.

“Haa, sto morendo di fame...dannazione...”

Accarezzandosi lo stomaco, appoggiò una mano al muro.

“C'è qualche problema?”

Si girò per vedere una ragazza normale con un vestito da cameriera con in mano una grande bacinella d'argento che lo stava guardando, interessata. I suoi capelli neri erano graziosamente adornati con una fascia e le sue lentiggini erano adorabili.

“Non è niente...” Saito agitò la sua mano sinistra.

“Sei per caso quello che è diventato il famiglio della Signorina Vallière...?”

Sembrava avere notato le rune iscritte sulla mano sinistra di Saito.

“Mi conosci?”

“Un pochino. E' diventata una voce abbastanza conosciuta, sai, che un cittadino comune sia stato richiamato dalla magia dell'Evocazione.”

La ragazza sorrise dolcemente. Era il primo sorriso spensierato che Saito avesse visto da quando è arrivato in questo mondo.

“Sei una maga anche tu?” Saito le domandò.

“Oh no, io no. Sono solo una cittadina comune, proprio come te. Servo la nobiltà svolgendo mansioni domestiche.”

Veramente io vengo dalla terra e non sono un cittadino comune ma probabilmente è inutile provare a spiegare. Saito decise di presentarsi.

“Capisco...Beh, io sono Hiraga Saito. Piacere di conoscerti.”

“Un nome davvero strano...io mi chiamo Siesta.”

A quel punto lo stomaco di Saito brontolò.

“Devi essere affamato.”

“Si...”

“Prego, seguimi da questa parte.”

Siesta si mise a camminare.

***

Saito fu accompagnato in cucina, la quale si trovava sul retro della sala da pranzo. Molte grosse pentole e forni erano presenti all'interno. Cuochi e altre cameriere come Siesta erano impegnati a preparare i piatti.

“Per favore, aspetta qui un attimo, ok?”

Siesta fece sedere Saito su una sedia posizionata in un angolo della cucina e scomparì in fretta sul retro.

Ritornò presto con un piatto pieno di spezzatino caldo nelle sue mani.

“Questo è un po' di spezzatino avanzato dal pranzo dei nobili. Se non ti offendi, mangialo pure.”

“Posso?”

“Si. Si tratta solo del pranzo del personale, però...”

La sua gentilezza era commovente. Quello era un qualcosa di completamente diverso dalla zuppa che Louise gli faceva avere. Se ne portò una cucchiaiata alla bocca. Delizioso. Sto per piangere.

"Delizioso. Sto per piangere."

“Veramente buono~!”

“Buono a sapersi. Ne è rimasto ancora molto se vuoi il bis, quindi non farti problemi.”

Saito mangiò lo spezzatino come se fosse un sogno. Siesta rimase ad osservarlo, sorridendo dolcemente per tutto il tempo.

“Non ti hanno dato niente da mangiare?”

“Quella ragazza mi ha fregato il piatto quando l'ho chiamata 'Zero Louise'.”

“Oh no! Non dovresti dire queste cose ai nobili!”

“Tsk. Nobili. Si pavoneggiano solamente perché sanno usare la magia.”

“Devi avere un gran coraggio...”

Siesta guardò Saito con un'espressione di meraviglia.

Saito le riconsegnò il piatto vuoto.

“Era davvero gustoso. Grazie mille.”

“Sono contenta che ti sia piaciuto. Sentiti libero di passare da queste parti ogni volta che hai fame. Se per te non è un problema mangiare le stesse cose che mangiamo noi della servitù, sarò felice di servirti un pasto.”

Un'offerta così gentile. Saito era ancora più commosso.

“Grazie...”

Saito di colpo scoppiò a piangere, sorprendendo Siesta.

“Ch-che ti succede?”

“No...E' solo che è la prima volta che qualcuno è stato così gentile con me da quando sono arrivato in questo mondo...mi sono lasciato trasportare dalle emozioni...”

“S-stai esagerando.”

“Assolutamente no. Se c'è qualche cosa che posso fare per te, non esitare a farmelo sapere. Ti darò una mano.”

Non era particolarmente interessato nel lavaggio della biancheria di Louise e avrebbe preferito di gran lunga aiutare questa ragazza.

“In questo caso, per favore, mi aiuteresti a servire i dolci?”

Siesta gli chiese con un sorriso.

“Certamente,” Saito annuì entusiasticamente.

***

Moltissimi pasticcini erano posizionati su un grande vassoio d'argento. Saito spingeva il carrello mentre Siesta serviva i pasticcini a uno a uno, afferrandoli con delle pinze, ai nobili.

Un mago in particolare risaltava sugli altri. Aveva capelli biondi ricci, indossava una camicia elegante e aveva un'aria abbastanza importante. C'era addirittura una rosa nel suo taschino. I suoi amici gli stavano tutti intorno e si prendevano gioco di lui.

“Allora, Guiche! Con chi stai uscendo adesso?”

“Chi è la tua ragazza, Guiche?”

Sembrava che l'orgoglioso mago si chiamasse Guiche. Si portò delicatamente l'indice alle labbra.

“'Uscire?' Non tratto nessuna donna con questo tipo di riguardo. Dopo tutto, una rosa sboccia per il piacere di molti.”

Questo tizio si sta paragonando a una rosa. Un egoista del genere è irrecuperabile. Si trattava di quel tipo di narcisista che faceva sentire gli spettatori più imbarazzati di se stesso. Saito gli lanciò un'occhiata, sperando potesse morire.

In quel momento, qualcosa cadde da una tasca di Guiche. Si trattava di una piccola bottiglietta di vetro con del liquido viola all'interno.

Questo tizio non mi piace per niente ma dovrei comunque dirgli che gli è caduto qualcosa.

Saito attirò l'attenzione di Guiche.

“Ohi, ti è caduta questa bottiglietta dalla tasca.”

Ma Guiche non si girò nemmeno. Questo tizio mi sta ignorando!

Saito passò il vassoio a Siesta e si chinò per raccogliere la bottiglietta.

“Ho detto che ti è caduto qualcosa, dongiovanni.”

La poggiò sul tavolo. Guiche gli scoccò uno sguardo arrabbiato e spinse via la bottiglietta.

“Non è mia. Di cosa stai parlando?”

Gli amici di Guiche realizzarono da dove arrivava la bottiglietta e iniziarono a fare rumore.

“Ooh? Quel profumo...non è di Montmorency?”

“E' vero! Quel vivo colore viola è il profumo che Montmorency miscela solo per lei!”

“Quindi, visto che qualcosa del genere ti è caduto dalla tasca, Guiche, significa che adesso stai uscendo con Montmorency, giusto?”

“No, aspettate, ascoltatemi. Parlo per il bene della sua reputazione ma...”

Appena prima che Guiche potesse dire qualcos'altro, una ragazza, la quale indossava un mantello marrone e sedeva al tavolo dietro di loro, si alzò e si avvicinò alla sedia di Guiche.

Si trattava di una ragazza carina con dei capelli castano scuro. Visto il colore del mantello che portava, si trattava di una studentessa del primo anno.

“Signor Guiche...”

Detto questo, scoppiò a piangere disperatamente.

“Lo sapevo, tu e la Signorina Montmorency siete...”

“Stai equivocando. Katie, ascoltami. L'unica persona nel mio cuore sei tu...”

Ma la ragazza di nome Katie tirò uno schiaffo a Guiche più forte che poteva.

“Il profumo che ti è caduto dalla tasca è una prova più che sufficiente! Arrivederci!”

Guiche si massaggiò la guancia.

A quel punto, una ragazza con capelli ricci si alzò dalla sua sedia della stessa tavolata di Guiche. Saito la riconobbe, si trattava della ragazza che si era messa a discutere animatamente con Louise quando lui era appena stato evocato in questo mondo.

Con un'espressione severa si avvicinò a Guiche con passi veloci.

“Montmorency. E' solo un equivoco. Tutto quello che ho fatto con lei è stato accompagnarla nel lungo viaggio fino alle foreste di La Rochelle...” Guiche disse, scuotendo la testa. Anche se cercava di rimanere calmo, una goccia di sudore freddo gli colò dalla fronte.

“Proprio come pensavo! Hai fatto qualcosa con quella studentessa del primo anno, non è vero?!”

“Per favore, Montmorency il Profumo! Non rovinare il tuo stupendo volto, simile a una rosa, per la rabbia. Mi rende triste vederlo così!”

Montmorency prese una bottiglia di vino dal tavolo e ne versò platealmente il contenuto sulla testa di Guiche.

E poi...

“Bugiardo!”

Lei urlò e scappò via.

Sulla sala scese il silenzio.

Guiche estrasse dalla tasca un fazzoletto e si pulì lentamente la faccia. Scuotendo la testa, parlò con un tono solenne.

“Sembra che queste signorine non capiscano il significato dell'esistenza di una rosa.”

Si e tu continui a provarci, Saito pensò mentre riprese il vassoio da Siesta e fece per andarsene.

Guiche gli intimò di fermarsi.

“Altolà.”

“E adesso che c'è?”

Guiche fece un piroetta sulla sedia per voltarsi e incrociò le gambe. A Saito venne il mal di testa vedendo la sua arroganza trasudare da ogni suo minimo movimento.

“Grazie a te che hai preso in mano senza pensare una bottiglietta di profumo la reputazione di due signorine è stata infangata. In che modo te ne assumerai la responsabilità?”

Saito replicò, con un tono esasperato.

“Ehi, è colpa tua se le tradisci.”

Gli amici di Guiche scoppiarono a ridere.

“Esatto Guiche! E' colpa tua!”

Il viso di Guiche diventò di un rosso cremisi.

“Ascoltami servo. Quando hai appoggiato la bottiglietta di profumo sul tavolo io ho fatto finta di niente, vero? Che male avrebbe fatto se tu avessi dimostrato un po' più di tatto e non avessi insistito?”

“Come dici tu. In ogni caso, il tuo tradimento sarebbe stato scoperto. Inoltre, non sono un servo.”

“Hmph...Ah, tu sei...”

Guiche sbuffò mentre osservava Saito.

“Devi essere quel cittadino invocato da quella 'Zero Louise'. Aspettarsi di essere trattato da nobile da un plebeo come te è stato un mio errore. Puoi andare.”

Saito si infuriò. Bel ragazzo o meno, non era possibile per Saito rimanere in piedi e farsi dire tutto questo da un narcisista pieno di sé del genere. Non riuscì a resistere e fece un commento bruciante.

“Chiudi la bocca presuntuoso bastardo! Perché non vai a infilarti le rose dove ti dico io per il resto della tua vita?”

Guiche spalancò gli occhi.

“Sembra che tu non conosca l'etichetta giusta per parlare con un nobile.”

“Sfortunatamente arrivo da un mondo dove gente come i nobili non esiste.”

Saito alzò la sua mano destra e parlò solennemente, mimando i gesti di Guiche.

“Molto bene. Allora ti insegnerò una lezione sul rispetto. Un modo perfetto per rilasciare lo stress.”

Guiche si alzò in piedi.

“Divertente.”

Saito digrignò i denti e ruggì. Per prima cosa, questo tizio non mi è piaciuto dall'inizio. In secondo luogo esce con due ragazze veramente carine – anche se non sono carine quanto Louise. E, per concludere, si è preso gioco di me. Ci sono abbastanza ragioni per combattere. E, già che ci sono, lo colpirò un paio di volte in più per conto di Louise. Dopo tutto, è ancora una ragazza!

“Vuoi combattere qui?”

Saito disse. Nonostante fosse più alto di Saito, Guiche era smilzo e sembrava parecchio debole. Si dice che ai dongiovanni manchino sia i soldi, sia il potere. Neanche Saito era particolarmente forte ma pensava che non avrebbe potuto perdere.

Guiche si girò dall'altra parte.

“Stai scappando?”

“Non essere stupido. Non posso tingere il tavolo da pranzo dei nobili con il sangue di un plebeo, giusto? Ti aspetterò al Giardino dei Vestri. Vieni appena hai finito di servire quei pasticcini.”

Sembrando eccitati, gli amici di Guiche si alzarono e lo seguirono.

Una persona rimase, come per controllare che Saito stesso non scappasse.

Siesta lanciò uno sguardo a Saito mentre il suo corpo tremava. Saito parlò con un sorriso.

“Va tutto bene. Non è possibile che io perda contro quello smidollato. Nobile, tsk!”

“Ti...ti farai uccidere.”

“Cosa?”

“Se fai arrabbiare per davvero un nobile...”

Siesta scappò via in fretta.

Perché quella reazione? Saito mormorò. Quel tizio è davvero così forte?

Louise arrivò di corsa da dietro Saito.

“Ehi! Cosa diavolo pensi di fare?! Ho visto tutto!”

“Yo, Louise.”

“Non è il momento di fare 'yo' a me! Come puoi andare in giro a promettere duellare come se fosse una bazzecola?!”

“Quel tizio mi stava davvero facendo arrabbiare...”

Saito disse sdegnosamente.

Louise sospirò e alzò le spalle per il disappunto.

“Scusati con lui.”

“Perché?”

“Se non vuoi farti male, sbrigati e vai a scusarti. Se lo fai ora, potrebbe perdonarti.”

“Starai scherzando! Per quale motivo io dovrei scusarmi?! Lui mi ha insultato per primo! E inoltre, stavo solo cercando di rendermi utile...”

“Fallo e basta.”

Louise fissò Saito con uno sguardo deciso.

“Assolutamente no.”

“Così testardo...Ma sai una cosa? Tu non puoi vincere. Sarai ferito gravemente. In realtà sarai fortunato se dovessi riuscire a tornare indietro solo con qualche ferita.”

“Non lo posso sapere finché non ci proverò, giusto?”

“Ascoltami, un cittadino non potrà mai battere un mago!”

“Allora, dove si trova questo Giardino dei Vestri?”

Saito iniziò a camminare. L'amico di Guiche, il quale aveva osservato lo scambio di battute tra Saito e Louise, fece un cenno con la testa.

“Da questa parte, cittadino.”

“Aaah, che fastidio! Davvero! Perché diavolo questo famiglio se ne deve andare in giro e fare quello che gli pare?!”

Detto questo, Louise corse dietro a Saito.

***

Il Giardino dei Vestri era il giardino centrale situato tra le torri elementali del Vento e del Fuoco. Trovandosi nel lato ovest, il Giardino non riceveva molta luce del sole neanche nelle ore centrali della giornata, ma si trattava di un ottimo posto per i duelli.

Proprio in quel momento...era pieno di persone che avevano sentito le della faccenda.

“Gentiluomini! Si tratta di un duello!”

Guiche sollevò la sua rosa finta in aria per incitare la folla.

“Guiche sta per prendere parte a un duello! Il suo sfidante è il plebeo di Louise!”

Ho anche un nome, sai..Saito pensò, acidamente.

Agitando le braccia, Guiche incitò la folla maggiormente.

Poi, come se avesse notato Saito solo in quel momento, si voltò per fronteggiarlo.

Saito e Guiche erano in piedi nel bel mezzo del Giardino, squadrandosi attentamente.

“Prima di tutto, mi voglio complimentare con te per essere venuto qui e per non essere scappato!” Guiche commentò con un tono di cantilena, mentre faceva roteare la sua rosa.

“Come se qualcuno decidesse di scappare!”

“Bene allora, iniziamo,” disse Guiche.

Meno parole, più azione. Saito scattò in avanti. I combattimenti vengono vinti da chi riesce ad assestare il primo colpo!

Ci sono circa dieci passi tra me e Guiche. Non mi importa né dei nobili né dei maghi; voglio solo romperti quel tuo naso arrogante!

Guiche osservò Saito con un sorriso tranquillo e agitò la sua rosa.

Un petalo fluttuò verso terra con un movimento leggiadro...

E si tramutò nella forma di una guerriera rivestita da un'armatura.

L'altezza era all'incirca quella di una persona ma sembrava fatta di un qualche tipo di metallo duro. Sotto la pallida luce solare la sua pelle...la sua armatura scintillava.

Sbarrava stoicamente la strada a Saito.

“C-che diavolo è questo?”

“Io sono un mago, quindi combatto usando la magia. Sono sicuro che non hai niente da ridire.”

“P-perché tu...”

“Credo di essermi dimenticato di menzionarlo prima. Il mio nome runico è “il Bronzo.” Guiche il Bronzo. Per questo motivo, il mio golem di bronzo “Valchiria” sarà il tuo vero avversario.”

“Eh?”

Il golem a forma di guerriera si scagliò contro Saito.

Il suo pugno destro lo colpì con violenza allo stomaco.

“Harg!”

Saito emise un gemito e crollò a terra. Nulla di sorprendente dato che era stato colpito in pancia da un pugno di bronzo.

Il golem osservò Saito senza esprimere nessun tipo di emozione.

Non riusciva ad alzarsi a causa del dolore. Penso che questo sia come farsi colpire da un pugile professionista, pensò.

“Cosa succede, sei già a terra?”

Guiche sembrò insoddisfatto. Louise sbucò fuori dalla massa di persone.

“Guiche!”

“Oh Louise! Colpa mia. Ho solo preso in prestito il tuo famiglio per un po'.”

Louise scosse i suoi lunghi capelli e gridò a Guiche, rabbiosamente.

“Hai fatto abbastanza! Inoltre, combattere è severamente proibito!”

“Solo i duelli tra nobili sono proibiti. Nessuno ha mai proibito duelli fra plebei e nobili.”

Louise non sapeva cosa rispondere.

“Qu-questo perché una cosa del genere non è mai accaduta prima...”

“Louise, ti piace questo plebeo?”

Il volto di Louise diventò rosso peperone per la rabbia.

“No! Non essere ridicolo! E' solo che non posso sopportare di vedere il mio famiglio picchiato a sangue proprio di fronte ai miei occhi!”

“...Chi è che si sta facendo picchiare? Sto bene.”

“Saito!”

Vedendo Saito di nuovo in piedi, Louise praticamente urlò il suo nome.

“...Hehehe, mi hai finalmente chiamato per nome.”

Louise stava tremando.

“Hai capito adesso? Un cittadino non potrà mai sconfiggere un mago!”

“...Sono stato solo un po' incauto, ecco tutto. Sto bene quindi fatti indietro.”

Saito spinse Louise indietro.

“Cosa? Non pensavo saresti stato in grado di rialzarti...Forse sono stato troppo delicato?” Disse Guiche, provocando ulteriormente Saito.

Saito avanzò lentamente verso Guiche. Louise lo seguì e gli mise una mano sulla spalla.

“Fermati! Idiota! Perché sei ancora in piedi?”

Saito spinse via la mano dalla sua spalla.

“Perché mi sta facendo incavolare.”

“Ti sta facendo incavolare? Ascolta, non c'è vergogna nell'essere sconfitti da un mago!”

“Taci,” Saito mormorò, mentre continuava ad avanzare in maniera vacillante.

“Eh?”

“Davvero, stai iniziando a darmi sui nervi anche tu...Non so praticamente niente di maghi o nobili ma ai miei occhi non siete altro che un mucchio di pesti piene di voi stessi. Cosa c'è di così fantastico nella magia? Idioti.”

Guiche osservò Saito con un fievole sorriso stampato sulla sua faccia.

“Più ci provi, più inutile questo duello diventa.”

Il tipico spirito combattivo di Saito si infiammò, e lui emise un corto ruggito.

“Non era nulla. La tua statuina è troppo debole.”

Il sorriso scomparve. La mano destra del golem si mosse per colpire il volto di Saito. Il pugno lo colpì proprio sulla guancia e lui cadde a terra.

Del sangue gocciolò dal suo naso rotto.

Cercò di fermare il flusso del sangue.

Saito era stato preso alla sprovvista.

Cavolo...Allora questa è la vera potenza di un mago. Sono stato coinvolto in qualche rissa ma quel pugno non era niente di simile a quelli che avevo ricevuto in precedenza.

Nonostante tutto, riuscì ad alzarsi con molta difficoltà. Il golem di Guiche lo fece volare ancora una volta in aria con un calcio.

Si alzò ancora. E venne cacciato a terra nuovamente.

Ancora e ancora, il processo veniva ripetuto.

L'ottavo pugnò incontrò il braccio destro di Saito. Si udì un fastidioso rumore di qualcosa che si rompe.

Impossibilitato dal vedere dal suo gonfio occhio sinistro, controllò il suo braccio destro toccandolo con il sinistro. Era piegato al contrario.

Mentre Saito osservava in maniera assente il suo braccio, il golem gli si avvicinò e gli piantò un piede nella sua faccia.

Saito colpì il terreno con la testa e perse conoscenza per qualche istante.

Quando riprese i sensi, potè vedere il viso di Louise incorniciato da un lembo di cielo azzurro.

“Per favore. Smettila adesso.”

Gli occhi nocciola di Louise erano umidi per le lacrime.

Saito provò a parlare, ma il dolore al petto provocato dai colpi ripetuti era difficile da sopportare.

Ignorando il dolore, concentrò la sua forza di volontà e riuscì a sussurrare con un filo di voce.

“...Stai piangendo?”

“No che non sto piangendo! Perché dovrei? Comunque, questo è troppo. Hai combattuto bene. Non ho mai visto un cittadino come te prima.”

Il suo braccio rotto pulsava per l'agonia. La bocca di Saito si trasformò in una smorfia.

“Fa...male.”

“Certo che fa male! E' ovvio! Ma a cosa pensavi?”

Lacrime scesero dal volto di Louise e caddero sulla guancia di Saito.

“Tu sei il mio famiglio, capito? Non ti perdonerò per altre azioni stupide che compierai.”

La voce di Guiche richiamò l'attenzione dei due.

“Abbiamo finito?”

“...Aspetta un attimo. Sto solo riprendendo fiato.”

“Saito!”

Guiche sorrise e agitò la rosa. Questa volta il petalo si trasformò in una spada. Guiche la prese e la lanciò nella direzione di Saito. La punta della lama si conficcò nel terreno non troppo lontano da dove si trovava la coppia.

“Se hai ancora intenzione di continuare, prendi quella spada. Se non vuoi, tutto quello che devi dire è semplicemente 'Mi dispiace.' Poi posso perdonarti e farla finita.”

“Non insultarlo!”

Louise gridò, alzandosi. Ma Guiche non sembrava averla neanche sentita e continuò a parlare.

“Capito? La spada. In altre parole, un'arma. E' il minimo necessario per voi plebei per potervi vendicare contro noi nobili. Allora, come ho detto, se sei ancora pronto a continuare, prendi quella spada.”

Saito si allungò verso la spada con la sua mano destra. Ma con il braccio rotto non poteva mettere molta forza nelle dita.

La sua mano venne fermata da Louise.

“No! Non c'è assolutamente possibilità che io ti lasci fare questo! Se prendi quella spada Guiche non mostrerà nessuna pietà!”

“Non posso ritornare nel mio mondo...il che significa che sono bloccato in questo, giusto?” Saito borbottò, praticamente a se stesso. Non guardò Louise.

“E' vero. E allora?! In questo momento non importa!!”

Louise strinse forte la sua mano destra. Saito, poi, affermò con voce ferma.

“Non mi importa essere un famiglio...posso sopportare di dormire sul pavimento...fa lo stesso se il cibo fa schifo...Lavare la biancheria? Farò anche quello. Non è che abbia molta scelta.”

Saito si fermò e strinse la sua mano sinistra in un pugno.

“Ma...”

“'Ma...' Cosa?”

“Non mi piegherò mai davanti a nessuno contro la mia volontà!”

Utilizzando le sue ultime risorse di energia Saito si obbligò a rimettersi in piedi. Spingendo via Louise, prese la spada conficcata nel terreno con la sua mano sinistra.

In quell'istante...

Le rune su quella mano iniziarono e brillare.

***

Cambiamo luogo per il momento e torniamo all'ufficio del Preside.

Il Signor Colbert stava spiegando animatamente a Sir Osmond tutto quello che sapeva sul cittadino che era stato evocato da Louise durante l'Evocazione di Primavera dei Famigli...Sul fatto che era preoccupato per le rune che erano apparse sulla mano del ragazzo come prova del contratto tra lui e Louise...E di quanto ha scoperto durante le sue ricerche...

“Ha scoperto che si tratta del Famiglio del Fondatore Brimir, Gandalfr?”

Osmond esaminò attentamente il disegno delle rune presenti sulla mano sinistra di Saito.

“Esatto! Le rune che sono apparse sulla mano del ragazzo sono esattamente le stesse che erano presenti sul famiglio leggendario, il Gandalfr!”

“Quindi, la tua conclusione?”

“Quel ragazzo è Gandalfr! Se questa non è una grande notizia, allora mi dica lei cos'è, Preside Osmond!”

Colbert si alzò e si strofinò la sua testa calva con un fazzoletto.

“Hrm...di certo le rune sono le stesse. Ma per un comune ragazzo diventare un Gandalfr solo perché ha le stesse rune...Mi chiedo come possa essere accaduto.”

“Cosa dovremmo fare?”

“In ogni caso, è ancora troppo presto per avere la certezza assoluta di questo fatto.”

“Ha ragione.”

Sir Osmond si mise a tambureggiare con le dita sulla scrivania.

Qualcuno bussò alla porta.

“Chi è?”

Da dietro la porta si udì la voce della Signorina Longueville.

“Sono io, Preside Osmond.”

“Cosa succede?”

“Sembrerebbe che alcuni studenti stiano duellando nel Giardino dei Vestri. Le cose si stanno parecchio agitando. Qualche professore ha già provato a fermarli ma i loro sforzi sono stati vanificati a causa del grosso numero di studenti presenti.”

“Per l'amor del cielo, questi piccoli nobili hanno troppo tempo libero per combinare guai. Mi dica, chi è coinvolto?”

“Uno di loro è Guiche de Gramont.”

“Ah, quell'imbecille figlio di Gramont. Inseguire le sottane deve essere una 'dote' di famiglia considerando che il padre è un donnaiolo ancor più convinto. Non sarei sorpreso se il ragazzo conoscesse tutte le ragazze della scuola. E il suo avversario sarebbe...?”

“...Beh, non è un mago. Mi hanno detto che si tratta del famiglio della Signorina Vallière.”

Osmond e Colbert si scambiarono un'occhiata.

“Gli insegnanti chiedono di poter utilizzare la 'Campana del Sonno' per fermare il duello.”

Gli occhi di Osmond luccicarono come quelli di un falco..

“Ridicolo. Non c'è bisogno di utilizzare un importante artefatto del genere solo per fermare una lite tra bambini. Lasciateli perdere.”

“Ricevuto.”

Il rumore dei passi della Signorina Longueville scomparve man mano che si allontanava per il corridoio.

Colbert deglutì rumorosamente e si rivolse a Osmond.

“Preside Osmond.”

“Hrm.”

Sir Osmond agitò il suo bastone e un grosso specchio posto sul muro mostrò la situazione nel Giardino dei Vestri.

***

Saito era esterrefatto. Nel momento in cui aveva preso la spada, tutto il dolore nel suo corpo era scomparso.

Si accorse che le rune sulla mano sinistra si erano illuminate.

E poi...

Il mio corpo è leggero come una piuma. Potrei quasi volare via.

Inoltre la spada che stringeva nella mano sinistra emanava una sensazione talmente familiare che sembrava quasi un'estensione del suo corpo.

Che strano. Non ho mai neanche toccato una spada prima...

Vedendo Saito con l'arma in mano, Guiche sorrise freddamente.

“Per prima cosa, lascia che mi congratuli. Sono veramente colpito per il fatto che un plebeo come te sia arrivato a tanto per combattere un mago.”

Detto questo, agitò la rosa nella sua mano.

Quella rosa finta dev'essere la sua bacchetta. Ma quanto sei vanitoso?

Saito era meravigliato per aver avuto anche solo il tempo per pensare a una cosa del genere.

Sono appena stato picchiato selvaggiamente. Cosa cavolo mi è successo?

Il golem di Guiche attaccò nuovamente.

Stupida lattina.

La statua, modellata nella forma di una mitologica Valchiria, si avvicinò a Saito in quella che sembrava una scena al rallentatore.

Ma che diavolo, pensò Saito.

Sono stato calciato in giro come un marionetta da questo mucchio di spazzatura?

Saito iniziò a muoversi per agire.

***
"Stupide lattine..."

Alla vista del suo golem tagliato in due come se fosse fatto d'argilla, Guiche non poté trattenere un lamento di preoccupazione.

Le due metà del golem caddero a terra con un rumoroso “clang”.

In quell'istante, Saito scattò verso Guiche.

Nel panico, Guiche agitò selvaggiamente la sua bacchetta-rosa. I petali danzarono nell'aria e sei nuovi golem comparvero.

In tutto, sette golem erano l'arsenale completo di Guiche. Non aveva mai pensato che un semplice cittadino poteva essere in grado di sconfiggerne anche solo uno.

I golem circondarono Saito e gli saltarono addosso tutti assieme.

Proprio quando sembrava che l'avessero messo alle strette, cinque di loro vennero fatti a pezzi. Si trattò di una mossa talmente fulminea che nessuno vide muoversi la lama, al che tutti si chiesero di che tipo di abilità sovrumana si trattasse.

Il golem rimanente corse prontamente a difendere Guiche.

Ma venne anche lui abbattuto da un fendente troppo veloce per essere visto.

“Hiii!!”

Un calcio in faccia mandò Guiche a gambe all'aria.

Vide Saito balzare su di lui.

Sto per morire! Pensò, mentre si difendeva la testa.

Qualcosa fece un rumoroso “thunk”...

Quando riaprì timidamente gli occhi...

Saito aveva conficcato la spada a terra proprio qualche centimetro alla destra della testa di Guiche.

“Vuoi continuare?”

Saito domandò.

Guiche scosse la testa violentemente. Aveva completamente perso la sua volontà di combattere.

Con un filo di voce disse,

“Mi...mi arrendo.”

***

Saito lasciò la spada e fece per andarsene.

Poteva sentire urla chiassose dagli spettatori, come “Whoa, quel famiglio è fantastico!” oppure “Oh ragazzi, Guiche ha perso!”

Ho...vinto?

Come?

La mente di Saito era annebbiata.

...Che cosa mi è successo?

Mi stava picchiando senza pietà.

E poi, nell'istante in cui la mia mano ha toccato quella spada, il mio corpo era diventato come una piuma. Poi mi ricordo solo che tutti i Golem di Guiche erano a pezzi.

Non sapevo neanche che sono in grado di utilizzare una spada.

Non riesco a capire, ma fa lo stesso. Sono riuscito a vincere in qualche modo, e questo è tutto. Ci penserò più tardi. Perché adesso, mi sento veramente molto stanco. Voglio dormire.

Riuscì a vedere Louise correre verso di lui.

'Ehi, ho vinto!' voleva gridare, ma le sue gambe cedettero.

Il senso di fatica lo sovrastò e poteva sentire che iniziava a perdere coscienza. Saito svenne.

***

Appena vide Saito insicuro sulle sue gambe, Louise corse il più velocemente possibile per provare a sostenerlo ma non fu abbastanza rapida. Saito cadde sul duro terreno con un forte tonfo.

“Saito!”

Louise lo scosse. No, non sembrava fosse morto.

“Guu...”

Lo poteva sentire russare. Stava dormendo.

“Sta dormendo...”

Louise sembrava molto sollevata e tirò un sospiro di sollievo.

Guiche si alzò in piedi e scosse la testa per la meraviglia.

“Louise, che diavolo è quel tizio? Tutte le mie Valchirie sono state sconfitte senza sforzo...”

“E' un semplice cittadino.”

“Non è possibile che i miei golem siano stati sconfitti da un 'semplice cittadino'.”

“Hmph. Non è successo perché sei più debole di lui?”

Louise provò a sollevare Saito, ma non riuscendo a sostenerlo per bene, finì per cascare a terra con lui sopra di lei.

“Ah, cavolo! Sei così pesante! Idiota!”

Uno degli studenti tra la folla lanciò un incantesimo di Levitazione su Saito.

Louise spinse via dolcemente il corpo fluttuante di Saito. Doveva riportarlo nella sua stanza per curarlo.

Con una manica, Louise si asciugò gli occhi. Saito sembrava talmente dolorante, talmente misero, che lei non riuscì a trattenere le lacrime. Era diventato così forte di colpo dopo aver preso la spada, ma se non fosse stato per quello, avrebbe davvero rischiato di morire.

In quel momento, la sua vita era più importante della vittoria. Scommetto che a quell'idiota non importava se fosse morto. Te ne vai in giro e fai il testardo, quando sei solamente un cittadino...

“Tu sei solo un famiglio, allora perché continui a fare le cose da solo?!”

Louise urlò a un Saito dormente. Il suo sollievo era stato velocemente rimpiazzato dal fastidio.

***

Sir Osmond e Colbert finirono di guardare l'intero scontro attraverso lo Specchio della Lungoveggenza. Si scambiarono un'altra occhiata.

“Preside Osmond.”

“Hrm.”

“Quel cittadino alla fine ha vinto...”

“Hrm.”

“Guiche è solo un mago Punto, di primo livello, ma, nonostante tutto, non avrebbe dovuto essere sconfitto da un normale cittadino. Che velocità incredibile! Non ho mai visto un cittadino come lui prima! Non c'è dubbio, è Gandalfr!”

“Hrmm...”

Il Signor Colbert incitò Osmond.

“Preside Osmond. Dovremmo fare immediatamente rapporto a palazzo e chiedere istruzioni...”

“Non ce n'è bisogno.”

Sir Osmond disse in modo austero, arruffando la sua barba bianca.

“Ma Signore! Questa è la più grande scoperta del secolo! Un Gandalfr rinato nel mondo moderno!”

“Signor Colbert. Gandalfr non era un normale famiglio.”

“Esatto! Il famiglio utilizzato dal Fondatore Brimir, Gandalfr! Non esiste nessuna descrizione del suo aspetto, ma si dice che sia stato creato specificamente per proteggere il Fondatore Brimir mentre recitava le sue formule magiche.”

“Corretto. Le formule magiche del Fondatore Brimir erano abbastanza lunghe...ed è questo che rendeva le sue magie estremamente potenti. E, come ben sa, i maghi sono particolarmente vulnerabili mentre recitano le formule magiche. Gandalfr era il famiglio che il Fondatore utilizzava per proteggersi in questi momenti di vulnerabilità. La sua forza...”

Colbert, impaziente, interruppe Osmond, sembrando veramente molto eccitato.

“Poteva annientare un esercito di mille persone tutto da solo! Si dice che normali maghi non erano in grado di competere con lui!”

“Allora, Signor Colbert.”

“Si?”

“Quel ragazzo è davvero un semplice cittadino, ho ragione?”

“Si. Da qualunque parte lo si guardi, è solamente un normale cittadino. L'ho anche confermato con una magia di Smascheramento appena la Signorina Vallière l'aveva evocato, ma si trattava sempre di un normalissimo cittadino comune.”

“E chi è che lo ha fatto diventare un Gandalfr moderno?”

“Ritengo sia stata la Signorina Vallière, ma...”

“Deve essere una maga molto capace, assumo bene?”

“Per niente. Al contrario, si potrebbe dire che è in-capace...”

“Una strana coppia, di sicuro.”

“Si.”

“Allora, come può un ragazzo normale che ha fatto il contratto con una maga incapace del genere diventare Gandalfr? Che paradosso inspiegabile. Non riesco a capire...”

“E' così...”

“In ogni caso, non è necessario consegnare Gandalfr e la sua padrona a quegli sciocchi a Palazzo. Se gli diamo un giocattolo come questo causeranno sicuramente un'altra inutile guerra. I consiglieri di corte hanno sempre troppo tempo libero a disposizione e sono troppo propensi al combattimento.”

“O-oh, capisco. Mi scuso per aver ficcato il naso in affari così importanti.”

“Mi assumerò la responsabilità di questo fatto io stesso. Non parlerà di questo a nessun altro, Signor Colbert.”

“C-certo! Capisco benissimo!”

Sir Osmond strinse il suo bastone in mano e si girò per guardare fuori dalla finestra. Immerse i suoi pensieri nei meandri più remoti della storia.

“Il leggendario famiglio Gandalfr...Non posso fare a meno di chiedermi che tipo di forma aveva assunto in passato.”

Colbert mormorò come se stesse dormendo.

“Si dice che Gandalfr fosse in grado di utilizzare ogni tipo di arma per sconfiggere i suoi nemici...”

“Hrm.”

“Quindi doveva avere almeno un braccio e una mano, penso.”

***

La luce del mattino svegliò Saito. Il suo corpo era completamente bendato.

E' vero.

Sono finito in un duello con Guiche e sono stato picchiato per bene...

Poi sono riuscito miracolosamente a vincere grazie a quella spada...

E poi sono svenuto.

Si trovava nella stanza di Louise. Per qualche ragione aveva anche dormito nel suo letto.

Louise era seduta con la testa appoggiata sul tavolo e stava dormendo profondamente.

I suoi occhi caddero sulle rune sulla sua mano sinistra. Quando le rune si sono illuminate, il suo corpo era diventato leggero come una piuma, una spada che non aveva mai visto prima era diventata come un'estensione naturale del suo braccio ed era riuscito a fare a pezzi i golem di Guiche come se nulla fosse.

In quel momento le rune non luccicavano.

Che cosa è successo veramente, mi domando...

Mentre osservava la sua mano con curiosità, qualcuno bussò alla porta prima di aprirla.

Era Siesta. La cittadina che gli aveva offerto da mangiare dello spezzatino in cucina. Era vestita con il suo normale completo da cameriera, completo con le fasce per capelli che le adornavano la testa.

Osservò Saito e sorrise. Sul vassoio d'argento che stava trasportando c'era del pane e un po' d'acqua.

“Siesta...?”

“Allora sei sveglio adesso, Saito-san?”

“Si...io...”

“Dopo quello che è successo, la Signorina Vallière ti ha portato qui per farti riposare. Ha anche chiesto a un professore di usare un incantesimo di guarigione su di te. Eri ferito gravemente.”

“Incantesimo di guarigione?”

“Esatto. E' una magia che serve per trattare le ferite e le malattie. Non lo sapevi?”

“No...”

Saito scosse la testa. Siesta era confusa per il fatto che Saito non conoscesse la terminologia base, ma se non avesse detto niente il discorso non sarebbe avanzato.

“La Signorina Vallière ha pagato per il reagente necessario per l'incantesimo di guarigione quindi non devi preoccuparti.”

Il suo silenzio era un chiaro indice del fatto che era preoccupato per i soldi.

“Il reagente è costato molto?”

“Di sicuro non è qualcosa che un cittadino comune può permettersi.”

Saito cercò di alzarsi ma si lamentò per il dolore.

“Ouch!”

“Ah, non dovresti muoverti! Le tue ferite erano talmente gravi che neanche gli incantesimi di guarigione sono riusciti a curarli completamente! Devi andarci piano!”

Saito annuì e tornò a distendersi sul letto.

“Ti ho portato qualcosa da mangiare. Devi rimetterti in forze.”

Siesta posò il vassoio vicino al letto.

“Grazie...quanto tempo sono rimasto addormentato?”

“Tre giorni e tre notti di fila. Tutti erano preoccupati per te, pensavano non ti saresti risvegliato.”

“Tutti?”

“Tutto il personale della cucina...”

Siesta abbassò gli occhi timidamente.

“Cosa ti succede?”

“Uhm...Perdonami. Per essere scappata quella volta.”

Stava parlando di quando era scappata per la paura quando Saito aveva fatto arrabbiare Guiche nella sala da pranzo.

“Non preoccuparti. Non c'è niente di cui scusarsi.”

“I nobili sono sempre così spaventosi con noi cittadini dato che non possiamo usare la magia...”

Siesta improvvisamente alzò la testa. I suoi occhi brillarono vivacemente.

“Ma adesso non ho più paura! Mi hai ispirato, Saito-san! Hai vinto contro un nobile, nonostante tu sia un cittadino!”

“Davvero...Haha.”

Anche se non ho la più pallida idea di come io abbia fatto a vincere.

In qualche modo imbarazzato, Saito si limitò a grattarsi la testa. Poi si rese conto che stava usando il suo braccio destro, che era stato rotto. Sembrava completamente a posto. Gli faceva ancora un po' male quando lo muoveva, ma sembrava che le ossa erano ritornate integre.

Wow, allora questa è la magia. Saito pensò con una leggera ammirazione.

...Penso sia qualcosa da andarne fieri.

“A proposito, hai badato a me per tutto questo tempo?”

“Oh no, non sono stata io. E' stata la Signorina Vallière che...”

“Louise?”

“Si. Ti ha cambiato le bende e ti ha asciugato il sudore dalla faccia...Non ha dormito per un minuto quindi adesso deve essere veramente esausta.”

Mentre dormiva, il suo respiro era lieve e regolare. Sotto i suoi occhi, però, aveva della grosse borse nere.

Il suo viso mentre dorme è sempre adorabile. Sembra proprio una bambola.

Allora può essere gentile ogni tanto, pensò. Il suo profilo sembrava improvvisamente ancora più grazioso.

Gli occhi di Louise si aprirono.

Fuaaaaaaaaa~~

Si stiracchiò vistosamente mentre sbadigliava, poi il suo sguardo si fissò su Saito, il quale era seduto sul letto mentre sbatteva gli occhi per la sorpresa.

“Ara. Sei sveglio.”

“S-si...”

Saito abbassò gli occhi. Riteneva che avrebbe dovuto ringraziarla.

“Uhm, Louise.”

“Cosa?”

“Grazie. E mi dispiace di averti fatto preoccupare.”

Louise si alzò in piedi.

E si avvicinò a Saito.

Il cuore di Saito iniziò a battere all'impazzata.

Sta per dire qualcosa del tipo “bel lavoro, sei stato davvero fantastico là fuori” e, magari, baciarmi?

Ma non fu così.

Louise strappò via il lenzuolo di Saito e lo prese per i capelli.

“Se stai meglio adesso, fuori dal mio letto!”

Mantenendolo ancora per i capelli, Louise tirò Saito giù dal letto.

“Wah! Ow!”

Saito cadde sul pavimento.

“Ehi, sono ancora ferito!”

“Se stai abbastanza bene da poterti lamentare, allora stai abbastanza bene per fare qualsiasi altra cosa.”

Saito si alzò in piedi. Il suo corpo non era ancora d'accordo, ma non era niente di insopportabile. Però lei avrebbe potuto farlo dormire un po' più a lungo.

“Uh, in questo caso mi congederei adesso...”

Siesta lasciò la stanza con un sorriso storto. O, per essere più precisi, fuggì dalla stanza.

Louise lanciò una montagna di vestiti e biancheria a Saito.

“Ack!”

“Questa è la roba sporca che si è ammassata mentre tu dormivi. Quando hai finito con quella, pulisci la stanza. Forza, forza!”

“Uhm, sai...”

Louise lanciò un'occhiata feroce a Saito.

“Cosa? Pensavi che ti avrei trattato in maniera diversa solo perché hai sconfitto Guiche? Pensavi che mi sarei congratulata? Ma sei idiota?”

Saito lanciò uno sguardo pieno di risentimento a Louise.

Decise di cancellare la sua precedente affermazione sulla graziosità di Louise.

Però...il modo in cui Louise si sedette sul letto facendo dondolare le sue gambe era di un indiscutibile livello di graziosità al di fuori di questo mondo.

I suoi lunghi capelli biondo fragola ondulati. I suoi occhi nocciola brillavano di una luce birichina. Era scortese, arrogante e egoista ma non si poteva certo negare che il suo aspetto era quantomeno incantevole.

Alzando un dito in maniera trionfante, Louise dichiarò.

“Vedi di non dimenticartelo! Tu sei il mio famiglio!”


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