Iris on Rainy Days: Capitolo 1 Smantellamento 2 Giorni Prima

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È il primo giorno da quando la Professoressa è morta.

Ho passato il tempo nella villa senza far niente. Sono rimasta seduta tranquillamente tutta la notte, fissando il paesaggio che si presentava fuori dalla finestra del soggiorno. Il cielo era ironicamente blu, e gli uccellini stavano cinguettando. Sembravano quasi intonare un inno alla pace. Ma io mi sentivo come se fossi l’unica persona rimasta in questo mondo. Non sono triste, è più come se non riuscissi ad accettare completamente la verità dei fatti.

Non sapendo cosa fare, alla fine sono ritornata alla mia solita routine.

Le mie faccende domestiche.

Ho dato una bella pulita alla villa, tagliato l’erba e pagato le bollette.

Mentre provavo a lavare i vestiti della Professoressa, ho scoperto che le mie mani tremavano. Dopo aver preparato il pasto, sono rimasta scioccata, realizzando che nessuno avrebbe finito i miei piatti.

Il letto che sta nella camera da letto della Professoressa è freddo. Quando penso che questo letto non riceverà più il calore del corpo della Professoressa, sento una morsa stringermi il petto.

Non so neanche cosa stia facendo. Ma continuo con le faccende domestiche. Questo è il modo con cui cerco di fuggire dalla verità. Questo perché semplicemente sono troppo spaventata per affrontare la realtà.

Quando giunse la notte, avevo ormai finito le cose da fare.

Mi sono seduta nell’ingresso fuori la camera da letto, rannicchiata, tenendomi le ginocchia. Pensavo che se avessi aspettato abbastanza a lungo, la Professoressa sarebbe ritornata. Per questo ho tenuto stretto avidamente il suo porta-sigarette e aspettato il suo ritorno per tutta la notte.

Ma la Professoressa non ritornò.

—ATTENZIONE—

All’alba, sentii una voce elettronica che proveniva dal mio circuito mentale.

—LA BATTERIA SI ESAURIRÀ TRA 5 MINUTI—

Una voce inespressiva, parlava in tono meccanico.

—PER PIACERE INIZIARE IL CARICAMENTO DELLA BATTERIA IMMEDIATAMENTE—

Mi sono alzata vacillando e mi sono diretta con passo malfermo verso il laboratorio.

Durante il tragitto, sono caduta per le scale poiché stavo a corto di energie. Il mio piede destro si è piegato in una strana direzione. Trascinandomi dietro una delle gambe, ho camminato lentamente verso il laboratorio.

Seduta sul letto bianco come il latte, ho aperto il mio polso. Subito è apparso il dispositivo di collegamento per effettuare la ricarica.

In quel momento ho avuto un improvviso impulso di tagliarmi il polso

Se mi taglio il polso, morirò. Potrei farla finita facilmente. Sarei capace di andare dove si trova la Professoressa.

Poiché il mio stato mentale era sempre stato confuso sin da quando è morta la Professoressa, rapidamente ho proceduto a realizzare il mio desiderio.

Con in mano una fiamma ossidrica, ho premuto l’interruttore. Uno scintillio di aria calda fuoriesce dal beccuccio. Poco dopo, una colonna di fuoco color rosso è apparsa e, lentamente, ho mosso la fiamma verso il mio polso. Il metallo cominciava a gocciolare come sudore e lentamente anche il dispositivo di collegamento si scioglieva. In dieci secondi, la presa elettrica era completamente bruciata. Una grande quantità di olio nero per motori cominciò a fuoriuscire.

Era una scena miserabile. Il getto d’olio proveniente dal mio polso aveva raggiunto anche il soffitto. Il laboratorio, una volta bianco come un campo innevato, ora è una stanza nera e ricoperta da olio puzzolente. Fissai questa scena in uno stato d’estasi, mentre la voce elettronica dentro il mio circuito mentale cominciava a urlare in maniera isterica

“ATTENZIONE! ATTENZIONE! ATTENZIONE! ATTENZIONE!”

Passarono 5 interi minuti prima che tutto l’olio fluisse fuori dal mio corpo. Rimaneva solo un liquido scuro che continuava a uscire dal mio polso.

Sembrava quasi come la fontana nella piazza vicino alla stazione.

E poi, un violento tremito ha scosso tutto il mio corpo.

Non mi sono mai sentita così prima d’ora. Vertigini, nausea, e un intenso dolore, come se il mio cranio venisse attorcigliato e graffiato, continuava a investirmi ripetutamente. Come un essere umano che ha bevuto del veleno, le mie labbra stavano tremando. Sentendomi estremamente debole, ho cominciato a rotolarmi sul pavimento in preda al dolore, e a stringermi forte il petto.

—ATTENZIONE! 30 SECONDI PRIMA CHE LA BATTERIA SI ESAURISCA! INIZIARE LE PROCEDURE DI MANTENIMENTO IMMEDIADATEMENTE—

Col suo solito tono meccanico, la voce elettronica ha dichiarato l’avvicinarsi della mia morte.

Improvvisamente, come una lunatica spalancai gli occhi.

—NO! Non voglio morire! —

Mi alzo in preda al panico e afferro violentemente il cavo di ricaricamento. Ho provato ripetutamente a collegarlo alla presa elettrica del mio polso. Però il dispositivo di caricamento era stato deformato dal calore. Come quando si prova ad infilare un filo nella cruna di un ago, così tutti i miei tentativi di collegare il cavo con il dispositivo fallirono.

—LA BATTERIA SI ESAURIRÀ IN 10 SECONDI, 9, 8 ,7…—

Col respiro affannoso per la paura, ho continuato disperatamente a tentare di collegare il cavo al dispositivo di caricamento sul mio polso. —

Attaccati, attaccati, attaccati , attaccati, non voglio morire. Non voglio morie. Non voglio morire.—

Con il suono netto del cavo che si collega al dispositivo, l’elettricità e l’olio cominciarono a essere pompati all’interno del mio corpo. La voce d’avvertimento si era fermata, e anche tremori e nausea si erano interrotti

Ero sollevata, dal profondo del mio cuore.

Ah… Adesso non rischio più di morire.

Ottimo.

—Ottimo?

Rimasi scioccata da quel pensiero.

È davvero una buona cosa il fatto che non sia morta?

Quando la Professoressa è già passata a miglior vita?

Vivere da sola è una buona cosa?

Aggrapparsi disperatamente alla vita vivendo nel disonore è davvero una buona cosa?

Una parte di me che non credevo di avere continuava a sussurrare frasi come: “Iris Rain Umbrella. Perché sei ancora viva? Sei un robot dopotutto.

Perché sei spaventata dalla morte? Con la morte della tua padrona che hai servito fin’ adesso, non c’è più alcun significato nella tua esistenza. E nonostante questo ti ostini aggrappandoti alla vita? Muori! Muori! Sbrigati a morire!”

Estremamente disgustata da me stessa, cominciai a graffiarmi violentemente la testa e a cercai di strapparmi i capelli.

Indubbiamente, ero ossessionata dal vivere. Volevo vivere. Non volevo morire. Questo è come mi sentivo, ciò che avevo realizzato, dopo aver affrontato la morte per la prima volta.

Mi disprezzavo. Nonostante amassi così tanto la Professoressa, nonostante le dicessi spudoratamente ogni giorno quanto la amassi, non sono stata capace di morire per seguirla.

Ogni volta che provavo a strapparmi i capelli, il cavo attaccato al mio polso colpiva il pavimento. Era estremamente problematico, ma non avevo il coraggio di staccarlo.

I muri e il soffitto erano neri e puzzolenti. Seduta nel sangue nero che era uscito dal mio corpo, ho continuato a strapparmi i capelli come una lunatica. Quei capelli una volta tanto amati da me e accarezzati dalla Professoressa, adesso giacciono a terra nel sangue sporco.