Suzumiya Haruhi ~ Italian Version:Volume 3 Sindrome dell'Isola Solitaria

From Baka-Tsuki
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La scena che mi si presentava davanti agli occhi era così sconvolgente che mi dimenticai del dolore alle spalle.

Mi trovavo per terra sul pavimento, persino incapace di alzarmi, tanto ero scioccato da quel che avevo visto. Il motivo per cui non riuscivo a muovermi era che avevo qualcosa di pesante quanto un’ancora sulla schiena, e non riuscivo a spostarlo, ma per il momento non aveva importanza. Koizumi, che era davanti a me quando sfondammo la porta e che era per terra sopra di me, probabilmente era altrettanto sconvolto.

Alzati!

Non ebbi nemmeno la forza di dirglielo. Potete immaginarvi quanto fossi attonito. Com’era possibile? Non potevo credere che stesse succedendo per davvero. Non c’era proprio niente da ridere. Cosa dovevamo fare?

Una luce intensa balenò fuori dalla finestra. Pochi secondi dopo, il suono dei tuoni rimbombava nel mio stomaco. Una vera tempesta. Imperversava sull’isola dal giorno precedente.

“….Come è possibile?”

Sentii un gemito. Era il signor Arakawa, che aveva sfondato la porta insieme a me e Koizumi ed era caduto a terra insieme a noi. Koizumi finalmente mi si levò di dosso. Mi girai e mi sedetti diritto. Guardai di nuovo l’incredibile scena che mi si parava davanti. Sul tappeto vicino alla porta giaceva un uomo che era caduto all’indietro proprio come me. Non era altri che l’uomo di mezz’età, proprietario della tenuta, che non era sceso in sala da pranzo questa mattina. Lo riconoscemmo dal completo che indossava, era lo stesso di ieri sera quando ci aveva augurato la buona notte. L’unico che avrebbe indossato inutilmente un completo su quest’isola in piena estate non poteva che essere lui. Era il datore di lavoro del signor Arakawa ed il proprietario di quest’isola e di questa tenuta: il signor Tamaru Keiichi. Giaceva a terra con un espressione sconvolta, senza muovere un muscolo. Era assolutamente normale che non si muovesse, dato che sembrava morto.

Come potevo saperlo? Beh, la risposta era ovvia. L’oggetto nel suo petto aveva un aria familiare. Era il manico di un coltello da frutta che era nel cestino in sala da pranzo a cena ieri sera. Avrei scommesso, che attaccato al manico ci fosse un affilata lama di metallo o sarebbe stato impossibile che stesse lì diritto in piedi sul petto di una persona. In altre parole, il coltello era piantato nel petto del signor Keiichi. Suppongo che nessuno possa essere vivo dopo aver ricevuto una pugnalata dritta al cuore. Ed ora era quella la sua condizione.

“KYAA......”

Dalla porta sfondata dietro di me provenne un piccolo urlo terrificato. Mi girai e vidi Asahina che si copriva la bocca con le mani. Nagato era in piedi dietro di lei, mentre quella lentamente indietreggiava e si stringeva alle sue spalle. Nagato mi guardò con la sua espressione tranquilla, e poi abbassò lo sguardo come persa in profonde elucubrazioni.

Certo, ovunque andassimo, ci sarebbe stata anche lei.

“Kyon, quella persona…. Può essere che sia ……”

Haruhi sembrava altrettanto sconvolta, mentre allungava lo sguardo dalla parte di Asahina per vedere cosa succedeva e fissava l’eterno riposo del padrone di casa, con i suoi occhi scuri da gatto. “Morto?”

Era così raro che parlasse così delicatamente e con una punta d'ansia.

Mi girai per dire qualcosa, ma vidi Koizumi, il suo solito sorriso allegro sostituito da un espressione confusa.

La cameriera Mori stava anche lei nel corridoio. Solo una persona, che era stata tutto il giorno nella tenuta ieri, adesso non c’era. Una stanza la cui porta era stata sfondata per entrarvi, un proprietario morto ed una persona scomparsa. Cosa significava tutto questo?

“Dico, Kyon….” Haruhi, parlò di nuovo, con un espressione di disagio stampata sul volto.

Ebbi persino l’illusione che si stesse per appoggiare al mio petto. Un altro lampo illuminò l’intera stanza. La tempesta che imperversava da ieri stava iniziando a calmarsi. Le onde si infrangevano violentemente sugli scogli, creando un terrificante effetto sonoro insieme ai tuoni. Il proprietario di un isola deserta, steso a terra morto in una stanza chiusa ermeticamente con un coltello piantato nel petto, nel bel mezzo di una tempesta. Questa era la scena alla quale stavo assistendo. Non potevo far altro che pensare.

Hey Haruhi. Sei tu l’artefice di tutto questo?

Iniziai a ripensare alla gita che aveva portato la SOS Dan in questa situazione. Qualche giorno prima erano iniziate le vacanze estive.

……

......

....


Eravamo in piena estate, a metà Luglio. Il sole era talmente caldo che avrei desiderato che per una volta si prendesse anche lui una vacanza.

Come al solito, bazzicavo nel nostro quartier generale clandestino, un tempo il club di letteratura, a godermi il thè di Asahina. Anche se mi ero ripreso dai risultati degli esami di metà semestre, pensando alle imminenti lezioni di recupero, non riuscivo a continuare a rilassarmi. In quel momento l’unica scelta che avevo era sottrarmi a tutto questo.

In un batter d’occhio, pensai a vari metodi per convincermi che la realtà che mi si presentava davanti fosse i realtà tutta finzione. Mentre riflettevo su quale usare…

“Scusa…… tutto bene?”

Mi svegliò dal sogno in cui ero un paracadutista alieno, che si lanciava da dietro la luna e assaltava l’edificio del parlamento.

“Sembri davvero depresso oggi... Forse il mio thè non è abbastanza buono?”

“Per nulla.” risposi.

Il tuo the è sempre dolce come miele dal cielo, anche se viene preparato con foglie da infusione del discount.

“Va tutto meravigliosamente.”

Asahina, con la divisa estiva da cameriera, tirò un sospiro di sollievo. Sorrise dolcemente, così le risposi anche io con un sorriso.

La tua felicità è la mia.

Nemmeno un eremita errante che attraversa le più remote montagne avrebbe mai potuto trovare un elisir tanto efficace quanto il suo sorriso. La mia mente era diventata più tranquilla del lago Mashu in Hokkaido. Potevo persino sentire gli angioletti suonare le loro trombe...

Sentivo di poter trasmettere a tutti il mio entusiasmo, come fece con passione San Francesco d'Assisi con la predica agli uccelli, ma alla fine rinunciai. Non perché fossi preoccupato di utilizzare delle frasi eleganti, ma piuttosto perché in questo momento si intromise una fastidiosa persona con i suoi toni melodiosi….

“Hey, voi! Come sono andati i vostri esami di metà semestre?”

Koizumi mise sul tavolo il monopoli che si era portato, mentre mi poneva questa domanda irrilevante. Grazie a lui ero tornato sul lato oscuro della luna, nascosta dall’orbita dei satelliti, pensando a come fermare tutti questi brutti pensieri.

Perché non potevi semplicemente giocare a monopoli buono buono? Dovresti imparare da Nagato, che siede tranquillamente nel suo angolino a leggere il suo libro.

Aprendo il suo volume rilegato spesso come un enciclopedia, Nagato sedeva sulla sedia pieghevole, nella sua uniforme estiva alla marinaretta. Aveva gli occhi fissi sul libro, con la sua solita espressione da bella statuina. Da un certo punto di vista era un’entità digitalizzata, anche se sembrava adorasse immagazzinare dati concreti. Mi chiedevo se ci fosse un qualche motivo in particolare.

“...”

Ripensandoci, come mai tutti nel nostro club avevano così tanto tempo libero a disposizione?

Quel giorno la scuola era finita presto, le lezioni erano già terminate nella mattinata. Quindi perché eravamo ancora tutti là? Me incluso, ma io avevo una valida ragione per esserci! Se non avessi bevuto almeno una volta al giorno il thè di Asahina, sarei diventato uno zombie. Per questo spesso avevo dei sintomi di crisi di astinenza durante i weekend.

Sto scherzando. Pensavate davvero che parlassi sul serio? E’ solo che ho imparato alcune cose da quando frequentavo la scuola superiore - alcune persone tendono a prendere sul serio anche gli scherzi. Lo dico in base alla mia esperienza in quei mesi, quindi non mi sbaglio. Tutti dovrebbero essere in grado di distinguere gli scherzi dalle cose serie, o potrebbe accadere qualcosa di terribile. Proprio la situazione in cui mi ritrovavo in quel momento.

Aprii la mia cartella e tirai fuori il panino al prosciutto avuto dalla pubblica assistenza come spuntino.

Facendo il conto alla rovescia per l’inizio delle vacanze estive, chi doveva essere un motivo se continuavamo a ritrovarci lì….. oppure no. Lo dico perché la SOS Dan era stata fondata senza motivo, infatti, era stata creata proprio per la sua mancanza di significato. Sarebbe stato ancor più problematico se ci fosse una ragione. Invece di fare qualcosa di veramente stupido, era meglio se le cose fossero rimaste nel loro tranquillo stato senza senso, cosi da non aver troppo a cui pensare. “Mangerò anch’io qualcosa.”

Asahina, tanto scrupolosa da essersi preparata il suo thè, tirò fuori un cestino del pranzo davvero carino e si sedette di fronte a me.

“Non fate caso a me, ho appena mangiato in mensa.” Koizumi declinò.

Nessuno glielo aveva chiesto. Invece la fame di Nagato riguardava più la lettura di libri piuttosto che il cibo. Asahina prese del riso, che aveva una faccina sorridente disegnata con la crema, con le sue bacchette e disse: “Dov’è Suzumiya? Non è ancora arrivata.”

Non chiedermelo. Probabilmente è in giro a caccia di cavallette. [passatempo da bambini]

Dopotutto eravamo in estate.

Koizumi rispose al mio posto: “L’ho vista in mensa. Ha di certo un appetito sorprendente. Se tutto il cibo che si mangia fosse convertito in nutrimento, mi chiedo quanti erg potrebbero essere?” [unità di misura di energia e lavoro nel sistema CGS]

Non intendevo fare questo tipo di calcolo. Se voleva chiudersi in mensa, poteva starci fino a sera. “Non penso. Ha detto che oggi aveva un annuncio importante.”

Non capisco, come fai ad essere tanto allegro? Qualsiasi cosa sia il suo annuncio, non sarà nulla di buono per la società, e come potrebbe? La tua memoria disponibile è forse inferiore a quella di un floppy da cinque pollici?

“Inoltre, ad ogni modo, come fai a saperlo?”

Koizumi disse noncurante: “Hmm, mi chiedi come? Potrei dirtelo, ma Suzumiya preferirebbe dirtelo di persona. Sarebbe un bel problema se la contrariassi dicendotelo prima di lei. E’ meglio che stia zitto per il momento.”

“Non mi interessa, comunque.”

“Ah, davvero?”

“Si, perché dal tuo tono sembrerebbe che quell’idiota abbia in mente di nuovo qualcosa di stupido. Non so ancora per quanto durerà la mia tranquillità, ma sono sicuro che finirà presto…..”

Mentre stavo per continuare, fui interrotto dal violento sbattere della porta che veniva aperta. “Fantastico! Siete tutti qui!”

Gli occhi di Haruhi brillavano tanto quanto uno spettroscopio. [strumento utilizzato in chimica per osservare e misurare le radiazioni elettromagnetiche]

“Dato che oggi avremo una riunione importante, avevo deciso che tutti quelli che sarebbero arrivati dopo di me, sarebbero stati puniti, diventando un bersaglio per il lancio delle lattine. Ma sembrerebbe che tutti voi stiate migliorando il vostro spirito di squadra. Eccellente!”

Inutile dire che non sapevo che oggi ci sarebbe stata una riunione importante.

“Hai senz’altro un sacco di tempo libero.”

Cercavo di umiliarla.

“Ascolta. Il segreto di mangiare alla mensa scolastica è di andarci poco prima della chiusura. Così le vecchiette ti daranno qualche mestolo in più. Ma il tempismo è molto importante, sarebbe inutile se arrivassi quando è già finito tutto. Quindi oggi è davvero un giorno fortunato!”

“Davvero?”

Per quelli come me cha vanno di rado a pranzo in mensa, quest’informazione non è poi così utile, non importa con quanta generosità sia stata fornita.

Haruhi sedette sulla sedia del comandante.

“Ad ogni modo, lasciamo perdere.”

“Sei tu che hai iniziato il discorso.”

Haruhi mi ignorò e chiamò Asahina, che mangiava con cura con le sue bacchette.

“Mikuru, a cosa pensi quando si parla d’estate?”

“Huh?”

Asahina si coprì la bocca, masticando ed ingoiando il cibo che si era preparata.

“L’estate….um….. la festa dell’O-Bon?” [festa giapponese buddista in cui si onorano gli spiriti degli antenati, dal 13 al 15 Luglio nel Kanto, o ad Agosto nei dintorni di Tokyo, orami considerato più o meno come perodo definitivo]

Haruhi continuava a strizzare gli occhi di fronte a questa risposta tanto nostalgica e tradizionale.

“La festa dell’O-Bon? Che diavolo vuoi dire? Hai forse capito male? Non ti stavo chiedendo quello, dicevo, quando arriva l’estate, qual’è la prima cosa che ti viene in mente?”

Di che diavolo parli?

Haruhi disse come un dato di fatto: “Le vacanze estive! C’era bisogno di pensarci?”

Questo modo di pensare è forse un pò troppo diretto.

“E cosa ti fanno pensare le vacanze estive?” chiese in seguito Haruhi, poi guardò l’orologio mentre mimava il ticchettio dello scorrere del tempo: “Tick tock, tick tock.”

Forse sentendosi sotto pressione, Asahina iniziò a pensare freneticamente.

“Um, è, ah…. il mare!”

“Esatto! Ci sei quasi. E cosa ti fa pensare il mare?”

Cos’è, un indovinello?

Asahina abbassò lo sguardo: “Il mare, il mare……ah, i pesci sott’aceto?”

“Sbagliato! L’estate sarebbe già finita nel tempo che ci metti ad indovinare la risposta esatta. Quel che voglio dire è che dobbiamo fare una gita durante le vacanze!”

Fissando la faccia sorridente di Koizumi, mi arrabbiai sempre più .

Era questo l’importante annuncio di cui parlavi?

“Una gita?” chiesi lentamente.

Haruhi annui energicamente: “Si, una gita.”

Forse era normale per un club organizzare delle gite o quant’altro, ma era davvero giusto anche per noi? Non poteva obbligarci ad addentrarci fra le montagne per cercare dei misteriosi animali non identificati, che non sarebbero mai stati trovati. O forse si?

Guardai Asahina, e subito dopo Koizumi e Nagato, e osservai rispettivamente uno sguardo stupefatto, una faccia sorridente, e un volto inespressivo.

Poi dissi: “Una gita, huh…. Una gita per che cosa?”

“Per la SOS Dan.”

“Intendevo, cosa faremo?”

“Una gita.”

Cosa? Andare in gita solo per il gusto di farla. Non è la stessa cosa dire “il mal di testa fa male”, “il dramma è tragico”, oppure “friggere un pesce fritto”?

“Ma che importanza ha? In altre parole, il modo ed il risultato sono la stessa cosa. Dopo tutto un mal di testa fa male, chi ha mai sentito di qualcuno che ne fosse felice?”

Non so se ci fosse qualcosa che non andava nella grammatica che usava Haruhi, o se parlasse una lingua diversa. Ma il vero problema era la gita in sé.

“Dove hai intenzione di andare?”

“Andremo su un isola deserta, e sarà un isola deserta in mezzo all’oceano.”

Non ricordo di aver mai letto che il libro “Due anni di vacanze” fosse nel programma dei compiti estivi. [Romanzo di Jules Verne del 1888. Parla di quindici ragazzi che naufragano su un'isola deserta]

Che diavolo aveva mai letto per uscirsene con una simile idea?

“Avrei pensato ad alcuni posti.”

L’entusiasmo di Haruhi era palpabile.

“Ero preoccupata se andare in montagna o al mare. Inizialmente pensavo fosse meglio la montagna, ma l’unica occasione per isolarci in una baita in collina sarebbe in inverno durante una bufera di neve. Dopo tutto sarebbe stato un pò difficile.”

Forse dovresti provare ad andare in Groenlandia... no, la domanda è perché dovremmo voler fare una cosa simile?

“Vorresti andare in una baita in montagna solo per rimanerci bloccata?”

“Beh si! Altrimenti non sarebbe divertente. Ma lasciamo perdere la montagna! Terremo da parte l’idea per la gita invernale. Quest’estate andremo al mare, no, su un isola deserta!”

Non fissarti troppo con le isole deserte... pensavo, ma non avevo motivo di oppormi. Sarebbe stato inutile tentare di opporsi a lei e, vista la stagione, andare al mare mi suonava bene; inoltre ci saranno delle sorgenti termali in queste isole deserte lontane dalla terraferma, giusto?

“Certo che ci sono! Giusto, Koizumi?”

“Hmm, lo spero. Anche se si tratta di una sorgente termale naturale senza bagnini o chioschetti.”

Guardai velocemente Koizumi, con occhi pieni di sospetto.

Perché la stai aiutando con la recita?

“E’ perché...”

La spiegazione di Koizumi venne interrotta da Haruhi.

“Perché il luogo per la gita questa volta è stato messo a disposizione da Koizumi!”

Haruhi rovistò nel cassetto della scrivania e tirò fuori una fascetta colorata. Poi prese un pennarello e ci scrisse sopra “Vice Comandante”.

“Conseguentemente a questo successo, Koizumi, dovresti esserne onorato. Con questo ti promuovo Vice Comandante della SOS Dan!”

“ Te ne sono infinitamente grato.”

Koizumi accettò la fascetta con grazia. Mi guardò e mi fece l’occhiolino. Lasciatemelo mettere bene in chiaro, non ero nemmeno un po' geloso, proprio per niente. Chi mai vorrebbe un regalo tanto bizzarro?

“E’ tutto. Si tratta di un viaggio di quattro giorni e tre notti! Preparatevi mentalmente!”

Haruhi ci diede uno sguardo e disse : “E’ tutto gente!” pensando che fossimo tutti felici di questa decisione, e di certo non era il caso.

“Solo un attimo.”

Feci un passo avanti e parlai per il bene di Asahina e Nagato.

“Dove si trova l’isola? Messa a disposizione? Cosa significa? Perchè mai Koizumi metterebbe tutto questo a nostra disposizione?”

Koizumi, definito da Haruhi un misterioso studente trasferito, era di certo un tipo insolito e quest’organizzazione a cui appartiene era ancor più sospetta. Poteva essere che ci avrebbero portato in un qualche loro laboratorio di ricerca segreto, per provare ad eseguire in diretta delle autopsie su Haruhi e Nagato?

“Ho un lontano parente molto ricco” Koizumi sfoderò un sorriso benevolo.

“E’ così ricco da potersi comprare un isola deserta e costruirci sopra una tenuta. Il fatto è che, la tenuta l’ha già costruita. Ho giusto partecipato all’inaugurazione qualche giorno fa, ma visto che nessuno voleva affrontare un viaggio così lungo per arrivare in un posto simile, ha deciso di invitare alcuni parenti e amici. E qui è dove entro in gioco io.”

Era così strana quest’isola? Iniziai a ricordarmi della storia di “Robinson Crusoe” che lessi molto tempo fa.

“No, in principio era un isola deserta. Le vacanze estive si avvicinano, e se la SOS Dan ha in programma una gita, sarebbe più divertente andarci insieme. Il proprietario della tenuta sarà lieto di dare il benvenuto anche a noi.”

“Ed ecco tutto!” disse Haruhi.

Quel suo sorriso ci avrebbe messo nei guai.

“Un isola deserta! Un enorme tenuta! E’ un’occasione rara! Non vedo l’ora di andarci. E’ lo scenario perfetto per la SOS Dan!”

“Perché?” chiesi, “Un isola deserta e una tenuta, cos’hanno a che vedere con i tuoi adorati eventi misteriosi?”

Ahimé, Haruhi si era già persa nel suo mondo.

“Un isola deserta nel bel mezzo dell’oceano! E una tenuta! Koizumi, questo tuo parente è davvero un genio! Hmm, penso che andremo subito d’accordo.”

Gli unici che vanno d’accordo con Haruhi, sono per lo più delle persone strampalate. Il proprietario di quella tenuta lo era senz’altro. Non saprei dire se Nagato avesse sentito quanto aveva annunciato Haruhi, era facile dirlo di Asahina, che aveva smesso di mangiare, e aveva un’espressione stupita dipinta in volto.

“Non preoccuparti Mikuru. Potrai avere tutti i pesci sott’aceto che desideri là! Non ho forse ragione?”

“Cercherò di accontentarti.” disse Koizumi.

“Ecco come stanno le cose.”

Haruhi prese un’altra fascetta colorata dal cassetto del comandante. Non avevo idea di quante ne avesse preparate.

“Verso l’isola deserta! Laggiù ci aspettano un sacco di cose interessanti. E per la nostra missione quando saremo arrivati, ho già deciso!” disse mentre scriveva sulla fascetta col pennarello.

Le lettere erano scarabocchiate, ma sembrava ci fosse scritto “Capo Investigatore”.


“Mi piacerebbe sapere cosa stai architettando.”

“Niente davvero.”

Non tentare di negarlo, senza nemmeno batter ciglio.

Haruhi se n'era andata soddisfatta dell’annuncio, anche Asahina e Nagato avevano già lasciato la stanza del club ed erano tornate a casa. Eravamo rimasti solo io e Koizumi.

Quest'ultimo si scostò i capelli di lato e disse: “E’ vero. Anche se non l’avessi proposto, Suzumiya avrebbe comunque trovato un posto dove andare, giusto? Dato che le vacanze estive sono abbastanza lunghe. Non dirmi che pensi sarebbe stato meglio andare a cercare gli Tsuchinoko in mezzo alle montagne, invece di camminare sulla spiaggia?” [animale leggendario simile ad un serpente, lungo circa mezzo metro, ma con la parte centrale più larga della testa e della coda, con dei denti veleniferi come quelli di una vipera. Si dice che sia anche in grado di saltare. Sa parlare, tende a dire bugie ed adora l'alcool. Sarebbe in grado di ingoiare la propria coda per rotolare come una palla.]

“Uno Tsuchinoko...? ...scordatelo, non c'è bisogno che me lo spieghi. So che cos'è, almeno questo.” “Tre giorni fa ho incontrato per caso Suzumiya nella libreria di fronte alla stazione. L’ho vista fissare con insistenza una mappa del Giappone mentre consultava una sorta di rivista dei misteri che trattava di misteriosi animali non identificati.”

Una gita alla ricerca di UMA [unidentified misterious animals], huh? Non sembrava un bell’affare, ma la cosa più spaventosa era che lei si sarebbe davvero aspettata di trovare qualcosa di misterioso. “Sembrava che Suzumiya volesse portarsi a casa qualcosa. Avevo la sensazione che avrebbe iniziato con Monte Hiba. [Monte dove sarebbe stata seppellita Izanami, divinità dello shinoismo che sarebbe stata la madre delle otto grandi isole dell'arcipelago giapponese] Vista la situazione, per noi sarebbe meglio prendere il sole in riva al mare. Inoltre avevo già qualcosa in mente.”

Che coincidenza che tu avessi già qualcosa in mente. D’altraparte, comunque, fra guardare le ragazze in costume in riva al mare e arrampicarsi in montagna sotto il sole splendente, la differenza era chiara come il paradiso e l’inferno.

“La chiave è che questa è un’isola deserta privata, un così detto, ‘circolo chiuso’.”

Questo dovevo chiederlo. Chiedere quello che non si capisce è la miglior strategia.

“Che cosa sarebbe un ‘circolo chiuso’?”

Il sorriso di Koizumi non era poi così irritante. Se lo fosse stato, il problema sarebbero stati gli occhi della persona che lo guardava. Anche io lo sapevo.

“Forse c’è una somiglianza….” Koizumi sorrise e fece una breve pausa, “Sarebbe più appropriato chiamarla ‘Spazio Chiuso’?”

Non sapevo quanto potesse essere divertente la mia espressione, ma Koizumi stava ridacchiando. “Stavo scherzando. Un ‘circolo chiuso’ è un termine legato ai misteri. Vuol dire una situazione in cui tutti i contatti diretti col mondo esterno vengono a mancare.”

Spiegati in modo che tutti possano capire!

“Questa è una messa in scena da classico poliziesco. Per esempio, se fossimo andati a sciare prima di un inverno freddissimo...”

Oh si, Haruhi non aveva detto che le sarebbe piaciuto andare sulle montagne innevate?

“Andare in gita in montagna con la neve non sarebbe male, ma e se la più grande bufera di neve mai registrata fosse stata in arrivo?”

Se ci fossimo andati, qualcuno avrebbe controllato le previsioni del tempo, come prima cosa. “Questo è il problema. Siamo circondati da una bufera di neve e da spessi strati di neve e non c’è modo di andarsene dalla montagna, come nessuno può raggiungerci.”

Quindi pensa a qualcosa!

“Non c’è altra via d’uscita. E’ per questo che si chiama ‘circolo chiuso’. Date queste circostanze, succede sempre qualcosa. Credo, che la circostanza più ovvia sia che qualcuno venga assassinato. Così la messa in scena è pronta. Non c’è via d’uscita per il sospettato e le altre persone, e nessun nuovo personaggio può arrivare dall’esterno, e tanto meno la polizia. Non sarebbe divertente se dovessimo ricorrere alla scientifica per dare la caccia al sospettato.”

Come al solito cosa stava cercando di dire questo qua?

“Ah scusami. In altre parole, il tema della gita è coinvolgere Suzumiya in quest’evento misterioso.” Per questo aveva scelto un’isola deserta?

“Si un’isola deserta. Stavo pensando, probabilmente avrebbe pensato a una condizione per la quale l’isola fosse in qualche modo inaccessibile e, nel lasso di tempo in cui nessuno poteva fuggire, qualcuno sarebbe stato assassinato. Una tenuta in cima a una collina nel bel mezzo di una bufera di neve, oppure su un’isola deserta nel bel mezzo di un temporale tropicale sono degli ingredienti perfetti per un ‘circolo chiuso’, in cui non c’è modo che le autorità vengano coinvolte. La suprema messinscena per un crimine misterioso.”

“Sembra che la cosa ti diverta.”

Haruhi non perde il controllo solo durante l’estate, ma tu non dovresti incoraggiarla ulteriormente. E non lo dico per gelosia o per avere la fascetta di vice-comandante.

“Perché questa messinscena piace anche a me.”

Non volevo discutere con lui, ma questo lo dovevo dire, non mi piace per niente.

Koizumi ignorò il mio parere, e continuò preso come se stesse leggendo una tesi: “Pensa a questi ‘Capo Investigatori’. Generalmente quelli che svolgono una vita normale raramente vengono coinvolti in casi di omicidio inspiegabili.”

“Ha senso.”

“Tuttavia perchè questi racconti gialli finiscono per avere dei casi sconcertanti uno dopo l’altro? Ne sai il motivo?”

“Perche se così non fosse, non ci sarebbe una trama da scrivere.”

“Esatto, la tua risposta è assolutamente corretta. Queste cose succedono solo nell’immaginario o nei romanzi. Tuttavia prendere queste cose sul serio sarebbe molto divertente, dato che Suzumiya

vuole vivere nell’immaginario.”

Pensandoci bene, questo era il motivo per cui aveva fondato la SOS Dan.

“Affinchè ci si possa scontrare con tali eventi irreali e misteriosi, c’è bisogno di un luogo adatto. Perché è così che i detective in questi romanzi finiscono per ritrovarsi in queste situazioni. Quindi, ognuno diventa il protagonista dello sceneggiato in prima persona. Se uno desidera che simili cose succedano proprio davanti alla propria porta, deve o avere un parente che sia anche un brillante detective oppure essere lui stesso un poliziotto, oppure aspettare finchè pubblicheranno una serie di romanzi.”

Ha senso. So che Nagato adora i romanzi gialli, ma non sapevo che le piacessero anche i romanzi sul mistero. Riguardo Haruhi, credo le piacessero entrambi.

“Perchè un estraneo interpreti il ruolo di detective, c’è bisogno che sia trascinato inaspettatamente in tali circostanze, e che le risolva il più velocemente possibile.”

“Non è possibile che succedano tutte queste cose così all’improvviso.”

Koizumi annuì: “Si, la realtà non si evolve quasi mai come nei romanzi. Le possibilità di avere un intrigante stanza sigillata di un omicidio a scuola, sono davvero scarse. Quindi Suzumiya deve pensare di andare in un luogo con circostanze più favorevoli.”

L’espressione “stravolgere le cose” mi venne subito in mente.

“Ed il posto è il palcoscenico di questa gita - l’isola deserta. Per qualche motivo, la maggior parte delle persone lo ritiene il luogo più adatto per un omicidio misterioso.”

Cosa intendi per ‘la maggior parte delle persone’? La tua ‘maggior parte’ probabilmente non è che una minoranza.

“Dunque, avvenimenti strani accadono dove appaiono dei bravi investigatori. Non è una coincidenza, ma piuttosto, sono questi detective che possiedono l’innato potere di attirarsi questo tipo di cose. Non sono eventualità che si scelgono loro, ma piuttosto è la loro presenza che le scatena.”

Guardai Koizumi con l’aria di uno che avesse appena calpestato una lumaca di mare.

“Sei conscio di quello che stai dicendo?”

“Sono sempre adeguatamente consapevole. Non mi sarebbe mai venuto in mente un legame tra detective e circoli chiusi, sto solo cercando di assecondare il modo di pensare di Suzumiya. In parole povere, la premessa di questo viaggio è la sua volontà di diventare un detective.”

Cosa dovrebbe fare per diventare una brava detective? Sarebbe possibile se lei avesse scritto e diretto il tutto, interpretando allo stesso tempo sia il sospettato che l’investigatore.

“Almeno questo è meglio di dover andare in montagna a cercare gli Tsuchinoko o il Bigfoot. Ho solo detto a Suzumiya che conoscevo qualcuno che aveva costruito una tenuta su un isola deserta e che voleva invitare degli ospiti. Certo, non mi aspetto che qualcuno venga assassinato.”

Il sorriso rilassato di Koizumi e persino il suo fare spallucce, mi avevano irritato parecchio.

“Sto solo cercando di procurare un pò di divertimento a Suzumiya. Altrimenti, chi sa quali altre idee scaturirebbero dalla sua noia? In tal caso, per noi sarebbe più facile sistemare tutto preparandole in anticipo questa messinscena.”

“Noi?”

“Non ha niente a che vedere con ‘l’Organizzazione’. Anche se ho fatto rapporto giusto per essere sicuro. Posso essere un esper, ma sono prima di tutto uno studente liceale. Oltretutto, non c’è niente di male in una gita. E’ normale per uno studente delle superiori. Una gita con i tuoi migliori amici non è forse qualcosa che tutti non vedrebbero l’ora di fare?”

Andrebbe bene se Haruhi non vedesse l’ora di fare una gita normale. Non avrei da ridire se avesse scelto una normale fonte termale oppure una spiaggia vicino alla terraferma, ma perché proprio un’isola deserta? Stiamo parlando di Haruhi, probabilmente avrebbe portato con se ben due tifoni. ...Lasciamo perdere, non importa quanto lei sia sopra le righe, non è il tipo di persona che desidererebbe che qualcuno venisse assassinato, o ci sarebbero già cadaveri ammucchiati ovunque qui alla North High.

Sembrava ci fossero molte altre cose importanti da considerare, quindi mi immersi nei miei pensieri.

Quattro giorni e tre notti al mare in estate. Sabbia bianca, e probabilmente un pò di relax sotto il sole. Penso di poter sopportare un’estate simile, che ben venga, Mr Sunshine! Ah si, è bene che mi prepari per l’incantevole visione di Asahina in costume.

Il proprietario della tenuta fu molto generoso nell’offrirci vitto e alloggio gratis. Dovevamo solo pagarci il viaggio di ritorno dall’isola. E quindi ci incontrammo sulla banchina al porto, aspettando l’arrivo del nostro traghetto. Haruhi non stava già più nella pelle. Avevamo avuto appena il giorno prima la riunione di fine trimestre, in altre parole, quello era il primo giorno di vacanze estive. Sembrava che ai parenti di Koizumi non importasse quando avremmo deciso di partire, ma la partenza il giorno successivo dimostrò l'ansietà di Haruhi. Ogni mia speranza di godermi le vacanze estive in santa pace senza nemmeno essere obbligato a rivedere la sua faccia era andata in frantumi. Tutto ciò era a causa della sua presenza ed era anche il significato della sua esistenza.

“Ne è passato di tempo dall’ultima volta che sono andata su un traghetto.”

Abbassò i suoi occhiali da sole e diede uno sguardo al mare grigio all’orizzonte dalla banchina. I suoi capelli scuri e setosi svolazzavano con la brezza marina, mentre stava in piedi vicino al bordo dell’imbarco.

“Che nave enorme! E’ incredibile che una cosa così grande possa galleggiare.”

Asahina, che si portava due valige a mano, guardò con timore il traghetto. Indossava un abito intero bianco ed un cappello di paglia in testa. Questo la rendeva davvero carina. Avere il laccetto del cappello legato sotto il mento le si addiceva. I suoi occhi brillavano come quelli di un bambino, mentre guardava la vecchia imbarcazione, come fosse un’antica nave di legno riportata alla luce da degli archeologi. Forse nella sua epoca le navi non galleggiano sull’acqua.

“......”

Il volto di Nagato rimase inespressivo come al solito, mentre fissava il logo stampato sullo scafo. Per una volta, non indossava la sua uniforme, ma una maglietta a quadretti senza maniche. Con un ombrello giallo verdastro, dava l’impressione di essere una ragazzina debole appena uscita dall’ospedale. Avrei voluto avere con me una macchina fotografica. Se le avessi fatto una foto adesso, avrei potuto venderla a caro prezzo a Taniguchi.

“Il tempo è eccellente. E’ fantastico, si potrebbe dire che è il tempo ideale per navigare, anche se oggi viaggeremo in seconda classe.” disse Koizumi.

“Fa proprio al caso nostro.”

Non che le cabine siano poi così grandi. Anche se sarà un viaggio lungo, siamo ancora in anticipo di dieci anni per poterci permettere di avere delle cabine private. Dopotutto si tratta di una gita.

Tecnicamente, quella gita non era una visita d’istruzione o nulla di simile. Una gita giusto per il gusto di farne una non poteva esser considerata significativa. In genere ci sarebbe stato l’insegnante responsabile delle attività di un club ad accompagnarlo per un viaggio di istruzione. La SOS Dan non ne aveva uno. Questo perché non eravamo ancora stati riconosciuti ufficialmente come club dalla scuola. Sarebbe stato sorprendente se un insegnante ci avesse accompagnato. Alla North High non potevi nemmeno costituire un’associazione senza un insegnante responsabile. Secondo la mia supposizione, anche se un professore avesse accettato di diventare il responsabile della SOS Dan, Haruhi lo avrebbe trovato superfluo. Altrimenti ne avrebbe già rapito uno, proprio come aveva fatto con noi.

Mentre mi stiracchiavo, Asahina venne lentamente verso di me. I suoi occhioni rotondi divennero persino più rotondi.

“Come può galleggiare una barca tanto grande?”

Come galleggiava? Oltre alla sua spinta idrostatica, non credo ci fosse altro. Non insegnavano la fisica nell’epoca di Asahina?

“Davvero? Spinta idrostatica…. Hai ragione. Capisco. Quindi questo è ciò che significa essere all’oscuro di ciò che ci circonda …”

Di cosa stai parlando?

Asahina annuì seria.

Proverò a chiederglielo. Una domanda non farà male a nessuno.

“Ahem … Asahina, nel futuro le barche navigano utilizzando delle tecnologie più avanzate?”

“Um … pensi che potrei dirtelo?”

Sentendo con che tono lo aveva detto, scossi la testa.

Non credo proprio.

Cercai di fare un'altra domanda: “C’è ancora il mare?”

Asahina si tenne il bordo del cappello ed inclinò la testa: “Um, si, c’è un mare.”

“E’ bello sentirlo dire.”

Non sapevo se provenisse da un futuro prossimo o remoto, ma è senz’altro piacevole sentire che in futuro la Terra non diventerà desertica, ovviamente, sempre se il mare sarà più pulito di quanto lo sia adesso.

Avrei voluto avere più informazioni utili da questa viaggiatrice del tempo.

“Kyon! Mikuru! Cosa state facendo? E’ ora!” gridò Haruhi ad alta voce, dicendoci che era il momento di imbarcarsi.


A proposito, quel giorno ero in ritardo all’appuntamento. La mattina, mentre stavo per uscire di casa, mi accorsi che la mia valigia era più pesante del normale, così la aprii e diedi un occhiata. Invece dei miei vestiti e del necessario per il bagno, c’era dentro mia sorella. La sera prima, continuava a gridare: “Voglio venire anch’io!”, dopo che mi ero lasciato scappare che andavo in gita con Haruhi e gli altri. Avevo passato due ore cercando di farla calmare, ma mai avrei pensato che si infilasse nella mia valigia. Tirai fuori mia sorella dalla valigia e le chiesi dove avesse nascosto tutta la mia roba. C’era voluto un bel po’ sia con le buone che con le cattive maniere, visto che aveva deciso di rimanere in silenzio. “Se non me lo dici non ti comprerò più regali! Userò quei soldi per offrire il pranzo a tutta la SOS Dan!”

La SOS Dan si raccolse in un angolo della cabina di seconda classe, a chiacchierare, mentre mangiavamo il pranzo che avevo comprato. In realtà, Haruhi e Koizumi erano gli unici due che parlarono per tutto il tempo.

“Quanto manca all’arrivo?”

“A giudicare dalla velocità del traghetto, direi circa sei ore. Secondo i piani, ci aspetteranno al porto. Poi prenderemo il loro motoscafo e ci metteremo circa mezz’ora per arrivare all’isola deserta con la tenuta in cima. Non ci sono mai stato, così non sono sicuro di come potrà essere.”

“Scommetto che sarà una tenuta particolarissima. Conosci il nome dell’architetto che l’ha progettata” chiese Haruhi.

“Non ho fatto domande troppo specifiche, però ricordo che ha detto di aver assunto un architetto apposta per realizzarla.”

“Non vedo l’ora.”

“Sarebbe fantastico se corrispondesse alle tue aspettative, ma non ne sono certo nemmeno io, dato che non l’ho mai vista prima. Ma costruire una tenuta su un’isola deserta non è da tutti, quindi in qualche modo sarà senz’altro eccezionale. Sarà perfetta.” disse Koizumi, ma certamente io non lo speravo.

Se il piano del progetto fosse stato come Haruhi se lo immaginava, allora penso che l’architetto sarebbe probabilmente rimasto in piedi almeno tre notti di fila, sotto l’effetto dei fumi dell’alcool, annuendo ogni tanto mentre disegnava con aria sonnolenta. Non volevo stare in una casa simile, una normale pensione mi sarebbe stata più congeniale.

Solo una tradizionale colazione giapponese per me, grazie. Se la tenuta avesse un nome, probabilmente Haruhi diverrebbe un serial killer giusto per scatenare qualche evento.

“Un isola! E una tenuta! Niente di meglio per una gita della SOS Dan. Siamo diretti verso una perfetta vacanza estiva.”

Mentre Haruhi diventava sempre più entusiasta, il resto della SOS Dan non poteva che osservarla in silenzio.


Oltre al dondolio delle onde che guardavamo da sottocoperta attraversò l’oblò, non c’era nient’altro da fare, quindi seguimmo il consiglio di Koizumi e giocammo a carte. Quest’ultimo, che perse dall’inizio alla fine, dovette offrire da bere a noi cinque. Presi la mia bibita e bevvi in silenzio.

Non potevo farci niente ma avevo una brutta sensazione pensando all’isola deserta che ci aspettava. Sembrava che anche Asahina percepisse la stessa cosa.

Haruhi disse, dopo aver finito il suo succo in due sorsi: “Mikuru, hai una cera terribile, soffri mal di mare?”

“No….. quello ….. ah, forse.” rispose Asahina, poi Haruhi le disse, “Non va bene, è meglio che tu vada fuori a prendere un po’ d’aria. E’ fantastico godersi la brezza marina fuori sul ponte. Avanti andiamoci!”

Afferrò la sua mano di e sorrise: “Non preoccuparti non ti spingerò in mare. Hmm… anche se non sarebbe una cattiva idea. L’improvvisa sparizione di una passeggera.”

“Eh!?”

Haruhi le diede una pacca sulle spalle irrigidite.

“Stavo solo scherzando! Non sarebbe per niente divertente. Sarebbe più eccitante se il traghetto si scontrasse con un iceberg o fosse attaccato da un calamaro gigante. Non sono il tipo di persona che ama mettere nei guai gli altri per divertirsi!”

Penso che controllerò dove sono le scialuppe di salvataggio. Certo non credo proprio che un iceberg arriverebbe così vicino al mare del Giappone nel bel mezzo dell’estate, ma è possibile che delle creature marine sconosciute possano attaccarci all’improvviso.

Guardai Koizumi: Se un mostro ci attaccherà contiamo su di te!

Non so se potesse leggermi il pensiero, ma rispose con un sorriso, mentre Nagato fissava il muro. Haruhi continuò senza sosta: “Gli eventi principali ci spettano sull’isola, naturalmente! Koizumi, ne sarò delusa?”

“Non c’è una definizione precisa di quel che può verificarsi.” disse Koizumi con calma, “Anche io spero che sarà una gita piacevole.”

Sfoderò un sorriso enigmatico. Anche se era la sua solita espressione, fissai insistentemente l’esper, cercando di intuire cosa ci fosse sotto la maschera. Ci rinunciai presto. Il sorriso di quel ragazzo era uguale allo sguardo inespressivo di Nagato - impossibile da decifrare. Davvero, avrebbe dovuto mostrare un pò di più i suoi sentimenti. Certamente non in modo così lampante come faceva Haruhi. Canticchiava una canzoncina inventata da lei, mentre trascinava Asahina fuori dalla cabina. Quest’ultima si guardò intorno più volte, sperando che le seguissi, forse ci pensai su troppo, ma non volevo guastare l’umore di Haruhi, così le lasciai andare. Per quanto potesse essere fuori di testa, prima che Asahina potesse cadere in mare, la avrebbe salvata. Pregai guardando verso il cielo. Poi usai la mia valigia come cuscino e mi sdraiai.

Ci sveglieremo presto domattina, quindi è meglio che mi riposi un pochino.


Sognai di fare qualcosa di strano, ma mentre mi chiedevo cosa fosse, fui svegliato dalle imponenti onde radio di Haruhi: “Basta dormire, idiota! Svegliati! Sei sicuro di essere davvero pronto per questa gita? Se già dormi durante il viaggio, cosa potremo mai aspettarci da te?”

Sembrava che mentre dormivo, il traghetto fosse quasi arrivato all’isola di interscambio. Mi sentivo come se avessi appena subito una perdita irrecuperabile.

“Il primo passo è il più importante! Devi metterci il cuore per apprezzare le cose. Guarda gli altri. Le loro aspettative per questa gita si riflettono nel luccichio dei loro occhi!”

Seguii la direzione indicata dal dito di Haruhi verso i tre servi che si preparavano a portar giù i loro bagagli dal traghetto.

Il giovane sorridente disse: “Dagli tregua, Suzumiya, sta cercando di mettere da parte le energie per la gita. Chi lo sa, forse ha intenzione di trascorrere tutta la notte a pensare a come farci divertire poi!”

Ascoltai l’irrilevante spiegazione di Koizumi, mentre osservavo l’espressione da bambolina di Nagato e gli occhioni da ciucciolotto di Asahina, cercando di intravedere il luccichio nei loro occhi. “Già ci siamo?” borbottai.

Un lungo viaggio in barca, con tutti i membri della SOS Dan intorno… no, lasciamo stare gli altri. Avevo assecondato il mio desiderio e mi ero schiacciato un lungo pisolino. Come risultato persi però l’occasione di trascorrere un po’ di tempo con Asahina nell’elegante cabina. Dannazione, era così frustrante. Come potevo lasciar finire le mie vacanze estive a quel modo? In più il solo ricordo che avevo di questo viaggio era l’aver giocato a carte. Non avrei forse dovuto fare qualcosa di più interessante sul traghetto? Come chiacchierare con gli altri sul ponte mentre la leggera brezza marina soffiava dolcemente? Sentivo davvero di dovermi prendere a calci per esser stato così dormiglione. Mi misi le mani in testa, ancora mezza addormentato, mentre mi condannavo all’infinito.

Click!

Una luce brillante mi stordì. Voltai lo sguardo in direzione del rumore, per vedere Asahina che teneva in mano una macchina fotografica, con un sorriso adorabile dipinto sul suo volto angelico: “Hee hee! Ti ho fatto una foto mentre ti svegliavi.”

Aveva l’espressione di una scolaretta che aveva appena messo a segno uno scherzetto.

“Ti ho anche fatto delle foto mentre dormivi. Devi aver dormito davvero profondamente.” Improvvisamente mi sentivo rinato.

Perché Asahina mi aveva fatto delle foto di nascosto? Poteva essere che voleva assolutamente avere delle mie foto? Voleva forse mettere le mie foto in una cornicetta carina e mettersela di fianco al cuscino, così da potermi augurare la buona notte tutte le sere? Si, non sarebbe stata per nulla una cattiva idea.

Davvero, se voleva una mia foto, mi sarei volentieri messo in posa per lei! Anche se le avessi dovuto dare il mio album di foto disperso in giro da qualche parte, non mi sarebbe per nulla dispiaciuto.

Comunque, mentre concepivo queste ipotesi, Asahina porse la macchina fotografica ad Haruhi. “Kyon, perché quel largo sorriso? Sembri un idiota. Togliti subito quell’espressione dalla faccia.” Iniziò a guardarsi intorno, come se volesse vendere delle foto esclusive ad un giornale. Poi ritirò la macchina fotografica nella sua borsa. “Ho permesso a Mikuru di essere il sostituto fotografo della SOS Dan. Queste foto non sono un gioco! Quello che voglio è un registro delle nostre attività per i posteri, pronto per essere consultato. Questa sciocchina ha solo scattato delle inutili foto, quindi da ora in poi seguirà le mie indicazioni.”

Allora, quale valore informativo potrebbe esserci nello scattarmi delle foto mentre dormo e quando mi sveglio?

“Visto che non hai il senso delle priorità, ho intenzione di diffonderle ovunque come ammonimento! Ascolta! E’ immorale e contro le leggi della SOS Dan dormire profondamente quando il comandante non stia dormendo anche lui!”

Haruhi mi fissava con un’espressione che non ero sicuro se stesse scherzando oppure se mi stesse minacciando. Sapevo che era inutile chiederle da dove fossero venute fuori le sue regole, non sarebbero comunque state scritte. Dovevo assecondarla in ogni caso.

“Bene. Quindi vuoi dire che se non vogliamo che le nostre facce appaiano ovunque, non abbiamo il permesso di addormentarci prima di te, vero? In tal caso se mi addormentassi dopo di te, vorrebbe dire che ti potrei disegnare i baffi?”

“Cosa stai dicendo? Hai davvero intenzione di fare delle cose tanto infantili? Lascia che lo metta in chiaro, io posso restare sempre vigile. Posso renderti pan per focaccia anche mentre dormo. Inoltre rischieresti la pena di morte se cercassi di fare qualche stupidaggine al comandante.”

Hey, Haruhi il numero dei paesi sviluppati in cui è ancora in vigore la pena di morte è una minoranza. Cosa ti fa pensare?

“Perché dovrei commentare il sistema giuridico degli altri paesi? Quello che conta non sono alcuni paesi stranieri, ma l’isola in cui stiamo andando!”

Pregai affinché non accadesse nulla, mentre appoggiavo la mia valigia.

La barca sbattè con violenza. Forse eravamo già arrivati al porto. Gli altri passeggeri si erano diretti verso l’uscita in gruppetti da due o tre.

“Un isola misteriosa, huh……. ?”

Che genere di isola ci aspettava?

Speriamo che non sia un isola apparsa improvvisamente nell’oceano, o una che si possa inabissare da un momento all’altro.

“Non ti preoccupare.” Koizumi annuì come se mi avesse appena letto nel pensiero, “L’isola non ha nulla di speciale, è solo molto lontana dalla terraferma. Non ci sono mostri né scienziati pazzi, questo lo posso garantire.”

Le garanzie di quel tipo non significavano niente per me. Guardai in silenzio il volto pallido di Nagato pieno di dubbi.

“...”

Anche lei mi rispose con il suo silenzio. Se fossero apparsi dei mostri, ci avrebbe probabilmente aiutato a sconfiggerli.

Conto su di te, alieno.

La barca venne scossa di nuovo bruscamente.

“Kyaa!”

Senza batter ciglio, Nagato acchiappò Asahina, che aveva perso l’equilibrio e stava per cadere.


Là ad aspettare il nostro arrivo c’erano un maggiordomo ed una cameriera.

“Salve, signor Arakawa, da quanto tempo.” disse Koizumi ad alta voce, alzando il braccio per salutarli.

“Anche lei, signorina Mori. Grazie per essersi disturbata a venirci a prendere.”

Poi Koizumi si volse e ci guardò, con le nostre bocche spalancate e fece spallucce in modo ridicolo, neanche fosse un attore che cercasse di far colpo sul pubblico, il suo sorrisone quattro volte più grande del solito.

“Permettetemi di presentarveli. Il signor Arakawa e la signorina Mori sono il maggiordomo e la cameriera della nuova tenuta e sono incaricati di prendersi cura di noi. Ah si, dovreste averlo già dedotto dal loro abbigliamento.”

Facile da intuire. Guardai le due figure che stavano in piedi davanti a noi dopo averci fatto un inchino. Credo che in questa situazione, il termine giusto sarebbe ‘affascinante’.

“Dev’esser stato un lungo viaggio per tutti. Io sono Arakawa, il maggiordomo.”

L’anziano gentiluomo dai capelli, baffi e sopracciglia bianchi, che indossava un abito da sera, ci salutò e si inchinò di nuovo.

“Io sono la cameriera, Mori Sonou. Piacere di conoscervi.”

La signora che gli stava dietro si inchinò a sua volta nello stessa angolatura, e poi entrambe alzarono lo sguardo nello stesso momento. Uno si chiederebbe se lo avessero provato innumerevoli volte.

Il signor Arakawa sembrava avere una certa età, ma era difficile dire esattamente quanti anni avesse; mentre la signorina Mori sembrava molto giovane. Sembrava avesse la nostra età, o era il trucco a renderla più giovane? O forse era semplicemente nata con quest’aspetto giovanile? “Maggiordomo e cameriera?” mormorò Haruhi sorpresa; la mia reazione fu simile alla sua.

Non sapevo che queste professioni esistessero in Giappone. Pensavo avessero solo un’esistenza concettuale, essendo già state sorpassate.

Capisco. Sembrerebbe che le due persone in piedi con grazia di fronte a Koizumi siano davvero un maggiordomo ed una cameriera.

Ci somigliavano molto, almeno dopo aver sentito le loro presentazioni, uno penserebbe, Ah … capisco. Stanno davvero così le cose.

Specialmente la cameriera, Mori, se mi ricordo bene. Non importa l’aspetto, era sempre una cameriera. Dato che era vestita con gli abiti tipici di una cameriera. Questo veniva dalla mia esperienza di diversi mesi ad osservare tutti i giorni Asahina vestita in quel modo nella stanza del club, quindi posso garantirlo. Sia Arakawa, che Mori non sembrava fossero vestiti a quel modo solo per far divertire Haruhi, ma sembrava fossero così proprio per lavoro.

“Wah...”

Asahina rimase senza fiato e semplicemente li fissò con timore - più specificatamente, fissava Mori. Era per metà piena di soggezione e per il trenta per cento turbata. Mentre il restante venti per cento? Credo fosse un pò invidiosa. Dopo esser stata costretta da Haruhi ad indossare quel costume ogni giorno, doveva aver iniziato inconsciamente a compiacersi di essere una cameriera. Nagato in questo momento era inespressiva, ed il suo sguardo lo stesso di sempre. Eppure i suoi occhi passivi e vitrei rimasero piantati a fissare i due professionisti.

“Adesso allora …” Arakawa ci invitò con al sua voce da tenore dell’opera, “La barca è pronta a portarci all’isola del nostro padrone. Il viaggio durerà circa mezz’ora. Dato che si tratta di un’isola deserta, mi scuso per l’incomodo arrecato.”

Anche Mori si inchinò. Mi sentii prudere ovunque per qualche strano motivo. Volevo davvero dire loro che non eravamo così importanti da meritarci di ricevere un servizio tanto elegante. Koizumi poteva davvero essere il figlio di qualche milionario? Pensavo che fosse semplicemente un esper che poteva utilizzare i suoi poteri solo saltuariamente. Mi chiedo se ci fossero delle persone che lo chiamavano “Signorino” ogni volta che rientrava a casa.

“Non è davvero un problema!” disse Haruhi felice, spazzando via tutti i miei interrogativi. Guardando meglio, aveva il sorriso di qualcuno che aveva appena imbrogliato qualche ignaro sponsor per finanziare il proprio film. Hmm…

“Ma stiamo scherzando, un isola deserta! Non ci dispiacerebbe per niente nemmeno se ci volesse qualche ora, figuriamoci per solo mezz’ora! Un isola deserta nel bel mezzo dell’oceano è proprio dove volevo andare. Kyon, Mikuru, voi due dovreste essere felici. C’è una tenuta sull’isola e persino un maggiordomo ed una cameriera alquanto bizzarri! Probabilmente non troverete mai un isola simile in tutto il Giappone.”

Certo che no.

“Wah! E’…è… è fantastico …. I … i … io non sto più nella pelle.”

Lasciando Asahina da parte, forzata da Haruhi a mostrarsi entusiasta, in effetti il fatto che Haruhi definisse qualcuno bizzarro, proprio in sua presenza, era davvero maleducato. Tuttavia quei due sorrisero semplicemente. Forse in qualche modo bizzarri lo erano davvero.

Ragazzi, quella gita in sé era bizzarra. Ed in fatto di stramberie, la SOS Dan era avanti anni luce rispetto chiunque altro, dunque non potevo di certo criticare nessuno. Però non avevo intenzione di permettere che Haruhi la passasse sempre liscia.

Guardai Koizumi, che stava chiacchierando con il maggiordomo Arakawa, mentre Mori stava in piedi in silenzio con la mani incrociate, osservando tranquillamente il mare di fronte a lei. Era calmo ed il cielo sereno.

Non penso che un tifone sarebbe potuto arrivare tanto presto. Ritorneremo mai nell’entroterra giapponese tutti interi?

Il calmo sguardo impassibile di Nagato sembrava sempre affidabile. Mi sentivo così inutile.


Arakawa e Mori ci condussero ad un piccolo molo non molto lontano dal porto. Inizialmente mi ero immaginato una piccola imbarcazione, ma lì di fronte a noi c’era parcheggiato un motoscafo privato, che ondeggiava dolcemente e serenamente sull’acqua. La barca era talmente elegante che non osai chiedere quanto potesse costare. Improvvisamente ebbi l’impulso di volerci andare a pescare.

Per colpa del mio sognare ad occhi aperti, quando vidi Koizumi accompagnare sia Asahina, che era stupefatta dalla vista del motoscafo, che Nagato, che semplicemente lo fissava inespressiva – tralasciando Haruhi, che era saltata a bordo senza pensarci due volte - sentii un forte senso di rammarico per l’occasione persa, che non si sarebbe più ripresentata. Quello avrebbe dovuto essere compito mio!

Fummo accompagnati in cabina e, prima ancora che potessimo ammirare la cucina in stile occidentale, il motoscafo era già partito dal porto. Sembrava che al giorno d’oggi i maggiordomi avessero la patente nautica, dato che era Arakawa a guidare.

Mori sedette di fronte a me mostrandomi un sorriso gentile, come fosse un elemento decorativo della barca. Il costume da cameriera sembrava trendy e pericoloso allo stesso tempo. Avevo la sensazione che il suo abito fosse più fine rispetto a quello che Haruhi faceva indossare ad Asahina ogni giorno nell’aula del club, ma dato che non ero troppo esperto di quella professione, non ne ero proprio del tutto certo.

Non ero l’unico a sentirsi a disagio. Anche per Asahina era lo stesso. Era già da un pò che fissava quell’indumento, con espressione nervosa. Stava forse studiando il comportamento di una cameriera vera, in modo da poter imparare dei nuovi trucchi da riutilizzare nell’aula del club? Lei era il genere di persona che prendeva sul serio le cose più inaspettate.

Nagato si sedette davanti, senza muoversi. Koizumi aveva un’espressione noncurante, e rimase sorridente come al solito.

“Questa è una buona barca, forse pescare non sarebbe una cattiva idea?”

A chi lo stava suggerendo, comunque?

Per quanto riguardava Haruhi… “Hey, sai se la tenuta ha un nome?”

“Non sono sicuro di capire cosa intendi.”

“E’ conosciuta come La Casa della Morte Nera, La Villa Lillà, Castello Koketsu, o simili?”

“Nulla di tutto questo.”

“Ci sono state delle storie spaventose come delle trappole nascoste nella tenuta, o l’architetto assassinato, o una stanza dalla quale nessuno esce vivo?”

“Non ho mai sentito nulla di simile.”

“Allora, storie del proprietario che indossa una maschera, o che ha tre bizzarre sorelle che vede solo nella sua mente, e che poi spariscono senza lasciar traccia?”

“No.” aggiunse il maggiordomo, “Non per il momento, comunque.”

“Quindi, questo significa che è possibile che queste cose un giorno accadano?”

“Forse.”

Quest’uomo stava forse cercando di assecondarla?

Mentre la barca accelerava, Haruhi era sgattaiolata sottocoperta ed aveva avuto la precedente succitata conversazione con Arakawa. Dal contenuto del dialogo che potei captare fra il rumore del motore e delle onde, sembrava avere delle aspettative eccessive nei confronti della tenuta sull’isola. A proposito, perché voleva avere delle specifiche tanto strane riguardo un’isola tanto lontana dalla terraferma? Non sarebbe stato sufficiente pensare a nuotare, fare delle passeggiate, conoscersi meglio, e poi fare ritorno felici e contenti? Lo speravo proprio.

Forse era già troppo tardi. Mai avrei pensato che ci sarebbero stati un maggiordomo ed una cameriera. Era stato persino più inaspettato di un attacco da parte di uno squalo in una piscina pubblica. Quindi forse non sarei stato troppo sorpreso se il proprietario della tenuta avesse indossato una maschera o avesse avuto degli altri ospiti bizzarri. Quali altre sorprese aveva in serbo per noi Koizumi?

“Ah! La vedo! E’ quella la villa?”

“Sì, è la tenuta.”

Le urla di Haruhi rombarono come un tuono che mi trafisse il cuore.


La mansione sembrava alquanto ordinaria vista dall’esterno. Il sole tramontava ad ovest, ma c’era ancora tempo prima del crepuscolo. La tenuta si stagliava alla luce del sole al tramonto. Sembrava emergere nel suo splendore; non avrei mai pensato di mettere piede in un posto simile.

L’edificio, in cima alla ripida collinetta, sembrava davvero qualcosa che solo una persona ricca avrebbe potuto costruirsi come rifugio estivo. Non c’era nulla di sospetto riguardo alla sua architettura, non sembrava un castello medievale europeo, non aveva delle rose con le spine che circondavano le pareti esterne, e non c’erano delle strane torri annesse - e certamente, nessun fantasma.

Come ci aspettavamo, Haruhi fece una faccia come se avesse appena ingoiato una cipolla, pensando che fosse roast beef, mentre guardava tetramente la tenuta (Haruhi l’aveva chiamata villa) [in inglese scrivono proprio villa].

“Non era quello che mi ero immaginata. L’aspetto esteriore è un fattore importante, l’architetto aveva almeno un pò d’esperienze e conoscenze nel campo, quando l’ha costruita?”

Rimasi dietro ad Haruhi sottocoperta, guardando la vista sull’isola. Fui trascinato fuori a forza da lei, a proposito.

“Kyon, cosa ne pensi? E’ un isola deserta, tuttavia l’edificio sembra più che ordinario. Non pensi sia un peccato?”

In effetti stavo pensando che non c’era motivo di costruire una tenuta così lontano. Ci sarebbe voluta più di un ora con il motoscafo privato per arrivare al più vicino supermercato e fare ritorno. Cosa si sarebbe potuto mangiare se fosse venuta fame nel bel mezzo della notte? Sembrava non ci fossero nemmeno dei distributori automatici di bibite.

“Sto parlando dell’atmosfera! Ho sempre pensato fosse una di quelle ville intrise di soprannaturale, ma a giudicare dall’aspetto, non è altro che una tenuta estiva! Il nostro obiettivo non era andare da qualche amico ricco a divertirci.”

Spostai i capelli di Haruhi, che svolazzando a causa del vento, mi finivano sul viso.

“Questo è quel che si definisce una gita scolastica. Cosa ti aspettavi? Di andare all’avventura? O volevi simulare un naufragio su un isola deserta?”

“Hmm, non sarebbe una cattiva idea. Includerei anche l’esplorazione dell’isola come parte dell’itinerario. Chi lo sa, potremmo essere i primi a scoprire una nuova specie.”

Oh no, avevo solo alimentato il luccichio negli occhi di Haruhi.

Oh isola, ti prego, per favore, non venirtene fuori con qualche brutto scherzo.

Mentre pregavo l’isola lussureggiante…

“Le isole qui intorno, a quanto pare, si sono formate a causa dell’attività di qualche antico vulcano.” disse Koizumi andandosene lentamente. “Oltre a delle nuove specie, potremmo trovare dei manufatti antichi. Sono stati rinvenuti dei manufatti lasciati da antichi giapponesi, su altre isole. Non lo trovi drammatico?”

Non vedo alcun legame fra le opere dei nostri predecessori e questa nuova tenuta, ma non ho intenzione di dare la caccia agli Tsuchinoko o di scavare alla ricerca di qualche tesoro. Perché non ci dividiamo? Haruhi e Koizumi possono andare a ad esplorare l’isola, mentre io resterò indietro con Asahina e Nagato a farmi una passeggiata sulla spiaggia. Davvero una buona idea.

“Huh? C’è qualcuno laggiù!” Haruhi indicò un pontile di nuova costruzione.

Sembrava esser stato costruito appositamente per questo motoscafo, dato che non vi erano altre barche attraccate. Una persona stava sul bordo della banchina salutandoci. Sembrava un uomo. Haruhi istintivamente ricambiò il saluto.

“Koizumi, è il proprietario della villa? Sembra abbastanza giovane.”

Koizumi salutò e disse: “No, è un altro ospite che è stato invitato oltre a noi. Credo che sia il fratello del proprietario. L’ho visto una sola volta prima d’ora.”

“Koizumi,” lo interruppi: “Avresti dovuto dircelo prima! Non si era parlato di altri ospiti oltre a noi.”

“L’ho scoperto anche io adesso.” Koizumi fece spallucce tranquillo. “Non c’è bisogno di preoccuparsi! E’ un tipo simpatico. E certamente lo è anche il proprietario, il signor Tamaru Keiichi.”

Questo Tamaru Keiichi era una persona alquanto eccentrica. Aveva costruito una tenuta in un’area tanto remota solo per trascorrerci l’estate. Era un lontano parente di Koizumi, tipo il cugino di sua madre o di suo padre o qualcosa del genere. Non sono molto sicuro riguardo i dettagli, ma avevo sentito che aveva avuto abbastanza successo nel campo della biotecnologia e che stava raccogliendo i frutti di questo suo successo. La sua ricchezza dev’esser stata tanto enorme che non sapeva come spenderla tutta, altrimenti non avrebbe mai costruito una simile tenuta.

Il motoscafo rallentò gradualmente mentre si avvicinava al pontile, finché lo vedemmo in viso. Indossava abiti giovanili, aveva circa vent’anni. Probabilmente era il fratello di Tamaru Keiichi.

Il maggiordomo è Arakawa, la cameriera è Mori Sonou.

Rimane il proprietario della tenuta, Tamaru Keiichi.

Il cast di quella gita era al completo?


Avendo trascorso qualche ora dondolando sulla barca, nel momento in cui mettemmo piede a terra, ci sembrava che il suolo si stesse ancora muovendo.

Il giovane aveva un sorriso affabile e corse verso il motoscafo per salutarci.

“Ah, Itsuki, da quanto tempo.”

“Lo stesso vale per te, Yutaka. Grazie per essere venuto.” rispose, poi incominciò a presentarci uno ad uno.

“Questi sono gli amici che si sono presi cura di me a scuola.”

Non ricordavo di essermi mai preso cura di lui, ma Koizumi indicava proprio noi, lì allineati in fila.

“L’allegra ragazza qui presente è Suzumiya Haruhi. E’ davvero un’amica incredibile. E’ alla mano e piena di energie. Dovrei prendere in prestito un pò della sua sicurezza.”

Che presentazione è mai questa? Sto sudando freddo sulla schiena. E Haruhi, pure tu. Perché indossi quella falsa maschera cordiale? Le tue cellule cerebrali sono forse state danneggiate dal troppo ondeggiare sulla barca?

“Sono Suzumiya. Koizumi, qui è un insostituibile membro della mia brig… Volevo dire associazione. E’ stato lui ad invitarci sull’isola. E’ davvero un vice comandante affidabile… Volevo dire presidente. Hee hee.”

Koizumi ignorò la mia aura ostile e continuò le presentazioni su questa falsa riga: “Questa è Asahina. Come vedi è l’idolo dolce e bellissimo della nostra scuola. Il suo sorriso basta a riportare la pace sulla Terra.”

Oppure: “Questa è Nagato Yuki. I suoi voti sono tanto eccellenti che tutti la considerano come un’enciclopedia mai vista prima al mondo. Non parla molto, ma in questo sta il suo fascino.” Continuò con enfasi le sue presentazioni esagerate di tutti i membri, quasi come stesse leggendo da uno schedario invisibile di una qualche agenzia. Naturalmente ero incluso anche io nella sua scadente presentazione, ma preferisco sorvolare.

Con un sorriso che si addiceva ad un parente di Koizumi, Yutaka disse: “Benvenuti a tutti, sono Tamaru Yutaka, in questo momento sono solo un dipendente che dà una mano nell’impresa di mio fratello. Itsuki mi parla sempre molto di voi. Ero molto preoccupato per lui, dato che si era dovuto trasferire improvvisamente in un’altra scuola. E’ fantastico che si sia già fatto così tanto buoni amici.”

“Bene, dunque.” L’allegra voce di Arakawa risuonò alle nostre spalle. Girandomi, vidi il maggiordomo e Mori Sonou che prendevano i nostri bagagli e scendevano dal motoscafo.

“Il sole qui è un pò troppo forte. Posso proporre di spostarci nella tenuta?”

Yutaka annuì e disse: “Hai ragione, mio fratello ci sta aspettando tutti quanti. Portiamo anche i bagagli, vi do una mano”

“Noi ce la facciamo. Yutaka potrebbe aiutare Arakawa e Mori, invece? Hanno comprato molte provviste dall’isola maggiore.” disse Koizumi sorridendo.

Yutaka ricambiò il sorriso.

“Non vedo l’ora di pranzare!”

Dopo i convenevoli, seguimmo Koizumi, che era in testa, dirigendoci verso la tenuta in cima alla scogliera.

Ripensandoci, le cose già si stavano mettendo in modo strano sin dall’inizio. Certo, sto parlando con il senno di poi.


Alla fine della scalinata, ripida quanto il monte Fuji, si trovava la tenuta. Probabilmente ad Haruhi non aveva fatto una buona impressione, dato che la mansione sembrava del tutto normale e non la specie di villa o locanda in stile giapponese che si aspettava.

L’edificio a tre piani dava una sensazione di monotonia. Forse perché sembrava un tantino enorme? Volevo contare quante camere avesse. Credo che questa tenuta potesse ospitare due squadre di calcio avanzando delle camere. Sembrava essere stata costruita dopo aver spianato la fitta boscaglia sulla collina, ma come avevano spedito tutti i materiali edili per costruirla? Ci saranno voluti molti viaggi. Ero davvero perplesso riguardo il modo di agire dei ricchi.

“Da questa parte per favore.” Koizumi ci condusse nell’atrio come un vero maggiordomo. Restammo in piedi in fila. Era arrivato il momento di conoscere, faccia a faccia, il proprietario. A parte Haruhi, che camminava più avanti come un cavallo che non segue la sua mandria, rizzando all’improvviso la testa. Capii quanto avesse aspettato questo momento, tirò più volte fuori la lingua tra le labbra e la rimise dentro. Asahina si era pettinata i capelli in modo adorabile, cercando di fare una buona prima impressione. Mentre Nagato stava immobile, come al solito, come uno di quei gatti portafortuna all’entrata dei negozi.[Maneki Neko: Scultura di porcellana o ceramica raffigurante un gatto con la zampa alzata, che si ritiene porti fortuna al proprietario]

Koizumi si girò e ci guardò, gli spuntò un sorrisino in faccia, mentre suonava con noncuranza il citofono vicino alla porta. Qualcuno rispose e Koizumi riattaccò di nuovo con i vari convenevoli. Dieci secondi dopo, la porta si aprii lentamente. Inutile dire che la persona che ci diede il benvenuto non indossava alcuna maschera di ferro e nemmeno nessun buffo cappello con occhiali da sole, né ci attaccò all’improvviso, o fece osservazioni sconcertanti. Un semplice uomo di mezz’età. “Benvenuti!”

Non sapevo se il signor Tamaru Keiichi fosse diventato ricco all’improvviso oppure gradualmente, ma quell’uomo in quel momento indossava semplicemente una polo e dei pantaloni da lavoro, mentre tendeva una mano, facendoci cenno di entrare.

“Itsuki, ed anche voialtri, vi stavo aspettando già da molto. Francamente, questo posto è così noioso, ci si stanca dopo soli tre giorni. L’unico oltre ad Itsuki ad aver accettato il mio invito, è stato Yutaka. Perdinci!”

Lo sguardo di Keiichi si posò dapprima su di me, poi verso Asahina, Haruhi e Nagato.

“Itsuki hai davvero degli amici carini! Itsuki me lo aveva detto, ma siete più carine di quel che pensassi. Avete senz’altro portato un pò di vita in quest’isoletta deserta. Siete più che benvenuti.” Haruhi sorrise di cuore, Asahina chinò educatamente la testa, mentre Nagato rimase immobile. Tre persone con tre reazioni diverse, eppure avevano l’espressione di chi avesse visto l’insegnante di musica presentarsi durante la lezione di storia, mentre guardavano Keiichi, che ci dava il benvenuto dal profondo del suo cuore.

Dopo un attimo Haruhi si fece avanti e disse: “Le siamo davvero grati per averci invitati qui. E’ un onore poter stare in una tenuta tanto lussuosa. A nome di tutti vorrei esprimere la mia gratitudine.” Parlò con un tono di voce più acuto del solito, come se stesse pronunciando un discorso. Aveva forse intenzione di atteggiarsi così per tutta la durata della gita?

Le suggerirei, prima di togliersi del travestimento da agnellino e rivelare le fauci da lupo, di levarsi quella maschera invisibile dal volto.

Forse anche Tamaru Keiichi stava pensando qualcosa di simile?

“Dunque sei tu Suzumiya? Hmm sei diversa da quello che avevo sentito. Itsuki mi ha detto che tu saresti un po’ più …… um……. come dire, Itsuki?”

La palla passò a Koizumi.

Senza esitare, disse semplicemente: “Una persona schietta? Ricordo di aver detto proprio così.” “Esattamente! Ha detto che tu eri una ragazza del tutto schietta.”

“Ah, davvero?”

Subito Haruhi si levò la maschera e sfoggiò un sorriso che raramente avrebbe mostrato nell’aula del club.

“Piacere di conoscerla, proprietario della tenuta! Mi permetta di chiederle francamente, si sono mai verificati degli strani episodi in questa tenuta prima d’ora? O forse c’è qualche spaventosa diceria fra gli abitanti che sostenga che quest’isola sia infestata dai fantasmi? Queste sono le cose che più mi interessano.”

Non andartene in giro dichiarando i tuoi interessi a qualcuno che incontri per la prima volta. Più precisamente, non dire sciocchezze riguardo a cosa possa essere successo in passato al proprietario. Cosa faremmo se venissimo cacciati?

Comunque, Tamaru Keiichi era talmente una persona gentile che semplicemente sorrise e disse: “Anche io mi interesso di cose simili, anche se recentemente non ho sentito nulla di strano. Dopotutto quest’isola era disabitata.”

Indicò gentilmente con la mano dietro: “Beh, non stiamocene qui, entriamo! Questa è una tenuta stile occidentale, quindi non c’è bisogno che vi togliate le scarpe. Penso che vi mostrerò le vostre camere. Avrei voluto che fosse Arakawa a mostrarvele, ma si sta già occupando dei bagagli, quindi che per adesso vi farò io da guida.” disse Keiichi, poi ci condusse all’interno della tenuta.


Mi piacerebbe dare ad ognuno di voi una mappa della tenuta, per mostrarvi dove si trovavano le camere, ma so di non aver talento in disegno sin dalla prima elementare, quindi non ci provo nemmeno. In breve, i nostri alloggi erano tutti al secondo piano, la camera di Tamaru Keiichi e la stanza degli ospiti di Yutaka al terzo. Forse questo rappresentava i loro legami familiari. Il maggiordomo Arakawa e la cameriera Mori avevano ciascuno una camera al primo piano...

Ed eccovi più o meno come stavano le cose.

“Questa tenuta ha un nome?” chiese Haruhi.

Keiichi sorrise ironico e rispose: “Per il momento, non ce n’è venuto in mente ancora nessuno, ma se hai dei suggerimenti per il nome, sono tutt’orecchi.”

“Ah si, perché allora non chiamarla, la Casa del Terrore o la Casa degli Orrori? Cosa ne pensa? Potremmo dare un nome anche ad ogni camera, come Stanza del Vampiro, o Stanza Maledetta?”

“Hmm, buona idea! Mi faro venire in mente dei nomi per le camere la prossima volta che inviterò qualcuno.”

Non ho alcuna intenzione di dormire in una camera con un nome che mi faccia venire gli incubi. Attraversammo l’atrio e salimmo su per la scalinata di pregiato legno massiccio che conduceva al secondo piano. L’interno era concepito come un hotel, con una fila di porte allineate.

“Le stanze sono tutte più o meno grandi uguali, ci sono camere singole e doppie. Scegliete quelle che preferite”

Cosa dovrei fare? Non avrei problemi a dividere la stanza con qualcuno, ma qui siamo in cinque. Se dovessimo dividerci a coppie, ci sarebbe uno di troppo che avanzerebbe e, anche pensandoci attentamente, riesco a immaginarmi solo Nagato come persona che resterebbe esclusa. Se esprimessi ad alta voce la mia idea riguardo a come dovrebbero essere le stanze, sono sicuro che Nagato non farebbe una piega, ma probabilmente verrei ucciso dall’immediato pugno della reazione di Haruhi.

“Hmm, penso che una persona per ogni stanza non sia poi così male.”

Koizumi concluse: “In fondo, dopotutto, staremo nelle nostre stanze solo per dormire. Possiamo benissimo andare da una stanza all’altra come ci pare e piace. Vorrei solo chiedere se le porte possono essere chiuse a chiave.”

“Certo che possono.” annuì e sorrise Tamaru Keiichi: “Le chiavi sono sul comodino accanto al letto. Le porte non si chiuderanno automaticamente, quindi non avete da preoccuparvi di restare chiusi fuori per sbaglio. Però abbiate cura delle chiavi e non perdetele.”

Non avrò bisogno della chiave. Prima di mettermi a dormire, potrei semplicemente lasciare la porta accostata. Magari Asahina potrebbe venire ad intrufolarsi di nascosto per un motivo qualsiasi, una volta che tutti si saranno addormentati. E poi non ho portato con me niente di prezioso che valga la pena rubare e non penso che qualcuno di azzarderebbe a farlo quando la lista dei sospettabili è così esigua. E anche se succedesse, il maledetto colpevole sarebbe sicuramente Haruhi.

“Allora io vado a vedere cosa sta facendo Arakawa. Prendetevi pure la libertà di dare un’occhiata in giro. Cortesemente, non dimenticatevi dove sono situate le uscite d’emergenza. Ci rivediamo più tardi.”

Keiichi scese le scale.

Haruhi descrisse così le sue impressioni su di lui: “E’ il fatto che non ha nulla di strano che lo rende ancora più sospetto.”

“Se quindi ti è sembrato sospetto, da cosa deduci che lo sia?”

“Giudicando dal suo solo aspetto, deve di certo essere una persona strana!”

Stando alla logica del tutto soggettiva di questa ragazza, in questo mondo non esiste nulla che non sia strano. I suoi metri di giudizio scioccherebbero perfino l’ ISO. [L’ISO è un organismo internazionale per la definizione di standard industriali. Il termine inglese è International Organization for Standardization, ma la sigla non è un acronimo, infatti deriva dal termine greco “isos” ce vuol dire “uguale”] Magari potresti lavorare per il JARO: scommetto che lì potresti lavorare con impegno sentendoti ogni giorno pienamente realizzata. [Japanese Advertising Review Organisation, autorità garante della pubblicità, che vigila su pubblicità ingannevoli o scorrette]

Dopo aver lasciato i bagagli nelle nostre stanze, ci incontrammo nella camera da letto doppia che Haruhi aveva scelto come propria stanza.

L’occupare da sola una camera doppia era davvero nel suo stile. Le parole “modesta” e “gentile” non esistono nel suo vocabolario.

Le tre ragazze si sedettero sul letto, io sul tavolo da trucco e Koizumi si appoggiò al muro con le braccia incrociate, sembrando rilassato.

“Lo so!” gridò Haruhi all’improvviso e io, come al solito, domandai istintivamente: “Sai cosa?” “Chi è il colpevole.” disse prontamente Haruhi. Per qualche ragione, il suo volto emanava un’aura da Super Detective. Parlai con esitazione anche a nome degli altri tre: “Quale colpevole? Ancora non c’è nemmeno stato un caso, siamo appena arrivati.”

“Il mio istinto mi dice che il sospetto è il padrone di questo posto. E penso che il suo bersaglio sarà Mikuru.”

“Eh!?”

Asahina sembrava veramente terrorizzata. Tremava come un coniglio al rumore dello sbatter d’ali di un’aquila, stringendosi alla gonna di Nagato. Quest’ultima non disse nulla.

“…”

Teneva semplicemente lo sguardo fisso su qualche punto a mezz’aria.

“Te lo chiedo ancora, quale colpevole?” dissi di nuovo: “O meglio ancora, quale genere di crimine stai cercando di addossare a Tamaru Keiichi?”

“Come faccio a saperlo? Secondo me, sembra che stia architettando qualcosa. Il mio istinto di solito non sbaglia. Entro breve, saremo coinvolti in qualche scioccante situazione.”

Sarebbe bello se si trattasse solo di una normale festa a sorpresa, ma Haruhi si aspetta qualcosa che va ben oltre, non certo un qualche caotico party dove avrebbe solo un ruolo marginale. Pensateci. Immaginatevi un po’ Keiichi che fa sparire la sua aria da brava persona, coi suoi occhi che brillano di una luce folle, mentre impugnava un affilato coltello da macellaio tentando di sventrare i suoi ospiti. E tutto questo solo perché si è imbattuto in qualche antica tomba nel cuore della foresta ed era stato posseduto da un fantasma assassino.

“Potrebbe mai accadere una cosa tanto stupida?”

Agitai orizzontalmente la mia mano a mezz’aria, facendo un gesto del tipo “non ti cacciare nei guai”.

Non importa quanto ci si possa pensare sopra, è impossibile che una qualunque conoscenza di Koizumi possa trasformarsi in un tipo del genere. Questa “Organizzazione” non è composta da gente completamente stupida e probabilmente hanno fatto parecchi controlli sul passato e il curriculum dei loro membri. Koizumi ha il suo solito innocuo sorriso e il maggiordomo Arakawa, la cameriera Mori e pure Tamaru Yutaka sembrano tutti ben lontani dall’essere persone spaventose. A proposito, Haruhi spera in qualche mistero, non certo in qualche interferenza nel campo magnetico terrestre, giusto? Quindi se dovesse accadere qualcosa, si tratterebbe solo di un omicidio o due, no? E poi, non credo che queste cose possano accadere solo perché lei lo desideri. Il tempo là fuori è stupendo e il mare è calmo. Quest’isola non è un cerchio chiuso. Inoltre, per quanto Haruhi sia pazza, non potrebbe veramente desiderare che qualcuno muoia. Altrimenti sarei già rimasto ucciso dalla sua impazienza, dato che sono stato al suo fianco per tutto questo tempo. Haruhi sembrava non avvertire i miei timori, e disse innocentemente: “Per prima cosa andiamo a nuotare! Quando si è al mare, c’è forse altro da fare a parte nuotare? Che tutti nuotino a volontà! Faremo una gara e vedremo chi per primo sarà trascinato via dalle onde!”

Non è una cattiva idea, a patto che la guardia costiera sia all’erta e disponibile. Ma siamo appena arrivati, dobbiamo andarci così presto? Non vuoi neppure fare una pausa dopo tutta la spossatezza di quel lungo viaggio in barca? Ora che ci penso, anche se Haruhi non si è mai sentita stanca prima d’ora, dovrebbe comunque avere considerazione per le altre persone anziché fare le cose secondo i propri ritmi!

“Che stai borbottando a fare? Il sole non smetterà di sorgere anche se tu offrissi sacrifici al tempio di Apollo! Sarebbe uno spreco di tempo se non andassimo in spiaggia prima che il sole tramonti.” Haruhi distese entrambe le braccia e le avvinghiò attorno ai colli di Asahina e Nagato.

“KYAA~!”

Asahina chiuse gli occhi e gridò mentre Nagato non ebbe assolutamente alcuna reazione: “…….”. “Costumi da bagno! Costumi da bagno! Ognuno si vesta col proprio costume e incontriamoci nel salone d’ingresso! Hee hee, ho dato una mano a scegliere i costumi di queste due bellezze! Non vedi l’ora di guardarli, vero Kyon?”

Haruhi fece un’espressione da “So già a cosa stai pensando” e fece un ampio sorriso, mostrando i suoi denti candidi.

“Hai perfettamente ragione.”

Mi sentivo rinvigorito e mi alzai in piedi. In effetti quella era una parte dei miei motivi per venire là. E non accetto obiezioni.

“Koizumi, la spiaggia privata che c’è qui è completamente riservata a noi?”

“Sì. La gente viene comunque sulla spiaggia a raccogliere conchiglie, ma vengono qui poche persone. Però le onde possono essere forti, quindi non nuotate troppo al largo. Se parlavi sul serio di fare una gara….”

“Non essere ridicolo, stavo solo scherzando! Mikuru verrebbe subito portata via da un’ondata e diverrebbe cibo per pesci. Ascoltate bene tutti: non fatevi trascinar via e non nuotate troppo lontano! Rimanete entro il mio campo visivo.”

Era una buona idea che Haruhi fosse responsabile per l’incolumità di tutti? Pensai che sarebbe stato meglio dare una mano, almeno avrei potuto stare attento che Asahina non si allontanasse dal mio sguardo per più di due secondi.

“Hey, Kyon!”

L’indice di Haruhi era puntato verso la punta del mio naso.

“Non mi piace quello stupido sorrisetto sulla tua faccia, quindi vedi di farlo sparire! E sarà meglio che tu la smetterla di aggrottare le sopracciglia. E non ti darò neppure la macchina fotografica!.”

Restando piena d’entusiasmo dall’inizio alla fine, l’Haruhi Orient Express si mise in moto, ignorando ogni ostacolo, sorridendo e dando ordini: “E adesso, in marcia!”


E così, arrivammo alla spiaggia. Il sole stava già calando, ma la quantità di luce e il calore rientravano comunque nei parametri estivi. Le onde si infrangevano sulla sabbia e le nuvole galleggiavano nel cielo come dei marshmallow. I nostri capelli svolazzavano nella brezza marina, che portava con sé il profumo della spuma.

Anche se la si chiamava spiaggia privata, non c’era veramente nessun bisogno di sottoscrivere una speciale prenotazione, dato che comunque nessuno veniva su quell’isola disabitata. Penso che le uniche persone che avrebbero potuto andare lì a divertirsi a fare un bagno, sarebbero stati solo dei turisti stranieri truffati da qualche rivista di viaggi di bassa lega.

Oltre a noi cinque, non c’era dubbio che la spiaggia fosse praticamente deserta. Non c’erano nemmeno degli uccelli marini. Quindi , a parte me e Koizumi, gli unici esseri viventi che si godevano la vista di Haruhi e delle altre ragazze nei loro costumi da bagno, erano i piccoli crostacei attaccati agli scogli della spiaggia. Distesi la stuoia sotto l’ombrellone e socchiusi gli occhi, beandomi di ogni singola mossa di Asahina, che aveva un’aria timida, mentre Haruhi compariva alle sue spalle e l’afferrava.

“Mikuru, il modo migliore di divertirsi al mare è nuotare! Avanti, vieni! Non fa bene alla tua salute non goderti la luce del sole!”

“Ah, non amo molto starmene sotto al sole.”

Haruhi ignorò le sue terrorizzate proteste e spinse la piccola e pallida sempai.

“Wah! E’ salata!”

Asahina era veramente sorpresa da una cosa così palesemente ovvia, agitando le braccia sulla superficie dell’acqua.

In quel momento, Nagato…

“…”

…se ne stava seduta sulla sua sedia a sdraio in costume da bagno e leggeva placidamente il suo spesso romanzo.

“Persone differenti hanno ovviamente modi diversi di divertirsi.”

Koizumi, che stava giocando a beach volley, aprì la sua bocca e mi mostrò il suo sorriso.

“Uno dovrebbe spendere il suo tempo libero a fare ciò che più gli piace, altrimenti non lo si chiamerebbe così. Non vuoi goderti questa spensierata vacanza per i prossimi quattro giorni e tre notti?”

Non è Haruhi l’unica che fa sempre solo quello che voleva? Non ho mai pensato neppure una volta che Asahina, costretta da Haruhi a divertirsi con lei, potrebbe comprendere il vero significato dell’essere rilassati.

“Hey, Kyon! Koizumi! Venite anche voi ragazzi!” ci gridò Haruhi come una sirena d’allarme.

Mi alzai con prudenza. Ad essere sinceri, non mi preoccupavo poi così tanto. Tralasciando Haruhi, il solo potermene stare accanto ad Asahina era esattamente quello che desideravo.

Prendendo il gonfio pallone da spiaggia dalle mano di Koizumi, iniziai a camminare sulla sabbia ardente.


Non appena sentimmo i nostri muscoli iniziare ad affaticarsi, ritornammo alla villa, facemmo un bagno e ci riposammo nelle nostre stanze. Il cielo ora era rischiarato da stelle. Mori allora ci condusse in sala da pranzo.

Durante la cena:

La cena quella sera era stata piuttosto sontuosa. Non credo che fosse per esaudire il desiderio di Asahina, ma c’era del pesce marinato in ognuno dei nostri piatti. Abituato alla povertà, dovetti sedermi compostamente in segno di rispetto dopo aver visto tutto ciò. Posso mangiare tutta questa roba gratis? Sul serio va bene?

“Servitevi pure.” Keiichi sorrise manifestando la sua generosità: “Consideratela come una ricompensa per essere venuti fin qui, dato che per me stramene qua da solo è davvero noioso. In realtà, normalmente sono abbastanza selettivo nello scegliere i miei ospiti, ma essendo amici di Itsuki siete volentieri i benvenuti.”

Per qualche motivo, Keiichi era ora vestito molto in modo molto più formale rispetto all’ultima volta che l’avevamo visto. Indossava uno smoking nero con un papillon sul colletto. I piatti erano un misto di cucina giapponese e di quella occidentale. C’era dell’agnello, pesce fritto alla francese, alcune pietanze stufate e ogni altro genere di cose. L’unico ad usare forchetta e coltello era Keiichi, dato che noi fin dall’inizio avevamo chiesto di poter avere delle bacchette.

“Tutto questo è ottimo! Chi l’ha cucinato?” domandò Haruhi mentre dimostrava il suo stupefacente appetito, meritevole dell’iscrizione di diritto ad una gara a chi mangia più velocemente.

“Il maggiordomo Arakawa è anche lo chef qui, non cucina certo male, eh?”

“Devo proprio ringraziarlo, per favori più tardi lo chiami.” disse Haruhi come se fosse una buongustaia che aveva appena assaggiato una cena d’alta classe.

Guardai prima Asahina, che spalancava sempre più gli suoi occhi ogni volta che dava un morso, poi Nagato, che non sembrava mangiare molto, sebbene non avesse mai smesso di prendere del cibo con le sue bacchette, e infine Koizumi, che chiaccherava allegramente con Yutaka.

“Volete qualcosa da bere?” chiese Mori, vestita con la sua uniforme da domestica, facendo da cameriera per tutto il tempo. Portava con sé una bottiglia lunga e stretta e sorrise. Probabilmente del vino, pensai. Anche se era discutibile offrire dell’acool a dei minori, decisi ugualmente di chiederne un bicchiere. Non avevo mai bevuto del vino prima d’allora, ma una persona a volte dovrebbe cercare di osare più del solito. E dopo aver visto l’incantevole sorriso di Mori, trovai difficile rifiutare.

“Ah, cosa sta bevendo Kyon? Ne voglio anch’io.”

A causa della richiesta di Haruhi, bicchieri pieni di vino erano ora stati dati in mano a tutti. Sentii che quello era l’inizio dell’incubo. Quel giorno, scoprii che Asahina era completamente intollerante al vino, mentre Nagato era un incredibile pozzo senza fondo. Per quanto riguarda Haruhi, lei era solo un’ubriacona senza scampo.

Date le circostanze, bevetti un bel pò e di conseguenza i miei ricordi sono piuttosto offuscati, ma ricordo Haruhi avvinghiata alla bottiglia di vino bere senza sosta mentre picchiettava sulla testa di Keiichi.

“Ah...lei è eccezionale!Per ringraziarla dell’invito le offrirò Mikuru! La addestri bene in modo che possa diventare una cameriera migliore, perché quella ragazza è proprio senza speranza!”

La ricordai lontanamente gridare, con un tono di voce più acuto del solito. Mori, la vera cameriera, appoggiò la bottiglia di vino sul tavolo come un birillo da bowling e con calma affettò le mele e le pere dal cestino della frutta, offrendocele come dessert, mentre la finta cameriera della stanza del club Asahina giaceva già appoggiata sopra al tavolo con la faccia completamente rossa. Nagato finì il bicchiere di vino che Mori aveva versato per lei. Non ho idea di come l’alcool venisse disperso nel suo corpo. Il suo viso rimase lo stesso mentre vuotava bicchiere dopo bicchiere come una balena che beveva acqua di mare.

Yutaka chiese incuriosito: “Sta bene?”

Sembrava veramente preoccupato, ricordo ancora quella scena. Quella sera pare che Koizumi mi trasportò incosciente fino alla mia stanza. Questo è quanto mi disse in seguito. Disse che puzzavo di alcool quanto Haruhi, ma dato che non ricordavo nulla, finsi di non sentire e rifiutai di credere che una cosa del genere fosse accaduta. Lo considerai come uno dei suoi scherzi, perché il secondo giorno accadde qualcosa che sospinse i postumi della sbornia nei recessi delle nostre menti.


La mattina successiva, si addensò una tempesta.

La pioggia si infrangeva diagonalmente sulla superficie della finestra e il forte vento produceva un rumore orribile. La foresta attorno alla villa stormiva e si agitava come se fosse popolata da demoni.

“Che sfortuna beccarsi un tifone proprio ora che siamo qui, con tutti i giorni possibili che c’erano.” disse tristemente Haruhi mentre guardava fuori dalla finestra.

Eravamo riuniti nella sua stanza, discutendo su cosa fare quel giorno. Ciò accadde dopo che facemmo colazione.

Keiichi non era a tavola. Arakawa disse che non si sentiva mai in forma appena alzato la mattina presto, così era per lui molto raro alzarsi prima di mezzogiorno. Haruhi si voltò verso di noi: “Questa è appena diventata veramente un’isola remota. E’ l’occasione di una vita intera, magari accadrà qualcosa!”

Asahina trasalì e mosse lo sguardo attorno, mentre le espressioni facciali di Koizumi e Nagato rimasero composte come al solito.

Il giorno precedente le onde erano placide e tranquille. Ora avevano raggiunto il livello d’allarme tsunami ed era impossibile per una qualsiasi barca navigarci attraverso.

Se dovesse andare avanti così fino a dopodomani, saremo realmente bloccati contro la nostra volontà su un’isola solitaria, come Haruhi aveva desiderato. Un cerchio chiuso, giusto?

Koizumi fece un sorriso, tentando di tranquillizzare tutti: “Questo tifone sembra muoversi abbastanza velocemente, per cui credo che dopodomani il tempo sarà migliore. Come si dice, le cose vanno e vengono,con rapidità.”

Secondo il bollettino meteo, questo sarebbe esatto. Ma non c’era nessun rapporto riguardo un tifone in arrivo nel bollettino di ieri! Esattamente, la mente di chi ha partorito questa tempesta!?

“E’ una coincidenza.” disse Koizumi con calma. “Questo è un semplice fenomeno naturale, credo che sia compreso nel prezzo del pacco meteo estivo, no? Ogni anno c’è sempre un grosso tifone.”

“Avevamo in programma di fare un’esplorazione in giro per l’isola, ma sembra proprio che dovremo annullarla.” Haruhi disse amaramente. “Ah, vabbè, troviamo qualche gioco che possiamo fare al chiuso!”

Sembrava aver completamente dimenticato lo scopo originario di questa escursione, dato che l’accento sembrava essersi spostato sul divertirsi. Ora questo era qualcosa che valeva la pena supportare, dato che non avevo intenzione di camminare fino all’altro capo dell’isola per cercare la carcassa gettata sulla spiaggia dalla corrente e bloccata trai sassi di qualche creatura non identificata...

Koizumi fece la sua proposta: “Mi sembra di ricorda che c’è una sala giochi qui, chiederò a Keiichi di aprirla per noi. Cosa desiderate? Mah-jong o biliardo? Se chiedessimo, potremmo addirittura far sì che venga montato un tavolo da snooker.” [tipo di gioco di biliardo, su un tavolo più lungo di quello standard e con 22 palle]

Haruhi acconsentì: “E allora facciamo una partita a ping pong! Stabiliremo il vincitore del primo Torneo SOS Dan di Ping Pong facendo una sfida a girone circolare, in modo che ognuno possa giocare a turno contro tutti gli altri! Mi spiace per chi voleva giocare a biliardo, ma gli pagherò da bere al viaggio di ritorno. E adesso scatenatevi!”

La sala giochi era situata in cantina. Nell’ampia sala c’erano un tavolo da Mah-jong e uno da biliardo. Avevano anche un tavolo da roulette e uno da Baccarà.” [gioco d’azzardo molto diffuso nei casinò.] Non è che i parenti di Koizumi segretamente gestiscono qui un casino?

“Tu che ne dici?” replicò Koizumi con un sorriso sciocco, tirando fuori accanto a sè il tavolo da snooker piegato.

A proposito, dopo un’intensa battaglia contro di me, Haruhi vinse il torneo di ping pong. Indisse poi il torneo di Mah-jong, ma , a parte Koizumi, nessuno della SOS Dan sapeva le regole, così le dovemmo imparare mentre giocavamo. Nel corso della partita si unirono anche i fratelli Tamaru, rendendola una combattuta sfida.

Haruhi cambiò le regole e creò uno yaku a proprio vantaggio [uno yaku è una mano, una combinazione vincente], mietendo vittoria dopo vittoria con complicate combinazioni come “Nishoku Zetsu Ichimon,” “Chantamodoki,”Iishanten Paralisys” e così via. Bhe, la cosa mi faceva ridere, quindi lasciai correre. E comunque non stavamo giocando a soldi. “Ron! [una mano vincente completa] Questo vale circa diecimila punti!”

“Suzumiya, questo è uno yakuman.” [combinazione che vale molto di più di uno yaku, difficile da realizzare, ma meno di un Ron]

Sospirai di nascosto.

Forse era meglio vederne il lato positivo e godersi il divertimento che la vacanza aveva portato. Stando così le cose, non sembrava possibile che un enorme mostro marino potesse apparire, o che degli indigeni sbucassero dalla foresta. In fondo era un’isola solitaria molto distante dalla terraferma, quindi non avrebbero potuto facilmente esserci strane cose che dovessero provenire da fuori. Decisi di pensarla così e di rilassarmi. Tamaru e Yutaka, Arakawa e Mori erano tutte conoscenze di Koizumi e tutti sembravano essere normali. Eravamo ancora a corto di personaggi che potessero dare il via a qualche strano evento. Spero che tutto fili liscio.

Pregai interiormente. Eppure gli dei sembrano proprio non ascoltare mai le mie preghiere.


Acadde la mattina del terzo giorno.

Passammo l’intero secondo giorno giocando e mangiando e, dato che il tempo peggiorò al calar della sera, la medesima scena nella sala da pranzo si ripetè ancora una volta.

Il terzo giorno, per alzarmi dovetti lottare con un tremendo mal di testa dovuto alla sbronza. Se Koizumi non ci avesse portato nelle nostre stanze, credo che starei ancora dormendo nella sala da pranzo con Haruhi ed Asahina.

La mattina successiva, aprii le tende. La tempesta continuava.

“Mi chiedo se domani riusciremo a tornare.”

Sciacquai via la sonnolenza dalla mia faccia con dell’acqua gelida, tentando faticosamente di camminare in linea retta. Scesi le scale con attenzione, non volendo inciampare e cadere giù. Lì riuniti nella sala da pranzo c’erano Haruhi ed Asahina, con la stessa terribile faccia, e Koizumi e Nagato, con le loro espressioni abituali. I fratelli Tamaru non erano ancora scesi.

Forse avevano raggiunto il loro limite dopo aver bevuto per due sere consecutive? Mi ricordo di Haruhi che versava vino nei loro bicchieri. Haruhi già era sconsiderata quando era sobria e con l’alcool diventava anche peggio: il solo pensare alle sue buffonate della notte scorsa peggiorava il mio mal di testa. Decisi che non avrei più costretto me stesso a bere senza tregua.

“Non voglio mai più bere vino.” disse Haruhi accigliata, come se avesse imparato la lezione: “Non so perché, ma i miei ricordi dopo cena sembrano essere svaniti. Non è un peccato?”

Mi sentivo come se avessi sprecato un sacco di tempo.

Argh, non voglio ubriacarmi di nuovo. Stasera sarà la “serata senz’alcool”. Normalmente, si suppone che studenti del liceo non dovrebbero ubriacarsi. Dovrei complimentarmi con Haruhi per aver una volta tanto detto qualcosa di responsabile? Nonostante tutto l’espressione sognante di Asahina da ubriaca è talmente seducente che devo ammettere che non mi farei troppi problemi a bere ancora così tanto.

“Allora è deciso!” Koizumi annuì e fu subito d’accordo, poi disse a Mori, che era appena arrivata spingendo un carrello con sopra la nostra colazione: “Non avremo bisogno di vino per stasera. Per favore, preparaci invece del succo di frutta.”

“Ho capito.”

Mori fece educatamente un inchino e iniziò a posare sul tavolo i piatti con uova e pancetta. Quando finimmo la nostra colazione, Yutaka non era ancora apparso. Keiichi normalmente si sentiva male durante la mattina, dunque la sua assenza era del tutto aspettata, ma non quella di Yutaka. In quel momento…

“Scusateci.” Arakawa e Mori comparvero dinnanzi a noi. Notai un’espressione preoccupata sul solitamente calmo volto del maggiordomo. Avevo un brutto presentimento.

“Che è successo?” domandò Koizumi. “C’è forse qualche problema?”

“Sì” disse Arakawa “Credo che ci sia una specie di problema. Ho chiesto a Mori di andare e controllare la stanza del signor Yutaka.”

Mori annuì con la testa: “Dato che la porta non era chiusa, l’ho aperta e non ho trovato il signor Yutaka al suo interno.” Con una voce udibile distintamente quanto una campana, continuò, fissando la tovaglia: “La stanza era vuota, e nel letto sembrava che nessuno ci avesse dormito.”

“Ho tentato di contattare la stanza del padrone con la linea telefonica interna, ma non c’è stata nessuna risposta.”

Dopo aver sentito Arakawa dire quest’ultima cosa, Haruhi lasciò subito il bicchiere di succo d’arancia che stringeva in mano.

“Che significa? Yutaka è sparito, mentre Keiichi invece non risponde la telefono?”

“A farla breve, è così.” replicò Arakawa: “Non potete entrare nella stanza di Keiichi? Avete una chiave di scorta?”

“Ho un secondo paio di chiavi per tutte le stanze eccetto la camera da letto del padrone. Dato che la sua stanza contiene molti documenti relativi al suo lavoro, solo lui ha accesso alla chiave di scorta, per essere sicuri.”

Il brutto presentimento che avevo prima iniziava a incombere come un nuvolone scuro, avvolgendo due terzi del mio cuore. Il padrone della villa non si era svegliato e suo fratello non si trovava. Arakawa fece un leggero inchino.

“Vorrei dare subito un’occhiata alla stanza del padrone. Se non vi dispiace, potreste accompagnarmi? Spero di sbagliarmi, ma ho un brutto presentimento al riguardo.”

Haruhi cercò velocemente di comunicarmi qualcosa tramite i suoi occhi.

Cosa stava tentando di dire?

“Magari dovremmo venire dietro anche noi.” Koizumi si alzò senza esitazione. “Forse sta così male che non riesce ad alzarsi. Potremmo dover abbattere la porta.”

Haruhi balzò agilmente giù dalla sua sedia: “Kyon, andiamo! Sono preoccupata. Yuki e Mikuru, venite anche voi due!”

In quel momento, Haruhi mostrò sul suo volto un’espressione seria mai vista fino ad allora.


Permettetemi di rievocare in breve ciò che accadde dopo.

La stanza di Keiichi era situata al terzo piano e non per quanto bussassimo non c’era alcuna risposta. Koizumi tentò di ruotare il pomello, ma la porta non si aprì lo stesso. La porta di legno si ergeva ora come un muro, impedendoci l’accesso. Prima di andar lì, passammo anche dalla stanza di Yutaka.

Come Mori aveva descritto, le coperte e le lenzuola del letto erano in ordine, come se nessuno vi avesse dormito.

Dov’era andato, di preciso? Possibile che i due fratelli si stessero nascondendo nella camera di Keiichi?

“La stanza è chiusa dall’interno, il che significa che c’è dentro qualcuno.”

Koizumi alzò il suo mento e diede l’impressione di star pensando intensamente. In un tono carico d’emotività, che non aveva precedenti, disse: “Sembra che non ci resta altra scelta. Dobbiamo buttar giù la porta. Qui le cose si sono fatte serie al punto che delle vite potrebbero essere in pericolo.” Così ci mettemmo tutti in fila e ci lanciammo contro la porta come un gruppo di giocatori di rugby. La fila includeva me, Koizumi e Arakawa. Ero sicuro che Nagato sarebbe stata capace di abbattere facilmente la porta con un dito, ma decise che non fosse il caso di usare la sua magia mentre tutti guardavano. Sotto lo sguardo vigile delle tre ragazze della SOS Dan e di Mori, noi tre ci scagliammo coraggiosamente contro la porta più volte e proprio quando le ossa della mia spalla iniziavano a gridare per il dolore… La porta si aprì di scatto, come una molla. Perdendo l’equilibrio, io, Koizumi e Arakawa cademmo all’interno della stanza per inerzia.

E allora…

Sì, siamo ora ritornati alla scena iniziale. C’è voluto parecchio tempo a raccontare tutto fin qui. Ora, torniamo all’inizio.

….

..

Dopo il lungo flashback, spostai lo sguardo da Keiichi, il cui torace era stato pugnalato con un coltello, verso la porta che era stata sfondata. Questa è una villa di recente costruzione e anche la porta sembrava lucida e nuova… ma ora non dovrei pensare a cose così irrilevanti.

Arakawa si chinò e si mise in ginocchio accanto al suo padrone, tastandone il collo con la punta delle dita, poi lentamente alzò la sua testa per guardarci.

“E’ deceduto.”

Forse per via della sua professione, Arakawa suonò molto cupo.

“Ah...ah...”

Asahina crollò a terra in ginocchio sembrando distrutta, il che è comprensibile dato che in quel preciso momento anch’io mi sentivo mancare. Trovai addirittura che la rigida espressione di Nagato fosse un sollievo.

“Le cose si sono fatte gravi.”

Koizumi andò verso Keiichi e si inginocchiò davanti ad Arakawa, maneggiando con cura gli abiti del proprietario ed esaminando la sua camicia. La camicia bianca era ora tinta di un liquido rosso scuro, che formava una macchia irregolare.

“Huh?” esclamò.

Guardai la sua mano e vidi un’agendina situata nel taschino della camicia. La lama sembrava essere penetrata attraverso il quadernetto e il cuore.

L’assassino doveva aver avuto una forza formidabile per riuscirci, quindi non credo che si tratti di una delle ragazze che ci sono qui, eccetto per Haruhi, dato che con la sua incredibile energia potrebbe benissimo farlo.

La voce di Koizumi aveva un tono triste: “In questo momento la nostra priorità è quella di preservare la scena del crimine. Lasciamo questo posto.”

“Mikuru, stai bene?”

Non c’era da stupirsi che Haruhi fosse così preoccupata, dato che Asahina era sul punto di svenire. Si lasciò cadere esausta sul pavimento, accanto alle sottili gambe di Nagato, serrando strettamente gli occhi.

“Yuki, portiamo Mikuru in camera mia! Tu prendi l’altro braccio.”

Haruhi disse veramente qualcosa di sensato, forse significava che era interiormente turbata. Con le sue braccia afferrate da Haruhi e Yuki, Asahina fu lentamente sollevata e portava via dal corridoio.

Dopo essermi assicurato che fossero andate via, osservai i dintorni. Arakawa giunse le mani e rese ossequio al suo padrone che giaceva ora per terra, mentre Mori sollevò il capo con un’aria afflitta. Fino a quel momento Yutaka restava assente, mentre la tempesta all’esterno continuava ad imperversare.

“Ora...” mi disse Koizumi: “Sembra che dobbiamo riflettere su quanto è accaduto.”

“Che intendi dire?” chiesi.

Il normale sorriso di Koizumi tornò improvvisamente sulle sua labbra.

“Non l’hai capito? Questo è un vero e proprio cerchio chiuso.”

Lo so già da parecchio prima.

“Questo sembra un omicidio.”

Bhe, non sembra certo un suicidio.

“Inoltre, la stanza è completamente sigillata.”

Mi voltai e notai che le finestre erano chiuse dall’interno.

“Come ha fatto il colpevole a commettere il crimine e lasciare tranquillamente una stanza a cui non si può accedere in nessun modo?”

Perché non lo chiedi al colpevole in persona?

“Hai ragione” Koizumi mi diede ragione: “Faremo meglio a chiederlo a Yutaka.”

Koizumi chiese ad Arakawa di chiamare la polizia, poi si girò e mi disse: “Per favore, per prima cosa aspettami in camera di Suzumiya, più tardi verrò anch’io.”

Sembrava una buona idea, dato che non c’era molto che potessi fare.


Bussai alla porta.

“Chi è?”

“Sono io.”

La porta si aprì lentamente e Haruhi sbirciò dall’interno. Poi mi fece entrare, con un’espressione perplessa dipinta sulla sua faccia.

“Dov’è Koizumi?”

“Sarà qui a momenti.”

Asahina era stata messa a dormire su uno dei due letti presenti.

Il suo viso addormentato era sufficiente a costringere qualunque principe azzurro che passasse nei dintorni a venire lì e baciarla. Ma a giudicare dalla sua espressione sofferente, doveva essere in una specie di stato comatoso. Era un vero peccato.

Accanto a lei sedeva Nagato, come se stesse vegliando su una bara.

Continua così! Non lasciare mai il fianco di Asahina.

“Ehi, che ne pensi?” Haruhi chiese sembrando rivolgersi a me.

“Che ne penso di cosa?”

“Intendo circa la morte di Keiichi. Questo è un caso d’omicidio, giusto?”

Parlando obiettivamente, la risposta è piuttosto ovvia no?

Tentai di dedurre. Avevamo sfondato la porta per trovare il padrone della villa disteso a terra, con un coltello infilzato nel petto.

Un caso di omicidio avvenuto in una stanza chiusa su un’isola stretta nel bel mezzo di una tempesta… E’ veramente troppo complicato.

“Sembra che sia andata proprio così”

Il tempo si fermò per qualche secondo, poi Haruhi sospirò profondamente e pressappoco replicò: “Hmm…”

Mise una mano sulla tempia e si sedette sul suo letto.

“Come può essere? Non mi sarei mai aspettata che le cose si evolvessero in questo modo.” mormorò quietamente. Sarei io a doverlo dire. Non eri tu quella che preannunciava che sarebbe successo qualcosa?

“Sì, ma non pensavo che sarebbe accaduto sul serio!”

Mi lanciò un’occhiata torva, poi cambiò espressione. Sembrava preoccupata riguardo a che espressione tenere.

Ero sollevato che lei non si sentisse contenta di tutto questo, perché non avevo alcuna intenzione di impersonare il ruolo della seconda vittima.

Guardai Asahina, che dormiva ora con aria angelica.

“Dovrebbe stare bene, credo. E’ solo svenuta. Una reazione tanto diretta…la invidio. Questa è proprio la maniera in cui Mikuru reagirebbe. E’ di certo meglio che diventare isterici.” disse Haruhi senza pensarci.

Un omicidio in una stanza chiusa su un’isola deserta durante una tempesta. Quali sono le probabilità che tutto ciò possa accadere durante una vacanza?E poi, lo dico ancora, noi siamo la SOS Dan e non qualche Gruppo di Studio sull’Occulto o l’Associazione dei Racconti del Mistero. Cercare eventi misteriosi era lo scopo preciso per cui Haruhi aveva fondato la SOS Dan, quindi in realtà l’imbattersi in questo genere di situazioni rappresentava pienamente i principi a fondamento della brigata stessa. Ovviamente diventava tutta un’altra storia quando lo si sperimentava veramente sulla propria pelle…Tutto questo è dunque accaduto perché Haruhi si aspettava che succedesse?

“Cavolo, è veramente frustrante......” Haruhi balzò giù dal letto e camminò su e giù per la stanza. Dal mio punto di vista, sembrava un bambino che aveva voluto organizzare un piccolo scherzo per il Pesce d’Aprile , ma poi aveva scoperto che lo scherzo era andato troppo oltre e aveva i sensi di colpa. Sembrò essere stata completamente colta di sorpresa da tutto quanto, e ciò preoccupava anche me.

Cosa dovremmo fare? Se è possibile, vorrei sdraiarmi e dormire accanto ad Asahina, ma ora è inutile tentare di fuggire dalla realtà. Deve esserci un modo per affrontare questa situazione. Cosa ha intenzione di fare Koizumi?

“Hmm, dopo tutto, non possiamo starcene qui con le mani in mano.”

Dopo tutto? Haruhi dichiarò questo come dato di fatto e rimase in piedi di fronte a me. Mi guardava seria con occhi di sfida.

“Ho bisogno di una conferma, Kyon, vieni con me.”

Non voglio lasciare qui da sola Asahina.

“C’è qui anche Yuki, quindi non preoccuparti! Yuki chiudi a chiave e non far entrare nessuno, chiaro?”

Nagato con la sua solita calma, guardò me ed Haruhi.

“Ricevuto.” rispose senza nemmeno cambiare tono di voce.

Istantaneamente, i suoi due occhi opachi si incrociarono con i miei. A quel punto, Nagato annuì lievemente in modo che solo io potessi notarlo, o almeno era quel che pensai.

Non credo che a me e Haruhi possa accadere qualcosa di pericoloso, vero? Se stesse per accadere qualcosa di strano, difficilmente Nagato non interverrebbe.

Mi convinsi, ricordando quel che successe nello studio del presidente del gruppo di studio dei computer.

“Andiamo, Kyon.”

Haruhi afferrò il mio polso ed uscì verso il corridoio.

“Dove stiamo andando?”

“Nella camera del signor Keiichi, naturalmente! Poco fa, non l’ho osservata molto attentamente, dunque ho bisogno di ricontrollare.”

Al pensiero di Keiichi steso a terra con un coltello conficcato nel petto ed il sangue che bagnava la sua maglietta bianca, esitai. Non era certo una scena che valeva alcun apprezzamento.

Haruhi camminando disse: “Dunque, dobbiamo scoprire dove si trova Yutaka. Potrebbe essere ancora nella tenuta, inoltre...”

Vista la gravità della situazione, se Yutaka non ne avesse avuto niente a che fare, non avrebbe avuto senso per lui scomparire. Ci potevano essere solo due spiegazioni per la sua assenza.

Haruhi mi trascinava, mentre saliva le scale e disse, “Yutaka è l’assassino ed è fuggito dalla scena del delitto; oppure è anche lui una vittima... giusto?”

“Si, ma se Yutaka fosse l’assassino, sarebbe un bel problema.”

“Non importa chi sia il colpevole, per me è una tale seccatura…”

Haruhi mi guardò di traverso: “Kyon, in questa tenuta, a parte i fratelli Tamaru, rimangono solo Arakawa e Mori, più noi cinque. Che sia una di queste persone il sospetto? Non voglio dubitare della mia brigata, e non voglio nemmeno consegnare qualcuno di noi alla polizia.”

Sembrava calma mentre lo diceva.

Capisco, quindi eri preoccupata che uno di noi potesse essere l’assassino, huh?

Non avevo neanche contemplato una simile possibilità. Asahina era fuori questione, mentre Nagato sarebbe lo avrebbe fatto in una maniera più efficiente, e Koizumi…… giusto, Koizumi era il più vicino a Tamaru. Ci aveva detto che era un suo lontano parente, rispetto a noi che eravamo degli estranei, certamente lui gli era più legato...

“No.”

Mi diedi un lieve colpetto sulla testa.

Koizumi non era un idiota. Non avrebbe mai fatto deliberatamente una cosa simile in queste circostanze. Non credo che avrebbe ucciso qualcuno solo per assecondare la condizione del circolo chiuso. Non era certo tanto stupido.

Non abbiamo bisogno di altre persone che facciano questi pensieri. Abbiamo già Haruhi.


Fuori dalla camera di Keiichi, al terzo piano, c’era Arakawa, che non si reggeva in piedi.

“Ho già chiamato la polizia, e mi hanno ordinato di non far entrare nessuno.”

Abbassò la testa. La porta era rimasta così come l’avevamo lasciata dopo averla sfondata, vedevo a malapena le dita di Keiichi da dietro le spalle del maggiordomo.

“Quando arriverà la polizia?” chiese Haruhi inquisitoria

Rispose cordialmente: “Una volta che la tempesta si sarà placata. Secondo le previsioni, il tempo migliorerà da domani pomeriggio, quindi credo che arriveranno allora.”

“Hmm.”

Haruhi ogni tanto dava un occhiata dentro la camera.

“Ho una cosa da chiederle.”

“Cosa?”

“Il signor Keiichi e il signor Yutaka andavano d’accordo?”

La solita espressione del maggiordomo Arakawa cambiò leggermente.

“Ad essere onesto, non ne sono sicuro. Dato che ho iniziato a lavorare qui solo da una settimana.” “Una settimana?” esclamammo io e Haruhi.

Annuì senza esitare.

“Si, in effetti sono il maggiordomo, ma sono stato assunto a tempo determinato. Il mio contratto stabilisce che io presti servizio per due settimane durante l’estate.”

“Dunque ciò significa che ci ha lavorato assieme soltanto in questa tenuta, senza mai esser stato prima al fianco di Keiichi?”

“Si.”

Quindi Arakawa era un maggiordomo a tempo determinato. In tal caso, forse…

Haruhi fece la stessa domanda che stavo per porre io: “Lo stesso vale anche per Mori? Anche lei è una cameriera a tempo determinato?”

“Esattamente. Anche lei è stata assunta solo per queste due settimane.”

Un gesto generoso da parte del proprietario, assumere un maggiordomo ed una cameriera per due settimane in estate. Mi dava l’impressione che spendesse i suoi soldi un pò a casaccio, ma assumere così un maggiordomo e una cameriera…

Stavo quasi per esternare i miei pensieri, quando immediatamente mi trattenni di nuovo. Esaminai cautamente il viso di Arakawa. Sembrava un vecchio gentiluomo che indossava un armatura incontaminata. Sembrava davvero quel genere di persona, ma… Non dissi nulla, e seppellii questi pensieri nel profondo del mio cuore.

Glielo chiederò più tardi, quando ci rivedremo.

“Capisco, dunque ci sono servitori permanenti e a contratto, oggi ho scoperto qualcosa di nuovo.” Come qualcosa di nuovo?

Haruhi annuii come se avesse compreso appieno qualcosa.

“Dato che non possiamo entrare nella camera, non ci rimane più nulla da fare qui. Kyon, andiamo alla prossima tappa.”

Mi tirò per il braccio proseguendo a grandi passi.

“Dove stiamo andando adesso?”

“Fuori, per vedere se c’è ancora il motoscafo.”

Non volevo di certo girovagare inutilmente con Haruhi là fuori con quella tempesta.

“Credo solo a ciò che vedo con i miei occhi. Le informazioni che girano col passaparola generalmente vengono gonfiate con inutili dicerie. Ascolta, Kyon, le indagini dirette sono le più importanti. Le informazioni di seconda mano o quelle avute da altri non devono essere prese in considerazione.”

Bhè, da un certo punto di vista, aveva ragione. Dunque significava che a parte quello che avevamo di fronte ai nostri occhi, non potevamo credere a nient’altro?

Mentre riflettevo sull’efficacia del veicolo d’ informazione, Haruhi mi aveva già portato al primo piano, dove Mari se ne stava ai piedi della scala.


“Voi due avete intenzione di uscire?” ci chiese.

Haruhi rispose: “Si voglio vedere se il motoscafo è ancora qui.”

“Non credo sia più qui.”

“Perché?”

Mori rispose con un sorriso: “Ho visto il signor Yutaka ieri notte, sembrava avere fretta mentre usciva dall’atrio.”

Mi scambiai delle occhiate con Haruhi.

“Vuole dire che Yutaka ha rubato il motoscafo e lasciato l’isola?”

Mori abbozzò un sorriso e mosse lentamente le labbra: “Sono solo passata a fianco del signor Yutaka nel corridoio, in effetti non l’ho visto uscire. Ma quella è stata l’ultima volta che l’ho visto.” “Che ore erano?” chiese Haruhi.

“Penso circa l’una di notte.”

Era quando ci eravamo ubriacati e dormivamo profondamente. Significava dunque che Keiichi era caduto a terra, in quello stesso lasso di tempo?


Una volta aperta la porta, i goccioloni di pioggia si abbatterono su di noi. Ci volle un bel pò anche solo per cercare di aprire la porta, diventata pesantissima a causa del forte vento. In pochi secondi, Haruhi ed io eravamo bagnati fradici.

Se lo avessi saputo mi sarei messo il costume.

Le nuvole grigio scuro si stendevano all’orizzonte, mi ricordava lo Spazio Chiuso nel quale eravamo stati intrappolati in precedenza.

Non credo mi piacerebbe vedere per sempre un mondo tanto monotono.

“Andiamo!”

Anche se i suoi capelli e la maglietta erano tanto fradici che le si erano appiccicati addosso, proseguì coraggiosamente fuori sotto la pioggia. Non avevo scelta se non di seguirla, dato che era ancora aggrappata saldamente al mio polso.

Il vento era talmente forte che se avessimo avuto le ali, saremmo volati via facilmente. Sfidando la tempesta, finalmente riuscimmo ad arrivare in un punto dal quale potevamo vedere il molo. Se non fossimo stati attenti, saremmo potuti cadere dagli scogli. Non importa quanto fossi coraggioso, incominciai a pensare che le cose sarebbero volte al peggio. Pensai che mi sarei ritrovato nella tomba se fossi caduto solo io, quindi d’istinto afferrai la mano di Haruhi. Sentivo che le mie probabilità di sopravvivenza sarebbero state più alte se fossi caduto insieme a lei.

Finalmente arrivammo in cima.

“Lo vedi, Kyon?” La sua voce era dispersa dal vento.

La guardai ed annuì: “Si.”

Il molo era quasi completamente sommerso dall’acqua, sulla spiaggia si vedevano solo le gigantesche onde infrangersi a riva.

“Il motoscafo non c’è. Se non è stato trascinato via dalle onde, allora qualcuno se n’è andato.” Quello era il nostro unico mezzo per lasciare l’isola. Pur guardando in lontananza, non c’era più alcuna traccia del lussuoso motoscafo nel vasto mare.

Eravamo dunque relegati su quell’isola deserta.


Tornammo alla tenuta a passo di lumaca e, una volta rientrati, eravamo ormai inzuppati come due pulcini.

“Prego usate questi.”

Pensando a quando saremmo tornati, Mori ci aveva aspettato e preparato degli asciugamani per noi. Ci chiese preoccupata: “Cosa avete trovato?”

“Sembra che tu avessi ragione.”

Haruhi si strofinò i capelli con l’asciugamano, insoddisfatta.

“Il motoscafo è andato, ma non sappiamo quando.”

Non sapevo se fosse già nata così, ma Mori continuava a sorridere delicatamente come il chiarore di una lucciola. Nonostante l’omicidio di Keiichi l’avesse scossa un poco, il suo atteggiamento calmo ne rifletteva la professionalità. Forse quella reazione era del tutto normale per una cameriera assunta a tempo determinato.

Mi scusai insieme ad Haruhi per aver bagnato il corridoio d’entrata, poi decidemmo di ritornare nelle nostre camere e di cambiarci.

“Vieni in camera mia più tardi.” disse lei, mentre saliva le scale: “In questo momento è meglio restare uniti. Non sarei tranquilla se non fossi sicura che tutti stiano bene. Se stesse per accadere qualcosa….” Haruhi lasciò la frase a metà.

Compresi quello che voleva dire, quindi questa volta non feci alcun commento ironico. Arrivammo al secondo piano e trovammo Koizumi in corridoio.

“Bentornati.”

Col suo solito sorriso, ci fece cenno con gli occhi. Se ne stava fuori proprio davanti alla camera di Haruhi.

“Cosa stai facendo?” gli chiese lei, ed il sorriso di Koizumi divenne imbarazzato, si strinse nelle spalle e disse: “Volevo andare in camera di Suzumiya per discutere il da farsi, ma Nagato non mi ha lasciato entrare.”

“Perché?”

“Beh…”

Haruhi bussò.

“Yuki, sono io, apri la porta!”

Dopo una breve pausa, sentimmo la voce di Nagato da dietro la porta.

“Mi è stato ordinato di non aprire a nessuno.”

Sembrava che Asahina stesse ancora dormendo. Haruhi giocherellò con le dita con l’asciugamano sopra la sua testa.

“Va tutto bene adesso, Yuki. Quindi apri la porta.”

“Sarebbe una violazione all’ordine di non aprire la porta a nessuno.”

Haruhi mi guardò costernata, poi si voltò di nuovo verso la porta.

“Yuki, intendevo a parte noi! Per me, Kyon e Koizumi è diverso. Siamo tutti membri della SOS Dan, giusto?”

“Nessuno lo ha specificato. Quel che ho sentito è di non far entrare nessuno; questa è la mia interpretazione.”

La voce calma di Nagato sembrava quella di una suora che diffondeva un messaggio divino.

“Hey, Nagato!”

Decisi di intromettermi: “Haruhi ha revocato l’ordine. Se non ci credi, reciterò quell’ordine al posto suo. Quindi apri la porta! Per favore.”

Sembrò esaminare le mie parole per qualche secondo da dietro la porta. Sentimmo il suono della chiave che girava nella serratura e i cardini si aprirono lentamente.

“…..”

Gli occhi di Nagato scorsero rapidamente i nostri volti e, silenziosamente, si volsero di nuovo all’interno.

“Davvero! Yuki, dovresti essere più flessibile! Dovresti capire meglio il significato delle cose!” Haruhi chiese a Koizumi di aspettare un attimo fuori mentre si cambiava ed entrò in camera. Anche io volevo mettermi qualcosa di asciutto, così me ne andai.

“Allora a dopo, Koizumi.”

Camminando, pensai.

Era uno scherzo di Nagato? Ma, se è così, era difficile da capire e poteva causare degli equivoci.

Nagato, per favore. Nessuno penserà mai che si tratti di uno scherzo se fai sempre quella faccia. Dovresti per lo meno sorridere quando ne fai uno. Oppure potresti almeno sorridere senza motivo come Koizumi. Sarebbe decisamente meglio.

Nonostante questo non sia certo il momento migliore per scherzare.


Mi tolsi i vestiti bagnati e mi cambiai, indossando un nuovo set sia di abiti che di biancheria intima, poi tornai in corridoio. Koizumi non c’era più.

Bussai alla porta di Haruhi. “Sono io.”

Koizumi mi aprì.

Mentre entravo, chiudendo la porta: “Ho sentito che il motoscafo è sparito.” mi disse, appoggiandosi alla parete.

Haruhi si sedette a gambe incrociate sul letto. Persino lei che di solito era sempre esuberante, capiva che non c’era tanto da stare allegri.

Alzò lo sguardo preoccupata: “E’ sparito, giusto, Kyon?”

“Si.” dissi.

Koizumi continuò: “Qualcuno deve averlo preso. No, ormai è inutile dire ‘qualcuno’. Non c’è dubbio che sia Yutaka ad essere scappato.”

“Come fai a saperlo?” chiesi.

“Perché non può esser stato nessun altro.” rispose con disinvoltura: “A parte noi, non c’è nessun altro invitato su quest’isola. L’unico ospite scomparso nella tenuta è Yutaka. Comunque la si metta, deve essere lui il sospetto che è scappato in motoscafo.”

Koizumi proseguì il suo discorso che non faceva una piega: “In altre parole, è lui l’assassino. Dev’essere scappato durante la notte.”

Questo coincideva con le lenzuola intatte nella stanza di Yutaka e la testimonianza di Mori.

Haruhi raccontò a Koizumi della nostra precedente conversazione con la cameriera.

“Come ci si aspetterebbe da Suzumiya, quindi lo sai anche tu.”

Di proposito feci “Hmph~.” rivolto all’esplicito lecchinaggio di Koizumi.

“Sembra che Yutaka se ne sia andato in fretta e furia, come se avesse paura di qualcosa, ciò corrisponde con la descrizione dell’ultima testimone che lo ha visto. Ne ho avuto conferma anche da Arakawa.”

Ma non è un suicidio prendere un motoscafo di notte nel bel mezzo di una tempesta?

“Quindi sarebbe stato peggio per lui non lasciare l’isola, come se stesse cercando di abbandonare la scena del crimine.”

“Yutaka era in grado di guidare il motoscafo?”

“Non siamo in grado di averne conferma, ma lo si potrebbe dedurre dal risultato. Dato che il motoscafo è sparito.”

“Aspetta!” Haruhi alzò la mano, conquistandosi il diritto di parlare: “E la porta della camera di Keiichi? Chi l’ha chiusa a chiave? Lo avrebbe fatto Yutaka stesso?”

“Non sembrerebbe.” Koizumi fece un lieve cenno di diniego: “Secondo Arakawa, sia la chiave originale che quella di riserva per quella stanza erano custodite da Keiichi. Dopo alcune ricerche, le abbiamo trovate entrambe là dentro.”

“Forse qualcuno ne ha fatto un altro duplicato.”

Sollevai la questione che mi balenò in mente, ma Koizumi scosse la testa. “Questa era la prima volta che Yutaka veniva in questa tenuta, non penso che avrebbe avuto abbastanza tempo per farsi fare un duplicato.”

Fece un gesto di resa. La stanza cadde nel silenzio, il rumore minaccioso del forte vento e della pioggia battente che facevano tremare il cielo, divennero un ricordo insignificante e lontano. Haruhi ed io eravamo senza parole e rimanemmo zitti.

Koizumi ruppe questo silenzio deprimente: “Ma sarebbe strano se Yutaka avesse commesso questo crimine la scorsa notte.”

“Cosa vorresti dire?” chiese Haruhi.

“Quando ho toccato Keiichi, era ancora caldo, come se fosse stato vivo poco tempo prima.”

Sorrise, poi volse lo sguardo verso la fata silenziosa che sedeva paziente come una cameriera a fianco di Asahina.

“Nagato, qual’era la temperatura corporea di Keiichi quando lo abbiamo trovato steso a terra?”

“36, 6 gradi centigradi.”

Un momento, Nagato, come fai a sapere persino qual’era la temperatura corporea senza nemmeno averlo toccato?

Ed il modo in cui aveva risposto rapidamente alla domanda era come se se la stesse aspettando…. Non esternai ad alta voce i miei dubbi. L’unica ad avere dubbi avrebbe dovuto essere Haruhi, ma sembrava che stesse pensando ad altro, dato che il suo sguardo non si volse da questa parte.

“Non è all’incirca la normale temperatura corporea? Quand’è stato commesso il crimine?”

“Quando in una persona cessano tutte le funzioni vitali, la temperatura scende di un grado centigrado all’ora. Da questo possiamo dedurre che l’ora del decesso di Keiichi sia un ora prima del ritrovamento.”

“Aspetta, Koizumi.” Era il momento di intromettermi: “Yutaka non è forse scappato durante la notte?”

“Si, è così.”

“Ma, hai detto che l’ora del decesso risale ad un ora prima del ritrovamento?”

“Esatto.”

Mi strofinai la tempia. “Dunque ciò significa che Yutaka ha lasciato la tenuta di notte e si è nascosto da qualche parte, dopodiché è ritornato al mattino per uccidere Keiichi, per poi scappare in motoscafo?”

“No, non è il caso.” Koizumi bocciò con semplicità la mia teoria: “Supponendo un piccolo margine di errore per l’ora del decesso, dovrebbe essere avvenuto circa un ora prima del ritrovamento. Ma subito dopo eravamo già riuniti in sala da pranzo. Non solo non abbiamo visto Yutaka, non abbiamo nemmeno sentito alcuno strano rumore. Anche nel bel mezzo di questa tempesta sarebbe troppo strano non sentire proprio niente.”

“Che diavolo sta succedendo qui?” disse Haruhi frustrata.

Incrociò le braccia e lanciò un’occhiataccia a me e Koizumi.

È inutile che mi guardi così! Se hai delle domande, chiedi qui al bellimbusto sorridente!

Koizumi parlò di nuovo delicatamente come se si trattasse di una normale conversazione: “Non è un mistero, ma semplicemente una tragedia.”

Di certo nel tuo sguardo non c’è nulla di tragico.

“Credo sia un dato di fatto che Yutaka abbia ucciso Keiichi, o non vi sarebbe alcun motivo per essere fuggito.”

Ah, si?

“Non so che tipo di discussione possano aver avuto o quale ne fosse la ragione, il fatto è che Yutaka ha attaccato Keiichi con un coltello. Deve aver nascosto il coltello dietro la schiena, lo ha poi estratto all’improvviso e lo ha pugnalato con tutta la sua forza. Keiichi dev’esser stato completamente vulnerabile, dato che è stato colto di sorpresa.”

E’ come se avessi assistito alla scena.

“Ma la punta della lama probabilmente non ha raggiunto il cuore. Probabilmente non gli ha nemmeno graffiato la pelle. Il coltello è semplicemente penetrato nel taccuino dentro il taschino sul petto.”

“Huh? Cosa vorresti dire?” chiese Haruhi aggrottando le sopracciglia: “Allora perché è morto? Lo ha forse ucciso qualcun altro?”

“Nessuno lo ha ucciso. In questo caso non si tratta di omicidio, la morte di Keiichi non è che una disgrazia.”

“E allora Yutaka? Perché è scappato?”

“Perché ha pensato di aver ucciso qualcuno.” rispose con disinvoltura, sollevando l’indice.

In quale super investigatore ha intenzione di trasformarsi?

“Lascia che ti dica cosa penso sia successo. La scorsa notte, Yutaka è andato in camera di Keiichi con l’intenzione di ucciderlo. Lo ha pugnalato con il suo coltello, che si è però conficcato nel taccuino, quindi non ha provocato alcuna ferita mortale.”

Non avevo davvero idea di cosa stesse cercando di dire, decisi di lasciarlo continuare.

“Ma i problemi iniziano qui. Keiichi ha creduto davvero di esser stato pugnalato. Anche se il coltello aveva solo trafitto il taccuino, aveva subito l’impatto della forte stoccata. Dev’essere rimasto scioccato nell’aver visto la punta del coltello infilzata nel petto.”

Credo di iniziare a capire dove voleva andare a parare Koizumi. Hey, forse non era che…

“Tratto in inganno da ciò, Keiichi è svenuto. In una simile situazione, uno potrebbe cadrebbe sia di lato che di schiena.”

Koizumi continuò: “Vedendo la scena, anche Yutaka ha creduto di averlo ucciso. Il resto viene da sè, poteva solo scappare. Forse l’omicidio non era premeditato, ma piuttosto dettato dall’impeto del momento. Ecco spiegata la fuga in motoscafo nel bel mezzo di una forte tempesta.”

“Huh? Ma in tal caso...”

Koizumi interruppe Haruhi prima che potesse continuare: “Per favore lasciami finire. La chiave sta nella mossa successiva di Keiichi dopo essere svenuto. È rimasto incosciente fino all’alba, per tutto il tempo fino al momento in cui siamo andati a bussare alla sua porta chiedendoci come mai non si fosse ancora alzato.”

Dunque era ancora vivo?

“Si è spaventato sentendo bussare, si è alzato e si è diretto verso la porta. Ma dato che si era appena alzato, doveva essere ancora molto assonnato. Dirigendosi verso la porta in questo stato, improvvisamente si è ricordato tutto.”

“Ricordato che cosa?” chiese Haruhi.

Le rispose con un sorriso: “Si è ricordato del tentativo di ucciderlo del fratello. In un flash, gli è riapparsa l’immagine di Yutaka che brandiva un coltello e si è affrettato a chiudere la porta a chiave.”

Non potevo sopportare oltre, così mi intromisi: “Vuoi dire che la verità sta dietro quella porta chiusa a chiave?”

“Sfortunatamente, è ciò che credo. Keiichi ha perso la cognizione del tempo dopo esser svenuto, probabilmente ha pensato che il fratello fosse tornato per finirlo. Penso ci siano voluti solo pochi secondi per chiudere la porta a chiave, dato che aveva già la mano sul pomello.”

“Se l’assassino avesse voluto tornare per dargli il colpo di grazia, perché avrebbe chiuso intenzionalmente la porta a chiave?”

“Keiichi in quel momento era molto confuso, dunque questa è stata la rapida conclusione tratta dal suo cervello mezzo incosciente.”

“Dopo aver chiuso la porta a chiave, ha cercato di allontanarsi dalla porta, pensando alla tremenda situazione in cui si trovava. Ed è qui che è avvenuta la tragedia.”

Scosse la testa, come se stesse raccontando una storia triste.

“E’ inciampato ed è caduto a testa in giù in questo modo.”

Si piegò e fece il gesto di cadere a testa in giù.

“Di conseguenza, il coltello che aveva semplicemente penetrato il taccuino nel suo taschino, si è conficcato nel suo petto premendo contro il pavimento, e lasciando fuori solo il manico. Il coltello era finito dritto al cuore di Keiichi, così da ucciderlo...”

Koizumi guardò me ed Haruhi, che avevamo la bocca spalancata come degli stupidi, e disse deciso: “Questa è la verità.”

Cos’hai detto? Keiichi-san è morto in modo tanto ridicolo? Davvero così banalmente? Già è abbastanza strano che il coltello si sia conficcato proprio nel taccuino, ed è altrettanto sconcertante che Yutaka non sapesse di non aver realmente ucciso nessuno.

Cercai di riorganizzare i miei pensieri, preparandomi a discutere.

“AH!” gridò improvvisamente Haruhi, spaventandomi a morte.

Cos’hai da urlare così tutto d’un tratto?

“Ma, Koizumi…”

Lasciò la frase a metà poi si irrigidì. Sembrava scioccata, cosa l’aveva fatta urlare così forte? Forse qualcosa che aveva detto Koizumi e che non poteva accettare? Haruhi mi guardò. Una volta incrociato lo sguardo lo distolse e stava per guardare verso Koizumi, ma poi cambiò idea e per qualche motivo alzò gli occhi verso il soffitto.

“Um… niente. Sarà stato un caso. Hmmm, come posso spiegarvi?”

Borbottò qualcosa di incomprensibile, poi si zittì. Asahina continuava a dormire, mentre Nagato fissava Koizumi con lo sguardo perso nel vuoto.

Per il momento la riunione era sospesa.

Decidemmo di ritornare nelle nostre camere. Secondo Koizumi, una volta finita la tempesta, la polizia sarebbe arrivata subito. Così cominciammo a fare le valigie e a prepararci per andarcene prima che arrivasse la polizia.

Dopo aver trascorso un po’ di tempo in camera, mi erano sorti molti interrogativi così andai dritto verso una stanza.

“Si?”

Koizumi alzò la testa mentre piegava i suoi vestiti e mi sorrise.

“Dobbiamo parlare.”

C’era solo una ragione per la quale ero andato da Koizumi.

“Non capisco.”

Era naturale, dato che alcune deduzioni di Koizumi facevano acqua da tutte le parti e non si spiegavano.

“Basandomi sulle tue deduzioni, il corpo sarebbe dovuto essere disteso faccia a terra, ma Keiichi era a faccia in su. Come lo spieghi?”

Koizumi se ne stava in piedi e mi guardava sorridendo. L’idiota sorridente mi rispose come fosse un dato di fatto: “Semplice, perché la deduzione che vi ho raccontato non era vera.”

Non mi sorprese.

“Penso che tu abbia ragione. L’unica che avrebbe potuto crederti poteva essere Asahina nel suo stato di incoscienza. Se avessi chiesto a Nagato, probabilmente mi avrebbe detto tutta la verità, ma sarebbe stato come barare e non mi piace agire in questo modo. Dunque, perché non mi rendi partecipe di ciò che ne pensi realmente?”

Il sorriso che storceva il viso di Koizumi ora si era trasformato in un ghigno sommesso ed irritante.

“Lascia che te lo dica, allora! Quanto vi ho detto era vero solo a metà, solo il finale non andava.”

Rimasi tranquillo.

“Era giusto solo fino al punto in cui Keiichi si era diretto verso la porta col coltello conficcato nel petto. Poi aveva istintivamente chiuso a chiave. Il resto l’ho inventato.”

Mi fece cenno di sedermi, ignorai tale richiesta.

“Sembra che tu te ne sia accorto, ti ho sottovalutato.”

“Basta fesserie e continua.”

Fece spallucce: “Abbiamo tirato giù la porta e l’abbiamo spalancata. Ad essere precisi, siamo stati io, tu ed Arakawa. Una volta aperta la porta, abbiamo fatto irruzione.”

Rimasi in silenzio esortandolo a continuare.

“Sicuramente ti sei reso conto di come è andata a finire. Keiichi, che stava di fronte alla porta, se l’è beccata in faccia, ed anche il coltello ha preso il colpo.”

Cercai di visualizzare la scena.

“In seguito a questa collisione, il coltello ha ucciso Keiichi.”

Si sedette di nuovo sul letto e mi guardò come se volesse sfidarmi.

“In altre parole, gli assassini saremmo…” Sorrise e disse come se stesse parlando fra sé e sé: “Io, tu ed Arakawa.”


Lo guardai. Se ci fosse stato uno specchio scommetto che avrei potuto vedere il mio sguardo raggelato.

Koizumi ignorò la mia reazione e continuò: “Come avrai capito Suzumiya è giunta alla stessa conclusione, ecco perché non ha detto ciò che voleva. Non voleva riferircelo, o forse voleva proteggere i suoi amici.” disse senza dubbio.

Non potevo ancora accettarlo. La mia neocorteccia cerebrale non era rincitrullita a tal punto da farsi ingannare da questa seconda falsa deduzione.

“Hmph.” borbottai e fissai Koizumi: “Mi spiace, ma non ti credo.”

“Cosa vuoi dire?”

“Penso che, dopo essertene uscito con una deduzione che fa acqua da tutte le parti, hai creato una seconda teoria per cercare di raggirare tutti, ma non mi lascerò ingannare da una tale retorica.”

Non sembravo figo in quel momento? Dunque lasciate che continui.

“Pensa al vero nocciolo della questione! Iniziamo con l’assassinio di per sè. Com’è che un simile evento si è verificato in circostanze tanto perfette?”

Questa volta era il turno di Koizumi di rimanere in silenzio ed esortarmi a continuare.

“Il tifone può essere un caso oppure lo ha creato Haruhi, ma non ha importanza. La chiave sta nel modo in cui gli eventi hanno preso forma.”

Feci una pausa e mi leccai le labbra.

“Penserai che questo è esattamente quello che desiderava Haruhi. Ma per quante stupidaggini dica quella ragazza, Haruhi non desidererebbe davvero la morte di qualcuno. Puoi dirlo semplicemente guardandola. Ciò significa che chi ha architettato questa farsa non è Haruhi. Inoltre, anche il nostro arrivo sulla scena del crimine non è stato casuale.”

“Huh?” disse Koizumi: “E perché mai?”

“Chi ha architettato questa farsa… per essere precisi, la gita estiva della SOS Dan, non sei altri che tu, non ho forse ragione?”

Colto con le mani nel sacco, il volto sorridente di Koizumi si irrigidì per qualche secondo, ma…

“Mi arrendo. Come hai fatto a scoprirlo?”

Mi guardò, i suoi occhi erano gli stessi che vedevo di solito al club di letteratura. La mia materia grigia non era lì solo per bellezza, sapete.

Mi rilassai un pochino e poi dissi: “In quel momento hai chiesto a Nagato la temperatura corporea”

“E cosa c’è di strano?”

“Hai dedotto da quello l’ora del decesso.”

“Si, esatto.”

“Nagato è una persona davvero molto utile. Come ben sai, ha una risposta a quasi tutto. Invece di chiederle la temperatura corporea, avresti dovuto chiederle l’ora del decesso approssimativa. No, penso che ci avrebbe persino detto l’ora esatta con uno scarto di pochi secondi.”

“Ha senso.”

“Se le avessi chiesto l’ora del decesso, Nagato avrebbe semplicemente risposto che il soggetto non era morto. Inoltre, non ti sei riferito nemmeno una volta a Keiichi, definendolo un ‘cadavere’.”

“Era il modo migliore di chiederglielo.”

“Può non sembrare, ma sono attento ai particolari importanti, specialmente alla parte interna della porta della camera di Keiichi. Dalla tua deduzione, la porta avrebbe dovuto spingere il manico del coltello con un bell’impatto, forte abbastanza da trafiggere il corpo di una persona. Se fosse vero, ci dovrebbe essere per lo meno un’ammaccatura sulla porta. Tuttavia la superficie della porta sembrava del tutto liscia e nuova di zecca.”

“Notevole spirito d’osservazione.”

“Un’altra cosa, c’è qualcosa che non torna anche in Arakawa e Mori. Entrambi hanno affermato di lavorare qui da solo una settimana. Sono stati assunti una settimana fa e sono venuti su quest’isola, giusto?”

“Sì, c’è qualcosa di strano in questo?”

“Certo che c’è, perché il tuo atteggiamento è stato troppo sospetto. Il primo giorno, quando siamo arrivati, ti ricordi cosa hai detto ad Arakawa e Mori che ci stavano aspettando all’attracco del battello?”

“Che cosa ho detto?”

“Hai detto ‘E’ da tanto tempo’. Non ci trovi nulla di strano? Com’è possibile che tu possa aver detto loro questo? Hai anche detto che questa era la prima volta che venivi su quest’isola, quindi doveva essere la prima volta che li vedevi. Dunque, come potevi rivolgerti a loro come se li conoscessi da tempo?”

Koizumi ridacchiò semplicemente. Ciò significava che non aveva intenzione di ribattere.

Capii tutto mentre iniziavo a sentirmi esausto.


Poi aprì bocca: “Si, era stato tutto organizzato in precedenza. Una ridicola commediuccia. Semplicemente non mi aspettavo che te ne accorgessi.”

“Non mi sottovalutare.”

“Ti porgo le mie scuse. Anche se devo ammettere che mi hai sorpreso. Alla fine avrei voluto trovare il momento adatto per dirvi tutto, non avevo contemplato che la verità potesse venire a galla così in fretta”

“Questo significa che Tamaru, Mori e gli altri sono tutti tuoi complici? I tuoi compagni di quella tua Organizzazione?”

“Esatto. Per essere solo un gruppetto di principianti, non pensi che abbiamo recitato in modo superbo?”

Il coltello nel petto in realtà aveva una lama retrattile; il sangue non era che della vernice rossa; Keiichi aveva senz’altro inscenato la sua morte; mentre Yutaka si stava semplicemente nascondendo sull’altra parte dell’isola con il motoscafo. Koizumi aveva allegramente svelato la verità.

“Perché hai fatto tutto questo?”

“Per curare la noia di Suzumiya, ma anche per ridurre il fardello sulle nostre spalle.”

“Cosa intendi?”

“Forse dovrei dirtelo. In parole povere, per prevenire una qualche singolare idea di Suzumiya, le abbiamo preparato un pò di intrattenimento. In questo momento Suzumiya non è forse completamente assorbita da questa faccenda?”

Haruhi sembrava pensare che gli assassini fossimo noi, era davvero necessario spingersi tanto? Dopotutto Haruhi era insolitamente gentile. Non mi sentivo per niente a mio agio.

“Dunque dobbiamo anticipare i piani.” disse Koizumi: “Secondo i nostri accordi, al nostro ritorno in battello all’isola di Honshu, Tamaru Keiichi, Yutaka, Mori e Arakawa saranno al porto per salutarci allegramente. Certamente, manterranno il segreto riguardo ‘l’Organizzazione’. Adesso sono solo miei lontani parenti.”

Che bel party a sorpresa.

Sospirai profondamente.

Questo genere di messinscene poteva funzionare solo con Haruhi. Se alla fine si arrabbiasse, sarai tu responsabile di farla placare, perché io starò già scappando lontano per mettermi in salvo.

Koizumi mi fece l’occhiolino e sorrise: “Oddio. Penso sia meglio scusarmi con lei. Andrò a confessarle tutto insieme a Tamaru e gli altri. Dev’essere faticoso per lui far finta di essere morto per così tanto tempo.”

Silenziosamente guardai fuori dalla finestra. Come avrebbe reagito Haruhi? Sarebbe stata furiosa per esser stata presa in giro? O avrebbe accettato lo scherzo e si sarebbe fatta una bella risata? Non importa come sarebbe finita, in questo momento era certamente facile prevedere il suo incoerente stato mentale.

Koizumi sorrise ironico: “Abbiamo persino istruito delle persone per interpretare degli investigatori e degli esperti in perizie medico-legali, ma sembra che il nostro duro lavoro andrà sprecato. Non pensavo che finisse così presto. I piani includevano anche un’ispezione accurata della tenuta e della scena del crimine, che peccato.”

Questo perché non hai pianificato abbastanza.

Guardai il cielo lugubre e tetro e pensai, quanto sarebbe potuto migliorare il tempo nelle ore successive?


Alla fine, Koizumi non aveva perso la sua fascetta di vice comandante. Dopo che la tempesta si placò, durante il viaggio di ritorno in battello sotto un cielo azzurro limpido, Haruhi fu di buon umore per tutto il tempo finchè ci separammo alla stazione. Era un bene che avesse questa semplicità nell’accettare un simile scherzo.

Naturalmente, alla fine Koizumi dovette offrire il pranzo ed il succo di frutta a ognuno di noi. Dato che era filato tutto liscio come l’olio, penso che se la sia cavata a buon mercato.

Probabilmente Nagato sapeva tutto sin dall’inizio, e aveva conservato il suo atteggiamento inerme.

Mentre Asahina urlò: “Come avete potuto?” dopo essersi svegliata, protestando dolcemente. Ma quando Koizumi, i fratelli Tamaru ed i due servitori avevano tutti abbassato il capo porgendo le loro più sentite scuse, si scusò subito anche lei: “Ah, …. va tutto bene, non vi preoccupate.”

A proposito, dopo aver fatto una foto di gruppo sul ponte del battello, durante il ritorno all’isola Honshu, Haruhi si prenotò: “Contiamo su di te per la gita invernale, Koizumi. La prossima volta fatti venire in mente una messinscena più incisiva! Andremo in una villetta in montagna la prossima volta, e sarà durante una bufera di neve. Se non salta fuori una tenuta infestata da fantasmi che soddisfi le mie aspettative, mi arrabbierò sul serio. Hmmm non vedo davvero l’ora!”

“Erm….cosa dovrei fare?”

Come un novello ufficiale nazista a cui era stato ordinato dal Führer di guidare una singola divisione Panzer per catturare le forze Alleate sul fronte occidentale alla fine della Seconda Guerra Mondiale, sorrise imbarazzato e si girò verso di me supplicandomi di aiutarlo.

Guardai Koizumi, che sembrava un difensore che cercava di impedire un grande goal a pochi minuti dalla fine della partita ai tempi supplementari, e dissi senza esitare: “Beh, anche io non vedo davvero l’ora.”

Spero ardentemente che sia un gioco che possa per lo meno risolvere senza che finisca in un disastro.

Ed allo stesso tempo, era anche il miglior modo per impedire ad Haruhi di annoiarsi e di uscirsene con le sue bizzarre idee.


Note relative all’anime


Ci sono degli spoiler sulla versione animata, se non volete leggerli, non continuate.

Questo capitolo è stato particolarmente cambiato nella trasposizione animata. Tanto per cominciare la presenza della sorella di Kyon nella vacanza, che qua al contrario non è presente. Poi nella storia vi sono proprio alcune differenze. Quando Haruhi e Kyon escono per cercare il motoscafo, cadono da una discesa scoscesa e si trovano in una grotta. In quel momento Haruhi crede di vedere un’ombra. Si viene poi a scoprire alla fine dell’episodio che quell’ombra sarebbe qualcosa che ha creato Haruhi stessa per cercare di trovare un colpevole diverso dai suoi amici, che riteneva colpevoli. Altre curiosità, in questo episodio dell’anime si vedono due scene che non sono dal punto di vista di Kyon e che perciò risaltano moltissimo. La prima è più che altro un trucco scenico, nella scena in cui viene smascherato il complotto dell’Organizzazione, Haruhi e Kyon fingono di essere degli assassini e di voler colpire il corpo di Keiichi, spingendolo a rivelare il trucco.

La seconda invece è di una importanza molto maggiore, perché tuttora non si capisce il significato di quella scena. Nel viaggio di ritorno sul motoscafo, ad un certo punto la scena si concentra nello sguardo di Koizumi, che fissa insistentemente un… pelo sulla faccia di Kyon!?

Questa scena non è presente nel libro, in quanto Kyon non si accorge di quello che succede, nei libri ci viene raccontato solo quello che Kyon sa. Ma non c’è dubbio che abbia un qualche significato, anche perché in ogni caso l’anime è sotto la giurisdizione di Tanigawa Nagaru, che non avrebbe mai permesso di fare qualcosa che andasse in contrasto con i libri.