Bakemonogatari: Capitolo 004

From Baka-Tsuki
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Tutto è successo durante le vacanze di primavera.

Sono stato attaccato da un vampiro.

In un tempo in cui esistono i cellulari e le macchine, e quando era normale viaggiare all'estero per una gita scolastica... è abbastanza imbarazzante da dire, ma ero stato attaccato da un vampiro.

Era di una bellezza mozzafiato.

Un mostro bello.

Un mostro veramente bello.

Di solito sono nascosti dal colletto della giacca dell'uniforme, ma sulla nuca i segni dei suoi morsi rimangono. Prima che faccia caldo sto pensando di farmi crescere i capelli per coprirli, ma cosa ancora più importante, ci sono probabilmente un sacco di storie in cui quando uno viene attaccato da un vampiro persone come cacciatori di vampiri, specialisti nell'uccidere vampiri, una speciale divisione della Chiesa Cristiana o un gruppo di vampiri che cacciano i propri simili, appariranno a salvarti, ma, nel mio caso, sono stato salvato da uno sconosciuto che passava.

A causa di questo, ero stato in grado di tornare ad essere un essere umano - Sto bene alla luce del sole, con croci o con l'aglio - ma c'erano degli effetti collaterali; le mie capacità fisiche erano migliorate. Anche se non intendo precisamente le mie capacità fisiche, ma il mio metabolismo; la capacità di guarire me stesso. Non so cosa sarebbe successo se la mia guancia fosse stata fatta a pezzi per colpa di quel taglio, ma ci sono voluti meno di 30 secondi per guarire la ferita. Rispetto ad altre creature viventi, è un tempo piuttosto veloce.

"Oshino - Oshino-san?"

"Esatto. Oshino Meme."

"Oshino Meme, dici... certamente suona come un nome moe."

"Non farti delle aspettative troppo alte. E' un uomo che ha più di trent'anni."

"Capisco. Ma deve aver avuto un carattere moe da giovane."

"Non giudicare le persone reali in questo modo. Ancora più importante, capisci cosa sono le parole 'moe' e 'carattere'?"

"E' conoscenza comune." disse Senjougahara, guardandomi composta.

"Il mio carattere lo chiamano tsundere, vero?"

"..."

Credo che chiamassero il suo carattere tsundra.

Chiacchiere.

Da Naoetsu alta, dove c'era Hanekawa, ci volevano 20 minuti per arrivare ad una scuola preparatoria che si trovava fuori dalla zona residenziale.

Si trovava.

Alcuni anni fa, a causa dell'improvviso afflusso di scuole preparatorie famose, questa particolare scuola aveva chiuso a causa di problemi finanziari. Con il tempo ero venuto a sapere di questo edificio di quattro piani, ed era già caduto in uno stato di maestoso abbandono, quindi quello che sapevo sulla sua storia erano unicamente delle voci.

Pericoloso.

Proprietà privata.

Accesso privato.

Anche se l'edificio era stato circondato da una recinzione di sicurezza ed un pasticcio di cartelloni, vi erano buchi nella recinzione in abbondanza, così l'entrata e l'uscita era sia facile che possibile.

Ed Oshino aveva vissuto in mezzo a quelle macerie.

Dove aveva deciso di costruire la sua casa.

Comprese le vacanze di primavera, era stato fatto in circa un mese.

"In ogni caso, mi fa male il sedere. E ci sono delle pieghe sulla mia gonna."

"Non è colpa mia."

"Smettila di inventare scuse. Ti farò a pezzi."

"Fare cosa a pezzi?!"

"Non dovresti essere più gentile con me perché è la prima volta che sto sulla sella di una bicicletta con qualcuno?"

Ma non aveva appena proposto che la gentilezza è un atto di ostilità?

Le sue parole e le sue azioni si contraddicevano.

"Va bene, allora cosa dobbiamo fare?"

"Beh, per esempio, che ne dici di prestarmi la tua borsa in modo che la usi come cuscino?"

"Non ti preoccupi per gli altri, eh?"

"Non mi trattare con noncuranza. Ho detto che era un esempio, no?"

E con cosa dovevo rispondere a questo?

Ottima domanda.

"Tsk. Rispetto a te, Maria Antonietta era più umile e modesta."

"Lei è la mia allieva."

"Cosa è successo agli anni di differenza tra voi due?!"

"Puoi smetterla di interrompermi per piacere?! Sei stato eccessivamente cordiale. Se gli altri non lo avessero saputo, molto probabilmente ci avrebbero scambiato per dei compagni di classe."

"Ma noi lo siamo!"

Fino a che punto aveva intenzione di negare il nostro rapporto?

Sembrava troppo per me.

"Accidenti... sto perdendo la pazienza nel trattare persone come te..."

"Araragi-kun, quella frase faceva sembrare il mio carattere, e non il tuo, un po' problematico, sai?" disse Senjougahara.

"Parlando di cose serie, dov'è la tua borsa? Sei a bocca asciutta, vero? Non ne hai una?"

Quello mi ricordava che non avevo mai visto Senjougahara portare nulla.

"Le informazioni dei libri di testo sono già tutte nella mia testa. Ecco perché lascio tutto nell'armadietto della scuola. Se ho tutta la cancelleria con me, non ho bisogno di una borsa. E non ho neanche bisogno del cambio di vestiti per la lezione di educazione fisica."

"Capisco."

"Se non ho le mani libere, non sarò in grado di combattere quando sarà il momento."

Tutto il suo corpo era un'arma.

Un'arma umana.

"Anche se sono contro il lasciare gli articoli sanitari a scuola, questa è l'unica cosa che mi preoccupa. Non posso prenderli in prestito da altri, dato che non ho amici."

"Non dirlo con così noncuranza."

"Cosa c'è di sbagliato? Dal momento che non è per scopi sanitari, non c'è niente di cui essere imbarazzati. Nasconderlo sarebbe più disgustoso, non credi?"

Penso che nasconderlo sia anche abbastanza problematico.

Beh, è una decisione soggettiva.

Non ho il diritto di commentare.

Ma ancora più importante, quello che aveva attirato davvero la mia attenzione era il modo in cui aveva respinto la sua mancanza di amici.

Non che mi importasse davvero, ma la questione precendente riguardo le gonne aveva portato la mia attenzione su fatto che Senjougahara era una ragazza, e dopo tutto non avrebbe voluto avere i vestiti sporchi. Per questo, feci qualche sforzo nel trovare un ingresso più grande e una volta raggiunto, mi girai verso di lei.

"Ti tengo la tua cancelleria."

"Cosa?"

"La terrò io per te, così puoi uscirla fuori."

"Che hai detto?"

Sembrava che avessi fatto una richiesta irragionevole per lei. Come se ci fosse qualcosa di sbagliato nella mia testa.

"Anche se Oshino è un ragazzo abbastanza strano, lui è il mio salvatore."

Anche.

Perché è anche il salvatore di Hanekawa.

"Non voglio fargli incontrare qualcuno di pericoloso, quindi dovrò tenere la tua cancelleria."

"Non mi aspettavo che l'avresti detto dopo che saremmo arrivati." Senjougahara mi guardò. "Tu mi hai ingannato, vero?"

"..."

La metteva in questo modo?

Senjougahara non disse nulla, ma la sua espressione era un misto di seria contemplazione e conflitto. Fissò un punto vicino ai suoi piedi, ma alzò la testa per guardarmi molte volte.

Ho pensato che avremmo potuto lasciare perdere e andare dentro, ma dopo un po' Senjougahara disse "Ho capito", come se si fosse tutto ad un tratto riconciliata con la sua testa.

"Esci fuori le mani."

La cartoleria iniziò a scendere verso di lei come se fossero mille petali, come se fosse uno spettacolo di magia e lei mi stesse mostrando un trucco. La cencelleria con cui mi aveva minacciato in corridoio era appena stata la punta di un iceberg. Le sue tasche potevano essere a quattro dimensioni. Poteva essere una tecnologia del ventiduesimo secolo. Anche se avevo detto che l'avrei tenuta per lei, la quantità mi fece chiedere se fosse mai entrata nella mia borsa.

Il governo sta trascurando la sicurezza pubblica consentendo ad una come lei di camminare liberamente.

"Non fraintendermi. Questo non significa che mi fido di te ora." disse Senjougahara, quando ebbe finito di passarmi tutto.

"Che cosa intendi, la fiducia..."

"Se stai pensando di lasciarmi qui, in questo rudere isolato, per farmi ripagare per la ferita che ti ho fatto con la cucitrice, allora stai facendo un grande errore."

"..."

Beh, penso che sia anche un errore.

"Ascoltami attentamente. Se non li chiamassi ogni minuto, cinquemila dei miei servitori inseguirebbero la tua famiglia."

"Andrà tutto bene."

"Stai dicendo che ci vorrà meno di un minuto?!"

"Mi prendi per un boxer?"

E poi, come osa minacciare la mia famiglia.

Scandaloso.

Cinquemila persone, che enorme bugia.

Una bugia audace per qualcuno che non ha nemmeno amici.

"Hai due sorelle più piccole di te nella scuola media, vero?"

"..."

Lei conosce la mia famiglia.

Anche se è una bugia, non è uno scherzo.

Comunque, io le avevo mostrato la mia invincibilità contro gli infortuni, ma sembrava che lei non si fidasse di me a causa di questo. In considerazione del fatto che Oshino aveva detto che la fiducia era importante, quella non era una buona situazione.

Beh, non la potevo aiutare.

D'ora in poi, è il problema personale di Senjougahara.

Io sono solo la guida.

Superata la rete metallica, siamo entrati nell'area e nell'edificio. Anche se era solo sera, era piuttosto buio. L'edificio era stato lasciato in rovina per un sacco di tempo, il piano di appoggio non era per niente sicuro e se uno non avrebbe fatto attenzione, sarebbe potuto cadere.

Ed è stato allora che ho capito.

Se un barattolo vuoto cade, sarebbe solo un barattolo vuoto, ma per Senjougahara sarebbe un barattolo vuoto con dieci volte il suo peso normale.

E se la pensiamo in termini relativi...

Dieci volte la gravità, un decimo di gravità, è un problema che, a differenza dei manga, non può essere chiaramente definito. Il pensiero semplicistico che il poco peso equivale ad un'alta capacità fisica è sbagliato. Inoltre, questo è un luogo sconosciuto per lei. In questo momento Senjougahara è come un animale selvatico in guardia.

Anche se è dieci volte più veloce, la sua forza è solo un decimo di quello che era.

Ecco perché non porta la borsa.

"Così."

Allungai la mano verso Senjougahara, che si era fermata all'ingresso, le afferrai il polso e le indicai la strada. Senjougahara mi guardò disorientata per il mio movimento improvviso e mormorò un "cosa", ma mi seguì da vicino.

"Non credere che ti ringrazi."

"Ho capito."

"Invece, dovresti essere tu a ringraziarmi."

"Questo non l'ho capito."

"Dopo tutto, ho volutamente programmato il fatto che quella ferita sia sulla parte interna della guancia; in questo modo non si nota."

"..."

Non importa quanto si pensi, tutto ciò suonava come se un malintenzionato dicesse: "In modo che non si veda tanto, ti darò un pugno sullo stomaco invece che sulla faccia."

"In ogni caso, se tu ti fossi ferito in tutta la guancia, la ferita sarebbe ancora visibile."

"Ma per cominciare hai la pelle spessa, quindi in qualche modo ho concluso che stai bene."

"Non posso essere felice per questo. E cos'è quel in qualche modo?

"Le mie intuizioni sono accurate per circa il dieci per cento."

"E' una percentuale bassa."

"Beh~" disse Senjougahara, mantenendo la distanza tra me e lei.

"Mi sembra che sia una precauzione inutile, dopo tutto."

"...sembra."

"Sarebbe brutto se dicessi che l'immortalità è conveniente?"

Domanda di Senjougahara.

Risposi "Non più."

Sarebbe stato diverso se fosse stato durante le vacanze di primavera.

Se qualcuno mi avesse detto che... sarei potuto morire. Avrebbe potuto essere una ferita mortale.

"Se dici che è comodo, lo è. Se dici che non è comodo, non lo è. Questo è tutto."

"Intendi entrambe le cose, vero? E' abbastanza difficile da comprendere." Senjougahara si strinse nella spalle.

"E' simile a se 'un possibile pericolo' è pericoloso o no."

"L'ourai in 'possibile pericolo' sta per tutto apposto, no?" (Nota: "possibile pericolo" si pronuncia come "ou rai ki ken" in cui "ou rai" suona come "tutto bene")

"E' vero?"

"Comunque, io non sono più immortale. Sono solo un essere umano con una guarigione più rapida, ecco tutto."

"Hmm, capisco." disse Senjougahara con tono annoiato.

"Anche se avevo intenzione di provare un sacco di cose. Che delusione."

"Sembra che tu abbia fatto tutti questi piani strani senza informarmi."

"Che oltraggio. Avevo solo programmato di ____ per ____ te, ecco tutto."

"Cosa sarebbe ____?!"

"Volevo solo provare questo e quello."

"Spiega le parti in corsivo!"

Oshito di solito si trovava al quarto piano.

C'era un ascensore, ma come previsto, non funzionava. Quindi le uniche opzioni erano o rompere il soffitto dell'ascensore e seguire i fili fino al quarto piano o prendere le scale. E la seconda opzione era decisamente migliore.

Tenendo la mano di Senjougahara, salimmo le scale.

"Araragi-kun. Ho un'ultima cosa da dirti."

"Cosa?"

"Anche se può sembrare così, sotto i vestiti, il mio corpo inaspettatamente non vale affatto gli anni di galera che ti beccheresti."

"..."

Senjougahara Hitagi rimase sospettosa.

"Non riesci a capire un'espressione indiretta? Allora te lo dirò direttamente. Se riveli la tua vera natura e decidi di spogliarti e cercare di violentarmi, non importa cosa succede, sicuramente otterrò la mia vendetta su di te e avrò biasimo."

"..."

Non ha alcuna prudenza nè senso di vergogna.

Che ragazza terribile.

"Mi sembra, non solo da quello che dici, ma anche da un punto di vista generale, che tu sia troppo impacciato, come se pensassi a te stesso come una vittima."

"Come sei antipatica. Ora ci sono cose che si possono dire ed altre no?"

"Sei pienamente consapevole di questo?!"

"Comunque, ancora sei sicura che Oshino sia una persona che abita in un edificio fatiscente, vero?"

"Ah... è una persona piuttosto eccentrica."

Trovo ancora difficile rispondere alla domanda di Senjougahara.

"Non avremmo dovuto magari contattarlo in anticipo - anche se ormai è un po' tardi da dire - dato che siamo noi quelli che gli stiamo chiedendo un favore?"

"E' sorprendente sentire un qualcosa che comprende il buonsenso da te, ma purtroppo, non ha il cellulare."

"Sembra che lui non sia una persona che rileva facilmente il suo carattere. Sembra abbastanza dubbioso. Cosa fa per vivere?"

"Non so i dettagli precisi, ma si occupa di casi simili ai nostri."

"Hmm."

Anche se la mia spiegazione non era proprio una spiegazione, Senjougahara non ne fece un problema. Probabilmente pensava che lo doveva incontrare comunque, a quel punto non ci sarebbe stato nulla da chiedere. Sembrava essere l'interpretazione corretta.

"Ah, Araragi-kun, stai indossando l'orologio sul posto destro, vero?"

"Hmm? Ah, sì."

"Sei deformato?"

"Non puoi semplicemente chiedere se sono mancino?!"

"Capisco. Quindi, lo sei?"

"..."

Lei è quella deformata.

Quarto piano.

Dato che in origine era una scuola preparatoria, le stanze erano state divise in tre aule - per ciascuna delle aule le porte erano rotte e mescolate nei corridoi. Diedi un'occhiata nella prima classe, in cerca di Oshino.

"Ci sei, Araragi-kun. Ti stavo aspettando."

Oshino Meme era lì.

Era seduto a gambe incrociate su un letto improvvisato creato da diverse tavole consumate che erano state accatastate e legate insieme tramite una corda di plastica, di fronte a noi.

Come se sapesse se stavo arrivando. Come al solito - può vedere attraverso tutto.

E Senjougahara era - chiaramente, in uno stato di rifiuto. Anche se le avevo raccontato di Oshino, il suo stato di sporcizia doveva essere abbastanza scioccante per il senso della moda di una moderna ragazza liceale. Chiunque avesse vissuto in una tale discarica sarebbe certamente diventato abbastanza lercio, ma anche un ragazzo come me direbbe che Oshino è tutt'altro che pulito. Si poteva dire di lui solo che non era pulito, se si voleva essere sinceri. E cosa più importante, la camicia hawaiana psichedelica era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

E' sempre uno shock pensare che questa persona sia il mio salvatore...

E non sembra neanche quello di Hanekawa.

"Ohh, vedo che hai portato una ragazza diversa oggi. Non ti ho mai visto con una stessa ragazza due volte, vero? Davvero, non potrei essere più felice per te."

"Smettila, non farmi sembrare quel tipo di persona."

"Hmm - non lo sei?"

Oshino fissava Senjougahara con uno sguardo lontano.

Come se stesse fissando qualcosa dietro di lei.

"Piacere di conoscerti, signorina. Io sono Oshino."

"Piacere di conoscerti. Io sono Senjougahara Hitagi.

In ogni caso, le presentazione erano state fatte.

Almeno non aveva provato ad inserire eventuali insulti. Sembrava che lei avesse un certo rispetto per le vecchie generazioni.

"Sono una compagna di classe di Araragi-kun, è lui che mi ha parlato di te."

"Ah, capisco." disse Oshino con un tono di voce significativo.

Abbassò gli occhi, tirò fuori una sigaretta e la tenne tra le labbra, senza accenderla. Le finestre, che non erano in grado di funzionare come finestre, contenevano solo schegge di vetro, e Oshino sembrava che guardasse lontano.

Dopo un lungo silenzio, si voltò verso di me.

"Ti piacciono le ragazze con la frangetta, Araragi-kun?"

"Come ho già detto, non farmi sembrare quel tipo di persona. Solamente le loli hanno la frangetta. Non mi confondere con la tua generazione, in cui l'adolescenza era quando andava in onda Full House."

"Certo" Oshino rise.

Al che, Senjougahara aggrottò la fronte.

Sembrava che l'avessi insultata utilizzando il termine 'loli'.

"Beh - credo sia meglio che chiedi a lei, ma comunque - due anni fa lei..."

"Non parlare di me in modo così informale." disse Senjougahara risoluta.

"Allora come vuoi che ti chiami?"

“Senjougahara-sama.”

"..."

Era pazza?

“…Sen-jou-ga-ha-ra-sa-ma.” Lungo, estenuante e sarcastico.

"Non mi piace il modo in cui l'hai pronunciato. Dillo bene."

“Senjougahara-chan.”

Conficcò le dita nei miei occhi.

"Così diventerò cieco!"

"Questo è perchè sei maleducato."

"Ti sembra uno scambio equivalente?!"

"Le mie parole offensive sono piene di quaranta grammi di rame, venticinque grammi di zinco, quindici grammi di nichel, cinque grammi di imbarazzo e novantasette chili di cattiveria."

"E' per lo più cattiveria, non è vero!"

"A proposito, quel poco di imbarazzo non era vero."

"Hai appena tirato fuori l'ingrediente più importante!"

"Come sei noioso. Se non la smetti, ho intenzione di darti come soprannome 'dolore mestruale'. "

"Suona come un mostruoso suicidio!"

"Qual è il problema? E' proprio come suggerisce la parola, non c'è da vergognarsene."

"Questo ed essere cattivi sono cose diverse!"

Senjougahara sembrò soddisfatta e si voltò verso Oshino.

"Vorrei informazioni riguardo qualcosa." Invece che solo ad Oshino, il suo tono di voce suggeriva che si rivolgesse sia a me che a Oshino, ed indicò un angolo dell'aula.

In quell'angolo c'era una giovane ragazza - abbastanza giovane da non avere l'età per entrare alla scuola superiore - che si abbracciava le ginocchia. Sembrava che avesse circa otto anni, indossando un vecchio casco da pilota e degli occhiali di protezione, con la pelle bianca e i capelli biondi, e abbracciandosi le ginocchia nell'angolo.

"Cosa diavolo è quella bambina?"

'Cosa' piuttosto di 'chi' aveva chiesto, e significava che fosse abbastanza perspicace. Comunque, anche se non fosse stata Senjougahara, la maggior parte delle persone perspicaci avrebbe anche notato che c'era qualcosa di strano nella ragazza, soprattutto perché fissava Oshino con uno sguardo insicuro.

"Ah, non devi preoccuparti di lei." Spiegai, prima che Oshino avrebbe potuto dire qualcosa.

"E' seduta lì, non farà nulla - andrà tutto bene. Non ha nè ombra nè forma. Una bambina senza nome, senza esistenza."

"Oh, no, no, Araragi-kun" Oshino mi interruppe "Hai ragione riguardo l'ombra, la forma e l'esistenza, ma le ho dato un nome proprio ieri. Dato che è stata piuttosto utile durante il Golden Week, ed è piuttosto scomodo che lei non abbia un nome. Inoltre, finché non ha un nome, rimarrà un'atrocità."

"Hmm - un nome. Qual è il suo?"

“Oshino Shinobu.”

"Shinobu - hmm"

Un nome veramente giapponese.

Anche se non ha molta importanza in questo caso.

"Un cuore sotto una lama. Un buon nome, adatto per lei, non credi? Le ho dato il mio nome di famiglia. E il Kanhji per 'Shinobu' è anche parte del mio nome. Serve a due scopi ed ha un triplice significato. Un nome di buon gusto, non credi? A me piace molto."

"E' veramente importante?"

Che è più simile ad un "non mi importa per niente".

"Ci ho pensato un bel po' su, ed ho ristretto la mia scelta a Oshino Shinobu o Oshino Oshino, ma ho scelto quello che suonava meglio invece di quello che giocava con la fonetica. Penso che anche la signorina Rappresentante di Classe sarebbe felice della scelta del Kanji."

"Va bene."

Davvero, non mi interessa.

Anche se "Oshino" è fuori questione.

"Come ho detto io."

In un tono di voce che suggerì che ne aveva abbastanza di quel discorso imperscrutabile Senjougara chiese

"Cosa diavolo è quella bambina?"

"Come ho detto prima - niente."


Le rovine di un vampiro.

l'involucro rimanente di un bel mostro.

Non importa quello che ho detto, non poteva essere aiutato, vero? Comunque, non era correlato a Senjougara, ma al mio problema. Finchè vivo, è un fardello che dovrò portare.

"Niente, dici. Bene."

"..."

Che donna insensibile.

"La mia nonna paterna spesso mi diceva che non era importante se ero o non ero insensibile, finché sarei stata educato ad essere wakumashiku andava bene."

"Cos'è wakumashiku?" (Nota: Cioè yakumashiku: non significativo)

Lo ripronunciò.

Proprio come pronunciare oosodokkusu (Nota: significa ortodosso) come oodosokkusu (Nota: significa calzini color ocra!).

"Molto importante."

Senjougahara spostò lo sguardo dall'ex vampiro, la ragazza con la pelle bianca e il capelli biondi, aka Oshino Shinobu, verso Oshino Meme.

"Ho saputo che tu puoi aiutarmi."

"Io? Impossibile." disse Oshino con un tono di voce scherzoso.

Solo tu puoi aiutare te stessa, signorina."

"..."

Wow.

Gli occhi di Senjougahara si erano ridotti della metà rispetto alla loro grandezza normale.

Era chiaramente sospettosa.

"Fino ad oggi, ci sono state cinque persone diverse che mi hanno quelle parole esatte. Erano tutti truffatori. Sei uno di loro, Oshino-san?"

"Hahhaa. Signorina, sei sicuramente drastica. Ti è successo qualcosa di bello?"

Perché stava usando quelle parole provocatorie? C'erano quelli su cui quei tipi di discorsi funzionavano, come Hanekawa, ma non avrebbe portato a nulla con Senjougahara.

Lei era il tipo che intensificava la sfida.

"Va bene, va bene."

A malincuore intervenni per mediare.

Con forza mi inserii tra loro.

Non interrompere. Ti ammazzo."

"..."

Al momento, quella donna, aveva parlato di uccidermi sembra con molto tranquillamente.

Perché ero sempre sulla linea di fuoco?

Lei era come una bomba.

Buon dio, non ho neanche le parole adatte per descriverla.

"Beh, in ogni caso" disse Oshino in maniera piuttosto sbrigativa, in netto contrasto con la situazione che si era andata a creare "Se non mi parli della tua situazione, non saremo in grado di fare nulla. Non sono molto bravo nel leggere nella mente delle persone. Se non parli, non sarò in grado di arrivare al cuore del problema. Manterrò il segreto, quindi non preoccuparti."

"..."

"Ah. Bene. Spiego un po' la situazione - "

"Va tutto bene, Araragi-kun."

Senjougahara mi interruppe di nuovo.

"Lo farò da sola."

"Senjougahara."

"Posso farlo da sola." disse.


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