Suzumiya Haruhi ~ Italian Version:Volume 5 Sindrome della montagna innevata

From Baka-Tsuki
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“Maledizione.”

Haruhi, davanti a me, sillabò ciò che stava davvero pensando.

“Non si vede a un palmo dal naso!”

Vorreste sapere dove ci troviamo? Siamo stati in un isola deserta in estate, e in inverno? Mettetevi nei panni di Haruhi e tirate a indovinare.

“E’ strano.”

La voce di Koizumi emerse da dietro.

“Dovremmo già essere ai piedi della montagna dopo questa lunga escursione.”

Vi suggerisco, siamo in un luogo freddo e coperto di neve.

“Che freddo, oh… Uuuu~”

L’inverno pungente con le sue raffiche tagliava la voce di Asahina-san. Girai la testa per rassicurarla, mentre nella sua giacca da sci tremava come un anatroccolo e annuii per rincuorarla, poi mi voltai di nuovo davanti.

“…”

Forse sarà stato solo un fattore psicologico, ma sentii che Nagato, che ci guidava, sembrava procedere trascinandosi. I cristalli di neve appiccicati ai suoi stivali, si accumulavano di passo in passo. Dove si potrebbero mai sperimentare simili cose?

Non vi terrò troppo sulle spine. Ecco la risposta:

In un mondo bianco argenteo che si stende a perdita d’occhio, dove non c’è altro che neve ovunque si vada.

Dove poteva essere se non su una montagna innevata?

Ed era una montagna innevata investita da una bufera di neve.

Per essere precisi – A causa della tempesta di neve appena cominciata, il ritorno alla nostra baita fu un disastro totale – questa descrizione si addice al 100% alla nostra attuale condizione.

Tornando in argomento, chi è che aveva redatto questo copione? Solo ora ero pronto a credere che sarebbe stata la fine e che noi cinque avremmo affrontato la minaccia della morte, forse solo per rivedere la luce del giorno come cinque cadaveri congelati che riaffiorano quando la primavera scioglie la neve.

Koizumi, fatti venire in mente qualcosa!

“Sono a corto di idee.” disse, mentre fissava la bussola.

“La direzione sembra essere corretta. La guida di Nagato è impareggiabile. Comunque abbiamo camminato per ore, senza nemmeno vedere da lontano i piedi della montagna. Di norma, sarebbe una situazione alquanto bizzarra.”

Dunque che si fa ora? Saremo intrappolati per sempre in questa immensa distesa bianca?

“L’unica conclusione che posso addurre per ora è che si tratti di un evento del tutto bizzarro, un anomalia imprevedibile. Nemmeno Nagato ne capisce il motivo e di per certo sa solo che stiamo affrontando delle avversità.”

Non c’è bisogno che tu me lo dica, già lo so. È strano da parte di Nagato in qualità di guida, non riuscire a riportarci a casa. Dev’essere un’altra delle idee fuori dal mondo di Haruhi in azione.

“Non giungere a conclusioni affrettate. Il mio istinto mi dice che Suzumiya-san non si brucerebbe il ponte da sola.”

Perché ne sei tanto sicuro?

“Perché non vede l’ora di scoprire il mistero di un inspiegabile assassinio in baita. A questo ho già pensato io e ho già dato disposizioni.”

Fin dall’estate, un assassinio misterioso era già stato programmato anche per la gita invernale. L’ultima volta si trattava di una storia di terrore finita con un anticlimax, stavolta invece era un gioco intuitivo a cui tutti erano preparati. Il cast era lo stesso, con la partecipazione del maggiordomo Arakawa e della cameriera Mori. Anche Tamaru aveva lo stesso ruolo da ospite d’onore, stesse relazioni e stesso nome.

“E’ vero…”

Haruhi sicuramente non vede l’ora di rivelare la cospirazione del colpevole e l’identità dell’assassino, dunque subconsciamente non farebbe nulla che ci impedisca di ritornare alla baita, visto che un giallo misterioso la attende.

A parte questo, mia sorella, Tsuruya, che si infilava ad ogni occasione, come anche Shamisen ci attendevano in baita.

Ad essere onesti, la baita che avevamo preso in prestito apparteneva alla famiglia Tsuruya. Quella persona dell’alta società dall’incontenibile energia acconsentì a darci la baita a condizione che venisse anche lei. Portai anche Shamisen perché Koizumi voleva che facesse parte della comitiva. Mia sorella divenne il mio bagaglio di sua iniziativa. Le due più uno comunque non facevano parte del gruppo che stava per affrontare una certa catastrofe.

Shamisen sarà là raggomitolato vicino al camino mentre e Tsuruya starà facendo un pupazzo di neve con mia sorella che non sa sciare.

Questo era il loro ultimo quadretto che rammentavo. Per Haruhi loro erano dei membri di riserva, questo il motivo per cui non ebbe alcuna obiezione a incontrarli di nuovo. Perché tutto ciò? Perché non possiamo ritornare al rifugio invernale con riscaldamento della SOS Dan? Anche con la benedizione di Nagato Yuki, non riusciamo a ritrovare la strada di casa. Cos’era andato storto?

“Continuiamo ad imbatterci in insolite tempeste sia in estate che in inverno ….”

Non sarà che esiste una legge della natura per la quale durante ogni vacanza, noi ci saremmo cacciati in una qualche anomalia al di sopra dell’umana comprensione?

Come ubriaco in un cocktail di ansia e insicurezza, cercai fra i miei ricordi confusi.

“Perché le cose sono finite così?”

Modalità flashback, inizio.

.......

.....

...


La gita invernale era praticamente predestinata. Se avessimo potuto prevedere il futuro, anche se fosse successo realmente, non ne saremmo stati impressionati.

Dopotutto, quando la crociera con assassinio sull’isola deserta (completa di tempesta tropicale) era finita, qualcuno aveva proclamato ad alta voce cosa sarebbe successo poi. Chi altri se non Haruhi? Chi si sarebbe sorbito la sua energia ed il suo modo di fare eravamo tutti quanti noi, lei esclusa. La guida turistica era Koizumi.

Inizialmente sperai che Haruhi fosse distratta dall’inverno, ma ahimè, la memoria del capo non fa mai cilecca in queste occasioni— “Conto alla Rovescia Annuale per la tempesta di neve.”

Haruhi ci porse una montagna di fogli spillati. Dopo averli distribuiti, sorrise come un rapitore pervertito.

“Come inizialmente prestabilito, quest’inverno andremo in una baita coperta di neve, per iniziare la seconda parte del tour del mistero!”

Il luogo era l’aula del club, ed il giorno il 24, proprio dopo il termine della cerimonia di fine anno. Avevamo un pentola di ceramica sopra una piccola stufetta a gas portatile, sistemata in fondo al tavolo che traballava mentre ci buttavamo dentro ogni sorta di ingrediente utilizzandola come bollitore per il pranzo. Haruhi gettò della carne, pesce e verdure senza nessun particolare ordine, mentre Asahina vestita da cameriera, adornata con un foulard, separava il cibo con un paio di bacchette e distribuiva il brodo di quando in quando. Nagato, Koizumi ed io fummo obbligati a mangiare. A parte il nostro gruppo di cinque membri della SOS Dan, oggi avevamo un ospite.

“Waaa! Fantastico! Cos’è? (diede un morso)… Haruhi, non eri forse il comandante di ferro? (masticava)… Yoho! Questa zuppa è la migliore! Yumyumyum~ (la divorava)”

L’ospite altri non era che Tsuruya. La fonte di tali rumori vivaci sembrava gareggiare con Nagato che mangiava silenziosamente, muovendo le sue bacchette velocemente, riempiendosi di leccornie il piatto.

“In inverno ci vuole proprio una pentola calda! Kyon vestito da renna è una bomba, haa, è proprio una bella giornata!”

Dunque l’unica che mi chiese il bis per il mio spettacolino fu Tsuruya e solo lei. Haruhi e Koizumi avevano un sorriso finto dipinto in volto. Asahina si era subito coperta il viso e aveva scrollato le spalle; Nagato si sforzava con tutta sé stessa di capire la fonte dell’umorismo con la logica, mentre io ero completamente imbarazzato ed il sudore mi sgocciolava dal viso. Non avevo nemmeno un briciolo di ambizione verso il mondo dello spettacolo … Non importa, meglio così.

Doveva esserci un motivo se Tsuruya era nostro ospite, non solo per partecipare al banchetto e nemmeno per accompagnare Asahina. Per quanto riguarda quella particolare ragione…

“Riguardo la baita nella tormenta.”

La descrizione di Haruhi passò da una tempesta di neve ad una tormenta.

“Rallegrati, Kyon! E chi lo sapeva che Tsuruya ci avrebbe offerto la sua villa gratis! Ed in più è bellissima! Già fremo all’idea! Su, avanti! Non essere timida, buttati!”

Haruhi gettò un paio di cotolette di maiale nel piatto di Tsuruya mentre si serviva le fette di rana pescatrice nel suo.

“Di solito la nostra famiglia ci andrebbe in vacanza…”

Tsuruya si riempì la bocca con la cotoletta e la ingoiò.

“Ma mio padre è in Europa per lavoro quest’anno, dunque non c’è. Dato che per il suo incarico ci metterà tre giorni, abbiamo deciso di andare in Svizzera a sciare. Perciò andrò con voi nella villa! Ci divertiremo un mondo!”

Apparentemente Tsuruya aveva offerto la sua villa per la gita quando sentii menzionare da Asahina i nostri piani per le vacanze invernali. Koizumi aveva appoggiato l’idea e aveva acconsentito con tutto il cuore mentre continuava ad annuire e Haruhi era eccitata quanto un gatto di fronte a un piatto di sashimi [pesce o molluschi freschissimi, tagliati in fettine sottilissime e serviti solo con una salsa in cui intingerli], quando il programma definitivo le era stato esposto.

“Tsuruya-san, questo è per te!”

Tirò fuori una polsiera viola, e ci scarabocchiò sopra “Consulente Onorario”, poi gliela porse – fine della storia.

Koizumi aveva un sorriso smagliante dipinto in volto e guardava Haruhi, Nagato e Tsuruya che mangiavano come ad una gara a chi mangia di più. Forse notando la mia espressione, aprì bocca:

“Per favore, non ti preoccupare. Questa volta non spaventeremo nessuno. Si tratterà solamente di un gioco di deduzioni pre-organizzato. Infatti abbiamo lo stesso cast.”

Letteralmente, Arakawa il maggiordomo, Mori la cameriera ed i fratelli Tamaru si sarebbero presentati nello show.

Non fa niente. Più importante, ma che cosa fanno abitualmente? Sono forse lo staff amministrativo dell’’Organizzazione’?

“Sono attori di una piccola compagnia che ho conosciuto per caso ... Puoi accettarla come spiegazione?”

Finché va bene ad Haruhi, non c’è problema.

“Il principale obiettivo di Suzumiya-san è se un avvenimento è interessante oppure no, non le importa altro. Anche se è proprio questo il problema più difficile ... Non sono certo se troverà la messinscena soddisfacente e al solo pensarci mi viene il mal di stomaco.”

Koizumi si strinse la pancia, simulando un bruciore di stomaco, pur sempre mantenendo inalterato il suo sorriso. Che pessimo attore.

Sono una persona molto più normale di Haruhi, dato che non metto al primo posto solo il divertimento, ignorando tutto il resto. Guardai in giro per cercar qualcosa che mi tranquillizzasse e come prima cosa mi soffermai all’espressione imperturbabile di Nagato. Buon vecchio viso impassibile di Nagato. La solita Nagato Yuki che conoscevo mangiava vicino agli ingredienti della pentola calda come se nulla fosse.

“…”

Vabbè, pensai fra me e me.

Questa volta non ci dovrebbero essere incidenti critici di cui si dovrà far enorme carico. No, anzi, simili avvenimenti non devono verificarsi. Guardando all’ordine delle cose, tutto deve filare liscio questa volta. Nagato non ha dovuto mettersi in moto più del dovuto durante la gita estiva e spero sarà lo stesso anche per questa. Meglio lasciare il lavoro a Koizumi e ai suoi amici.

Pensai questo mentre leggevo l’opuscolo al mio fianco. Secondo quanto programmato nell’opuscolo, la data di partenza era il 30 Dicembre, un giorno prima dell’ultimo dell’anno. La montagna innevata non era poi così distante. Era raggiungibile in un paio d’ore di autobus, probabilmente entro il giorno stesso.

Quando saremmo arrivati, l’ordine del giorno sarebbe stato sciare, sciare e sciare. Sarebbe seguita una festa in serata (alcolici vietati), con cena preparata dal signor Arakawa, il maggiordomo dell’isola deserta (anche se non era per davvero un maggiordomo, era talmente impeccabile da essere più convincente di uno vero, dunque non mi lamentai) e dalla signorina Mori (anche se non era per davvero una cameriera... etc.). I fratelli Tamaru sarebbero arrivati un giorno dopo, in qualità di ospiti d’onore in ritardo, dopo di che si sarebbe alzato il sipario della messinscena poliziesca. Dopodiché avremmo passato l’ultimo dell’anno ad esaminare la commedia e la cospirazione che c’era dietro. Il gruppo si sarebbe ritrovato alle prime luci dell’alba, ed ognuno a turno avrebbe cercato di districare “Il Caso della Cioccolata Avvelenata”, poi Koizumi, la mente, avrebbe rivelato la verità con nonchalance come già stabilito. Tutti avrebbero dato l’addio all’anno vecchio senza alcun rimorso, e salutato il nuovo. Felice Anno Nuovo!

- e questo, in poche parole, era l’intero piano per la gita invernale.

Nel momento in cui sollevai lo sguardo, mi imbattei nell’espressione malignamente soddisfatta di Haruhi. Non era più un vero e proprio shock per lei guardarmi in quel terribile momento.

“Dobbiamo festeggiare l’arrivo del nuovo anno!” Haruhi prese un porro con le sue bacchette. “E poi, dovremmo pregare come si deve per l’anno nuovo, così che anche quest’anno ci porti tante cose belle. Credo davvero che il prossimo anno sarà propizio per la SOS Dan.”

Signorina, mi sta bene che ti piaccia personificare l’anno a venire. Comunque non penso che la tua definizione di anno propizio sia la stessa che ci auguriamo tutti noi.

“Davvero? Continuo a pensare che quest’anno sia stato interessante, dunque è per questo che me lo auguro anche per il prossimo. Ahh, Mikuru, il brodo sta per evaporare del tutto, affrettati ad aggiungere dell’acqua.”

“Okay, arriva subito.”

Asahina si diresse verso la teiera a grandi passi.

“Eishu.” [attualmente non so cosa voglia dire, probabilmente è tipo un’affermazione per dire di sì, ma cercherò di scoprirlo]

Versò con attenzione l’acqua dall’apparentemente pesante teiera dentro la pentola. Guardare l’attraente visino di Asahina mi riportò alle disavventure di quell’anno ed il mio animo vacillò un pochino. Haruhi aveva detto che era stato interessante. Se mi avessero fatto la stessa domanda, la mia risposta sarebbe stata decisamente si.

In realtà, quando ero bambino avevo sempre sperato di imbattermi in qualcosa di cui potermi vantare. Incontrare un alieno o qualcosa del genere, avrei davvero voluto che mi fosse successa una cosa simile, per aggiungere una nuova ed elettrizzante pagina alla mia infanzia. Sarebbe strano non entusiasmarsi per delle fantasie che diventano realtà. Anche se, adesso come adesso, avevo nuovi capitoli di vita aggiunti senza tregua al di sopra delle mie aspettative.

Detto questo, avendo vissuto queste esperienze, in realtà mi sentivo così –

- Sì, molto contento.

Ma potei dichiararlo ad alta voce solo dopo che il trambusto fu finito. Mi ci era davvero voluto un bel pò di tempo per arrivare a questo stato mentale. Comunque se avessi la possibilità di parlare ancora di come mi sentivo davvero dentro, direi che mi auguravo dei giorni più tranquilli per il futuro. Personalmente, speravo in qualcosa di più che perder tempo in sciocchezze nell’aula del club; solo un pò di più.

“Tu e i tuoi discorsi strambi.”

Le guance di Haruhi erano stracolme di rana pescatrice mentre sbraitò: “Finora avete solo bighellonato! Non venitemi a dire che ne avete abbastanza. Se volete di più, allora sfruttiamo questi giorni prima dell’ultimo dell’anno e facciamo festa alla grande fino all’ultimo secondo!”

“No, grazie.”

Questa stupida non ha idea di quanto a lungo io abbia sofferto e come sia stato difficile riprendermi da tutte quelle ferite. Proclamare la vittoria a baseball, porre fine alle vacanze estive, ristabilire l’ordine della realtà distorta, fin dalle riprese del film, tornare avanti e indietro nel passato e nel futuro e persino ricreare il passato recente. È pur vero che tutto ciò è stato a mia discrezione dunque non posso biasimare nessuno, ma non posso nemmeno giustificarlo, dato che adesso non dovrei essere troppo impegnato, non avendo intenzione di diventare un insegnante.

Non importa, non avrei potuto sfogare le frustrazioni subite da Haruhi anche se mi fossi lamentato con tutto il mondo.

“Avremo un sacco di tempo per festeggiare alla grande una volta arrivati alla baita.”

Scostai le bacchette - tentacolo di Haruhi per prendere del cavolo dalla pentola. Questo era uno dei rari piatti preparati da lei. Dovevo mettere qualcosa nello stomaco prima che questo gruppo di ragazze fameliche (eccetto Asahina) se lo divorassero tutto, dato che non sapevo se avrei potuto di nuovo assaggiare questa delizia.

“Siamo ancora in tempo.” Haruhi si buttò nel piatto di manzo. “Semplicemente festeggiare non è sufficiente dobbiamo fare faville. Ascoltatemi, l’ultimo giorno arriva una volta sola all’anno. Pensateci, per quest’anno il 31 capiterà una volta nella vita, proprio come oggi. Questo giorno non tornerà mai più una volta passato. Dunque non saremmo all’altezza di aver vissuto fino ad oggi se non viviamo appieno. Ecco perché mi auguro di vivere pienamente ogni mia giornata; rendendole il più possibile indimenticabili.”

Sentendo queste ingenuità, Tsuruya aprì bocca, mentre masticava del pollo non ben cotto: “Whoa! Haruhi, tu ti ricordi tutti i 365 giorni dell’anno? Grande! Ahh, Mikuru, un pò di thè.”

“Certo, arriva subito!”

Asahina prese la teiera e lo versò attentamente nella tazza che Tsuruya le porse. Anche se trattata come una semplice cameriera, Asahina ne sembrò più che felice. Anche Haruhi, il cuoco che gettava tutto quel che poteva arraffare nelle pentola, lo era. L’aggraziato sorriso di Koizumi risplendeva anche nel vapore intorno alla pentola chiaro, come se fosse dipinto su tela, e Nagato che mangiava tranquilla, perseverò nel suo silenzio. Tsuruya, il consulente onorario, qui non era che un membro di riserva, ma non guastava l’atmosfera, andavamo tutti d’accordo, come di solito nella SOS Dan.

Ero ben consapevole di quanto preziosi fossero questi momenti. Dato che avevo scelto questo mondo alla fine, altre storie incredibili che avrebbero ruotato attorno ad Haruhi, avrebbero senza dubbio segnato il nostro cammino. Prima che arrivasse il giorno in cui mi sarei schiantato a terra, mi aspettavo di superare uno o altri due mal di testa critici.

Dopotutto, uno slider doveva ancora apparire.

“Muoviti e fatti vedere!” mi uscì di bocca.

Grazie a Dio, Haruhi e Tsuruya erano accucciate intente a litigare per un fungo, dunque sembrò che nessuno si accorse di ciò che dissi a me stesso.

Comunque, notai che le ciglia di Nagato si mossero leggermente.

Diedi un occhiata fuori dalla finestra, ed il cielo terso invitava ad oziare mente cadeva la neve. Koizumi capì cosa stavo guardando. “La meta della nostra gita alla fine ti farà stancare della neve. A proposito preferisci sciare o andare con lo slittino? Parte del mio compito è occuparmi dell’attrezzatura.”

“Non ho mai usato lo slittino.”

Lasciando stare questa vaga risposta, smisi di guardare il cielo invernale. Koizumi conservò il suo innocuo sorriso, ma aprì bocca per impicciarsi:

“Quale ‘yuki’ (neve) guardi? Quella che cade dal cielo, oppure-“

Non ci guadagnavo nulla a fissare Koizumi. Feci spallucce e mi gettai nella lotta per i funghi. Questo banchetto sfuggì al radar degli insegnanti e non fu segnalato da nessun chiacchierone. Beh, forse lo avevano anche scoperto, ma vollero chiudere un occhio. Qualsiasi cosa fosse, quando fummo sazi, ripulimmo i piatti e la spazzatura e abbandonammo prontamente l’aula. Nel momento in cui uscimmo dal cancello, la neve smise di cadere.

Dopo esserci separati da Tsuruya, che dovette affrettarsi per unirsi alla cena di Natale con la sua famiglia, la SOS Dan proseguì in pasticceria. Dopo aver preso la megatorta che aveva ordinato Haruhi, ci dirigemmo verso l’appartamento di Nagato.

Non ci eravamo impietositi dal fatto che Nagato trascorresse il Natale da sola, piuttosto il suo appartamento ci dava l’unica opportunità di goderci insieme la torta e di lasciarci andare senza che nessuno disapprovasse. Mi chiedevo chi di noi fosse il più fortunato: Koizumi con il Twister o io con la torta. Haruhi, in testa, sembrava alquanto compiaciuta; non c’era alcun dubbio riguardo Asahina (le cui mani erano incrociate e ondeggiavano) e anche la muta Nagato che camminava passo dopo passo doveva esser stata contagiata dal buon umore.

Date le circostanze, direi che cose come Babbo Natale che piove dal cielo al posto della neve, non avrebbero dovuto verificarsi. Haruhi avrebbe vissuto appieno un comune ultimo dell’anno e sembrava si stesse divertendo. Il suo spirito era affine a quello della mia sorellina. Beh, poteva anche solo essere un giorno più unico che raro.

Senza alcun motivo in particolare, in questo periodo ero più incline al perdono. Anche se Haruhi avesse dato la caccia a Babbo Natale e avesse passato tutto il tempo a setacciare ogni singola strada nella gelida aria invernale, avrei solo potuto obbligarla a smetterla con un sorrisetto ironico.

Mentre giocavamo ai numerosi giochi che si era portato Koizumi, tutti noi ci stavamo divertendo un mondo. L’attenzione di Nagato era rivolta al << Giorno del Sagittario 3 >>, gioco ad eliminazione su due portatili connessi in rete, mentre Haruhi ed io ci spingevamo e ci strattonavamo sul Twister.

Quella era davvero una serata sfrenata in cui anche le coppie di passaggio si sarebbero buttate nella mischia.


Così passammo una vigilia di Natale stracolma di divertimento.


I giorni fra Natale e capodanno volarono in un attimo, come se Haruhi stesse costringendo il tempo a muoversi in avanti.

Facemmo le pulizie generali dell’aula del club, e ricevemmo persino un telefonata da un nostro ex-compagno di classe in apparenza senza cervello. Dopo esser stato a lungo pregato, andai con lui ad una partita di calcio. La fine dell’anno si avvicinava sempre più.

L’Anno Nuovo. Non sapevo se l’anno nuovo sarebbe stato bello o brutto. Personalmente, se non avessi migliorato i miei voti sarei scivolato faccia a terra.

Il desiderio di mia madre di farmi entrare in una scuola esclusiva era ben oltre la semplice retorica. Mi sarei unito ad un esperto club sportivo mettendoci tutto me stesso, oppure anche solo ad alcuni club ufficiali non molto ben attrezzati, per quello mi sarei inventato delle scuse. Solo mi era capitato di ritrovarmi in un club senza senso ed oscuro che non faceva altro che bighellonare – o almeno questo era ciò che poteva sembrava agli altri. Se ci fosse mai stata una manciata di studenti non molto bravi a scuola, ma che volevano essere promossi, mi chiesi cosa avrebbero potuto imparare alle superiori.

Forse non esiste la giustizia, dato che i voti di Haruhi erano magnifici. I voti di Koizumi della fine del trimestre precedente erano abbastanza buoni da essere nel gruppo dei migliori, anche Asahina seguiva avidamente le lezioni, forse a causa del suo interesse per l’archeologia, e Nagato non faceva il minimo sforzo.

“Lasciamo stare, pensiamoci in un altro momento.”

La questione più urgente era occuparsi della gita invernale. Per ora andava bene approfondire questo argomento. I compiti potevano aspettare l’arrivo del nuovo anno. Il conto alla rovescia per la gita di Capodanno doveva esser fatto adesso in quest’anno.


Con ciò –

“Andiamo!”

Haruhi fece l’adunata!

“Yahoo-!” rispose Tsuruya urlando.

“Il cielo è terso in apparenza, una giornata perfetta per sciare. Anche se a questo punto, dipende tutto dal tempo.”

Koizumi controllò le previsioni.

“Sciare? Dove correreste sulla neve?” Asahina osservò mentre sollevava il mento, che era ben coperto dalla sciarpa.

“…”

Nagato se ne stava in piedi tenendo in mano il suo piccolo bagaglio.

“Ciao!”

La mia sorellina saltò fuori.

Di mattina presto eravamo già in stazione. Avremmo preso il treno e cambiato per delle coincidenze. Tempo stimato d’arrivo alla montagna innevata: nel pomeriggio. Quello non era un problema, lo era piuttosto la mia sorellina sbucata fuori senza esser stata invitata…

“Non importa, cosa ci possiamo fare ormai è qua. Portiamola con noi, sarà più facile risolvere quest’imprevisto se stiamo insieme. Farai la brava, promesso?”

Haruhi si piegò in avanti e lanciò un sorriso a mia sorella. “Se fosse stato qualcuno di cui non mi importa niente, lo avrei già mandato via a calci. Ma tua sorella è diversa da te, col suo carattere, non c’è motivo di dirle di no. Inoltre ha preso parte al film e Shamisen ha bisogno di una compagna di giochi.”

Vero, anche Shamisen, il mio gatto era compreso nel mio bagaglio. Volete sapere perché? Ascoltate cosa aveva detto l’organizzatore della gita invernale della SOS Dan: Si tratta di un mistero ricco di suspense alla “Il Gatto Lo Sa?” INeko wa shitteru - ll romanzo più famoso di Etsuko Niki (1928 - 1986) un scrittore di gialli della prefettura di Tokio, che nel 1957 con questo libro vinse il terzo premio Ranpo Edogawa]

Koizumi seduto sulla sua valigia, continuò: “Non importa quale gatto, in un modo o nell’altro, l’importante è che riesca a risolvere il caso. La sua superba performance nel film, comunque mi invita a richiederne nuovamente la presenza e farlo recitare ancora.”

Lo Shamisen attuale altri non era che un comune gatto domestico che non proferiva parola. Meglio non avere troppe aspettative verso le sue qualità d’attore.

Continuai e dissi quanto segue ad Haruhi, che era naso a naso con mia sorella: “Grazie a lei, sono stato beccato mentre uscivo di casa.”

Semplicemente stavo uscendo troppo presto alle prime luci dell’alba. Mi ero già tappato la bocca per nasconderlo a mia madre. Non aveva senso che fosse mia sorella ad impedirmi di andare in gita con Haruhi e gli altri. Tuttavia sorse questo intoppo. Mentre ero nella mia stanza e spingevo il sonnolento Shamisen nel cestino da viaggio, mia sorella ci si mise di mezzo. Forse aveva bisogno del bagno e mezza addormentata, aveva sbagliato strada, suppongo. Dopodiché le cose mi sfuggirono di mano. Gli occhi appannati di mia sorella si spalancarono all’improvviso – “Dove stai portando Shamisen? Perché sei vestito cosi? Cosa ci fai con quella valigia?”

Cavolo, stai zitta. Provai un’enorme rabbia più dell’estate, quando mia sorella dall’alto dei suoi 11 anni, facendo completo appello alle sue gambe e braccia si aggrappò al mio bagaglio e non lo lasciò più andare. Era l’immagine sputata di quei molluschi colorati che si aggrappano saldi alle rocce a cui sono appoggiati e non si lasciano staccare per nessun motivo.

“E’ abbastanza fattibile se ce n’è solo uno in più a bordo.” sorrise Koizumi. “Non sforeremo il budget pagando la tariffa per una bimba. Inoltre, sia io che Suzumiya-san, dato che è già arrivata fin qua, pensiamo che sarebbe troppo crudele rimandarla a casa adesso.”

Dopo aver giocherellato con Haruhi, mia sorella mise furtivamente il suo faccino in mezzo al seno di Asahina, ed abbracciò le gambe della statica Nagato. Infine fu fatta girare da Tsuruya che rideva e non la smetteva di squittire.

Grazie a Dio era una sorellina. Fosse stato un fratellino, sarebbe già stato messo in un sacco in un qualche vicolo buio.

Sull’espresso diretto alla montagna innevata, il bisogno di mia sorella di giocare non sussistette e continuò ad intrufolarsi da tutte le parti in mezzo a noi, bruciando le sue energie. Era talmente eccitata che a destinazione sarebbe stata completamente esausta. Avrei dovuto dunque portarla in spalletta addormentata, ma i miei avvertimenti non vennero ascoltati. Haruhi e Tsuruya, dello stesso livello di mia sorella, erano già eccitate; ma anche la più pacata Asahina sembrò esserlo. Persino Nagato che ficcò il suo libro nella valigia solo dopo poche pagine, si soffermò ad osservare mia sorella.

Appoggiai il mento al finestrino, osservando pensieroso il paesaggio che scorreva. Koizumi mi sedeva accanto. Haruhi e le altre ragazze erano di fronte a noi. Girarono i sedili in modo che fossimo l’uno di fronte all’altro, e da poter loro cinque giocare insieme a UNO.

Non fate troppo chiasso, disturberete gli altri passeggeri.

Io e Koizumi, emarginati, giocammo a Joker per circa 10 minuti dopo la partenza del treno. Diventò sempre più noioso, dunque ci rinunciai. Perché noi due uomini dovevamo essere tragicamente messi da parte come del foraggio?

Date le circostanze, non mi rimaneva che lasciar correre la fantasia pensando ad una festa. Immaginare l’abbigliamento da sci di Asahina era più costruttivo. Proprio mentre mi perdevo nei miei pensieri immaginando una scena con me e lei soli sulla pista da sci in atteggiamenti affettuosi

“Meow~”

Un suono provenne dal mio trasportino e, aprendolo, spuntarono i baffi del gatto. Dopo il fenomeno del film, Shamisen si trasformò in gatto domestico ben educato che dava poco da fare, nessuno avrebbe detto che fosse stato randagio. Si comportava bene, attendeva paziente l’ora dei pasti e non graffiava, né mordeva alcun oggetto in casa. Forse anche perché la sua priorità era soltanto dormire. Stava sonnecchiando mentre era nel trasportino questa mattina. Detto questo, per quanto fosse pigro, si stancò di dormire e alla fine si svegliò. Si sfregò gli occhi come fosse annoiato. Comunque, non potei certo lasciarlo andare in giro per la carrozza.

“Pazienta ancora un pò.” lo persuasi, lasciandolo sdraiare accanto alle mie gambe. “Appena arrivati, ti comprerò del cibo per gatti fresco.”

“Meow~”

Shamisen rimase in silenzio e sembrò capire le mie intenzioni. Koizumi, stupito, rimarcò: “Dapprima, quando iniziò a parlare, ero completamente esterrefatto. Aver catturato un simile gatto è stato come scoprire l’oro. Non intendo solamente l’aver trovato un maschio tricolore, ma il fatto che comprenda così bene le emozioni lo rende semplicemente incredibile.”

Fu Haruhi a raccoglierlo in mezzo a un gruppetto di gatti randagi, combinazione aveva una mutazione nei cromosomi che capita solo una volta su duecento gatti.

Dovrei davvero consigliare ad Haruhi di comprare un biglietto della lotteria. Non importa quanto potremmo vincere, in qualche modo provvederemmo ai costi delle nostre attività.

Mi sentivo piuttosto a disagio ad usare tutte le volte il budget del Club di Letteratura.

“La lotteria…. Se Suzumiya vincesse per davvero, sarebbe difficile far fronte alle conseguenze. Prova a pensarci cosa potrebbe succedere se avesse milioni di dollari fra le mani?”

Non penso spesso a queste cose, ma credo che la sciocchina inizierebbe a comprare dei jet da combattimento di seconda mano dagli americani. Un monoposto andrebbe bene, ma i problemi sorgerebbero se fosse per due. Non c’è bisogno di chiedersi chi verrebbe piazzato dietro come co-pilota. Oppure li dissiperebbe tutti in futili divertimenti. Uno di questi giorni potresti essere seduto davanti alla tv a guardare dell’intrattenimento di massa, per poi passare improvvisamente a leggere sullo schermo “Questo programma è offerto esclusivamente dalla SOS Dan”.

Solo il pensiero della nostra pubblicità trasmessa a tutte le famiglie sulla tv nazionale mi fece salire i brividi su per la schiena. Se Haruhi fosse diventata regista, qualsiasi spettacolo sarebbe stato del tutto fatto a pezzi. Un bambino dell’asilo avrebbe fatto una guida migliore della sua.

“Forse farebbe delle cose a favore della comunità, come sovvenzionare delle invenzioni, o creare un laboratorio di ricerche.”

Koizumi lanciava palloni controvento.

Si perde comunque circa il 90% del tempo nel corso della vita e qui la posta in gioco è molto alta. Anche un esperto statista esiterebbe di fronte a tutto ciò, non dovremmo cercarci ulteriori problemi senza alcun valido motivo.

“Sarà sufficiente farle comprare dei ghiaccioli al supermercato che diano la possibilità di vincere qualche premio.”

Guardai di nuovo fuori il paesaggio. Koizumi si sporse, affondò sulla sedia e chiuse gli occhi per riposarsi un attimo. Quando fossimo arrivati, saremmo stati completamente impegnati, dunque mettere da parte le energie era la cosa migliore da fare in quel momento. Il paesaggio fuori diventava sempre più rurale. Ad ogni tunnel che passavamo, il panorama era sempre più bianco. Caddi nel mondo dei sogni, mentre mi godevo la questa vista. Con ciò, il nostro viaggio in treno si concluse, mentre abbracciavamo le nostre valige uscendo dalla stazione. Ci accolsero la bicromatica vista del cielo blu terso accompagnato dallo scintillante manto di neve bianco ed i saluti di un familiare duo.

“Benvenuti a tutti. Ne è passato di tempo dall’ultima volta.”

Con un grosso inchino, ecco il miglior attore nel ruolo del maggiordomo - “Sarete tutti stanchi per il lungo viaggio. Benarrivati.” - Al suo seguito la bellissima cameriera dall’età indefinita.

“Di nulla, di nulla, scusateci per il disturbo.”

Koizumi, l’unico in grado di esprimersi a quel modo, si mise davanti e rimase in piedi accanto a loro due.

“Questa è la prima volta che incontrate Tsuruya. Questi sono i miei amici, il signor Arakawa e la signorina Mori. Ho richiesto la loro assistenza per i pasti di questa gita.”

Il loro abbigliamento era lo stesso di quando eravamo sull’isola deserta… ecco il gentiluomo brizzolato in giacca gilet e pantaloni, il maggiordomo Arakawa e la signorina con un semplice grembiule sopra il vestito, la cameriera Mori.

“Sono Arakawa.”

“Sono Mori .”

I due salutarono simultaneamente.

Con questo frescolino, vennero ad accoglierci senza nemmeno indossare un giubbotto. Farà parte della messinscena, oppure li avrà spinti un senso di professionalità derivante dai loro ruoli?

Tsuruya fece dondolare il suo pesante bagaglio.

“Ciao! Piacere di conoscervi! Dato che siete stati raccomandati da Koizumi, non ho alcun dubbio. Per favore abbiate cura di noi. Fate come se foste a casa vostra nella tenuta!”

“Grazie mille.”

Lo schietto signor Arakawa s’inchinò di nuovo, ed alzò lo sguardo solo dopo alcuni tentativi, mostrandoci un sorriso formale.

“Mi è di sollievo vedervi tanto allegri.”

“Mi scuso per l’inadeguata accoglienza di quest’estate, vi prego di volerci perdonare.”

La signorina Mori mostrò un sorriso affettuoso, e quando vide mia sorella, quel sorriso si addolcì ancor più.

“Wow, ma che bella signorina.”

La piccola ospite non invitata, si rianimò presto come le alghe nell’acqua bollente.

“Ciao!” disse e si precipitò ad attaccarsi alla gonna della signorina Mori.

Haruhi avanzò e camminò per prima sulla neve.

“Da quanto la aspettavo. Non vedevo l’ora che arrivasse la gita invernale. Il tifone di quest’estate è stato un peccato, dunque ho intenzione di recuperare tutto in questa vacanza!”

Detto questo, si voltò e continuò come se fosse una torre degli scacchi che si preparava ad attaccare: “Si inizia! Ci daremo alla pazza gioia! Disfiamoci di tutte cose brutte di quest’anno e diamo il benvenuto all’anno nuovo! Non sarà ammesso portare nemmeno una briciolina di rimorso. Bene!”

Tutti risposero a modo proprio. Tsuruya alzò una mano, gridando “YA-!”, Asahina annuì timida, Koizumi mostrò un sorriso dietro l’altro, Nagato come al solito era completamente in silenzio, mentre la mia sorellina non si staccò per nulla al mondo dalla signorina Mori.

Per quanto mi riguarda, guardai l’orizzonte per evitare lo sguardo raggiante, tanto da essere accecante, di Haruhi. Il cielo era terso e non mostrava alcun segno di tempesta.

Per quel momento.

Salimmo su un 4x4 per raggiungere la tenuta di Tsuruya. Guidavano il signor Arakawa e la signorina Mori, dunque si deduce che la signorina Mori dovesse per lo meno avere l’età minima per avere la patente. Una piccola scoperta, dato che da prima avevo il piccolo dubbio che avesse la nostra età. No, no, non intendo nient’altro. Avere Asahina come unica ed indaffarata cameriera era più che sufficiente. Non avevo alcun desiderio verso la signorina Mori, giusto per chiarire. E’ importante.

Il percorso in auto attraverso il paesaggio ricoperto di neve fu piuttosto breve. Durò solo quindici minuti ed il mostro a quattro ruote si fermò davanti ad un edificio di alta classe.

“La giusta atmosfera!” osservò ingenuamente Haruhi, la prima a scendere dall’auto.

“Questa è senz’altro la casetta più piccola e graziosa che abbiamo.” disse Tsuruya-san: “Ma è quella che preferisco, perché è la più confortevole.”

Quel posto non era lontano dalla stazione e c’erano delle piste da sci a cui si poteva arrivare a piedi.

Solo in base alla posizione, era chiaro che quella villa potesse valere un sacco di denaro. Il commento sul fatto che era la più piccola non era una bugia, per lei probabilmente era così, comparata con le sue residenze in stile giapponese. Se dovessi usare le impressioni di una persona senza titoli nobiliari per descriverlo, direi che le sue dimensioni erano al pari di quelle del manoro dell’isola solitaria in cui eravamo stati quell’estate. In quali loschi affari sarà stata immischiata la famiglia Tsuruya per poter avere tali abitazioni?

“Prego, entrate.”

Il maggiordomo Arakawa stava davanti. Lui e Mori-san avevano ottenuto il permesso da

Tsuruya-san e avevano già la chiave, recandosi sul posto già da un giorno prima, quindi avevano già predisposto la scena. Questo era grazie al minutamente dettagliato piano di Koizumi e allo stesso tempo rivelava come era ingenuamente disponibile la famiglia Tsuruya.

Quella villa interamente in legno sarebbe stata affittata a prezzi astronomici, se fosse stata aperta al pubblico nelle stagioni sciistiche. Proprio mentre entrai, completamente riconoscente, nell’appartamento, mi passò per la mente una piccola premonizione.

Non riuscivo a mettere a parole quello che sentivo. In ogni caso, avevo definitivamente avuto una minima premonizione.

“Hmmm…?”

Mi voltai e fissai con ammirazione l’arredamento all’interno della villa.

Tsuruya-san non poteva smettere di sorridere, mentre Haruhi la ricopriva di complimenti, e rispose con sonore risate. Koizumi ed Arakawa-san, assieme a Mori-san stavano conversando. Mia sorella fece uscire subito Shamisen e lo abbracciò, mentre Asahina-san fece un lungo respiro, dopo aver posato il suo bagaglio per terra. Nagato bloccò il suo sguardo in uno sconosciuto, poco chiaro punto nel cielo.

Nessuna anomalia.

Dopodiché, avremmo dovuto spendere quei pochi giorni di riposo e ricreazione della vacanza, per poi tornare ai nostri posti per godere della vita di tutti i giorni…

In teoria.

Sapevamo tutti che il mistero dell’omicidio che si sarebbe svolto era solo una recita, non un vero caso, quindi l’umore di Haruhi non avrebbe dovuto vacillare. Non ci sarebbe stato bisogno dell’intervento di Nagato e Asahina-san. Anche i poteri di Koizumi non servivano.

Per metterla in un altro modo, quello che stava per succedere era come un allenamento dei membri e non un qualche bizzarro caso di omicidio in una spessa nebbia, non sarebbe neanche saltato fuori un grillo gigante aprendo una stanza vuota, insomma, nulla di straordinario.

Però, cos’era quella sensazione? Poteva solo essere descritta come qualcosa di incoerente, che di questi tempi è una parola comune… Come vedere un fantasma passare affianco. Sì, era come quell’infinita estate che ci aveva intrappolato. Era molto simile come sensazione, a parte la mancanza di déjà-vu.

“Mi arrendo.”

Come afferrando lo scivoloso corpo di un pesce, quell’impressione svanì dalle mie mani.

“Sto forse pensando troppo?”

Scossi la testa e mi diressi su dalle scale della mansione, verso la stanza che mi era stata assegnata.

Non si poteva dire che l’arredamento fosse lussuoso, o forse ero io a non aver occhio per i materiali di qualità. Forse se avessi chiesto quanto costassero quelle scale in apparenza tanto semplice, mi sarei trovato davanti a cifre astronomiche.

Eravamo nella stanza da letto del secondo piano.

“Kyon-kun.”

Tsuruya-san mi si avvicinò con un sorriso.

“Posso dormire con tua sorella? Per essere onesti, non abbiamo abbastanza stanze. Potrei aprirle la stanza in cui dormivo quando era bambina, ma se dormisse da sola non si sentirebbe triste?”

“Per lei va bene stare in stanza con me.”

Improvvisamente Haruhi sporse dentro la testa.

“Ho guardato la stanza, il letto è enorme. Non è assolutamente un problema dormirci in tre. Non importa come la si metta, è meglio se le ragazze dormono con altre ragazze.”

Meglio cosa? Avere mia sorella in camera con me… Come se le facessi qualcosa. Potrei non esser degno di fiducia se dovessi dividere la mia camera con Asahina, ma mia sorella o Shamisen non mi fanno differenza.

“Oh, quindi allora?” chiese Haruhi alla mia sorellina che si era messa Shamisen sulla spalla. Questa fece una risatina e rispose, ignorando completamente l’umore generale: “Voglio dormire con Mikuru-oneechan!”

Con quelle parole, si intrufolò nella camera di Asahina e mi lasciò Shamisen. Avevo deciso di offrire agli altri la rara opportunità di passare la notte con quel brillante felino –

“Grazie per l’offerta, ma non ho la pazienza per occuparmi di un gatto parlante.”

Koizumi mi diede un colpetto, mentre Nagato fissò le ciglia del calico per circa trenta secondi –

“Non c’è bisogno.”

Con quella breve risposta, prontamente si voltò e se ne andò.

Va bhè, lasciarlo libero non sembrava essere un problema. Anche se in territorio straniero, Shamisen non si comportava diversamente da casa, visto che saltò subito sul letto e inizio a russare. Aveva già dormito così tanto in treno. Sarebbe piaciuto anche a me sdraiarmi, ma Haruhi non lasciava tempo per riposare, perciò bisognava seguire gli ordini del giorno e riunirsi in fondo alle scale.

“Bene! Partiamo! Andiamo a sciare!”

Pensavo che fosse un pò un’esagerazione, ma non si sarebbe mai fermata finchè era in quello stato di agitazione. Con l’energetica Tsuruya-san che gettava benzina sul fuoco, Haruhi poteva solo raddoppiare la sua velocità, con quella hyper ragazza al suo fianco.

Le attrezzature da sci erano già state affittate da Koizumi in un altro posto. Era incredibile come avesse fatto ad ottenere le nostre misure esatte. C’erano anche per mia sorella che era arrivata all’ultimo secondo ed erano della taglia perfetta. Potevo quasi immaginarmi spie dell’Organizzazione (in completi neri e ombre scure) intrufolarsi nella North High e nella scuola elementare di mia sorella, per fare irruzione nell’infermeria e recuperare le cartelle mediche.

Hmm, dovrei chiedergli le misure di Asahina uno di questi giorni. Solo per curiosità, ovviamente.

“Non scio da un pò di tempo. Dal raduno delle elementari, non ho più avuto l’occasione. E’ perché non nevica dove viviamo. C’è davvero bisogno di neve in inverno, per gustarsi l’atmosfera giusta!”

Le affermazioni di una mocciosa che non conosce i pericoli delle piste da sci. C’è pieno di gente che detesta la neve. Da quel che posso immaginare, Uesugi Kenshin degli stati in guerra era uno di quegli individui. [Daimyo che governò la provincia di Echigo nel periodo Sengoku, 1530-1578]

Con gli stivali e gli sci sulle nostre schiene, ci dirigemmo verso le stupende piste da sci. Come Haruhi, era da molto tempo che non sciavo. L’ultima volta era stata alle elementari. Sarebbe stata la prima volta per mia sorella e, apparentemente, anche per Asahina-san. Ero certo che neanche Nagato avesse mai provato, ma la mia immaginazione mi diceva che nello stesso momento in cui avesse messo piede sugli sci, sarebbe stata una degna rivale di qualunque professionista.

La vista di bandiere sparpagliate di vari colori, che erano le tute degli altri sciatori, entrarono nel mio raggio visivo, mentre salivamo con un impianto. Questo mi fece realizzare quanta poca gente ci fosse rispetto a quel che immaginavo, poi Tsuruya-san iniziò a spiegare: “E’ un posto poco conosciuto, un posto segreto noto solo agli sciatori esperti. Questo perché era una zona privata fino a dieci anni fa.”

Anche se da allora quel posto era stato aperto al grande pubblico, le spiegazioni di Tsuruya-san non mostravano alcun segno di pregiudizio. Esistono persone come lei al mondo, di bell’aspetto, una bella personalità, con una buona situazione finanziaria, una buona formazione, insomma, praticamente perfette.

Mentre agganciava gli sci agli scarponi, Haruhi rimarcò: “Come facciamo, Kyon? Io vorrei andare nelle piste da esperti direttamente, ma tutti sanno come sciare? Tu come sei messo?”

“Facciamo prima un pò di prove.”

Guardai verso mia sorella e Asahina-san, che dopo essersi messe gli sci ai piedi, caddero dopo aver percorso una distanza non superiore a trenta centimetri, quindi le risposi prontamente: “Se non insegnamo loro almeno le basi, altro che piste da esperti, solo per andare sulle seggiovie ci vorrà una vita.”

Asahina-san, ricoperta di neve per la caduta, sembrava fatta apposta per indossare quel completo da sci. Ogni tanto mi domandavo se esistesse qualcosa al mondo che non le stesse bene.

“Facciamo così! Io insegnerò a Mikuru, Imouto-chan [sorella minore] andrà con Haru-nyan. Mentre Kyon-kun e gli altri, organizzatevi in qualche modo per i fatti vostri.”

La proposta di Tsuruya-san non poteva venire in un momento migliore. Avevo bisogno di tempo per abituarmi nuovamente alla sensazione di stare sugli sci. Facendo scorrere velocemente lo sguardo attorno a me…

“…”

L’assolutamente inespressiva Nagato, con le racchette in mano, era già partita senza alcun problema.


Alla fine, mia sorella non aveva imparato nulla. Il metodo d’insegnamento di Haruhi era forse sbagliato?

“Metti vicini i piedi, spingi forte con le racchette, accelera e vai avanti, continua ad andare a tutta forza, poi fermati sempre a tutta forza. A posto! Ora sei pronta ad andare!”

Sarebbe meglio avanzare lentamente. Se correre a tutta velocità fosse l’unica cosa necessaria, allora le prime macchine ibride avrebbero già delle possibilità di finire sul mercato. Purtroppo, gli sforzi di mia sorella di andare velocemente aumentarono la sua resistenza da trenta centimetri a tre metri, prima di cadere a terra. Nonostante ciò, si divertiva a cadere gridando e a mangiare la neve. Non importa il risultato, era comunque un modo salutare di rilassarsi. Anche se si dovrebbe stare attenti a non esagerare, visto che si rischia di farsi venire il mal di pancia mangiando la neve.

D’altra parte, o Asahina-san aveva davvero talento, oppure Tsuruya-san era un’ottima istruttrice, dal momento che aveva imparato a sciare in trenta minuti.

“Wa, wa! E’ divertente! Wa! Che bello!”

Sul puro sfondo bianco, il viso della ragazza sorridente mentre sciava era, per riassumere e mettere in breve i miei commenti, come una superba interpretazione di una fata delle nevi, abbagliante come un’opera d’arte. Il solo vedere quella bellezza era abbastanza per me, che avrebbero potuto impacchettarmi in quel momento. Ma prima, era tempo di foto.

Haruhi diede una sbirciata a me e Koizumi che ci stavamo allenando da soli e guardò verso mia sorella, che non faceva progressi. Dal suo sguardo, sembrava che volesse andare fino in cima alla collina e farsi una discesa ininterrotta, ma non c’era modo di portarsi quella bambina delle elementari.

Tsuruya-san doveva aver capito i suoi pensieri, perciò disse: “Haru-nyan! Andate avanti e prendete l’impianto.”

Cadde a terra ridendo di gusto e iniziò a seppellire velocemente mia sorella.

“Io insegnerò a questa bambina! Oppure faremo un pupazzo di neve assieme, o andremo su uno slittino. Bisogna solo affittarlo.”

“Davvero?”

Haruhi guardò verso mia sorella e Tsuruya-san, ringraziandola: “Grazie mille ~ Mi dispiace ~”

“Nessun problema, nessun problema ~ Vieni, Imouto-kun! Preferisci imparare a sciare, fare un pupazzo di neve o andare su una slitta?”

“Pupazzo di neve!” rispose ad alta voce, mentre Tsuruya si toglieva gli attrezzi da sci.

“Ok, e pupazzo di neve sia! Facciamone uno grande, d’accordo?”

Guardando quelle due che iniziavano a fare una palla di neve, Asahina-san disse invidiosa: “Un pupazzo di neve… voglio stare anche io qua a farlo…”

“Assolutamente no!”

Haruhi bloccò velocemente il suo braccio e disse con un gran sorriso: “Dobbiamo andare in cima alla collina e competeremo tutti contro tutti. Al primo che arriva in fondo verrà dato il titolo di Generale Inverno personalmente da me! Fate del vostro meglio!”

Quella mocciosa avrebbe senza dubbio smesso solo quando sarebbe stata lei la vincitrice. In ogni caso, sfidarsi dalla cima fino in fondo mi spaventava un pò. E’ meglio fare le cose un pò alla volta.Haruhi mise in alto il naso e mi derise: “Codardo! Per divertirsi davvero sciando, bisogna andare direttamente in cima!”

Anche se aveva detto così, scelse comunque per la mia proposta, il che era davvero una rarità. Decidemmo di provare prima la pista di difficoltà media e tenere l’evento principale del giorno, la pista di livello difficile, come ultima sfida.

“Andiamo agli impianti. Yuki, stiamo andando! Vieni qua!”

Nagato, che si stava muovendo a larghi archi attorno a noi, si diresse velocemente verso la nostra posizione quando Haruhi la chiamò e si fermò affianco a me.

“E’ un tutti contro tutti! Dobbiamo competere! Ho abbastanza biglietti gratis per gli impianti per continuare fino al tramonto… No! Anche al crepuscolo, potremo continuare a salire! Ok, venite con me!”

Lo avrei fatto comunque anche se non avesse urlato. Inoltre, anche se avessi dichiarato di volermi unire alla classe di costruzione pupazzi di neve, lei me lo avrebbe impedito. Lasciando perdere Koizumi, bastavano Nagato e Asahina-san a lasciarle liberà facoltà di decisione, per non doversi preoccupare delle tempeste di neve, visto che era possibile anche il ritorno dell’era glaciale. Così, non essere un uomo dalla mentalità aperta e con etica, non era sufficiente. Non ero sicuro di avere la mentalità abbastanza aperta per poter guardare a tutte le cose straordinarie che ci succedevano e Koizumi si sarebbe divertito a criticarmi con un sacco di confutazioni. Quindi non mi importava più. Semplicemente, nulla di tutto ciò era importante.

L’intera brigata continuava energicamente. La neve era polverosa, il cielo era limpido e sfumato di azzurro ciano. Il capo, con un’espressione chiara come il cielo sopra di lei, allungò le braccia.

“Questa seggiovia è a due posti, quindi per correttezza, sfidiamoci a Janken [sasso, carta, forbici] per come salire.”

Dopodichè successe…

Assolutamente nulla che vale la pena di menzionare. Mia sorella e Tsuruya-san decisero di rimanere a fare le loro attività individuali, mentre noi membri regolari della SOS Dan salivamo lentamente su per gli impianti e ci divertivamo semplicemente sciando.

Quando arrivammo a valle, la forma del pupazzo di neve era diventata più pronunciata, Tsuruya-san e mia sorella si stavano divertendo come se avessero avuto la stessa età.Che fosse mettere il secchio in testa, o inserire il naso, erano davvero prese nel farlo. Poco dopo, iniziarono a farne un secondo. Quella era la più recente scena dove comparivano nella mia memoria.

O forse l’ultimo ricordo importante di loro.

Quanti turni del torneo di sci erano passati da quel momento?

Dopo essere scesi dalla montagna senza incidenti, in qualche modo… Non prestammo per nulla attenzione al tempo che passava. Dal nulla, improvvisamente, ci trovammo all’interno di una bufera. Si vedeva solo bianco davanti a noi e ogni cosa ad oltre un metro di distanza uscì dalla nostra visuale.

La ventosa tempesta mescolata con frammenti di neve ci picchiava contro. Il dolore era superiore al freddo. Le nostre facce scoperte presto si congelarono. Potevamo respirare normalmente guardando verso il basso. Quella era la forza della bufera in cui ci ritrovammo.

Non c’era stato davvero alcun avvertimento preventivo.

Haruhi davanti si fermò e Nagato che era dietro fece come lei, mentre io e Asahina-san li raggiungemmo, con Koizumi per ultimo.

Eravamo già circondati dalla tempesta.

Era come se fosse stata invocata da qualcuno là fuori.

…..

……..


Fine del flashback. Ora capite perché ci trovavamo in una così grave situazione in quella montagna innevata?

La visibilità era troppo scarsa e ci sarebbe potuto essere un precipizio un paio di metri più avanti, saremmo potuti cadere e morire, se non fossimo stati attenti. Non avrebbe davvero dovuto esserci un burrone, ma non sarebbe stato strano se davanti a noi fosse comparso qualcosa di non identificato sulla mappa. Quel complesso sciistico non aveva piattaforme per il salto, non che io volessi sfidare la larga collina. Dire di cadere sarebbe stata un pò un’esagerazione, però avremmo potuto romperci il naso se fossimo andati contro alberi nascosti dal bianco.

“Dove siamo adesso?”

Mi sentivo costernato di dovermi affidare a Nagato in quel momento, ma non c’era nulla di più importante delle nostre vite. Ma eravamo in una situazione in cui lei era incapace di guidarci, in cui dopo ore di camminata eravamo ancora al punto di partenza.

“E’ strano.”

Anche i brontolii di Haruhi mostravano segni di confusione.

“Che diavolo succede? Com’è possibile che non si veda neanche l’ombra di una persona? E’ troppo bizzarro. Da quanto stiamo camminando?”

Guardò verso Nagato che stava davanti, che dall’espressione sembrava domandarsi se avesse preso in qualche modo la strada sbagliata per la montagna. Non dovevamo porci il problema in quel momento. Non era il paese delle meraviglie. Finchè continuavamo col nostro passo incerto, avremmo dovuto raggiungere la base della montagna in un modo o nell’altro, proseguendo giù dalla discesa. Il problema però era che non ci riuscivamo, per qualche stranezza.

“Non abbiamo scelta, scaviamo un buco nella neve e montiamo un campo. Continueremo a scendere quando la tempesta smetterà.”

“Aspetta.” chiamai Haruhi, dirigendomi poi verso Nagato, che stava spostando da parte la neve.

“Cosa sta succedendo?”

La ragazza, con un volto inespressivo e con i capelli corti irrigiditi dall’aria gelida, si voltò verso di me lentamente.

“E’ accaduto un evento incomprensibile.” disse quietamente.

Le sue iridi scure mi guardavano sinceramente.

“Se le coordinate dimensionali che riconosco sono corrette, la nostra posizione attuale avrebbe dovuto superare il punto d’origine.”

Cosa? Se fosse vero avremmo già dovuto trovarci in mezzo a segni di vita umana. Ma dopo tutto questo cammino non abbiamo trovato dei cavi degli impianti e nemmeno una cabina.

“E’ avvenuto n evento superiore al controllo della mia manipolazione dimensionale.”

Sentendo l’agghiacciante voce di Nagato, presi un profondo respiro. Le parole scomparivano dalla mia bocca allo stesso modo dei fiocchi di neve che si sciolgono nello stesso momento che entrano in contatto con la punta della lingua.

Un evento che è fuori dal controllo di Nagato? Le strane premonizioni che ho avuto riguardavano questo?

“Chi potrebbe essere stato questa volta?”

Rimase in silenzio, senza sbattere le palpebre, mentre i fiocchi di neve danzavano selvaggiamente e cadevano verso di lei.

Nessuno di noi aveva un orologio, né un cellulare, quando ci eravamo precipitati verso le piste da sci, quindi nessuno sapeva veramente che ora fosse. Sapevamo soltanto che avevamo lasciato la villa intorno alle tre del pomeriggio. Ma eravamo sicuri di essere stati fuori per un pò di tempo. Il cielo nuvoloso aveva ancora un pò di barlume di luce, ma le spesse nuvole e la barriera di neve ci impedivano di vedere dove fosse il sole. C’era la stessa luminosità che si poteva trovare in una caverna ricoperta di muschio. Uno strano gusto di ruggine iniziò ad uscire dal mio dente del giudizio e sentii un leggero dolore.

Non riuscivamo ad uscire da quel muro di neve e un grigio uniforme copriva il cielo.

Mi sembrava che mi fosse già successo prima qualcosa del genere.

Poteva forse essere che….

“Ahh!” esclamò Haruhi improvvisamente, vicino a me. Mi aveva spaventato fino al punto di farmi saltare fuori dal corpo il cuore, attraverso il torace.“Oi! Non andare in giro a terrorizzare la gente in questo modo! Perché diavolo hai urlato così senza preavviso?”

“Kyon, guarda là!”

Haruhi indicò col dito, resistendo arditamente contro i forti venti… c’era davanti a noi una fioca luce.

“Che cos’è?”

Fissai lo sguardo verso quel barlume. A causa della tempesta, appariva e scompariva, ma rimaneva consistente. Era simile ai pacati bagliori delle lucciole dopo l’accoppiamento.

“Viene da una finestra!”

Il tono di voce di Haruhi sprigionava allegria.

“Ci dev’essere una casa laggiù! Andiamo a dare un’occhiata. Moriremo di freddo se restiamo ancora a lungo in questo posto.”

Se non ci fossimo mossi, saremmo morti come aveva detto lei. Nonostante ciò… una casa? Poteva davvero esserci una casa in un posto desolato come quello?

“Venite, venite! Mikuru-chan, Koizumi-kun! Seguitemi tutti!”

Haruhi diventò un trattore umano e valorosamente ci aprì un varco nella neve. Il freddo, l’ansia e la stanchezza facevano completamente tremare il corpo di Asahina-san. Koizumi seguiva Haruhi mentre la sorreggeva. Le parole che disse mentre mi superava, congelarono il mio cuore fino in profondità.

“E’ decisamente una luce artificiale. Anche se sono certo che non c’era prima in quella direzione, visto che stavo controllando la situazione dei dintorni.”

“…”

Io e Nagato non aprimmo bocca, mentre guardavamo la schiena di Haruhi mentre usava gli sci per spalare la neve.

“Sbrigatevi! Kyon, Yuki! Non rimanete indietro!”

Non restavano alternative. Piuttosto che lasciare che i nostri cadaveri congelati finissero sui titoli di giornale fra un secolo, avrei scommesso su quella piccola possibilità di sopravvivenza. Anche se fosse stata una trappola preparata precedentemente, non avevamo alternative a quel punto.

Spinsi la schiena di Nagato, mentre mi dirigevo lungo il varco nella neve aperto da Haruhi.

Più ci avvicinavamo, più la luce diventava intensa. La vista a 20/20 di Haruhi non era uno scherzo. Era chiaramente una luce di una casa che fuoriusciva da una finestra.

“E’ una villa! E una grande…”

Haruhi si fermò, alzò a testa e, dopo aver esternato i suoi pensieri, continuò a camminare.

Guardai verso quella enorme costruzione e il mio cattivo umore peggiorò. Sullo sfondo composto dalla neve bianco argentata e il cielo grigio matita, si ergeva come una casa in un gioco di ombre, rendendo il tutto ancora meno invitante. Inoltre era una visione fuori dal comune. Chiamarla villa, bhè, era grande quanto un castello. Varie torri con uno scopo sconosciuto si protendevano dal tetto e, anche se poteva essere a causa della luminosità inadeguata, sembravano molto scure. L’esistenza di una simile struttura in una montagna innevata era la vera definizione della parola bizzarro. Se così non fosse, tutti i vocabolari del mondo dovrebbero venire riscritti con la nuova definizione di quella parola.

La postazione era una montagna innevata coperta da una tempesta. Il cast eravamo noi. Trovare una fioca luce mentre eravamo persi per strada, raggiungere una strana mansione seguendo quel lume…

Mancava solo un ingrediente. Il prossimo avvenimento sarebbe stata la comparsa del proprietario della casa, ancora più particolare della casa stessa, o forse addirittura qualche mostro alieno? La storia sarebbe continuata con suspense, mistero o horror?

“Salve…”

Haruhi arrivò velocemente davanti al portone e fece sentire la propria voce. Non c’era un citofono e nemmeno un campanello. Bussò sulla poco elegante porta.

“C’è nessuno?”

Diedi un altro sguardo alla villa, restando dietro ad Haruhi.

Non è che io sia cinico, ma questa situazione è semplicemente preparata troppo bene, come se fosse pensata apposta per noi. Però, sono certo che non può essere opera di Koizumi. Sarebbe bello se nel momento in cui la porta si apre, Arakawa-san e Mori-san venissero a salutarci… Ma anche Nagato ha detto che questa situazione è oltre le sue capacità, è la prova che non può assolutamente essere stato Koizumi, visto che non penso che sia in grado di ingannarla. E anche se la avesse convinta a partecipare e a far parte della sorpresa, lei non mi avrebbe mai mentito.

Haruhi gridò con una voce rimbombante paragonabile per intensità alla tempesta in cui ci trovavamo: “Ci siamo persi! Ci fareste riposare qua dentro, per favore? Siamo intrappolati nella neve e stiamo per morire!”

Mi girai per controllare che ci fossimo ancora tutti. Nagato guardava la schiena di Haruhi con la sua tipica espressione da marionetta. Asahina-san abbracciava il suo corpo per riscaldarsi, mostrando panico sul volto, lasciandosi scappare ogni tanto degli starnuti e strofinandosi il naso completamente rosso. Il sorriso da firma di Koizumi era scomparso. Le sue braccia erano incrociate come se fosse perso nei suoi pensieri, con la testa piegata ad angolo. Dal suo viso sembrava che avesse assaggiato qualcosa di amaro. Sembrava indeciso come Amleto, domandandosi se bisognasse aprire o meno la porta.

Il livello di rumore di Haruhi era così alto che, se avesse fatto la stessa cosa a casa mia, i vicini si sarebbero armati. Il problema era che non c’era stata ancora alcuna risposta.

“Non c’è nessuno a casa?”

Toltasi i guanti e alitando sulle sue mani per riscaldarle, disse risentita: “Ci sono luci dentro, quindi pensavo che ci fosse qualcuno… Kyon, che facciamo?”

Non so rispondere a questa domanda, anche se me lo chiedi. Solo qualche eroe imprudentemente temerario in grado di fare qualunque cosa gli passi per la testa entrerebbe senza pensare in questo posto circondato da mistero.

“Andrebbe bene anche se trovassimo un posto da usare come rifugio… ci sarà un garage o una baracca qua intorno?”

Nonostante ciò, Haruhi decise di non distrarsi a cercare qualcosa del genere. Si mise i guanti prima di noi, afferrò la maniglia sulla quale si era accumulato del ghiaccio e fece un respiro profondo che sembrava una preghiera. Con una faccia seria, la fece girare lentamente.

Forse dovrei fermarla. Almeno, dopo aver sentito l’avvertimento di Nagato, dovrei avere qualche idea su cosa potrebbe esserci dentro. Ma è troppo tardi ora…

Era come se la mansione stesse aprendo la bocca.

La porta era aperta.

Luci artificiali colpirono i nostri volti.

“Quindi non era chiusa a chiave. Se qualcuno è in casa, era così difficile venire ad aprirci?”

Haruhi entrò come una furia davanti a tutti e appoggiò su un muro gli sci e le racchette.

“Qualcuno? C’è qualcuno? Scusate per l’intrusione!”

Che potevamo fare? Potevamo solo imitare quello che aveva fatto il nostro capo. Koizumi, l’ultimo ad entrare, chiuse la porta e fummo finalmente liberi di salutare temporaneamente le ore di freddo e il penetrante rumore del vento, così da poter finalmente riposare.

“Hooo~!”

Asahina-san si sedette sul pavimento.

“Salve! C’è nessuno quii~?”

Le chiassosa grida di Haruhi squillavano vicino alle mie orecchie, mentre il tepore e la luce della casa affondavano nelle mie ossa. Era la stessa sensazione che si prova quando ci si fa una doccia calda dopo essere tornati a casa nel pieno dell’inverno. La neve accumulata sulle nostre giacche e sulle nostre teste si trasformò velocemente in gocce che scivolavano verso il pavimento. Il riscaldamento doveva essere piuttosto elevato in quel posto.

Stranamente, non c’era nessuno in casa. Sarebbe stata anche ora che qualcuno si fosse mostrato per esprimere quanto fossero disturbati dalla presenza di Haruhi e per mandarla via, ma non c’erano state ancora risposte ai suoi richiami.

“Che sia una casa stregata?” mormorai mentre mi guardavo intorno. Appena messo piede oltre la doppia porta, ci si trovava in un salone. Era forse meglio dire che ci si trovava nell’anticamera di un albergo di alta classe? I soffitti erano parecchio alti, con un lampadario a bracci appeso per l’illuminazione. Il pavimento era ricoperto da moquette rossa. Dall’esterno poteva sembrare come un castello infestato, ma l’interno era piuttosto moderno. Un impressionante ascensore che portava al secondo piano si trovava al centro della stanza. Se ci fosse stato un guardaroba, avrei potuto scambiarlo per il piano terra di un albergo.

“Vado a dare un’occhiata.”

L’assenza del proprietario dava fastidio ad Haruhi. Si tolse la giacca da sci e scalciò via gli scarponi.

“Non mi preoccupo tanto visto che è un’emergenza, ma non vorrei che ci succedesse qualcosa per essere entrati in una proprietà privata. Vado a vedere se c’è qualcuno qua in giro. Voialtri aspettate qui.”

Come ci si aspetterebbe dal capo, aveva fatto un annuncio degno di un leader.

Mentre Haruhi stava per andare, con solo le calze: “Aspetta.” la chiamai.

“Vengo con te. Chissà cosa succederebbe se tu andassi da sola e facessi qualcosa completamente fuori di senno.”

Mi tolsi in fretta scarponi e giacca. Il mio corpo divenne istantaneamente più agile. Tutta la stanchezza per esserci persi nella montagna innevata circondata dalla tempesta sembrava svanita. Misi da parte gli indumenti pesanti.

“Koizumi, prenditi cura di Asahina-san e di Nagato nel frattempo.”

Un sorriso contorto apparve sul viso del ragazzo esper, che non era in grado di aiutarci per nulla in questa situazione, e annuì leggermente. Guardai l’espressione preoccupata di Asahina-san e diedi un’occhiata a Nagato che stava ancora in piedi.

“Andiamo. Questo posto è enorme, i proprietari potrebbero essere all’interno e questo spiegherebbe perché non ti hanno sentito mentre strillavi.”

“Da quando sei tu a dare gli ordini? In situazioni come queste tocca solo a me! Fai come ti dico di fare!”

Con la lingua tagliente, Haruhi sfoggiò il suo potere, mi afferrò per il polso e disse agli altri tre: “Torneremo subito. Koizumi, prenditi cura delle altre due.”

“Ricevuto.”

Koizumi le rispose con il suo tipico sorriso e annuì con la testa verso di me.

Immagino che quel ragazzo stesse pensando la mia stessa cosa. Non avremmo trovato anima viva anche esplorando ogni angolo di quella casa. Per qualche motivo, ne ero convinto.

Haruhi decise di esplorare per prima cosa il piano superiore. Solo salendo le enormi scale, lunghi corridoi si mostrarono alla nostra destra e alla nostra sinistra e nei muri si presentavano un numero incredibile di porte di legno. Decidemmo di aprire una di quelle, che non mostrò alcuna resistenza. Trovammo un’ordinata stanza da letto in stile europeo.

Alla fine di ogni corridoio c’erano altre scale e salimmo, naturalmente andando in qualunque direzione Haruhi decideva.

“Allora, adesso andiamo di qua.”

Haruhi indicava la direzione con una mano, mentre con l’altra mi tirava per il polso. Ogni volta che raggiungevamo un nuovo piano, urlava: “C’è nessuno qui?” Il volume era così alto, che ero tentato di coprirmi le orecchie, ma non potevo nemmeno, avendo il polso trattenuto, perciò tutto quello che facevo era eseguire ciò che Haruhi mi diceva di fare e starle vicino.

Visto che c’era un innumerevole numero di stanze, potevamo solo aprire alcune porte per sbirciare dentro. Dopo aver visto che c’era ancora lo stesso tipo di stanza da letto, eravamo al quarto piano.

Le luci da notte sono sempre accese nei corridoi? Ogni piano sembra particolarmente illuminato.

Quale porta apro ora? Mentre stavo per scegliere…

“Questo mi ricorda quella volta la scorsa estate quando siamo andati fuori a vedere se la barca era ancora là.”

…Hmm, è successo. Quella volta, sono stato trascinato da Haruhi proprio come ora e eravamo corsi sotto la pioggia.

Mentre accendevo gli scuri filmati della mia memoria, Haruhi improvvisamente si fermò e, dato che mi teneva per il polso, lo feci anche io.

“Bhè, io…” continuò quietamente: “…non ricordo quando è iniziato… Ho iniziato a cercare sempre le strade meno frequentate, dove possibile. Ahh, non intendo le tipiche strade quando dico strade, piuttosto intendo quelle con una direzione o una rotta, come la strada per la sopravvivenza per esempio.”

“Oh.” acconsentii senza convinzione.

E quindi? Cosa stai dicendo?

“Per questo motivo, farei scelte diverse dalle altre persone fin dall’inizio, in questo modo farei delle esperienze diverse da tutti gli altri, visto che le scelte tipiche tendono ad essere piuttosto noiose. Non so dire perché la gente decide sempre di fare cose banali. Di conseguenza, ho scoperto qualcosa. Finchè faccio immediatamente cose diverse dalla maggior parte delle persone, troverò sempre cose interessanti che aspettano di essere scoperte.”I ribelli nati sceglierebbero un’altra strada solo perché altrimenti le cose sarebbero troppo tradizionali, andando per l’alternativa senza considerare i rischi e i benefici. Ho anche io questa inclinazione, quindi non è che non capisca quello che tu stai cercando di dire. Nonostante ciò, penso che tu sia un pò troppo estrema e stia operando oltre il livello del razionale.

Haruhi mi rispose con un sorriso da Monna Lisa.

“Nulla, non è nulla di serio.”

Cosa!? Una cosa del genere chiaramente non ha bisogno di una mia risposta, quindi non scomodarti a chiedermelo tanto per cominciare! Guarda la nostra situazione! Non è il momento di scherzare e di spassarcela!

“Piuttosto, c’è una cosa che mi passa per la testa.”

“Cos’è questa volta?” chiesi con impazienza.

“Cosa c’è tra te e Yuki?”

Haruhi non mi guardava e fissava di fronte al corridoio.

Risposi in un baleno.

“…Che stai dicendo? Non succede nulla tra noi due.”

“Bugiardo. Ho visto che sei attento a lei fin dalle vacanze di Natale. Ogni volta che ti guardo, stai guardando verso di lei.”

Haruhi guardava ancora davanti.

“Non è che hai battuto la testa o qualcosa del genere? O stai complottando qualcosa contro di lei?”

Non mi sembra di aver guardato verso Nagato eccessivamente. La proporzione rispetto a quanto guardo Asahina-san dovrebbe essere nel migliore dei casi 6:4. Ma non è il momento di dire una cosa del genere!

“Come se…”

Mi bloccai. Fin dall’evento della scomparsa, proprio come aveva detto Haruhi, avevo prestato un pò più di attenzione verso di lei. Mi sentivo un pò imbarazzato da questa cosa, perciò lo stavo negando così tanto. Ma non mi aspettavo che Haruhi lo notasse, quindi non avevo mai pensato ad una scusa da usare. E a parte quello, non potevo dirle la verità.

“Parla!”

Haruhi pronunciava ogni parola distintamente.

“Yuki è cambiata in qualche modo. Anche se sembra la stessa, ne sono sicura. Qualcosa è successo tra voi due, non è vero?”

Solo nel tempo di due o tre frasi, eravamo passati da essere in “dubbio” a essere “chiaro”. Se l’avessi lasciata continuare, quando saremmo tornati da Koizumi e le altre, sarebbe successo “seriamente” tra me e Nagato. Era vero che era successo qualcosa tra noi due, quindi era difficile negare completamente quella accusa, dovendoci pensare così improvvisamente.

“Eh…um…bhè…”

“Non cercare di fuggire, verme!”

“No! Non abbiamo fatto nulla di strano! E’ solo che, solo… in realtà…”

L’espressione di Haruhi assomigliava sempre di più a quella di un occhio di falco che punta il bersaglio.

“In realtà cosa?”

Cercai di far uscire le parole con gran difficoltà, con lo sguardo provocante di Haruhi fissato su di me.

“Nagato ha avuto dei problemi. Sì, è così. E’ venuta a parlarmene.”

Pensare nello stesso momento in cui si parla è piuttosto difficile. Diventa anche peggio se devi inventarti delle bugie improvvisando.

“A dir la verità, i suoi problemi non sono finiti. Come potrei dire… è come… insomma, deve essere lei stessa a risolverli. Io posso solo ascoltare, quello che deve fare sarà lei a deciderlo. Non mi ha detto cosa farà, quindi naturalmente sono preoccupato e forse è per questo che la guardo eccessivamente.”

“Di cosa si deve preoccupare Yuki? Perché avrebbe dovuto venire da te? Poteva parlare anche con me!”

Sembrava ancora scettica.

“Non penso che Yuki ti trovi più affidabile di me o Koizumi.”

“Praticamente, per lei va bene parlare con chiunque tranne che con te.”

Appoggiai la mia mano libera su Haruhi, le cui sopracciglia ora stavano alzate, e il mio cervello riprese il suo libero pensiero.

“E’ davvero così. Sai perché Nagato deve vivere da sola?”

“Motivi di famiglia? Non mi piace infilare il naso in questioni private, quindi non ne sono certa.”

“Ci sono stati dei cambiamenti nella sua situazione familiare. In base a quello che succederà, Nagato potrebbe dover finire i suoi giorni di vita solitaria, affittando il suo appartamento.”

“Insomma, cosa succede?”

“Per metterla semplice, potrebbe doversi trasferire. Lasciare quel condominio di lusso e andare molto lontano… forse dove ci sono i suoi parenti. Naturalmente questo avrebbe un impatto a scuola, visto che dovrebbe cambiarla. Potrebbe dover andare in un’altra la prossima primavera, quando noi inizieremo il nostro secondo anno…”

“Davvero?”

Le sue sopracciglia si stavano abbassato, se avessi insistito ancora un pò, avrebbe funzionato.

“Davvero. Ma non importa cosa i suoi genitori abbiano detto, non vuole trasferirsi. Vuole restare alla North High fino al diploma.”

“Quindi è questo che la preoccupa…”

Haruhi abbassò la testa per un pò, poi mi guardò con rabbia quando la rialzò: “Questo è un motivo ancora più importante per cui avresti dovuto dirmelo! Yuki è un membro importante della brigata, non le permetterò di andarsene da sola!”

Ero soddisfatto nel momento in cui la sentii dire così.

“Parlarne con te… Avresti solo esagerato la questione fuori dalle sue proporzioni. Saresti probabilmente corsa a casa dei suoi genitori e avresti protestato per il suo trasferimento.”

“E’ vero.”

“Nagato è convinta di dover risolvere questo problema da sola. Anche se può sembrare un pò perplessa, il suo cuore appartiene a quella stanza del club. Continuare a rimuginarci sopra è piuttosto pesante, quindi ha deciso di parlarmene. Ero in ospedale in quel periodo, quindi me lo ha raccontato una volta che mi ha visitato da sola. Semplicemente non c’era nessun altro a parte me là.”

“Allora è così…”

Haruhi sospirò leggermente.

“Quindi Yuki si preoccupa di queste cose…? Sembra essere felice ultimamente, quindi non saprei dirlo. Prima delle vacanze, ho visto dei sottoposti del Denkensha [forma abbreviata del club di ricerca dei computer] inchinarsi a novanta gradi di fronte a lei. Non sembrava importarle…”

Cercai di immaginarmi sforzandomi il più possibile come sarebbe stata Nagato se avesse dato importanza a quel fatto, ma non potevo assolutamente, quindi smisi di pensarci. In quel momento, Haruhi voltò la testa e disse: “Ma, hmmm, non importa. Sembra una cosa che Yuki farebbe.”

Sembrava che se la fosse bevuta. Lasciai entrare aria nei miei polmoni. Quale parte di questa piccola serenata suonava come qualcosa che Nagato potrebbe fare? Anche io lo credevo incredibile. Avrei dovuto evitare di dirlo, visto che Haruhi sembrava aver concluso che fosse quel tipo di ragazza.

“Non raccontarlo in giro agli altri e definitivamente non a Nagato. Non preoccuparti, sarà ancora seduta a leggere i suoi libri anche all’inizio del prossimo anno.”

“Naturalmente, non lascerei alternative!”

“Ma…”

Con il polso che bruciava per la sua stretta presa d’acciaio, offrii questa spiegazione aggiuntiva.

“In caso, solo in caso, che Nagato debba ancora trasferirsi o sia portata via contro la sua volontà, potrai fare tutto il caos che vorrai e io sarò dalla tua parte.”

Haruhi mi guardò e sbattè le palpebre due volte, poi aprì un largo sorriso e disse: “Naturalmente!”

Nel tempo in cui tornammo nel salone al primo piano, i tre ragazzi che erano rimasti indietro si erano tolti le giacche e ci salutarono con diversi volti.

Per qualche motivo, Asahina-san sembrava quasi che fosse in lacrime.

“Kyon-kun, Suzumiya-san… siete tornati, finalmente…”

“Perché stai piangendo, Mikuru-chan? Non avevo detto che saremmo tornati subito?”

Haruhi la confortò felicemente e toccò i suoi bei capelli, mentre Koizumi mi mostrava delle espressioni più dispersive.

Che cosa sta cercando di dirmi con quello sguardo? Cercare di farmi capire qualcosa con quelle occhiate è inutile, non riesco a capire anche se ti impegni al massimo.

La solitaria Nagato era là in piedi, guardando direttamente Haruhi con le sue pupille scure. Sembrava ancora più inanimata del solito. Anche per una forma di vita organica creata dagli alieni, dover andare in giro in mezzo a tutta quella neve come un piccolo spazzaneve doveva essere troppo. Lo spiegherò così, in modo da poterlo capire anche io. Nagato non era un individuo perfetto. Ne ero ben conscio.

“C’è qualcosa che devo dirti…”

Koizumi si avvicinò con nonchalance al mio orecchio.

“Ma non devi farlo sapere a Suzumiya-san.”

Siccome la metteva in quel modo, era meglio ascoltare.

“Quanto tempo pensi che voi due siate stati via?”

“Non dovrebbe essere più di mezz’ora.”

Anche se avevo ascoltato Haruhi mentre straparlava su stupidaggini e mi ero dovuto inventare delle bugie, non mi sembrava che ci fossimo allontanati per più di quel tempo.

“Sapevo che lo avresti detto.”

Koizumi sembrava dubbioso, ma in qualche modo soddisfatto.

“Per noi che siamo rimasti indietro, sono passate tre ore dal momento in cui siete andati in esplorazione fino a quando siete tornati.”

Nagato era stata il cronometro, secondo Koizumi.

“Mikuru-chan è agitata perché siete stati via troppo a lungo.”

Il ragazzo spostò alcune delle sue frange essiccate e continuò con un sorriso: “E’ per questo motivo che ho deciso di fare un esperimento. Ho chiesto a Nagato di andare oltre un angolo dove non potevamo vederla e le ho chiesto di contare dieci minuti prima di tornare. Nagato lo ha fatto senza obiezioni. Si è diretta verso il passaggio alla fine del salone e è scomparsa dietro l’angolo… Nonostante ciò, prima che io fossi arrivato a contare fino a duecento, è ritornata. Non fare altro che stupirmi, visto che a me sembrava che si fosse allontanata per circa tre minuti, mentre lei aveva cronometrato esattamente dieci minuti.”

Nagato non può assolutamente essersi sbagliata. Non è che tu ti sia addormentato o abbia contato male?

“Asahina-san stava contando tranquillamente con me ed aveva trovato i miei stessi risultati.”

Capisco… In ogni caso, sono convinto ancora che i calcoli di Nagato siano più corretti.

“Nemmeno io dubito della sua precisione. Non può fare errori semplicemente contando.”

E quindi? La situazione è questa.

“Ho il sospetto che lo scorrere del tempo in questa mansione vari in base al luogo… o che il tempo percentuale di ognuno di noi e il tempo generale abbiano una discrepanza. Non so dire quale sia più corretto… potrebbero essere giuste anche entrambe le ipotesi.”

Koizumi guardò Haruhi, che stava allegramente confortando Asahina-san con i suoi modi sfacciati, e me.

“Sarebbe meglio se ci muovessimo in gruppo, temo che questa confusione cronologica possa peggiorare. Sarebbe abbastanza un sollievo se questa fosse la portata dell’evento, visto che ci sarebbero modi di rimediare se la disfunzione temporale fosse attiva solo in questa costruzione. Però, che succederebbe se fosse già stata attiva prima di venire attirati in questo posto? Che mi dici della tempesta arrivata senza preavviso e successivamente del viaggio senza poter raggiungere alcuna destinazione? Se fossimo stati spinti in un altro spazio-tempo, allora…”

Guardai verso Asahina-san, a cui Haruhi aveva scompigliato tutti i capelli, e verso Nagato. La sua capigliatura, che era stata spettinata dal vento, si era asciugata e tornata normale e anche la sua carnagione era tornata ad essere un bianco più tiepido della neve.

Iniziai a sussurrare a Koizumi: “E quindi, voi tre dovete aver avuto un meeting di gruppo. Qualche risultato?”

“Asahina-san non aveva nulla da proporre.”

Era più che chiaro, guardandola piangere in quel modo. L’attenzione ora era puntata verso l’altra persona.

Koizumi abbassò ulteriormente il suo tono di voce: “Non ha detto assolutamente nulla. E’ andata senza aprire bocca quando le ho chiesto aiuto ed è rimasta in silenzio quando è tornata. Quando le ho chiesto se aveva davvero misurato dieci minuti, ha risposto solo annuendo col viso. Non ha dato altre opinioni.”

Nagato continuava a fissare la moquette rossa.

La sua faccia inespressiva è la stessa oggi di come era ieri. Anche se mi sembra che sia in qualche modo basita… Sto forse pensando troppo?

Proprio quando stavo per mostrare qualche segno di preoccupazione nei suoi confronti…

“Kyon, che diavolo fai? Sbrigati e fai rapporto agli altri.”

Haruhi, con uno sguardo penetrante, parlò dei risultati della spedizione: “Siamo tornati dopo aver fatto un giro e ci sono solo stanze da letto dal primo piano in su. Pensavamo che ci fossero telefoni…”

“Sì, ma non ne abbiamo trovato nessuno.” aggiunsi: “Inoltre non ci sono televisioni o radio. Non abbiamo neanche visto prese del telefono o apparecchiature wireless.”

“Capisco.”

Koizumi si toccò il mento con la punta delle dita.

“In altre parole, non c’è modo di contattare o ottenere informazioni dall’esterno.”

“Per lo meno dal primo piano in su.”

Non c’era segno di ansietà nel suo sorriso: “Andrebbe bene se ci fosse qualcosa al piano terra, anche se, ci sarà? Questa casa è così grande, potrebbe esserci da qualche parte una stanza specificamente usata per le comunicazioni.”

Quindi andiamo a cercarla – Haruhi fece segnali con le mani invece che con una bandiera e fece venire la preoccupata Asahina-san al suo fianco.

Seguii dietro Koizumi e Nagato e camminammo fuori dal salone.

Ci trovammo nella sala da pranzo subito dopo. In uno spazio arredato in stile antico, trovammo un lussurioso, luccicante, luccicante candelabro dorato poggiato sopra un tavolo ricoperto da una tovaglia bianca. Queste cose si vedono anche nei ristoranti a cinque stelle, che non avevo mai avuto la grazia di vedere in vita mia, quindi conoscevo molto poco. Semplicemente guardando verso l’alto, c’era un altro lampadario a bracci che pendeva dal soffitto, che guardava freddamente i membri della SOS Dan.

“Non c’è davvero nessun altro.”

Haruhi portò alla bocca una tazza di thè fumante.

“Dove sono andati tutti? Illuminazione e riscaldamento sono ancora accesi. Che spreco di elettricità! Non c’è una stanza delle comunicazioni. Perché?”

Il thè caldo con latte che stava sorseggiando era stato appena preso dalla cucina, che sembrava quella di un ristorante di alta classe, come le tazzine e le bottiglie d’acqua. Aspettando che l’acqua bollisse, Asahina-san e Haruhi cercarono in giro e trovarono luccicanti oggetti da cucina in un ripostiglio che sembravano essere lavati e asciugati. Il frigorifero extra large conteneva abbastanza cibo, facendo sembrare strano che quella fosse una casa abbandonata. Sembrava che nel momento in cui eravamo arrivati, gli abitanti del posto avessero fatto le valigie e se ne fossero andati. No, anche quella ipotesi aveva dei buchi. Perché fosse vera, avrebbero dovuto esserci in ogni caso segni di vita.

“Sembra quasi una nuova Mary Celeste.” [nave trovata nel 1872 alla deriva senza nessun segno di persone a bordo, 8 uomini di equipaggio, la moglie e la figlia del capitano e un gatto. Tuttora non si hanno spiegazioni concrete sulla loro scomparsa.]

Haruhi voleva tirare su il morale, ma del tutto inutilmente.

Tutti e cinque stavamo portando avanti l’esplorazione del piano terra. Camminando in fila, aprivamo ogni porta che ci trovavamo davanti e ogni volta trovavamo qualcosa che potevamo usare. C’era la stanza per il bucato con un’enorme lavatrice, un bagno gigantesco delle dimensioni paragonabili a quelle di un bagno pubblico e anche una sala giochi completa di tavolo da biliardo, da ping pong e un Mah-jong automatico…

Spero solo che le stanze in questo corridoio non siano spazi appena creati.

“C’è un’altra possibilità…”

Koizumi mise la tazzina sul piattino e giochicchiò con lo scintillante candelabro. Pensai che volesse rivendicarlo come proprio, ma dopo averlo esaminato per bene, lo rimise al suo posto.

“Gli abitanti della casa sono andati a fare un giro prima che iniziasse la tempesta, ma non possono tornare a causa del tempo.”

Mostrò un leggero sorriso, probabilmente per il bene di Haruhi.

“Se fosse così, torneranno quando la tempesta passerà. Spero che si metteranno nei nostri panni e ci perdoneranno per essere entrati maleducatamente nella loro proprietà.”

“Lo faranno sicuramente, visto che non avevamo davvero altri posti dove andare. Ahh, potrebbe essere che questa mansione sia stata pensata come rifugio d’emergenza per sciatori come noi che si sono persi? Potrebbe spiegare come mai non c’è nessuno.”

“Quale tipo di rifugio d’emergenza non avrebbe un telefono?”

Il mio tono suonava davvero sfinito. Avevamo realizzato così poco dopo che tutti e cinque avevamo controllato porta dopo porta in quel piano. Quella costruzione non aveva mezzi per contattare o raccogliere informazioni dall’esterno, non aveva neanche un orologio.

Ma, prima di tutto, pensavo che violasse chiaramente le regole architetturali e i codici per la sicurezza contro gli incendi.

“Chi diavolo costruirebbe un rifugio d’emergenza così largo e goffo?”

“Forse qualche organizzazione nazionale o municipale? Che opera con i soldi delle tasse dei cittadini? Vedendola in questo modo, mi fa sentire giustificata se bevo questo thè nero. Dopotutto, pago le tasse anche io. Mikuru-chan, dammi una mano.”

“Eh? Ahh, d’accordo.”

Fu trascinata in cucina, subito dopo averci lanciato uno sguardo preoccupato. Era ingiusto nei confronti di Asahina-san, ma la teoria della distorsione temporale di Koizumi mi preoccupava, quindi l’allontanamento di Haruhi non poteva venire in un momento migliore.

“Nagato,” dissi alla ragazza coi capelli corti, che stava guardando il fondo di una porcellana lì a fianco: “Che cos’è questa mansione? Dove siamo esattamente?”

“Questo spazio mi sta causando uno stress significante.”

Mi disse questa frase.

Non capisco. Che cosa significa? Non puoi contattare il tuo creatore o il tuo patrono e chiedergli aiuto? E’ una situazione straordinaria. Dare una mano ogni tanto è troppo?

Il volto che alla fine si girò verso di me, non mostrava ancora segni di emozioni.

“La mia connessione con l’Entità Senziente di Dati Integrati è stata interrotta. Motivi sconosciuti.”

Non capivo perché lo dicesse così semplicemente. Dopo essermi ricomposto, le chiesi ancora: “…Quando è successo?”

“Dalla mia prospettiva temporale, da sei ore e tredici minuti fa.”

E’ difficile associare un numero tanto preciso avendo perso il senso del tempo. Proprio quando stavo cercando di calcolare…

“Fin dal momento in cui siamo entrati nella tempesta.”

Le pupille scure non erano cambiate, ma il mio cuore stava pompando un fiume intero.

“Perché non hai detto nulla finora?”

Non le sto dando una colpa. La magia del silenzio di Nagato è un suo tratto caratteristico. E’ meglio dire che è nata in quel modo, che dire che lo ha preso col tempo.

“Quindi intendi che questo spazio non è il mondo reale? Non solo questa mansione… ma anche la montagna innevata da cui non riuscivamo ad uscire? Tutto questo è uno spazio alternativo creato da qualcuno là fuori?”

Nagato si zittì per un pò di tempo, prima di rispondere: “Non lo so.”

Abbassò la testa in segno di sconfitta.

Sono in qualche modo ansioso, visto che mi ricorda la Nagato di quel giorno. A parte questo, esiste qualcuno a parte Haruhi capace di creare una tale anomalia che neanche Nagato riesca a comprendere?

Guardai verso il soffitto e chiesi all’altro membro della SOS Dan: “Cosa ne pensi? Hai qualcosa da aggiungere?”

“Tralasciando i commenti di Nagato, questa anomalia è al di sopra della mia comprensione.”

Prestai attenzione al vice capo della Brigata, che si stava chiarendo un poco: “Da quel che ne so, questo non è uno Spazio Chiuso dei casi precedenti. Non è uno spazio creato da Suzumiya-san.”

Ne sei certo?

“Sì. Puoi chiamarmi esperto quando si parla dello studio delle sue attività mentali. Se avesse cambiato il mondo fisico, lo saprei sicuramente. Invece non ha fatto nulla del genere questa volta, visto che non ha sperato che avvenisse questo imprevisto. Posso garantire che non è in alcun modo legato a lei. Scommettiamoci pure se vuoi, non importa quanto vuoi puntare, io raddoppio la puntata.”

“Allora chi potrebbe essere?”

Sentii un leggero senso di brividi. Poteva essere per la tempesta, ma la vista dalla finestra della sala da pranzo era grigio uniforme. Se un Avatar color blu neon avesse improvvisamente sbirciato da quella, non sarebbe di certo stato in contrasto con lo sfondo.

Koizumi fece un’imitazione di Nagato restando in silenzio, facendo spallucce. Non sembrava preoccupato. In ogni caso forse stava sfruttando le sue abilità di attore, per non mostrarmi il suo sguardo ansioso.

“Scusate l’attesa!”

In quel momento, Haruhi e Asahina-san portarono un grosso piatto pieno di panini verso di noi, alto come una montagnetta.

Il mio orologio biologico mi diceva che non avevamo aspettato a lungo. Non dovevano essere passati neanche cinque minuti da quando Haruhi aveva trascinato Asahina-san in cucina. Però, quando, facendo finta di nulla, lo chiesi ad Haruhi, scoprii che ci avevano messo circa mezz’ora a farli tutti. Giudicando dai risultati, non penso che stesse esagerando. Ogni singolo toast era stato cotto, il prosciutto e il cavolo erano stati conditi, le uova erano state tagliate dopo essere state bollite e c’era maionese per concludere l’opera. Solamente preparare gli ingredienti avrebbe necessitato più di cinque minuti. Inoltre, data la quantità di panini fatti, non importa quanti angoli erano stati girati, sicuramente era stato necessario abbastanza tempo.

Non c’entra nulla, ma devo dire che sono piuttosto buoni. Ho già avuto occasione di gustare le capacità culinarie di Haruhi già a Natale. In che cosa non è brava questa persona? Se l’avessi incontrata alle elementari, forse l’unica materia in cui potevo batterla era etica…

Mi colpii da solo in testa.

Ora non è il momento di pensare a questo. L’unica cosa di cui bisogna preoccuparsi è la nostra situazione.

Asahina-san sembrava attenta a chi mangiava quelli che aveva cucinato lei. Ogni volta che iniziavo a mangiare un altro panino, guardava intensamente con anticipazione e la sua espressione facciale passava ad intermittenza da rilassata a tesa. Si capiva facilmente prima quali erano di Haruhi e quali di Asahina-san.

C’era qualcosa che non sapeva. Non l’avevo detto neanche a Koizumi. Haruhi definitivamente non doveva venire a saperlo.

Solo io e Nagato eravamo al corrente di qualcosa che io non avevo fatto.

E’ vero…


Dovevo ancora tornare nel passato a salvare il mondo.


Inizialmente avevo pensato che non fosse una priorità e se anche lo avessi fatto intorno a capodanno sarebbe stato a posto. Il fatto di doverlo in qualche modo far sapere ad Asahina-san mi faceva soltanto rimandare.

Quindi lasciarlo fino al prossimo anno e dimenticarsene non andava bene?

Cosa sarebbe successo se non avessimo mai potuto lasciare quella villa…?

“Aspetta un secondo.”

E’ strano. Io e Nagato, assieme ad Asahina-san, siamo decisamente andati nel passato verso metà Dicembre. Come altro si potrebbe spiegare il fatto di aver visto quei tre quella volta? Per metterla semplice, torneremo sicuramente nel nostro corretto spazio-tempo. Pensarla in questo modo mi rassicura.

“Avanti, avanti, buttatevi.”

Haruhi prese i panini e si riempì la bocca, mentre allo stesso tempo inghiottiva del thè nero.

“Ce ne sono ancora tantissimi, avanti abbuffatevi, ne farò quanti ne vorrete. Nella dispensa abbiamo cibo più che a sufficienza per andare avanti.”

Koizumi sorrise goffamente, mentre gustava il suo panino al prosciutto e braciola.

“Delizioso. Semplicemente delizioso. Non ha nulla da invidiare a quelli che offrono i migliori ristoranti.”

Questo complimento esagerato era senza dubbio rivolto ad Haruhi, anche se non mi preoccupavo per nulla di lei. Nemmeno lo ero per Asahina che sembrava non gustarsi il pranzo per il senso di colpa nel consumare le provviste altrui.

“…”

Piuttosto, era Nagato.

Mangiare un boccone di tanto in tanto non era il suo modo di fare.

Il feroce appetito dell’intelligenza artificiale organica era più unico che raro. Il movimento forchetta-bocca sembrava essere diminuito almeno della metà.


Dopo che la scena degenerò con me ed Haruhi che andammo spalla a spalla a ripulire la maggior parte degli snack…

“Al bagno.”

La proposta improvvisa di Haruhi non incontrò alcuna obiezione. Era nella sua natura partire dal presupposto che se non c’era alcuna obiezione significava la piena approvazione di tutti.

“Questo bagno è abbastanza grande, ma non c’è divisione per uomini e donne, dunque dobbiamo per forza fare dei turni. In qualità di comandante, non ammetto atti indecenti all’interno della SOS Dan. Le ragazze vanno per prime, qualche problema?”

Non avendo davvero idea di cosa fare, avere una persona come Haruhi che comandava tutti passo a passo era una buona cosa. Così potevamo concentrarci su altro. Se qualcuno si trova in difficoltà senza avere un capo, potrebbe muovere il corpo meccanicamente per stimolare il cervello. Chissà che improvvise scintille di ispirazione apparirebbero. Un brindisi al potere del mio cervello.

“Prima, decidiamo le camere. Quale volete? E sì, sono tutte uguali.”

Secondo le ipotesi di Koizumi, sarebbe stato meglio se tutti fossimo rimasti nella stessa stanza, ma se qualcuno avesse osato proporre una cosa simile, si sarebbe dovuto aspettare un pugno diretto in faccia da Haruhi. A volte la propria incolumità viene per prima di tutto.

“E’ meglio se dormiamo tutti in camere vicine. Ad esempio le une di fronte alle altre o accanto, se ce ne sono cinque.”

Aggiungendo queste parole serie Haruhi si alzò.

“Bhè allora, dormiremo al primo piano.”


Haruhi uscì a grandi passi e noi ci affrettammo a seguirla. Prima di raggiungerla gettammo le giacche a vento rimaste nell’atrio nell’asciugatrice in lavanderia. Haruhi scelse le cinque camere più vicine alle scale in modo da scendere subito di sotto quando il padrone della tenuta sarebbe ritornato. Io avrei dormito vicino a Koizumi e le camere di fronte erano occupate in ordine da Nagato, Haruhi e Asahina-san. La stanza di Haruhi era proprio di fronte alla mia.

La sensazione che emanavano quelle camere era la stessa di quando Haruhi ed io le avevamo ispezionate prima. Ognuna era arredata sobriamente, giusto un posto per sprofondare nel sonno. Persino le suite commerciali più economiche sono arredate meglio. A parte una toletta d’antiquariato, c’erano solo le tende ed il letto. Le finestre erano chiuse ermeticamente. Guardando bene, si notava che erano doppi vetri. Forse era per avere un migliore isolamento acustico, dato che nonostante il tempo terribile che c’era là fuori, l’ambiente dentro era tranquillissimo, il che dava proprio un senso di ansia.

Dato che non avevamo bagagli da disfare, decidemmo che dopo aver preso possesso delle camere, ci saremmo trovati nel corridoio con la moquette rossa.

Haruhi parlò con un sorrisetto provocatorio: “Kyon, sai cosa?”

Cosa dovrei sapere?

“Chi stai prendendo in giro? Decisamente tu non sei in grado di fare l’unica cosa che un ragazzo preoccupato farebbe in una simile situazione. Odio quel banale modo di fare.”

Cosa dovrei fare dunque?

“Quindi…”

Haruhi prese le braccia dei due membri femminili, appoggiando la testa a destra accanto ai capelli dell’immobile Nagato, e disse tutto d’un fiato urlando: “Non sbirciare!”


Uscii, anzi, sgattaiolai dalla mia camera non appena il gruppo delle tre ragazze se n’era andato, con la scalmanata Haruhi in mezzo a loro. L’aria era tiepida ed il corridoio deserto, inalterato dalla bufera là fuori, ma il mio cuore era tutt’altro che tranquillo. Non ero appagato da quel tepore che contrastava con i brividi del mio cuore.

Camminai in punta di piedi verso la stanza vicina e bussai lievemente alla porta.

“Posso esserti utile?”

Koizumi mostrò la sua faccia ed un sorriso di benvenuto. Proprio mentre stava per parlare, misi il mio dito indice sulla sua labbra e di conseguenza lui chiuse la bocca. Senza una parola, entrai furtivamente nella sua camera. A dire il vero avrei preferito che fosse stata la camera di Asahina, ma non era il momento.

“Prima di tutto devo dirti una cosa.”

“Oh?”

Si sedette sul letto e mi fece cenno di accomodarmi.

“Di cosa potrà mai trattarsi? Sono curioso. Qualcosa che le altre tre non devono sapere?”“Beh se ne arrivasse voce solo a Nagato andrebbe bene.”

Che cos’é? Mi chiedete davvero di cosa si tratti?

Naturalmente riguardava ciò che era successo dal momento in cui Haruhi scomparve fino a quando mi svegliai all’ospedale. La ricomparsa di Asakura Ryouko, il Tanabata di tre anni fa rivissuto due volte, i membri della SOS Dan in situazioni distorte, Asahina adulta ed il piano di resurrezione del pianeta, e poi...

“Ci vorrà un po’ di tempo.”

Koizumi era un bravo ascoltatore. Non solo rispondeva bene quando facevo una pausa, mantenne anche costante l’attenzione del tipico studente modello per tutto il tempo, fino alla fine.

Dato che mi concentrai sui punti salienti, non mi ci volle molto per spiegare tutto. Pensai di spiegare anche dei dettagli sinistri per alcune parti della storia, ma preoccupandomi di agevolare in primo luogo la comprensione, optai per un riassunto conciso.

Koizumi esclamò dopo aver ascoltato tutto: “Dunque é cosí.”

Non sembrava particolarmente sconvolto. Lo vidi toccarsi un lato della bocca col dito.

“Se tutto ciò che hai detto è vero, allora posso solo dirti che era davvero molto interessante.”

Cerchi forse di essere gentile con quell’’interessante’?

“No, lo penso davvero, anche io mi ero fatto un’idea simile. Se hai vissuto tutte queste cose, allora i miei sospetti hanno un fondamento.”

L’espressione del mio viso sembrò dire: “Non va bene per niente. Che diavolo significa che ti sei fatto un’idea simile?”

“Suppongo che si sia indebolito parecchio.”

Cosa?

“Il potere di Suzumiya-san. Ed anche la capacità di manipolazione di Nagato-san.”

Di che cosa stai parlando?

Guardai Koizumi. Mostrò il suo tipico sorriso innocente.

“Suzumiya-san crea molto meno spesso degli Spazi Chiusi, come ti avevo menzionato durante le feste di Natale. Quasi in risposta a questo, sento che Nagato-san… come dire? Quella sua aria da aliena? Tale sensazione o caratteristica sembra essersi drasticamente ridotta.”

“… cosa?”

“Suzumiya-san sta diventando sempre più una ragazza normale. Come anche Nagato-san, che è sempre meno un terminale dell’Entità Senziente di Dati Integrati.”

Koizumi mi guardò.

“Dal mio punto di vista, non potrei chiedere uno sviluppo migliore. Se Suzumiya-san scende a patti con sé stessa nella realtà, non avrà bisogno di pensare a cose come cambiare il mondo, il che in effetti metterebbe la parola fine alla mia missione. E sarebbe a mio vantaggio se anche Nagato-san diventasse un’ordinaria liceale senza alcun potere speciale. Per quanto riguarda Asahina-san… beh, non fa differenza per qualcuno che viene dal futuro, non importa in che modo si risolvono le cose.” Continuò col suo monologo, come se non fossi lì.

“Devi tornare nel passato per riportare te stesso ed il mondo alla normalità. Questo perché sei stato testimone del tuo futuro insieme a Nagato-san e Asahina-san, giusto?”

Esatto.

“Comunque ora siamo dispersi su questa montagna in cui si è abbattuta una bufera di neve. Ci siamo ritrovati in questa strana tenuta, che qualcuno molto previdente ci aveva preparato, chiusi dentro uno spazio alternato che nemmeno Nagato-san può comprendere. Questo stato delle cose continua, nessuno di voi tornerá mai nel passato. Dunque, almeno tu, Nagato-san e Asahina-san dovete tornare in una dimensione normale. No, dovrebbe essere certo, il fatto che tutti voi ritorniate in una dimensione normale è indiscutibile.”

Sarebbe strano se non fosse così. Non sono in uno stato di panico solo per questo motivo. In quel momento ho sentito sicuramente la mia voce. Tuttavia, se devo ancora ritornare a quel momento del tempo, tornare indietro nel passato dev’essere qualcosa che faró nel futuro. Questo significa che non saremo bloccati per sempre in quest’assurda casa con una bufera che imperversa là fuori, dato che la nostra fuga é giá sicura. Per parafrasare Asahina(adulta): “O altrimenti il tuo attuale te stesso non sarebbe qui.”

“Dunque é cosí.” Koizumi ripetè, sorridendomi: “Comunque, ho altre teorie, ma sono tutte pessimiste. Per farla breve, sarebbero delle ipotesi che suggerirebbero che poco importa anche se non saremo mai in grado di ritornare allo spazio-tempo originale.”

Smettila di girarci intorno, arriva al punto.

Dopo il preambolo, Koizumi abbassò la voce con accortezza.

“Supponiamo che in questo momento non siamo i ‘noi stessi originali’, ma che siamo dei meri duplicati che esistono in un mondo alternativo.”

Continuò a fissarmi, come se aspettasse che assimilassi quelle parole. Ad essere onesto, stavo proprio avendo dei problemi di digestione.

“Lo dirò in un altro modo per facilitarti la comprensione. Supponiamo che le nostre menti fossero copiate così come sono e incollate in una dimensione digitale, cosa succederebbe? Partiamo dal presupposto che solo le nostre menti siano state spostate in una realtà immaginaria.”

“Questo è ciò che intendevi per duplicati?”

“Sí. Tutto può essere duplicato, non solo la mente. E’ possibile al livello dell’Entità Senziente Di Dati Integrati. In altre parole, noi che siamo intrappolati in questa dimensione alternativa non siamo gli originali, ma semplici ed accurate copie create ad un certo momento prestabilito. Per ciò che riguarda i nostri originali… beh, forse stanno allegramente festeggiando nella tenuta di

Tsuruya-san, mentre parliamo.”

Aspetta un minuto. Questo supera ogni mi immaginazione. Può essere semplicemente che io non abbia conoscenze sufficienti?

“Non credo. Per fare un esempio migliore. Supponi di giocare ad un videogioco, diciamo un gioco di ruolo genere fantasy. Sarebbe bene fare un salvataggio prima di entrare in una grotta in cui Dio solo sa cosa ci possa essere dentro. Salvare a quel punto sarebbe più che scontato. Anche se i mostri distruggessero tutto, potresti ripartire dal punto in cui hai salvato. Finché duplichi tutti i dati, puoi tenere la copia principale al sicuro e lasciare che la versione duplicata dei membri della SOS Dan siano esposti al rischio. Se qualcosa andasse storto, premere il tasto reset risolverebbe tutto. Non pensi sia sensato usare questa metafora per la nostra attuale situazione?”

“Koizumi…”

Una forte sensazione di dejà-vu mi colse nel momento in cui lo dissi. Proprio come la sensazione sperimentata durante l’infinito Agosto quando improvvisamente i nostri ricordi si disconnettevano. Che cos’é? Urlai nella mia mente per quel ricordo che non riuscivo a rammentare.

Avanti! Sbrigati!

Dissi incerto: “Abbiamo già sperimentato qualcosa di simile in passato?”

“Intendi intrappolati su una montagan innevata? No, non di persona.”

“Non intendevo quello.”

Non c’entrava con la montagna innevata. Intendevo oltre a questa volta, continuavo a pensare che da qualche parte in un angolo remoto nella mia testa ci fosse il ricordo di noi scaraventati in altre dimensioni… ed un qualche luogo davvero irreale…

“Intendi quella volta che abbiamo abbattuto il grillo gigante? Quello è successo in una dimensione alterna.”

“Nemmeno quello.”

Continuai a spremermi le meningi ed un indizio a malapena visibile mi apparve.

C’era Koizumi vestito in modo strano, Haruhi, Nagato con Asahina, ed io per ultimo.

“Ahh ci siamo. Koizumi, per qualche ragione, continuo ad immaginarti con un’arpa in mano e a tutti gli altri vestiti con abiti storici mentre facevamo qualcosa…”

“Stai cercando di dirmi che ti sono rimasti dei ricordi delle precedenti incarnazioni? Credevo che non credessi a queste cose.”

Se davvero esistesse qualcosa come la reincarnazione, le persone sarebbero più comprensive ed indulgenti gli uni verso gli altri. Quel genere di cose non sono altro che pura fantasia creata per le persone che vogliono trovare una scusa per sfuggire all’attuale realtà.

“Esatto.”

Dannazione. Non riesco a ricordare.

La mia logica mi diceva che non avevo ricordi di nessuno spazio alterno, ma nel profondo il mio istinto mi diceva che non era per nulla così. Cosa poteva essere, anche se ricordavo solamente delle parole chiave frammentarie, c’erano fugaci apparizioni di re, pirati e sparatorie in un’astronave, alla deriva nella mia mente. Cosa c’era che non mi tornava? I miei ricordi mi dicevano che non c’era nulla di simile, ma allora cos’erano queste tessere che non ero in grado di rimettere insieme intrecciate dentro il mio cuore? Non riuscivo a ricomporre il mosaico.

Chissà come avrà interpretato Koizumi la mia espressione perplessa?

Continuò calmo: “Se nemmeno Nagato-san è in grado d’interpretare tutto quello che succede qui, senza contare come questo spazio stia gravando sulle sue spalle, allora non è poi così difficile concludere chi sia la mente che ha orchestrato la sventura sulla montagna innevata, così come questa tenuta.”

Non saprei dire nessun nome.

“Sarebbe qualcuno allo stesso livello o persino più bravo di Nagato-san.”

“Chi allora?”

“Non lo so, ma, partendo dal presupposto che l’intento dell’avversario sia di costringerci in questa situazione critica e farci restare qui, Nagato-san sarebbe l’ostacolo più grande per il suo piano.” Koizumi si toccò il labbro inferiore.

“Se fossi quell’individuo, sarebbe lei il mio bersaglio primario, dato che, a differenza di me che non ho poteri e di Asahina-san, Nagato-san è un androide alieno con un collegamento diretto all’Entità Senziente di Dati Integrata.”

Da quella descrizione, questa persona avrebbe potuto essere al di sopra di Haruhi. Se fosse un singolo od un gruppo, non ne avevo la più pallida idea. Ma Nagato aveva detto che il collegamento fra lei ed il suo capo era stato interrotto.

“Forse la mente è persino più potente dei creatori di Nagato. In tal caso, allora siamo già fuori gioco…”

Proprio nel bel mezzo del discorso, il giovane ragazzo sembrò pensare a qualcosa, ed incrociò le braccia attorno al busto.

“Ti ricordi di Asakura Ryouko?”

Me ne ero quasi dimenticato, ma la serie di eventi indimenticabili di questo mese mi avevano rinfrescato la memoria.

“Nell’Entità Senziente di Dati Integrata esiste una minoranza di elementi radicali. Prova a pensarci, se un eventuale colpo di stato avesse successo, cosa potrebbe succedere? Dal nostro punto di vista, sono delle entità onnipotenti. Isolare Nagato e detenerci in un altro mondo in un’altra dimensione sarebbe una passeggiata per loro.”

Ricordavo quella sociale, straordinaria e disinvolta rappresentante di classe, con quel coltello affilato. Ero stato attaccato due volte da lei e salvato altrettante da Nagato.

“In ogni caso, questo non cambia il risultato. Se non possiamo lasciare la mansione, ci dovremo rimanere per sempre.”

Cosa? Non sarà come il palazzo Ryugu-jo? [Il palazzo sottomarino di Ruyjin, il dio dragone del mare. Ai quattro lati del palazzo c’è una diversa stagione e trascorrere un giorno dentro il palazzo equivale a cento anni al di fuori dei suoi confini.]

“Centro. Potrei persino dire che ci sia stato riservato un trattamento vip. Tutto era stato predisposto. Una tenuta confortevole, il frigo pieno di cibo, il bagno riempito di acqua calda, camere accoglienti… abbiamo tutto tranne il necessario per abbandonare questa casa.”

Quest’esistenza non avrebbe senso. Non sono così insoddisfatto della mia vita da voler stare in questo spazio sconosciuto e godermi un’esistenza senza pensieri. È troppo presto per mettere la parola fine alla mia vita liceale durata meno di un anno. Oltre alle persone qui presenti, ce ne sono altre che vorrei rivedere di nuovo. Sarebbe tragico non poter più rivedere la mia famiglia ed anche Shamisen, e potrei anche dire Taniguchi e Kunikida. In cima a tutto, non mi piace l’inverno, mi spiace per gli islandesi, ma non penso mi abituerei mai a vivere nei gelidi ghiacci con la neve. Potete pure dire che sono il genere di uomo che brama il calore estivo ed il frinire delle cicale.

“Sono molto sollevato nel sentirtelo dire.” Koizumi sospirò drammatico: “Che cosa succederá quando Suzumiya-san rilascerá i suoi poteri, dopo essersi resa conto della situazione, é il dubbio maggiore. Potrebbe anche essere il vero intento dell’esecutore. Se non ci sono sviluppi, si possono usare stimoli o provocazioni. Una tattica comune. Se si trattasse davvero di uno scenario simulato, e se tutti noi fossimo dei meri duplicati degli originali, la mano dietro al sipario non ha bisogno di andarci piano. Raramente qualcuno ha dei rimorsi per la morte dei personaggi di un videogioco. Non sei d’accordo anche tu?”

Dato che lo hai menzionato, di certo non ho rimorsi. Comunque, i personaggi dei videogiochi sono solo dei numeri e preferisco piuttosto considerarmi una persona reale nel mondo reale.

“La priorità ora è scappare da qui. Sarebbe meglio affrontare una sciagura nel mondo reale, piuttosto che stare in questa dimensione parallela. Ci sarà un modo; no, piuttosto dobbiamo trovarlo. Chiunque abbia intrappolato Suzumiya-san e tutti noi è evidentemente il ‘nostro’ nemico. Non mi rivolgo a ‘noi’ come nell’’Organizzazione’ oppure nell’Entità Senziente di Dati Integrata, ma piuttosto come la SOS Dan.”

Qualunque cosa va bene. Finché la pensiamo allo stesso modo, sarai per me come un fratello. Dopodiché mi persi in profonde elucubrazioni. Koizumi si unì pensieroso, mentre sollevava il mento con la mano.

Poco dopo...

Il suono dell’accendersi di una luce ruppe il silenzio fra me e Koizumi. Mi alzai a fatica, come se il mio corpo fosse stato incollato al letto ed aprii la porta.

“Umm… il bagno ora è libero. Potete usarlo voi due.”

Sul volto Asahina aveva un lieve rossore, il che mi diede un senso di dolcezza ed innocenza. Una ciocca di capelli bagnati appiccicati alla guancia suscitava affetto e le gambe lasciate scoperte dalla maglietta leggermente lunga erano incredibilmente sexy. Se il mio stato mentale fosse stato normale, starei pensando di portarla in camera mia, metterla in un angolo e godermi la vista.

“Dove sono Haruhi e Nagato?”

Guardai nel corridoio e lei sorrise deliziosamente.

“Stanno bevendo un succo in sala da pranzo.”

Sembrando conscia del mio sguardo bramoso, si tirò giù l’orlo della maglietta.

“Ahh, i vestiti di ricambio sono nello spogliatoio. E’ li che ho preso questa maglietta. Gli asciugamani ed il necessario per il bagno sono tutti…”

E’ difficile spiegare la bellezza del suo essere così timida ed imbarazzata.

Lanciai un’occhiata a Koizumi per fargli capire di non muoversi, mi diressi velocemente verso il corridoio e chiusi la porta con la mano da dietro.

“Asahina-san, vorrei farti una domanda.”

“Di che si tratta?”

Quegli occhi rotondi e grandi mi guardarono, mentre inclinò la testa su un lato con incertezza. “Cosa ne pensi di questa tenuta? Io la trovo strana, e tu?”

Sbatté le sue lunghe e fitte ciglia e rispose così: “Umm, Suzumiya-san pensa sia parte del giallo messo in scena da Koizumi-san … come si dice? Si, qualcosa come un preludio. Questo è quanto ha detto in camera.”

Era un bene che Haruhi la pensasse così, anche se sarebbe stato un problema se anche Asahina-san l’avesse pensata allo stesso modo.

“Come la metti con l’irregolarità dello scorrere del tempo? Sei stata testimone anche tu dell’esperimento di Koizumi in prima persona, vero?”

“Sí. Ma fa parte del piano… giusto? Oppure no?”

Mi misi una mano sulla fronte, cercando di trattenere il mio sospiro. Non sapevo se Koizumi fosse cosí in gamba, ma se anche la dilatazione temporale fosse parte del suo piano, sarebbe stato troppo scorretto non avvisare prima Haruhi. Inoltre il tempo non era forse competenza di Asahina-san? Decisi di tentare.

“Asahina-san, puoi metterti in contatto con il futuro? Qui, adesso?”

“Ehh?”

La mia senpai mi guardò con un’espressione infantile e disorientata.

“Come posso dirti una cosa simile? Huhu. Questa è un’informazione segreta!”

Ridacchió, ma io non stavo scherzando e nemmeno lo trovavo divertente. Ad ogni modo continuò a ridere.

“Basta su, andate a farvi il bagno, altrimenti Suzumiya-san si arrabbierà di nuovo. Hoho.”

Con passi leggeri come una farfalla che vola sopra un campo di colze [ una pianta, dal fiore giallo brillante (o bianco a seconda della varietà)] a primavera, la mia minuta senpai scivolò giù per le scale e scomparve dopo aver girato la testa verso di me, mostrandomi uno sguardo soprannaturale ed affascinante.

Non va bene. Non si può fare affidamento su Asahina. L’unica di cui ci si può fidare è… “Dannazione!”

Sospirai guardando la moquette. Non volevo caricarla di un ulteriore fardello proprio in quel momento. Comunque, la sorte voleva che fosse lei a cambiare le cose. Le intuizioni di Koizumi erano solo strategie da tavolino e chissà quali disastri avrebbe scatenato Haruhi con il suo modo di fare. Anche con un asso nella manica, dopo i pessimi pronostici di Koizumi, non avrei agito avventatamente. La persona che aveva messo in scena tutto questo poteva averlo giá previsto.

“Cosa fare adesso…?”


Contavo mi sarebbe venuta una buona idea dopo essermi fatto un bagno che avrebbe giovato alla circolazione, ma il mio cervello si conosceva bene. Anche se mi fossi spremuto le meningi, non ne sarebbe uscita nemmeno mezza che avrebbe potuto ribaltare la nostra sorte. Un controsenso. Non mi sentivo scoraggiato, ma pensandoci era in un certo senso un pó triste.

Come aveva detto Asahina-san, nello spogliatoio c’erano degli asciugamani e dei ricambi pronti. Dei pantaloni elasticizzati e delle magliette erano appese in ordine sull’attaccapanni lì vicino. Mi misi un completo a caso e mi diressi nella sala da pranzo con Koizumi. Le tre che si erano fatte il bagno prima di noi avevano disposto in fila delle brocche di succo sul tavolo e ci stavano aspettando.

“Come siete lenti, perché diavolo ci avete messo così tanto?”

Per me, ci avevamo messo solo un pó di più rispetto a quanto tempo ci metterebbe un corvo a fare il bagno.

Sorseggiai il succo d’arancia che ci aveva offerto Haruhi e non volsi lo sguardo verso Nagato, ma fuori dalla finestra. Forse perché era accaldata, Haruhi beveva allegramente la sua lattina di succo con l’indice rivolto verso l’alto, Asahina-san sorrideva ignara della situazione, mentre Koizumi, che ne era ben consapevole, faceva lo stesso. Nagato sembrava più minuta del solito, forse per via dei capelli bagnati che le scendevano giù dritti?

Ma che ora era? Fuori imperversava una bufera di neve come prima, ma sembrava più lugubre e non completamente nero, il che mi dava i brividi. Haruhi sembrò aver perso la cognizione del tempo.

“Andiamo a giocare nella sala giochi.”

Ancora con l’umore adatto per giocare.

“Andrebbe bene anche il Karaoke, ma non giochiamo a Mahjong da tanto tempo. La posta in gioco è tre volte il numero delle pedine, e qualsiasi cosa accada voglio ottenere il punteggio più alto, dunque non ci sarà bisogno di centellinare o di aggiungere punti. Decideremo in base al punteggio finale. Kokushi Shisan-men e Su-ankou Tanki sullo Yakuman giusto?” [la terminologia del Mahjong giapponese è intraducibile]

Scossi lentamente la testa, ma non era per lamentarmi delle regole del gioco.

In questo momento, non dobbiamo di certo giocare al Karaoke o a Mahjong, ma pensare.

“Dico che dovremmo farci una bella dormita. Avremo un sacco di tempo per giocare dopo. Sono davvero stanco.”

Prima avevamo camminato molto con gli sci sulle spalle, mezzi sprofondati nella neve. Solo Haruhi non sembrava completamente sfinita.

“E’ vero…”

Haruhi sembrò voler sapere da che parte stessero gli altri. Dopo aver esaminato le espressioni di tutti: “Bene, ok, facciamo una pausa. Ma una volta che ci saremo svegliati voglio che giochiamo tutti insieme.” annunciò con lo splendore di due e tre nebulose negli occhi.


Dopo che tutti tornarono alle rispettive stanze, iniziai una mia personale riunione dentro la testa, mentre ero straiato a letto a pensare a una via d’uscita. Sfortunatamente, in quel momento, i miei io non fecero che mettere in mostra la mia inutilitá, visto che non ne usciva nemmeno una proposta costruttiva. Tutti se ne stavano in silenzio, sperando che qualcuno rompesse il ghiaccio. Mentre il tempo passava, minuto per minuto, le mie certezze divennero sempre più confuse. Ma perché dico questo?

“Kyon-kun.”

Non mi accorsi nemmeno del rumore della porta che si chiudeva, o dei passi di qualcuno che entrava, e nemmeno del fruscio dei vestiti. Mi spaventai comunque, e fui scioccato nel vedere la silhouette della persona che se ne stava in piedi in mezzo alla stanza.

“Asahina-san?”

La luce in camera proveniva dal riflesso della neve, che penetrava dalla finestra creando un ombra sul lato. Comunque, anche con questa luce fioca, ero certo di non sbagliarmi riguardo ciò che vedevo. La qui presente fata del club, il portafortuna della SOS Dan, Asahina-san.

“Kyon-kun…”

Asahina-san mostrò il suo bel sorriso mentre mi chiamava col mio soprannome, si mosse delicatamente e si sedette al mio fianco. Mi affannai per sedermi dritto, mentre le sue gambe scoperte si stendevano l’una accanto all’altra. In un certo senso c’era un’atmosfera surreale. Guardando bene, indossava degli abiti diversi rispetto a quando ci eravamo dati la buona notte nel corridoio. Non era più la stessa t-shirt lunga di prima, anche se la quantitá di indumenti non era aumentata di molto.

In quel momento, Asahina-san mi guardava, vestita con una maglietta bianca che quasi le avrei tolto col pensiero, e non era in grado di avvicinarsi di più a me.

“Beh…”

Quel bellissimo visino infantile sembrò voler qualcosa.

“Posso dormire qui?”

Queste parole bastarono a farmi balzare entrambi i polmoni in bocca. (E’pura follia!)

Quegli occhioni umidi mi guardarono dritto negli occhi, mentre la disinvolta Asahina si appoggiava leggermente alla mia spalla.

Co... cosacosacosa diavolo succede?

“Sono spaventata, continuo a camminare su e giù e non riesco a dormire… se resterò accanto a Kyon-kun riuscirò a dormire tranquilla…”

Il calore del suo corpo filtrava attraverso quella maglietta. Era un calore che poteva essere erroneamente scambiato per un fuoco. Qualcosa di soffice mi premette contro. Asahina strinse il mio braccio, e appoggiò il viso vicino al mio.

“Tutto bene?”

Non era questione di bene o male. Nessuno al mondo uomo o donna avrebbe cuore di rifiutare qualsiasi cosa ad un’Asahina-san implorante. Dunque la risposta era certamente sí, in fondo questo letto era un pochino troppo grande per una persona sola… (Aspetta!)

Hoho, mi lasciò il braccio con un sorriso affascinante ed iniziò a sbottonarsi la maglietta che già era molto aperta. Quelle sorprendenti, soffici curve lentamente apparvero. Il suo seno, che avevo visto quando fu costretta a vestirsi da coniglietta da Haruhi e quando accidentalmente entrai deciso nell’aula del club e la vidi mentre si cambiava, lo avevo impresso in una foto nascosta in una cartella segreta nell’hard disk del computer… ora era di fronte a me. (Svegliati, non é cosí!)

Sulla maglietta bianca mancavano solo due bottoni… no, uno. Era più provocante persino di un nudo integrale, dato che la modella era di alta qualità. Inoltre, comunque la si metta, la persona che si atteggiava in queste pose provocanti era pure sempre Asahina-san. (Hey!)

Mi lanciò uno sguardo con gli occhi rivolti verso l’alto e mi lanciò un timido sorriso stuzzicante. Le sue dita infine slacciarono anche l’ultimo bottone. Dovevo scostare lo sguardo? (Resta ben attento!)

Dalla maglietta completamente sbottonata, si intravedeva una pelle bianchissima, che si muoveva su e giù ad ogni respiro. Sul corpo di questa ragazza, artisticamente parlando perfetto come un opera d’arte che farebbe persino rimpicciolire Venere nella sua conchiglia (Non vi ho detto di guardare in quella direzione!), in cima alla collinetta di quel seno lisco e tondo, c’era visibile una stella…

Un profondo respiro scaturì dal profondo della gola.

“Hoo…!”

Saltai giù dal letto come una molla.

“Impossibile!”

Guarda bene! Come ho potuto non accorgermene? La ragazza davanti a me non è ‘la mia

Asahina-san’. Avrei dovuto capirlo meglio di chiunque altro. Non l’avevo fatto l’altra volta per verificarne autenticità? Lo si capisce guardando ‘quel segno’ di Asahina.

“Chi sei?”

–Non c’era la voglia sul seno sinistro di questa Asahina-san.

La bellezza seminuda seduta sul letto parlò con un aria afflitta.

“Perché? Non mi vuoi?”

Se fosse la vera Asahina-san (Vi dico che non é lei!), sarei stato in grado di continuare. No, assolutamente no. Il problema non é questo. Lei non entrerebbe mai furtivamente nella mia stanza per sedurmi. Non ce n’è bisogno.

“Tu non sei Asahina-san.”

Continuai ad indietreggiare, guardando quegli occhioni seducenti che stavano per scoppiare a piangere. Stavo per perdere il lume della ragione.

Come posso far soffrire una donna? Questo non c’entra col fatto che sia Asahina-san o meno,

vero? (Riprenditi!)

“Per favore non farlo.” riuscii a dire infine: “Chi sei? Sei la creatrice di questa strana casa, un’aliena o una viaggiatrice del tempo? Perché fai questo?”

“…Kyon-kun.”

L’Asahina-san di fronte a me sembrò tanto triste. Aveva la testa bassa e contorceva le labbra abbattuta. E poi...

“!”

Si voltò e volò verso la porta come vento, la maglietta svolazzò. Nel momento in cui lasciò la stanza, si voltò, mi guardò con le lacrime agli occhi e si diresse verso il corridoio. Quel fragore fu talmente forte che risvegliò la mia memoria. Mi ero chiuso dentro a chiave. Senza una chiave non c’era altro modo di entrare da fuori.

“Per favore aspetta un attimo!”

In quel momento, lo dissi all’improvviso con un tono rispettoso e corsi verso la porta per aprirla. Bang! Un altro fragore.

Per quanta forza ci potessi mettere, il suono di una porta che si apre non dovrebbe essere così forte da farmi tremare. Esattamente come pensavo...

“Ehh, tu…”

Mi imbattei in Haruhi.

Lei, che aveva la stanza di fronte alla mia, aveva la testa fuori dalla porta, e mi guardava con la bocca spalancata.

“Kyon, eri in camera mia un secondo fa… o no?”

C’era più di una persona oltre a lei con la testa fuori che guardava nel corridoio.

“Umm…”

La vicina di destra di Haruhi, Asahina-san, in maglietta, aveva un espressione confusa e la porta mezza aperta. Mentre la vicina di sinistra...

“…”

La figura minuta di Nagato era presente. Guardai a lato

“Cos’era quello…”

Koizumi si toccò la punta del naso e mi lanciò una strana occhiata insieme ad un sorriso impacciato. Fu chiaro che il motivo per cui l’eco dell’apertura della porta fu tanto forte era perché tutti e cinque le aprimmo nello stesso momento. Era dunque il suono di cinque porte tutte insieme.

“Perché tutti quanti? È successo qualcosa?” Haruhi tornò fra noi per prima e parlò rivolta verso di me. “Perché siamo usciti tutti contemporaneamente?”

Io stavo inseguendo la falsa Asahina... proprio mentre stavo pensando di dirlo, mi accorsi di qualcosa. Le prime parole di Haruhi non erano corrette grammaticalmente.

“E tu, allora? Non stavi uscendo per andare in bagno.”

Sorprendentemente, Haruhi abbassò la testa, si morse il labbro inferiore e parlò solo dopo un pó. “Ho fatto uno strano sogno. Ho sognato che ti intrufolavi in camera mia e non parlavi come al tuo solito… urr, e non facevi cose che avresti fatto normalmente. L’ho trovato strano… alla fine, ti ho tirato un pugno e tu sei scappato! Che strano sogno! Vero? Ma non sembrava proprio un sogno.”

Se quello era un sogno, allora questo era il seguito. Mentre guardavo Haruhi contrariata con le sopracciglia aggrottate, Koizumi si diresse verso di me.

“Anche io.”

Mi guardò dritto negli occhi.

“Sei apparso anche in camera mia. Dall’aspetto eri proprio tu, ma il tuo comportamento era semplicemente terrorizzante… ad ogni modo, hai fatto delle cose che non avresti mai fatto.”

Ne rimasi terribilmente spaventato. Il mio sguardo si distolse dal volto sorridente di Koizumi, che sembrava pensare a qualcosa, e si volse verso Asahina-san. Era quella vera. Mi bastò uno sguardo per non avere dubbi. Come avevo potuto scambiare quella ragazza per lei? Sia per le sensazioni che per i gesti, in buona fede, non erano lontanamente paragonabili.

Forse il mio sguardo la mise in imbarazzo. Asahina-san arrossì. Le ero forse apparso io?

Proprio mentre lo stavo ipotizzando: “Suzumiya-san è venuta in camera mia.”

Le sue dita intrecciate si muovevano mostrando il suo imbarazzo.

“Quella strana Suzumiya-san… non saprei come spiegarlo, ma era come un falso…”

Sí, assolutamente un falso. Certamente, questo é il problema. Perché dei nostri falsi sono apparsi nelle stanze gli uni degli altri? Asahina-san nella mia, io in quella di Haruhi e in quella di Koizumi, e Haruhi in quella di Asahina-san…

“Nagato.” continuai ad insistere: “Chi è venuto in camera tua?”

L’espressione stoica di Nagato, che indossava una maglietta come Asahina-san, si alzò e mi guardò dritto negli occhi: “Tu.”

Lo disse in un sussurro, chiuse lentamente le palpebre.

E poi...

“…Yuki?!”

Con il sottofondo delle urla confuse di Haruhi, fui testimone di una scena incredibile. Nagato, proprio Nagato Yuki in persona, cadde, come schiacciata dalla mano di un demone invisibile, giù distesa per terra.

“Yuki! Che è successo? Yuki…”

Tutti erano talmente sorpresi da non riuscire a proferir parola e rimasero esterrefatti e raggelati davanti a quella scena, solo Haruhi si precipitò sollevando quel corpicino.

“Whoa… sei bollente! Yuki, stai bene? Yuki? Yuki!”

Nagato svenuta aveva gli occhi chiusi e la testa inclinata verso il basso. Il mio istinto comunque mi disse che Nagato non stava facendo un pisolino. Haruhi abbracciò le spalle di Nagato ed urlò lanciandoci un’occhiataccia tagliente: “Koizumi, porta Yuki nel suo letto, veloce. Kyon, cerca del ghiaccio. Ce ne dovrebbe essere un pó laggiù. Mikuru vai a preparare degli asciugamani bagnati.”

Vedendo come io, Asahina e Koizumi ce ne stavamo immobili, Haruhi sbraitò di nuovo: “Datevi una mossa!”


Dopo aver visto Koizumi che sollevava Nagato completamente collassata, mi diressi in tutta fretta al piano di sotto. Borsa da ghiaccio, borsa da ghiaccio, borsa da ghiaccio, dove poteva essere? Sarà che non mi ero ancora ripreso completamente dallo shock di aver visto Nagato svenuta, ecco perché poco prima ero rimasto là impalato. Mi sembrava semplicemente impossibile. Ed ecco perché il caso della falsa Asahina-san nella mia stanza e dei nostri falsi doppioni che se ne andavano in giro per le nostre camere mi aveva già stancato e me ne volevo dimenticare.

Lasciamo stare. Non ha niente a che vedere con me.

“Dannazione!”

Male male. Maledizione. Speravo che Nagato trascorresse dei momenti tranquilli da persona normale nei prossimi giorni, e chi sapeva che sarebbe accaduto l’esatto contrario?

Non c’era alcuna traccia di borsa da ghiaccio da nessuna parte, dunque finii in cucina per istinto. A casa mia non lo tenevo nel kit del pronto soccorso, ma nel frigo. Dove avrebbe mai potuto essere in quella strana casa?

“Aspetta.”

Fermai la mano nel momento in cui strinsi la maniglia del frigo. Pregai con tutte le mie forze dopo aver visualizzato l’immagine di una borsa da ghiaccio nella mia testa. Dopodiché, lo aprii.

“…qui.”

La borsa da ghiaccio blu era sopra il cavolo. Ci era stato dato tutto a disposizione. A portata di mano. Non sapevo chi badasse così tanto ai dettagli, ma ci avrebbe portato solo ad una conclusione spiacevole. Ero più risoluto grazie a quell’individuo.

Non potevamo assolutamente restare in un posto simile.


Camminai attraverso la sala da pranzo col con la borsa da ghiaccio congelato in mano e vidi Koizumi in piedi davanti l’atrio, che curava il portone dell’ingresso. Cosa ci faceva là? La giusta ed onorevole Haruhi gli aveva forse ordinato di scavare della neve da portare a Nagato?

Proprio mentre gli stavo per dare qualche consiglio, Koizumi mi individuò ed iniziò a parlare per primo: “Sei arrivato giusto in tempo. Dai un’occhiata a questo.”

E indicò la porta. Inghiottii la saliva e guardai dove mi indicò. Vidi qualcosa di incredibile e fui talmente sorpreso che le parole mi soffocarono in gola.

“Co… cos’è!”

Questo fu tutto ciò che riuscii a cavarmi di bocca.

“Non lo avevamo mai visto prima.”

“Sí, non era qui. Sono stato l’ultimo ad entrare in casa. Quando ho chiuso la porta, non ho visto nulla di simile al momento.”

Sul lato interno della porta, c’era attaccato qualcosa di davvero difficile da descrivere. La cosa che ci andava più vicino era un pannello di controllo o un’interfaccia credo. Un pannello di circa cinquanta centimetri di lunghezza era incassato nella porta- o forse era un’interfaccia? Vi era una manciata di simboli e numeri scritti che mi fecero preoccupare molto. Li guardai con pazienza.


La prima riga era:


x-y = (D-1)-z


Quella di sotto riportava:


x= □ , y= □ , z= □


La parte “□” era concava all’interno. Mancava solo qualcuno che dicesse di infilarci qualcosa. Mentre guardavo confuso quella rientranza...

“Gli accessori sono laggiù.”

Koizumi indicò un mucchietto di forme numerate riposte in una cornice di legno sul pavimento. Guardandole bene da vicino vidi tre file di numeri da 0 a 9. Mi piegai per prenderne una e guardarla meglio. Dal peso assomigliavano alle pedine del Mah-jong. L’unica differenza erano le singole cifre arabiche incise sopra…

Dieci tipi di cifre erano divise in tre gruppi e riposti in quella semplice scatoletta di legno.

“Questi devono essere i numeri da usare per risolvere l’equazione.”

Koizumi ne prese una pure lui per esaminarla.

“Forse dobbiamo inserirle nei riquadri vuoti.”

Riguardai l’equazione e mi fece di nuovo male la testa. Senza dubbio per me la matematica era sempre stata fonte di sofferenza.

“Koizumi, sei in grado di risolverlo?”

“Mi sembra di ricordare questa equazione, ma queste indicazioni non sono sufficienti. Se bisogna semplicemente esprimere in forma di equazione i valori da entrambe le parti, allora esiste un infinito numero di combinazioni. Per ridurre la scelta ad un'unica soluzione, dovrebbero essere specificate più condizioni.”

Guardai la lettera più particolare delle quattro.

“Cosa sarebbe questa D? Non dovrebbe esserci bisogno di risolverla.”

“E’ l’unica scritta maiuscola.”

Koizumi giocherellava col suo numero 0 e disse a voce bassa: “Questa equazione… l’ho davvero già vista, ma non avevo idea che sarebbe potuta riapparire proprio qui… perché? Continuo a pensare di averla vista recentemente…”

Chiuse gli occhi e rimase immobile. Una rarità per Koizumi mostrare un espressione del genere mentre é perso in profonde elucubrazioni.

“Dunque? Pensi che abbia un significato particolare?”

Riposi la mia forma nella scatoletta di legno.

“So che ci è apparso improvvisamente un problema di matematica sul lato interno della porta, ma cosa significa?”

“Hmm.”

Koizumi tornò sull’attenti.

“Penso che questa sia la chiave, dato che la porta a doppio battente è chiusa. Aprirla dall’interno è impossibile. E’ un’inutile spreco di energie tentare di far girare la maniglia.”

“Cos’hai detto?”

“Prego, provaci da solo. Come vedi, non c’è il buco per la chiave dall’interno e nemmeno una serratura.”

Ci provai e non riuscii ad aprirla.

“Chi può mai averla chiusa? Anche se fosse automatica, si dovrebbe poter aprire dall’interno.” “Indirettamente è un’ulteriore prova che questa dimensione è al di là del buon senso.”

A Koizumi tornò il suo inutile sorriso.

“L’identità dell’esecutore è sconosciuta, ma è evidente che il nostro nemico vuole imprigionarci qui. Le finestre sono state bloccate e le porte chiuse a chiave…”

“Se è così, a cosa servirebbe l’equazione sull’interfaccia del pannello? Un rompicapo per farci passare il tempo?”

“Se la mia ipotesi fosse corretta, questa equazione sarebbe la chiave per aprire la porta.”

Koizumi continuò noncurante: “Penso anche che questo sia l’ultima via di fuga che ci ha lasciato Nagato-san.”


Risvegliai gli ultimi ricordi e, anche se ero del tutto immerso nella mia ricostruzione, Koizumi non ci fece caso e proseguì con la sua retorica.

“Potrebbe essere definito come un conflitto di informazioni. Una sorta di conflitto sottoforma di limitazione. Qualcuno ci ha imprigionati in questa realtà alternativa e Nagato-san ci ha lasciato preventivamente una via di fuga per combattere contro questa fazione oscura. Come risultato abbiamo questa equazione. Dovremmo riuscire a tornare nel nostro mondo risolvendo questa equazione, o altrimenti rimarremo qui.”

Koizumi bussò alla porta.

“Non mi è chiaro che genere di battaglia possa essere, ma, se si tratta di una sfida all’ultimo sangue fra una qualche forma senziente, la si dovrebbe intraprendere ai confini della nostra immaginazione, e questa non sarebbe altro che la manifestazione fisica di quella battaglia. Quell’interfaccia sarebbe il prodotto finale di questa battaglia.”

Un’equazione del tutto fuori luogo in questa strana e misteriosa casa.

“Non è una coincidenza il fatto che subito dopo il nostro strano sogno, Nagato sia svenuta e sia apparso questo pannello d’interfaccia … questi eventi non sono fenomeni isolati, ma in un certo senso sono correlati.” continuò Koizumi, abbastanza bravo a nascondere la sua ansia in fondo al cuore. “Questa sarebbe una chiave al di fuori di questo spazio alterno, una via di fuga creata da Nagato.”

Questo mi indusse a guardare bene tutto il pannello alla ricerca di un segnale qualsiasi ‘Copyright © Yuki Nagato’. Sfortunatamente non trovai nulla di simile.

“Fondamentalmente questa è solo la mia opinione. Nagato ha dei poteri limitati a sua disposizione all’interno di questo spazio. Considerato che il suo collegamento con l’Entità Senziente di Dati Integrata era stato interrotto, non ha potuto fare altro che appellarsi alle sue capacità, che l’hanno portata a questa contorta soluzione.”

Puoi definirla pure un’opinione, ma il tuo tono è piuttosto risolutivo.

“Hmm, è vero. L’’Organizzazione’ ha provato a stabilire dei contatti in altri modi, dunque possiedo anche io un pó d’informazioni.”

Anche se avrei voluto davvero ascoltare di più riguardo agli altri alieni, non era semplicemente il momento adatto. La cosa più urgente era risolvere l’equazione scritta su quell’interessante interfaccia. Mentre guardavo i simboli sul pannello ed i numeri nella scatoletta di legno, mi tornò alla mente la calma voce di Nagato.

“Questo spazio mi sta causando significante stress.”

Non so chi ha architettato questa trappola per attirarci in questa strana casa circondata dalla neve, ma non posso assolutamente perdonare la persona che ha fatto venire a Nagato la febbre alta e l’ha fatta svenire. Lui e quel maledetto alieno non la passeranno liscia! Non importa come, lasceremo questo posto e torneremo alla villa di Tsuruya! Nessuno escluso, tutta la SOS Dan lascerà questo luogo. Nagato ha già fatto la su aparte. Anche se non ne sono stato testimone e non l’ho sentita, lei ha sicuramente iniziato ad ingaggiare battaglia col nemico ‘invisibile’ sin da quando siamo entrati in questo spazio alternato. Questo dev’esser stato il motivo per cui sembrava più silenziosa del solito. Ha combattuto con ogni mezzo a sua disposizione, e ci ha lasciato un piccolo spiraglio. Bene allora, a noi non rimane che aprire questa porta.

“Dobbiamo andarcene di qui.”

Koizumi rispose con un sorrisetto alla mia affermazione.”

“Anche io ho le stesse intenzioni. Per quanto confortevole, questo non è un posto in cui poter restare. Utopia e Distopia sono le due facce della stessa medaglia.”

“Koizumi.”

La serietà del mio tono sorprese pure me.

“Puoi perforare il cancello in qualche modo? La situazione è piuttosto grave. Nagato si è già ammalata, dunque l’unico che ha un qualche potere sei tu.”

“Mi hai sopravvalutato troppo.”

Anche di fronte ad una tale avversità, Koizumi rispose con un sorriso.

“Non ho mai detto di essere un esper onnipotente. Le mie capacità si attivano solo in determinate circostanze. Questo dovresti-”

Lo acchiappai per il colletto e lo sollevai di peso prima che potesse finire di dire le sue idiozie. “Non voglio sentire!”

Fissai Koizumi col suo sorrisetto beffardo.

“Gli spazi alternati sono la tua specialità. Non ci si può affidare ad Asahina, e Haruhi è una bomba che può esplodere da un momento all’altro. Non hai tirato fuori i tuoi poteri l’ultima volta quando abbiamo affrontato il grillo? Oppure è l’’Organizzazione’che ha istigato quella manciata d’idioti?”

In realtà ero anche io così, non potevo fare nulla, nemmeno la più semplice valutazione. Potevo dire di essere persino inferiore a Koizumi. L’unica cosa che mi venne in mente al momento fu di picchiare a sangue Koizumi e poi di farmi prendere a pugni da lui a mia volta. Non potevo certo sfogare la mia rabbia prendendomi a pugni da solo dato che ci sarei andato piano.

“Che diamine state facendo tutti quanti?”

Si levò un brusco sibilo alle nostre spalle, alquanto seccato.

“Kyon non ti avevo forse detto di cercare una borsa da ghiaccio? Sono corsa giù per non doverti aspettare un’eternità e guarda un pó, tu e Koizumi vi esercitate a litigare. Ma che cosa avete nella testa?”

Haruhi aveva le braccia conserte circa all’altezza della vita e se ne stava in piedi fiera. La scena pareva quella del vecchietto che vive vicino casa mia quando colse in flagrante un ladro di cachi.

“In questo momento voi ve ne state qui a perder tempo! Pensate a Yuki, per un solo istante!”

Haruhi interpretò il testa a testa fra me e Koizumi come un semplice gioco, forse perché il suo cuore era altrove. Lasciai Koizumi e presi la borsa da ghiaccio caduta per terra poco prima.

Haruhi me lo tolse di mano.

“Cos’è?”

Il suo sguardo si diresse velocemente verso quella strana equazione. Koizumi si raddrizzò e rispose:

“Non ne ho idea. Ci stavamo pensando entrambi. Suzumiya-san, hai qualche suggerimento?”

“Non è la formula di Eulero?” disse senza nemmeno pensarci, che frustrazione.

Koizumi rispose: “Intendi Leonhard Euler? [Matematico e fisico svvizzero. È considerato il più importante matematico dell’Illuminismo.] Il matematico?”“Si, il matematico, ma non so come si chiama.”

Koizumi riesaminò la strana interfaccia e lo fissò per alcuni secondi.

“Sí.”

Schioccò le dita come se dovesse far colpo su qualcuno.

“Questa è la formula del grafo planare di Eulero, [In teoria dei grafi si definisce grafo planare un grafo che può essere raffigurato in un piano in modo che non si abbiano spigoli che si intersecano] o piuttosto una variante. Come non aspettarselo da Suzumiya-san.”

“Potrebbe non esserlo. Sebbene quella D dovrebbe essere un fattore dimensionale. Credo.”

Se sia o meno esatto, avrei un pó di domande che mi frullano in testa. Chi é Eulero, e che cosa ha fatto? Cos’é il teorema del grafo planare di Eulero? Lo abbiamo mai fatto a matematica?

Mentre stavo per chiederlo, improvvisamente ricordai di aver per lo più dormito durante le ore di matematica! Dunque non osai sollevare alcun dubbio.

“No, questo non fa parte del programma di studio delle superiori. Comunque il problema dei setti ponti di Königsberg [Il problema dei sette ponti di Königsberg è un problema ispirato da una città reale e da una situazione concreta. Ci si pone la questione se sia possibile con una passeggiata seguire un percorso che attraversa ognuno dei sette ponti della città di Königsberg una e una volta sola e tornare al punto di partenza. Nel 1736, Leonhard Euler lavorò sul problema e dimostrò che la passeggiata ipotizzata non era possibile.] non dovrebbe esserti del tutto estraneo.”

Ahh, si questo lo conosco. Le lezioni di Yoshizaki ogni tanto fanno riferimento a qualche problema difficile come questo durante le sue spiegazioni. Questo era quello in cui si parlava di due isolette e un fiume collegati con dei ponti? Ricordo che non vi era soluzione.

“Giusto.” Koizumi annuí: “Quel problema riguarda una superficie piatta, ma Eulero provò che è possibile avere una visione tridimensionale di un piano. La formula del grafo planare è solo uno fra i suoi leggendari lavori.”

Continuò a spiegare: “Questo principio vale per tutti i poliedri [In matematica, e in particolare in geometria solida e in teoria dei grafi, un poliedro è un solido delimitato da un numero finito di facce piane poligonali.]. Il risultato della somma dei vertici più i lati meno gli angoli deve essere 2.” [In matematica, e più precisamente in geometria e topologia, la caratteristica di Eulero è un numero intero che descrive alcuni aspetti della forma di uno spazio topologico. Si denota comunemente con χ. La caratteristica di Eulero fu formulata originariamente per i poliedri, ed usata per dimostrare vari teoremi, inclusa la classificazione dei solidi platonici: Eulero partecipò attivamente a queste ricerche.]

“…”

Vista l’espressione di chi butterebbe via tutto quanto è legato alla matematica, Koizumi sorrise ironicamente e si mise una mano dietro la schiena. Tirò fuori un pennarello nero.

Dove lo ha preso? Era nascosto di proposito? O é successo come quando mi ritrovai in mano la borsa da ghiaccio?

Koizumi si inginocchiò a terra ed iniziò a scarabocchiare sulla moquette rossa.

Nè io né Haruhi cercammo di fermarlo, dato che a nessuno sarebbe importato se qualcuno avesse ricoperto di graffiti l’intera tenuta.

Koizumi disegnò un poliedro simile a un dado.

Square.jpg

“Come vedete, questo è un esaedro regolare. Il numero dei vertici è 8, il numero delle superfici è 6. Ci sono 12 angoli. 8+6-12=2… è vero, no?”

Come se non fosse abbastanza, Koizumi disegnò un’altra forma.

Pyramid.JPG

“Questa volta ho disegnato una piramide. Ci sono 5 vertici, e 5 superfici. Ci sono anche 8 linee. 5+5-8 è ancora 2. Dunque, anche se il numero dei lati aumenta a centinaia, la risposta rimarrà sempre 2 (caratteristica di Eulero), il che riassume il principio dei poliedri di Eulero.”

“Davvero? Credo di aver capito. Ma… cosa intendeva Haruhi per fattore dimensionale?”

“E’ molto semplice. Il principio non solo lo si può applicare per gli oggetti tridimensionali, ma anche per le superfici piatte. Semplicemente la formula diventa ‘punti + lati - angoli = 1’. Il problema dei sette ponti da origine a questo principio.”

Uno nuovo scarabocchio apparve sul tappeto.

Five point star.JPG

“Come vedete, questo è il disegno di una stella a 5 punte tracciato con una sola linea.”

Questa volta conterò da solo. Ci sono 1, 2 … 10 vertici. I lati beh… 6 superfici. Le line sono le più numerose con um… un totale di 15. La soluzione di 10+6-15 è 1.

Mentre ero occupato a contare, Koizumi aveva già completato il quarto grafico. Sembrava uno scarabocchio dell’Orsa Maggiore [costellazione].

Big dipper.JPG

“Si applica anche con un simile ghirigoro.”

Non c’è davvero bisogno di continuare a cavillare. Ok, dato che lo hai disegnato, facciamo anche questo. Uhmm… ci sono 7 vertici, 1 superficie… linee … forse 7? Capisco, la risposta è davvero 1. Koizumi rimise il cappuccio al pennarello col suo inconfondibile sorriso.

“In ogni caso, la caratteristica è 2 per i poliedri tridimensionali, e 1 per gli oggetti piani. Capito? Ora guarda l’equazione.”

Il pennarello indicò l’interfaccia.

“E’ x - y = (D - 1) - z. x è il numero dei vertici, e possiamo dedurre modificando la formula di Eulero che y siano gli angoli. È chiaro che dopo aver esaminato z, originariamente a sinistra, sarebbe il numero dei lati da spostare a destra ed annullare. Come per questo (D - 1), se sostituiamo D con la caratteristica della formula di Eulero, 2 per gli oggetti tridimensionali e 1 per quelli piatti, D sarebbe rispettivamente 3 o 2. Quella D sta per l’iniziale di ‘Dimensione’.”

Ascoltai in silenzio e nel mentre misi in moto il cervello.

Hmm. Ora ho il quadro della situazione. Dunque l’equazione sull’interfaccia era collegata a quel che si chiama principio del sig. Euler, capito.

“E allora?” chiesi: “Quale sarebbe la risposta? Quali numeri nella scatoletta usiamo per sostituire x, y e z?”

“Beh…” rispose Koizumi: “Senza il poliedro originale o il grafico piano come riferimento, non posso risolverlo.”

Non trovi siano solo un mucchio di cavolate, dov’é? Dove possiamo trovare il grafico originale di cui parli?

Non lo so - Koizumi fece spallucce, ed iniziai a cadere nel panico. Proprio allora...

Haruhi, che sembrava completamente assorta nell’equazione, all’improvviso ringhiò come se si fosse ricordata qualcosa: “Questo non è poi tanto importante - oh si, Kyon!”

E che diamine!

“Dovresti andare a vedere come sta Yuki più tardi!”

Ci sarei andato anche se non me lo avessi ricordato, ma devi per forza tiranneggiarmi e blandirmi a quel modo?

“Perché quella ragazza ha pronunciato il tuo nome, anche se solo una volta.”

Il mio nome? Quella Nagato? Stai scherzando?

“In che modo mi ha chiamato?”

“Solo ‘Kyon’!”

Nagato non mi ha mai chiamato per nome, nemmeno una volta. Ahh, si fa per dire, il mio nome o il mio soprannome, Nagato non mi ha mai chiamato usando quelli. Ogni qualvolta ci abbia parlato si è sempre rivolta a me in seconda persona…

Una sottile ed irregolare sensazione si levò dal mio petto

“No…” obiettò Koizumi: “Ha detto davvero ‘KYON’? sicura di non esserti sbagliata?”

Dove vuoi arrivare? Hai un suggerimento riguardo il bisbiglio di Nagato?

“Suzumiya-san, questo è davvero importante. Per favore cerca di ricordare.”

Era un’affermazione forte da parte di Koizumi. Persino Haruhi lo trovò sorprendente, mentre ci ripensava con lo sguardo rivolto verso l’alto.

“Hmm… beh non ho capito molto bene. Forse non era KYON. In più lo ha solo sussurrato. Poteva essere anche HYON o ZEON. Decisamente non KYAN o KYUN.”

“Capisco.” Koizumi rispose soddisfatto: “Dunque ciò significa che la prima sillaba è incerta e abbiamo colto solo il finale. Hahaha, ci siamo. Nagato forse non voleva dire né KYON, né ZYON, bensì YON (quattro).”

“Quattro?” chiesi.

“Si proprio il numero ‘4’.”

“Dunque se fosse 4…”

Mi fermai e riguardai l’equazione.

“Hey!” sibilò Haruhi con impazienza: “Non abbiamo tempo da perdere a giocherellare con i numeri! Volete preoccuparvi per Yuki un secondo? Non vi sopporto, voi due!”

Lanciò la borsa ghiaccio, mentre i suoi occhi si fecero a forma di triangolo.

“Andate a vedere come sta Yuki! Sentito!”

Dopo questa stoccata, camminò a passi pesanti verso la scala. La seguimmo via con lo sguardo, e Koizumi inziò a parlare solo dopo che se ne fu andata, sicuro di sé sia nel tono che nell’aspetto.

“Ora ci sono tutte le condizioni. Possiamo risolvere cosa sta per x, y, z.”


“Per favore ripensa agli incontri che abbiamo fatto prima. Le false versioni di noi che Suzumiya-san ha ritenuto un sogno, ma che io ho trovato stranamente reali.”

Koizumi riprese il pennarello e piegò la schiena.

“Disegniamo un grafico che mostri quello che è apparso in ogni stanza.”

Koizumi iniziò a disegnare un punto sul tappeto, e lo classificò con ‘KY’.

“Questo sei tu. Asahina è venuta in camera tua.”

Da lì tracciò una linea e fece un punto alla fine che chiamò ‘ASA’.

“Suzumiya è apparsa nella camera di Asahina.”

Questa volta, disegnò una linea in basso a sinistra in diagonale, e scrisse ‘SUZU’ sul nuovo punto.

“In camera di Suzumiya, ci sei entrato tu.”

Dopodiché, allungò la linea da ‘SUZU’ a ‘KY’ e completò un triangolo rettangolo.

“Ed in camera mia tu. Ahh, dovrei dire una persona che ti somiglia, non tu. Non credo avresti fatto quel che ha fatto lui, neanche se fossi impazzito.”

Tracciò una linea verso il basso attraverso ‘KY’ e chiamò il punto ‘KO’.

“Anche Nagato ha detto che tu sei entrato in camera sua.”

Ora capivo. Koizumi richiuse il pennarello e si fermò dopo aver disegnato una linea dal mio punto verso destra, l’ultimo punto lo chiamò ‘NAGA’.

“Tutto è correlato. Sembrerebbe quasi che i nostri falsi che apparentemente ci sono apparsi in sogno in realtà fossero delle apparizioni create da Nagato.”

Fissai il nuovo grafico disegnato da Koizumi senza spostare da lì lo sguardo.

Four.JPG

Era esattamente un ‘4’ disegnato in un solo tratto.

“Ora non ci rimane che applicare direttamente questo grafico all’equazione sulla porta. Questo grafico dev’essere riferito ai nostri doppioni. Dato che si tratta di un grafo planare, D sarebbe ‘2’.”

Koizumi sispostò il ciuffo a lato e continuò con un sorriso: “x=5, y=5, z=1. Questa è la risposta. Entrambi i lati diventano 0.”


Mi risparmiai di ammirarlo o di fargli alcuna lode, mentre mi affrettai ad andare a prendere quelle pedine. Tre di esse.

Ora che sappiamo la risposta, che cosa stiamo aspettando!

Comunque Koizumi sembrò avere ancora i dubbi dell’ultimo momento.

“Quel che temo e mi domando è se questo sia o meno un programma di cancellazione.”

Chiediamocelo prima. Cosa sarebbe?

“Se fossimo davvero dei duplicati dei nostri io, allora non ci sarebbe motivo di andarcene per davvero da questa realtà parallela, purché i nostri originali siano sani e salvi nel mondo reale.”

Koizumi allargò le braccia e spiegò: “Questo meccanismo potrebbe esser stato predisposto in modo che quando risolveremo l’equazione, saremo cancellati. Per noi, questo significherebbe suicidarci. Desideri continuare a vivere per sempre qui senza alcun cambiamento, o preferisci essere cancellato? Quale scegli?”

Nessuna delle due. Anche se non desidero la vita eterna, non sono nemmeno così scoraggiato da desiderare di sparire proprio adesso. Io sono io. Nessuno può sostituirmi.

“Credo in Nagato.”

Persino io fui sorpreso della mia calma apparente.

“Credo anche in te, dunque sono certo che la tua risposta sia quella giusta. Comunque questa fiducia è limitata semplicemente all’equazione.”

“Capisco.”

Koizumi sorrise gentile come se potesse usare la telecinesi. Dopodiché fece un passo indietro.

“Il resto lo lascio a te. Se qualcosa andasse storto, sarò con te dalla parte di Suzumiya-san, poiché è il mio dovere e la mia missione.”

Va bene, se è quello che vuoi, fintanto che ti rende felice. In realtà non ci sono molti lavori di cui si possa essere del tutto soddisfatti al mondo.

Koizumi contenette leggermente il suo sorriso, e mostrò un briciolo di serietà.

“Se tornassimo davvero nel mondo reale, allora voglio farti una promessa.”

Continuò calmo: “Dopo questi avvenimenti, se accadesse qualcosa che spinga Nagato-san alle strette, tradirò l’Organizzazione’ per una volta e sarò al tuo fianco senza tener conto se gioverà o meno all’’Organizzazione’.”

Perché dalla mia parte? Stare al fianco di Nagato è la cosa giusta da fare.

“Se la situazione dovesse svilupparsi, non c’é dubbio che tu saresti il primo a supportare

Nagato-san. Aiutare te, sarebbe come aiutare lei, anche se solo per terze parti.”

Le sue labbra si contrassero.

“Personalmente, ritengo che Nagato-san sia un membro vitale. Quando ce ne sará bisogno, le daró una mano. Anche se posso essere parte dell’‘Organizzazione’, prima di quello sono il vicecapo della SOS Dan.”

Uno sguardo preoccupato rimepí i suoi occhi e la sua espressione sembrava avere la determinazine di non tornare sui suoi passi, assieme alla rinuncia di ogni diritto di difendersi. Se era cosí, non dovevo trattenermi e avrei dovuto seguire qualunque cosa il mio istinto mi diceva di fare.

A metá Dicembre, sono stato lasciato da solo in un mondo straniero e sono riuscito a fuggire solamente fuggendo da tutte le parti. Questa volta ovviamente faró la stessa cosa. Peró, a differenza dell’altra volta, non sto combattendo da solo, ma sto lavorando con tutta la SOS Dan per cercare una via d’uscita. Non vale la pena desiderare un Ryugu-jo. Non siamo noi, ma é questo spazio a dover scomparire.

Senza alcuna esitazione, feci scivolare le piastre numerate nei loro buchi designati.

‘Click’.

Si sentí un piccolo, ma brusco rumore. Assomigliava molto al suono di una serratura che si apre.

Prestai tutta la mia attenzione alla maniglia e la girai!

La porta si aprí lentamente.

“....”


Ci sono state volte in passato in cui ero troppo sorpreso per parlare. O ero basito, o isterico o anche assolutamente mortificato! Tutti i tipi di esperienze simili mi tornarono alla mente: “Stiamo scherzando?” Ma dopo aver vissuto atraverso lo spazio e il tempo ed essere stato torto come una gomma per cancellare, ero come uno scarafaggio a cui era stato spruzzato dello spray e non sarebbe stato sorprendente se fossi completamente collassato.

Sembra che sia meglio che mi ritiri per ora.

Io, quello che aveva aperto la pesante porta...

“...”

...ero entrato in uno stato in cui non riuscivo a produrre alcun suono per quanto mi sforzassi.

Non potevo credere a cosa stavo vedendo.

Perché i miei nervi ottici mi stanno mandando queste immagini al cervello?E’ perché sono finalmente impazzito? La mia retina e la mia cornea si sono arrese, alla fine?

La luce penetrante mi faceva girare la testa. Il sole risplendeva sopra di noi.

“Questa é...”

Il cielo era chiaro come una sfera di cristallo. Neanche un fiocco di neve stava cadendo, per non parlare di una tempesta. C’era bel tempo fin dove gli occhi potevano arrivare, senza una nuvola. C’erano solo...

...Gli impianti sciistici che tagliavano il nostro raggio visivo. Le seggiovie trasportavano coppie di sciatori.

I miei piedi, per qualche motivo, erano diventati piú pesanti da spostare.

Era la neve. Ero circondato da un campo di neve. Il paesaggio bianco scintillante accecava i miei occhi, portandomi quasi al punto di svenire.

Mi sembrava che ci fosse qualcosa di strano e, quando alzai la testa, una figura sbatté velocemente contro di me.

“Whoa!?”

Saltai di riflesso, seguendo l’ombra con gli occhi. Lo sciatore mi aveva evitato come se fossi stato un ostacolo nella sua discesa.

“Questa é...”

Una pista da sci, nient’altro che quello. Senza neanche dare un’occhiata da vicino, si potevano vedere ovunque sciatori mentre si divertivano in ogni modo, mentre si avvicinavano a noi abbastanza naturalmente.

Guardai di lato e, improvvisamente, mi accorsi di avere del peso sulle mie spalle. Era perché avevo gli sci e le racchette sulla schiena. Dopo aver guardato i miei piedi, scoprii di indossare gli scarponi. Per quello che avevo addosso, bhé, era il completo da sci che mi era stato dato prima di arrivare alla villa di Tsuruya-san.

Mi girai velocemente.

“Aaa...”

Asahina-san sembrava come un koinobari [bandiere a forma di carpa che vengono fatte volare il 5 Maggio per la festa dei bambini] al vento, con la bocca e gli occhi spalancati.

“Incredibile...”

Koizumi guardava stupito il cielo. Entrambi eravamo vestiti in modo familiare e definitivamente non in T-shirt.

Quella strana casa era svanita senza lasciare traccia. Sembrava che non sarebbe mai piú apparsa. Era un semplice paradiso sciistico. La mansione non segnalata dalle mappe era evaporata fino al punto di non lasciare neanche del vapore...

...Per metterla in un altro modo.

“Yuki?!”

Haruhi aveva urlato cosí forte che sembrava che stesse per morire! Mi voltai e la cercai con lo sguardo.

Stava affianco a Nagato e la stava aiutando ad uscire dalla neve.

“Stai bene, Yuki? Hai ancora la febbre... eh?”

Haruhi si guardó intorno come un Irace fuori dalla sua tana. [Chiamati anche Procavie, ordine di mammiferi simili ai roditori, ma in realtá per nulla imparentati con essi, si ritiene che siano filogeneticamente piú vicini agli elefanti.]

“E’ molto strano... eravamo nella mansione.”

E poi mi vide: “Kyon, sta succedendo qualcosa...”

Non risposi, appoggiai semplicemente gli sci e le racchette e mi inginocchiai affianco a Nagato. Quelle due stavano indossando gli stessi indumenti che avevano prima che ci imbattessimo nella tempesta di neve, quando stavamo ‘gareggiando’.

“Nagato.”

Rispondendo alla mia chiamata, i suoi capelli si mossero leggermente e lentamente voltó la testa.

“...”

Il suo volto era ancora congelato mentre le sue pupille grandi come al solito guardarono verso la mia direzione. Ancora coperta dalla neve, fissó in quel modo la sua vista sulla mia faccia.

“Yuki!”

Haruhi mi strattonó via e prese Nagato.

“Non so assolutamente cosa sia successo, ma... sei sveglia? Ti senti ancora la febbre?”

“No.” rispose lievemente, alzandosi sui propri piedi: “Ero semplicemente caduta.”

“Davvero? Ma stavi male prima... eh? Cos’é successo?”

Appoggió la mano sulla sua fronte.

“Wow! Ti é passata. Ma...”

I suoi occhi tornarono, dopo aver preso uno scenario completo dei dintorni.

“Eh? Tempesta di neve...? Mansione...? Non é possibile? Non sembrava un sogno... Ehhh? O... era davvero un sogno?”

Non chiedermelo. Non posso darti supporto tecnico, solo perché sei tu.

Mentre stavo pensando di fingere innocenza, il suono di un vitale “Hey~!” mi arrivó da non molto lontano.

“Che succede?” urló Tsuruya-san.

Tre pupazzi di neve, uno grande, uno medio e uno piccolo, stavano affianco a lei, con anche una figura alta quanto quello medio. Quella sagoma saltellante che guardava verso di noi non era altri che mia sorella.

Eravamo riusciti a ritornare.

Non eravamo lontani dagli impianti e solo poco distanti dalla pista per principianti. Tutti e cinque presenti.

“Sigh, non importa.”

Haruhi decise di non insistere piú.

“Yuki, ti porto sulle spalle, salta su.”

“Non c’é bisogno.” rispose.

“Oh, sí!”

Haruhi era determinata.

“Non so bene cosa sia successo e non capisco come faccio a non saperlo, ma ti stai sforzando troppo. Anche se non hai piú la febbre, chiunque si accorgerebbe che non stai bene. Hai bisogno di riposo!”

Senza aspettare alcuna risposta da Nagato, la aveva caricata e aveva iniziato a correre verso Tsuruya-san e mia sorella. Il suo passo avrebbe dato la polvere anche al piú veloce spazzaneve. Se ci fosse stata una categoria come corsa per cento metri sulla neve trasportando una persona sulle spalle nelle olimpiadi invernali, avrebbe sicuramente preso la medaglia d’oro.


Dopo quei fatti,


Arakawa-san era venuto a prenderci dopo essere stato avvertito da Tsuruya-san.

Nagato stava in qualche modo protestando perché veniva trattata come una paziente da Haruhi, mostrando vitalitá a suo modo, ma lo sguardo che le feci sembró aver effetto, visto che alla fine soccombette alle istruzioni di Haruhi.

Nagato, Haruhi, Asahina-san e mia sorella si diressero per primi verso la villa. Koizumi, Tsuruya-san ed io, facemmo una passeggiata per tornare.

In mezzo alla camminata, Tsuruya-san cominció una conversazione in questo modo:

“E’ strano, perché tutti voi vi stavate allontanando dalla montagna a passi pesanti e con gli sci sulla schiena? E’ successo qualcosa?”

Uhh, non c’era una tempesta?

“Ah, stai parlando della nevicata che é durata circa dieci minuti? Non era cosí forte, era solo una corta, improvvisa nevicata.”

Da quello che sembrava, tutto il tempo che avevamo passato a girare in cerchio nella tempesta e quell’eternitá in quella strana casa non erano stati che pochi minuti per Tsuruya-san.

Quest’ultima continuó, con un tono molto vitale: “Mi stavo domandando perché eravate tutti caduti in giro. Ecco, era perché Nagato-chi ha fatto una brutta caduta. Meno male che si é ripresa subito.”

Koizumi poté solo farle un rigido sorriso e non disse nulla. Nemmeno io parlai. Un qualunque osservatore che stava osservando con calma l’intera situazione, in questo caso Tsuruya-san, avrebbe pensato la stessa cosa. Se era cosí, sarebbe stato meglio usare il suo punto di vista come fosse stata la realtá. Potevamo essere stati nel paese delle meraviglie o in un mondo onirico, ma quella era la realtá, dove si trovava il nostro mondo originale.

Dopo aver camminato in silenzio per un pó, cominció a ridere di nuovo, avvicinando la sua bocca al mio orecchio.

“Kyon-kun, lascia che ti chieda una cosa.”

Cosa c’é, senpai?

“Sono certa che Mikuru e Nagato-chi non sono persone normali, probabilmente anche Haru-nyan é speciale?”

La esaminai seriamente e, dopo aver visto che la sua facciata gioiosa era quel che sembrava a prima vista, un aspetto completamente vitale...

“Quindi anche tu te ne sei accorta.”

“Lo stavo immaginando da un pó di tempo! E’ solo che non ho ancora capito del tutto da dove sono arrivate quelle due. Ma direi che stanno facendo strane cose alle nostre spalle. Ahh, non dire nulla a Mikuru. Quella ragazzina continua a trattarsi come se fosse una persona normale.”

Stava ridendo di gusto, probabilmente per il modo in cui avevo reagito alle sue affermazioni.

“Hmmm, ma Kyon-kun é piuttosto normale. Sento provenire da te lo stesso mio odore.”

Dopodiché, inizió a guardarmi in faccia.

“Non importa. Non voglio davvero scavare nel fango per scoprire che tipo di persona é Mikuru. Avresti delle difficoltá a rispondermi. Non importa chi é, gli amici sono amici.”

Haruhi, smettila con queste cavolate di membri onorari o consiglieri onorari e recluta Tsuruya-san immediatamente. Questa ragazza dalla mentalitá aperta sarebbe anche meglio di me nel ruolo di chi deve capire le situazioni.

Mi diede una pacca amichevole sulle spalle.

“Prenditi cura di Mikuru. Se quella ragazzina ha delle cose in cui non vuole essere aiutata da me, sei tu che te ne devi occupare.”

Per questo... definitivamente sí.

“Anche se...”

Gli occhi di Tsuruya-san stavano scintillando ancor piú luminosamente.

“Il film, quella volta, quello del festival. Erano veramente effetti speciali?”

Koizumi poteva aver sentito, visto che lo vidi affianco a me fare spallucce e non commentare.


Nel momento in cui arrivammo alla villa, Nagato era stata portata a letto da Haruhi.

L’espressione sofferente di Nagato era scomparsa dal suo viso pallido ed era stato sostituito dalla sua calma compostezza. Era tornata ad essere quel tipo di persona che si muove poco come l’erba che oscilla al vento, ad essere la solita Nagato che conoscevo.

Entrambe vigili, sia Asahina-san che Haruhi erano sedute affianco al suo letto, mentre mia sorella e Shamisen aspettavano in un angolo. Forse stavano aspettando me, Koizumi e Tsuruya-san, che eravamo arrivati dopo.

Quando eravamo tutti presenti, Haruhi parló: “Hey, Kyon. Per qualche motivo, continuo a pensare di aver avuto un sogno molto realistico. Ho sognato che eravamo arrivati in una mansione e che avevamo anche fatto il bagno e mangiato dei panini.”

Ti stai immaginando tutto... proprio quando stavo per dirlo, continuó.

“Yuki ha detto che non ha idea, ma Mikuru-chan dice che si ricorda le stesse esatte cose che ho detto io.”

Guardai verso Asahina-san, che mettendomi pietá mi ricambió con uno sguardo che voleva significare ‘mi dispiace’.

Non va bene. Speravo di dissimulare fingendo che fosse tutta una fantasia ad occhi aperto o un qualche tipo di illusione, ora non riesco a pensare ad una buona scusa per spiegare come entrambe abbiano potuto fare lo stesso sogno.

Mentre stavo pensando come mentirle...

“E” stata un’ipnosi collettiva.”

Koizumi mi guardó cercando di farmi capire ‘su, su, lascia fare a me’ e si intromise.

“Anche io mi ricordo qualcosa di simile.”

“Stai dicendo che sia io che te siamo stati ipnotizzati?” disse Haruhi.

“Non é stata un ipnosi causata da qualcuno. Normalmente non funzionerebbe con te, visto che potresti avere dei dubbi se venissi avvertita precedentemente.”

“Vero.”

Haruhi si zittí.

“In ogni caso, abbiamo camminato in cerchio intorno alla montagna, con un paesaggio completamente bianco intorno. Conosci l’ipnosi da autostrada? Alcune persone che guidano in autostrada possono cadere in uno stato d’ipnosi guardando davanti con le luci stradali disposte uniformemente. Questo potrebbe essere il fenomento che ci ha portato alla nostra situazione. Ci si addormenta in treno a causa delle vibrazioni ritmiche dei vagoni. E’ lo stesso principio che funziona quando si fa dormire un bambino con lente, ritmiche pacche sulla schiena.”

“Davvero?”

Haruhi mostró un’espressione da ‘é la prima volta che lo sento dire’, mente Koizumi annuiva profondamente.

“Esattamente.”

Continuó: “Mentre stavamo camminando nella tempesta di neve, mi sembra di ricordare che qualcuno avesse detto: “Sarebbe bello se ci fosse una casa in cui rifugiarci, magari ben equipaggiata, davvero confortevole...”o qualcosa di simile. In ogni caso, lo stato mentale delle persone in situazioni disastrose non é molto buono e, sotto un tale stress, non é cosí incredibile che qualche incredibile apparizione sia comparsa di fronte a noi. Nei libri di storie, i viaggiatori che attraversano il deserto non vedono spesso miraggi?”

Dannato Koizumi, é stato fantastico!

“Um... forse hai ragione. Quindi sarebbe questo che ci é successo, in pratica?”

Haruhi piegó la testa e guardó verso di me.

E’ cosí.

Continuai ad annuire durante tutta la spiegazione, cercando di forzare un’espressione di improvvisa realizzazione.

Koizumi insistette assieme a me: “Il suono di Nagato-san che cadeva deve averci riportato alla realtá, deve essere definitivamente stato cosí.”

“Se la metti su questo piano, immagino che sia andata davvero in questo modo...”

Haruhi piegó ancora di piú la testa, ma la riportó velocemente alla normalitá.

“D’accordo, crederó a questa spiegazione. E’ assurdo pensare che ci sia una casa del genere che ci faccia da rifugio quando abbiamo un problema. La mia memoria non é molto chiara. Sembra tutto un sogno in un sogno.”

Giusto, un sogno. Quella strana casa non é davvero lá, quindi non pensarci troppo, é solo un frutto della nostra immaginazione a causa della stanchezza.

L’unica cosa che mi preoccupava erano i due esterni alla SOS Dan. Guardai verso Tsuruya-san.

“Ummm!”

Sbatté le palpebre verso di me, tutta un sorriso. Lo lessi come un segnale di ‘D’accordo, d’accordo, lasciamo che sia cosí’, anche se forse mi preoccupava di piú come cosa. Non fece commenti e non disse altro, aveva solo il suo tipico sorriso in viso.

E per quanto riguarda l’altra persona? La mia sorellina si era giá addormentata sulle gambe di Asahina-san. Anche se poteva essere rumorosa come un gatto quando era sveglia, quando dormiva era adorabile. Asahina-san la guardava soddisfatta. Era piuttosto ovvio che nessuna delle due aveva capito una parola della seconda parte della spiegazione di Koizumi.

Finalmente! Dopo aver faticato a lungo, la prima notte del viaggio invernale é finalmente arrivata!

Nagato sembrava aver problemi a restare a letto, ma alla fine era stata fatta sdraiare da Haruhi che strillava e saltava come un primate.

Penso che non ci sia bisogno di obbligarla a dormire. Anche se si fa un bel sogno, é solo un sogno quando ci si sveglia. La cosa importante é che siamo ancora tutti assieme. Non importa quanto sia stato eccitante stare in quel palco luccicante, se é solo un’illusione che cessa di esistere nel momento in cui apri gli occhi, non ha importanza. Ho definitivamente capito a fondo questa cosa.

Ho deciso di lasciare da parte certe cose per ora. Potranno tutte essere confermate in seguito, la storia di quella strana casa nella montagna innevata o se Haruhi si era davvero bevuta tutte le storie di Koizumi raccontate in tono pomposo. Ovviamente, sembra che nessuna di queste importi con lei occupata a prendersi cura di Nagato in questo momento.

Per qualche ragione, voglio uscire fuori a prendere una boccata d’aria, che indirettamente vuol dire fuggire dalla voce demoniaca di Haruhi.

Non sentivo freddo, per qualche motivo, mentre le stelle e la loro luce riflessa dal paesaggio argentato erano piuttosto affascinanti.

“Ma...”

Il giorno successivo, sarebbe stato l’ultimo giorno dell’anno. L’opera teatrale da detective accuratamente pianificata da Koizumi si sarebbe tenuta la vigilia dell’anno nuovo. Haruhi avrebbe fatto del suo meglio per la sua vacanza esplosiva.

Chi se ne frega, le cose si aggiusteranno alla fine. Devo solo preoccuparmi di stare attento a me stesso prima che avvengano. Questa é una delle rare opportunitá di Nagato di prendersi un pó di riposo. Che importa quando dorme normalmente, o addirittura se ne ha davvero bisogno, puó davvero rilassarsi e soddisfare il suo bisogno di sonno questa volta. Mettere Shamisen nel suo letto é un’idea piuttosto buona, é bello avere una stufa da letto istantanea!

Guardai al campo di neve senza fine, mentre parlavo a me stesso.

“Solo per questa notte, per favore, fa che non cominci di nuovo una tempesta.”

Se Nagato sogna quando dorme, che faccia un buon sogno... almeno per questa notte.

Almeno io, personalmente, non ho alcun motivo per non farglielo fare.

Per ultima cosa, voglio esprimere un desiderio alle stelle. Anche se non é Tanabata, non é Capodanno e non c’entra nulla con la storia di Altar e Vega, ma vorrei che almeno una stella accetti il mio desiderio, viste quante stelle esistono nell’universo.

“Vorrei che il prossimo anno, sia un buon anno.”

Per favore, fa che si avveri, chiunque sia lassú tra le stelle.