Difference between revisions of "Mahouka Koukou no Rettousei:Volume 10 Capitolo 8"
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+ | Intervenne imbronciata Erika, proprio mentre Tatsuya e Mikihiko erano nel punto di perdersi nella loro conversazione. |
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+ | Gli occhi di tutti si posarono su Mayumi, che a sua volta aveva un'aria alquanto seccata. |
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+ | "Non avevo alcuna intenzione di divagare." |
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+ | Tatsuya, accusato di essere partito per la tangente, non mostrò alcun segno di imbarazzo e neppure tossì per cambiare argomento. Invece fece uso di un tono perfettamente normale per rispondere. |
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+ | Erika non fu la sola a restare confusa da questo. |
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+ | "Ad ogni modo non ho alcuna intenzione di ignorare le sofferenze di una amico, ma non intendo neanche vendicarlo personalmente. Se la Sicurezza Pubblica e la polizia possono gestire la situazione allora non mi resta null'altro da fare, se non accettare la decisione della pena inflitta dal Raduno delle Famiglie. Ovviamente non avrei nulla da ridire se la famiglia Chiba decidesse di sistemare il tutto in solo." |
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+ | Già in piedi, Tatsuya concluse il suo discorso e lasciò il tavolo. |
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+ | Tatsuya si inchinò a Katsuto e lanciò un'occhiata significativa a Miyuki, prima di andarsene. |
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+ | Per quanto riguardava la disperata richiesta d'aiuto negli occhi di Mikihiko, Tatsuya decise di esseresela immaginata e la ignorò. |
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+ | Rimproverata dalla sua compagna di stanza, Lina strisciò svogliatamente fuori dal letto. |
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+ | La ragazza si era svegliata dieci minuti prima quando la sua amica le aveva strappato le coperte di dosso. Dopo qualche istante Lina si trascinò fino al tavolo in cucina dove prese posto, indossando ancora il pigiama. |
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+ | "Accidenti...Anche se è domenica te la stai prendendo troppo comoda." |
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+ | Stizzita, Silvia le piazzò davanti una tazza di latte caldo addolcito col miele. Lina la sollevò stancamente e se la portò alle labbra e con un prfondo sospiro si scosse il sonno di dosso. |
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+ | "Grazie per il pasto....Silvie, notizie dal quartier generale?" |
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+ | Il tono cambiò in quello dell'alto comandante di Stars, ma il pigiama e in capelli in disordine la privarono di qualsiasi pretesa di autorità. Ciò nonostante neppure il suo aspetto trascurato poteva offuscare la sua bellezza e innata dignità. |
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+ | Silvia potè solo sorridere e mordersi la lingua, in quanto anche lei riconosceva questo come un fatto assodato. |
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+ | "Al momento non abbiamo ricevuto nuovi ordini. Ma credo che non riusciremo a cavarcela senza una lavata di capo..." |
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+ | Alla risposta di Silvia, Lina chinò il capo e lo coprì con le mani, presa dallo sconforto. |
Revision as of 13:52, 14 March 2016
Capitolo 8
Il sole sorse a cancellare la notte in cui si era scatenato un uragano fatto di Psion ad alta carica e colpi di luce brillante.
Nonostante fosse Domenica, Tatsuya si diresse a scuola. Come d'uso Miyuki era al suo fianco.
Nel corso del tempo, il fatto che la scuola fosse aperta di Domenica, non era mai cambiato. Le strutture scolastiche erano disponibili anche nell'ultimo giorno della settimana non solo per gli studenti che frequentavano dei club, ma anche per chiunque avesse il permesso di accedere ai laboratori e alla libreria, o volesse usufruire degli strumenti per gli studi pratici.
Detto ciò nessuna di queste era la loro destinazione.
Tatsuya e Miyuki erano diretti all'Ufficio del Consiglio Studentesco.
"Sembra che non ci sia ancora nessuno." Come osservato da Miyuki, la stanza del consiglio studentesco era deserta. Tatsuya ridacchiò sommessamente per qualche strana ragione udendo le parole della sorella.
"Solo nei racconti l'ospite compare per ultimo. La realtà è diversa."
La replica in tono ironico di Tatsuya fu decisamente di terza classe. L'assenso di Miyuki accompagnato da un sorriso di occasione fu dettato solo dall'educazione.
Ciò nonostante.... Tatsuya stesso comprendeva perfettamente l'assurdità della sua battuta. Il suo divertimento era dovuto al fatto che solitamente lui era l'invitato, mentre in questo caso era stato il mandante delle convocazioni. Questo era in reltà l'unico dettaglio differente, che poco aveva a che fare con la trama di un racconto.
D'altra parte era vero che non aveva null'altro da fare oltre che spedire gli inviti.
Ad ogni modo la sua attesa non si protrasse a lungo.
"Buondì, Tatsuya-kun, Miyuki."
Una delle persone che stavano aspettando arrivò all'appuntamento puntuale.
"Ara, Erika. Yoshida-kun non è con te?"
"Quella era solo una coincidenza!.... Sembra solo a me o c'è un sentore di malizia nelle tue parole?"
"Sei solo tu."
Spostandosi leggermente da dove era in corso una (discussione sincera ??? HELP) tra le ragazze,
"Aspettavate da molto?"
"No, siamo appena arrivati. Scusatemi per avervi trascinato qui anche di domenica."
I ragazzi erano impegnati nei soliti convenevoli.
"Ho come l'impressione che io e Miki siamo trattati diversamente....Ah, pazienza. Allora cosa succede oggi? E' raro per Tatsuya chiamare tutti noi in un giorno libero."
Invero, si trattava di una rarità. Non era strano per gli studenti delle superiori uscire con gli amici nei giorni di festa, ma anche in quel caso era quasi sempre Tatsuya ad essere invitato.
Parlando di stranezze, lo sguardo di Erika stava guizzando da una parte all'altra della stanza, forse perchè trovava soverchianti gli strumenti di raccolta dati che tappezzavano le pareti dell'Ufficio del Consiglio Studentesco. Vedendola un po' confusa, Tatsuya si ricordò che quella era la prima volta per lei nella stanza.
"Attendiamo ancora un po'. Inizieremo quando ci saranno tutti."
"Chi altro manca?"
"Ah, ci siamo quasi tutti."
Affermò Tatsuya in risposta a Mikihiko. Come sincronizzato con le sue parole, quacuno bussò alla porta. Nell'intero corpo studenti lei era probabilmente la persona più familiare con la stanza, al punto che si sarebbe tranquillamente potuta definire la sua proprietaria, per cui nessuno si sarebbe stupito se fosse entrata senza bussare. Nonostante ciò ella si rivelò (sorprendentemente NDT: è così anche nella versione in inglese) essere estremamente ben educata. Si sarebbe potuto mettere in dubbio il suo buon senso, per la sua scelta di bussare invece di fare uso dell'intercom, ma Tatsuya a sua volta non si servì del telecomando, ma aprì la porta personalmente, i due erano fatti della stessa pasta.
"Mi scuso per avervi chiamati con così poco preavviso."
Proprio quando Mikihihko fu sul punto di chiedere "perchè una saluto così formale?", la domanda gli si bloccò in gola. Questo perchè dal vano della porta apparvero Mayumi e Katsuto.
"Yoshida-kun e Chiba-kun? Shiba-kun ha chiamato anche voi?"
Al posto di Mayumi, che era rimasta pietrificata dallo shock e dalla confusione, Katsuto pose la semplice domanda.
"Ah, si."
Questa volta fu il turno di Mikihiko di dare una risposta coincisa invece dell'ammutolita Erika.
"Allora, cominciamo." Il tono di Tatsuya si fece più urgente, mentre esortava gli altri a prendere posto.
"Puoi spiegermi prima perchè hai chiamato sia noi che Saegusa-senpai?"
"Concordo. Anch'io vorrei sapere le tue ragioni."
I sentimenti nascosti dietro le relazioni interpersonali possedevano una sorta di karma. Le buone intenzioni, i dispetti e le inimicizie venivano sempre ripagate con la stessa moneta.
Stabilire la giusta categoria e preparare una risposta appropriata sarebbe stato l'approccio di una persona adulta, ma non conoscere le vere e proprie intenzioni dell'altro rendeva ciò molto difficile.
L'atteggiamento di Mayumi fu il perfetto esempio di riflesso emozionale: a livello personale non covava alcuna animosità nei confronti di Erika, anche se ad essere precisi a Mayumi non importava un gran che delle sue azioni. Ciò nonostante aveva inconsciamente risposto all'ostilità nelle parole di Erika. Vedendola agire in questo modo Tatsuya non potè fare a meno di farle un appunto mentale.
"Sei due anni più grande di lei, non potresti adottare un comportamento più maturo."
"Riguardo al vampiro a cui stiamo dando la caccia. C'è un dettaglio di cui devo informare tutti."
Tuttavia, a Tatsuya non importava dei loro battibecchi. Per questo non cercò neppure di mediare tra le due e passò subitò al cuore della questione.
"Sentiamo."
Il primo, o forse sarebbe meglio dire l'unico, ad avere una reazione fu Katsuto.
"La scorsa notte ho iniettato nel corpo del vampiro una trasmittente molecolare che invia un segnale elettrico ogni tre ore."
La trasmittente era stata inserita nel proiettile tranquillante come contromisura, nel caso in cui l'anestetico non avesse fatto effetto. Ad ogni modo la situazione aveva ampliamente superato le sue aspettative iniziali forzandolo a ricorrere al piano di emergenza. Detto ciò, per il solo Tatsuya sarebbe stato difficile sfruttare al massimo le potenzialità di tale assicurazione.
"Al massimo la trasmittente durerà tre giorni. A dirla tutta la potenza del segnale è molto bassa, ma dovremmo essere in grado di captarlo se avessimo accesso alle antenne sulle telecamere di sorveglianza stradale per individuare segnali elettronici illegali."
Questa volta tutti reagirono, o meglio, non c'era modo che nessuno non reagisse.
"Un attimo Tatsuya-kun. La scorsa notte? Dove?"
Mayumi strabuzzò gli occhi.
"Come l'hai trovato?" A dispetto del tono frustrato di Erika, la domanda voleva essere più un rimprovero.
"Un trasmettitore sintetico molecolare, Come hai fatto a mettere le mani su un simile articolo...."
Mormorò Mikihiko stupefatto mentre gli altri bombardavano Tatsuya di domande.
Tatsuya era ben conscio che ogni richiesta era legittima e ben posta, ma per il momento non gli era possibile rivelare ne il dove ne il come. Facendo ciò infatti, non gli sarebbe stato possibile non rivelare dettagli sull'equipaggiamento del Battaglione Indipendente Equipaggiato con Magia o sull'identità segreta di Lina.
"Questa è la frequenza del segnale."
Mentre spiegava ciò, Tatsuya piazzò un foglio di carta davanti ognuno dei quattro.
"Il gruppo dei senpai e quello di Erika dovrebbero riuscire ad avere accesso alle telecamere. Giusto?"
"....Così sta a noi determinare la posizione, vero?"
Tatsuya annuì silenziosamente alla domanda di Mayumi.
"....Perchè la stai consegnando a noi?"
Tatsuya non era così superficiale da non notare che il 'noi' di Erika si riferiva non solo alle famiglie Saegusa e Juumonji, ma anche alla famiglia Chiba. Nonostante ciò egli non aveva alcuna intenzione di sottolineare l'ovvio. Dunque, dal momento che il suo obiettivo era quello di riferire le informazioni che aveva raccolto, Tatsuya continuò la sua relazione ignorando la domanda di Erika.
"Per quanto concerne l'identità dei vampiri di cui siamo a caccia, sembra che si tratti di Maghi disertori dell' esercito degli USNA."
L'espressione dei quattro rivelò alternativamente, "Com'è possibile?" e "Ha senso."
Le truppe sconosciute che interferivano con le loro indagini. Mayumi e Erika avevano già dedotto, dalle loro capacità come individui e come organizzazione, che non si trattava di una comune lobby criminale. Il fatto che la verà identità dei vampiri fosse quella di disertori dell'esercito degli USNA era perfettamente possibile.
"Per concludere, vi è più di un disertore. Almeno due, ma potrebbero essere decine o anche più."
"Dieci mebri di Stars che disertano?"
"No, Erika. Non è necessario che appartengano a Stars per fare parte dell'esercito degli USNA."
"Eh, davvero?"
"Saegusa....Stars è un'unità composta solo dai Maghi combattenti di più alta categoria nell'intero esercito. Questo implica che ci siano Maghi nell'esercito degli USNA che non fanno parte di Stars."
Tatsuya corresse l'idea sbagliata di Erika, mentre Katsuto faceva lo stesso con Mayumi. Le due bellezze avevano sorprendentemente qualcosa in comune, ma avrebbero sicuramente protestato se gli fosse stato fatto notare. Per questo Tatsuya decise di soprassedere.
"Anche se non si tratta di membri di Stars, restano comunque avversari addestrati, potenziati dai poteri da vampiro. Non saranno facili da gestire."
"Concordo. Anche escludendo le abilità di quelle creature, non potremmo comunque prenderli alla leggera."
Sottolineò Katsuto.
"Però, anche se non sono maghi di Stars, il fatto che si tratti di membri dell'esercito degli USNA non cambia...Credevo che tutte le nazioni con una divisione di maghi nelle proprie forze armate li tenesse al guinzaglio corto, o la politica degli USNA è più tollerante?"
Il commento di Mikihiko deviò leggermente dal tema della loro discussione. Ma Tatsuya apparve avere a sua volta alcune riserve sulla questione. Per ciò decise di non sviluppare per esteso l'argomento, ma di rispondere comunque alla domanda.
"No, probabilmente è l'esatto contrario."
"Contrario?"
"L'influenza del Parassita è persin più forte della disciplina militare. L'azione del Parassita consiste nell'alterazione degli esseri umani, giusto? Se i cambiamenti sorpassassero il solo livello fisco e colpissero anche la mente di unn individuo, non sarebbe così sorprendente se i valori di una persona venissero riscritti, in seguito all'infestazione."
"...Vero. Ma allora perchè la diserzione?"
"Probabilemente il Parassita riteva inutile rimanere nell'esercito, o in alternativa il fatto di far parte dell'USNA Army gli precludeva di raggiungere i suoi obiettivi. Non c'è modo di saperlo finchè non ne cattureremo uno e lo interrogheremo."
"Uno scopo, eh...Esclusi i Parassiti, lo scopo della maggior parte delle creature sarebbe soddisfare i propri bisogni o incrementare i membri della specie, ma è inutile parlarne ora. Qualunque risposta potessimo fornire sarebbe solo una congettura. Se davvero non si trattasse della durezza della disciplina allora il problema sarebbe davvero grave."
"Già. Come potrebbero pensare di mantenrre saldi i ranghi dell'esercito sapendo che ci sono disertori in circolazione?"
".....Perciò, che si fa?"
Intervenne imbronciata Erika, proprio mentre Tatsuya e Mikihiko erano nel punto di perdersi nella loro conversazione.
Gli occhi di tutti si posarono su Mayumi, che a sua volta aveva un'aria alquanto seccata.
"Non avevo alcuna intenzione di divagare."
Tatsuya, accusato di essere partito per la tangente, non mostrò alcun segno di imbarazzo e neppure tossì per cambiare argomento. Invece fece uso di un tono perfettamente normale per rispondere.
Erika non fu la sola a restare confusa da questo.
"Ad ogni modo non ho alcuna intenzione di ignorare le sofferenze di una amico, ma non intendo neanche vendicarlo personalmente. Se la Sicurezza Pubblica e la polizia possono gestire la situazione allora non mi resta null'altro da fare, se non accettare la decisione della pena inflitta dal Raduno delle Famiglie. Ovviamente non avrei nulla da ridire se la famiglia Chiba decidesse di sistemare il tutto in solo."
Già in piedi, Tatsuya concluse il suo discorso e lasciò il tavolo.
Prendendo l'iniziativa prima che Mayumi potesse intervenire, Katsuto si complimentò con Tatsuya.
"Non è facile per tutti noi incontrarsi. Approfittiamo di questa occasione fino in fondo prima di andarcene."
"Mmm...Allora puoi bloccare le porte e le finestre?"
Tatsuya si inchinò a Katsuto e lanciò un'occhiata significativa a Miyuki, prima di andarsene.
Per quanto riguardava la disperata richiesta d'aiuto negli occhi di Mikihiko, Tatsuya decise di esseresela immaginata e la ignorò.
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Mentre Tatsuya stava lasciando il campus scolastico.
"E' proprio ora che ti alzi Lina!"
Rimproverata dalla sua compagna di stanza, Lina strisciò svogliatamente fuori dal letto.
La ragazza si era svegliata dieci minuti prima quando la sua amica le aveva strappato le coperte di dosso. Dopo qualche istante Lina si trascinò fino al tavolo in cucina dove prese posto, indossando ancora il pigiama.
"Accidenti...Anche se è domenica te la stai prendendo troppo comoda."
Stizzita, Silvia le piazzò davanti una tazza di latte caldo addolcito col miele. Lina la sollevò stancamente e se la portò alle labbra e con un prfondo sospiro si scosse il sonno di dosso.
"Grazie per il pasto....Silvie, notizie dal quartier generale?"
Il tono cambiò in quello dell'alto comandante di Stars, ma il pigiama e in capelli in disordine la privarono di qualsiasi pretesa di autorità. Ciò nonostante neppure il suo aspetto trascurato poteva offuscare la sua bellezza e innata dignità. Silvia potè solo sorridere e mordersi la lingua, in quanto anche lei riconosceva questo come un fatto assodato.
"Al momento non abbiamo ricevuto nuovi ordini. Ma credo che non riusciremo a cavarcela senza una lavata di capo..."
"Lo pensi anche tu eh..."
Alla risposta di Silvia, Lina chinò il capo e lo coprì con le mani, presa dallo sconforto.