To Aru Majutsu no Index ~ Italiano (Italian):Volume14 Capitolo 3

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Capitolo 3: Qualcosa da Molto Tolto ai Maghi — Power_Instigation.

Parte 1

Il Ventritreesimo Distretto della Città Accademia era una zona industriale specializzata nell'aviazione e nello spazio. Tutti i maggiori aeroporti del posto erano concentrati lì.

Il distretto era coperto di piste e siti di lancio per razzi, quindi peccava di edifici come il resto della città. A perdita d'occhio, da un piano asfaltato risaltavano sporadiche torri di controllo e laboratori.

«E' come se fosse un campo composto di pietra e ferro...» disse Kamijou quando scese dal treno ed osservò il paesaggio che si distendeva di fronte a lui.

Quello era il posto dove aveva combattuto con Oriana Thomson durante il Daihaseisai, ma aveva l'impressione che la sicurezza fosse ancora più serrata.

Mise le buste della spesa che aveva con sé all'interno di un armadietto che c'era alla stazione. Dato che c'erano molti ricercatori in quella città, essi erano a tenuta ermetica ed uno aveva l'opzione di renderli refrigerati.

Ma...

«...E' costoso. Questi cosi solitamente costano così tanto all'ora?!»

«Nyah. Pare sia più economico gettare via quelle borse e ricomprare di nuovo la roba in un supermercato economico quando torneremo.»

Tsuchimikado aveva ragione, ma Kamijou non voleva sprecare il cibo. Mise le borse nell'armadietto, registrò le sue impronte digitali, lo chiuse ed attivò la modalità refrigeratrice.

Kamijou si diresse verso l'uscita della stazione e disse a Tsuchimikado:

«Dato che ci troviamo nel Ventitreesimo Distretto, suppongo prenderemo un aereo?»

«Beh, lasceremo il paese.»

«Davvero?! ...Aspetta, qualcuno ha preso il mio passaporto?»

«No.»

Kamijou si ammutolì sentendo la risposta lapidaria di Tsuchimikado.

Quando continuò a parlare, il ragazzo sembrò annoiato.

«Non è che stiamo per fare una gita all'estero. Le nostre attività sono completamente non autorizzate. E se verremo scoperti, avremo dei problemi a livello internazionale che impallidiscono in confronto al non avere un bollino o due nei nostri passaporti.»

«C-Capisco.»

C'erano molte cose che avrebbe voluto dire, ma il modo realistico in cui aveva parlato Tsuchimikado gli aveva fatto chiedere se fosse davvero meglio lasciar perdere.

Dopo essere usciti dalla stazione si trovarono in un vasto terminal di autobus. Nel Ventitreesimo Distretto si viaggiava con quelli piuttosto che a piedi.

Tsuchimikado trovò quello che portava all'aeroporto internazionale e ci salì, Kamijou fece lo stesso.

Dato che il distretto era pieno di piste e mancava di edifici, la strada era sempre libera. Il limite di velocità era anche abbastanza alto: i cartelli segnavano 100 km/h.

Essendo circondati dall'asfalto, anche il grigio orizzonte dove si sollevavano delle grandi nuvole bianche di vapore sembrava artificiale.

Un leggero tremolio mosse il vetro, causando vibrazioni.

«Oh, un razzo. Pare sia stato lanciato bene.» disse Tsuchimikado sospirando.

Kamijou prese il cellulare ed attivò la funzione tv. Il telegiornale stava mostrando diverse angolazioni di un razzo che abbandonava il suolo.

«Dicono sia il quarto satellite della Città Accademia. Mi chiedo se sia vero o no.»

«Se lanciassero un razzo adesso, una delle ragioni sarebbe far speculare la gente a riguardo. Direbbero che potrebbe trattarsi di qualsiasi cosa, da un satellite militare ad un test di lancio di un missile balistico intercontinentale. Più possibilità hanno, più saranno efficaci da tenere sotto controllo.»

(Quindi questo è ciò che significa "conflitto di informazioni"...)

Kamijou gelò improvvisamente.

«...Aspetta. E Index?»

Non voleva portarla con sé in qualsiasi posto potesse essere pericoloso, ma non poteva esattamente lasciarla da sola senza cibo.

«Non ti preoccupare. Maika andrà nella tua stanza, Kami-yan. Probabilmente dopo che avrà finito con lei, sarà affamata solo un terzo in più del solito.»

Kamijou si sentì sollevato nel sentire quelle parole, ma poi realizzò che il suo unico scopo agli occhi di Index fosse prepararle del cibo.

In breve tempo il bus arrivò all'aeroporto internazionale.

Kamijou scese e controllò che ora fosse col cellulare.

«Tsuchimikado. Dove stiamo andando con esattezza, comunque?»

«In Francia.» rispose con aria indifferente.

«Eeeh?! In Europa! E' molta strada... Aspetta, quanto staremo via? E un volo per l'Europa non ci sta almeno qualcosa come dieci ore?»

«No, saremo lì in meno di un'ora.»

«Hah?» rispose Kamijou confuso.

Tsuchimikado sembrava seccarsi a dover rispondere, quindi indicò semplicemente la pista poco lontano dall'edificio del terminal.

C'erano molteplici aerei di linea messi in fila, ognuno lungo circa dodici metri.

«Prenderemo uno di quelli.»

«...Per favore, dimmi che stai scherzando.» chiese Kamijou quasi senza parole quando chiese una conferma a Tsuchimikado.

Si era già nascosto un'altra volta in un mezzo simile.

«Se ricordo bene, è il tipo di aereo che mi ha riportato da Venezia in Giappone.»

«Sì, è quello che ho sentito, Kami-yan. Non sono stato molto coinvolto in tutto l'incidente della "Regina dell'Adriatico", quindi non conosco i dettagli.»

«Dunque sono davvero quelli che volano a 700 km/h?»

«Hahahah.» rise Tsuchimikado. «Più veloce è meglio è, no?»

«E' troppo veloce!! Quando ero su quel coso mi sono sentito come se una lastra di metallo spessa mi stesse distruggendo lentamente il corpo! Index aveva finalmente cominciato ad aprire la mente al lato scientifico e quel fatto le ha fatto sigillare ogni cosa in modo serrato!!»

C'era anche la parte in cui Index aveva ordinato del cibo che volò dietro di lei in modo spettacolare.

«Oh, forza Kami-yan. Stiamo per cominciare una missione non ufficiale oltremare. Pensi davvero che andremmo in Francia mentre mangiamo tranquillamente un pasto in aereo e guardiamo un film?»

«B-Beh, no. Mi aspettavo un po' più di tensione, ma... Aspetta. Stiamo davvero per salire su quel coso? D-Davvero non consiglio quell'esperienza!!»

«Non ti preoccupare. Non ti preoccupare. Dopo che si supera Mach 3, un dilettante non sente la differenza.»

«Come diavolo dovrebbe farmi preoccupare di meno?!»

Kamijou continuò a lamentarsi ma Tsuchimikado smise di ascoltarlo e cominciò a spiegare cosa fare una volta che fossero saliti sull'aereo. Sembrava che non ce ne fossero altri, quindi non avevano altra scelta. Tsuchimikado guidò Kamijou fino ad una porta con la scritta "solo al personale autorizzato" e giù per un corridoio che lì condusse all'aereo supersonico mentre aggiravano il gate di uso generale.

Parte 2

«Documento-C. E' quello il nome dell'oggetto spirituale al centro di tutto ciò.»

La voce di Tsuchimikado riecheggiò nello spazioso aereo.

L'aereo di linea supersonico era di un formato più grande del solito, ma a parte l'equipaggio c'erano solo due passeggeri, rendendolo abbastanza vuoto.

Dato che erano gli unici, Kamijou e Tsuchimikado erano seduti al centro con i piacevoli sedili di prima classe. Diversamente da quelli piccoli ed economici, c'era abbastanza spazio per allungare le gambe.

Tsuchimikado stava guardando il posto vicino al suo, dov'era seduto Kamijou.

«Il suo nome ufficiale è Documento di Costantino. La Chiesa Cristiana era originariamente perseguitata dell'Impero Romano fin quando l'Imperatore Costantino la riconobbe come religione ufficiale. Il Documento-C è stato creato da lui per la Chiesa Cattolica Romana.»

Quelle parole non appartenevano al compagno di classe che conosceva Kamijou. Tsuchimikado Motoharu adesso era del tutto in modalità mago.

«Il Documento-C dichiarava che il Papa sta a capo della Chiesa Cristiana e che gli appartenevano le terre che Costantino governava in Europa. Dato che la maggior parte dell'Europa era di sua proprietà, significava essenzialmente che era del Papa e tutte le persone che ci abitavano dovevano obbedire alla Chiesa Cattolica Romana. Dal loro punto di vista era un certificato che garantiva alla Chiesa cose che sembravano troppo belle per essere vere.» Tsuchimikado continuò a parlare mentre usava il touch-screen LCD vicino al suo sedile. «Come oggetto spirituale, il potere del Documento-C è... beh, si potrebbe definire come una specie di bussola. Riguardo la terra che Costantino governava più di 1700 anni fa, si può usare il C-Document anche oggigiorno per far apparire dei simboli che indicano che essa era stata ereditata dall'imperatore. Dato che la sua successione era composta da cose date alla Chiesa Cattolica Romana, a questa sono state trasmesse le terre e gli oggetti che corrispondevano allo sviluppo o all'uso, come necessario.»

Tsuchimikado smise di parlare ed osservò la faccia di Kamijou.

«Kami-yan, mi stai ascoltando, almeno?»

«Ugh-ugh-ugh-ugh-ugh-ugh-ugh-ugh-ugh-ugh-ughh-ughhh-ughhhh!!»

Il ragazzo non poteva rispondere.

7000 km/h. La potente forza di gravità creata da una velocità tale stava schiacciando gli organi interni di Kamijou, lasciandolo incapace di rispondere adeguatamente. Era come se ci fosse una palla da basket che gli veniva tirata sullo stomaco mentre qualcuno la calciava più forte che poteva.

Essendo perfettamente normale in una circostanza come quella, era Tsuchimikado ad essere strano.

«Beh, ad ogni modo. Ascoltami.»

«Ugh-gh!!»

Tsuchimikado non sapeva se quella fosse una risposta o un lamento.

«Come ho detto, il Documento-C sembra essere un po' troppo conveniente per la Chiesa Cattolica Romana. Infatti, uno studioso del quindicesimo secolo lo dichiarò un falso ed aveva ragione. I suoi effetti ed i poteri come oggetto spirituale sono abbastanza diversi.»

«Ggh-gh-ghh-gh!!»

«Il vero potere del Documento-C agisce su una scala molto più ampia. Distorce ciò che viene detto dal Papa per essere "un'informazione accurata".» Tsuchimikado mosse agilmente le labbra e parlò senza far rumore. «Per esempio, se il Papa dichiarasse che i membri di una certa fede fossero nemici dell'umanità e fastidiosi all'ordine pubblico, esso diventerebbe un fatto. Se dichiarasse "Finché preghi, anche se toccherai un pezzo di metallo caldo non ti brucerai la mano", si crederebbe anche a quello senza un briciolo di evidenza.»

«Ohh-gh-gh-gh!»

«Forza, Kami-yan! Almeno guarda di qua!»

La parte superiore del corpo di Kamijou stava tremando violentemente ma tuttavia riuscì a parlare.

«Quindi... se si usa quel Documento-C... tutto ciò che dice il Papa... diventa vero...?»

Sembrava che riuscisse effettivamente a seguire la conversazione abbastanza bene da capire qualcosa. Kamijou stava cercando di vedere se parlare invece di ascoltare potesse alleviare i suoi dolori. Era la sua ultima spiaggia.

«Quindi... può far avverare tutti i suoi sogni? ...Come l'Ars Magna nell'Alchimia? ...Oghh!!»

«No, non in quel modo.» Tsuchimikado sembrava così spensierato che pareva quasi cominciasse a canticchiare. «Il Documento-C può solo far "credere" alle persone che quelle cose siano vere. Non importa quanto siano ridicole, fa credere alla gente che sia vero perché l'ha detto il Papa. Di fatto non altera le leggi della fisica.»

Tsuchimikado fece qualcosa col touch-screen installato nel bracciolo.

«Inoltre, fa solo capire alla gente se gliene importa di ciò che dice la Chiesa Cattolica Romana. Al contrario, coloro a cui non importa se ciò che dichiara sia vero o no, non son affetti da esso. Nel bene e nel male, l'oggetto spirituale è unicamente creato per essere usato della Chiesa Cattolica Romana.»

«Q-Q-Quindi... è un oggetto spirituale che fa pensare alla gente che ciò che si dice sia vero? M-Ma è... Ugh.»

«Haha. Suppongo possa suonare come un imbroglio. Ma ci sono un sacco di trucchi che vengono usati per mantenere il proprio posto regale quando cose dette da persone potenti vengono considerate come leggi assolute. Dopotutto, la maestà di quelle persone determinava se loro credessero in quelle loro leggi assolute o no. E se quella convinzione vacillava, l'intero paese poteva essere in pericolo. Persino in Giappone si faceva pratica nel periodo Edo tagliando in due le persone che parlavano male dei samurai. Quale via più semplice per regolare le idee della gente che c'è lì?»

«Q-Q-Q-Q-Quindi... hanno fatto il Documento-C perché...»

«Sì, perché avevano paura. Erano spaventati di perdere il controllo del mondo che avevano creato. La Chiesa Cattolica Romana aveva avuto diverse crisi nella storia. Ma la Chiesa Cristiana e Dio dovrebbero essere assoluti. Dio dovrebbe essere un'essenza che salva gli esseri umani da ogni crisi. Eppure la popolazione europea perse molto durante la peste nera, ci furono molti fallimenti durante le Crociate, e nessuno sapeva quando i turchi ottomani avrebbero attaccato l'Europa in massa.» disse Tsuchimikado con voce fredda, ma c'era un luccichio compassionevole nei suoi occhi. «L'idea che "Dio è assoluto" venne messa in discussione più e più volte. E la Chiesa Cattolica Romana aveva bisogno di mantenere in giro quell'idea. Era per quello che avevano bisogno del Documento-C. Con esso, potevano essere certi che i cuori delle persone sarebbero rimasti con loro anche nelle peggiori delle crisi.»

Si poteva anche dire che fosse un oggetto spirituale che riempiva la distanza tra l'ideale e la realtà.

Era un attrezzo che proteggeva la speranza delle persone forzandole a "credere".

Poteva sembrare abbastanza crudele, ma nello stesso tempo c'era della gentilezza nelle intenzioni che stavano dietro.

(Q-Quindi la Chiesa Cattolica Romana sta usando quel Documento-C adesso...)

Mentre pensava, Kamijou fece un respiro profondo.

(Stanno diffondendo l'informazione che la popolazione della Città Accademia sia quella cattiva è "corretta". E dato che la stanno forzando sulle persone, si sta mostrando sotto la particolare forma delle manifestazioni.)

Kamijou mosse le labbra che erano diventate pallide per gli effetti della gravità.

«M-M-M-M-Ma... se possiedono un oggetto spirituale tanto spaventoso... perché non l'hanno ancora usato...?»

«Perché gli effetti del Documento-C sono enormi. Una volta che qualcosa viene settata come "corretta", è difficile riportarla indietro anche se lo si usa nuovamente. A causa di ciò, non possono impostare ogni piccola cosa come "corretta".» rispose Tsuchimikado senza alcuna difficoltà a quella domanda. «Inoltre, il Documento-C non è esattamente semplice da usare. Come ho detto, fa sì che le persone pensino che qualcosa che dice il Papa sia "corretta". Non può essere usata da chiunque e ovunque. Era originariamente fatta così in modo che potesse essere usata solo quando ci si trovava al centro del Vaticano. L'ordine si diffonde in tutto il mondo tutto in una sola volta tramite layline.»

«Eh? Ghh... M-Ma noi non... stiamo andando a fermarli, in modo che non lo usino?»

«Lo stiamo facendo.»

«A-Allora perché la Francia? Hai appena detto... che il Documento-C può solo... essere usato nel Vaticano...»

«Hm? Oh, giusto. Riguardo quello.»

«E...E... hai detto... che dopo che lo usano... non possono cancellare l'ordine, no? Ma ciò significherebbe... che non possiamo... farci niente.»

«Vediamo. A quale domanda dovrei rispondere per prima?»

Mentre parlò Tsuchimikado, si sentì un leggero tono elettronico provenire dagli altoparlanti dell'aereo.

Poi una squillante voce femminile sintetizzata fece un annuncio. Era in una lingua straniera, ma Kamijou non pensava si trattasse di inglese. Dopo averlo sentito, la faccia di Tsuchimikado diventò sinistra.

«...Beh, pare che non abbiamo più tempo. Kami-yan, stai davvero bene? Se non ce la fai, cerca di prendere dei respiri profondi. Forza, inspira.»

«Huhh.»

«Espira.»

«Hoo.»

«Inspira di nuovo.»

«Huhh.»

«Ed espira di nuovo.»

«Hoo.»

Dopo averlo fatto, Kamijou si sentiva meglio... o almeno pensava fosse così.

Ma la faccia di Tsuchimikado sembrò ancora più sinistra.

«Non pare vada molto meglio. Forse ti sentiresti meglio se vomitassi? Beh, forza, Kami-yan. Togliti la cintura e seguimi. Dai, non ci sono hostess, quindi non devi preoccuparti di finire nei guai.»

Tsuchimikado si alzò con calma dal suo sedile e Kamijou lo seguì lentamente. Quest'ultimo non si sentiva come se si stesse muovendo di sua spontanea volontà; era come se fosse stato rimosso dalla situazione ed il suo corpo si stesse muovendo da solo.

Camminò lungo un corridoio, aprì una porta, percorse un altro corridoio più piccolo, passò attraverso un portello così basso che sembrava stesse per copirlo in testa e si diresse in una zona che era composta solo da metallo grezzo dove tutto intorno si sentiva un boato.

(Dove siamo?)

Kamijou era stordito e prese uno zaino che gli aveva dato Tsuchimikado.

«Ecco. Mettilo.»

«??? Tsuchimikado? Cos'era quella cosa che mi dicevi riguardo lo star meglio se avessi vomitato?»

«Tranquillo. Tranquillo. Lo aprirò presto, quindi sbrigati ed indossalo.»

Tsuchimikado aveva già attaccato le cinture allo zaino che aveva avvolto intorno al corpo. L'intera cosa era abbastanza eccessiva. C'erano cinture che collegavano la sacca a lui non solo oltre entrambe le spalle, ma anche attorno allo stomaco e al petto.

Kamijou non capiva davvero cosa stesse accadendo, ma si allacciò le cinture nello stesso modo in cui aveva visto farlo all'altro ragazzo.

«Okay, Kami-yan. Pare che tu sia pronto ad andare.»

Tsuchimikado usò i palmi delle mani per premere un grande bottone sul muro che sembrava il coperchio di una lattina.

«Okay, adesso puoi vomitare tanto quanto vuoi!!»

Kamijou sentì uno strano rumore forte.

Solo dopo realizzò che era il suono di una grande pompa, una grande parte del muro si aprì all'improvviso rivelando nient'altro che il cielo blu.

«Cosa?»

Kamijou era del tutto stordito.

E prima che potesse pensare ancora, all'interno dell'aereo arrivò una violenta folata di vento che cominciò a risucchiare fuori ogni cosa.

«Ts-Ts-Ts-Ts- Tsuchimikadoooooooo?!»

Kamijou afferrò disperatamente una sporgenza nel muro, ma dubitò di poter durare a lungo.

In mezzo al mugghiare del vento, Tsuchimikado rivelò un largo sorriso sul suo volto.

«Suvvia, Kami-yan. Ormai ci sei dentro, quindi vomita quanto vuoi!»

«Chiudi quella cazzo di bocca!! P-Perché diavolo hai aperto il portello dei bagagli?!»

«Perché se fossimo atterrati in un aeroporto francese come una coppia di idioti, quei bastardi dei Romani Cattolici ci avrebbero scoperto. Questo aereo era diretto a Londra. Ci fermiamo qui.»

«Sei stupido?! Pensa a quanto stia andando veloce questo aereo! Aprire il portello a più di 7000 km/h lo farà a pezzi!!»

«Mi spiace, ma è già aperto.»

«Moriremo!!»

«Sei tu quello stupido, Kami-yan. Se l'avessi fatto davvero non saremmo riusciti a divertirci a parlare in questo modo.»

L'aereo doveva aver diminuito la velocità per farli scendere. Ed era vero che Kamijou si sentiva meglio dato che non aveva sentito tanto l'influenza della gravità...

«He-Hey. Allora a cosa servivano quei respiri profondi?! Erano insignificanti, vero?!»

«Suvvia, Kami-yan. Smettila di lottare in vano e lascia il muro.»

«Ti ero grato. Ero davvero grato che ti fossi preoccupato di me!! Eppure eri stato solo un bastardo!!»

«Stai zitto e vai.»

Tsuchimikado colpì la mano di Kamijou che si reggeva dalla protuberanza sul muro ed il ragazzo con i capelli a punta perse il suo ultimo supporto.

Il forte vento che soffiava fuori dall'aereo lo sollevò e volò via dal portello dei bagagli nel cielo deserto.

Secondo l'ora locale, mezzogiorno era passato da poco.

Sotto il cielo blu rinfrescante, uno studente delle superiori stava gridando a pieni polmoni.

«Gyaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh!!»

Index v14 131.jpg

Attorno a lui c'era solo il cielo azzurro a 360 gradi.

Probabilmente era dovuto al modo in cui agitava le braccia e le gambe e alla resistenza dell'aria che muoveva il vento in modo strano, ma il suo corpo stava rotolando in direzioni confuse.

(C-Cosa sta succedendo? Solo qualche ora fa stavo facendo una competizione di forkball con Fukiyose. Quindi perché sto volando nel cielo che sovrasta la Francia?!)

Mentre precipitava, riuscì a vedere Tsuchimikado che saltava dall'aereo sorridendo come qualcuno a cui piacevano gli sport aerei.

(Lo ucciderò... Quando atterreremo, farò nero quel bastardo!!)

(... In effetti, come riusciremo ad atterrare senza problemi?)

Il viso di Kamijou impallidì.

Ma poi lo zaino che stava indossando esplose.

Dal suo interno si aprì un grande paracadute. Doveva essere stato programmato per attivarsi automaticamente ad una certa altitudine.

Ma Kamijou venne colto alla sprovvista.

«Ghhh?! Il mio collo! Si è messo intorno al mio...!»

Non riuscì a finire la sua lamentela.

Le braccia e le gambe penzolavano mentre cadeva delicatamente con una posa molto naturale.

Non aveva modo di sapere che il suo paracadute era stato portato via dal vento e si era allontanato dalla zona nella quale doveva atterrare e che era arrivato sul fiume Rodano, che è conosciuto per avere una larghezza di più di 100 metri.