Difference between revisions of "To Aru Majutsu no Index ~ Italiano (Italian):Volume1 Capitolo3"

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Kamijou aveva finalmente appreso la verità riguardo Index. Non era riuscito a scappare per nemmeno quattro giorni, ed aveva l'Imagine Breaker in grado di distruggere i miracoli di Dio in un colpo solo. Invece lei...
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Kamijou aveva finalmente appreso la verità riguardo Index. Non era riuscito a scappare per nemmeno quattro giorni, ed aveva l'Imagine Breaker in grado di distruggere i sistemi di Dio in un colpo solo. Invece lei...
   
 
«Sì, lei è un genio, senza ombra di dubbio.» dichiarò Kanzaki. «A tal punto che se usasse male la propria abilità potrebbe causare un disastro. La ragione per cui i leader della Chiesa non la trattano in modo normale è chiara, ne sono spaventati, come lo sono tutti.»
 
«Sì, lei è un genio, senza ombra di dubbio.» dichiarò Kanzaki. «A tal punto che se usasse male la propria abilità potrebbe causare un disastro. La ragione per cui i leader della Chiesa non la trattano in modo normale è chiara, ne sono spaventati, come lo sono tutti.»

Revision as of 17:58, 24 August 2012

Capitolo 3: Il grimorio sorride serenamente. "Forget_me_not."

Parte 1

Non capiva. Non riusciva a capire cosa gli stesse dicendo.

Collassato e sanguinante sulla strada, Kamijou guardò Kanzaki e pensò di aver sentito male. Dopotutto, non aveva alcun senso. Index stava cercando di arrivare alla Chiesa Anglicana, in fuga da alcuni maghi. Come potevano i suoi stessi inseguitori appartenere al gruppo che stava cercando di raggiungere per essere protetta?

«Hai mai sentito parlare della memoria perfetta?» chiese Kanzaki Kaori con voce debole e addolorata. In quel momento veniva difficile credere che fosse tra i 10 maghi più forti di Londra. Non sembrava nient'altro che una ragazza sfinita.

«Sì, è la vera natura dei suoi 103.000 grimori, giusto?» Kamijou mosse le labbra screpolate. «Sono tutti nella sua testa. Anche se mi è difficile credere che riesca a memorizzarli dopo averli visti solo una volta. Insomma, è una scema, non riesce a dare l'impressione di un genio.»

«...E cosa sarebbe per te?»

«Solo una ragazza.»

Kanzaki sembrò più stanca che sorpresa, e disse: «Credi che sarebbe stata in grado di sfuggirci per un anno intero se fosse stata "solo una ragazza"?»

«...»

«Stiyl ha le fiamme, ed io ho i miei Nanasen e Yuisen. Si trova contro dei maghi disposti a pronunciare il proprio nome magico, ma non dispone del soprannaturale come te o della magia come me. Tutto quel che può fare è scappare.» Kanzaki fece un sorriso di auto-denigrazione. «E poi noi siamo solo due, neanch'io reggerei un mese contro l'intera Necessarius.»

Aveva ragione.

Kamijou aveva finalmente appreso la verità riguardo Index. Non era riuscito a scappare per nemmeno quattro giorni, ed aveva l'Imagine Breaker in grado di distruggere i sistemi di Dio in un colpo solo. Invece lei...

«Sì, lei è un genio, senza ombra di dubbio.» dichiarò Kanzaki. «A tal punto che se usasse male la propria abilità potrebbe causare un disastro. La ragione per cui i leader della Chiesa non la trattano in modo normale è chiara, ne sono spaventati, come lo sono tutti.»

«Va bene.» Kamijou si morse le labbra insaguinate. «Ma è pur sempre un essere umano. Non è un oggetto. Non posso... permetterti di riferirti a lei in quel modo...!»

«Sì.» Kanzaki annuì. «Però ha dei limiti non tanto diversi da quelli della gente normale.»

«...?»

«Più dell'85% del suo cervello è riempito dai 103.000 grimori. Il rimanente 15% è appena sufficiente per permetterle di vivere come noi.»

Era davvero sorprendente, ma c'era una cosa che Kamijou voleva sapere più di ogni altra.

«...E allora? Si può sapere che state facendo? Fate parte della sua stessa Chiesa, no? Necessarius o come si chiama. Perché la inseguite? Perché mi ha detto che provenite da una setta di maghi?» Kamijou strinse silenziosamente i molari. «O stai cercando di dirmi che mi stava prendendo in giro?»

Non poteva crederci. Se Index stava cercando di usarlo, non capiva che senso avrebbe avuto rischiare la sua vita e venire ferita alla schiena per salvarlo.

Ma anche senza arrivare a pensare a questo, Kamijou si rifiutava di crederci.

«...Non stava mentendo.» rispose Kanzaki con leggera esitazione.

Sembrava stesse trattenendo il respiro, e che il suo cuore fosse stretto in una morsa.

«Non ricorda nulla. Non ricorda che facciamo parte di Necessarius o il motivo per cui la stiamo inseguendo. Proprio per questo è ovvio che arrivi a certe conclusioni. E' normale pensare che i maghi all'inseguimento dell'Index Librorum Prohibitorum siano di un'associazione segreta che vuole mettere le mani sui suoi 103.000 grimori.»

Kamijou si ricordò di una cosa.

Index aveva perso i ricordi che risalivano a prima dell'anno precedente.

«Aspetta. Aspetta un secondo. Non ha alcun senso. Index ha una memoria perfetta, no? Quindi come può dimenticare? Cosa le ha fatto scordare tutto?»

«Non ha dimenticato.» Kanzaki smise persino di respirare. «Tecnicamente, le ho cancellato io i ricordi.»

Kamijou non aveva neppure bisogno di chiederle come avesse fatto.

- Non farmelo dire, ragazzo. -

- Non voglio dirlo mai più. -

«...Perché?» chiese invece. «Perché!? Credevo fossi una sua compagna! Non era qualcosa che pensava solo lei. Posso dirlo guardandoti in faccia! Per te Index era una preziosa compagna, vero? Allora perché!?»

Il ragazzo si ricordò del sorriso che Idex gli aveva mostrato.

Proprio perché non era sola, Kamijou adesso era l'unica persona che conosceva.

«...Dovevamo farlo.»

«Perché!?» gridò, come se stesse ululando alla luna sopra la sua testa.

«Perché altrimenti sarebbe morta.»

Smise di respirare. Per qualche oscura ragione, il calore della notte di mezza estate che sentiva sulla propria pelle scomparve. Tutti i suoi cinque sensi si affievolirono, come se stessero cercando di scappare dalla realtà.

Si sentì... si sentì come se fosse morto.

«Come ti ho detto, l'85% del suo cervello è occupato dai 103.000 grimori.» Le spalle di Kanzaki tremarono leggermente. «Le rimane solo il 15% per il resto. Se continuasse ad accumulare ricordi come una persona normale, in poco tempo il suo cervello esploderebbe.»

«Non è possibile...»

Lo negava. Kamijou non riusciva ad affidarsi alla logica o al ragionamento, lo negava e basta.

«Voglio dire... cioè... com'è possibile? Hai detto che con può vivere come noi con quel 15%...»

«Sì, ma in maniera differente. Lei ha una memoria perfetta.» La voce di Kanzaki perse lentamente ogni sentimento. «Ripensa a cosa significa veramente avere una memoria perfetta.»

«...E' la capacità di non poter dimenticare nulla di ciò che si è visto anche una sola volta, giusto?»

«E dimenticare è un male?»

«...»

«Il cervello umano è sorprendentemente limitato, l'unica ragione per cui può continuare a lavorare per anche 100 anni è perché i ricordi non necessari vengono eliminati. Per esempio, tu non ricordi cosa hai mangiato per cena una settimana fa, vero? Il cervello di tutti viene sottoposto a questa revisione senza che nessuno se ne renda conto. Se così non fosse, le persone non riuscirebbero a vivere. Però...» disse Kanzaki con voce gelida. «...lei non può farlo.»

«...»

«Non può dimenticare nulla. Il numero delle foglie sugli alberi che fiancheggiano le strade, le facce delle persone nelle ore di punta, o la forma di ogni singola goccia di pioggia che cade dal cielo. Questi inutili ricordi riempiono la sua testa in pochissimo tempo.» La voce di Kanzaki si fece meno fredda. «Avere solo il 15% del cervello può risultarle fatale. E dato che non può scordare niente da sola, l'unico modo per far sì che sopravviva è farle cancellare i ricordi da qualcun'altro.»

La mente di Kamijou andò in pezzi.

(Che... che razza di storia è questa? Credevo fosse quella di un ragazzo noioso che salva per caso una ragazza sfortunata da dei maghi cattivi, comincia a conoscerla, ed infine sente una leggera fitta al petto mentre la guarda andarsene nel finale.)

- Così sono venuto per proteggerla prima che qualcuno disposto ad usarli venga a prendersela. -

- Vorrei che venisse con noi senza dover dire il mio nome magico. -

«...Quanto manca?» chiese Kamijou.

Aveva deciso di fare quella domanda anziché continuare a negare, perché nel profondo aveva accettato la situazione.

«Quanto manca perché il suo cervello esploda?»

«I suoi ricordi devono essere cancellati sistematicamente ad intervalli di un anno.» Kanzaki sembrava esausta. «Mancano tre giorni a partire da oggi. Non può essere fatto troppo presto o troppo tardi, se non viene eseguito al momento esatto, i suoi ricordi non verranno cancellati... Spero che non stia già avendo i potenti mal di testa che lo precedono.»

Kamijou rimase scioccato, Index gli aveva proprio detto di aver perso i ricordi di circa un anno prima.

Ed il mal di testa, Kamijou credeva che Index fosse collassata per recuperare mana. Dopotutto la ragazza conosceva la magia meglio di tutti loro, l'aveva detto anche lei.

Ma se Index si fosse sbagliata?

E se lei si fosse trovata in uno stato per cui la sua mente poteva andare distrutta in ogni momento?

«Hai capito adesso?» chiese Kanzaki Kaori. Non seguirono lacrime, come se non volesse permettersi di assumere una così ignobile espressione. «Non vogliamo farle del male. Per l'appunto, non ci sarebbe alcun modo per salvarla senza il nostro intervento. Quindi, ce la consegnerai prima che mi veda costretta a dire il mio nome magico?»

«...»

Il volto di Index apparve nella mente di Kamijou, quindi strinse i denti e chiuse gli occhi.

«Inoltre, se le cancelliamo la memoria lei non si ricoderà di te. Hai visto quel che pensa di noi, no? Non importa cosa prova per te in questo momento, quando riaprirà gli occhi per lei non sarai altro che un normale nemico alla caccia dei suoi 103.000 grimori.»

«...»

In quel momento, Kamijou sentì una leggera sensazione, come se qualcosa non andasse per il verso giusto.

«Salvando la sua volontà non ne ricaverete niente.»

«...Che vuoi dire?» Quella sensazione esplose in un secondo, come se della benzina fosse stata buttata sul fuoco. «Al diavolo! Che cosa c'entra il fatto che non si ricorderà di me con questo? Non sembri di aver capito, quindi lascia che ti dica una cosa. Io sono un compagno di Index, e ho deciso di rimanere al suo fianco qualunque cosa accada! Non m'importa se non è scritto nella vostra preziosa Bibbia, non ho intenzione di cambiare idea!»

«...»

«Mi sembrava ci fosse qualcosa fuori posto. Se lei vi ha solamente dimenticati, perché non le avete semplicemente spiegato tutto a scanso di equivoci? Perché avete lasciato che si facesse un'idea sbagliata di voi? Perché l'avete inseguita come dei nemici? Perché diavolo avete deciso di abbandonarla? Avete idea di come si sentis...»

«Taci! Tu non sai niente!!»

L'impeto di rabbia di Kamijou fu schiacciato dall'urlo aggressivo di Kanzaki. Quelle poche parole sembrarono stringergli il cuore, facendo vacillare i suoi sentimenti.

«Non credere di aver capito qualcosa! Come pensi che ci siamo sentiti cancellando i suoi ricordi per tutto questo tempo? Come potresti capire? Parli come se Stiyl fosse una specie di sadico assassino, ma lo sai cos'ha provato a vederla assieme a te!? Riesci a pensare a quanto abbia sofferto!? Riesci a pensare a come sia stato difficile per lui presentarsi a lei come un nemico!? Cosa credi di aver capito dei sentimenti di Stiyl, che per tutto questo tempo ha continuato a macchiare se stesso per il bene dei suoi preziosi compagni!?»

«Cos...?»

Prima che Kamijou potesse alzare la voce, scioccato da quell'improvviso cambio di comportamento, Kanzaki gli diede un calcio nel fianco, come se fosse un pallone da calcio. Quel fortissimo colpo fece volare per aria il suo corpo. Dopo essere atterrato, rotolò a terra per due o tre metri.

Il sapore del sangue traboccò dal suo stomaco fino alla bocca.

Prima che Kamijou potesse anche solo contorcersi dal dolore, Kanzaki saltò così in alto da avere la luna dietro la schiena.

Saltò 3 metri con la sola forza delle proprie gambe, quasi fosse uno scherzo.

«...?»

Kamijou udì un rumore sordo.

L'estremità del fodero della Shichiten Shichitou gli schiacciò il braccio come se fosse un tacco a spillo.

Il ragazzo non riusciva nemmeno a piangere dal dolore.

L'espressione sul volto di Kanzaki la faceva sembrare sul punto di versare lacrime di sangue.

Kamijou aveva paura.

Non era intimorito dal Nanasen o dallo Yuisen, e nemmeno dal potere di uno dei 10 migliori maghi di Londra, era terrorizzato di quel crudo sentimento umano che lo stava colpendo.

«Abbiamo provato! Abbiamo tentato tutto quello che potevamo!! Abbiamo trascorso la primavera provando, abbiamo trascorso l'estate provando, abbiamo trascorso l'autunno provando, e abbiamo trascorso l'inverno provando! Avevamo promesso di farci dei ricordi insieme in modo che lei non dimenticasse, abbiamo persino fatto degli album fotografici e delle pagine di diario!»

Il fodero della spada si abbattè nuovamente sul corpo di Kamijou, come se fosse una macchina da cucire.

Le gambe, le braccia, la pancia, il petto, il volto. Quei colpi contundenti schiacciarono il suo corpo ancora ed ancora.

«...Ma nulla ha funzionato.»

Kamijou la sentì digrignare i denti.

La mano di Kanzaki si fermò.

«Persino quando le abbiamo fatto vedere le foto e le pagine di diario, non ha fatto altro che scusarsi. Non importa cosa facciamo, non importa quanto proviamo, nemmeno ricostruire dei ricordi dall'inizio funziona. Tutto riparte da zero, anche se tu fossi la sua famiglia, un suo amico o il suo amante.» Kanzaki tremava, sembrava le fosse impossibile muoversi «Noi...non ne potevamo più. Non riuscivamo più a sopportare quel sorriso.»

Con la personalità che si ritrovava Index, darle l'addio doveva essere più doloroso che morire.

Doverlo provare più e più volte significava vivere l'inferno.

Subito dopo aver sperimentato quel terribile addio, Index dimenticava tutto, e cominciava a correre verso la stessa disgrazia ancora una volta.

E' per questa ragione che Kanzaki e Stiyl avevano deciso di alleggerire quella disgrazia come meglio potevano, piuttosto che darle la crudele possibilità di conoscersi. Se Index non avesse avuto preziosi ricordi da perdere, non ci sarebbe stato lo shock del dimenticarli. E' per questo che avevano deciso di abbandonare la loro amica e di giocare la parte del nemico.

Avrebbero cancellato i suoi ricordi per liberarla da quell'inferno.

«...»

In un modo o nell'altro, Kamijou capì.

Erano dei maghi esperti. Rendevano possibile l'impossibile. Mentre Index continuava a perdere la memoria, loro dovevano essere stati impegnati a cercare un modo per evitarlo.

Ma non c'erano mai riusciti.

Ed Index non avrebbe di certo biasimato Stiyl o Kanzaki, sicuramente li avrebbe accolti col suo solito sorriso.

Però...

«Al diavolo!» Kamijou strinse i denti. «Quel ragionamento lo potete applicare solo a voi stessi. Non avete preso in considerazione Index nemmeno per un secondo! Non scaricatele addosso la colpa della vostra stessa codardia!!»

Per tutto l'anno passato, Index aveva continuato a fuggire senza poter contare su nessuno.

Kamijou non riusciva ad accettarla come migliore soluzione. Impediva a se stesso di accettarla. Non voleva accettarla.

«E allora... cos'altro dovremmo fare!?»

Kanzaki prese il fodero della Shichiten Shichitou e lo scagliò con forza verso la faccia di Kamijou.

Il ragazzo afferrò il fodero con la mano malconcia poco prima che gli raggiungesse il volto.

Non si sentiva più intimorito dalla maga che aveva di fronte.

Il suo corpo di mosse...

Si mosse!

«Se solo tu fossi stata un po' più forte...» Kamijou strinse i denti. «Se solo tu avessi usato delle parole tanto potenti da diventare realtà! Se lei aveva paura di perdere i ricordi di quell'anno, bastava crearne di migliori l'anno seguente! Se ad aspettarla ci fosse stata una felicità così forte da cancellare la sua paura di perdere la memoria, non avrebbe dovuto continuare a fuggire! Bastava questo!!»

Si obbligò a muovere il braccio sinistro con la spalla rotta e afferrò il fodero anche con quella mano. Si forzò per rialzarsi. Perdeva sangue da vari punti del corpo.

«Stai davvero pensando di combattere in quello stato?»

«...Stai... zitta.»

«Cosa guadagnerai combattendo?» Kanzaki sembrava giustamente confusa. «Anche se tu riuscissi a sconfiggermi, rimarrebbe Necessarius. Posso anche aver detto di essere una dei 10 maghi più forti di Londra, ma ci sono quelli più forti di me... Per la Chiesa non sono altro che una subordinata da mandare qui, in una nazione di un'isola dell'Oriente.»

Probabilmente era vero.

Se erano compagni di Index, si sarebbero opposti al modo che aveva la Chiesa di trattarla come un oggetto. Il fatto che non l'avessero fatto significava che c'era una differenza di potere abbastanza grande da prevenirlo.

«Ho detto... stai zitta!!»

Ma quello non importava.

Kamijou obbligò il proprio corpo a muoversi sebbene questo stesse tremando come se fosse sul punto di morire, e guardò Kanzaki che gli stava di fronte.

Era una semplice occhiata senza nessun potere, ma era abbastanza da far indietreggiare uno dei 10 maghi più forti di Londra.

«Non ha importanza! Smetti di proteggere le persone perché sei forte!?» Kamijou fece un passo in avanti con le proprie gambe malconce. «No, non lo fai, vero!? Non mentire! Ti sei impegnata ad acquisire quel potere perché c'era qualcosa che volevi proteggere!»

Afferrò il colletto di Kanzaki con la sua malconcia mano sinistra.

«Perché hai ottenuto potere?»

Fece un pugno sanguinante con la sua malconcia mano destra.

«Chi volevi proteggere!?»

Usò quel debole pugno per colpire la faccia di Kanzaki. Non c'era la benché minima forza in quell'attacco, anzi perse diverso sangue dalla mano, come un pomodoro.

Eppure, Kanzaki indietreggiò come se fosse stata realmente colpita.

Lasciò cadere la Shichiten Shichitou, che si rigirò non appena toccò il terreno.

«E allora che cazzo ci fai qui!?» Guardò per terra verso Kanzaki, che nel frattempo era caduta. «Se sei forte come dici... se hai un potere tanto grande, come fai ad essere così impotente?»

Il suolo tremò.

O così sembrò a Kamijou. Subito dopo il ragazzo svenne, come se gli avessero tolto l'elettricità che alimentava il suo corpo.

(Alzati... Sta per... contrattaccare...)

Non vedeva più niente.

Kamijou si obbligò a muoversi, aveva perso sin troppo sangue per poter vedere o per potersi riprendere. Si mosse nel tentativo di difendersi dal contrattacco di Kanzaki, e ciononostante il massimo che riuscì a fare fu muovere come un bruco la punta di un dito.

Tuttavia non ci fu un contrattacco.

Nemmeno uno.

Parte 2

La gola secca ed il calore febbrile svegliarono Kamijou.

«Touma?»

Non appena capì di trovarsi nell'appartamento di Komoe-sensei, si accorse anche che Index lo stava fissando e che al momento era sdraiato in un futon.

Inaspettatamente vide la forte luce del sole entrare dalla finestra. Quella notte Kamijou aveva sicuramente perso contro Kanzaki, ed era svenuto davanti al nemico. Da quel momento in poi non ricordava più nulla.

Per farla semplice, era così deluso dall'accaduto che non gli importava nemmeno di essere ancora vivo.

Komoe-sensei non si vedeva da nessuna parte. Doveva essere fuori da qualche parte.

L’unico segno della sua presenza era un po' di porridge poggiato sul tavolo da tè accanto a Index. Forse non era carino nei suoi confronti, ma Kamijou dubitava che Index potesse cucinare dato come gli aveva chiesto da mangiare dopo essere caduta sul suo balcone; così pensò che fosse stata Komoe-sensei a prepararlo.

«Seriamente... Mi stai trattando come se stessi male.» Kamijou provò a muoversi. «Ow, ow. Ma che? C'è il sole, devo essere rimasto incosciente per tutta la notte. Che ora è?»

«Non è stata solo una notte.» rispose Index.

Le parole non sembravano voler uscire dalla sua bocca.

«?»

Kamijou alzò un sopracciglio e Index concluse: «Hai dormito per tre giorni.»

«Tre giorni… Cosa, Cosa!? Perché ho dormito così tanto!?»

«Non lo so!!» urlò Index senza preavviso.

Quel grido, che sembrava un'esplosione di rabbia, fece perdere il fiato a Kamijou.

«Non lo so, non lo so, non lo so! Davvero non so nulla! Ero così concentrata nel far perdere le mie tracce al mago delle fiamme che c'era a casa tua da non pensare al fatto che tu potessi vederti costretto a combatterne un altro!»

Quelle parole piene di rabbia non erano rivolte a Kamijou.

Erano una violenta autocritica, ed il ragazzo ne era così sopraffatto da non poterla interrompere.

«Touma, Komoe ha detto che eri collassato in mezzo a una strada. E' stata lei a riportarti in quest'appartamento. Ero così contenta per come erano andate le cose. Non avevo idea che tu stessi rischiando la vita, mentre invece io non facevo nient'altro che rallegrarmi pensando che eravamo riusciti a scappare da quello stupido mago!»

Improvvisamente Index smise di parlare.

Dopodiché ci fu una piccola pausa lunga abbastanza da permetterle di fare un lento respiro e di prepararsi al vero motivo del suo sfogo.

«…Non ti ho potuto salvare, Touma.»

Le sue piccole spalle cominciarono a tremare. Sedeva immobile, mentre si mordeva il labbro inferiore.

Eppure Index non versò lacrime di autocommiserazione.

Il suo cuore non le avrebbe dato tregua. Kamijou si rese conto di non poter confortare qualcuno che aveva giurato di non piangere neanche per sé.

Così pensò ad un'altra cosa.

Tre giorni.

Avrebbero potuto attaccare in ogni momento se lo avessero voluto. In realtà, non ci sarebbe stato da sorprendersi se avessero recuperato Index nei tre giorni in cui Kamijou era incosciente.

Allora perché? Kamijou, confuso, cercò la risposta nel proprio cuore. Non riusciva a capire cosa passasse per la testa del loro nemico.

Pensò anche che il termine "tre giorni" avesse qualche altro significato. Con un formicolio lungo tutta la schiena, ad un tratto si ricordò di una cosa.

Il tempo limite!

«? Touma, che c’è?»

Ma Index non faceva altro che guardarlo perplessa. Se lei si ricordava di lui, i maghi non le dovevano aver ancora cancellato i ricordi. E da come si stava comportando, non mostrava i sintomi di una perdita di memoria.

Kamijou si sentiva sollevato, ma desiderava uccidersi per aver perso quei preziosi ultimi tre giorni. Tuttavia, si tenne tutto dentro. Non voleva farlo sapere a Index. «…Dannazione. Non posso muovermi. Che diavolo? Perché sono completamente avvolto nelle bende?»

«Fa male?»

«Fa male? Se lo facesse starei contorcendomi dal dolore. Cosa sono tutte queste bende? Non pensi di aver esagerato un po'?»

«…»

Index non disse nulla.

E poi i suoi occhi si riempirono di lacrime, come se non fosse più in grado di contenersi.

Questo lo colpì al cuore più di qualsiasi cosa lei potesse gridare. Successivamente si accorse di come non provare alcun dolore fosse in realtà un pessimo segnale.

Komoe-sensei non poteva più usare magie curative. Era abbastanza sicuro che Index avesse detto così. Sarebbe stato più veloce se avesse potuto curare le sue ferite solo con un po' di MP come nei GDR, ma sembrava che il mondo non funzionasse in quel modo.

Kamijou guardò la sua mano destra.

La sua mano destra completamente distrutta era avvolta dalle bende.

«Pensandoci un attimo, un esper che ha partecipato al programma di sviluppo dei poteri non può usare la magia, giusto? Che sfiga.»

«...Giusto. Le reti neurali di una persona normale e di un esper sono diverse.» disse la ragazza con un tono insicuro. «Sembra proprio che le bende ti rimetteranno in sesto... però la vostra scienza è scomoda. La nostra magia sarebbe stata più veloce.»

«Può darsi, ma starò bene anche senza cose come la magia.»

«…Che vuoi dire con “cose come la magia”?» Index si imbronciò al commento di Kamijou. «Touma, ancora non credi nella magia? Sei più ottuso di un innamorato non corrisposto.»

«Non volevo dire questo.» Kamijou scosse la testa ancora premuta contro il cuscino. «Se possibile preferirei non rivedere la faccia che fai quando parli di magia. »

Kamijou si ricordò dell'espressione che Index aveva fatto mentre gli spiegava la magia runica nel corridoio del suo dormitorio.

Quegli occhi freddi come la pallida luna piena e precisi come gli ingranaggi di un orologio.

Le sue parole si erano rivelate più giuste di una guida turistica per bus, ma al contempo più prive d'umanità di un bancomat.

Le aveva pronunciate l’essere chiamato Index Librorum Prohibitorum, la biblioteca dei grimori.

Ancora non poteva credere che fosse la stessa stessa ragazza seduta di fronte a lui.

O meglio, non ci voleva credere.

«Touma, non ti piacciono le spiegazioni?»

«Ah? …Aspetta, non ricordi? Stavi parlando di rune davanti a Stiyl come se fossi una sorta di marionetta. A essere sinceri, non mi è piaciuto molto.»

«…Umh... Oh, capisco. Io… Mi sono risvegliata di nuovo.»

«Risvegliata?»

Da come l'aveva detto sembrava che la versione marionetta fosse la vera lei.

Come se quella ragazza davanti a lui fosse quella falsa.

«Si, ma per favore non parlare di quello a cui assomiglio quando mi risveglio.»

Kamijou era incapace di chiedere perché.

Prima che potesse aprire bocca, Index disse: «Parlare quando non sei cosciente è qualcosa di simile al parlare nel sonno. E’ imbarazzante. E poi..» La ragazza continuò: «Mi sembra di diventare sempre di più come una fredda macchina, e questo mi spaventa.»

Index sorrise.

Sorrise come se fosse sul punto di collassare ma non volesse far preoccupare nessuno.

Era un'espressione che le macchine non potevano fare.

Era un sorriso che solo gli umani potevano fare.

Index v01 211.jpg

«…Mi dispiace.»

Kamijou semplicemente si scusò. Si sentiva male per aver pensato anche solo un secondo che non fosse umana.

«E’ tutto a posto, idiota.» Il commento che Index aveva appena fatto con un sorriso, non faceva capire se fosse davvero tutto a posto. «Sei affamato?? Abbiamo del porridge, frutta e snack. La giusta dieta per il malato.»

«Come faccio a mangiare con la mano…»

Gli venne un colpo quando si accorse che Index stava tenendo le bacchette nella propria mano destra.

«…Umh, Index-san?»

“Hm? Ora è troppo tardi per preoccupartene. Se non ti avessi dato da mangiare in questo modo, saresti morto di fame nel corso degli ultimi tre giorni. "

«…Okay, va bene. Dammi solo il tempo di pensarci, Dio.»

«Perché? Non sei affamato?» Index posò le bacchette. «Serve che ti lavi?»

«…………………………………………………………… Umh?»

Un'indescrivibile sensazione attraversò il corpo di Kamijou.

Huh? Cos'è quest'incredibile brutto presentimento? Perché sono convinto che vedere un video di questi ultimi tre giorni mi farebbe morire d'imbarazzo?

«…Okay, dubito tu voglia fare qualcosa di male, soltanto siediti lì, Index.»

«?» Index si ammutolì prima di rispondere. «Ma io sono già seduta.»

«…»

Sicuramente aveva le migliori intenzioni mentre se ne stava seduta lì reggendo un asciugamano, ma Kamijou non riusciva a vedere la situazione come “innocente”.

«Che c'è?»

«Oh…» Kamijou era rimasto in silenzio e ora cercava di cambiare argomento. «Stavo pensando a che aspetto hai vista da questo futon.»

«Sembro strana? Sono una suora, e posso accudire le persone.»

Non pensava sembrasse strana. Il suo abito ecclesiastico bianco puro e il suo comportamento materno la facevano sembrare una suora a tutti gli effetti. (Per quanto potesse essere un insulto per lei, Kamijou ne era sorpreso.)

E cosa più importante…

Per via dei suoi occhi colmi di lacrime e delle sue guance rosate per il pianto, sembrava piuttosto...

Ma per qualche ragione non riusciva proprio a dirlo a voce alta, così rispose: «Oh, non è niente. Ho solo notato che anche i tuoi peli del naso sono argentati, tutto qui.»

«……………………………………………………….»

Il sorriso di Index divenne gelido.

«Touma, Touma. Sai cosa c’è nella mia mano destra?»

«Beh, il porridge… No, aspetta! Non darlo in pasto alla gravità!»

Nell’istante successivo, Kamijou Touma ebbe la sfortuna di ritrovarsi il campo visivo coperto dalla ciotola e dal porridge bianco.


Parte 3

Kamijou e Index impararono di prima mano che era difficile smacchiare il porridge da un futon o dai pigiami. Index stava lottando con i viscidi chicchi di riso con un accenno di lacrime agli occhi, ma la sua attenzione venne attirata da qualcuno che bussava alla porta.

«E' Komoe?»

«...Non vuoi scusarti?»

Dato che il porridge si era già freddato da tempo non si era bruciato, ma dato che si aspettava che fosse rovente, Kamijou era svenuto di nuovo abbandonato dai carboidrati.

«Eh? Cosa state facendo di fronte casa mia?» disse una voce dall'altra parte della porta.

Sembrava che Komoe-sensei avesse riconosciuto chiunque avesse bussato alla porta mentre era tornata da qualsiasi posto fosse stata.

(Allora chi è?)

Kamijou sembrava perplesso.

«Kamijou-chan, non so cosa sta succedendo, ma pare che abbiamo delle visite.»

La porta si aprì con uno schiocco.

Le spalle di Kamijou balzarono per la sorpresa.

Dietro Komoe-sensei vi erano due maghi familiari.

Entrambi sembravano in qualche modo sollevati nel vedere Index seduta normalmente.

Kamijou aggrottò le sopracciglia sospettoso. Naturalmente, si trovavano lì per prelevare Index. Tuttavia, avrebbero potuto farlo tre giorni prima, quando lui era crollato. Per loro non c'era ragione di lasciarla stare in libertà fino al giorno del suo "trattamento". Avrebbero potuto confinarla da qualche parte fino a quel momento.

(...Quindi perché hanno aspettato sino ad adesso per venire?)

I muscoli di Kamijou diventarono tesi mentre ricordava il potere delle fiamme e della spada dei maghi.

Ciononostante, il ragazzo non aveva più alcuna ragione di combattere Stiyl e Kanzaki. Loro non erano "Il malvagio esercito dell'associazione magica A"; provenivano dalla stessa chiesa di Index per prenderla in custodia. Kamijou era preoccupato per la ragazza. Alla fine, non c'era niente che potesse fare se non collaborare con loro ed affidare Index alla chiesa.

Ma quello era semplicemente il punto di vista del ragazzo.

I maghi non avevano ragione di collaborare con lui. In parole povere, non vi era alcuna ragione per la quale non potessero decapitare Kamijou in quel momento e portare Index via con loro.

Stiyl sembrava apprezzare il fatto che Kamijou restasse composto nel vederli, e disse: «Heh. Pare che non dovremo preoccuparci di vederti scappare con quelle ferite.»

A quel punto, il ragazzo finalmente realizzò ciò che stava cercando di fare il "nemico".

Index poteva scappare da sola da quei maghi. Dopotutto, aveva eluso la chiesa per quasi un anno tutta da sola. Anche se l'avessero catturata e rinchiusa da qualche parte, poteva ruscire a scappare facilmente, qualora fosse sola.

Se avesse davvero cominciato a fuggire di nuovo non sarebbero riusciti a recuperarla, con solo un paio di giorni per arrivare al limite. Se l'avessero imprigionata da qualche parte, avrebbe potuto scappare ed era possibile che l'avrebbe fatto anche nel bel mezzo della cerimonia.

Tuttavia, non sarebbe stato lo stesso se avesse avuto sulle spalle una persona ferita come Kamijou.

Era per quello che lui non piaceva ai maghi. Ed il motivo per il quale avevano fatto tornare Index da lui. Volevano che la ragazza si rifiutasse di arrendersi così che lui avrebbe avuto il ruolo di impedimento opportuno.

Lo avevano totalmente ignorato così da prendere sotto cautela Index in modo più sicuro e senza problemi.

«Andatevene, maghi.»

Adesso era la ragazza ad intromettersi tra i maghi e Kamijou.

Si alzò ed aprì le braccia. Sembrava un po' come una croce che sosteneva i peccati.

Stava andando tutto esattamente come avevano programmato i maghi.

Index aveva rinunciato a scappare a causa dell'impedimento di Kamijou.

«...»

Stiyl e Kanzaki si strattonarono leggermente a vicenda.

Era come se non potessero sopportare quella visione, nonostante le cose stessero procedendo esattamente come si aspettavano.

Kamijou si chiese quale espressione ci fosse sul viso di Index. Gli dava le spalle, quindi non poteva vederla.

Ma quei grandiosi maghi restarono sconvolti. Komoe-sensei non era il bersaglio diretto dei suoi sentimenti, ma riusciva ancora ad evitare il suo sguardo.

Kamijou si chiedeva cosa sentissero.

Si chiedeva cosa si dovesse sentire nell'essere guardati in quel modo da qualcuno per il quale si andrebbe così oltre fino ad uccidere.

«...Smettila, Index. Loro non sono nostri nem-...»

«Andatevene!!»

Index non lo stava ascoltando.

«Per favore... andrò ovunque voi vogliate e farò qualsiasi cosa mi chiederete. Ma per favore, vi prego...» Alla base del tono ostile per il quale si era agitata, vi era mischiato un pianto femmineo. «Non fate più del male a Touma.»

Quanto danno arrecava a quei maghi che una volta erano stati i suoi più grandi compagni?

Per un istante (solo un istante) nei visi dei due maghi apparvero dei sorrisi estremamente addolorati come se avessero rinunciato a qualcosa.

Ma i loro occhi gelarono come se si fossero persi in un bicchier d'acqua.

Quelli non erano sguardi di persone che guardavano un loro compagno; erano gli sguardi agghiaccianti dei maghi.

Quegli sguardi trattenevano le loro convinzioni per attenuare la sfortuna della separazione il più possibile piuttosto che dare a lei la crudele fortuna di conoscerli.

Quegli sguardi che possedevano la convinzione di attenuare il più possibile la sfortuna della separazione piuttosto che darle la crudele fortuna di conoscerli.

Quegli sguardi che trattenevano i loro sentimenti per lei che erano abbastanza forti da scegliere di abbandonare il loro cameratismo e diventare i suoi nemici.

Quelle cose non sarebbero state distrutte.

Dato che non avevano il fegato di dirle la verità, potevano solo stare lì a guardare finché non sarebbe stata portata a termine la peggiore delle situazioni.

«Il tempo limite scadrà tra 12 ore e 28 minuti.» Annunciò Stiyl con un tono da mago.

Index non aveva capito cosa significava "tempo limite".

«Volevamo semplicemente vedere se i suoi impedimenti funzionavano, così non dovremo preoccuparci di un'eventuale fuga quando sarà il momento. Erano più efficaci di quanto ci aspettassimo. Se non vuoi che ti portiamo via quel giocattolo, arrenditi ad ogni speranza di fuga. Capito?»

Doveva essere un bluff. Volevano festeggiare con una gioia immane che Index stava bene. Avrebbero voluto accarezzarle la testa e poggiare le loro fronti sulla sua per controllarle la temperatura. Era così importante per loro.

Tutte le cose terribili che aveva detto Stiyl di Index erano così semplicemente perfette da capire che recitava. In realtà voleva aprire le braccia ed agire come scudo per Index. Kamijou non poteva immaginare quanta forza mentale ci sarebbe voluta per fare ciò che stava facendo.

Index non rispose.

I due maghi non aggiunsero altro. Lasciarono semplicemente la stanza.

(Perché è andata a finire così...?)

Kamijou strinse i denti.

«Stai bene?»

Alla fine, Index abbassò le braccia e si voltò lentamente verso il ragazzo.

Kamijou chiuse istintivamente gli occhi. Non riusciva a sopportare l'idea di guardare.

Non sopportava di guardare la faccia di Index coperta di lacrime e sollievo.

«Se troverò un accordo con loro...» Kamijou sentì una voce nell'oscurità. «Potrò far sì che la tua vita non venga più rovinata, Touma. Non lascerò che vi si intromettano più, non preoccuparti.»

«...»

Kamijou non poteva rispondere. Pensò solamente nell'oscurità dei suoi occhi chiusi.

(...Posso lasciare i nostri ricordi insieme a te?)


Parte 4

Arrivò la notte.

Index dormiva vicino al futon. Le luci della camera non erano accese dato che si erano addormentati quando non era ancora calato il sole.

Sembrava che Komoe-sensei fosse andata ai bagni pubblici lasciando i due in camera da soli.

Kamijou non era del tutto sicuro fosse andata così perché si era addormentato a causa delle sue pessime condizioni e quando si era svegliato era già notte. La stanza di Komoe-sensei non aveva orologi, quindi non sapeva che ore fossero. L'aria diventava particolarmente fredda quando il termine "tempo limite" si insinuava nella sua mente.

Essendosi addormentata dopo esser stata assalita dalla stanchezza, Index doveva essere stata incredibilmente nervosa nei tre giorni precedenti. Dormiva con la bocca aperta e sembrava una bambina che si era stancata facendo da infermierina alla madre malata.

Sembrava che Index avesse totalmente abbandonato il suo scopo originale di raggiungere una chiesa anglicana. Se Kamijou si fosse forzato ad alzarsi in questo stato ed avesse cercato di portarla ad una chiesa, probabilmente lei avrebbe posto resistenza.

Si sentiva un po' imbarazzato mentre la ragazza mormorava il suo nome nel sonno.

Il viso indifeso di Index, somigliante a quello di un gattino, diede a Kamijou una sensazione complessa.

Non importa quanta determinazione mostrasse, alla fine stava andando tutto come voleva la chiesa. Sia che Index avesse raggiunto una chiesa sana e salva, o che venisse catturata dai maghi, alla fine sarebbe comunque stata presa da Necessarius e le avrebbero cancellato i ricordi.

Il telefono squillò improvvisamente.

Quello che c'era nella stanza di Komoe-sensei era un telefono nero a ruota che poteva essere considerato antico. Kamijou lo cercò lentamente mentre emanava un suono antiquato che sembrava quello di una sveglia.

Pensò di dover rispondere, ma non sapeva nemmeno se farlo senza permesso fosse la cosa giusta. Tuttavia, prese la cornetta. Non gli importava molto di rispondere, ma gli sarebbe spiaciuto se il suono avesse svegliato Index.

«Sono io... Ricordi chi sono, no?»

La voce proveniente dalla cornetta era femminile ed educata. Anche attraverso il telefono, Kamijou poteva scommettere che quella persona stesse cercando di tenere la voce bassa, come a parlare in segreto.

«Kanzaki...?»

«No, sarebbe meglio se non imparassimo i nostri rispettivi nomi. Lei... Index è lì?»

«Si è addormentata, ma... Aspetta, come fai a conoscere questo numero?»

«Conosciamo l'indirizzo, quindi non è stato difficile da cercare.» La voce di Kanzaki non era calma. «Se si è addormentata, è perfetto. Ascolta ciò che devo dire.»

«?» Kamijou aggrottò le sopracciglia con aria sospettosa.

«Come ho detto prima, il tempo limite è stanotte a mezzanotte. Abbiamo messo su un programma per finire tutto per allora.»

Il cuore di Kamijou si fermò.

Sapeva che non c'era altro modo per salvare Index. Lo sapeva, ma quando la parola "fine" gli venne spiattellata in faccia a quel modo, si sentì con le spalle al muro.

«Ma...» Il respiro di Kamijou cominciò a farsi debole. «Perché lo stai dicendo a me? Smettila. In questo modo, potrei finire con il volervi resistere anche se significherebbe essere ucciso.»

«...»

La voce proveniente dalla cornetta si ammutolì.

Non era un silenzio completo, comunque. Kamijou poteva sentire un respiro celato mescolato ad esso. Era un silenzio molto umano.

«...Allora hai bisogno di tempo per dire addio?»

«Co-...?»

«Sarò onesta. Quando le abbiamo cancellato i ricordi per la prima volta, durante i tre giorni precedenti ci siamo impegnati a creare dei ricordi. Nella notte finale, non abbiamo fatto altro che aggrapparci a lei singhiozzando. Credo tu abbia il diritto di avere la stessa opportunità.»

«Non mi rompere il cazzo.» Kamijou pensò di stare per distruggere la cornetta con la sua stretta. «E' lo stesso che arrendersi! Mi stai dicendo di rinunciare al diritto di provare!! Mi stai dicendo di rinunciare al diritto di questa sfida disperata!!»

«...»

«Se non capisci, lascia che ti dica una cosa: non mi sono ancora arreso. Di fatto non riuscirò mai ad arrendermi! Se fallirò cento volte, mi rialzerò cento volte. Se fallirò mille volte, striscerò per mille volte! Questo è tutto! Farò ciò che non fai potuto fare tu!»

«Questa non è né una conversazione, né una trattativa. Sono solo un messaggio ed un ordine. Qualsiasi cosa tu intenda fare, la recupereremo all'ora stabilita. Se cercherai di fermarci, ti distruggeremo.» La voce della maga era calma come quella di un impiegato di banca. «Potresti cercare di negoziare con me facendo forza sulla gentilezza umana che mi è rimasta, ma è esattamente per quello che ti sto dando quest'ordine assoluto.» La voce di Kanzaki era tanto fredda quanto una spada giapponese estratta nell'aria notturna. «Le dirai addio e te ne andrai prima che arriveremo. Il tuo ruolo non è niente più di quello di un peso per lei. Il destino delle catene che hanno perso il loro proposito è di essere tagliate.»

Le parole della maga non erano altro che aggettivi di ostilità e disdegno.

Parlava come se stesse cercando di frenare dal combattere una persona ferita per far sì che non la potessero aprire oltre.

«F... Fanculo.» Il suo tono irritò Kamijou in modo strano e le rispose velocemente. «Tutti stanno dando la colpa della loro incompetenza a me. Voi due siete maghi, no? Pensavo che questi rendessero possibile l'impossibile!? Ma guardati! Davvero non puoi farci niente con la magia!? Puoi davvero fronteggiare Index e dirle orgogliosamente che hai cercato di fare tutto il possibile!?»

«...La magia non può fare niente. Non ne sarei orgogliosa, ma trovo sia impossibile mentire a quella ragazza.» Disse Kanzaki mentre stringeva i denti. «Se avessimo potuto fare qualcosa, lo avremmo fatto molto tempo fa. Se non fosse stato necessario, nessuno avrebbe usato questo ultimatum crudele.»

«...Cosa?»

«Pare che tu non possa nemmeno arrenderti se non capisci la situazione. Non credo che questo sia un buon uso degli ultimi momenti con lei, ma ti darò una mano nella disperazione.» La maga parlava tranquillamente come se stesse leggendo la bibbia. «La sua memoria perfetta non è né un tipo di potere psichico, né un tipo di magia. E' una sua parte naturale. E' la stessa cosa di una vista non buona o delle allergie. Non è un tipo di maledizione che può essere distrutta

«...»

«Noi siamo maghi. Per ogni situazione creata dalla magia, vi è il pericolo di esere dissipati da essa.»

«Pensavo fosse un sistema di difesa anti-occulto creato da uno specialista di magia. Non puoi fare qualcosa con i 103.000 grimori di Index!? Ha detto che controllarli darebbe il potere di Dio, ma se non può nemmeno guarire la testa di una ragazza non mi sembra così grandioso!»

«Oh, ti stai riferendo ad un Majin. La chiesa è estremamente turbata da una possibile ribellione di Index. E' per questo che le hanno messo un "collare" così che la manutenzione possa essere eseguita solo dalla chiesa una volta all'anno, cancellandole i ricordi. Pensi davvero che le avrebbero lasciato qualche possibilità di rimuoverlo da sola?» Kanzaki stava parlando tranquillamente. «Probabilmente c'è una prevenzione per i 103.000 grimori. Per esempio, probabilmente non le era permesso di memorizzare un testo qualsiasi che avesse a che fare con la manipolazione dei ricordi. Scommetto che la chiesa ha sviluppato una sicurezza del genere.»

«Che vadano al diavolo.» Lì maledì Kamijou. «...Hai detto che l'80% del cervello di Index è occupato dalla conoscenza dei 103.000 grimori, no?»

«Sì. Di fatto l'85%, ma per noi maghi è impossibile distruggere quei grimori. Dopotutto, un grimorio originale non può essere distrutto nemmeno da un inquisitore. Ciò significa che possiamo soltanto svuotare il rimanente 15%, ovvero i suoi ricordi, per aumentare lo spazio vuoto nella sua testa.»

«...Allora noi della parte scientifica?»

«...»

Si zittì.

Kamijou si chiedeva se fosse possibile. I maghi conoscevano il loro campo, la magia, i pro e i contro, e non potevano farlo. Dato che non si stavano ancora arrendendo, era normale spostarsi su un campo diverso.

Per esempio, c'era la scienza.

E se erano andati lì, aveva senso lasciare che qualcuno agisse da tramite. Era lo stesso di avere qualcuno del posto che ti aiuta quando devi camminare in un paese sconosciuto e negoziare con diverse persone.

«...C'è stato un periodo in cui ho pensato la stessa cosa.»

Kamijou non si aspettò di sentirglielo dire.

«Ad essere sincera, non sapevo cosa fare. Il mondo magico in cui credevo più di qualsiasi altra cosa, non era in grado di salvare una singola ragazza. Capisco cosa significhi provare il tutto per tutto.»

«...»

Kamijou aveva la sensazione di capire cosa sarebbe accaduto dopo.

«Non me la sento di lasciarla nelle mani della scienza.»

Se l'era aspettato, ma l'appurarlo lo faceva sentire come pugnalato alla testa.

«So che voi non potete fare qualcosa che noi non riusciamo a fare. I vostri metodi grossolani come riempire il suo corpo con delle droghe sconosciute e tagliarla con un bisturi non farebbe niente se non abbreviare inutilmente la sua vita. Non voglio vederla profanata dalle macchine.»

«Okay, capisco. Come diavolo puoi dirlo se non ci hai nemmeno mai provato? Ho una domanda per te. Continui a parlare di distruggere i ricordi, ma sai esattamente cos'è la perdita della memoria?»

Non vi fu alcuna risposta.

(Non deve proprio saperne molto della scienza.)

Kamijou spinse verso di sé col piede alcuni testi di programmi di studi che stavano sul pavimento. Era una chiave per lo sviluppo dei poteri, includendo un po' di neuroscienza, psicologia rara e reazioni alle droghe.

«Come puoi parlare di una memoria perfetta e di perdita della memoria se non sai nemmeno cosa siano? Ci sono diversi tipi di perdita della memoria.» Cominciò a sfogliare le pagine. «C'è l'invecchiamento... penso sia come la senilità. Ed apparentemente puoi perdere i ricordi se ti ubriachi con l'alcol. Ci sono delle malattie del cervello che si chiamano Alzheimer ed ischemia transitoria, dove il sangue smette di circolare nel cervello e la memoria scompare. La perdita della memoria è anche un effetto collaterale di anestetici in generale, come l'alotano, l'isoflurano ed il fentanial, da derivati di acidi barbiturici e da droghe come le benzodiazepine.»

«... Benzo... cosa?»

La voce di Kanzaki era diventata sorprendentemente debole, ma Kamijou non aveva il compito di spiegarle tutto, quindi la ignorò.

«In parole povere, ci sono molti modi per eliminare i ricordi di qualcuno per via farmacologica. Significa che ci sono metodi che voi non riuscite ad usare che potrebbero farla disfare dei 103.000 grimori, idiota.»

Il respiro di Kanzaki si congelò.

Tuttavia, quei metodi non avrebbero rimosso i suoi ricordi. Avrebbero invece danneggiato le cellule cerebrali. Un uomo vecchio affetto da demenza non riusciva a ricordare di più perché aveva perso alcuni dei suoi ricordi.

Ma Kamijou escluse quella parte. Anche se era solo un bluff, doveva fermare i maghi dal cancellare forzatamente i suoi ricordi.

«E questa è la Città Accademia. E' piena di esper che possono manipolare la mente delle persone con poteri come la psicometria o da marionetta. Per non parlare del fatto che ci sono strutture di ricerca per tutta la zona. E' davvero troppo presto per perdere la speranza. Apparentemente, c'è alla Tokiwadai anche una Level 5 che può rimuovere i ricordi delle persone con un solo tocco.»

Era lì che stava l'ultimo frammento di speranza.

Dalla cornetta non si sentì alcuna voce.

Kamijou andò avanti per sconfiggere Kanzaki che stava cominciando a mostrare dei segni di esitazione.

«Beh? Cosa farai, maga? Continuerai ad intralciare il mio cammino? Vuoi arrenderti a cercare quando la vita di qualcuno è appesa ad un filo?»

«...Quelle parole sono troppo scadenti per convincere un nemico.» disse kanzaki con un leggero tono di derisione verso se stessa. «Abbiamo un modo vero e testato per salvare la sua vita. Non posso fidarmi di questa tua scommessa non verificata. Pensi davvero di poter cambiare tutto ciò con delle dichiarazioni sconsiderate?»

Kamijou restò in silenzio per un po'.

Cercò di ribattere, ma non riusciva a pensare a niente.

Non aveva altra scelta che accettarlo.

«...E' vero. Alla fine, non possiamo capirci.»

Non aveva altra scelta che accettare che era sua nemica nonostante il fatto che potesse esserci la possibilità di farla ragionare, perché si era trovata nella stessa situazione già una volta.

«Esatto. Se le persone che sperano la stessa cosa diventassero sempre alleate, il mondo sarebbe completamente pieno di pace.» disse Kanzaki.

La stretta alla cornetta di Kamijou si fece leggermente più salda.

Quella mano destra malconcia era la sola arma e poteva distruggere anche i sistemi creati da Dio.

«...Allora sei il mio arci nemico e ti sconfiggerò.» disse Kamijou.

«Data la diversità nello specifico, il risultato sarebbe immensamente chiaro. Ti va ancora bene intenderla così?»

«Perfetto. Rilancio. Devo solo invitarti in situazioni dove mi sarebbe garantita la vittoria.»

Kamijou scoprì i canini verso la cornetta.

Stiyl non era definitivamente più debole di Kamijou. Quest'ultimo aveva vinto solo perché il mago aveva perso contro il sistemma di sprinkler. In breve, la differenza di forza poteva essere comparata con la strategia.

«Sai, quando quella ragazza crollerà di nuovo, dovresti pensare che sarà troppo tardi.» Le parole di Kanzaki erano taglienti come la punta di una spada. «Saremo lì a mezzanotte. Non ti rimane molto tempo, ma fai sì che la tua ultima inutile battaglia sia una di quelle buone.»

«Non mi vedrai piangere, maga. La salverò e vi ruberò la scena.»

«Rimani lì e aspettaci.» rispose Kanzaki e poi riagganciò.

Kamijou mise giù la cornetta silenziosamente e guardò il soffitto come se stesse osservando la luna in un cielo notturno.

«Dannazione!»

Agitò la mano destra sul tatami come se stesse dando un pugno ad un nemico che aveva inchiodato. Scientificamente poteva essere fatta qualcosa, ma quel normale studente delle superiori non aveva idea di cosa potesse essere con esattezza.

Nonostante tutto, non poteva fermarsi.

Sentì un'intensa impazienza e preoccupazione come se gli fosse stato detto di tornare al suo paese dopo essere stato lasciato nel mezzo di un deserto, dove non si riusciva a vedere nulla tranne che l'orizzonte in ogni direzione.

Una volta raggiunto il limite, i maghi avrebbero distrutto i ricordi di Index senza pietà. Probabilmente si stavano già aggirando nei pressi dell'appartamento mentre si organizzavano per catturarla se avessero cercato di fuggire.

Non sapeva perché i maghi non attaccassero soltanto. Poteva essere per compassione di Kamijou e poteva essere perché non volevano far muovere Index prima del tempo limite. Non aveva idea di quale delle opzioni si trattasse, o se fosse per altro.

Guardò il viso di Index mentre stava rannicchiata sul tatami.

Allora si alzò, tutto eccitato.

La Città Accademia ha più di mille strutture di ricerca sia grandi che piccole, ma uno studente del primo anno come Kamijou non aveva connessioni con nessuno di loro. Doveva contattare Komoe-sensei.

Era giusto chiedersi se fosse stato possibile fare qualcosa in meno di un giorno. Il tempo limite di Index si stava avvicinando, ma il ragazzo aveva un piano segreto. Se il suo cervello si fosse distrutto se avesse continuato ad aggiungere altri ricordi, non poteva guadagnare tempo mettendola a dormire così non ne avrebbe guadagnato nessuno?

Una droga come quella di Romeo e Giulietta che mette in uno stato di morte apparente sembrava davvero surreale, ma non doveva spingersi a tanto. Essenzialmente, doveva solo metterla a dormire con del gas esilarante, un anestetico generale usato per le operazioni.

Non si doveva preoccupare del suo sonno e del crearsi dei ricordi tramite i sogni. Kamijou aveva imparato qualcosa del sistema del sonno durante le lezioni di sviluppo dei poteri. Era abbastanza sicuro che le persone sognavano solo in uno stato di sonno leggero. Una volta che si entrava in uno stato di sonno profondo, il cervello si riposa a tal punto che dimentica anche di aver sognato.

Quindi, Kamijou aveva bisogno di due cose.

La prima era contattare Komoe-sensei e ricevere qualche aiuto dalla struttura di ricerca che operava sia nella neuroscienza o forse nei poteri esper correlati alla mente.

La seconda era di sfuggire ai maghi e portare Index fuori di lì o di creare una situazione in cui avrebbe potuto sconfiggerli.

Kamijou decise di cominciare col chiamare Komoe-sensei.

Ma quando ci pensò, effettivamente non conosceva il suo numero di cellulare.

«Wow, sono un idiota...» disse quasi a volersi uccidere mentre guardava intorno alla stanza.

Non vide niente fuori dall'ordinario, ma quell'angusta stanza dal pavimento in tatami sembrava come un tipo sconosciuto di labirinto. Senza alcuna luce accesa, la stanza era tanto buia quanto il mare di notte, e sembrava che i libri e le lattine di birra sparpagliate potessero nascondere qualcosa. Quando pensò a tutti i cassetti del cassettone e dell'armadietto, si sentì come se la sua coscienza stesse per eclissarsi.

Cercare di trovare un numero di cellulare che potrebbe anche non esserci, sembrava un gesto folle. Era come se dovesse cercare in una discarica gigante una singola batteria che aveva buttato per caso il giorno precedente.

Tuttavia, non poteva fermarsi. Kamijou cominciò a capovolgere tutto attorno a lui, cercando un appunto o qualcosa che avesse quel numero di cellulare scritto su. Ogni minuto ed ogni secondo contavano, quindi cercare qualcosa che poteva anche non essere lì era difficilmente una cosa sensata da fare. Ogni volta che batteva, il suo cuore gli faceva saltare i nervi, e ogni volta che respirava, l'impazienza cominciava a bruciare ancora di più dentro di lui. Ad un primo sguardo, poteva sembrare come se stesse gettando ogni cosa attorno a lui colto dalla rabbia.

Controllò a fondo nell'armadietto ed uscì tutti i libri dallo scaffale. Mentre Kamijou stava andando su tutte le furie, Index continuava a dormire rannicchiata sul pavimento, il che faceva sembrare che il tempo si fosse fermato per lei.

Vederndola nella sua modalità completa "gatto nel kotatsu", il ragazzo aveva stranamente paura di polerla colpire, ma proprio in quel momento, svolazzò sul pavimento un pezzetto di carta che stava all'interno di un libro che sembrava essere familiare, arrivando ai suoi piedi.

Era l'elenco del conto del cellulare di Komoe-sensei.

Kamijou afferrò immediatamente il pezzetto di carta e trovò un numero di undici cifre scritto in esso. Sembrava avesse speso 142,500 yen nel mese precedente. Doveva essersi impantanata con un telefono terribile. Solitamente, il ragazzo avrebbe rotolato dal ridere per circa tre giorni per quella scoperta, ma non era il momento. Doveva fare quella chiamata, così si diresse verso il telefono nero.

Aveva la sensazione di esserci stato un po' a trovare il numero.

Non aveva idea se fosse passata solo qualche ora o solo qualche minuto. Il cuore di Kamijou si sentiva così messo alle strette che aveva perso la cognizione del tempo.

Chiamò il numero e Komoe-sensei rispose dopo il terzo squillo, come se lo avesse contato.

Quasi con la schiuma alla bocca, Kamijou cercò una "spiegazione" che era difficile anche per lui da capire, perché la sua mente non riusciva ad elaborare quello che voleva significare.

«...Hm? Ho la specializzazione in pirocinesi, quindi non ho molte connessioni con cose correlate allo studio della mente. Potresti usare l'Istituto Takizawa o l'ospedale universitario Todai, ma la loro attrezzatura è di seconda qualità. Chiamare un esper che eccelle in quel campo sarebbe una cosa certa. Conosco Yotsuba-san di Judgement, è un esper telepate di livello 4, e probabilmente sarebbe felice di aiutarti.»

Non aveva dato molte spiegazioni, ma Komoe-sensei diede velocemente una risposta.

Kamijou aveva seriamente deciso che avrebbe dovuto consultarsi con lei sin dall'inizio.

«Ma Kamijou-chan. Anche se gli insegnanti di ricerca sono persone terribili che scambiano il giorno con la notte, probabilmente non sarebbero felici di essere chiamati da uno studente a quest'ora. Che ne pensi di far preparare un letto in una struttura al momento?»

«Cosa? ...No, sensei. Mi spiace, ma è urgente. Non possiamo farlo adesso?»

«Ma...» disse Komoe-sensei risultando un po' seccata. «E' già mezzanotte.»

Kamijou gelò.

La stanza non aveva orologi. Ma anche se ne avesse avuto uno, non avrebbe avuto il coraggio di controllarlo.

Il suo sguardo si spostò su Index.

La ragazza era rannicchiata sul tatami, ma le braccia e le gambe distese non si muovevano. Non si muovevano per niente.

«...In...dex?» chiamò timidamente Kamijou.

La ragazza non si mosse.

Proprio come qualcuno con la febbre, si era addormentata così profondamente da non poter rispondere.

Si sentì una voce provenire dalla cornetta.

Ma Kamijou la lasciò cadere prima che potesse capire ciò che era stato detto. Cominciò a scendere un terribile sudore dai palmi delle sue mani. Una sensazione molto brutta gli pesava sullo stomaco come se fosse stato colpito da una palla da bowling.

Sentì dei passi provenire dal corridoio che portava all'appartamento.

- Saremo lì a mezzanotte. Non ti rimane molto tempo, ma fai sì che la tua ultima inutile battaglia sia una di quelle buone. -

Nell'istante in cui Kamijou ricordò quelle parole, la porta dell'appartamento venne calciata dall'esterno.

La pallida luce della luna entrò nella stanza come quella del sole che brilla attraverso le foglie in una stretta zona di una foresta.

Con il perfetto cerchio della luna alle sue spalle, i due maghi stavano sulla soglia.

In quel momento, le lancette degli orologi di tutto il Giappone indicavano che era precisamente mezzanotte.

Ciò significava che il tempo limite di una certa ragazza era scaduto.

Era ciò che significava.