Bakemonogatari: Capitolo 004

From Baka-Tsuki
Revision as of 10:55, 23 November 2013 by Gwenny (talk | contribs)
Jump to navigation Jump to search

Tutto è successo durante le vacanze di primavera.

Sono stato attaccato da un vampiro.

In un tempo con i cellulari e le macchine, e quando era normale viaggiare all'estero per una gita scolastica... è abbastanza imbarazzante da dire, ma ero stato attaccato da un vampiro.

Era di una bellezza mozzafiato.

Un mostro bello.

Un mostro veramente bello.

Di solito sono nascosti sotto il colletto della giacca dell'uniforme, ma sulla nuca i segni dei suoi morsi rimangono. Prima che faccia caldo sto pensando di farmi crescere i capelli per coprirli, ma ancora più importante, ci sono probabilmente un sacco di storie in cui quando uno viene attaccato da un vampiro persone come cacciatori di vampiri, specialisti nell'uccidere vampiri, una speciale divisione della Chiesa Cristiana o un gruppo di vampiri che cacciano i propri simili, appariranno a salvarti, ma, nel mio caso, sono stato salvato da uno sconosciuto che passava.

A causa di questo, ero stato in grado di tornare ad essere un essere umano - Sto bene alla luce del sole, con croci o con l'aglio - ma c'erano degli effetti collaterali; le mie capacità fisiche erano migliorate. Anche se non intendo precisamente le mie capacità fisiche, ma il mio metabolismo era aumentato; la mia abilità di guarire me stesso. Non so cosa sarebbe successo se la mia guancia fosse stata fatta a pezzi da quel taglio del coltello, ma ci sono voluti meno 30 secondi per guarire la ferita. Rispetto ad altre creature viventi, è piuttosto veloce.

"Oshino - Oshino-san?"

"Giusto. Oshino Meme."

"Oshino Meme, dici... certamente suona come un nome moe."

"Non farti delle aspettative troppo alte. E' un uomo che ha più di trent'anni."

"Capisco. Ma deve aver avuto un carattere moe da giovane."

"Non giudicare le persone reali in questo modo. Ancora più importante, capisci cosa sono le parole 'moe' e 'carattere'?"

"E' conoscenza comune." disse Senjougahara, guardandomi composta.

"Il mio carattere lo chiamano tsundere, vero?"

"..."

Credo che chiamassero il suo carattere tsundra.

Chiacchiere.

Da Naoetsu alta, dove c'era Hanekawa, ci volevano 20 minuti per arrivare ad una scuola preparatoria che si trovava fuori dalla zona residenziale.

Si trovava.

Alcuni anni fa, a causa dell'improvviso afflusso di scuole preparatorie famose, questa particolare scuola aveva chiuso a causa di problemi finanziari. Con il tempo ero venuto a sapere di questo edificio di quattro piani, ed era già caduto in uno stato di maestoso abbandono, quindi quello che sapevo sulla sua storia erano unicamente delle voci.

Pericoloso.

Proprietà privata.

Accesso privato.

Anche se l'edificio era stato circondato da una recinzione di sicurezza ed un pasticcio di cartelloni, vi erano buchi nella recinzione in abbondanza, così l'entrata e l'uscita era sia facile che possibile.

Ed Oshino aveva vissuto in mezzo a quelle macerie.

Dove aveva deciso di costruire la sua casa.

Comprese le vacanze di primavera, era stato fatto in circa un mese.

"In ogni caso, mi fa male il sedere. E ci sono delle pieghe sulla mia gonna."

"Non è colpa mia."

"Smettila di inventare scuse. Ti farò a pezzi."

"Fare cosa a pezzi?!"

"Non dovresti essere più gentile con me perché è la prima volta che sto sulla sella di una bicicletta con qualcuno?"

Ma non aveva appena proposto che la gentilezza è un atto di ostilità?

Le sue parole e le sue azioni si contraddicevano.

"Va bene, allora cosa dobbiamo fare?"

"Beh, per esempio, che ne dici di prestarmi la tua borsa in modo che la usi come cuscino?"

"Non ti preoccupi per gli altri, eh?"

"Non mi trattare con noncuranza. Ho detto che era un esempio, no?"

E con cosa dovevo rispondere a questo?

Ottima domanda.

"Tsk. Rispetto a te, Maria Antonietta era più umile e modesta."

"Lei è la mia allieva."

"Cosa è successo agli anni di differenza tra voi due?!"

"Puoi smetterla di interrompermi per piacere?! Sei stato eccessivamente cordiale. Se gli altri non lo avessero saputo, molto probabilmente ci avrebbero scambiato per dei compagni di classe."

"Ma noi lo siamo!"

Fino a che punto aveva intenzione di negare il nostro rapporto?

Sembrava troppo per me.

"Accidenti... sto perdendo la pazienza nel trattare persone come te..."

"Araragi-kun, quella frase faceva sembrare il mio carattere, e non il tuo, un po' problematico, sai?" disse Senjougahara.

"Parlando di cose serie, dov'è la tua borsa? Sei a bocca asciutta, vero? Non ne hai una?"

Quello mi ricordava che non avevo mai visto Senjougahara portare nulla.

"Le informazioni dei libri di testo sono già tutte nella mia testa. Ecco perché lascio tutto nell'armadietto della scuola. Se ho tutta la cancelleria con me, non ho bisogno di una borsa. E non ho neanche bisogno del cambio di vestiti per la lezione di educazione fisica."

"Capisco."

"Se non ho le mani libere, non sarò in grado di combattere quando sarà il momento."

Tutto il suo corpo era un'arma.

Un'arma umana.

"Anche se sono contro il lasciare gli articoli sanitari a scuola, questa è l'unica cosa che mi preoccupa. Non posso prenderli in prestito da altri, dato che non ho amici."

"Non dirlo con così noncuranza."

"Cosa c'è di sbagliato? Dal momento che non è per scopi sanitari, non c'è niente di cui essere imbarazzati. Nasconderlo sarebbe più disgustoso, non credi?"

Penso che nasconderlo sia anche abbastanza problematico.

Beh, è una decisione soggettiva.

Non ho il diritto di commentare.

Ma ancora più importante, quello che aveva attirato davvero la mia attenzione era il modo in cui aveva respinto la sua mancanza di amici.

Non che mi importasse davvero, ma la questione precendente riguardo le gonne aveva portato la mia attenzione su fatto che Senjougahara era una ragazza, e dopo tutto non avrebbe voluto avere i vestiti sporchi. Per questo, feci qualche sforzo nel trovare un ingresso più grande e una volta raggiunto, mi girai verso di lei.

"Ti tengo la tua cancelleria."

"Cosa?"

"La terrò io per te, così puoi uscirla fuori."

"Che hai detto?"

Sembrava che avessi fatto una richiesta irragionevole per lei. Come se ci fosse qualcosa di sbagliato nella mia testa.

"Anche se Oshino è un ragazzo abbastanza strano, lui è il mio salvatore."

Anche.

Perché è anche il salvatore di Hanekawa.

"Non voglio fargli incontrare qualcuno di pericoloso, quindi dovrò tenere la tua cancelleria."

"Non mi aspettavo che l'avresti detto dopo che saremmo arrivati." Senjougahara mi guardò. "Tu mi hai ingannato, vero?"

"..."

La metteva in questo modo?

Senjougahara non disse nulla, ma la sua espressione era un misto di seria contemplazione e conflitto. Fissò un punto vicino ai suoi piedi, ma alzò la testa per guardarmi molte volte.

Ho pensato che avremmo potuto lasciare perdere e andare dentro, ma dopo un po' Senjougahara disse "Ho capito", come se si fosse tutto ad un tratto riconciliata con la sua testa.

"Esci fuori le mani."

La cartoleria iniziò a scendere verso di lei come se fossero mille petali, come se fosse uno spettacolo di magia e lei mi stesse mostrando un trucco. La cencelleria con cui mi aveva minacciato in corridoio era appena stata la punta di un iceberg. Le sue tasche potevano essere a quattro dimensioni. Poteva essere una tecnologia del ventiduesimo secolo. Anche se avevo detto che l'avrei tenuta per lei, la quantità mi fece chiedere se fosse mai entrata nella mia borsa.

Il governo sta trascurando la sicurezza pubblica consentendo ad una come lei di camminare liberamente.

"Non fraintendermi. Questo non significa che mi fido di te ora." disse Senjougahara, quando ebbe finito di passarmi tutto.

"Che cosa intendi, la fiducia..."

"Se stai pensando di lasciarmi qui, in questo rudere isolato, per farmi ripagare per la ferita che ti ho fatto con la cucitrice, allora stai facendo un grande errore."

"..."

Beh, penso che sia anche un errore.

"Ascoltami attentamente. Se non li chiamassi ogni minuto, cinquemila dei miei servitori inseguirebbero la tua famiglia."

"Andrà tutto bene."

"Stai dicendo che ci vorrà meno di un minuto?!"

"Mi prendi per un boxer?"

E poi, come osa minacciare la mia famiglia.

Scandaloso.

Cinquemila persone, che enorme bugia.

Una bugia audace per qualcuno che non ha nemmeno amici.

"Hai due sorelle più piccole di te nella scuola media, vero?"

"..."

Lei conosce la mia famiglia.

Anche se è una bugia, non è uno scherzo.

Comunque, io le avevo mostrato la mia invincibilità contro gli infortuni, ma sembrava che lei non si fidasse di me a causa di questo. In considerazione del fatto che Oshino aveva detto che la fiducia era importante, quella non era una buona situazione.

Beh, non la potevo aiutare.

D'ora in poi, è il problema personale di Senjougahara.

Io sono solo la guida.

Superata la rete metallica, siamo entrati nell'area e nell'edificio. Anche se era solo sera, era piuttosto buio. L'edificio era stato lasciato in rovina per un sacco di tempo, il piano di appoggio non era per niente sicuro e se uno non avrebbe fatto attenzione, sarebbe potuto cadere.

Ed è stato allora che ho capito.

Se un barattolo vuoto cade, sarebbe solo un barattolo vuoto, ma per Senjougahara sarebbe un barattolo vuoto con dieci volte il suo peso normale.

E se la pensiamo in termini relativi...

Dieci volte la gravità, un decimo di gravità, è un problema che, a differenza dei manga, non può essere chiaramente definito. Il pensiero semplicistico che il poco peso equivale ad un'alta capacità fisica è sbagliato. Inoltre, questo è un luogo sconosciuto per lei. In questo momento Senjougahara è come un animale selvatico in guardia.

Anche se è dieci volte più veloce, la sua forza è solo un decimo di quello che era.

Ecco perché non porta la borsa.

"Così."

Allungai la mano verso Senjougahara, che si era fermata all'ingresso, le afferrai il polso e le indicai la strada. Senjougahara mi guardò disorientata per il mio movimento improvviso e mormorò un "cosa", ma mi seguì da vicino.

"Non credere che ti ringrazi."

"Ho capito."

"Invece, dovresti essere tu a ringraziarmi."

"Questo non l'ho capito."

"Dopo tutto, ho volutamente programmato il fatto che quella ferita sia sulla parte interna della guancia; in questo modo non si nota."

"..."

Non importa quanto si pensi, tutto ciò suonava come se un malintenzionato dicesse: "In modo che non si veda tanto, ti darò un pugno sullo stomaco invece che sulla faccia."

"In ogni caso, se tu ti fossi ferito in tutta la guancia, la ferita sarebbe ancora visibile."

"Ma per cominciare hai la pelle spessa, quindi in qualche modo ho concluso che stai bene."

"Non posso essere felice per questo. E cos'è quel in qualche modo?

"Le mie intuizioni sono accurate per circa il dieci per cento."

"E' una percentuale bassa."

"Beh~" disse Senjougahara, mantenendo la distanza tra me e lei.

"Mi sembra che sia come una precauzione inutile, dopo tutto."

"...sembra."

"Sarebbe brutto se dicessi che l'immortalità è conveniente?"

Domanda di Senjougahara.

Risposi "Non più."

Sarebbe stato diverso se fosse stato durante le vacanze di primavera.

Se qualcuno mi avesse detto che... sarei potuto morire. Avrebbe potuto essere una ferita mortale.

"Se dici che è comodo, lo è. Se dici che non è comodo, non lo è. Questo è tutto."

"Intendi entrambe le cose, vero? E' abbastanza difficile da comprendere." Senjougahara si strinse nella spalle.

"E' simile a se 'un possibile pericolo' è pericoloso o no."

"L'ourai in 'possibile pericolo' sta per tutto apposto, no?" ("possibile pericolo" si pronuncia come "ou rai ki ken" in cui "ou rai" suona come "tutto bene")

"E' vero?"

"Comunque, io non sono più immortale. Sono solo un essere umano con una guarigione più rapida, ecco tutto."

"Hmm, capisco." disse Senjougahara con tono annoiato.

"Anche se io avevo intenzione di provare un sacco di cose. Che delusione."

"Sembra che tu abbia fatto tutti questi piani strani senza informarmi."

"Che oltraggio. Avevo solo programmato di ____ per ____ te, ecco tutto."

"Cosa sarebbe ____?!"

"Volevo solo provare questo e quello."

"Spiega le parti in corsivo!"

Oshito di solito si trovava al quarto piano.

C'era un ascensore, ma come previsto, non funzionava. Quindi le uniche opzioni erano o rompere il soffitto dell'ascensore e seguire i fili fino al quarto piano o prendere le scale. E la seconda opzione era decisamente migliore.

Tenendo la mano di Senjougahara, salimmo le scale.

"Araragi-kun. Ho un'ultima cosa da dirti."

"Cosa?"

"Anche se può sembrare così, sotto i vestiti, il mio corpo inaspettatamente non è una prigione."

"..."

Senjougahara Hitagi rimase sospettosa.

"Non riesci a capire un'espressione indiretta? Allora te lo dirò direttamente. Se riveli la tua vera natura e decidi di spogliarti e cercare di violentarmi, non importa cosa succede, sicuramente otterrò la mia vendetta su di te e avrò biasimo."

"..."

Non ha alcuna prudenza nè senso di vergogna.

Che ragazza terribile.