Difference between revisions of "Hyouka (Italiano):Volume 1 Capitolo 3"

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==3 - Le Attività del Prestigioso Club di Letteratura==
 
==3 - Le Attività del Prestigioso Club di Letteratura==
   
Mi era venuta in mente una domanda: cosa si faceva in un club di letteratura? Gli unici studenti, che avrebbero saputo la risposta, ormai non frequentavano più la scuola e non mi andava di chiedere agli insegnanti. Avrei potuto chiederlo a mia sorella, ma purtroppo era a Beirut. Nonostante fosse raro trovare un club che non sapesse cosa fare, non valeva la pena preoccuparsene. D’altro canto, esistevano un sacco di altri club i cui motivi della loro esistenza poteva essere classificato solo come un mistero.
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Mi era venuta in mente una domanda: cosa si faceva in un club di letteratura? Gli unici studenti, che avrebbero saputo la risposta, ormai non frequentavano più la scuola e non mi andava di chiedere agli insegnanti. Avrei potuto chiederlo a mia sorella, ma purtroppo era a Beirut. Nonostante fosse raro trovare un club che non sapesse cosa fare, non valeva la pena preoccuparsene. D’altro canto, esistevano un sacco di altri club il cui motivo della loro esistenza poteva essere classificato solo come un mistero.
   
 
Era passato un mese dal giorno in cui il club di letteratura era rinato. L’aula di geografia non era più un angolo privato, ma rimaneva pur sempre un luogo rilassante, perfetto per ammazzare il tempo, ogni volta che mi annoiavo dopo le lezioni. Al suo interno potevano esserci Satoshi, Chitanda, entrambi oppure nessuno dei due, tuttavia l’atmosfera non cambiava. Potevamo scegliere di chiacchierare oppure di rimanere in silenzio. Infatti, Satoshi era il genere di persona che riusciva tranquillamente a sopportarlo e la tranquillità si addiceva bene anche a una ragazza graziosa come Chitanda, purché la sua curiosità non esplodesse. Pertanto, il nostro assomigliava più a un club per il tempo libero piuttosto che a un vero e proprio club scolastico.
 
Era passato un mese dal giorno in cui il club di letteratura era rinato. L’aula di geografia non era più un angolo privato, ma rimaneva pur sempre un luogo rilassante, perfetto per ammazzare il tempo, ogni volta che mi annoiavo dopo le lezioni. Al suo interno potevano esserci Satoshi, Chitanda, entrambi oppure nessuno dei due, tuttavia l’atmosfera non cambiava. Potevamo scegliere di chiacchierare oppure di rimanere in silenzio. Infatti, Satoshi era il genere di persona che riusciva tranquillamente a sopportarlo e la tranquillità si addiceva bene anche a una ragazza graziosa come Chitanda, purché la sua curiosità non esplodesse. Pertanto, il nostro assomigliava più a un club per il tempo libero piuttosto che a un vero e proprio club scolastico.

Revision as of 12:45, 17 June 2020

3 - Le Attività del Prestigioso Club di Letteratura

Mi era venuta in mente una domanda: cosa si faceva in un club di letteratura? Gli unici studenti, che avrebbero saputo la risposta, ormai non frequentavano più la scuola e non mi andava di chiedere agli insegnanti. Avrei potuto chiederlo a mia sorella, ma purtroppo era a Beirut. Nonostante fosse raro trovare un club che non sapesse cosa fare, non valeva la pena preoccuparsene. D’altro canto, esistevano un sacco di altri club il cui motivo della loro esistenza poteva essere classificato solo come un mistero.

Era passato un mese dal giorno in cui il club di letteratura era rinato. L’aula di geografia non era più un angolo privato, ma rimaneva pur sempre un luogo rilassante, perfetto per ammazzare il tempo, ogni volta che mi annoiavo dopo le lezioni. Al suo interno potevano esserci Satoshi, Chitanda, entrambi oppure nessuno dei due, tuttavia l’atmosfera non cambiava. Potevamo scegliere di chiacchierare oppure di rimanere in silenzio. Infatti, Satoshi era il genere di persona che riusciva tranquillamente a sopportarlo e la tranquillità si addiceva bene anche a una ragazza graziosa come Chitanda, purché la sua curiosità non esplodesse. Pertanto, il nostro assomigliava più a un club per il tempo libero piuttosto che a un vero e proprio club scolastico.

Anche se Satoshi credeva il contrario, in realtà la presenza intorno a me di altre persone non mi aveva mai infastidito. Pertanto, la compagnia di lui e Chitanda non mi dispiaceva.

Durante una giornata piovosa, mi trovavo nell’aula del club insieme a Chitanda. Ero seduto su una sedia vicino alla finestra, mentre leggevo un libro tascabile piuttosto economico. Chitanda, invece, era seduta nella parte anteriore della stanza e, per qualche motivo, leggeva un libro molto spesso. Insomma, quello sembrava uno di quei classici pomeriggi fiacchi dopo le lezioni.

Guardando l'orologio, notai che erano passati solo 30 minuti. Non era trascorso molto tempo. Dire che fossi rilassato, in realtà, non era esattamente corretto. Piuttosto, il fatto che stessi entrando in uno stato di pace e tranquillità mi rendeva nervoso. Infatti, stavo consapevolmente cercando di risparmiare energie per il maggior tempo possibile, tutto qui.

Il silenzio era rotto solamente dal suono delle pagine che giravano e dalle gocce di pioggia fuori.

«...»

Mi sentivo stanco, così stavo programmando di tornare a casa non appena avesse smesso di piovere.

"Tonf". Sentii il suono di un libro che veniva chiuso. A quel punto, Chitanda, che sedeva con la schiena rivolta verso di me, sospirò e disse:

«È stato davvero poco produttivo».

Anche se non mi guardava, era chiaro che stesse parlando con me piuttosto che con sé stessa. Tuttavia, non sapevo come rispondere al suo commento improvviso. Allora, provai a chiedere: «Ti riferisci al raccolto della fattoria di famiglia?»

«La nostra fattoria ha due terreni».

Chitanda si girò verso di me e disse come se stesse leggendo: «E sono semestrali, quindi difficilmente sono poco produttivi[1]».

«C’era da aspettarselo da una figlia di proprietari agricoli».

«Non è necessario elogiarmi…»

Ci fu un breve silenzio, seguito dal suono della pioggia.

«No, non era quello che intendevo».

«Ma stavi parlando di qualcosa di "poco produttivo"».

«Sì. Infatti è stato poco produttivo».

«Cosa intendi?»

Chitanda mi fissò intensamente e poi alzò il braccio destro, indicando l'intera stanza.

«Mi riferisco a tutto il tempo che abbiamo trascorso dopo le lezioni. Non abbiamo uno scopo preciso e non stiamo facendo assolutamente nulla di produttivo».

Frequentare il club era solo un modo per ammazzare il tempo e non di certo per fare qualcosa di produttivo. Chiusi il libro che stavo leggendo e guardai verso Chitanda.

«Bene, sono tutto orecchie. Tu cosa faresti in un club di letteratura?»

«Io?»

Spesso le persone non si rendono conto di quello che loro stesse dicono, per questo feci quella domanda diretta e un po’ meschina. Ad ogni modo, io non desideravo fare nulla.

Chitanda rispose senza esitazione: «Un sacco di cose».

«Hmm».

Rimasi sorpreso. Aveva risposto rapidamente. Stavo per chiedere che tipo di attività avesse intenzione di fare, quando lei disse: «Ma è per motivi personali».

In quel caso, non erano necessarie ulteriori domande.

Poi Chitanda continuò:

«Stiamo parlando di un club di letteratura, quindi dovremmo fare delle attività che in qualche modo siano correlate al club. Non possiamo stare seduti a non fare nulla».

«Molto bene, ma ancora non sappiamo quale sia lo scopo del club».

«No, abbiamo uno scopo».

Con l’aria autoritaria di un presidente di un club o con quella di un membro di una famiglia prestigiosa, Chitanda dichiarò: «Pubblicheremo un articolo per il festival culturale di ottobre».

Il festival culturale?

Avevo già visitato il festival culturale del Kamiyama in passato e lo conoscevo abbastanza bene. In breve, si poteva descrivere come l'essenza stessa della cultura giovanile, concentrata in un’unica area. Secondo Satoshi, la cerimonia del tè, che si teneva al festival, era altamente consigliata per chiunque fosse interessato alle arti, mentre il concorso di break dance era un focolaio per tutti i futuri professionisti. Partecipavano anche un gran numero di club di varie tipologie. Durante i suoi tre anni di liceo, ricordo di aver visto mia sorella portare a scuola un mucchio di articoli.

Per così dire, il festival era la cristallizzazione della "rosea" vita liceale. Per quanto riguarda i miei sentimenti personali, credevo fosse meglio per me non dire nulla. Diciamo solo che non provavo un particolare risentimento.

Ad ogni modo, un articolo, eh? Stavo riflettendo sulla proposta di Chitanda, quando a un certo punto mi venne in mente una domanda: «Chitanda, scrivere un articolo è solo un risultato finale e non lo scopo vero e proprio del club, giusto?»

Chitanda scosse la testa e rispose: «No, ma se lo scopo del club fosse quello di scrivere un articolo, allora creando il risultato potremmo raggiungere uno scopo».

«Cosa?»

«Come ho appena detto, se il risultato fosse" lo scopo, allora tutto quello che dovremmo fare sarebbe puntare al risultato, giusto?»

Hmm. Alzai le sopracciglia, quando capii cosa stesse cercando di dirmi. Ma quella non era una tautologia?

Comunque, scrivere un articolo era una seccatura. Non potevo dire con certezza se ad infastidirmi fossero gli articolo, o qualsiasi altra attività che richiedesse una certa abilità nello scrivere, ma non farlo era di sicuro la scelta migliore. Che si trattasse dello scopo o dell'attività in sé, entrambe richiedevano tempo e fatica. Tutto questo si traduceva in uno spreco di energie.

«Scrivere un articolo è troppo faticoso. Inoltre... Tre autori sono un po' troppi».

Eppure, Chitanda continuò a insistere sulla sua proposta.

«No, dobbiamo scrivere un articolo».

«Se proprio ci tieni a partecipare, allora possiamo allestire una bancarella o qualcosa di simile».

«Le bancarelle non sono consentite al festival del Kamiyama. Quindi, no, dobbiamo scrivere un articolo».

«Perché…?»

«Il budget del nostro club fa preciso riferimento alla "pubblicazione di un articolo". Sarebbe problematico se non lo facessimo».

Chitanda tirò fuori dalla tasca un pezzo di carta ben piegato e me lo mostrò. In effetti, il budget annuale del club di letteratura di quell'anno era stato specificatamente assegnato allo scopo di "pubblicare un articolo".

«Tra l’altro, anche il professor Ooide ci ha chiesto di pubblicarlo. Quella dell’articolo è ormai una tradizione che dura da oltre 30 anni e non vuole che venga interrotta».

«...»

La regola generale dichiara che le persone ragionevoli tendono ad essere intelligenti, tuttavia questo non significa che le persone irragionevoli siano invece stupide. Chitanda non era affatto stupida, eppure era chiaramente irragionevole. Per cominciare, lei aveva fatto appello al lato sentimentale della situazione, piuttosto che a quello economico, e aveva deciso l'attività del club solo sulla base della tradizione. Alla fine, capii che criticare era qualcosa di inutile, così sorrisi amaramente e cedetti: «Ok, ok. Pubblicheremo un articolo».


CONTINUA...

  1. Nell’originale, si fa riferimento a un gioco di parole tra "arido" (不毛) e "due campi agricoli" (二毛作). Purtroppo, la battuta è impossibile da riproporre in italiano.