To Aru Majutsu no Index ~ Italiano (Italian):Volume1 Capitolo1
Capitolo 1: Il mago arriva in città. FAIR,_Occasionally_GIRL.
Parte 1
Nato tra il 20 Gennaio e il 18 Febbraio, nessuno ti può fermare, Acquario. Che sia amore, lavoro o fortuna! Non importa cosa farai, avrai sempre successo, quindi vai e compra un biglietto della lotteria! Comunque, non andare a giocare a giochi in 3-D o 4-D solo perché sei popolare tra le ragazze e...
«Okay, okay... Lo sapevo che questo sarebbe stato il risultato, lo sapevo.»
20 Luglio, il primo giorno delle vacanze estive.
In un certo dormitorio a camere singole della Città Accademia, dove l'aria condizionata era rotta, c'era una stanza con un gran caldo, che impediva a Kamijou Touma di fare qualsiasi cosa. Sembrava che la causa fosse stata un fulmine che aveva tolto l'energia all'80% degli elettrodomestici, incluso il frigo che conservava tutto il suo cibo. Il ragazzo aveva provato a mangiare una scodella di noodles instantanei, per poi rovesciarne il contenuto nel lavandino. Sarebbe dovuto andare a mangiare fuori, quindi. Ma mentre cercava il portafoglio aveva rotto la sua prepagata pestandola con un piede. Aveva provato a dormire, per poi ricevere un'amorevole chiamata dalla sua insegnante, che diceva "Stupido Kamijou-chan, è ora di fare le lezioni di recupero ♥". Sapeva che l'oroscopo passato in televisione dopo il meteo non sarebbe stato preciso, ma una simile differenza era impressionante.
«Lo sapevo, sapevo che questo sarebbe stato il risultato... Ma non posso lamentarmi?»
L'oroscopo non era mai preciso. Il ragazzo non poteva mai ricevere alcun effetto da questa "piccola magia". Era la vita quotidiana di Kamijou Touma. All'inizio aveva pensato che la sfortuna fosse di famiglia, per poi scoprire che suo padre si era aggiudicato il quarto premio di una lotteria (circa 100.000 yen). C'era stata una volta in cui sua madre aveva vinto ripetutamente alle macchinette ed era finita a giocarle nonstop. Aveva quindi sospettato di non avere legami di sangue con loro, ma dopo averci ragionato, si era ricordato di non avere una sorella, e che non ci fosse alcuna "linea di successione" da cui scegliere. In ogni caso, come avrebbero gestito la situazione i suoi genitori?
Comunque, Kamijou Touma era sfortunato. Così sfortunato che la sua vita era un grande scherzo.
Malgrado ciò, non sarebbe stato un pessimista per sempre.
Non si affidava mai e poi mai alla fortuna, il che lo rendeva estremamente adattabile.
«Bene. Ora come ora devo pensare a cosa fare con la prepagata ed il frigo.»
Kamijou si grattò la testa mentre dava uno sguardo attorno alla stanza. Era in grado di sostituire la carta di credito sinché avesse avuto un conto, ma la cosa problematica era il frigo. In ogni caso, la questione più urgente era questa: come avrebbe fatto colazione? Inoltre, le lezioni supplementari erano praticamente solo programmi di sviluppo dei poteri, quindi sarebbe stato obbligato a mangiare qualche pastiglia o roba simile. Non era una cosa piacevole da fare quando si era affamati.
"Potrei anche andare in un supermercato e comprare qualcosa" pensò Kamijou mentre si toglieva la maglietta usata come pigiama e si metteva l'uniforme estiva. Come tutti gli altri studenti scemi della nazione, aveva speso l'intera notte a far festa come un drogato per celebrare il primo giorno delle vacanze, e ora la testa gli faceva male a causa della mancanza di sonno.
«Saltare quattro mesi di scuola e farsi solo una settimana di lezioni di recupero? Ne vale troppo la pena!» disse Kamijou mentre provava a pensare positivo.
«C'è bel tempo fuori, potrei anche mettere il futon a prendere un po' aria...» mormorò a se stesso inaugurando il suo buon umore e aprendo la porta scorrevole del balcone. Se adesso l'avesse lasciato lì al sole, sarebbe stato bello morbido una volta ritornato dalle lezioni.
Comunque, in realtà, il muro dell'edificio vicino si trovava a soli due metri dal suo balcone al settimo piano.
«Perché il cielo è così blu~? Perché il futuro è così scuro~?» Kamijou non poteva far altro che canticchiare tra sé e sé.
Era deprimente. Inizialmente voleva tirarsi su, quindi aveva deciso di far prendere un po' d'aria al futon, ma questo lo aveva solo depresso maggiormente.
Inoltre se ne stava lì da solo a scherzare, senza nemmeno l'ombra di un'altra persona nei paraggi. Questa solitudine era davvero incomprensibile. In ogni caso piegò lo stesso il suo futon e lo portò fuori. Se non avesse potuto fare nemmeno quello, sarebbe stato davvero senza speranza.
Improvvisamente Kamijou mise il piede su qualcosa di morbido e viscido. Guardandolo da vicino, si accorse che era un pane yakisoba confezionato con della plastica. Dato che era stato tolto dal frigo, a quel punto doveva essere andato a male.
«Spero che non si metta a piovere senza preavviso...»
Questa cattiva premonizione gli venne dal cuore, tuttavia Kamijou portò ugualmente il futon nel balcone.
In quel momento si accorse che ce n'era già uno.
«?»
Pur trattandosi di un dormitorio studentesco, la struttura era simile a quella di un alto palazzo come tanti. Kamijou viveva in una stanza singola, quindi nessuno avrebbe potuto mettere un futon lì.
Guardando con più attenzione si accorse che la cosa nel suo balcone non era ciò che pensava.
Era una ragazza vestita di bianco.
«AH?!»
Il futon gli cadde dalle mani e atterrò sul pavimento.
Era strano e totalmente ridicolo. La ragazza sembrava essere in coma visto il modo in cui la sua vita era poggiata al balcone, il suo corpo era piegato a metà e i suoi arti penzolavano all'ingiù.
Poteva avere... forse quattordici o quindici anni? Comunque, appariva più giovane di Kamijou di uno o due. Sembrava straniera data la pelle e i capelli estremamente bianchi... No, questi ultimi erano argentati. Erano molto lunghi, e visto come il suo corpo stava piegato a metà, le coprivano la testa, impedendo a Kamijou di vederle faccia. Se si fosse alzata questi sarebbero potuti essere abbastanza lunghi da arrivarle alla vita, no?
«Wa, è la prima volta che incontro una vera Sorella... No, non sto parlando di una sorellina minore.»
Come si chiamavano quei vestiti? Abiti da suora? Ad ogni modo, erano vestiti che avrebbe indossato una Sorella. Sembravano un pezzo unico alla occidentale, lungo abbastanza da raggiungere le anche, ma il copricapo era decisamente diverso, era avvolto in un telo. Normalmente quel vestiario sarebbe dovuto essere nero, ma questo era di un bianco puro. Sarebbe dovuto essere fatto di seta, ma sembrava molto diverso da quello di una comune suora. Aveva un ricamo aureo cucito nei bordi, come gli ornamenti dorati che ai ricconi piace avere nelle tazze occidentali.
Le bellissime dita della ragazza si mossero improvvisamente.
La sua testa abbassata si sollevò lentamente. I suoi capelli simili a fili si spostarono con naturalezza, e come l'apertura di un sipario, il suo viso si mostrò a Kamijou.
"Uuu... WAAHH!!!!"
Questa ragazza sembrava piuttosto carina. I suoi verdi occhi si sposavano con la sua bianca pelle facendo provare a Kamijou una sensazione di novità. Sembrava una bambola.
Comunque, quel che lo fece andare in panico non fu il suo adorabile aspetto.
Il fatto è che lei era una straniera. L'inglese di Kamijou era tale che la sua insegnante l'aveva criticato dicendo "Dovresti rimanere in questa nazione per sempre!!". Se la ragazza fosse stata una commessa di qualsivoglia paese, che vendeva piume o qualsiasi altro aggeggio, lui, con tutta probabilità, le avrebbe volentieri comprato qualcosa.
«Io...»
Le tenere e in qualche modo asciutte labbra della ragazza mormorarono lentamente poche parole.
Kamijou innavvertitamente si mosse due passi indietro, e di nuovo mise il piede sopra il pane yakisoba.
«Ho fame.»
«...»
Per un momento, Kamijou pensò di essere veramente uno stupido, dato che sentiva la lingua straniera di quella ragazza come giapponese. Come quando uno studente un po' siocco canta a caso senza conoscere il testo della canzone.
«Ho fame.»
«...»
«Ho fame.»
«Ho detto... Ho fame...»
Vedendolo immobile, la ragazza dai capelli argentati sembrò esprimere la propria insoddisfazione.
Era senza speranza, davvero senza speranza. Perché credeva che lei stesse parlando giapponese?
«Ah... Mmh...»
Kamijou fissò la ragazza sulla ringhiera e poi parlò.
«Cosa c'è? Stai cercando di dirmi che, in questa circostanza, sei come un moribondo accasciato per strada?»
«Piuttosto sarei un morto caduto dal cielo.»
«...» Questa qui sapeva davvero parlare il giapponese.
«Hey, ti sarei grata se potessi riempirmi lo stomaco.»
Kamijou guardò l'ormai andato e calpestato pane yakisoba sotto al suo piede.
Decise che non importava da dove lei provenisse, lui non ci avrebbe dovuto avere niente a che fare. Pensò con follia "Perché non l'aiuto a trovare la felicità in un posto molto, molto lontano?". Mise il pane yakisoba schiacciato, con tanto di involucro di plastica, vicino alla bocca della ragazza. Kamijou pensò "Dopo averne sentito l'odore, persino un pazzo scapperebbe molto, molto lontano, no?". Come a Kyoto, se il proprietario versa del tè nel riso, vuole mandare via il visitatore.
«Grazie mille, mangerò tutto.»
Il pane, la confezione di plastica e la mano di Kamijou.
Proprio così, con un urlo contro la sfiga, Kamijou Touma iniziò un nuovo giorno della sua vita.
Parte 2
«Per prima cosa lascia che mi presenti.»
«...Perché non mi spieghi per quale motivo te ne stavi appesa al mio balcone?»
«Il mio nome è Indekkusu.»
«Come se qualcuno potesse credere che quello sia il tuo vero nome! "Indekkusu"? A questo punto potrei chiamarti anche Index[1], no?»
«Come puoi vedere, sono un'ecclesiastica. Ah, questa cosa è importante: non faccio parte del Vaticano, ma degli Anglicani Inglesi.»
«Non ho idea di cosa tu stia parlando, ma rispondi alle mie domande!»
«Hm... Per quanto riguarda l'Index, è un po' complicato da spiegare. Ah, il mio nome magico è Dedicatus545.»
«Oi? Mi ricevi? Si può sapere da che pianeta vieni?»
Vedendo Kamijou mettersi con nonchalance un dito nell'orecchio, Index si mangiucchiò le unghie. Sembrava una sua abitudine.
"Ma perché devo starmene seduto a questo tavolo di vetro e guardarla come se fossimo ad un appuntamento al buio?" si chiese lui.
Ora come ora, Kamijou sarebbe dovuto andare a scuola per le lezioni di recupero, ma non voleva lasciare quella misteriosa ragazza in camera sua.
E la cosa peggiore era che a questa ragazza dai capelli argentati, che chiamava se stessa Index, sembrava piacere la stanza, come se ci si volesse rotolare sopra.
Che fosse un'altra delle "sfighe" attirate da Kamijou? Se quello era il caso, non era un bene.

«Allora, se mi potessi riempire lo stomaco, ti sarei estremamente grata.»
«Perché dovrei? Per quale motivo dovrei farmi bello ai tuoi occhi? Se devo partecipare a qualche strano evento ed entrare nella "Index route", potrei anche riiniziarla!![2]»
«Emh... Quel modo di parlare è usato da queste parti? Scusami, ma non credo di capire quello che mi stai dicendo.»
Come ci si aspetterebbe da una straniera, non conosceva la cultura otaku giapponese.
«Ma se mi cacciassi da qui sverrei dopo soli tre passi, sai?» chiese la ragazza.
«Sverresti...? Non sono affari miei.»
«Se succedesse, userei i miei ultimi momenti per scrivere una lettera di suicidio allegando una tua foto.»
«Cos...?»
«Se mi salvassero potrei dire di essere stata rinchiusa in questa stanza per poi essere torturata... Potrei anche dire che tu mi abbia obbligata a indossare questi vestiti.»
«MI MINACCI? MA ALLORA CONOSCEVI LA CULTURA OTAKU!!»
«?»
Index piegò la testa, mostrando uno sguardo interrogativo. Sembrava un gattino che ha visto uno specchio per la prima volta.
"Glielo devo riconoscere. Perché ho la sensazione che sia lei a tenere il coltello dalla parte del manico? Aspetta e vedrai! Vuoi mangiare, vero?!" Kamijou, arrabbiato, si lanciò in cucina. Il cibo dentro al frigo era andato a male, quindi avrebbe potuto riempirle la bocca con quello. A lui di certo non avrebbe fatto male. Perciò mise gli avanzi nel wok[3] e li iniziò a friggere come fossero verdure. Se li avesse riscaldati non sarebbe morto nessuno, no?
Pensandoci bene, da dove veniva questa ragazza?
Nonostante ci fossero degli stranieri nella Città Accademia, lei non aveva l'aria di una del posto. Ma se fosse venuta da fuori sarebbe stato strano lo stesso.
Anche se era conosciuta come una "città dalle diverse centinaia di scuole", in verità era più una "scuola con centinaia di dormitori studenteschi". Era grande quanto un terzo di Tokyo, e il perimetro era circondato da muri come quelli della Grande Muraglia Cinese. Pur non essendo impenetrabile come una prigione, non era poi così facile entrarci.
Sembrava che non ci fosse niente a controllare cosa entrava e cosa usciva, ma in realtà l'Università Industriale aveva lanciato tre satelliti con la scusa di un esperimento, che costantemente monitoravano la città. Tutte le persone che si muovevano al suo interno sarebbero state rintracciate ed analizzate. Nel caso avessero trovato qualcuno assente dai loro registri, gli Anti-Skill e i membri del Judgement di ogni scuola sarebbero stati mobilizzati.
"Comunque, che sia perché quella tipa dell'elettricità ha generato una specie di temporale che i satelliti non hanno scoperto questa ragazza?" si chiese Kamijou.
«Ah, è vero. Perché te ne stavi appesa alla ringhiera del mio balcone?»
Chiese lui, mentre versava della salsa di soia nella padella dove friggeva il cibo.
«Non è che ci stessi appesa.»
«E allora che ci facevi? Non mi dirai che ti ci ha portato il vento?»
«...In un certo senso.»
Kamijou, che stava semplicemente scherzando, volse di scatto la testa per guardarla.
«Volevo saltare dal tetto di quell'edificio a quello di questo qui, ma sono caduta.»
Tetto? Kamijou guardò il soffitto.
Quello era un piccolo angolo di un economico dormitorio studentesco, cioè di un alto edificio a otto piani ordinatamente organizzato in appartamenti. Anche solo guardando il balcone, uno poteva dire che la distanza tra i tetti era di circa due metri. Non era impossibile fare un lungo salto, ma...
«Sei seria? Il tetto si trova sopra otto piani! Moriresti se non facessi attenzione!»
«Hm... Un suicida non può nemmeno avere una tomba.»
Index diede una risposta di dubbio senso e proseguì.
«Ma non avevo scelta, dovevo farlo per scappare.»
«Sc...appare?»
Sentendo questa parola dal pericoloso significato, Kamijou aggrottò inavvertitamente le sopracciglia. Tuttavia Index rispose con un bambinesco "Nn" e continuò.
«Qualcuno ha intenzione di uccidermi.»
«...»
La mano che scuoteva la padella si fermò da sola.
«In realtà sarei riuscita a saltare, ma qualcuno mi ha colpita alle spalle a mezz'aria.»
La ragazza che chiamava se stessa Index sembrava sorridere.
«Di conseguenza, sono caduta e sono atterrata sulla ringhiera del tuo balcone. Mi dispiace.»
Anche senza essere ironica, mostrò a Kamijou Touma un sorriso puro ed innocente.
«"Colpita"...?»
«Hm? Ah... Non ti preoccupare delle mie ferite. Quest'abito ha un "effetto difensivo".»
«In che senso un "effetto difensivo"? E' antiproiettile?»
La ragazza girò su se stessa come se si stesse vantando di aver comprato dei nuovi vestiti. Non sembrava ferita. Ma era stata davvero "colpita"? Si fosse trattato della sua immaginazione, magari sarebbe stata più credibile.
Comunque...
L'unica cosa che Kamijou poteva credere era che lei fosse stata appesa alla ringhiera del suo balcone al settimo piano.
Considerato questo, era vera la sua storia?
"Chi" l'aveva attaccata?
Kamijou cominciò a riflettere.
Quanto coraggio serviva per saltare dal tetto di un palazzo di otto piani ad un altro? Quanta fortuna aveva avuto per appendersi alla ringhiera di un balcone al settimo piano? Che cosa poteva significare il fatto che lei fosse incolume?
«Perché qualcuno sta provando ad uccidermi.»
Index lo disse sorridendo. Quant'era complicata la storia dietro al suo sorriso?
Kamijou era all'oscuro di quel che Index stesse passando, quindi non capiva nulla delle sue parole. E anche se lei avesse spiegato tutto sin dall'inizio, lui non ne avrebbe compreso neanche metà, e non gli sarebbe importato di farlo.
Ma Kamijou qualcosa capiva.
Capiva che lei fosse stata appesa alla ringhiera di un balcone al settimo piano. Se non fosse stata attenta, si sarebbe potuta schiantare sull'asfalto. Questa cosa lo faceva preoccupare.
«Cibo.»
La faccia di Index gli spuntò da dietro. Stava tenendo in mano le bacchette. Sembrava che non sapesse come usarle pur sapendo parlar bene il giapponese.
La ragazza guardò nella padella con eccitazione. L'espressione era come quella che avrebbe un gatto in una giornata piovosa dopo essere stato tirato fuori da una scatola di cartone.
«...Ah...»
Lì friggeva del cibo con nulla di diverso dalla spazzatura, "verdure fritte" (con veleno).
Guardando la ragazza affamata, Kamijou poté sentire il suo lato angelico (che appariva insieme a quello demoniaco) struggersi di dolore.
«Ah... Eh... Ecco... Dato che hai così tanta fame, non mangiare il cibo schifoso lasciato da dei ragazzi, perfavore. Perché non andiamo in un ristorante per famiglie? O magari ordiniamo a domicilio?»
«Non posso aspettare.»
«Ah... Mmh...»
«E poi non ha un brutto aspetto. E' qualcosa che hai preparato senza voler niente in cambio, quindi dovrebbe essere buono.»
In questo momento Index era davvero come una suora, mostrando un radioso sorriso.
Ignorando completamente Kamijou, a cui si rivoltava lo stomaco, chiuse la mano a pugno e prese con le bacchette il cibo dalla padella.
E masticò.
«Vedi? Non è così male.»
«...Dav... davvero?»
E masticò.
«Sei davvero premuroso, l'hai fatto salato per aiutarmi a riprendermi, vero?»
«Eh? Eh... Sa.. salato?»
E masticò.
«Non ti preoccupare, mi andava di mangiare salato. Grazie mille, ti comporti proprio come un fratello maggiore.»
Continuò a mangiare con un radioso sorriso e dei germogli di fagioli sulla faccia.
«...Wo... UUU... WOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!»
Kamijou sollevò la padella con velocità supersonica. Guardò Index, estremamente insoddisfatta, mentre pensava "Andrò all'Inferno da solo".
«Hai fame anche tu?»
«...Ah?»
«Se non hai fame, puoi ridarmi quelle verdure? Non posso aspettare...»
Index lo guardò con la bocca che morsicava la punta delle bacchette. Vedendola così, Kamijou prese coraggio.
Era il volere di Dio. Doveva finire quel che aveva iniziato.
Questa volta non c'entrava la sfiga, era proprio colpa sua.
Parte 3
Kamijou si mise in bocca la "spazzatura" calda con un sorriso.
Nonostante ciò, la ragazza che chiamava se stessa Index, mostrò un'espressione triste mentre dava un morso a dei biscotti. Visto come li rosicchiava e li teneva con entrambe le mani, sembrava proprio uno scoiattolo.
«...Oh, è vero, hai detto che qualcuno sta provando ad ucciderti. Di chi si tratta?»
Kamijou, che era finalmente ritornato dall'Inferno dopo molte difficoltà, fece subito la domanda più importante.
Ovviamente non avrebbe sudato sette camicie per una ragazza conosciuta da a mala pena mezz'ora, ma arrivati a quel punto non poteva comportarsi come un completo estraneo.
"Farò semplicemente finta di essere gentile" pensò lui. Pur non potendo aiutarla, per lo meno poteva dire "Ho fatto del mio meglio".
«Mmh..»
Disse la ragazza con una voce in qualche modo assetata.
«Non lo so, forse i Rosa Croce i Golden Dawn. Anche se posso immaginare che facciano parte di queste due organizzazioni, non conosco i loro nomi... E i nomi non hanno significato per loro.»
«"Loro"?»
Kamijou ripeté con fare confuso. Il nemico era un'organizzazione? Un gruppo?
Ma Index, quella propriamente in fuga, era piuttosto calma. Dopo aver dato un "Mn" come conferma, disse:
«Sono associazioni magiche.»
...
«Eh? Magiche...? Emh... Mi prendi in giro? O ho sentito male io?»
«Ah... Eh...? Emh... Per caso il mio giapponese è strano? Quel che voglio dire è MAGIC! MAGIC CABAL!»
«...»
Kamijou divenne ancora più perplesso a causa della spiegazione in inglese.
«Senti senti. Starai mica parlando di qualche nuova organizzazione, di quelle che sfruttano misteriose religioni per predicare "Chi non crede subirà l'ira di Dio", e che forzano la gente a mangiare strane medicine per poi fargli il lavaggio del cervello? Mamma mia che paura.»
«...Non so perché, ma ho la sensazione che tu mi stia prendendo in giro.»
«Uh...»
«...Mi stai prendendo in giro, vero?»
«...Scusami ma è impossibile. Io non posso credere nell'esistenza della magia. Sono abituato a "poteri strani" come il generare del fuoco dal nulla o il vedere attraverso le cose, ma la magia... Davvero non posso crederci.»
«...?»
Index inclinò la testa e iniziò a pensare.
Se lui fosse stato strettamente convinto che la scienza potesse risolvere tutto, avrebbe urlato "NON C'E' NIENTE IN QUESTO MONDO CHE LA SCIENZA NON POSSA PROVARE!!".
Ad ogni modo, la mano destra di Kamijou aveva davvero una certa "abilità speciale".
Sin quando avesse avuto quest'anormale abilità chiamata Imagine Breaker, persino i miracoli che si vedono nella mitologia sarebbero stati cancellati.
I poteri soprannaturali erano piuttosto comuni nella Città Accademia. Lasciando scorrere dell'elettricità sul collo, iniettando delle droghe nelle vene e ascoltando alcuni speciali suoni attraverso delle cuffie, qualsiasi cervello poteva "svilupparsi". Tutto poteva essere spiegato dalla scienza, quindi chi mai poteva negarne l'esistenza?
«Non capisco di cosa tu stia parlando.»
«Non c'è nulla da capire! In generale non c'è dubbio che i superpoteri esistano!»
«E allora perché la magia no? Non c'è dubbio che anche la magia esista.»
Index aveva un aspetto estremamente infelice, come quello che assumerebbe una persona se le si criticasse il cane dicendo che è un bastardo.
«Eh... Lascia che ti spieghi. Conosci la morra cinese? Eh, aspetta, è cultura globale, no?»
«...Dovrebbe essere parte della cultura giapponese, ma la conosco.»
«Se perdessi dieci volte su dieci a morra cinese, crederesti che ci sia una motivazione dietro?»
«...Wu...»
«Non c'è una motivazione, no? Eppure gli uomini crederebbero che ci sia una forza ad agire da dietro le quinte!»
Kamijou, con tono disinteressato, continuò.
«Qualsiasi persona normale si chiederebbe "Perché sono così sfortunato?", oltre che domandarsi sull'esistenza di una qualche forza invisibile. Una volta che qualcuno entra in quella tipologia di pensiero e ci aggiunge un po' di "astrologia", cosa succede?»
«...Una cosa del tipo "Sei Cancro, e ora come ora sei molto sfortunato, quindi è meglio non scommettere" o qualcosa genere, no?»
«Tutti i "poteri magici e misteriosi" che ci circondano nascono in questo modo. Gli uomini credono che ci sia qualche forza invisibile che decide la loro fortuna, e sono portati a credere che qualsiasi scemenza sia opera del destino. Questa è la magia.»
Index arricciò le labbra come un gatto inquieto. Dopo un po', disse:
«...Sembra che tu abbia una ragione per non credere alla magia.»
«Già. Proprio perché ce l'ho non ho potuto dar retta a quelle sciocchezze. Chi può credere nell'esistenza dei maghi delle storielle per bambini? Se si potesse utilizzare qualche MP per resuscitare un morto, chi mai vorrebbe sviluppare i poteri? Come posso credere in questa "magia" che non ha nessuna prova scientifica alle spalle?»
Chi non credeva nell'esistenza dei "superpoteri" era solo un'idiota.
Nella Città Accademia, i superpoteri erano riconosciuti da tutti e potevano essere spiegati dalla scienza.
«...Ma la magia esiste!»
Index arricciò le labbra. Forse per lei la "magia" era un pilastro spirituale, come lo era l'Imagine Breaker per Kamijou.
«Sì, vabbeh. Comunque, perché ti stavano inseguendo...?»
«La magia esiste davvero!»
«...»
«La magia esiste davvero!»
Sembrava che volesse a tutti i costi che Kamijou lo ammettesse.
«Ok, allora dimmi: cos'è la magia? Puoi lanciare palle di fuoco dalla mano? Puoi farlo anche senza partecipare alle nostre lezioni sui superpoteri? Prova a farlo davanti a me e magari ci crederò.»
«Non ho mana, quindi non posso usare la magia.»
«...»
Cosa c'era di diverso tra il dire una cosa del genere, e l'essere uno con finti poteri che si scusa con "La videocamera mi deconcentrerà, quindi non posso piegare il cucchiaio"?
In ogni caso, anche quel che pensava Kamijou era piuttosto complesso.
Nonostante avesse detto che non esistessero cose come la magia, non capiva completamente come funzionasse l'abilità della sua mano destra, l'Imagine Breaker. Come faceva? Qual'era la forza che non potevano vedere? Persino la Città Accademia, che era la più grande autorità nel campo dello sviluppo di poteri esper, non poteva analizzarla attraverso un semplice body check. Per questo motivo era etichettato come un esper "Level 0".
E non l'aveva ottenuta tramite il programma di sviluppo curato dalla scienza, era proprio una caratteristica della sua mano destra.
Pur avendo sempre detto che "non ci può essere magia in questo mondo", lui stesso possedeva un "irrealistico" potere che violava qualsiasi logica.
...Ma di certo non poteva giungere ad una conclusione infondata come "siccome esiste una forza così inspiegabile, forse la magia esiste davvero".
«...La magia esiste!»
Kamijou sospirò.
«Ok, supponiamo che la magia esista.»
«"Supponiamo"?»
«Sì, supponiamo che la magia esista.»
Ignorò l'interruzione di Index e continuò.
«Allora, perché quelle persone ti stavano inseguendo? C'entrano i tuoi vestiti?»
Kamijou si riferiva al vestito da suora bianco candido, di seta, ultra-lussuoso e ricamato d'oro. In altre parole, stava chiedendo "C'entra la religione?".
«...Perché io sono un indice.»
«Cosa?»
«Credo che vogliano i 103.000 grimori in mio possesso.»
...
«...Perché mi sento ancora più confuso adesso?»
«Perché sembra che più io spiego e meno te ne freghi di me? Sei piuttosto impaziente, huh?»
«Ok, facciamo un riassuntino. Non so cosa siano questi "grimori", ma sono libri, vero? Come dei dizionari?»
«Mmh. Il Libro di Eibon, Lemegeton, Il Libro Senza Nome, Il Libro del Rituale Cannibale, il Libro della Morte... Questi sono i più rappresentativi. Il Necronomicon è troppo famoso, e ci sono un sacco di imitazioni in giro, quindi non è degno di nota come gli altri.»
«Umh... Sinceramente non mi importa del contenuto dei libri...»
Kamijou voleva dire "Sono senza senso comunque", ma si sforzò di non farlo.
«Hai detto di averne un centinaio di migliaia. Dove sono?»
In ogni caso, doveva chiarire questa cosa. 100.000 libri avrebbero riempito un'intera biblioteca.
«Stai dicendo di avere la chiave di un magazzino?»
«No.»
Index scosse la testa, e poi disse:
«Io ho tutti quei 103.000 libri.»
"...Cosa?" Kamijou aggrottò le sopracciglia.
«...Non è che ora mi dirai che le persone sceme non possono vederli, vero?»
«Anche se non sono scemi non possono vederli! Non avrebbe senso se potessero.»
Le parole della ragazza sembravano decisamente esagerate, come se stesse cercando di prendersi gioco di lui. Guardò a destra e a sinistra. Quale "Necronomicon"? Tutto ciò che poteva vedere erano riviste di gaming, manga sparsi per il pavimento e i compiti estivi gettati in un angolo della sua stanza.
«...Sigh...»
Kamijou, che aveva sopportato la cosa per tutto il tempo, finalmente non ne poté più.
Forse questa storia del "qualcuno mi sta inseguendo" era solo l'immaginazione di Index. Se fosse stato davvero così, e lei seriamente avesse saltato dall'ottavo piano, avesse sbagliato e fosse atterrata sulla ringhiera del balcone...
Beh, sarebbe stato meglio non averci niente a che fare.
«...Non è strano che tu creda nei poteri soprannaturali ma non nella magia?»
Index arricciò le labbra e parlò con aria triste.
«E poi cosa c'è di così figo nei poteri soprannaturali? Non dovresti guardare dall'alto in basso gli altri, anche se possiedi qualche abilità speciale!»
...
«Hm, hai ragione!»
Kamijou sospirò con delicatezza.
«E' vero, hai ragione. Con ben pochi espedienti ci stanno catalogando come sotto-livelli. Questo modo di pensare è terribile!»
Kamijou abbassò la testa guardando la sua mano destra.
Questa non poteva sparare fiamme o elettricità, e non poteva emettere alcun tipo di luce, né tantomeno suoni. Ovviamente, nessuna strana linea sarebbe apparsa sui suoi polsi[4].
Però poteva disperdere qualsiasi "potere soprannaturale". Non importava che fossero buoni o cattivi, persino i miracoli delle leggende potevano andare distrutti.
«Comunque, per le persone di questa città, i superpoteri sono come un pilastro spirituale, quindi non ci pensare troppo. Inoltre, io sono uno di loro.»
«E' un bene che tu lo sappia, idiota! Hmph, perché incasinarti il cervello? Un cucchiaio lo puoi piegare con le mani.»
«...»
«Hmph, di che mai si potrà vantare uno che ha abbandonato la propria natura per qualcosa di così superficiale?»
«...Perché non ti fai tappare quella boccaccia?»
«L-La violenza non mi spaventa!»
Index, che sembrava un triste gattino, disse:
«E poi, hai parlato tanto di superpoteri, ma non sembra che tu ne abbia!»
«...Eh, questa cosa... Come dovrei spiegarla...?»
Kamijou si sentì turbato.
Non aveva avuto molte occasioni per spiegare questo "Imagine Breaker" agli altri, e dato che reagiva solo ai "poteri anormali", se l'interlocutore non avesse accettato la loro esistenza la spiegazione sarebbe stata inutile.
«Un, si tratta della mia mano destra... Ah, premetto che è tutto naturale, non c'è nulla di artificiale!»
«Oh.»
«Se la mia mano destra entra in contatto con... qualsiasi abilità speciale, vuoi che sia una palla infuocata del livello di una bomba nucleare, vuoi che sia un railgun tattico, persino un miracolo di Dio può essere disperso.»
«...Eh...?»
«...Perché quella faccia? Sembra che tu abbia visto un catalogo per compere con qualche incredibile cristallo portafortuna.»
«Oh, accidenti... Tu, un ateo che non ha mai sentito parlare del nome di Dio, dici che un Suo miracolo può essere disperso. Non so bene come prenderti...»
Sorprendentemente Index si mise il mignolo nell'orecchio.
«...Ugh, che fastidio!! E pensare che ora vengo preso in giro da una ragazzina bugiarda e magica che se ne esce con "la magia esiste davvero, solo che non te lo posso provare". Che nervi...»
Sentendo Kamijou Touma borbottare, anche Index sembrò arrabbiarsi.
«Io... Io non sono una ragazzina bugiarda e magica! La magia esiste davvero!»
«E allora provamelo, scema! Tanto userò il mio "Imagine Breaker" per distruggere la tua magia, così vedremo chi ha ragione! Scema!»
«Va bene! Te lo dimostrerò!»
Index alzò con rabbia la propria mano.
«Questo! Questo vestito! E' l'ultima barriera difensiva conosciuta come "Chiesa Ambulante".»
Tenne entrambe le mani alzate, permettendogli così di vedere l'abito da suora che gli ricordava una tazza da té d'alta classe.
«"Chiesa Ambulante"? Non ci sto capendo più nulla! Non hai fatto altro che usare parole strane come "indice" e "barriera difensiva". Non puoi dirlo in modo che io possa capirti? E' una cosa veramente antipatica! Non ti ha mai detto nessuno che roba così complessa va spiegata modo semplice?»
«Tu... Non hai nemmeno provato a capire, e ora ti lamenti pure?»
Index agitò le braccia.
«Te lo proverò proprio adesso, al posto di parlarne e basta! Infilzami con un coltello da cucina!!»
«Ok! Preparati... M-Ma che ti passa per la testa?! Ti farei sicuramente malissimo! Stai provando ad incastrarmi!?»
«Ah! Non mi vuoi credere, eh?»
Index mosse le sue spalle su e giù con entusiasmo.
«Quest'abito possiede tutti i principali elementi di una chiesa, di conseguenza può essere chiamato "chiesa formato vestito"! Il tessuto, la cucitura e anche l'ornamento... tutto è stato progettato con cura! Un semplice coltello da cucina non può farmi niente!!»
«Io penso che tu stia semplicemente bluffando... Se ti accoltellassi sul serio, sarei il delinquentello più ridicolo di tutti i tempi!»
«Non mi credi...! Quest'abito è in grado di replicare con esattezza la Sacra Sindone di Torino, il vestito indossato dal Santo quando fu infilzato dalla lancia di Longinus. Segue che la sua tempra è di livello papale. Usando le tue parole, sarebbe al pari di un rifugio antiatomico, no? Che l'attacco sia fisico o magico non ha importanza, lo prenderà e lo assorbirà... Non ho detto di essere atterrata sul tuo balcone perché qualcuno mi aveva colpito alle spalle? Se non avessi avuto questo questa "Chiesa Ambulante", ora mi ritroveresti con un buco! Lo capisci?»
La ragazzina era veramente rumorosa!
L'idea che Kamijou aveva di Index peggiorò parecchio mentre lui le lanciava uno sguardo irritato ai vestiti.
«Sì, davvero impressionante... Ma se si trattasse di un "potere anormale", nel caso in cui la mia mano destra lo toccasse, il tuo vestito sarebbe fatto a pezzi, giusto?»
«Questo se il tuo potere è davvero auten-ti-co~ Hoho...»
Index sorrise sdegnosamente.
Kamijou pensò "Accetto la sfida" e afferrò la sua spalla con la mano destra.
...Eh... Fu davvero una strana sensazione... Come se stesse toccando delle nuvole, come se l'intero impatto fosse assorbito da qualche morbida spugna.
«...Un momento...»
Kamijou, calmatosi, iniziò a pensare a una cosa.
Se quel che Index aveva detto, per quanto strano potesse sembrare, fosse stato vero, e quest'abito chiamato "Chiesa Ambulante" fosse stato realmente fatto con qualche "potere anormale", cosa sarebbe successo?
Se quel "potere anormale" fosse stato distrutto, il vestito non sarebbe caduto in pezzi?
«CHE COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSA!?»
L'improvvisa sensazione di esser sul punto di raggiungere l'età adulta lo fece urlare.
...
...
...?
<AAAAAAAAHHHHH... Eh?»
Non successe nulla.
Kamijou pensò "Diamine, per un momento mi sono preoccupato", nonostante si sentisse anche un po' triste.
«Guarda qua! Quale Imagine Breaker? Non è successo niente!»
Index teneva le mani sui fianchi, sporgendo in fuori il suo piccolo petto e sorridendo. Ma, un attimo dopo, i suoi vestiti si sfilarono come il nastro di un pacco regalo, e si sparpagliarono sul pavimento.

I fili che mantenevano insieme la tunica si slacciarono, rendendola un semplice pezzo di stoffa. Solo il copricapo che indossava rimase intatto, probabilmente perché non era attaccato al resto dei vestiti. Tuttavia, questo aggravava ancora di più la situazione.
Index teneva le mani sui fianchi, sporgendo in fuori il suo piccolo petto e restando lì a sorridere.
Esatto, non aveva più nulla addosso.
Parte 4
Sembrava che, questa ragazza di nome Index, avesse la brutta abitudine di morsicare le persone quand'era arrabbiata.
«OW OW OW... Basta mordermi! Ma cosa sei? Una zanzara di un campeggio estivo?»
«...»
Non rispose.
Index sedeva sul pavimento con una coperta addosso. Cercava minuziosamente (ed inutilmente) di ricucire assieme l'abito da suora.
Una terribile ed inquietante atmosfera dominava la stanza.
Ovviamente non è che stesse per comprarire un killer vicario.
«...Emh, principessa, permette? Mi dispiace disturbarla, ma ci sono pantaloncini e maglietta qui...»
«...»
La suora lo fissò con gli occhi di un serpente.
«...Emh... principessa?»
Kamijou Touma, mentre provava a parlarle, immaginò che la ragazza dovesse avere una vasta gamma di espressioni.
«...Che vuoi?»
«E' stata colpa mia, va bene?»
Kamijou non comprese la sua risposta, eccetto per una sveglia che gli venne lanciata addosso. Non appena urlò per la sorpresa, arrivò anche un enorme cuscino. A seguire, cosa ancor più terrificante, fu il turno di una game console e di una cassetta.
«Come puoi dirmi roba simile in modo così calmo dopo quello che è successo!?»
«Emh... ecco... vedi... in realtà, il tuo servo ora è un po' nervoso. Come dovrei dire... Che sia la giovinezza!?»
«Stai ancora facendo lo scemo... Uuuuuuuuuuu...!»
«Sì! Sì! Mi dispiace! Mi dispiace! Ti chiedo scusa! Quello è un registratore a cassette che ho affittato, non un fazzoletto! PER FAVORE NON MORSICARLO!»
Kamijou Touma si prostrò esageratamente sul pavimento mentre chiedeva scusa alla ragazza.
Ad essere sinceri, Kamijou, che aveva visto una fanciulla nuda e cruda per la prima volta in vita sua, era così nervoso da far sembrare che il suo cuore stesse venendo schiacciato.
"Per fortuna non può leggermelo in faccia" pensò.
Ma questo era solo un suo pensiero. Se si fosse guardato allo specchio, avrebbe scoperto che la cosa gli era palesemente stampata in viso.
«Fatto...»
Tirando su col naso, Index aveva finito quest'apparentemente infernale lavoro domestico, ovvero il ricucire la veste in modo da rimetterla in sesto. Dopo averla rigirata per darle uno sguardo...
...Mh, un abito da suora pieno di spille da balia.
«... (Gocciolina di sudore).»
«... (Silenzio).»
«Hai intenzione di indossare questa specie di vergine di ferro[5]?»
«... (Lacrimucce).»
«In giapponese si chiama "hari no mushiroto"[6].»
«…Uu… uuuuuuu!!»
«MI SBAGLIAVO! MI DISPIACE!»
Kamijou si prostrò subito sul pavimento, tanto da sbatterci la testa come fosse dell'aglio che viene pestato. Invece Index sembrava una bambina vittima di bullismo, mentre morsicava il cavo della televisione così forte da arrivare quasi a romperlo. Che ragazza poco raffinata.
«Devo indossarlo! Sono ancora una suora dopotutto!»
Index brontolò, iniziando a vestirsi sotto la coperta e muovendosi come un bruco. L'unica cosa che si poteva vedere era la sua faccia, rossa come un pomodoro.
«...Ah, il modo in cui ti cambi mi ricorda una lezione di nuoto a scuola—»
«Perché mi stai ancora guardando? Non sarebbe il caso di girarti?»
«Beh, non morirai mica se ti vedo così. E poi ti ho appena vista in quel modo, questo non è niente.»
«...»
Index si fermò per un momento, ma realizzò che Kamijou non stava capendo di aver detto di nuovo qualcosa di inadeguato, quindi poté solamente continuare a vestirsi. Forse era davvero molto concentrata, visto che non si accorse di aver fatto cadere il suo copricapo.
Il ragazzo non sapeva cosa dire. Ma la situazione sarebbe diventata davvero strana se nessuno avesse detto niente. Era come prendere un ascensore con uno sconosciuto.
Mentre Kamijou continuava a sperare di poter fuggire dalla realtà, gli venne in mente una cosa: le lezioni di recupero!
«WA! DIAMINE! DEVO ANDARE ALLE LEZIONI DI RECUPERO!»
Kamijou guardò l'orario mentre diceva:
«Ah... Emh... Ora devo andare a scuola, quindi tu che vuoi fare? Se vuoi stare qui ti do la chiave.»
L'idea dello "scacciar via la ragazza" era completamente sparita.
Dato che la Chiesa Ambulante aveva reagito all'Imagine Breaker, i suoi vestiti avevano davvero un "potere soprannaturale". Di conseguenza le sue parole potevano non essere tutte frottole.
Mettiamo che, per esempio, fosse stata inseguita da dei maghi e fosse caduta dal tetto.
Mettiamo che, per esempio, dovesse continuare a scappare per poter sopravvivere.
C'era davvero un gruppo di maghi, usciti da qualche storiella per bambini, che si comportavano da teppisti? Anche in questa capitale della scienza che poteva addirittura trasformare i poteri soprannaturali in vera teoria?
...Pur senza considerare questi aspetti pratici, Kamijou, dopo averla vista così agitata, voleva che Index rimanesse e si calmasse un po'.
«...Non c'è bisogno. Me ne sto andando.»
Tuttavia, Index mostrò uno sguardo angosciato mentre si rialzava lentamente. Fluttuandogli vicino, sembrava un fantasma senza vita, a quanto pare dimenticandosi che il suo copricapo si trovava sul pavimento. Kamijou voleva aiutarla a raccoglierlo, ma aveva paura di distruggerlo con il potere della sua mano destra.
«Ah... Emh... Ecco...»
«Mh? Stai tranquillo!»
Index si voltò, e disse:
«Non me ne sto andando perché sono arrabbiata, è solo che se continuo a stare qui quelle persone potrebbero arrivare. Non vuoi che ti esploda la stanza, vero?»
Dopo averla sentita dire parole così terrificanti, Kamijou non seppe cosa fare.
Index camminò lentamente verso l'uscita, e l'attraversò. Kamijou le venne disperatamente dietro, pensando di doverla quantomeno aiutare, ma dopo aver tirato fuori il suo portafoglio, scoprì di avere solo 320 yen. Ciononostante voleva che Index restasse, perciò si lanciò precipitosamente verso la porta, sbattendoci la gamba ad una velocità supersonica.
«AH...OWWWWWWWWWW! OOOOOOOOOOHHH!!»
Index si girò, e vide Kamijou tenersi una gamba mentre urlava per il dolore. Sempre per questo motivo, Kamijou iniziò a saltellare qua e là e il cellulare gli cadde dalla tasca. Quando il ragazzo se ne accorse era già troppo tardi, e si poté sentire un "crack" dallo schermo a cristalli liquidi.
«Uuuuu... uuuuuuuuuuuuuuuuuu… Sono davvero sfortunato...»
«Più che sfortunato, magari sei solo un po' imbranato...?»
Index sorrise.
«Ma dato che il tuo "Imagine Breaker" è reale, immagino che ci sia una spiegazione, no?»
«...Che vuoi dire?»
«Mh. E' roba che riguarda la magia, quindi potresti non credermi anche se te lo dicessi.»
Index rise mentre continuava a parlare.
«La benedizione di Dio, il filo rosso del destino[7]... se esistessero davvero, probabilmente anche loro sarebbero distrutti dalla tua mano destra.»
Mosse l'abito da suora pieno di spille da balia, per poi dire:
«Esattamente come la "Chiesa Ambulante", che originariamente aveva il potere di Dio, la fortuna proviene dalla protezione divina.»
«Hmph... Ma che "fortuna" e "sfortuna"? Non è tutto regolato dalla probabilità e dalle statistiche? Come può essere ver—?»
Prima che potesse finire di parlare, Kamijou, toccando la maniglia della porta, sentì improvvisamente dell'elettricità statica. Era sioccato, e tutto il suo corpo tremò per riflesso. Siccome i suoi muscoli avevano fatto qualcosa a cui non era abituato, gli venne un crampo al polpaccio.
«Uuuuuuu...»
Kamijou gemette per circa sei secondi.
«...Emh... Sorella-san...»
«Cosa?»
«...Per favore, spiegati...»
«La logica è piuttosto semplice...»
Index parlò con tono certo.
«Se il potere della tua mano destra è reale, significa che sinché l'avrai la "fortuna" continuerà ad essere distrutta.»
«...Quindi vuoi dire che...?»
«Sin quando la tua mano destra sarà a contatto con l'aria, continuerai ad essere sfortunato.»
«AAAAAHHHHHHHHHH!! SONO DAVVERO SFORTUNATO!!!»
Anche se Kamijou non credeva nella magia, era molto sensibile a quel che è chiamato "sfortuna". Questo perché, nella sua vita quotidiana, era così tanto spesso sfortunato da sentire di avere l'intero universo contro.
E davanti a questo sfortunato Kamijou Touma c'era una suora color bianco puro, che splendeva con un sorriso da dea.
Tutti avrebbero detto che si trattava di un'espressione intenta a far credere nella fede.
«Visto che hai intenzione di dire di essere sfortunato, sappi che lo sei già solo per il fatto di avere un simile potere.»
Vedendo questa suora sorridente, Kamijou non poté non lasciar fuoriuscire qualche lacrimuccia dai suoi occhi... Oi... Aspetta un attimo, non è questo il punto, vero?
«No! Non è di questo che sto parlando! Tu... hai un posto dove andare una volta uscita? Anche se non so cosa stia succedendo, quei maghi potrebbero trovarsi ancora nei paraggi, no? La mia casa è più sicura, quindi ti va di restare?»
«Attirerò i "nemici" se continuerò a restare.»
«Come puoi esserne così sicura? Sinché non richiami la loro intenzione, e stai dentro all'appartamento, non ti dovrebbero scoprire, no?»
«Non è così semplice.»
Index afferrò il colletto del suo vestito e disse:
«Quest'abito si chiama "Chiesa Ambulante". E' mantenuto dalla magia. Anche se la Chiesa lo chiama "Potere di Dio", è simile alla "magia". In altre parole, il nemico può sfruttare la magia della mia veste per rintracciarmi.»
«Ma allora, perché indossi una specie di tracker?»
«Perché le sue capacità difensive sarebbero di classe papale... se non fosse stato distrutto dalla tua mano destra.»
«...»
«...Se non fosse stato distrutto dalla tua mano destra...»
«Mi dispiace, per favore non mi fissare con quelle lacrimucce... Ora che ci penso, dato che la tua "Chiesa Ambulante" è stata distrutta, dovrebbe aver perso la "funzione di segnalazione", no?»
«Anche se fosse, saprebbero che è stata distrutta. Te l'ho appena detto: le capacità difensive della "Chiesa Ambulante" sono di livello papale. In altre parole, è proprio come una "Fortezza Ambulante"... Se fossi un nemico, anche senza sapere perché questa "Fortezza" ha perso la sua abilità, di certo non sprecherei un'occasione simile, no?»
«Un attimo! Allora ho un motivo in più per non lasciarti andare! Anche se non posso ancora credere in questa cosa chiamata magia, visto che sei inseguita da un "nemico", come posso permettere che tu rischi la tua vita là fuori?»
Index era sbalordita.
Guardando la sua espressione, davvero sembrava una ragazza come tante.
«...Vuoi dire che se dovessi scendere sino all'Inferno, mi accompagneresti?»
Index sorrise.
Questo sorriso era così indifeso da riuscire ad ammutolire Kamijou per un po'.
Dietro a quelle gentili parole c'era un significato nascosto:
"Lascia perdere".
«Non ti preoccupare, non è che non abbia dei compagni. Se riesco ad arrivare alla Chiesa, le persone dentro mi proteggeranno.»
«...Oh? Allora... dov'è quella Chiesa?»
«Londra.»
«Non è un po' troppo lontano? Quanto hai intenzione di scappare?»
«Hm? Ah, non ti preoccupare! In Giappone ci dovrebbe essere qualche succursale.»
Il suo abito da suora, pieno di spille da balia, ondeggiò.
«Una chiesa... sì, mi sembra ce ne sia una in città.»
Qualsiasi persona normale, una volta sentita la parola "chiesa", penserebbe subito a quei grandi posti dove si fanno i matrimoni, ma in Giappone erano molto piccole. Anche se lì, in realtà, la cultura cristiana non si era propriamente inserita e a causa dei terremoti era difficile mantenere quelle "costruzioni dal gran valore storico". Le chiese, che Kamijou vedeva casualmente dal finestrino del treno, erano solo un'ammasso di piani con una croce sul tetto... Ma pensandoci meglio, se erano di piccola fattura sarebbe stato strano il contrario.
«Hm... Ma non va bene qualsiasi chiesa... Io appartengo agli Anglicani Inglesi...»
«???»
«Emh... A dirla tutta, la Cristianità in realtà è divisa in tante diverse sezioni.»
Spiegò Index con fare bizzarro.
«Prima di tutto, possiamo dividerla in Cattolici e Protestanti. A loro volta i primi, a cui io appartengo, possono essere divisi nei Cattolici Romani del Vaticano, nei Russi Ortodossi della Russia e negli Anglicani Inglesi della St. George Cathedral.»
«...Quindi, che succede se arrivi in quella sbagliata?»
«Succede che mi buttano fuori.»
Index continuò a spiegare mentre sorrideva amaramente.
«I Russi Ortodossi e gli Anglicani Inglesi si trovano principalmente nelle proprie nazioni, quindi in Giappone ci sono molte poche chiese di questi ultimi.»
«...»
Più Kamijou ascoltava, più sentiva che qualcosa non tornava.
Forse prima che Index cadesse per la fame aveva già visitato diverse "chiese", per poi essere buttata fuori tutte le volte, venendo obbligata a continuare a scappare. Di certo non sarebbe stata una bella sensazione.
«Non ti preoccupare. Se riesco a raggiungere una chiesa degli Anglicani Inglesi ho vinto.»
«...»
Immediatamente, Kamijou pensò al "potere" della sua mano destra.
«OI! Se ti dovessi cacciare nei guai... puoi cercare me.»
Alla fine, poteva solo dirle questo.
Pur essendo il ragazzo in grado di uccidere Dio.
«Mmh. Tornerò se avrò fame.»
Index mostrò un sorriso bello come un convolvolo, la cui perfezione rese Kamijou senza fiato.
Un robot per le pulizie si avvicinò, girò attorno ad Index, e andò oltre.
«YAAHH!!»
Il sorriso perfetto svanì in un istante, non appena la ragazza cadde all'indietro. Visto come tremava, sembrava avesse dei crampi alle gambe. DONG! Il retro della sua testa colpì il muro.
«—! UNA COSA COSI' STRANA CHE SE NE VA IN GIRO TRANQUILLAMENTE…?!»
Mentre gridava, a Index uscirono delle lacrimucce, e addirittura si dimenticò di tastarsi il retro del capo.
«MA CERTO CHE SEI STRANA! QUELLO E' UN ROBOTO PER LE PULIZIE!»
Kamijou sospirò.
Il robot per le pulizie aveva l'aspetto di un largo cilindro metallico. Sotto aveva delle ruote e delle spazzole circolari che, come una macchina per le pulizie, usava per lavare il pavimento. Aveva una videocamera installata, in modo da poter evitare gli ostacoli; una cosa odiata da tutte le ragazze in minigonna.
«...Capisco. Il Giappone non è un paese tecnologico, ma uno dove pure la magia è meccanizzata.»
«Oi!»
Vedere Index impressionarsi per qualche strana ragione del Giappone, impressionò Kamijou.
«Questa è la Città Accademia. Cose del genere le puoi vedere ovunque!»
«Città Accademia?»
«Esatto. La parte ovest di Tokyo era piuttosto lenta a svilupparsi, quindi hanno comprato questa parte di terra per crearvi la "città". Questa "città di scuole" ne possiede tantissime di primo, secondo e terzo grado, insieme a diverse università.»
Kamijou sospirò mentre continuava a parlare.
«L'80% delle persone che vivono qui sono studenti, e tutti gli appartamenti che sembrano condomini sono dormitori studenteschi.»
Questa "Città Accademia" non solo educava negli studi, ma sviluppava segretamente il corpo e i superpoteri.
«...Quindi, ciò che vedi per strada potrebbe essere un po' diverso. Macchinette per il cibo, pale eoliche per l'elettricità e robot per le pulizie come quello di poco fa... è pieno di cose di questo tipo, che vengono sviluppate dalle università. Qui il livello tecnologico è circa vent'anni più avanzato rispetto al mondo esterno.»
«Mh...»
Index fissò il robot per le pulizie, e disse:
«Ma allora, tutti gli edifici qui appartengono a questa "Città Accademia", vero?»
«Già... quindi se è da queste parti che stai cercandoì la Chiesa Inglese, ti consiglierei di provare fuori città. Qui le chiese sono per la maggior parte organizzazioni di educazione teologica o pseudo-psicologica.»
Index rispose con un "Mm" mentre annuiva con la testa. Solo ora pensò di usare la mano per tastarsi il retro della testa.
«...Eh? Ah... eh? I-Il mio copricapo è sparito!»
«Te ne sei accorta solo adesso? Ti è caduto poco fa!»
«Eh?»
Kamijou voleva dire "Ti è caduto quando ti stavi cambiando sotto la coperta", ma Index sembrò capire "Ti è caduto quando ti sei spaventata per il robot e sei caduta". Quindi lo cercò per il corridoio, ma non poté trovarlo. Allora un sacco di punti di domanda le comprarirono sopra la testa.
«AH! E' vero! Dev'essere stato quel demonio elettronico!»
Index aveva completamente frainteso, tanto da arrivare ad inseguire il robot per le pulizie che stava girando l'angolo.
«...Emh... Ma che cavolo succede?»
Kamijou guardò dentro alla stanza. C'era ancora il suo copricapo. Allora guardò di nuovo il corridoio. Index non era più lì. Che razza di modo freddo per andarsene.
Questo gli fece pensare qualcosa di assolutamente infondato: anche se il mondo fosse stato distrutto, sarebbe lei sopravvissuta per qualche ridicolo motivo?
Note
- ↑ In giapponese, "Indekkusu" si pronuncia in modo simile a "Index"
- ↑ Kamijou parla come se si trovassero in un simulatore di appuntamenti
- ↑ Padella di origine cinese
- ↑ Tsukihime
- ↑ Strumento di tortura che all'apparenza è simile ad un armadio, ma che dentro è pieno di chiodi.
- ↑ Un letto di chiodi.
- ↑ E' una leggenda asiatica secondo la quale le persone destinate ad amarsi veramente sono connesse da un filo rosso, che si può piegare o aggrovigliare ma non si può rompere.