Fate/Apocrypha:Volume1 Capitolo 2 parte 2

From Baka-Tsuki
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"Non è andata così bene. Ho paura che possa aver intuito qualcosa."

"Non sei riuscito a capire il vero nome di Saber, Shirou?"

"No. Il suo Saber deve possedere una sorta di abilità o Noble Phantasm che gli permette di mantenere la sua identità segreta. Sono stato in grado di ottenere i suoi parametri, ma a parte quelli ..."

"Per come la vedo io, l'incertezza è il primo nemico che dobbiamo eliminare. C'è ancora tempo—non potremmo mandare un'agente a seguirli?"

"No, no, non dobbiamo. E' ancora troppo presto per una lotta tra alleati."

Shirou respinse subito il suggerimento spietato di Assassin.

"Alleati? A malapena."

"I nostri interessi coincidono, e questo ci rende alleati. Possiamo occuparci loro dopo aver sconfitto i Servant of Black. E come sta andando con il tuo Noble Phantasm, Assassin? I materiali che ti mancavano dovrebbero essere stati tutti raccolti."

"Sì, rimane solo il rituale necessario per stabilirlo come mio Noble Phantasm. Ho bisogno di altri tre giorni."

"Ok. Quindi saremo in grado di violare Trifas tra tre giorni."

"Abbiamo solo bisogno che le colombe agiscano come nostri esploratori per questi pochi giorni."

I due conclusero bruscamente la loro discussione e guardarono verso la porta. Dopo un po', venne spalancata da un intruso, ma Shirou si rilassò dopo aver riconosciuto l'uomo.

"Beh ciao, Caster. Che ci fai qui?"

L'uomo chiamato Caster, vestito con raffinati abiti medievali, camminò a passo svelto lungo la navata centrale, mentre allargava le braccia gridando.

"Un cavallo, un cavallo! Il mio regno per un cavallo!"[1].

Dopo un breve silenzio, Shirou—piuttosto nervosamente—parlò.

"... E' uno dei tuoi lavori?"

Le spalle di Caster caddero con un sospiro di delusione per le parole di Shirou.

"Oh, Master! Come si può vivere in questa era e non conoscere una delle mie più grandi opere! Dovresti trovare del tempo per leggerla!"

In mano teneva un'ingombrante libro rilegato—a quanto pare, aveva visitato una libreria per acquistare il proprio lavoro. Il titolo diceva, ' Le opere di William Shakespeare '.

Apo v1 02.png

Caster of Red, William Shakespeare—l'unico drammaturgo la cui fama aveva raggiunto tutto il mondo. Dire di non conoscere le sue opere sarebbe come ammettere di essere un ignorante. Si diceva anche che se si fosse rintracciata la fonte di qualsiasi pezzo della letteratura moderna, sarebbe sempre stata trovata una creazione Shakespeariana.

Tuttavia, c'era una cosa che aveva detto pochi istanti prima che non poteva essere ignorata. Aveva chiamato Shirou 'Master'—che già possedeva il Servant Assassin. Né il sacerdote, né l'assassino erano stati presi alla sprovvista da ciò. Se questo era vero, allora Shirou aveva il controllo di due Servant.

Una tale cosa era possibile, ma piuttosto irregolare. Non c'era mai stato un caso di un unico Master che comandava due Servant nelle precedenti guerre del Graal. Si poteva a malapena impedire una morte auto-inflitta a causa dell'eccessivo uso di prana. In questo caso, quanto prana possedeva quest'uomo?

"Sarò anche stata convocata dal Santo Graal, ma non mi ha fornito una conoscenza dettagliata delle tue opere. Per me sei solo 'un famoso scrittore.'"

Sentendo il commento di Assassin, Caster guardò verso l'alto e si lamentò.

"O Regina di Assiria, non farmi sentire più tali parole dolorose, ti prego. Tutto ciò che dici è un rifiuto della mia individualità!"

"... Suppongo sia così. Ma Caster, che cos'è successo per farti comparire in forma materiale?"

La sua domanda immediatamente interruppe Caster.

Con un colpo di tosse, parlò di nuovo con evidente disagio.

"Ah, sì, beh ... come si dice, amanti e pazzi han sì ardenti cervelli[2], ma colui che noi conosciamo come Berserker a volte si comporta in modo sgradevole..."

"... Berserker ha cominciato a scatenarsi?"

"Oh, no," Caster rispose a Shirou.

"Allora qual è esattamente il problema? Spiegati."

Assassin si avvicinò a Caster, il viso contorto in una smorfia irritata. Con un sorriso come quello di un giullare, Caster riferì la notizia.

"Berserker ha iniziato la sua marcia su Trifas. Sembra aver scorto il nemico."

"... Che cosa?"

"Oh mio ... è una notizia preoccupante."

Assassin era senza parole, mentre il mormorio di Shirou era praticamente casuale.

"Per ora, Archer lo sta seguendo, ma se sia o meno in grado di fermarlo... beh, è più probabile che non ci riesca."

"Non è il momento di ridere, Caster."

Assassin mormorò amaramente. Nonostante tutti i Servant of Red fossero stati convocati, non erano pienamente preparati per la guerra. Senza poi menzionare i Servant del clan Yggdmillennia che attendevano all'interno dell'inespugnabile fortezza di Millennia, in perfette condizioni e in attesa che avanzassero—Berserker non aveva alcuna possibilità di sfondarla da solo. La sua marcia si sarebbe conclusa solo con la morte senza senso di un Servant.

"Come procederemo, Master? Il mio Noble Phantasm non è ancora pronto. In tale stato, sarebbe insensato per noi attaccare. La nostra unica scelta è quella di lasciarlo al suo destino."

"Ormai sei scatenato, maleficio: prendi il corso che vuoi…"[3]

"Oh? Allora sei stato tu a spronarlo, Caster?"

Caster concluse tutta la sua eccessiva gestualità e distolse lo sguardo imbarazzato.

"Sei stato tu ad avergli detto la posizione di Trifas! Tu maledetto ...!"

"Oh, ma il pietoso Berserker desidera solo cercare l'avversario per la sua ribellione—Non posso rimanere inattivo, mentre lui è pieno di angoscia!"

Per Shakespeare, questo mondo era davvero la più grande storia mai raccontata. O meglio, doveva esserlo. Per amare dal profondo del suo cuore tutti coloro che erano fuori dal comune, e perseguire i racconti che tessevano.

Per questo egli era disposto ad ingannare e provocare—qualsiasi cosa per il bene della storia.

"Sempre più, provi di non portare altro che guai ...!"

Assassin sospirò, ma Caster rispose con garbo.

"Ora sai che sono quello che chiamano un 'piantagrane' ... o forse 'imbroglione' è più adatto."

"Non possiamo farci niente ... dovremo chiedere ad Archer di sostenere Berserker. Ma dalle l'ordine tassativo di ritirarsi se la situazione diventasse svantaggiosa. Berserker non può essere fermato—anche se il suo Master utilizzasse un Incantesimo di Comando, potrà solo ritardare l'inevitabile. "

"Sì, Master. I miei famigli riferiranno le tue parole ad Archer."

"E come sorvegliante, dovrò seguire Berserker ed occuparmi di tutto ciò che lascerà sul suo percorso. Non sarò in grado di agire per qualche tempo—ti terrai fuori dai guai, non è vero, Caster?"

Poiché Shirou era anche il sorvegliante, doveva naturalmente fare tutto quanto in suo potere per preservare la segretezza della taumaturgia. Dopotutto, se Berserker si stava dirigendo verso Trifas in linea diretta, era molto probabile che fosse stato visto. Se solo fosse stato in forma di spirito—ma, come sorvegliante, poteva stabilire che non aveva senso cercare di prevedere che tipo di pensieri passassero per la mente di un Berserker ... soprattutto di questo.

"Oh, sì. Capisco, mio Master ..."

Come se cercasse di incoraggiare l'avvilito Caster, Shirou disse con un sorriso morbido.

"Non temere, Caster. La battaglia inizierà presto. Con sette Black Servant e sette Red Servant, sarà la più grande di tutte le Guerre del Santo Graal—la Grande Guerra del Santo Graal. Credo proprio che questa battaglia sarà in grado di soddisfare il tuo amore per le storie. "

* * * * *

E così la notte si concluse, con il raduno dei quattordici Servant. Da un lato, il clan dei maghi Yggdmillennia che si erano distaccati dalla Torre dell'Orologio—e, dall'altro, i maghi inviati dalla Torre dell'Orologio, la quale non accettava alcuna abdicazione e mirava a prendere il Santo Graal.

Non c'era posto per sottomissioni o riconciliazioni, ne c'era spazio per negoziare. Perché sarebbe stata una vera e propria guerra di annientamento, una lotta all'ultimo sangue, con i due lati che si massacravano a vicenda. Tuttavia, come la maggior parte delle guerre, l'inizio fu tranquillo.

Kairi Shishigou e Red Saber raggiunsero Trifas dopo una notte di viaggio. Shishigou, trattenne Saber—l'entusiasmo la spingeva ad avviare una lotta il più rapidamente possibile—e bevve una miscela a base di erbe per allontanare la sonnolenza.

Aveva pensato di affittare una camera d'albergo, ma quel posto poi avrebbe certamente avuto la massima attenzione da parte del nemico. Si poteva trasformare una camera in un laboratorio, ma non avrebbe cambiato il fatto che tale costruzione sarebbe stata debole. E al mondo esistono persone che non ci pensano due volte a soffiare via un intero edificio per arrivare ad una camera sola.

"... E' questa la tua soluzione?"

Saber espresse le sue lamentele con una certa stanchezza.

Come aveva chiesto, Shishigou le aveva comprato alcuni capi di abbigliamento in stile moderno in una boutique a Sighisoara. Un top che esponeva il suo addome e una giacca di pelle color cremisi che sembrava piuttosto fredda anche per l'autunno. Certo, lei era un Servant, quindi il tempo non era un problema per lei.

Ciò che Saber disapprovava era il luogo che aveva scelto Shishigou come laboratorio. Saber aveva affrontato maghi nella sua vita—sua madre era stata una maga—così lei sapeva bene che erano eccentrici, ostinati e egoisti. Ma ...

"... vuoi stabilire la tua base nelle catacombe? Non puoi essere serio ..."

Saber aveva tutto il diritto di lamentarsi—le candele intorno a loro illuminavano gli incombenti mucchi d'ossa. I due sacchi a pelo collocati in una zona un po' più aperta, apparentemente un altare, le confermarono che Shishigou aveva intenzione di dormire qui.

"Non essere così esigente. Non esistono molte linee temporanee di questa qualità, sai? Questo luogo ci sarà d'aiuto nel ripristinare il prana."

"Accidenti alle linee temporanee. Non è questo il problema."

"Oh ... hai paura?"

Saber fece una faccia simile ad una bellicosa tartaruga azzannatrice e urlò.

"No, semplicemente non posso sopportare tale trattamento! Ero un cavaliere! E anche se non lo fossi stato, nessuno sarebbe in grado di accettare questo!"

"Sigh ... va bene, va bene. Puoi usare questo sacco a pelo. E' il più costoso, quindi dovrebbe essere più comodo."

"..."

Le spalle di Saber cedettero.

Come recita un detto ... 'la chiave per interagire con un mago è rinunciare'.

Ma Saber sapeva bene che Shishigou non aveva scelto questo luogo come laboratorio per capriccio o per follia—non che questo rendesse la situazione meno aggravante.

Dopo tutto, era un negromante. Era naturale che tombe, obitori, e luoghi impregnati della morte di esseri umani, fossero i più adatti per lui.

Inoltre, questa tomba sotterranea aveva più uscite, rendendo più facile una eventuale fuga, almeno finché i percorsi non fossero stati sigillati. E nel caso fosse stato necessario scendere, si poteva risalire semplicemente trovando un buco che portava verso la superficie. Era anche difficile che il tetto sopra le loro teste crollasse, anche utilizzando delle bombe—la tomba era più grande di quanto si potesse pensare, quindi sarebbe stata necessaria una grande quantità di esplosivi o di un rituale di alto livello per distruggerla completamente. Niente di tutto questo era un problema fintanto che fossero rimasti vigili e avessero organizzato turni di guardia.

Nel complesso, questo posto era una fortezza sorprendentemente robusta ... ignorando il fatto che si trattava di una tomba.

Shishigou preparò un campo di rilevamento attorno all'uscita della tomba. Poteva anche aver scelto questo luogo come suo laboratorio, ma non era niente di più che un trespolo temporaneo. Shishigou decise di non porre le trappole fino a quando non fosse stato sicuro dell'inizio della guerra, e solo quando avesse avuto il tempo.

Shishigou poi tirò fuori una bottiglia di vetro dal suo zaino attirando l'attenzione di Saber—la quale oziosamente guardava Shishigou lavorare—che sbirciò da sopra la sua spalla.

"... È un serpente?"

"E' una giovane Idra, conservata nella formalina. Dubito ce ne sia un'altra in tutto il mondo."

"Eh ... e cosa hai intenzione di farci?"

"Te ne sei dimenticato? Stai parlando con un negromante. Ho intenzione di lavorarla."

"Lavorarla?"

Con prudenza, Shishigou rimosse l'Idra dalla bottiglia e la posò sul pavimento. Noncurante, Saber allungò la mano per toccarla; Shishigou la fermò bruscamente.

"Fermo! Non toccarla!"

"... Che cosa? Voglio solo dare un'occhiata ..."

Disse un'irritata Saber. Shishigou sospirò e le spiegò.

"Saber ... Conosci la leggenda di Eracle, non è vero? Allora, cosa ti viene in mente quando si parla dell'Idra?"

"... Beh, ha nove teste ..."

"E?"

"E traspira veleno ... oh".

"Esattamente, il corpo dell'Idra è pieno di veleno. Se questa fosse stata un adulto, i nostri polmoni ora starebbero marcendo solo per il fatto di esserle vicino. Beh, questa è giovane—ed è morta—così va tutto bene finché non la si tocca. "

Naturalmente, a differenza di un uomo o donna ordinari, molto probabilmente Saber non sarebbe morta. Detto questo, l'Idra era ancora una bestia demoniaca. Come recita il detto: 'I folli corrono dove gli angeli temono di andare'.

Dopo aver indossato un paio di guanti di pelle spessi, Shishigou rimosse attentamente le teste una ad una con un coltello. Poi le prese e le immerse ciascuna in un liquido rosso-nero.

"Cosa stai facendo?"

"Se fossero un po' più lunghe, sarei in grado di fare un catenaccio. Ma, considerando le dimensioni, un pugnale probabilmente è il massimo che posso fare."

"Mah ... Ci vorrà molto tempo?"

"Tre ore o giù di lì. Non andremo da nessuna parte fino a quel momento, in questo modo potremo dormire un po '."

Saber, però, decise di non dormire e si accucciò accanto a lui.

"Interessato?"

"Non ho alcun interesse in dissezioni, procedimenti o quel che è."

Saber appoggiò il mento sulle mani, con aria annoiata. 'Allora dormi un po' e risparmia il mio il prana' era quello che Shishigou avrebbe voluto dirle, ma era convinto che non l'avrebbe ascoltato.

Utilizzando le pinzette per raccogliere le teste dell'Idra dal liquido in cui erano state immerse, Shishigou le tenne sulla fiamma di una candela. Era un compito semplice, ma estremamente pericoloso, che richiedeva la sua totale attenzione.

"... Ehi, Master? Che cosa desideri dal Santo Graal?"

Proprio mentre Shishigou procedeva nel suo compito—quello che richiedeva una concentrazione assoluta, dove un unico passo falso lo avrebbe portato a morte certa—Saber gli fece una domanda.

"Se mi stai chiedendo il desiderio che ho intenzione di esprimere al Santo Graal ... Ho intenzione di fargli portare prosperità al mio clan. Io sono un mago, lo sai."

Saber sembrò delusa dalla sua risposta. Era fin troppo naturale che un mago desiderasse fortuna per il proprio clan.

"È così? Che noia."

"Non essere stupido—questa cosa è importante. Un essere umano ha una vita breve. Non possiamo nemmeno vivere fino a duecento anni. Ma i figli seguiranno i sogni dei loro padri".

"Non tutti i figli seguono i loro padri."

"Parli per esperienza?"

Immediatamente, un cipiglio apparve sul volto di Saber. Shishigou si scusò con un sorriso amaro. Ma lei non rispose alle sue scuse, invece strisciò nel suo sacco a pelo.

I Servant non avevano bisogno di dormire, ma consumavano molto prana. Ciò valeva in particolare per Red Saber—Mordred—che divorava una quantità incredibile di prana come pagamento per il possesso di una resistenza ineguagliabile. Era meglio risparmiare più prana possibile. Beh ... ora era solo imbronciata.

Mentre lavorava l'Idra, Shishigou masticò po' di carne secca e frutta. Ma, di tanto in tanto, spostava gli occhi sulla ragazza addormentata. Ogni volta che la guardava, vedeva solo il volto di un bambino innocente—in qualche modo, questo lo deprimeva.


Mordred, il Cavaliere del Tradimento, era stato uno di quei rari cattivi che, alla fine, erano riusciti ad offuscare una leggenda gloriosa.

Essendo stato lasciato in carica, mentre Arthur era fuori in una spedizione, Mordred vide la sua occasione, istigando l'esercito e prendendo il trono che voleva. Al ritorno del Re, immediatamente una battaglia dispiegò tra le forze di Artù e Mordred—quella che sarebbe stata conosciuta come la grande battaglia di Camlann. La maggior parte dei famosi cavalieri del re non erano più presenti a quel punto e Arthur e Mordred erano impegnati in un combattimento uno contro uno nel mezzo del campo di battaglia in fiamme. Anche se era stata trafitta dalla santa lancia Rhongomyniad, Mordred infierì un colpo fatale al re.

Arthur ordinò a Sir Bedivere, rimasto fedele al re fino all'ultimo, di restituire la spada sacra. Si dice che Arthur sia morto sulla collina o guarito sull'Isola di Avalon.

L'unico destino conosciuto di Mordred era la sua morte nel duello. Ma questo era naturale—dopotutto, Mordred era l'antagonista che aveva ingannato il grande Arthur Pendragon, il leggendario Re dei Cavalieri, il cui nome rimaneva scolpito in Gran Bretagna anche oggi.

"... Va bene, con questa sono nove. Ora il corpo."

Borbottando tra sé, Shishigou si immerse nei suoi pensieri. Le sue opinioni potevano non essere oggettive a causa della convocazione, ma se avesse potuto scegliere di avere Mordred o Arthur come suo Servant, non avrebbe esitato a scegliere Mordred.

Tra il re—che brandiva una santa spada lucente come la stessa manifestazione della cavalleria—e il cavaliere ribelle che aveva tentato un'insurrezione con gli uomini del re, non era ovvio che quest'ultimo fosse molto più interessante?


Shishigou non comprendeva appieno se Mordred provasse amore o odio per Arthur. Dopo tutto, c'era solo una linea sottile tra le due emozioni. Tuttavia, era certamente vero che era stata fortemente influenzata da Arthur. Per questo che si era ribellata—se per diventare più simile a suo padre o per negare i metodi del re, Shishigou non lo sapeva—e, indipendentemente dal fatto che fosse giusto o sbagliato, per fare ciò bisognava avere coraggio.

"... Ora credo di sapere perché l'ho evocata."

Il suo sorriso scherniva se stesso. Un mago come lui non avrebbe mai potuto convocare un vero e proprio cavaliere della Tavola Rotonda—così tre urrà per il Cavaliere del Tradimento!

Dopo aver completato il suo lavoro, Shishigou si infilò nel suo sacco a pelo e dormì come un sasso.

  1. tratto da Riccardo III, Atto V, Scena IV
  2. tratto dalla poesia Amanti E Pazzi
  3. tratto da Giulio Cesare, Atto III, Scena II