To Aru Majutsu no Index ~ Italiano (Italian):Volume14 Capitolo 3

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Capitolo 3: Qualcosa da Molto Tolto ai Maghi — Power_Instigation.

Parte 1

Il Ventritreesimo Distretto della Città Accademia era una zona industriale specializzata nell'aviazione e nello spazio. Tutti i maggiori aeroporti del posto erano concentrati lì.

Il distretto era coperto di piste e siti di lancio per razzi, quindi peccava di edifici come il resto della città. A perdita d'occhio, da un piano asfaltato risaltavano sporadiche torri di controllo e laboratori.

«E' come se fosse un campo composto di pietra e ferro...» disse Kamijou quando scese dal treno ed osservò il paesaggio che si distendeva di fronte a lui.

Quello era il posto dove aveva combattuto con Oriana Thomson durante il Daihaseisai, ma aveva l'impressione che la sicurezza fosse ancora più serrata.

Mise le buste della spesa che aveva con sé all'interno di un armadietto che c'era alla stazione. Dato che c'erano molti ricercatori in quella città, essi erano a tenuta ermetica ed uno aveva l'opzione di renderli refrigerati.

Ma...

«...E' costoso. Questi cosi solitamente costano così tanto all'ora?!»

«Nyah. Pare sia più economico gettare via quelle borse e ricomprare di nuovo la roba in un supermercato economico quando torneremo.»

Tsuchimikado aveva ragione, ma Kamijou non voleva sprecare il cibo. Mise le borse nell'armadietto, registrò le sue impronte digitali, lo chiuse ed attivò la modalità refrigeratrice.

Kamijou si diresse verso l'uscita della stazione e disse a Tsuchimikado:

«Dato che ci troviamo nel Ventitreesimo Distretto, suppongo prenderemo un aereo?»

«Beh, lasceremo il paese.»

«Davvero?! ...Aspetta, qualcuno ha preso il mio passaporto?»

«No.»

Kamijou si ammutolì sentendo la risposta lapidaria di Tsuchimikado.

Quando continuò a parlare, il ragazzo sembrò annoiato.

«Non è che stiamo per fare una gita all'estero. Le nostre attività sono completamente non autorizzate. E se verremo scoperti, avremo dei problemi a livello internazionale che impallidiscono in confronto al non avere un bollino o due nei nostri passaporti.»

«C-Capisco.»

C'erano molte cose che avrebbe voluto dire, ma il modo realistico in cui aveva parlato Tsuchimikado gli aveva fatto chiedere se fosse davvero meglio lasciar perdere.

Dopo essere usciti dalla stazione si trovarono in un vasto terminal di autobus. Nel Ventitreesimo Distretto si viaggiava con quelli piuttosto che a piedi.

Tsuchimikado trovò quello che portava all'aeroporto internazionale e ci salì, Kamijou fece lo stesso.

Dato che il distretto era pieno di piste e mancava di edifici, la strada era sempre libera. Il limite di velocità era anche abbastanza alto: i cartelli segnavano 100 km/h.

Essendo circondati dall'asfalto, anche il grigio orizzonte dove si sollevavano delle grandi nuvole bianche di vapore sembrava artificiale.

Un leggero tremolio mosse il vetro, causando vibrazioni.

«Oh, un razzo. Pare sia stato lanciato bene.» disse Tsuchimikado sospirando.

Kamijou prese il cellulare ed attivò la funzione tv. Il telegiornale stava mostrando diverse angolazioni di un razzo che abbandonava il suolo.

«Dicono sia il quarto satellite della Città Accademia. Mi chiedo se sia vero o no.»

«Se lanciassero un razzo adesso, una delle ragioni sarebbe far speculare la gente a riguardo. Direbbero che potrebbe trattarsi di qualsiasi cosa, da un satellite militare ad un test di lancio di un missile balistico intercontinentale. Più possibilità hanno, più saranno efficaci da tenere sotto controllo.»

(Quindi questo è ciò che significa "conflitto di informazioni"...)

Kamijou gelò improvvisamente.

«...Aspetta. E Index?»

Non voleva portarla con sé in qualsiasi posto potesse essere pericoloso, ma non poteva esattamente lasciarla da sola senza cibo.

«Non ti preoccupare. Maika andrà nella tua stanza, Kami-yan. Probabilmente dopo che avrà finito con lei, sarà affamata solo un terzo in più del solito.»

Kamijou si sentì sollevato nel sentire quelle parole, ma poi realizzò che il suo unico scopo agli occhi di Index fosse prepararle del cibo.

In breve tempo il bus arrivò all'aeroporto internazionale.

Kamijou scese e controllò che ora fosse col cellulare.

«Tsuchimikado. Dove stiamo andando con esattezza, comunque?»

«In Francia.» rispose con aria indifferente.

«Eeeh?! In Europa! E' molta strada... Aspetta, quanto staremo via? E un volo per l'Europa non ci sta almeno qualcosa come dieci ore?»

«No, saremo lì in meno di un'ora.»

«Hah?» rispose Kamijou confuso.

Tsuchimikado sembrava seccarsi a dover rispondere, quindi indicò semplicemente la pista poco lontano dall'edificio del terminal.

C'erano molteplici aerei di linea messi in fila, ognuno lungo circa dodici metri.

«Prenderemo uno di quelli.»

«...Per favore, dimmi che stai scherzando.» chiese Kamijou quasi senza parole quando chiese una conferma a Tsuchimikado.

Si era già nascosto un'altra volta in un mezzo simile.

«Se ricordo bene, è il tipo di aereo che mi ha riportato da Venezia in Giappone.»

«Sì, è quello che ho sentito, Kami-yan. Non sono stato molto coinvolto in tutto l'incidente della "Regina dell'Adriatico", quindi non conosco i dettagli.»

«Dunque sono davvero quelli che volano a 700 km/h?»

«Hahahah.» rise Tsuchimikado. «Più veloce è meglio è, no?»

«E' troppo veloce!! Quando ero su quel coso mi sono sentito come se una lastra di metallo spessa mi stesse distruggendo lentamente il corpo! Index aveva finalmente cominciato ad aprire la mente al lato scientifico e quel fatto le ha fatto sigillare ogni cosa in modo serrato!!»

C'era anche la parte in cui Index aveva ordinato del cibo che volò dietro di lei in modo spettacolare.

«Oh, forza Kami-yan. Stiamo per cominciare una missione non ufficiale oltremare. Pensi davvero che andremmo in Francia mentre mangiamo tranquillamente un pasto in aereo e guardiamo un film?»

«B-Beh, no. Mi aspettavo un po' più di tensione, ma... Aspetta. Stiamo davvero per salire su quel coso? D-Davvero non consiglio quell'esperienza!!»

«Non ti preoccupare. Non ti preoccupare. Dopo che si supera Mach 3, un dilettante non sente la differenza.»

«Come diavolo dovrebbe farmi preoccupare di meno?!»

Kamijou continuò a lamentarsi ma Tsuchimikado smise di ascoltarlo e cominciò a spiegare cosa fare una volta che fossero saliti sull'aereo. Sembrava che non ce ne fossero altri, quindi non avevano altra scelta. Tsuchimikado guidò Kamijou fino ad una porta con la scritta "solo al personale autorizzato" e giù per un corridoio che lì condusse all'aereo supersonico mentre aggiravano il gate di uso generale.

Parte 2

«Documento-C. E' quello il nome dell'oggetto spirituale al centro di tutto ciò.»

La voce di Tsuchimikado riecheggiò nello spazioso aereo.

L'aereo di linea supersonico era di un formato più grande del solito, ma a parte l'equipaggio c'erano solo due passeggeri, rendendolo abbastanza vuoto.

Dato che erano gli unici, Kamijou e Tsuchimikado erano seduti al centro con i piacevoli sedili di prima classe. Diversamente da quelli piccoli ed economici, c'era abbastanza spazio per allungare le gambe.

Tsuchimikado stava guardando il posto vicino al suo, dov'era seduto Kamijou.

«Il suo nome ufficiale è Documento di Costantino. La Chiesa Cristiana era originariamente perseguitata dell'Impero Romano fin quando l'Imperatore Costantino la riconobbe come religione ufficiale. Il Documento-C è stato creato da lui per la Chiesa Cattolica Romana.»

Quelle parole non appartenevano al compagno di classe che conosceva Kamijou. Tsuchimikado Motoharu adesso era del tutto in modalità mago.

«Il Documento-C dichiarava che il Papa sta a capo della Chiesa Cristiana e che gli appartenevano le terre che Costantino governava in Europa. Dato che la maggior parte dell'Europa era di sua proprietà, significava essenzialmente che era del Papa e tutte le persone che ci abitavano dovevano obbedire alla Chiesa Cattolica Romana. Dal loro punto di vista era un certificato che garantiva alla Chiesa cose che sembravano troppo belle per essere vere.» Tsuchimikado continuò a parlare mentre usava il touch-screen LCD vicino al suo sedile. «Come oggetto spirituale, il potere del Documento-C è... beh, si potrebbe definire come una specie di bussola. Riguardo la terra che Costantino governava più di 1700 anni fa, si può usare il C-Document anche oggigiorno per far apparire dei simboli che indicano che essa era stata ereditata dall'imperatore. Dato che la sua successione era composta da cose date alla Chiesa Cattolica Romana, a questa sono state trasmesse le terre e gli oggetti che corrispondevano allo sviluppo o all'uso, come necessario.»

Tsuchimikado smise di parlare ed osservò la faccia di Kamijou.

«Kami-yan, mi stai ascoltando, almeno?»

«Ugh-ugh-ugh-ugh-ugh-ugh-ugh-ugh-ugh-ugh-ughh-ughhh-ughhhh!!»

Il ragazzo non poteva rispondere.

7000 km/h. La potente forza di gravità creata da una velocità tale stava schiacciando gli organi interni di Kamijou, lasciandolo incapace di rispondere adeguatamente. Era come se ci fosse una palla da basket che gli veniva tirata sullo stomaco mentre qualcuno la calciava più forte che poteva.

Essendo perfettamente normale in una circostanza come quella, era Tsuchimikado ad essere strano.

«Beh, ad ogni modo. Ascoltami.»

«Ugh-gh!!»

Tsuchimikado non sapeva se quella fosse una risposta o un lamento.

«Come ho detto, il Documento-C sembra essere un po' troppo conveniente per la Chiesa Cattolica Romana. Infatti, uno studioso del quindicesimo secolo lo dichiarò un falso ed aveva ragione. I suoi effetti ed i poteri come oggetto spirituale sono abbastanza diversi.»

«Ggh-gh-ghh-gh!!»

«Il vero potere del Documento-C agisce su una scala molto più ampia. Distorce ciò che viene detto dal Papa per essere "un'informazione accurata".» Tsuchimikado mosse agilmente le labbra e parlò senza far rumore. «Per esempio, se il Papa dichiarasse che i membri di una certa fede fossero nemici dell'umanità e fastidiosi all'ordine pubblico, esso diventerebbe un fatto. Se dichiarasse "Finché preghi, anche se toccherai un pezzo di metallo caldo non ti brucerai la mano", si crederebbe anche a quello senza un briciolo di evidenza.»

«Ohh-gh-gh-gh!»

«Forza, Kami-yan! Almeno guarda di qua!»

La parte superiore del corpo di Kamijou stava tremando violentemente ma tuttavia riuscì a parlare.

«Quindi... se si usa quel Documento-C... tutto ciò che dice il Papa... diventa vero...?»

Sembrava che riuscisse effettivamente a seguire la conversazione abbastanza bene da capire qualcosa. Kamijou stava cercando di vedere se parlare invece di ascoltare potesse alleviare i suoi dolori. Era la sua ultima spiaggia.

«Quindi... può far avverare tutti i suoi sogni? ...Come l'Ars Magna nell'Alchimia? ...Oghh!!»

«No, non in quel modo.» Tsuchimikado sembrava così spensierato che pareva quasi cominciasse a canticchiare. «Il Documento-C può solo far "credere" alle persone che quelle cose siano vere. Non importa quanto siano ridicole, fa credere alla gente che sia vero perché l'ha detto il Papa. Di fatto non altera le leggi della fisica.»

Tsuchimikado fece qualcosa col touch-screen installato nel bracciolo.

«Inoltre, fa solo capire alla gente se gliene importa di ciò che dice la Chiesa Cattolica Romana. Al contrario, coloro a cui non importa se ciò che dichiara sia vero o no, non son affetti da esso. Nel bene e nel male, l'oggetto spirituale è unicamente creato per essere usato della Chiesa Cattolica Romana.»

«Q-Q-Quindi... è un oggetto spirituale che fa pensare alla gente che ciò che si dice sia vero? M-Ma è... Ugh.»

«Haha. Suppongo possa suonare come un imbroglio. Ma ci sono un sacco di trucchi che vengono usati per mantenere il proprio posto regale quando cose dette da persone potenti vengono considerate come leggi assolute. Dopotutto, la maestà di quelle persone determinava se loro credessero in quelle loro leggi assolute o no. E se quella convinzione vacillava, l'intero paese poteva essere in pericolo. Persino in Giappone si faceva pratica nel periodo Edo tagliando in due le persone che parlavano male dei samurai. Quale via più semplice per regolare le idee della gente che c'è lì?»

«Q-Q-Q-Q-Quindi... hanno fatto il Documento-C perché...»

«Sì, perché avevano paura. Erano spaventati di perdere il controllo del mondo che avevano creato. La Chiesa Cattolica Romana aveva avuto diverse crisi nella storia. Ma la Chiesa Cristiana e Dio dovrebbero essere assoluti. Dio dovrebbe essere un'essenza che salva gli esseri umani da ogni crisi. Eppure la popolazione europea perse molto durante la peste nera, ci furono molti fallimenti durante le Crociate, e nessuno sapeva quando i turchi ottomani avrebbero attaccato l'Europa in massa.» disse Tsuchimikado con voce fredda, ma c'era un luccichio compassionevole nei suoi occhi. «L'idea che "Dio è assoluto" venne messa in discussione più e più volte. E la Chiesa Cattolica Romana aveva bisogno di mantenere in giro quell'idea. Era per quello che avevano bisogno del Documento-C. Con esso, potevano essere certi che i cuori delle persone sarebbero rimasti con loro anche nelle peggiori delle crisi.»

Si poteva anche dire che fosse un oggetto spirituale che riempiva la distanza tra l'ideale e la realtà.

Era un attrezzo che proteggeva la speranza delle persone forzandole a "credere".

Poteva sembrare abbastanza crudele, ma nello stesso tempo c'era della gentilezza nelle intenzioni che stavano dietro.

(Q-Quindi la Chiesa Cattolica Romana sta usando quel Documento-C adesso...)

Mentre pensava, Kamijou fece un respiro profondo.

(Stanno diffondendo l'informazione che la popolazione della Città Accademia sia quella cattiva è "corretta". E dato che la stanno forzando sulle persone, si sta mostrando sotto la particolare forma delle manifestazioni.)

Kamijou mosse le labbra che erano diventate pallide per gli effetti della gravità.

«M-M-M-M-Ma... se possiedono un oggetto spirituale tanto spaventoso... perché non l'hanno ancora usato...?»

«Perché gli effetti del Documento-C sono enormi. Una volta che qualcosa viene settata come "corretta", è difficile riportarla indietro anche se lo si usa nuovamente. A causa di ciò, non possono impostare ogni piccola cosa come "corretta".» rispose Tsuchimikado senza alcuna difficoltà a quella domanda. «Inoltre, il Documento-C non è esattamente semplice da usare. Come ho detto, fa sì che le persone pensino che qualcosa che dice il Papa sia "corretta". Non può essere usata da chiunque e ovunque. Era originariamente fatta così in modo che potesse essere usata solo quando ci si trovava al centro del Vaticano. L'ordine si diffonde in tutto il mondo tutto in una sola volta tramite layline.»

«Eh? Ghh... M-Ma noi non... stiamo andando a fermarli, in modo che non lo usino?»

«Lo stiamo facendo.»

«A-Allora perché la Francia? Hai appena detto... che il Documento-C può solo... essere usato nel Vaticano...»

«Hm? Oh, giusto. Riguardo quello.»

«E...E... hai detto... che dopo che lo usano... non possono cancellare l'ordine, no? Ma ciò significherebbe... che non possiamo... farci niente.»

«Vediamo. A quale domanda dovrei rispondere per prima?»

Mentre parlò Tsuchimikado, si sentì un leggero tono elettronico provenire dagli altoparlanti dell'aereo.

Poi una squillante voce femminile sintetizzata fece un annuncio. Era in una lingua straniera, ma Kamijou non pensava si trattasse di inglese. Dopo averlo sentito, la faccia di Tsuchimikado diventò sinistra.

«...Beh, pare che non abbiamo più tempo. Kami-yan, stai davvero bene? Se non ce la fai, cerca di prendere dei respiri profondi. Forza, inspira.»

«Huhh.»

«Espira.»

«Hoo.»

«Inspira di nuovo.»

«Huhh.»

«Ed espira di nuovo.»

«Hoo.»

Dopo averlo fatto, Kamijou si sentiva meglio... o almeno pensava fosse così.

Ma la faccia di Tsuchimikado sembrò ancora più sinistra.

«Non pare vada molto meglio. Forse ti sentiresti meglio se vomitassi? Beh, forza, Kami-yan. Togliti la cintura e seguimi. Dai, non ci sono hostess, quindi non devi preoccuparti di finire nei guai.»

Tsuchimikado si alzò con calma dal suo sedile e Kamijou lo seguì lentamente. Quest'ultimo non si sentiva come se si stesse muovendo di sua spontanea volontà; era come se fosse stato rimosso dalla situazione ed il suo corpo si stesse muovendo da solo.

Camminò lungo un corridoio, aprì una porta, percorse un altro corridoio più piccolo, passò attraverso un portello così basso che sembrava stesse per copirlo in testa e si diresse in una zona che era composta solo da metallo grezzo dove tutto intorno si sentiva un boato.

(Dove siamo?)

Kamijou era stordito e prese uno zaino che gli aveva dato Tsuchimikado.

«Ecco. Mettilo.»

«??? Tsuchimikado? Cos'era quella cosa che mi dicevi riguardo lo star meglio se avessi vomitato?»

«Tranquillo. Tranquillo. Lo aprirò presto, quindi sbrigati ed indossalo.»

Tsuchimikado aveva già attaccato le cinture allo zaino che aveva avvolto intorno al corpo. L'intera cosa era abbastanza eccessiva. C'erano cinture che collegavano la sacca a lui non solo oltre entrambe le spalle, ma anche attorno allo stomaco e al petto.

Kamijou non capiva davvero cosa stesse accadendo, ma si allacciò le cinture nello stesso modo in cui aveva visto farlo all'altro ragazzo.

«Okay, Kami-yan. Pare che tu sia pronto ad andare.»

Tsuchimikado usò i palmi delle mani per premere un grande bottone sul muro che sembrava il coperchio di una lattina.

«Okay, adesso puoi vomitare tanto quanto vuoi!!»

Kamijou sentì uno strano rumore forte.

Solo dopo realizzò che era il suono di una grande pompa, una grande parte del muro si aprì all'improvviso rivelando nient'altro che il cielo blu.

«Cosa?»

Kamijou era del tutto stordito.

E prima che potesse pensare ancora, all'interno dell'aereo arrivò una violenta folata di vento che cominciò a risucchiare fuori ogni cosa.

«Ts-Ts-Ts-Ts- Tsuchimikadoooooooo?!»

Kamijou afferrò disperatamente una sporgenza nel muro, ma dubitò di poter durare a lungo.

In mezzo al mugghiare del vento, Tsuchimikado rivelò un largo sorriso sul suo volto.

«Suvvia, Kami-yan. Ormai ci sei dentro, quindi vomita quanto vuoi!»

«Chiudi quella cazzo di bocca!! P-Perché diavolo hai aperto il portello dei bagagli?!»

«Perché se fossimo atterrati in un aeroporto francese come una coppia di idioti, quei bastardi dei Romani Cattolici ci avrebbero scoperto. Questo aereo era diretto a Londra. Ci fermiamo qui.»

«Sei stupido?! Pensa a quanto stia andando veloce questo aereo! Aprire il portello a più di 7000 km/h lo farà a pezzi!!»

«Mi spiace, ma è già aperto.»

«Moriremo!!»

«Sei tu quello stupido, Kami-yan. Se l'avessi fatto davvero non saremmo riusciti a divertirci a parlare in questo modo.»

L'aereo doveva aver diminuito la velocità per farli scendere. Ed era vero che Kamijou si sentiva meglio dato che non aveva sentito tanto l'influenza della gravità...

«He-Hey. Allora a cosa servivano quei respiri profondi?! Erano insignificanti, vero?!»

«Suvvia, Kami-yan. Smettila di lottare in vano e lascia il muro.»

«Ti ero grato. Ero davvero grato che ti fossi preoccupato di me!! Eppure eri stato solo un bastardo!!»

«Stai zitto e vai.»

Tsuchimikado colpì la mano di Kamijou che si reggeva dalla protuberanza sul muro ed il ragazzo con i capelli a punta perse il suo ultimo supporto.

Il forte vento che soffiava fuori dall'aereo lo sollevò e volò via dal portello dei bagagli nel cielo deserto.

Secondo l'ora locale, mezzogiorno era passato da poco.

Sotto il cielo blu rinfrescante, uno studente delle superiori stava gridando a pieni polmoni.

«Gyaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh!!»

Index v14 131.jpg

Attorno a lui c'era solo il cielo azzurro a 360 gradi.

Probabilmente era dovuto al modo in cui agitava le braccia e le gambe e alla resistenza dell'aria che muoveva il vento in modo strano, ma il suo corpo stava rotolando in direzioni confuse.

(C-Cosa sta succedendo? Solo qualche ora fa stavo facendo una competizione di forkball con Fukiyose. Quindi perché sto volando nel cielo che sovrasta la Francia?!)

Mentre precipitava, riuscì a vedere Tsuchimikado che saltava dall'aereo sorridendo come qualcuno a cui piacevano gli sport aerei.

(Lo ucciderò... Quando atterreremo, farò nero quel bastardo!!)

(... In effetti, come riusciremo ad atterrare senza problemi?)

Il viso di Kamijou impallidì.

Ma poi lo zaino che stava indossando esplose.

Dal suo interno si aprì un grande paracadute. Doveva essere stato programmato per attivarsi automaticamente ad una certa altitudine.

Ma Kamijou venne colto alla sprovvista.

«Ghhh?! Il mio collo! Si è messo intorno al mio...!»

Non riuscì a finire la sua lamentela.

Le braccia e le gambe penzolavano mentre cadeva delicatamente con una posa molto naturale.

Non aveva modo di sapere che il suo paracadute era stato portato via dal vento e si era allontanato dalla zona nella quale doveva atterrare e che era arrivato sul fiume Rodano, che è conosciuto per avere una larghezza di più di 100 metri.


Parte 3

Kamijou sentì il fruscio dell'acqua.

Ciò che lo confuse era che il suono proveniva dalla sua stessa bocca.

Il paracadute era stato portato via dal vento ed era finito al centro di un fiume. Non riusciva a sentire il fondo sotto i piedi. Non era bravo a nuotare, ma non era nemmeno particolarmente pessimo. Comunque, con i vestiti zuppi ed il paracadute gigante che lo avvolgeva, non stava fluttuando molto bene.

Non si riusciva a capire se Tsuchimikado fosse atterrato nelle vicinanze. Ma dato che stava affongando, essersi separato da lui era l'ultima delle sue preoccupazioni.

Non aveva idea di quanto fosse profonda l'acqua.

Era possibile che non lo fosse affatto, ma lo era definitivamente abbastanza per far annegare Kamijou per quanto fosse disorientato. L'acqua non faceva altro che farlo prendere dal panico.

Cominciò a sguazzare con le braccia ad una velocità due o tre volte più lenta dei pensieri in fuga.

Gli arti superiori gli tremavano molto a causa della stanchezza dei muscoli, l'acqua stava privando il suo corpo dal calore ed aveva paura che non avrebbe tirato mai più la testa fuori dall'acqua. Tutto ciò era come se restringesse i suoi movimenti.

(Oh, merda.)

L'aria che aveva conservato in bocca stava fuoriuscendo.

Riuscì a vedere la luce del sole brillare nella superficie al di sopra della sua testa.

La luce danzante scombussolò il suo senso di distanza.

(Adesso che ci penso mi è successo già una volta, quando sono stato buttato in mare dalla Nave di Ghiaccio a Chioggia...)

Mentre Kamijou osservava l'esterno, vide qualcosa che sembrava una strana lanterna girevole che si avvicinava a lui.

La superficie si spalancò facendo un grande numero di bolle.

(...!!)

Prima che Kamijou potesse sorprendersi, lo raggiunse una mano sottile.

Non appena realizzò che qualcuno doveva essersi tuffato in acqua, la mano bianca afferrò il suo polso.

Venne poi recuperato da una strana forza.

Il suo corpo era stranamente privo di energie mentre veniva strattonato verso la superficie come da una fune.

La sua faccia non c'era stata nemmeno dieci secondi a raggiungere la superficie e ad incontrare l'aria.

Sentì un forte tonfo.

Ebbe delle difficoltà iniziali a respirare l'ossigeno che aveva agognato tanto.

I muscoli della gola non funzionavano a dovere.

«S-Stai bene?!»

Sentì la voce di una ragazza nelle vicinanze.

Il paracadute continuava a fungere da peso che continuava a tirare il corpo di Kamijou verso il basso. La ragazza alzò la voce mentre sosteneva entrambi i loro pesi.

«Sto per raggiungere la riva. Cerca di restare così!!»

Quando si avvicinarono alla sponda del fiume... o meglio, ad una più bassa porzione del fiume, Kamijou riuscì a sedersi. Si sentì molto pesante a causa dei vestiti e del paracadute che assorbivano troppa acqua. E la corda del paracadute si era intrecciata tutta mentre lottava nell'acqua rendendola niente più che un ostacolo.

«E'-E' così che funziona?»

La ragazza distese la sua mano esile.

Kamijou sentì un forte ticchettio e capì di essere stato finalmente liberato dal paracadute.

Poi si alzò lentamente dalla porzione del fiume in cui si trovava, che non era più profonda di una pozzanghera.

Sollevò lo sguardo e vide il sole alto nel cielo, quindi mezzogiorno doveva essere passato. Ma nei dintorni non c'era nessuno tranne lui e la ragazza. Forse la gente era rimasta in casa per paura delle manifestazioni e delle rivolte.

Si guardò intorno.

Lì vicino c'era un ponte di pietra dalla forma ad arco, ma era in parte distrutto e non arrivava ad attraversare tutto il fiume.

La ragazza poteva aver saltato in acqua da lì.

Allora Kamijou si voltò verso la persona che l'aveva salvato.

Doveva essere in Francia, ma la ragazza era giapponese.

Sembrava avere la stessa età di Kamijou.

Aveva i capelli neri all'altezza delle spalle e delle doppie palpebre. Indossava una canottiera rosa e dei pantaloni fino al ginocchio. Complessivamente aveva una figura snella.

«Hai bevuto dell'acqua...?»

La ragazza che lo guardò in modo preoccupato sembrava familiare.

Era sicuro che fosse...

«Cough. Itsuwa degli Amakusa?»

«Ah, sì. Lieta di vederti di nuovo.»

Itsuwa chinò la testa in modo gentile.

Ma si aspettava vivesse a Londra con i resto degli Amakusa. Non sarebbe stata in Francia senza alcuna ragione.

(Perché Itsuwa è qui? ...Di fatto, c'è solo una ragione per la quale potrebbe esserlo.)

«Hey, Itsuwa. Sei stata chiamata qui da Tsuchimikado?»

«Uhm... Chi è Tsuchimikado-san?»

Tradendo le sue aspettative, Itsuwa reclinò la testa su un lato un po' confusa.

«Cough. Eh, non è così?» Kamijou non se l'era proprio aspettato. «Voglio dire, sicuramente sei qui perché la Chiesa Cattolica Romana sta usando il Documento-C per causare manifestazioni e proteste in tutto il mondo, giusto?»

«C-Come fai a saperlo?!» Itsuwa restò stupita e si portò una mano alla bocca. «E' v-vero che stiamo facendo indagini sul Documento-C, ma come fai a conoscere il motivo per il quale ci siamo prodigati a trovarlo? Suppongo che dovevo aspettarmelo da qualcuno che ha sconfitto la Sacerdotessa con un unico colpo!!»

Gli occhi le brillavano per delle ragioni, ma Kamijou non aveva alcun ricordo di un evento del genere a causa della perdita dei suoi ricordi. Di fatto, lo spaventava.

(Che diavolo ho fatto a Kanzaki?)

«Ehm, beh, eh... Perché tutto ad un tratto stavi galleggiando con un paracadute? Le cose vanno bene nella tua scuola in Giappone?»

Kamijou affrontò una domanda ancora più fondamentale.

Si passò una mano tra i capelli che erano ancora bagnati con l'acqua sporca del fiume e rispose:

«Sono venuto qui con Tsuchimikado in modo da porre un fine al Documento-C. La Chiesa Anglicana non vi ha informato di come stava agendo?»

«Stavamo indagando le leyline ed altre proprietà magiche della terra in Francia, su richiesta della Chiesa Anglicana.»

«Capisco.»

Kamijou non ci fece molta attenzione. Ma poi batté le palpebre.

«Noi?»

«Sì.» disse Itsuwa annuendo. «I cinquantadue membri pronti alla lotta della Chiesa in stile Amakusa. Stiamo visitando le maggiori città della Francia. A me è toccata Avignone, ma poi ti ho visto cadere dal cielo...»

«...Capisco. Quindi questa è Avignone.»

Era stato trascinato e gettato giù dall'aereo da Tsuchimikado, quindi non aveva idea di dove fosse. Quando ci pensò, si sentì molto fortunato ad essersi imbattuto in una persona giapponese che conosceva.

E dato che era stato Tsuchimikado a portarlo ad Avignone, era molto probabile che fosse la Chiesa Cattolica Romana ad avere il Documento-C.

Ciò significava che quella era una base nemica.

E Kamijou era caduto proprio al centro di essa.

«Hey, Itsuwa. Tsuchimikado ha detto che il Documento-C poteva essere usato solo nel Vaticano.»

«E' v-vero.»

«Allora perché stai indagando in Francia e non in Italia? Gliel'ho chiesto, ma sono stato buttato giù dall'aereo prima che mi potesse rispondere.»

Itsuwa doveva aver pensato che quest'ultima parte fosse una specie di scherzo che non aveva capito, perché fece un sorriso forzato.

E poi ricordò qualcosa.

«E-Ehm... Posso andare a prendere la mia borsa prima di rispondere?»

«La tua borsa?»

«L'ho lasciata sul ponte. S-Sono un po' preoccupata che possa essere rubata.»

Evidentemente, aveva davvero saltato dal ponte.

«Capisco. Oh, e grazie. Sarei stato davvero nei guai se non mi avessi salvato.»

«N-No, no! Non era niente, davvero!!» disse Itsuwa mentre agitò la testa avanti e indietro ad una velocità sorprendente e mosse le mani di fronte al viso. Delle piccole gocce d'acqua volavarono via dalle punte delle sue dita.

Nel vederlo, Kamijou le pose una domanda.

«Oh, un'altra cosa, Itsuwa. Hai un cambio di vestiti in borsa?»

«Eh? B-Beh, la Chiesa in stile Amakusa è specializzata in segreto.»

Era confusa dalla domanda improvvisa di Kamijou, ma poteva essere notata una punta di orgoglio nell'espressione che aveva mentre dava quella spiegazione.

«La maggior parte dei miei bagagli è in albergo, ma ho un cambio di vestiti con me per pedinare qualcuno o per scappare. Tuttavia, non li ho mai usati.»

«Capisco. Bene.»

Itsuwa ancora non capiva di cosa stesse palando.

Ma Kamijou era restio a dirglielo direttamente.

Quindi spostò il suo sguardo dalla ragazza al cielo blu ed indicò ciò di cui stava parlando.

«...»

Itsuwa seguì il dito di Kamijou con gli occhi e vide cosa stava puntando.

Il suo seno.

In modo più specifico, la sua canottiera che era diventata trasparente e aderiva al corpo bagnato, quindi faceva sì che la sua silhouette fosse visibile.

Parte 4

Itsuwa era una ragazza con una personalità pacifica e onesta.

Anche se Kamijou le aveva fatto notare il problema in modo diretto, lei non aveva reagito con azioni eccentriche come schiaffeggiarlo, mordergli la testa, folgorarlo con migliaia di volt o altro. Il suo viso si tinse di un rosso acceso e fece una risata forzata. Disse appena «Ah. Ah ah ah. Mi spiace di avertele mostrate. Ah ah ah ah ah ah.» incrociando le braccia sul petto per nascondere il seno e corse via verso il ponte di pietra a prendere la borsa con il cambio d'abiti che vi era all'interno.

Stava sorridendo, ma c'era un accenno di lacrime nei suoi occhi. Sembrava una reazione abbastanza ragionevole ed adulta.

«Hmm...»

Per qualche ragione, a Kamijou era rimasta una sensazione di imbarazzo riguardo l'intera faccenda.

La fissava a distanza, sperando che almeno gridasse o facesse qualcosa del genere.

Itsuwa tornò dieci minuti dopo con degli abiti diversi, lasciando il ragazzo a chiedersi dove si fosse cambiata con esattezza. Adesso era asciutta, ma doveva ancora odorare di acqua di fiume perché Kamijou sentiva che aveva messo del profumo.

«M-Mi spiace averti fatto aspettare.»

Itsuwa aveva una grande borsa sulla spalla.

Stava indossando una camicetta verde pallido e dei pantaloni marroni abbastanza corti da lasciare visibili i polpacci. La camicetta era fatta di materiale così sottile da lasciar pensare che se fosse stata investita dalla luce del sole si sarebbe visto qualcosa in trasparenza. Non era nemmeno chiusa dai bottoni, al contrario, era legata solo sopra l'ombelico.

La camicetta era tutto ciò che indossava nella parte superiore del corpo.

«...Itsuwa-san?»

«N-Non avevo scelta! Avevo solo quella da mettere per farla sembrare un completo diverso! Quindi non dire niente per favore!!»

Sembrava stesse dicendo la verità perché con un'ispezione più ravvicinata, si poteva notare che mancavano i bottoni. Legarla davanti era l'unico modo per tenerla chiusa.

Doveva sapere che era sembrava spinta con quella tenuta, perché si rannicchiò per evitare lo sguardo silenzioso di Kamijou.

Ma era arrivata a quel punto perché si era tuffata nel fiume per salvarlo.

Il ragazzo usò tutte le risorse limitate del suo cervello per cercare di trovare qualcosa da dire.

«Beh, dato il modo in cui si veste Kanzaki, questo va bene, no?»

«La Sacerdotessa non si veste in modo così trasandato!!»

Itsuwa fece di tutto per negare che Kanzaki si vestiva in modo inappropriato, ma poi realizzò di nuovo che era lei quella vestita in modo "trasandato" ed arrossì del tutto.

(Beh, dato il modo in cui si comporta Kanzaki, potrebbe far festa tutta la notte, funziona. Il modo in cui Itsuwa si stia imbarazzando, nascondendosi e agitandosi, la fa risaltare ancora di più.)

«Non so davvero chi sia Tsuchimikado-san, ma se sei qui per recuperare il Documento-C, forse dovremmo collaborare finché lo incontrerai.»

Probabilmente la ragazza voleva cambiare velocemente il soggetto da quello del suo completo, perché aveva praticamente forzato l'argomento sul lavoro.

Kamijou non poteva tornare da solo in Giappone dato che non conosceva nemmeno un pizzico di francese e non aveva il passaporto, quindi sperava che le cose sarebbero andate come aveva suggerito Itsuwa.

«B-Beh, per me sarebbe un grande aiuto poterlo fare.»

«Okay, per prima cosa andiamo a trovare un posto dove sederci. Possiamo discutere di alcune cose.»

Kamijou stava per essere d'accordo, ma poi guardò in basso e vide com'era ridotto.

«Sono fradicio... Mi piacerebbe almeno togliermi questo fango di dosso.»

La schiena di Itsuwa si drizzò tutto ad un tratto dopo aver sentito il commento casuale del ragazzo.

Frugò velocemente nella sua borsa.

«B-B-Beh, H-Ho un asciugamano asciutto, potresti...»

Prima che potesse finire, la testa di Kamijou venne avvolta da un asciugamano.

Si voltò sorpreso e vide un uomo bianco con un cane di taglia grande. L'uomo non si voltò nemmeno e mosse la mano mentre parlava in maniera contrariata che doveva significare qualcosa tra le linee di "Puoi tenerlo".

«...Ah. Ci sono delle brave persone qui. Perché i francesi hanno modi di fare così freddi per ogni piccola cosa? ...Hm? Itsuwa, perché ti sei irrigidita in quel modo?»

«S-Senza motivo...»

Le spalle della ragazza si abbassarono. Kamijou inclinò la testa interrogativamente mentre si toglieva il fango dalla faccia e dai vestiti con l'asciugamano.

«Oh, bene. Stanno facendo queste manifestazioni e rivolte, no? Hanno fatto dei controlli? Capisci, non ho il passaporto.»

«Fanno molti controlli, ma più che altro verificano gli effetti personali. Non penso ti chiederebbero il passaporto. E posso ingannare l'ispettore usando la magia.»

Itsuwa aggiustò la cinghia della borsa sulle sue spalle mentre borbottava qualcosa su un asciugamano caldo che funzionava meglio di uno normale.


Avignone.

Quella vecchia cittadina nel sud della Francia era circondata da circa quattro chilometri di cinte murarie. In quello spazio limitato vi era un grande numero di edifici ammassati. Negli anni d'oro della città, era estremamente importante per l'intera cultura europea. Parzialmente a causa di ciò, era ancora uno dei posti di spicco della Francia.

«...Hmm. Quindi stavi indagando ad Avignone per il Documento-C? Fin lì ci arrivo, ma...» Kamijou chiese una spiegazione ad Itsuwa mentre camminavano lungo l'arcata d'entrata di un castello che conduceva all'interno dove vi erano delle grandi mura di pietra ed al vecchio paese cinto da mura di Avignone.

Entrarono in un'area somigliante ad una piazza ed il ragazzo vide qualcosa che sembrava un caffé all'aperto. Nell'insegna al lato della strada c'era qualcosa scritto in francese (o almeno, Kamijou pensò fosse così. Non ne era certo.) ed in inglese. Doveva essere un posto per turisti perché aveva un sacco di cose per aiutare a mettere a loro agio le persone che erano lì per la prima volta.

Itsuwa lo portò dalla piazza in un piccolo viottolo. Il ragazzo suppose che doveva esserci un bugigattolo di cui la ragazza era al corrente.

«So che hai detto che stavamo andando in un posto dove potevamo sederci, ma...»

«S-Sì?»

«Perché Drory Coffee? Voglio dire, so che è una compagnia straniera quindi non è sorprendente trovarla in Francia, ma è esattamente come la catena giapponese. Non potremmo andare in un negozio più... sai, il tipo di posto poco conosciuto che è stato messo su da una coppia matura o simile?»

«B-Beh, ci sono posti come quello, ma...» disse quasi scusandosi. «Uhm... Posti come quello hanno principalmente gente del luogo all'interno, quindi i giapponesi come noi risalterebbero di più. E' più sicuro stare in una catena in cui vanno un sacco di turisti giapponesi...»

«Nnn...» si lamentò Kamijou.

Era praticamente d'accordo con lei, ma poi realizzò altro.

«...Aspetta un attimo, Itsuwa. Sono ancora abbastanza sporco.»

Gli era stato dato un asciugamano al fiume, ma non era riuscito a pulirsi del tutto solo con quello. Era principalmente asciutto al momento, ma il fango era ancora lì.

«Se entro in un negozio in questo modo, non mi butterebbero fuori non appena mi vedrebbero?»

«Andrà tutto bene.» rispose Itsuwa con indifferenza. «Per come stanno le cose adesso, sei a posto.»

Il ragazzo comprese ciò che voleva dire una volta messo piede all'interno del negozio.

L'impostazione era esattamente la stessa di quelli che c'erano in Giappone.

Le mura che davano sulla strada erano fatte in vetro e di fronte ad esso vi era un lungo tavolo con delle sedie allineate. Al centro della sala c'erano dei salottini per quattro ed il banco al quale si ordinava era messo in fondo. Kamijou non sapeva leggere il francese, ma dai simboli "non fumare" sui cartelloni messi intorno al negozio, doveva essere per intero una zona non fumatori.

Le uniche differenze dal Giappone erano le persone all'interno.

Ovviamente, erano francesi anzi che giapponesi.

Non aveva incontrato nessuno quando era atterrato col paracadute, ma il negozio era pieno zeppo. Tutti potevano essere spaventati dalle manifestazioni e dalle rivolte, ma continuavano ancora ad uscire e a guadagnarsi da vivere. Andavano solo in posti in cui dovevano e che concentravano in loro flussi di persone in zone specifiche.

E c'era un'altra differenza.

La maggior parte dei clienti aveva i vestiti ed i capelli in disordine ricoperti di fango, ed avevano fasciature avvolte negli arti. Tutti, dall'adulto più forte al bambino più piccolo, avevano dei lividi in faccia. Sarebbe stato difficile trovare qualcuno illeso.

«Quindi è questo il risultato delle manifestazioni e delle proteste...» disse Kamijou sospirando.

Finora, la Città Accademia e la Chiesa Cattolica Romana avevano mostrato opposizione l'una verso l'altra, ma non era stata presa alcuna azione militare concreta. Tuttavia, ciò aveva causato un cambiamento che stava avendo un effetto reale nel mondo. Anche se nessuno voleva questo orribile cambiamento.

«Dobbiamo fare qualcosa al più presto.» disse Itsuwa in modo calmo.

«...Lo so. E siamo qui per capire come farlo.» rispose il ragazzo.

Non era il momento per mangiare tranquillamente del cibo, ma la ragazza fece notare che avrebbero dato nell'occhio se fossero rimasti seduti senza ordinare niente. Kamijou era d'accordo perché si sarebbe sentito imbarazzato a discutere mentre i camerieri li guardavano, e si diresse al bancone.

Ovviamente, la giovane donna che stava dietro la cassa era francese.

(Allora...)

«I-Itsuwa-san. Dato che sono in Francia, devo parlare in francese?»

«Cosa?»

«Mi chiedevo se ci fosse la possibilità che qualche francese possa capire l'inglese.»

«Beh, penso che la maggior parte delle persone dell'Unione Europea capirebbe l'inglese. Al contrario di una nazione isolata come il Giappone, il senso di nazionalità qui è un po' più debole. Vedi, il cliente laggiù è tedesco. Oh, e quello è italiano. Dato che devono parlare con gente di molti paesi diversi, la maggior parte dei dipendenti che ha a che vedere con i clienti di una catena di negozi deve conoscere più lingue del solo francese.»

«C-Capisco!!» Kamijou si sentì all'improvviso pieno di motivazioni.

Era arrivato il momento di mostrare i frutti del suo lavoro con l'applicazione del suo cellulare "Impara l'inglese allenandoti in modo semplice".

In realtà era un po' scoraggiato perché si era bloccato al quarto livello, ma non era il momento di preoccuparsene. Si diresse volutamente verso il bancone e parlò prima che la commessa potesse chiedergli cosa voleva ordinare.

«Coffee and sandwich, please!!»

La sua pronuncia era abbastanza pessima, ma la donna annuì.

(M-Mi ha capito!!)

Ma non appena Kamijou stava celebrando le sue capacità in inglese, la donna disse qualcosa in una lingua straniera che doveva significare: «Viene sette euro.»

Il ragazzo diede di matto.

Non prendevano gli yen.

«C-Cosa faccio...!!»

L'espressione di Kamijou lo fece sembrare come se fosse stato colpito da un fulmine, ma Itsuwa gli diede una banconota di euro.

(Okay, dovrò ripagarla. ...Aspetta, quanti yen è un euro?)

Mentre il ragazzo se lo chiedeva, lei parlò alla commessa.

«U-Uhm, vorrei un espresso, un sandwich allo speck e degli spiedini di verdure salutari.»

La commessa francese annuì di nuovo mostrando di aver capito e Kamijou urlò per lo shock.

«Eeh, giapponese?! Potevo usare il giapponese?!»

Quando guardò più attentamente i commessi, si accorse che sulle spalle avevano un sacco di spillette con diverse bandiere. Più che altro indicavano quali lingue potevano capire.

Ciò fece davvero dubitare Kamijou delle sue abilità in inglese. Era possibile che lei avesse capito solo la sua pronuncia perché conosceva il giapponese.

Il ragazzo era piuttosto scoraggiato mentre prese il vassoio e si diresse a cercare un tavolo. Itsuwa arrivò poco dopo.

La ragazza mise per prima cosa il vassoio sul tavolo e poi poggiò la borsa vicino ai suoi piedi.

Kamijou sentì un forte rumore metallico provenire dalla essa.

«...?»

La guardò.

Quando lo fece, il viso di Itsuwa diventò rosso ed agitò le mani di fronte ad esso.

«N-Non preoccupartene.»

«Sì, ma...»

Stava per continuare quando Itsuwa parlò muovendo appena le labbra.

«...Ehm, lì ho un'arma.»

«Hah?»

«...Il manico è spaccato in cinque parti. Quando ne ho bisogno la posso collegare facendola diventare una singola lancia. So che aggiungere le giunture la rende meno forte, ma in questo modo posso portarla in giro con me.»

(Adesso che ci penso, l'ho vista maneggiare una grande lancia a Chioggia.)

«Comunque, sei riuscito a contattare quello Tsuchimikado?»

«No.» Kamijou prese il cellulare dalla tasca. «...Ci siamo separati durante la discesa e non sono riuscito a contattarlo. Posso effettuare chiamate, ma sembra che questo telefono non vada o sia fuori dalla portata di un'antenna. ...Beh, conoscendolo, starà bene, qualsiasi cosa gli accada.»

Cercò di chiamarlo di nuovo, ma non c'era segnale di connessione al cellulare di Tsuchimikado.

(E' un cellulare resistente. Sono caduto in quel fiume ed è perfettamente a posto.)

Kamijou mise il cellulare nuovamente in tasca.

Il ragazzo pensava di discutere con Itsuwa di una strategia mentre mangiava il sandwich, però si accorse che nel suo vassoio non c'erano i tovaglioli.

«Ah, e adesso? Volevo pulirmi le mani prima di mangiare...»

Per qualche ragione, gli occhi di Itsuwa si illuminarono nel sentire la sua lamentela.

«I-I-I-I-In quel caso, posso...»

Il viso le diventò rosso fuoco e cominciò a frugare nella borsa che stava ai suoi piedi, ma poi una commessa che si stava avvicinando disse qualcosa in francese che sembrarono delle scuse e poggiò sul tavolo una pila di tovaglioli.

Itsuwa gelò mentre stava per offrire, per qualche ragione, un asciugamano bagnato.

Una volta che aveva pulito le mani con i tovaglioli, Kamijou decise di andare al sodo per quanto riguardava gli affari.

«Quindi, prima hai detto che sei qui perché stai investigando ad Avignone... Eh? Che c'è, Itsuwa?»

«N-Niente...»

Sembrava aver perso ogni energia come una pianta che era stata lasciata vicino alla finestra per troppo tempo durante l'estate.

Kamijou cominciò di nuovo.

«Quindi stai facendo ricerche ad Avignone, giusto? Allora perché stai cercando in Francia invece che al Vaticano? Hai trovato qualcosa di sospetto?»

«S-Sì.» annuì. «Di fatto stavo programmando di raccogliere qualche altra informazione e poi contattare il resto degli Amakusa sparsi per la Francia.»

«Quindi hai trovato ciò che cercavi?» chiese conferma ed Itsuwa non lo negò.

«Conosci l'edificio chiamato Palazzo dei Papi?»

«?»

«E' l'edificio più grande dei Cattolici Romani di Avignone. O meglio, la città stessa è stata costruita attorno ad esso.»

«I Papi...» mormorò Kamijou.

(Con "papa" vuol dire "Il Papa" proprio papa?)

«Hm? Ma il Palazzo dei Papi non dovrebbe essere al Vaticano? Il nome lo fa sembrare davvero importante.»

«Beh...» cominciò Itsuwa.

Sembrava stesse avendo dei problemi nel comprendere ciò che doveva dire.

«Ci sono delle situazioni complicate che circondano la città di Avignone.»

«Situazioni complicate?»

«Alla fine del tredicesimo secolo, c'è stata una disputa tra il Papa Cattolico ed il re francese. Ed il vincitore di quella disputa fu il re francese. Egli si guadagnò il diritto di comandare a bacchetta il Papa per allora. Uno dei suoi ordini era che il pontefice lasciasse la sua sede ed andasse a vivere in Francia.»

«Quello dà inizio a ciò che è conosciuto come Cattività Avignonese.» aggiunse Itsuwa.

«E la sede del Papa era il Vaticano?»

«N-No. A quei tempi era conosciuta come Stato Pontificio. Apparentemente, i francesi volevano controllare il Papa al fine di usare i vari privilegi e benefici che aveva la Chiesa Cattolica Romana. Avignone era stata scelta come posto per imprigionarlo. Ed il palazzo in cui venne imprigionato venne chiamato Palazzo dei Papi.»

«Imprigionato, eh?»

«Per i sessantotto anni della Cattività Avignonese ci furono diversi Papi e tutti dovettero agire come Papa da lì.»

Itsuwa mangiò un po' dallo spiedino di verdure.

«Ma ci sono molte cose che il Papa doveva fare che potevano essere svolte solo nello Stato Pontificio. Cose come le investiture dei cardinali e vari incontri per i concili ecumenici potevano essere svolti da un rappresentante. Ma le cose che dovevano essere fatte nello Stato Pontificio, negli edifici al suo interno o con certi oggetti spirituali che vi erano solo lì, non potevano essere svolti ad Avignone nello stesso modo.»

«Fare così sarebbe stato simile a creare un intero Stato Pontificio.» spiegò Itsuwa. «Quindi la Chiesa Cattolica Romana ebbe bisogno di mettere in atto un certo trucco.»

«Un trucco?»

«Non potevano creare ad Avignone lo stesso sistema che avevano nello Stato Pontificio, ma creando un condotto magico per quella città potevano controllarne i sistemi a lunga distanza.»

«...Quindi era come connettersi ad un computer in modo da poter avere accesso ad un server principale?»

«Quando il Papa se ne andò dalla Francia alla fine della Cattività Avignonese, si pensava che il condotto fosse stato spezzato, ma dagli schemi delle pulsazioni magiche nel terreno di questa zona, doveva esserci una struttura collegata al punto in cui potevano usare il Documento-C o avrebbero potuto riconnettere il condotto spezzato.»

«Hm...» Kamijou annuì.

Pensò a ciò che gli era appena stato detto e disse:

«...Hai controllato l'interno del Palazzo dei Papi?»

«N-No.» Itsuwa si contrasse nella sedia e scosse la testa. «Dovrei solo investigare... Una volta guadagnate abbastanza informazioni, dovrei contattare il Sostituto Papa così che un grande gruppo possa riunirsi ed irrompere in una volta.»

Evidentemente Tatemiya Saiji, il Sostituto Papa, aveva un "oggetto spirituale speciale" che era tramandato dagli Amakusa, ma sembrava che Itsuwa pensasse che agire da sola non fosse una buona idea quando si aveva a che fare con un oggetto che si ripercuote sul mondo intero.

(...Adesso che ci penso, ciò rende le azioni mie e di Tsuchimikado abbastanza irregolari, no?)

«Dato che Tsuchimikado è venuto qui, deve aver deciso che Avignone sembrava sospetta tramite un'altra fonte di informazioni. Il che significa che è fortemente probabile che tu abbia ragione riguardo al fatto che la Chiesa Cattolica Romana usi il Documento-C nel Palazzo dei Papi.» ma poi Kamijou pensò ad un'altra cosa. «Il Documento-C è proprietà della Chiesa Cattolica Romana, vero?»

«S-Sì.»

«Allora perché doveva essere usato nello Stato Pontificio? ...o ciò che adesso è il Vaticano, suppongo. Non riesco davvero a pensare ad una ragione per la quale non possano portarlo via dalla loro sede centrale. E solo perché possono controllare strumenti del Vaticano da Avignone non significa che la magia possa essere attivata solo in quest'ultima città, giusto?»

«Beh, ci sono diverse teorie a riguardo...» Itsuwa pensò per un attimo e poi continuò a parlare. «Probabilmente ci vuole un po' di tempo per essere approvati all'utilizzo del Documento-C. I 141 cardinali in cima alla Chiesa Cattolica Romana devono essere tutti d'accordo. Il Papa ha un sacco di potere all'interno della chiesa, ma non può usare il documento-C a sua scelta. Penso sia quello il motivo per il quale non sia stato usato molto spesso sino ad oggi.»

«Ci sono conflitti tra fazioni all'interno della Chiesa Cattolica Romana e quella regola previene che il Documento-C venga utilizzato durante uno di quelli.»

«A quanto dicono alcune informazioni che ho sentito, non hanno bisogno dell'approvazione di tutti i cardinali per controllare qualcosa tramite Avignone perché il loro metodo è irregolare. Ma allo stesso tempo, dato che non lo attivano direttamente al Vaticano, i preparativi devono essere fatti ad Avignone, il che farebbe sì che l'attivazione non sia istantanea come al solito. E ciò significa che se adesso fermiamo il Documento-C, potremmo riuscire a fermare il caos che si sta espandendo nel mondo intero.»

«Ma allo stesso tempo, devi investigare il Palazzo dei Papi, eh...»

«H-Ho bisogno di qualche informazione in più per avere abbastanza in modo da far muovere tutti. Penso che saremo pronti ad infiltrarci nel Palazzo tra qualche giorno.»

Questa guerra era tra la scienza e la magia, ma Itsuwa e gli altri Amakusa sembrava combattessero per fermare la Chiesa Cattolica Romana.

Probabilmente agli anglicani non piaceva il fatto che la Chiesa Cattolica Romana stesse tenendo le redini della parte magica. D'altra parte, a loro non piaceva creare dei problemi diretti per loro stessi. Aveva detto che erano gli "Amakusa" non la "Chiesa Anglicana". In altre parole, quest'ultima li stava usando per fermare il Documento-C e, se gli Amakusa avessero fallito, avrebbero sostenuto che era solo una piccola fazione che agiva per conto proprio.

«...»

Kamijou era separato da Tsuchimikado.

Sentiva che lavorare con Itsuwa per il suo piano per infiltrarsi nel Palazzo dei Papi era migliore che andarci da solo.

Ciò significava che doveva aiutarla a raccogliere le informazioni di cui necessitava.

«Itsuwa, c'è qualcosa in cui possa aiutare?»

«Eh?»

«Hai detto che non ti saresti infiltrata nel Palazzo dei Papi se non tra qualche giorno, ma abbiamo bisogno di farla finita al più presto possibile.»

«E'-E' vero. In quel caso...»

Itsuwa sembrava non aver idea di cosa rispondere alla domanda di Kamijou.

Ma non ebbe mai la possibilità di farlo.

Ci fu un forte fracasso dato che tutte le finestre che davano sulla strada si infransero nello stesso momento.

Non era a causa di alcune pietre lanciate. Non era nemmeno causa di alcuni colpi di mazze o tubi di metallo.

Era a causa di mani umane.

Centinaia di mani si spinsero verso il vetro tutte in una volta e la pressione lo distrusse. Esplosero molte urla dall'interno del negozio ed entrò un branco distruttivo di persone. Era come la scena di un film di zombie.

Kamijou realizzò velocemente ciò che aveva causato questa scena chiaramente inusuale.

«Una rivolta?!»

«D-Da questa parte!!»

Itsuwa afferrò la sua borsa, prese il braccio del ragazzo con l'altra mano e cominciò a correre. Non si stava dirigendo all'uscita principale; era diretta a quella di emergenza. Durante quel tempo, centinaia di persone invasero l'interno del negozio che fu all'improvviso troppo pieno per riuscire a muoversi adeguatamente, come in un treno stracolmo.

«Sono giapponesi!»

«Sono della Città Accademia?!»

«Distruggeteli. Non esitate. Sono loro i nemici!!»

Kamijou non capiva il francese, ma comprese la sostanza di ciò che stavano dicendo dalle sfumature che le loro emozioni davano alle loro voci. Una moltitudine di mani cercò di afferrare la sua schiena, ma prima che potessero farlo riuscì ad uscire dalla porta d'emergenza di metallo quasi con una capriola.

Si voltò a guardare dietro di lui.

Sentì molte urla di donne e bambini provenire dall'interno del negozio. Ma prima che potesse tornare indietro ad aiutarli, Itsuwa chiuse la porta d'emergenza con un calcio.

«Itsuwa!!»

«Le loro azioni non si spingeranno tanto fino ad uccidere qualcuno. Erano in troppi. Il gran numero di rivoltosi non ha fatto altro che restringere i loro stessi movimenti. Finché non cadono tutti come pedine del domino, non dovrebbero nemmeno esserci feriti gravi.»

«Non è quello il problema!! Abbiamo bisogno di aiutare almeno i bambini, in modo che-!!»

«La stessa cosa...!!» urlò Itsuwa interrompendolo. «Sta accadendo la stessa cosa in tutto il mondo. Se tornassimo in quell'ondata di persone, cosa potremmo fare davvero? Siamo qui per distruggere la fonte di tutto ciò il prima possibile, no?»

«...Dannazione.»

«Se non riusciamo a fermare il Documento-C questa rivolta non si placherà. Se veniamo coinvolti in essa, non faremo altro che limitare i nostri stessi movimenti, e poi non rimarrebbe nessun altro a fermarla.»

(La Chiesa Cattolica Romana sta causando queste rivolte e la Città Accademia non sta facendo niente per fermali.)

«...'Fanculo!!» imprecò Kamijou e poi digrignò i denti.

(E gli unici che stanno soffrendo sono le persone finiteci in mezzo! Non posso ignorarlo. La farò finita. Devo mettere un fine a questa merda incasinata al più presto possibile!!)

Kamijou e Itsuwa corsero in una stradina secondaria che aveva alte mura che salivano da entrambi i lati.

Il ragazzo riuscì a sentire la voce rauca di un uomo che urlava. Il suono del vetro in frantumi gli risuonava nelle orecchie. Poteva sentire pianti di tono acuto. E poteva anche sentire venire attivata un'esplosione di gas o benzina.

Non aveva idea di cosa stessero esattamente prendendo di mira le rivolte.

Potevano essere le compagnie di catene di ristoranti che appartenevano ai giapponesi o forse attaccavano gli hotel in cui sostavano spesso i turisti giapponesi. Qualsiasi cosa fosse, avevano perso di vista il loro obiettivo originale e adesso stavano invadendo le strade causando confusione.

«Itsuwa, quanto dovremo correre ancora?!»

«Vorrei trovare una zona in cui non verremo schiacciati dalle persone al momento, ma...»

Si fermò a metà della frase.

Riuscirono a vedere un altro gruppo di rivoltosi alla fine della strada.

(Dannazione, hanno un ottimo tempismo...)

Poi le spalle di Kamijou sussultarono mentre faceva quel pensiero problematico.

«Hey, Itsuwa. Stavi investigando da un po', giusto? Sei mai stata coinvolta da una rivolta del genere?»

«Eh? N-No. La Chiesa di Amakusa è specializzata nel mescolarsi nell'ambiente, dopotutto. Solitamente, sarei andata via prima che potevo dopo essermi accorta di qualsiasi segno di un'incombente rivolta...»

«...Quindi avevo ragione.» Le parole della ragazza confermarono ciò che stava pensando. «Il loro tempismo è troppo buono.»

«Cosa vorresti dire...?»

«Se il nemico che controlla il Documento-C è qui ad Avignone con noi, avrebbe potuto vedermi mentre arrivavo col paracadute. E se non mi hanno visto in modo diretto, probabilmente hanno rilevato un aereo di linea supersonico della Città Accademia che scaricava qualcosa sulla città. Questa reazione ha senso se coloro che stanno usando il Documento-C sono messi in guardia.»

«Non vorrai dire...»

«Questa rivolta è il loro metodo di intercettarci!!»

Mentre Kamijou urlò, si avvicinò una massa di persone che bloccavano la strada.

Il Palazzo dei Papi era nell'antica città di Avignone che era circondata da vecchie cinte murarie. Dato che continuavano ad ammassare ancora e ancora palazzi in uno spazio limitato, le strade erano così piccole che era difficile anche salire su una macchina. E dato che quelle strade erano circondate da edifici alti più di dieci metri, creava abbastanza una sensazione di claustrofobia.

E queste piccole strade erano bloccate da ondate di persone in diversi punti.

Coloro che prendevano parte alla rivolta sembravano addirittura ferire loro stessi.

Kamijou pensò per un attimo e poi si rassegnò a ciò che doveva essere fatto.

A meno che loro forzassero il loro cammino verso le montagne di persone che stavano marciando nella direzione opposta, non sarebbero mai riusciti ad arrivare al Palazzo dei Papi. E prendere una strada diversa non avrebbe risolto il problema. Più rimandavano, più tutti si sarebbero feriti.

«Andiamo, Itsuwa.»

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«Eh...?»

«Non abbiamo tempo di aspettare di avere la possibilità di contattare Tsuchimikado. E gli Amakusa non possono arrivare subito, no? Quindi non abbiamo altra scelta che farci strada attraverso quelle persone con la forza e dirigerci al Palazzo dei Papi. Se il nemico sa dove siamo, non rimarranno qui per molto tempo. Potrebbero continuare ad usare il Documento-C anche se si dileguano nel Vaticano. Lasciare che lo portino nella loro sede principale può essere solo una cosa malsana. Sono un completo dilettante in questo genere di cose e non riesco nemmeno a capirne tanto. Abbiamo bisogno di distruggerlo immediatamente!!»

Itsuwa esitò leggermente, ma alla fine annuì a Kamijou.

Aveva deciso che non avevano tempo per aspettare che gli Amakusa che si trovavano in tutta la Francia si riunissero lì.

Mentre parlavano, centinaia di manifestanti si avvicinarono alla stradina.

Era un muro solido fatto di umani come l'interno di un treno affollato.

«...Stai accucciato finché lo attraversiamo.» disse Itsuwa silenziosamente mentre guardava i rivoltosi. «Se le nostre teste dovessero spiccare tra la folla, diventeremmo facili bersagli. Saremo meno visibili per essere rintracciati se ci nascondiamo dietro le persone attorno a noi. Anche se la rivolta è il modo in cui il nemico vuole fermarci, non hanno un preciso controllo su di essa.»

«Capito.» disse Kamijou mentre si sentiva stranamente nervoso. «Andiamo.»

Quando lo disse, il ragazzo ed Itsuwa corsero dritti verso i manifestanti.

Questi erano ammassati in modo saldo come un muro, ma riuscirono a concentrarsi in mezzo a loro. C'erano troppe persone per correre. Potevano a malapena camminare ed all'inizio potevano farlo solo per qualche metro.

Qualcuno urlò e colpì Kamijou in testa.

Il ragazzo riuscì ad andare avanti, ma delle dita possenti lo afferrarono per la maglietta.

Continuò ad avanzare con noncuranza. Morse il braccio che lo stava trattenendo, spinse le spalle contro il muro umano e continuò a camminare con le persone che gli si aggrappavano addosso. Sentì delle unghie perforare dalla sua parte e gocciolò del sangue. Poteva sentire l'odore dei corpi degli uomini che avevano lavorato con furore. Le grida che esplodevano nelle sue orecchie e la pressione delle persone che lo spingevano in ogni direzione intaccarono progressivamente la sua coscienza.

(Dannazione...)

Le gambe di Kamijou cominciarono ad indebolirsi.

Stava perdendo la forza per andare avanti.

«Dannazione...!!»

Proprio quando sentì che stava per essere inghiottito da una massa di disgusto, il muro umano si ridusse all'improvviso.

Adesso che l'aria non era composta da esalazioni altrui, riuscì a respirare profondamente dell'ossigeno puro.

«S-Stai bene?!» chiese Itsuwa che si trovava nelle vicinanze.

C'era una goccia di sangue che scendeva dalla sua fronte. Evidentemente non era riuscita nemmeno lei a sfuggire alla massa di persone indenne. Aveva la lancia in borsa, ma probabilmente non aveva voluto usarla lì.

Kamijou cominciò a correre via dalla folla mentre respirava profondamente. Gli tremavano i piedi e si sentiva un po' barcollante. Doveva far attenzione a non andare a sbattere nelle mura di pietra dalla sua parte della piccola strada.

«...I-Itsuwa. Dov'è il Palazzo dei Papi?»

«E' più avanti. Quello che vedi lì è il tetto. ...La prossima cosa che dobbiamo fare è superare quella.»

Kamijou guardò lentamente nella direzione che stava indicando Itsuwa.

Ciò che vide era una grande rivolta che faceva sembrare un nulla quella che avevano appena superato.


Parte 5

La strada per raggiungere il Palazzo dei Papi era intransitabile.

Kamijou e Itsuwa si trovavano nella piccola ed antica città di Avignone che era circondata da soli quattro chilometri di cinta murarie, ma non erano ancora riusciti a raggiungere un certo posto. Le strade erano piccole. Erano larghe solo circa tre metri ed erano contornate da ambo i lati da complessi di alloggi in pietra che si innalzavano di quindici metri in altezza rendendo difficile ogni tipo di deviazione. E per andare avanti, dovevano attraversare un solido muro di centinaia se non di migliaia di rivoltosi. Era come cercare di spostarsi da un capo all'altro di un treno pieno zeppo.

Di questo passo non sarebbero mai riusciti ad arrivare al Palazzo dei Papi.

Sarebbero stati portati via da lì prima che avessero avuto la possibilità di distruggere il Documento-C.

«Non di nuovo...» disse Itsuwa mentre prendeva fiato ed osservava il nuovo gruppo di rivoltosi davanti a loro.

Alcuni di loro avevano gli occhi iniettati di sangue che li puntavano ed urlavano verso di loro. Kamijou non conosceva il francese, ma avrebbero potuto gridare "Sono giapponesi!", o "Vengono dalla Città Accademia!", o qualcosa di simile.

Prima che potessero muoversi, Itsuwa afferrò il braccio di Kamijou e cominciò a correre.

«Non funzionerà. Avanti. Finirebbe soltanto in un punto di stallo!»

«Hey, ed il Palazzo dei Papi?!» urlò Kamijou mentre la ragazza lo portava indietro da dove erano venuti.

Sembrava che gli uomini che li stavano osservando avessero cominciato a seguirli, ma indietreggiarono nuovamente in un'enorme massa di rivoltosi.

Esattamente come a Kamijou, ad Itsuwa non piaceva la situazione.

«...Quel gruppo di rivoltosi era chiaramente il più grande finora. Non riusciremmo a farcela correndo soltanto!»

«Quindi troverai un altro percorso? Ma...»

Kamijou cominciò a parlare, ma poi si accorse di alcuni giovani che più avanti stavano prendendo parte ad un'altra rivolta. La piccola strada era completamente bloccata da un muro di persone.

Non era troppo sorprendente. Kamijou ed Itsuwa erano appena andati oltre quel gruppo di rivoltosi.

«Anche qui?!»

La voce della ragazza sembrava sorprendentemente incazzata ed afferrò la mano di Kamijou mentre correva verso il complesso di alloggi seguendo il muro. Fecero un salto nella costruzione di pietra che sembrava quasi fosse venuta fuori da una scogliera.

Chiusero una spessa porta porta di legno con le loro schiene.

Il suono e l'impatto dei rivoltosi continuavano dall'altra parte della porta con dei forti rumori. Ma non era perché qualcuno stava cercando di distruggerla; era solo perché ci sfregavano su le spalle e le braccia dei rivoltosi ammassati sulla strada.

Kamijou scivolò sul pavimento mentre continuava a tenere le spalle poggiate sulla porta.

«...Cosa facciamo? Di questo passo, non raggiungeremo mai il Palazzo dei Papi.»

«Fare dei progressi attraverso queste rivolte è difficile...» disse Itsuwa con voce calma.

Poggiò la borsa a terra ed uscì un paio di bastoni lunghi circa 70 cm. Quando li congiunse tramite delle cavità che sembravano valvole di gas, diventarono un singolo bastone. Infine, Itsuwa collegò una lama d'acciaio ad una delle estremità.

Era una lancia in stile occidentale.

Kamijou pensò che la definizione esatta fosse corsesca.

(Sigh... Beh, ho riflettuto tanto riguardo a questa missione segreta, ma...)

Mentre pensava, vide qualcosa che lo fece soffocare.

Vide che il solco del seno di Itsuwa era visibile a causa del modo approssimativo in cui era legata la camicetta della ragazza. Kamijou pensò che c'erano molti problemi per il modo in cui era vestita, ma lei non sembrava accorgersene.

«Cosa facciamo adesso? Sto agendo così in modo da evitare le rivolte, quindi effettivamente non avrei alcun piano o incantesimo da usare se fossimo coinvolti in una di esse.»

«S-Sì... Dobbiamo raggiungere il Palazzo dei Papi per fermare le rivolte e dobbiamo fermare le rivolte per raggiungere il Palazzo dei Papi... Dannazione. Si ripeterà all'infinito.»

E soprattutto, c'era il fatto che se il nemico avesse avvertito qualsiasi tipo di pericolo, avrebbero preso il Documento-C e sarebbero tornati al Vaticano mentre Kamijou ed Itsuwa sarebbero rimasti bloccati lì. Se fosse stato utilizzato il Documento-C, riuscire a prenderlo sarebbe stato ancora più difficile. E poi queste rivolte potevano durare per sempre.

Dovevano agire adesso, ma erano bloccati. Era proprio un dilemma.

Ogni secondo che veniva sprecato sembrava decine se non centinaia di volte più lungo.

Ma poi...

Kamijou sentì che il cellulare che teneva in tasca squillò.

Era Tsuchimikado.

«Kami-yan, stai bene?!»

«Dove sei?! Sei stato trattenuto anche tu dalle rivolte? Sei ferito?!»

«Sono sulla via per l'edificio conosciuto come Palazzo dei Papi. Se il Documento-C è davvero usato in Francia, deve essere lì.»

«Il Palazzo dei Papi...? Quindi stai andando lì anche tu?»

«?»

Kamijou continuò prima che Tsuchimikado potesse rispondere.

«Quindi il mio paracadute non è finito da qualche parte lontano dall'obiettivo. Stavamo mirando davvero ad Avignone.»

«Beh, sì... Kami-yan, come fai a sapere del Palazzo dei Papi? Pensavo fossimo saltati giù dall'aereo prima che potessi spiegartelo.»

«Ho incontrato Itsuwa degli Amakusa e me l'ha spiegato lei. Ma le rivolte sono così intense che non riusciamo a raggiungere il Palazzo. Tu?»

«Qui è lo stesso. Beh, sono accadute un sacco di cose. Queste ondate di persone stanno funzionando troppo bene per bloccare le stradine di Avignone. Continuando così, non ci sarà modo in cui potremo raggiungerlo.»

E con ciò, entrambi capirono la situazione.

Tsuchimikado doveva essere stato blocato dalle rivolte e adesso si stava nascondendo da qualche parte.

«Hey, Tsuchimikado. Dovremmo incontrarci. Sai un buon posto dove potremmo farlo?»

«Queste rivolte si stanno verificando in tutta la città. Preferirei non restare nello stesso posto per troppo tempo.»

«Allora cosa facciamo? Aspettiamo che si attenuino?»

«Sarebbe un ottimo piano se si stessero verificando spontaneamente, ma sono causati dal Documento-C. La Chiesa Cattolica Romana può farli durare quanto vuole, quindi col tempo niente cambierà in meglio.»

«Ma c'è altro che possiamo fare?!»

«Sì.» rispose prontamente Tsuchimikado. «Dobbiamo cambiare il nostro modo di fare riguardo alla situazione. Se non possiamo raggiungere il Palazzo dei Papi, dobbiamo soltanto risolvere il problema in modo da non dirigerci lì.»

«...?»

«Dato che te l'ha spiegato quel membro degli Amakusa, sono sicuro che sai perché ci stiamo concentrando sul Palazzo dei Papi di Avignone, no?»

Kamijou ci pensò per qualche secondo.

«Beh, possono utilizzare strumenti dal Vaticano, giusto? E' quello il motivo per il quale possono usare il Documento-C qui.»

«Giusto. Quindi dobbiamo recidere il condotto magico che collega Avignone e lo Stato Pontificio che adesso è il Vaticano. Se ci riusciamo, non dovrebbero più essere in grado di usare il Documento-C. Raggiungere il Palazzo potrebbe essere troppo difficile, ma potremmo riuscire ad arrivare al condotto.»

«Oh.» rispose Kamijou.

(Adesso che ci penso, è vero...)

«Ma sicuramente le persone che usano il Documento-C nel Palazzo si accorgeranno che non possono più farlo. Una volta che accadrà, fuggiranno.»

«E' vero. Non posso negarlo. E' per questo che il nostro piano è importante. Se potremo raggiungere il Palazzo dopo aver reciso il condotto dipenderà tutto da ciò.»

Kamijou pensò che il piano di Tsuchimikado aveva senso.

Doveva aver raccolto informazioni prima che avessero preso l'aereo. E doveva aver continuato ad investigare mentre era seguito dai rivoltosi dopo che si erano separati.

Ma Kamijou, un dilettante, si accorse di un problema all'interno del piano.

«Anche se sappiamo che il Documento-C è nel Palazzo dei Papi, non sappiamo come usarlo. Non potrebbero nascondersi tra le folle di rivoltosi? In quel modo non li troveremmo mai.»

«...» prima di cominciare a parlare, Tsuchimikado rimase in silenzio per un momento. «Beh, attraverseremo quel ponte quando sarà necessario. La priorità è fermare il Documento-C.»

Le parole di Tsuchimikado trasmettevano una brutta sensazione a Kamijou.

(Non userà nuovamente la magia per capire dove si trova il nemico, no?)

Tsuchimikado Motoharu aveva un forte handicap perché si feriva ogni volta che usava la magia.

Ma Kamijou sapeva che lo avrebbe ignorato e ne avrebbe fatto uso se avesse dovuto. Aveva rintracciato Oriana Thomson durante il Daihaseisai anche quando era coperto di sangue.

Che fosse al corrente della preoccupazione del ragazzo o no, Tsuchimikado continuò a parlare.

«Finalmente sappiamo cosa deve essere fatto con esattezza, Kami-yan.»

Parte 6

Kamijou e Itsuwa si aprirono un varco nel complesso di alloggi ed uscirono dalla porta di servizio.

«Itsuwa, gli altri Amakusa non riescono ancora a venire?»

«M-Mi spiace. Non credo possa accadere qualcosa del genere. Li ho contattati prima, ma saranno qui almeno per domani mattina. Se solo fossimo in Giappone dove potremmo usare i "vortici" della magia di trasporto "Pellegrinaggio in Miniatura"...»

La strada su cui si trovavano era priva di manifestanti e sembrava quasi come se sarebbero riusciti ad arrivare fino al Palazzo dei Papi senza problemi.

Ma non avevano idea di quando la strada sarebbe stata bloccata da una folla di rivoltosi, ed era meglio non camminare a lunga distanza. Sembrava che Tsuchimikado avesse ragione riguardo al cambiare l'obiettivo sul condotto più vicino.

«D-Da questa parte.»

Itsuwa mostrò la via a Kamijou mentre teneva la lancia.

Il ragazzo pensò che le "mura" sembravano ancora più alte del solito da entrambi i lati, e da un'ispezione più vicina si poteva vedere che sulla cima di quelle normali, vi erano costruiti degli edifici in pietra. Dato che le costruzioni sembravano fortificazioni e le loro mura macchiate di nero le facevano sembrare una specie di bastioni, a prima occhiata era difficile dire che tipo di edifici fossero. Le case, i negozi e le chiese dall'esterno sembravano tutti fortezze.

«Ehm, so dov'è il posto che ha menzionato Tsuchimikado-san... ma il condotto si connette al Vaticano proprio da lì?»

«Non chiedermelo...» mormorò Kamijou mentre guardava il cellulare.

La voce di Tsuchimikado sembrò allegra.

«Beh, il metodo di leggere le linee temporanee è molto diverso tra culture differenti, ma sono abbastanza sicuro.»

Apparentemente, il punto nel quale si stavano dirigendo era vicino Kamijou e Itsuwa. Dato che era molto lontano da Tsuchimikado, quest'ultimo stava lasciando a loro il compito di tagliare il condotto.

«Hey, com'è questo condotto? Non fuoriesce dal pavimento o cose simili, vero?»

«Una linea temporanea è una corrente di potere che scorre nella terra. Tuttavia, i tipi di potere e le direzioni in cui scorre possono essere abbastanza diverse. Non è anormale che un potere che è cruciale in una certa setta sia del tutto privo di significato in un'altra. E' per questo che il metodo di leggerli è così diverso tra culture.»

Kamijou reclinò la testa su un lato, confuso per la voce che proveniva dall'altoparlante, ed Itsuwa spiegò che era un po' come l'uso degli ingredienti nei cibi di culture diverse.

Il prosciutto affumicato usato nella cucina occidentale era del tutto ignorato in quella giapponese (nonostante le recenti innovazioni). In un modo simile, la chiave per usare le linee temporanee era percepire ed estrarre il tipo di potere di cui si ha di bisogno da tutti i diversi generi.

Mentre la ragazza lo spiegava senza difficoltà, Kamijou suppose che poteva essere specializzata nel tipo di incantesimi Amakusa sulle linee temporanee.

«Vedi, Kami-yan. Non ci sono parti della Terra che sono necessariamente migliori di altre. Siamo noi esseri umani che assegniamo loro un valore.»

«Quindi un novellino come me non riuscirebbe a dire che è lì, eh.»

«Comunque, un'importante linea temporanea per la Chiesa Cattolica Romana sta connettendo Avignone ed il Vaticano. Ma è una linea distorta che è stata creata da persone che hanno distrutto e ricostruito il terreno.» spiegò Tsuchimikado. «Le linee temporanee vengono mosse abbastanza facilmente. Infatti, l'idea di base è del tutto quella del feng shui.»

«Sigh. Non capisco proprio un tubo di questa storia sulle linee temporanee, ma è direttamente incisa nella terra?»

«Come ho detto, distruggendo il terreno si potrebbe alterarla. Il trucco per capire quale terra sia migliore nel feng shui è basato su dove si trovano le montagne, in quale direzione scorrono i fiumi e cose del genere. Ed oggigiorno riempire i fiumi e distruggere le montagne non è qualcosa che si verifica raramente.»

«I maghi che usano la terra devono lavorare per far sì che i punti magici importanti non vengano distrutti in quel modo.» aggiunse Itsuwa..

(...Sembra palloso.)

«Ma si può anche cambiare il terreno in modo mirato. E' un po' come scegliere il tipo di linea temporanea che vuoi rendere più forte tra tutti i diversi tipi di zona. Ma se mandi tutto a puttane, l'equilibrio può andare perso e potrebbe essere un disastro. A causa di ciò, può essere fatto realisticamente solo come un enorme progetto di livello nazionale.»

«Quindi è così che è stato fatto il condotto della Chiesa Cattolica Romana...»

«Come ho detto, ci sono diversi tipi di potere che scorrono attraverso la terra in molte direzioni diverse. E' per questo che può essere difficile trovare una linea temporanea specifica se non hai alcun indizio per dove andare.» disse tranquillamente Tsuchimikado. «Ma se so che sto cercando una linea che collega il Palazzo dei Papi ed il Vaticano, ho dei criteri di valutazione per cominciare a cercare. E' come avere un navigatore satellitare che ti porta lì. Tuttavia, se riuscirai a distruggere quel condotto, sarà un grande aiuto. Ehm, Itsuwa, ti chiami così?»

«S-Sì!!»

«Solo per esserne certo. Conosci il metodo e l'incantesimo per distruggere il condotto, no?»

«E-Ehm... Seguo lo stile Amakusa, quindi conosco tutti gli incantesimi di base dello Shinto, del Buddismo e del Cristianesimo...»

«Sarà abbastanza. Puoi occupartene finché non riesci a trovarlo.»

Kamijou era semplicemente confuso riguardo ai loro scambi di parole.

«Aspettate. Non posso estrarre la linea o il condotto con la mia mano destra?»

Aveva un potere conosciuto come Imagine Breaker.

Poteva distruggere ogni tipo di potere soprannaturale che fosse di natura magica o fisica.

Ma Tsuchimikado non era d'accordo con Kamijou.

«Non sono così sicuro che il tuo Imagine Breaker possa distruggere le linee temporanee, Kami-yan.»

«Eh?» Kamijou sembrò sconvolto. «Ma le linee temporanee sono... ehm... magiche... giusto? Quindi...»

«Sì, ma...» Tsuchimikado lo interruppe. «Non riesco a capire cosa sia davvero la tua mano destra. Si può dire che distrugga ogni tipo di magia o potere fisico. Ma prendiamo un potere occulto come la "forza vitale" ad esempio. Non puoi uccidere qualcuno con la sola stretta della mano, no?»

«Beh, no...»

«Ho la sensazione che ci siano delle strane "eccezioni". E le linee temporanee sono più che altro una di esse. Dubito fortemente che tu possa distruggere l'intera Terra toccando semplicemente il suolo.»

Ma allo stesso tempo, Misha Kreutzev evitò di essere toccata dalla mano destra di Kamijou e Kazakiri Hyouka ne era inconsciamente spaventata.

«...»

Kamijou osservò la sua mano destra in silenzio.

(Eccezioni...? Come funziona?)

Quando ci pensò con calma, realizzò che nono conosceva i dettagli sul come funzionasse il suo potere. Poteva essere perché aveva perso la memoria, ma poteva anche non aver saputo di aver perso i ricordi. Alla fine, nessuna delle conoscenze che aveva se ne andò dopo che perse la memoria che non conteneva alcun indizio con il quale avrebbe potuto trovare una risposta.

Ma adesso, distruggere quel condotto aveva la precedenza.

Si ricompose e guardò avanti.