Difference between revisions of "Fate/Zero:Atto 1 Parte 4"

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(New page: === -271:33:52 === La forza mentale di Matou Kariya aveva, in conclusione, sopportato il dolore peggiore, ma il suo corpo aveva raggiunto il limite. In tre mesi tutti i suoi capelli eran...)
 
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La peggior situazione possibile sarebbe stata che, ancora prima della fine della guerra, i Crest Worm avrebbero divorato il proprio ospite.
 
La peggior situazione possibile sarebbe stata che, ancora prima della fine della guerra, i Crest Worm avrebbero divorato il proprio ospite.
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Kariya non doveva soltanto combattere contro altri sei Master. Si può dire che i suoi più grandi nemici fossero le creature ospitate dentro di lui.
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Quella notte, mentre Kariya si avviava al seminterrato di casa Matou, per affrontare la prova finale, incontrò casualmente Sakura nel corridoio.
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“…”.
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L'espressione impaurita che emerse sul volto di Sakura, non appena lo vide, ferì leggermente il cuore di Kariya.
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In quello stato di cose, sebbene non ci fosse nulla da fare, Kariya provava ancora dolore, sapendo di essere, ora, un oggetto delle paure di Sakura.
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“Oh, Sakura-chan, – ti sei spaventata?”.
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“…Um. La tua faccia, che cosa è successo?”.
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“Ah. E’ soltanto un piccolo problema.”
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La vista del suo occhio sinistro era stata completamente sradicata il giorno precedente. Come il bulbo oculare annebbiato, che era andato in necrosi, anche i muscoli circostanti erano rimasti paralizzati. La palpebra e il sopracciglio non si potevano muovere; forse la parte sinistra della sua faccia stava già dando segni di mancanza di vitalità, diventando rigida come una finta maschera. Il suo riflesso allo specchio spaventava perfino lui, figurarsi Sakura.
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“Un poco ancora, e potrei essere sconfitto dai vermi dentro di me. Lo zio non è resistente come Sakura-chan”.
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Un sorriso amaro era la sua intenzione, ma sembrò che si fosse formata un'espressione ancora più orribile. Sakura si spaventò ulteriormente e persino si rannicchiò su sé stessa.
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“-Zio Kariya, sei come una persona diversa ora”.
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“Ah,ah, forse è davvero così”.
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Con una risata secca, quasi una finzione che il problema non andasse nemmeno vagamente considerato.
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- Posso dire lo stesso di te, Sakura.
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Sì, Kariya commentò stancamente nel proprio cuore.
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La Sakura che ora porta il nome di Matou si è anche trasformata in una bambina completamente diversa dalla Sakura che Kariya conosceva.
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Uno sguardo vuoto e offuscato come quello di una bambola. Non aveva mai visto nessuna delle varie emozioni dietro quegli occhi, in un intero anno. L’espressione innocente di una ragazzina che seguiva la sorella maggiore Rin, e giocava spensierata come un cucciolo, era sparita da lungo tempo.
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E' comprensibile. Anche solo considerando il crudele allenamento cui Sakura era stata sottoposta durante quell’anno, per diventare il successore della taumaturgia dei Matou.
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Il corpo di Sakura certamente aveva i potenziali adatti per diventare un mago. In questo campo era di gran lunga migliore di Kariya, o di suo fratello maggiore Byakuya. Eppure, era inevitabilmente un potenziale più appropriato ad un mago appartenente alla branca della magia dei Tohsaka, con differenze sostanziali rispetto a quella dei Matou.
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Un’ acclimatazione fu necessaria per permettere al corpo di Sakura di adattarsi alla taumaturgia dei Matou. I trattamenti di questa così chiamata acclimatazione consistevano nelle torture che avvenivano ogni giorno e notte nel deposito sotterraneo dei vermi della dimora dei Matou, in nome “dell'educazione”.
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Le menti dei bambini sono immature.
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Non possiedono la ferma risoluzione e la forza per tramutare la loro sofferenza in rabbia. Messi di fronte ad un destino crudele, non sono provvisti della scelta di avere una volontà forte. In più, poiché non hanno affrontato e compreso la vita, devono ancora essere alimentati in loro ideali come onore e speranza.
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Perciò, nei momenti di disperazione, i bambini sono più portati, rispetto agli adulti, a sigillare la propria mente, a chiudere a chiave il proprio cuore.

Revision as of 12:50, 9 July 2010

-271:33:52

La forza mentale di Matou Kariya aveva, in conclusione, sopportato il dolore peggiore, ma il suo corpo aveva raggiunto il limite.

In tre mesi tutti i suoi capelli erano diventati bianchi. La sua pelle era coperta di lesioni emergenti, intervallate da zone prive del colore roseo della carne viva, e che invece stavano assumendo un tonalità sepolcrale di grigio terra . Si poteva vedere il veleno chiamato prana, che circolava nelle sue vene, espandersi attraverso le carni semitrasparenti, come se il suo torso stesse dando rifugio ad una sudicia massa strisciante di crepe nere come l’inchiostro.

In questo modo, il suo corpo era collassato ad una velocità maggiore di quanto avrebbe mai immaginato. L'impatto era stato particolarmente pesante sulla parte sinistra del suo fisico e dei suoi nervi, tanto che, ad un certo punto, il polso sinistro e la caviglia si erano completamente paralizzati. Un programma di riabilitazione provvisorio li aveva rimessi in funzione, ma la mano sinistra reagiva ancora con più lentezza della destra, e una camminata appena un po’ più veloce si sarebbe trasformata in un trascinamento del piede sinistro.

Le palpitazioni, dovute al suo polso irregolare, per lui erano diventate abituali. Anche il cibo solido non poteva essere ingerito; venivano usate, in sostituzione, delle iniezioni di glucosio in endovena.

Secondo le teorie della medicina moderna, era motivo di meraviglia che una creatura nel suo stato continuasse ancora a vivere e a svolgere le proprie funzioni. Sebbene Kariya potesse ancora stare in piedi e camminare, ciò era, con una sfumatura d’ironia, un regalo a lui concesso dal prana che, come mago, aveva barattato con la propria vita.

I Crest Worm che avevano invaso la carne di Kariya si erano già evoluti in una forma che potesse imitare le funzioni dei circuiti magici. Per mantenere la in vita il loro possessore ormai stremato, stavano ora recitando disperatamente il proprio ruolo.

Se si fosse trattato semplicemente di un problema di numero di circuiti magici, allora Kariya era già in possesso della quantità di prana necessaria per essere qualificato come mago. Sembrava che i suoi progressi fossero persino più veloci di quanto Matou Zouken si aspettasse. Alla fine, le tre cicatrici degli Incantesimi di Comando si erano mostrate palesemente sulla mano destra di Kariya. Anche il Santo Graal sembrava averlo accettato come rappresentante della famiglia Matou.

Secondo le stime di Zouken, Kariya aveva all’incirca ancora un mese da vivere. Per Kariya, sembrava che questo lasso di tempo fosse abbastanza.

La Heaven's Feel era entrata nella fase del conto alla rovescia. Se tutti e sette i Servant venissero evocati, la guerra potrebbe perfino iniziare domani. La durata della guerra, secondo le passate esperienze, doveva aggirarsi intorno alle due settimane. Poco prima della morte di Kariya.

Tuttavia, se Kariya avesse attivato i propri circuiti magici, ciò avrebbe significato sollecitare i Crest Worm. In effetti, allora, il fardello piazzato sul suo corpo sarebbe stato ben più grande di quello degli altri maghi.

La peggior situazione possibile sarebbe stata che, ancora prima della fine della guerra, i Crest Worm avrebbero divorato il proprio ospite.

Kariya non doveva soltanto combattere contro altri sei Master. Si può dire che i suoi più grandi nemici fossero le creature ospitate dentro di lui.


※※※※※


Quella notte, mentre Kariya si avviava al seminterrato di casa Matou, per affrontare la prova finale, incontrò casualmente Sakura nel corridoio.

“…”.

L'espressione impaurita che emerse sul volto di Sakura, non appena lo vide, ferì leggermente il cuore di Kariya.

In quello stato di cose, sebbene non ci fosse nulla da fare, Kariya provava ancora dolore, sapendo di essere, ora, un oggetto delle paure di Sakura.

“Oh, Sakura-chan, – ti sei spaventata?”.

“…Um. La tua faccia, che cosa è successo?”.

“Ah. E’ soltanto un piccolo problema.”

La vista del suo occhio sinistro era stata completamente sradicata il giorno precedente. Come il bulbo oculare annebbiato, che era andato in necrosi, anche i muscoli circostanti erano rimasti paralizzati. La palpebra e il sopracciglio non si potevano muovere; forse la parte sinistra della sua faccia stava già dando segni di mancanza di vitalità, diventando rigida come una finta maschera. Il suo riflesso allo specchio spaventava perfino lui, figurarsi Sakura.

“Un poco ancora, e potrei essere sconfitto dai vermi dentro di me. Lo zio non è resistente come Sakura-chan”.

Un sorriso amaro era la sua intenzione, ma sembrò che si fosse formata un'espressione ancora più orribile. Sakura si spaventò ulteriormente e persino si rannicchiò su sé stessa.

“-Zio Kariya, sei come una persona diversa ora”.

“Ah,ah, forse è davvero così”.

Con una risata secca, quasi una finzione che il problema non andasse nemmeno vagamente considerato.

- Posso dire lo stesso di te, Sakura.

Sì, Kariya commentò stancamente nel proprio cuore. La Sakura che ora porta il nome di Matou si è anche trasformata in una bambina completamente diversa dalla Sakura che Kariya conosceva.

Uno sguardo vuoto e offuscato come quello di una bambola. Non aveva mai visto nessuna delle varie emozioni dietro quegli occhi, in un intero anno. L’espressione innocente di una ragazzina che seguiva la sorella maggiore Rin, e giocava spensierata come un cucciolo, era sparita da lungo tempo.

E' comprensibile. Anche solo considerando il crudele allenamento cui Sakura era stata sottoposta durante quell’anno, per diventare il successore della taumaturgia dei Matou.

Il corpo di Sakura certamente aveva i potenziali adatti per diventare un mago. In questo campo era di gran lunga migliore di Kariya, o di suo fratello maggiore Byakuya. Eppure, era inevitabilmente un potenziale più appropriato ad un mago appartenente alla branca della magia dei Tohsaka, con differenze sostanziali rispetto a quella dei Matou.

Un’ acclimatazione fu necessaria per permettere al corpo di Sakura di adattarsi alla taumaturgia dei Matou. I trattamenti di questa così chiamata acclimatazione consistevano nelle torture che avvenivano ogni giorno e notte nel deposito sotterraneo dei vermi della dimora dei Matou, in nome “dell'educazione”.

Le menti dei bambini sono immature.

Non possiedono la ferma risoluzione e la forza per tramutare la loro sofferenza in rabbia. Messi di fronte ad un destino crudele, non sono provvisti della scelta di avere una volontà forte. In più, poiché non hanno affrontato e compreso la vita, devono ancora essere alimentati in loro ideali come onore e speranza.

Perciò, nei momenti di disperazione, i bambini sono più portati, rispetto agli adulti, a sigillare la propria mente, a chiudere a chiave il proprio cuore.