Difference between revisions of "To Aru Majutsu no Index ~ Italiano (Italian):Volume1 Capitolo2"

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Di fatto, il tutto sembrava la versione in miniatura della stanza. La memory card era il tavolo da tè, i due libri in piedi erano la libreria e l'armadio, ed i due modellini erano negli stessi posti delle due persone nella stanza. Quando delle perline di vetro vennero sparse sul tavolo da tè sembrarono fermarsi nei posti che replicavano esattamente le lattine di birra sul pavimento.
 
Di fatto, il tutto sembrava la versione in miniatura della stanza. La memory card era il tavolo da tè, i due libri in piedi erano la libreria e l'armadio, ed i due modellini erano negli stessi posti delle due persone nella stanza. Quando delle perline di vetro vennero sparse sul tavolo da tè sembrarono fermarsi nei posti che replicavano esattamente le lattine di birra sul pavimento.
   
«La sostanza non importa. E' la stessa cosa di come una lente d'ingrandimento ingrandisce, a prescindere che sia fatta di vetro o di plastica... Sinché la forma ed il ruolo sono gli stessi, la cerimonia è eseguibile.» mormorò Index sudando. «Tutto ciò di cui ho bisogno è che tu porti accuratamente a termine le mie istruzioni. In caso di errore il tuo cervello ed i tuoi neuroni si consumeranno.»
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«La sostanza non importa. E' uguale al funzionamento di una lente d'ingrandimento, a prescindere che questa sia fatta di vetro o di plastica... Sinché la forma ed il ruolo sono gli stessi, la cerimonia è eseguibile.» mormorò Index sudando. «Tutto ciò di cui ho bisogno è che tu porti accuratamente a termine le mie istruzioni. In caso di errore il tuo cervello ed i tuoi neuroni si consumeranno.»
   
 
«???»
 
«???»
   
«Sto dicendo che il fallimento farà diventare il tuo corpo carne tritata e ti ucciderà. Per favore, sii prudente.»
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«Sto dicendo che in caso di fallimento il tuo corpo sarà fatto a pezzi e tu morirai. Per favore, sii prudente.»
   
 
«Bh!?» Komoe respirava a fatica, ma Index continuava non prestandole alcuna attenzione.
 
«Bh!?» Komoe respirava a fatica, ma Index continuava non prestandole alcuna attenzione.
   
«Adesso creeremo un tempio per l'angelo che discenderà in esso. Segui la mia voce e canta.»
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«Adesso creeremo un tempio per l'angelo che vi discenderà. Segui la mia voce e canta.»
   
Ciò che Index disse dopo, andò oltre le parole e non diventò nient'altro che suono.
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Quel che Index fece dopo non fu parlare, ma emettere un vero e proprio suono.
   
Senza pensare al significato, Komoe-sensei cercò di copiarne giusto il tono, canticchiando senza le parole o provando a cantare.
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Senza pensare a cosa potesse significare, Komoe-sensei cercò di copiarne giusto il ritmo, intonandolo e provando a cantarlo.
   
 
E...
 
E...
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«Kyahh!?»
 
«Kyahh!?»
   
Ad un tratto, anche i modellini in cima al tavolo da tè cominciarono a "cantare". Uno dei due urlò "Kyahh!?" con lo stesso esatto tempismo. Essi stavano vibrando. Proprio come la vibrazione che viene trasmessa con i fili del telefono dove il risultato è una voce nel bicchiere di carta all'altra estremità, il modellino vibrava e riproduceva la voce di Komoe-sensei.
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Ad un tratto, anche i modellini in cima al tavolo da tè cominciarono a "cantare". Uno dei due urlò "Kyahh!?" in contemporanea. Vibravano. Proprio come la vibrazione trasmessa attraverso i fili del telefono risultava in una voce nel bicchiere di carta all'altra estremità, il modellino vibrava e riproduceva la voce di Komoe-sensei.
   
La ragione per la quale non si fece prendere dal panico e non fuggì immediatamente dalla stanza, probabilmente era perché viveva in una città con 2.3 milioni di esper. Una persona normale avrebbe pensato che fossero fuori di testa.
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La ragione per cui l'insegnante non si fece prendere dal panico e non fuggì dalla stanza era probabilmente perché viveva in una città con 2.3 milioni di esper. Una persona normale avrebbe pensato che fossero fuori di testa.
   
«Collegamento completo.» era come se la voce di Index e la voce del tavolo da tè risuonassero due volte. «Il tempio creato sul tavolo è stato collegato con la stanza. In parole povere, ogni cosa che accade in questa stanza, accadrà sul tavolo, e ogni cosa che accadrà sul tavolo, accadrà in questa stanza.»
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«Collegamento completo.» la voce di Index e quella proveniente dal tavolo da tè risuonarono doppie. «Il tempio creato sul tavolo è stato collegato con la stanza. In parole povere, ogni cosa che accadrà in questa stanza accadrà sul tavolo, e ogni cosa che accadrà sul tavolo accadrà in questa stanza.»
   
 
Index spinse leggermente il tavolo da tè con il piede.
 
Index spinse leggermente il tavolo da tè con il piede.
   
In quell'istante, l'intero appartamento vibrò sotto i piedi di Komoe-sensei come se derivasse da un grande impatto.
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In quell'istante, l'intero appartamento vibrò sotto i piedi di Komoe-sensei come per un forte impatto.
   
La sensei poteva sentire che l'aria soffocante della stanza diventava limpida come l'aria di una foresta di primo mattino.
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La sensei sentiva l'aria soffocante della stanza divenire limpida come quella di una foresta al primo mattino.
   
Ad ogni modo, non apparve niente che sembrava un angelo. Tutto ciò che c'era, era ciò che poteva essere descritto solo come una presenza invisibile. Una sensazione assaliva l'intero corpo di Komoe-sensei, come se fosse osservata da migliaia di occhi da ogni direzione.
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Ad ogni modo, non apparve niente di simile ad un angelo. C'era solo qualcosa che poteva essere descritto come una presenza invisibile. Komoe-sensei fu assalita dalla sensazione di essere osservata da migliaia di occhi in ogni direzione.
   
 
E poi, ad un tratto, Index gridò.
 
E poi, ad un tratto, Index gridò.
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«Immagina! Immagina un angelo dorato con il corpo di un bambino! Immagina un bellissimo angelo con due ali!»
 
«Immagina! Immagina un angelo dorato con il corpo di un bambino! Immagina un bellissimo angelo con due ali!»
   
Per compiere la magia, era essenziale stabilire il proprio territorio.
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Per compiere la magia era essenziale stabilire il proprio territorio.
   
Per esempio, se si lanciasse un sassolino nell'oceano, le increspature sarebbero piccole. Tuttavia, se si gettasse un sassolino in un secchio d'acqua, le increspature sarebbero grandi. Era la stessa cosa. Per alterare il mondo con la magia, il territorio nel quale si svolgerà il cambiamento deve essere tracciato.
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Per esempio, se si lanciasse un sassolino nell'oceano le increspature sarebbero piccole. Tuttavia, se si gettasse un sassolino in un secchio d'acqua le increspature sarebbero grandi. Era la stessa cosa. Per alterare il mondo con la magia andava definito il luogo dove sarebbe avvenuto il cambiamento.
   
Un protettore era un dio temporaneo di un piccolo mondo del quale si sono tracciati i confini.
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Il protettore era il dio temporaneo di un piccolo spazio.
   
Se una persona lo immaginava adeguatamente, fissava per bene la forma nella sua mente e lo controllava liberamente, si riusciva più facilmente a far accadere delle cose misteriose in un territorio limitato.
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Se una persona immaginava un protettore, definiva la sua forma e riusciva a controllarlo liberamente poteva far accadere cose misteriose in una zona limitata.
   
Komoe-sensei non aveva ricevuto alcuna spiegazione e stava attraversando un momento difficile nell'immaginare un angelo. Il termine "angelo dorato" la faceva pensare solo a quella cosa di cui ce n'erano uno d'oro e cinque d'argento<ref>Si riferisce ad un dolce giapponese che si chiama Chocoball. Se si è fortunati, la confezione avrà stampata su di essa o l'angelo d'oro o quello d'argento. Un angelo d'oro o cinque angeli d'argento possono essere scambiati con una scatola di giochi.</ref>.
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Komoe-sensei non aveva ricevuto alcuna spiegazione e aveva alcune difficoltà ad immaginarne uno. Il termine "angelo dorato" le faceva pensare solo a quella cosa del singolo d'oro o dei cinque d'argento<ref>Si riferisce ad un dolce giapponese che si chiama Chocoball. Se si è fortunati, la confezione avrà stampata su di essa o l'angelo d'oro o quello d'argento. Uno d'oro o cinque d'argento possono essere scambiati con una scatola di giochi.</ref>.
   
Mentre l'immagine nella mente della sensei perdeva coerenza, la presenza circostante seguì l'esempio e perse la sua forma. Una sensazione sgradevole percorse la sua schiena, come se fosse avvolta in della melma putrefatta ai piedi di una palude.
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Come l'immagine nella mente della sensei si confuse sempre più, anche la presenza che li circondava perse la propria forma. Una sensazione sgradevole le percorse schiena, come se fosse stata avvolta in della melma putrefatta ai piedi di una palude.
   
«Immaginalo! Questo non evocherà effettivamente un angelo. E' solo una raccolta di mana invisibile. Prenderà forma secondo il tuo volere di persona che compie una magia!»
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«Immaginalo! Non verrà effettivamente evocato un angelo. E' solo una raccolta di mana invisibile. Prenderà forma secondo il tuo volere da utilizzatrice di magia!»
   
Doveva essere davvero disperata perché anche la voce di quella fredda, meccanica Index, era diventata affilata come una stalattite.
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Doveva essere davvero disperata, perché anche la voce di quella fredda e meccanica Index era diventata affilata come una stalattite.
   
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Dinanzi a quell'improvviso cambiamento Komoe-sensei spalancò gli occhi e si affrettò a sussurrare.
Gli occhi di Komoe-sensei si spalancarono nel percepire quell'improvviso cambiamento e cominciò di fretta a mormorare sotto il suo respiro.
 
   
 
"''...Un angelo carino, un angelo carino, un angelo carino...''"
 
"''...Un angelo carino, un angelo carino, un angelo carino...''"
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Confusa, rievocò disperatamente l'immagine di una ragazza dalle sembianze di angelo che aveva visto in uno shoujo manga molto tempo prima.
 
Confusa, rievocò disperatamente l'immagine di una ragazza dalle sembianze di angelo che aveva visto in uno shoujo manga molto tempo prima.
   
Quella cosa che sembrava melma invisibile sospesa nell'aria della stanza, aveva preso forma come se fosse stata spinta all'interno di una nuvoletta di forma umana... o almeno, quello era ciò che sembrava a Komoe-sensei.
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Quella cosa che sembrava melma invisibile sospesa nell'aria della stanza aveva preso forma, come se fosse stata spinta all'interno di una nuvoletta di forma umana... o almeno così sembrava a Komoe-sensei.
   
 
Aprì timidamente gli occhi per controllare.
 
Aprì timidamente gli occhi per controllare.
   
"''...Eh? Non ha effettivamente richiamato un angelo?''"
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"''...Eh? Non verrà effettivamente evocato un angelo?''"
   
Nell'istante in cui i dubbi cominciavano ad affiorare nella sua mente, la nuvoletta d'acqua dalla forma umana esplose e la melma invisibile schizzò per tutta la stanza.
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Proprio quando le cominciarono a venire i primi dubbi, la nuvoletta d'acqua dalla forma umana esplose e la melma invisibile schizzò per tutta la stanza.
   
 
«Kyahh!!»
 
«Kyahh!!»
   
«...Il fissaggio della forma è fallito.» Index guardò intorno con lo sguardo tagliente. «Se il tempio è protetto da almeno un'Ondina di colore blu, sarà abbastanza. ...Continuiamo.»
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«...Il fissaggio della forma è fallito.» Index guardò intorno con lo sguardo tagliente. «Sarà sufficiente che il tempio sia protetto da un'Ondina blu... Continuiamo.»
   
Le sue parole erano alquanto positive, ma gli occhi di Index non sorridevano minimamente.
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Le parole di Index erano piuttosto positive, ma i suoi occhi non mostravano alcuna felicità.
   
Komoe-sensei batté le ciglia come un bambino che aveva fallito un test e cercava di tenerlo nascosto ad i genitori che lo avevano appena visto.
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Komoe-sensei batté le ciglia come un bambino i cui genitori avevano visto la verifica insufficiente che aveva cercato di nascondere.
   
«Canta. Solo un altro po', e poi sarà finita.»
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«Canta. Solo un altro po' e sarà finita.»
   
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Sebbene fosse vittima di una crescente confusione e di pensieri sempre meno chiari, quell'ordine tagliente non riuscì a farle perdere la calma.
Quell'ordine tagliente non lasciò perdere l'autocontrollo a Komoe-sensei, nonostante la confusione continuasse a salire e ad indebolire i suoi pensieri.
 
   
Index, la sensei ed i due modellini sul tavolo da tè cantavano.
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Index, la sensei ed i due modellini sul tavolo da tè cantarono.
   
 
La schiena del modellino di Index cominciò a sciogliersi.
 
La schiena del modellino di Index cominciò a sciogliersi.
   
Era come una gomma tenuta su un accendino. Si scioglieva, la superficie perdeva la sua irregolarità, diventava liscia, si raffreddava e si induriva ancora una volta, quindi la sua forma tornava quella di prima.
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Era come una gomma tenuta su un accendino. Si sciolse, la superficie perse la sua irregolarità, diventò liscia, si raffreddò e si indurì ancora una volta, quindi recuperò la forma originale.
   
Komoe-sensei sentiva come se il suo cuore stesse congelando.
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Komoe-sensei si sentiva il cuore congelare.
   
Al momento, Index era seduta di fronte a lei, al tavolo da tè.
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Al momento Index era seduta dall'altra parte del tavolo da tè, di fronte a lei.
   
 
Non aveva il coraggio di alzarsi ed andare a controllare la sua schiena.
 
Non aveva il coraggio di alzarsi ed andare a controllare la sua schiena.
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Il pallido viso della ragazza era ricoperto di sudore.
 
Il pallido viso della ragazza era ricoperto di sudore.
   
I suoi occhi di ghiaccio non mostravano ancora alcun segno di dolore o sofferenza.
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I suoi occhi di ghiaccio ancora non mostravano alcun segno di dolore o sofferenza.
   
 
«Rifornimento di mana e stabilizzazione della condizione confermato. Ritorno alla modalità riposo della Penna di John.»
 
«Rifornimento di mana e stabilizzazione della condizione confermato. Ritorno alla modalità riposo della Penna di John.»
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Come se fosse stato premuto un pulsante, tornò una leggera luce negli occhi di Index.
 
Come se fosse stato premuto un pulsante, tornò una leggera luce negli occhi di Index.
   
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Il calore riempì l'atmosfera della stanza, sembrava fosse stato riacceso un fuoco in un caminetto freddo.
Come il fuoco che viene ravvivato in un caminetto freddo, il calore riempì l'atmosfera della stanza.
 
   
Lo sguardo degli occhi di Index era così gentile e caldo che Komoe-sensei non riusciva a non percepire quel calore. Era lo sguardo di una ragazza normale.
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Lo sguardo negli occhi di Index era così caldo e gentile che era per Komoe-sensei era impossibile non sentirlo. Era lo sguardo di una ragazza normale.
   
«Adesso, se il protettore che è sceso è tornato indietro, ed il tempio è distrutto, sarà finita.» Index sorrise in maniera dolorosa. «Questo è ciò che è la magia. E' come mela e ringo<ref>Significa "mela" in giapponese.</ref> che significano la stessa cosa. Non hai bisogno di un bastone di vetro quando un ombrello di plastica è ugualmente chiaro. E' lo stesso delle carte dei tarocchi. Finché i disegni ed i numeri corrispondono, puoi eseguire divinazioni con i ritagli di uno shoujo manga.»
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«Quindi, se il protettore che è disceso è tornato indietro ed il tempio è stato distrutto, è finita.» Index sorrise dolorante. «Questa è la magia. Proprio come apple e ringo<ref>Entrambi i termini significano "mela".</ref> che significano la stessa cosa. Non hai bisogno di una bacchetta magica di vetro quando hai un ombrello di plastica della stessa chiarezza. Vale anche per le carte dei tarocchi. Finché i disegni ed i numeri corrispondono, puoi eseguire delle divinazioni con i ritagli di uno shoujo manga.»
   
 
Il sudore di Index non si fermò.
 
Il sudore di Index non si fermò.
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Komoe-sensei cominciò a pensare che ciò che aveva fatto aveva solo peggiorato le sue condizioni.
 
Komoe-sensei cominciò a pensare che ciò che aveva fatto aveva solo peggiorato le sue condizioni.
   
«Non preoccuparti.» Index sembrava sul punto di svenire anche in quel momento. «E' lo stesso del raffreddore. Hai bisogno della tua stessa forza per guarire. La ferita in sé è stata chiusa, quindi starò bene.»
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«Non preoccuparti.» Persino allora Index sembrò sul punto di svenire. «E' lo stesso del raffreddore. Si guarisce da soli. La ferita in sé è stata chiusa, quindi starò bene.»
   
Nel momento in cui lo diceva, il suo corpo collassò. Cadde anche il modellino. Il tavolo da tè vibrò leggermente e la stanza collegata ad essa venne assalita da un terribile tremolio.
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Non appena ebbe finito di parlare, il suo corpo collassò. Cadde anche il modellino. Il tavolo da tè vibrò leggermente e la stanza che vi era collegata venne assalita da un terribile tremolio.
   
 
Komoe-sensei stava per andare a soccorrerla, ma Index iniziò a cantare.
 
Komoe-sensei stava per andare a soccorrerla, ma Index iniziò a cantare.
   
Quando anche la sensei la seguì e cantò l'ultima canzone, la strana atmosfera tornò ad essere la normale atmosfera soffocante di quell'appartamento. Komoe-sensei scosse con cautela il tavolo da tè, ma non accadde nulla.
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Quando anche la sensei iniziò a cantare l'ultima canzone l'aria tornò alla sua solita pesantezza. Komoe-sensei scosse con cautela il tavolo da tè, ma non accadde nulla.
   
 
"''Grazie a Dio.''"
 
"''Grazie a Dio.''"
   
Disse Index, mentre Komoe-sensei chiuse gli occhi con sollievo.
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Non appena Komoe-sensei chiuse gli occhi per il sollievo Index parlò.
   
La sensei avrebbe pensato che chiunque sarebbe stato felice di constatare che la propria ferita era guarita, ma la suora disse qualcos'altro.
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L'insegnante pensava che chiunque sarebbe stato felice di constatare che la propria ferita era guarita, ma la suora disse qualcos'altro.
   
«Sono felice di non essere stata un peso per nessuno.»
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«''Sono felice di non essere stata un peso per nessuno.''»
   
 
Komoe-sensei la fissò con un'espressione sorpresa.
 
Komoe-sensei la fissò con un'espressione sorpresa.
   
«...Se fossi morta qui, lui avrebbe potuto dover sostenere questo fardello
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«''...Se fossi morta qui, forse lui sarebbe rimasto con questo peso sulle spalle.''»
   
Index chiuse gli occhi come se stesse sognando e non disse nient'altro. Quando quella ragazza era stata colpita alla schiena ed era crollata, e quando aveva eseguito quello strano rituale, non aveva pensato mai nemmeno una volta a se stessa. Stava pensando alle persone che aveva trascinato lì.
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Index chiuse gli occhi, come se stesse sognando, e non disse nient'altro. Quando quella ragazza era stata colpita alla schiena ed era svenuta, e quando aveva eseguito quello strano rituale, non aveva pensato nemmeno una volta a se stessa. Aveva pensato alla persona che l'aveva portata sin lì.
   
Komoe-sensei non poteva pensarla allo stesso modo. Non credeva che nessuno l'avrebbe pensata allo stesso modo.
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Komoe-sensei non riusciva ad avere gli stessi pensieri. Non aveva nessuno a cui rivolgerli.
   
Era per questo che chiese una cosa.
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Fu questo a spingerla a chiedere una cosa.
   
Era certa che Index si fosse già addormentata e non l'avrebbe sentita, ma era proprio per quello che lo chiese.
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Era certa che Index si fosse già addormentata e che non l'avrebbe sentita, proprio per questo lo chiese.
   
 
Eppure, la ragazza rispose con gli occhi ancora chiusi.
 
Eppure, la ragazza rispose con gli occhi ancora chiusi.
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«Non lo so.»
 
«Non lo so.»
   
Non si era mai sentita a quel modo per nessuno prima, e non sapeva quale fosse quella sensazione. Ma quando lui si era arrabbiato in modo avventato per lei e quando aveva affrontato il mago, avrebbe voluto che corresse via anche se lei avesse dovuto strisciare fin da lui per convincerlo. E quando era scappato da Innocentius, lei aveva pensato che si sarebbe messa a piangere quando l'avrebbe visto tornare.
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Non si era mai sentita a quel modo per nessuno prima, e non sapeva che sensazione fosse. Ma quando si era così incautamente arrabbiato per lei davanti a quel mago, aveva voluto che scappasse, anche a costo di costringerlo. E quando era stato costretto a scappare da Innocentius per poi tornare indietro, aveva pensato di essere sul punto di piangere.
   
 
Non lo capiva, ma quando era con lui, niente andava mai come voleva e si sentiva sotto pressione.
 
Non lo capiva, ma quando era con lui, niente andava mai come voleva e si sentiva sotto pressione.
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Eppure, quelle cose inaspettate erano molto divertenti e la rendevano davvero felice.
 
Eppure, quelle cose inaspettate erano molto divertenti e la rendevano davvero felice.
   
Ad ogni modo, non sapeva quale fosse quel sentimento.
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Ad ogni modo, non sapeva che sentimento fosse.
   
 
Questa volta, Index cadde in un sonno profondo con il sorriso sulle labbra, come se stesse facendo un sogno piacevole.
 
Questa volta, Index cadde in un sonno profondo con il sorriso sulle labbra, come se stesse facendo un sogno piacevole.

Revision as of 21:57, 30 June 2012

Capitolo 2: L'evocatore dona la morte — The_7th-Egde.

Parte 1

Era notte. Le sirene dei camion dei vigili del fuoco e delle ambulanze risuonarono nella strada principale per poi oltrepassarla.

Il dormitorio generalmente sembrava deserto, ma l'attivazione dell'allarme antincendio e degli sprinkler aveva capovolto la situazione. In men che non si dica si era riempito di guardoni e di camion dei pompieri.

Kamijou, prima di portarlo con sé, aveva usato la sua mano destra per distruggere la funzione di rintracciamento del velo che era rimasto nella sua stanza. Se non lo avesse fatto, e se lo avesse buttato da qualche parte, avrebbe potuto ingannare quelli che stavano inseguendo Index, ma la ragazza aveva insistito per tenerlo.

Schioccò la lingua in una stradina posteriore. Aveva il corpo insaguinato di Index tra le braccia, in modo da evitare che la ferita toccasse il suolo sporco.

Non poteva affidarla ad un'ambulanza.

Fondamentalmente alla Città Accademia non piacevano gli estranei. Non a caso era circondata da mura e veniva continuamente monitorata da tre satelliti. Persino i camionisti che rifornivano i minimarket avevano bisogno di un ID esclusivo per poter entrare.

Per questo motivo se una senza ID come Index fosse stata ricoverata chiunque ne sarebbe venuto a conoscenza.

Ed il suo nemico faceva parte di un'Organizzazione.

Se fosse stata attaccata lì ci avrebbero rimesso le persone che le stavano vicino, e non si sarebbe potuta difendere se lo avessero fatto mentre si trovava ancora in riabilitazione o durante un'intervento chirurgico.

«Ma non posso lasciarla così.»

«Starò... bene. Se puoi... solo fermare l'emorragia...»

La voce di Index era debole e non mostrava alcun accenno al tono meccanico che aveva usato mentre dava spiegazioni sulle rune.

Fu proprio grazie a questo che Kamijou capì che quello che aveva detto non era vero. Non la si poteva curare col bendaggio di un dilettante. Il ragazzo era solito combattere, quindi si prestava da solo i primi soccorsi per la maggior parte delle ferite che voleva tenere segrete. Ma quella che aveva lei sulla schiena era abbastanza brutta da spaventarlo.

Era rimasta solo una cosa su cui potevano fare affidamento.

Ancora non ci credeva, ma non gli restava altro da fare.

«Hey, hey! Riesci a sentirmi?» Kamijou schiaffeggiò leggermente una guancia di Index. «Nei tuoi 103.000 grimori, c'è qualcosa che possa curare le tue ferite?»

Kamijou era convinto che la magia non servisse ad altro che ad attaccare e a guarire negli RPG.

Index aveva spiegato che per natura non era capace di gestire da sé il potere magico e che quindi non poteva usare la magia, ma Kamijou sapeva controllare il soprannaturale, dunque, se lei gli avesse detto cosa fare...

Il respiro della ragazza era debole, ma era dovuto più alla perdita di sangue che al dolore. Le sue pallide labbra tremavano.

«C'è... ma...»

Il viso di Kamijou si illuminò per un istante, prima di sentire quel "ma".

«Non... puoi farlo...» Index esalò un piccolo respiro. «Anche se... ti insegnassi l'incantesimo... il tuo potere sicuramente... interferirebbe... ah... anche se lo imiti... alla perfezione.»

Kamijou guardò sconcertato la sua mano destra.

Imagine Breaker. Il potere che vi risiedeva aveva indubbiamente cancellato le fiamme di Stiyl. C'era quindi la possibilità che avrebbe fatto lo stesso con la magia curativa di Index.

«Merda! Non di nuovo... perché è sempre colpa di questa mano destra!?»

Ma ciò significava solo che aveva bisogno di chiamare qualcuno. Come Aogami Pierce o quella Biribiri Misaka Mikoto. Gli venivano in mente solo le facce delle persone che, per quanto toste, non avrebbe voluto coinvolgere.

«...?» Index si zittì per un po'. «No... Non è quello che volevo dire.»

«?»

«Non la tua mano destra... Il problema è... che tu sei un esper.» In quella torrida notte tremava come se si fosse trovata su una montagna innevata in pieno inverno. «La magia non è... qualcosa che può essere usata da "persone di talento" come voi esper. Le "persone senza talento" volevano... fare ciò che potevano fare le "persone di talento"... per questo motivo crearono particolari formule magiche e rituali... che sono conosciute come magia.»

Kamijou quasi le urlò che non era quello il momento di perdersi in chiacchere.

«Non lo capisci...? Le "persone di talento" e le "persone senza talento" sono fondamentalmente diverse... Le "persone di talento" non possono usare i sistemi creati... per le "persone senza talento"...»

«Cos...?»

Il ragazzo si ammutolì. Per espandere la struttura dei cervelli degli esper venivano utilizzate droghe ed elettrodi, e alla fine si andavano a creare delle differenze rispetto ai normali esseri umani. I loro corpi differivano davvero da quelli degli altri.

Ma non poteva crederci. No, non voleva crederci.

Nella Città Accademia vivevano 2.3 milioni di studenti. Ed ognuno di loro era stato sottoposto al programma di sviluppo dei poteri. Anche se non era evidente, anche se non riuscivano a piegare un cucchiaio pur impegnandosi così tanto da farsi esplodere le vene del cervello, ed anche se erano i più deboli tra gli esper, erano assolutamente diversi da una persona normale.

In altre parole, le persone che vivevano in quella città non potevano usare la magia, l'unica cosa che poteva salvare quella ragazza.

C'era un modo per poter salvare la persona che era stesa di fronte a lui, eppure, nessuno poteva farlo.

«Maledizione...» Kamijou scoprì i canini come una bestia. «Com'è potuto accadere? Com'è potuto accadere!? Che diavolo significa!? Come può essere giusto!?»

Il tremolio di Index peggiorò.

Ciò che Kamijou trovava più difficile da sopportare, era che lei stesse ricevendo una punizione a causa della sua stessa incapacità.

«"Di talento", col cazzo.» sputò fuori. «Non posso nemmeno salvare una ragazza che soffre davanti ai miei occhi.»

Tuttavia non poteva avanzare altri modi per risolvere la situazione. Il fatto che i 2.3 milioni di studenti che vivevano nella città non potevano usare la magia era la regola che aveva bisogno di aggirare.

«...?»

Kamijou improvvisamente si accorse che in quel che aveva pensato qualcosa non andava.

Studenti?

«Hey, qualsiasi persona normale "senza talento" può usare la magia, giusto?»

«...Eh? Sì...»

«E quindi anche se quella persona non ha capacità magiche funzionerà, giusto?»

«Non devi... preoccupartene... Finché riescono a prepararlo correttamente ed ad eseguirlo correttamente... anche uno studente di scuola media riuscirebbe a farlo.» Index pensò per un po'. «Però, se faranno un passo falso, le loro reti e i loro circuiti neurali potrebbero distruggersi... Ma con la conoscenza dei miei 103,000 grimori andrà tutto bene. Non preoccuparti.»

Kamijou sorrise.

Senza pensare, alzò lo sguardo come per ululare alla luna nel cielo notturno.

Era vero che nella Città Accademia vivevano 2.3 milioni di studenti che erano stati modificati per avere un certo tipo di potere psichico.

Ma gli insegnanti che se ne occupavano erano normali esseri umani.

«Spero non si sia già addormentata.»

La faccia di una certa insegnante affiorò nella mente di Kamijou.

Era la faccia di Tsukuyomi Komoe, la responsabile della sua classe alta 135 cm, a cui starebbe bene un randoseru [1] rosso, nonostante sia un'insegnante.


Kamijou usò un telefono pubblico per farsi dare l'indirizzo di Komoe-sensei da Aogami Pierce. (La mattina aveva pestato e rotto il suo cellulare. Come Aogami Pierce conoscesse l'indirizzo della Sensei era un mistero. Sospettava fosse uno stalker.) Quindi cominciò a camminare con una debole Index sulle sue spalle.

«Il posto è questo...»

Arrivò quindici minuti dopo essersi incamminato dalla stradina posteriore.

Totalmente inadatto all'aspetto da dodicenne di Komoe-sensei, era un appartamento di due piani in legno che sembrava così vecchio e decadente che Kamijou pensava fosse stato segnato dal Bombardamento di Tokyo. Dato che la lavatrice era posta direttamente sul corridoio, all'interno non dovevano esserci cose come un bagno.

Normalmente il ragazzo ci avrebbe fatto delle battute per dieci minuti, ma in quel momento non sorrideva nemmeno.

Dopo aver controllato le targhette delle porte del primo piano, salì delle scale malandate e arrugginite e controllò quelle del secondo. Quando poi raggiunse la porta sul retro più lontana finalmente trovò "Tsukuyomi Komoe" scritto in hiragana.

Kamijou suonò il campanello due volte e calciò l'uscio con tutta la sua forza.

Il piede che colpì la porta fece un suono tremendo.

Ad ogni modo, questa non si spostò di molto. Come sempre Kamijou ebbe la sfortuna di pensare di aver sentito uno spiacevole crack provenire dal suo alluce.

«~ ~ ~!!»

«Sì, sì, siiì! La porta anti-venditore di giornali è l'unica cosa robusta che c'è qui. Adesso apro, okay?»

"Perché non ho semplicemente aspettato?"

Con questo pensiero da far venire le lacrimucce agli occhi, la porta si aprì appena e, attraverso lo spiraglio, si affacciò la testa di Komoe-sensei con addosso un pigiama. La sua espressione rilassata diceva chiaramente che, da quella posizione, non riusciva a vedere la ferita sulla schiena di Index.

«Wah, Kamijou-chan. Hai cominciato a lavorare part-time come venditore di giornali?»

«Quale giornale ha degli impiegati che adescano persone con una suora sulla schiena?» disse Kamijou con disappunto. «Sono piuttosto nei guai, quindi entro. Permesso.»

«A-Aspetta, aspetta, aspetta!» Komoe-sensei cercò freneticamente di bloccare Kamijou mentre questo la spingeva da una parte. «I-Io non posso farti entrare così su due piedi nella mia stanza. E non è solo perché è in un terribile disordine con le lattine di birra che ricoprono il pavimento e i mozziconi di sigaretta accumulati nel portacenere!»

«Sensei.»

«Sì?»

Index v01 127.jpg

«...Veda se può fare la stessa battuta dopo aver visto ciò che sto portando sulle spalle.»

«N-Non stavo scherzando! ...Gyahhh!?»

«Quindi finalmente se n'è accorta!»

«Non avevo visto che aveva una ferita così brutta sulla schiena, Kamijou-chan!»

Komoe-sensei fu presa dal panico all'improvvisa visione del sangue, e Kamijou riuscì finalmente a spostarla e ad entrare.

"La stanza sembrava appartenere ad un uomo di mezza età amante delle scommesse sui cavalli. C'erano dei tatami molto consumati con sopra sparse innumerevoli lattine di birra, insieme ad una vera e propria montagna di mozziconi di sigaretta dentro ad un posacenere argenteo. Al centro della stanza, quasi fosse una barzelletta, c'era pure un tavolo da té, di quelli che un padre testardo avrebbe rovesciato per la frustrazione."

«...Capisco. Quindi non stava scherzando.»

«Suppongo non sia il momento giusto, ma hai qualche problema con le ragazze che fumano?»

Kamijou, mentre fissava la sua insegnante che sembrava avere dodici anni, pensò che difficilmente fosse quello il problema, e contemporaneamente calciò via delle lattine di birra per aprirsi un passaggio. Era restio a sedersi su un tatami consumato come quello, ma non c'era tempo per preoccuparsi di preparare un futon.

Distese Index a faccia in giù sul pavimento per assicurarsi che la ferita non lo toccasse.

I suoi vestiti erano lacerati in un modo che non rendeva visibile il taglio, ma un liquido rosso scuro stava scorrendo verso il basso come se fosse gasolio.

«N-Non dovresti chiamare un'ambulanza? I-Il telefono è lì.»

Komoe-sensei puntò la mano tremolante verso un angolo della stanza. Per qualche ragione, il suo telefono era uno nero di quelli con la ruota.

«Sto perdendo sangue, e così anche il mana vi si trova all'interno.»

Kamijou e Komoe-sensei si voltarono istintivamente verso Index.

Era ancora distesa senza vita sul pavimento, ma i suoi occhi erano silenziosamente aperti, anche se la sua testa stava su un lato come una bambola rotta.

I suoi occhi erano più freddi del pallido chiaro di luna e più precisi degli ingranaggi di un orologio.

Erano così perfettamente sereni da non sembrare appartenere ad un essere umano.

«Pericolo. Capitolo Due, Versetto Sei. La perdita di forza vitale conosciuta come mana, dovuta all'emorragia, ha oltrepassato una certa quantità, di conseguenza sta per essere forzato il risveglio della Penna di John... Se la situazione attuale persiste, il mio corpo perderà il minimo di forza vitale necessaria e morirà in circa 15 minuti, secondo il Tempo Standard Internazionale definito dall'orologio della torre di Londra. Sarebbe meglio se voi seguiste le istruzioni che sto per darvi, al fine di eseguire il trattamento più efficace.»

Komoe-sensei fissò Index sconvolta.

Kamijou a stento poteva biasimarla. Sebbene l'avesse già sentita una volta, non riusciva proprio ad abituarsi a quella voce.

«Allora...»

Il ragazzo guardò Komoe-sensei e cominciò a riflettere.

Se le avesse davvero chiesto di usare la magia, gli avrebbe sicuramente detto che non era il tempo di giocare a fare la maghetta e che comunque era troppo grande per quel genere di cose.

Quindi, come doveva convincerla?

«Hmm. Sensei, Sensei. Questa è un'emergenza, perciò sarò breve. Ho bisogno di svelarle un segreto, venga qui.»

«Cosa?»

Kamijou mosse la sua mano come se stesse chiamando un cagnolino, e Komoe-sensei gli si avvicinò con nonchalance.

"Mi spiace", il ragazzo si scusò sussurrando a Index.

Sollevò senza indugio i vestiti strappati, rivelando così la ferita che questi nascondevano.

«Eeh!?»

A mala pena poteva biasimarla per essere rimasta tanto sconvolta.

La ferita era così brutta da scioccare persino lui. Si estendeva dritta in una linea orizzontale attraverso la schiena, come una scatola di cartone sulla quale qualcuno aveva usato un righello ed un taglierino. Dietro al sangue rosso, si potevano vedere il rosa dei muscoli, il giallo del grasso, ed anche qualcosa di duro e bianco che sembrava essere la colonna vertebrale.

Immaginandola come una bocca rossa, le labbra attorno ad essa erano pallidissime, alla stregua di qualcuno che era stato in piscina.

«Ghh...» Kamijou represse delle vertigini ed abbassò con cura i vestiti zuppi di sangue.

Gli occhi gelidi di Index non si muovevano di una virgola, neppure quando gli abiti le toccavano la ferita.

«Sensei.»

«Eh? Sì!?»

«Sto per chiamare un'ambulanza. Nel frattempo, ascolti questa ragazza e faccia qualsiasi cosa le dica... Si assicuri che non perda conoscenza. Come può vedere dai suoi vestiti è una religiosa. Grazie.»

Perché Komoe-sensei continuasse a non credere alla magia, le sarebbe bastato vedere le richieste di Index come una semplice consolazione. Per questo motivo, Kamijou aveva fatto in modo che smettesse di pensare al curare la ferita e che piuttosto si concentrasse sul parlarle ad ogni costo.

La sensei annuì con un'espressione estremamente seria ed un viso pallido.

L'unico problema era che nel frattempo Kamijou sarebbe dovuto stare fuori a non fare niente.

Se fosse arrivata un'ambulanza prima del completamente della magia, la "consolazione" sarebbe dovuta finire. Ciò significava che non poteva davvero chiamarne una.

Ma questo non voleva dire che Kamijou doveva andarsene. Dopotutto poteva usare il telefono nero che c'era nella stanza per chiamare il 117, fingendo poi di richiedere un'ambulanza mentre in realtà parlava con una registrazione.

Il vero problema era un'altro.

«Hey, Index.» le disse Kamijou con delicatezza mentre questa restava stramazzata al suolo. «C'è qualcosa che posso fare?»

«No. L'opzione migliore per te sarebbe quella di andartene.»

Quelle parole così eccessivamente chiare e dirette fecero sì che Kamijou stringesse il pugno così forte da farsi male.

Non c'era niente che poteva fare.

Ed era tutto a causa della sua mano destra, che solo trovandosi nella stessa stanza avrebbe cancellato la magia curativa.

«...Allora, sensei. Sto andando a cercare un telefono pubblico.»

«Aspetta... eh? Kamijou-chan, ho un telefono, ec...»

Il ragazzo ignorò le sue parole, aprì la porta e lasciò la stanza.

Strinse i denti, non poteva far altro che andarsene.

Kamijou corse per la città notturna.

Mentre lo faceva, stringeva la mano destra in grado di distruggere persino i sistemi di Dio, ma incapace di proteggere una sola persona.


Non appena Kamijou Touma lasciò la stanza, Index mosse le sue pallide labbra.

«Qual è l'attuale ora solare in Giappone? E la data?»

«Sono le 8:30 PM del 20 luglio...»

«Pare tu non stia guardando un orologio. Quella è l'ora esatta?»

«Non ne ho uno in stanza, ma il mio orologio interno spacca il secondo, quindi non preoccuparti.»

«...»

«Credimi. Ho sentito che alcuni fantini hanno un orologio interno così preciso da spaccare il millesimo di secondo. Lo si può regolare con alcune abitudini alimentari e seguendo un certo ritmo nelle proprie attività.» rispose Komoe-sensei con fare perplesso.

Poteva non essere un esper, ma era pur sempre un'abitante della Città Accademia. Chi ci viveva in genere aveva un livello di conoscenza medica e scientifica completamente diverso da quello delle altre persone.

Ancora con la faccia all'ingiù, Index guardò fuori dalla finestra muovendo solo gli occhi.

«Dalla posizione delle stelle e dall'angolazione della Luna... si ha un riscontro con la direzione di Sirio, con un margine di errore di 0.038. Giusto per verificarlo ancora una volta. L'attuale ora solare in Giappone è 20 luglio, 8:30 PM, giusto?»

«Sì. Beh, tecnicamente adesso sono passati 53 secondi, ma... Ah, no!! Non ti alzare!!»

Komoe-sensei provò disperatamente a spingerla indietro mentre Index cercava di sedersi, perché così facendo si sarebbe ferita ulteriormente, ma lo sguardo della ragazza non vacillò minimamente.

Questo non era né spaventoso né pungente.

Semplicemente non c'erano più emozioni nei suoi occhi, come se avessero spento una luce con un interruttore.

Non contenevano più una vera presenza.

Era come se la sua anima fosse scomparsa.

«E' vicino alla fine del Cancro. L'ora è tra le 8 e le 12 di notte. La direzione è ovest. Sotto la protezione di Ondina, il ruolo dell'angelo è il cherub...»

Si poteva sentire il suono di Komoe-sensei che tratteneva il respiro.

Inavvertitamente Index, con una delle sue dita insanguinate, aveva cominciato a disegnare un certo tipo di figura in cima al piccolo tavolino da tè. Anche chi non conosceva i cerchi magici avrebbe capito che si trattava di qualcosa di religioso. Komoe-sensei era già un po' scossa, ma adesso qualcosa la travolgeva a tal punto da impedirle di parlare.

Dopo aver disegnato un cerchio di sangue che riempiva l'intero tavolino, Index tracciò un simbolo a forma di stella, un pentagramma.

Tutto attorno vi erano delle scritte in qualche strana lingua. Probabilmente quelle parole erano le stesse che Index stava mormorando. Aveva fatto delle domande sulle costellazioni e sull'ora perché le parole che scriveva cambiavano in base al tempo e alla stagione.

Metteva in pratica la magia senza mostrare la debolezza tipica delle persone ferite.

La sua estrema concentrazione dava l'impressione che non stesse provando alcun dolore.

Quando sentì il suono del sangue gocciolante provenire dalla schiena della ragazza, un brivido silenzioso attraversò Komoe-sensei.

«C-C-C-Cos'è quello?»

«Magia.» Detta questa sola parola Index fece una pausa. «Da adesso in poi avrò bisogno del tuo aiuto e del tuo corpo. Se farai come dico, non ci saranno fatalità e nessuno porterà rancore verso di te.»

«C-Come puoi parlare così tranquillamente!? Stenditi ed aspetta l'ambulanza! Ehm... bende, bende. Con una ferita così brutta, dovrei fasciare la zona attorno all'arteria per fermare l'emorragia...»

«Quel livello di trattamento non potrà curarmi completamente. Non so cosa sia un'ambulanza, ma sarà capace di chiudere questa ferita nei prossimi 15 minuti e di rifornirmi del livello di mana di cui necessito?»

«...»

Un'ambulanza avrebbe impiegato dieci minuti ad arrivare, anche se l'avessero chiamata subito. E ci avrebbero messo altrettanto tempo per portarla in ospedale, senza contare che il trattamento non sarebbe iniziato immediatamente. Komoe-sensei non riusciva proprio a capire cosa potesse significare un termine occulto come "mana", ma era vero che la sola chiusura della ferita non l'avrebbe rimessa in sesto.

Se in quel momento gliel'avessero ricucita con ago e filo, questa pallida ragazza sarebbe stata abbastanza forte da riprendersi?

«Per favore.» disse Index senza il minimo cambio d'espressione.

Una miscela di sangue e saliva le stava gocciolando da un lato della bocca.

In lei non c'era energia. Non c'era nemmeno nulla di spaventoso. Ma quella calma e quell'autocontrollo erano più terrificanti di qualsiasi altra cosa. Tutto quel che faceva sembrava farle allargare la ferita, e ciò le dava l'aspetto di una macchina rotta che continuava a funzionare senza accorgersi che c'era qualcosa che non andava.

"Se facessi qualcosa per cui iniziasse ad insistere, la situazione potrebbe anche peggiorare."

Komoe-sensei sospirò. Ovviamente non credeva nella magia. Tuttavia, Kamijou le aveva detto di mantenere viva la conversazione per assicurarsi che la ragazza non perdesse conoscenza.

Tutto ciò che poteva fare era cercare di non provocare quella persona seduta di fronte a lei, sperare che Kamijou chiamasse un ambulanza al più presto possibile e fidarsi dell'eccellente pronto soccorso dei tecnici di emergenza sanitaria dell'ambulanza.

«Allora, cosa dovrei fare? Non sono una maghetta.»

«Ti ringrazio per la cooperazione. Per prima cosa... prendi... prendi quella... quella... cos'è quella cosa nera?»

«? Oh, è una memory card per i giochi.»

«??? ...Beh, va bene. Ad ogni modo, prendi quella cosa nera e ponila al centro del tavolo.»

«Tecnicamente, è un tavolo da tè...»

Komoe-sensei fece come le era stato detto e mise la memory card al centro del tavolo da tè. Poi prese una custodia per matite meccaniche, una scatola di cioccolatini vuota, due libri tascabili e ci mise anche quelli. Prese anche due piccoli modellini che si trovavano nelle confezioni di cibo, e li allineò l'uno vicino all'altro.

La sensei si chiedeva quale fosse il fine, ma Index era ancora del tutto seria nonostante sembrasse sul punto di collassare.

Ogni lamentela di Komoe-sensei spariva di fronte allo sguardo simile ad una spada giapponese che proveniva da quel viso pallido.

«Cos'è questo? L'hai chiamata magia, ma non è solo giocare con le bambole?»

Di fatto, il tutto sembrava la versione in miniatura della stanza. La memory card era il tavolo da tè, i due libri in piedi erano la libreria e l'armadio, ed i due modellini erano negli stessi posti delle due persone nella stanza. Quando delle perline di vetro vennero sparse sul tavolo da tè sembrarono fermarsi nei posti che replicavano esattamente le lattine di birra sul pavimento.

«La sostanza non importa. E' uguale al funzionamento di una lente d'ingrandimento, a prescindere che questa sia fatta di vetro o di plastica... Sinché la forma ed il ruolo sono gli stessi, la cerimonia è eseguibile.» mormorò Index sudando. «Tutto ciò di cui ho bisogno è che tu porti accuratamente a termine le mie istruzioni. In caso di errore il tuo cervello ed i tuoi neuroni si consumeranno.»

«???»

«Sto dicendo che in caso di fallimento il tuo corpo sarà fatto a pezzi e tu morirai. Per favore, sii prudente.»

«Bh!?» Komoe respirava a fatica, ma Index continuava non prestandole alcuna attenzione.

«Adesso creeremo un tempio per l'angelo che vi discenderà. Segui la mia voce e canta.»

Quel che Index fece dopo non fu parlare, ma emettere un vero e proprio suono.

Senza pensare a cosa potesse significare, Komoe-sensei cercò di copiarne giusto il ritmo, intonandolo e provando a cantarlo.

E...

«Kyahh!?»

Ad un tratto, anche i modellini in cima al tavolo da tè cominciarono a "cantare". Uno dei due urlò "Kyahh!?" in contemporanea. Vibravano. Proprio come la vibrazione trasmessa attraverso i fili del telefono risultava in una voce nel bicchiere di carta all'altra estremità, il modellino vibrava e riproduceva la voce di Komoe-sensei.

La ragione per cui l'insegnante non si fece prendere dal panico e non fuggì dalla stanza era probabilmente perché viveva in una città con 2.3 milioni di esper. Una persona normale avrebbe pensato che fossero fuori di testa.

«Collegamento completo.» la voce di Index e quella proveniente dal tavolo da tè risuonarono doppie. «Il tempio creato sul tavolo è stato collegato con la stanza. In parole povere, ogni cosa che accadrà in questa stanza accadrà sul tavolo, e ogni cosa che accadrà sul tavolo accadrà in questa stanza.»

Index spinse leggermente il tavolo da tè con il piede.

In quell'istante, l'intero appartamento vibrò sotto i piedi di Komoe-sensei come per un forte impatto.

La sensei sentiva l'aria soffocante della stanza divenire limpida come quella di una foresta al primo mattino.

Ad ogni modo, non apparve niente di simile ad un angelo. C'era solo qualcosa che poteva essere descritto come una presenza invisibile. Komoe-sensei fu assalita dalla sensazione di essere osservata da migliaia di occhi in ogni direzione.

E poi, ad un tratto, Index gridò.

«Immagina! Immagina un angelo dorato con il corpo di un bambino! Immagina un bellissimo angelo con due ali!»

Per compiere la magia era essenziale stabilire il proprio territorio.

Per esempio, se si lanciasse un sassolino nell'oceano le increspature sarebbero piccole. Tuttavia, se si gettasse un sassolino in un secchio d'acqua le increspature sarebbero grandi. Era la stessa cosa. Per alterare il mondo con la magia andava definito il luogo dove sarebbe avvenuto il cambiamento.

Il protettore era il dio temporaneo di un piccolo spazio.

Se una persona immaginava un protettore, definiva la sua forma e riusciva a controllarlo liberamente poteva far accadere cose misteriose in una zona limitata.

Komoe-sensei non aveva ricevuto alcuna spiegazione e aveva alcune difficoltà ad immaginarne uno. Il termine "angelo dorato" le faceva pensare solo a quella cosa del singolo d'oro o dei cinque d'argento[2].

Come l'immagine nella mente della sensei si confuse sempre più, anche la presenza che li circondava perse la propria forma. Una sensazione sgradevole le percorse schiena, come se fosse stata avvolta in della melma putrefatta ai piedi di una palude.

«Immaginalo! Non verrà effettivamente evocato un angelo. E' solo una raccolta di mana invisibile. Prenderà forma secondo il tuo volere da utilizzatrice di magia!»

Doveva essere davvero disperata, perché anche la voce di quella fredda e meccanica Index era diventata affilata come una stalattite.

Dinanzi a quell'improvviso cambiamento Komoe-sensei spalancò gli occhi e si affrettò a sussurrare.

"...Un angelo carino, un angelo carino, un angelo carino..."

Confusa, rievocò disperatamente l'immagine di una ragazza dalle sembianze di angelo che aveva visto in uno shoujo manga molto tempo prima.

Quella cosa che sembrava melma invisibile sospesa nell'aria della stanza aveva preso forma, come se fosse stata spinta all'interno di una nuvoletta di forma umana... o almeno così sembrava a Komoe-sensei.

Aprì timidamente gli occhi per controllare.

"...Eh? Non verrà effettivamente evocato un angelo?"

Proprio quando le cominciarono a venire i primi dubbi, la nuvoletta d'acqua dalla forma umana esplose e la melma invisibile schizzò per tutta la stanza.

«Kyahh!!»

«...Il fissaggio della forma è fallito.» Index guardò intorno con lo sguardo tagliente. «Sarà sufficiente che il tempio sia protetto da un'Ondina blu... Continuiamo.»

Le parole di Index erano piuttosto positive, ma i suoi occhi non mostravano alcuna felicità.

Komoe-sensei batté le ciglia come un bambino i cui genitori avevano visto la verifica insufficiente che aveva cercato di nascondere.

«Canta. Solo un altro po' e sarà finita.»

Sebbene fosse vittima di una crescente confusione e di pensieri sempre meno chiari, quell'ordine tagliente non riuscì a farle perdere la calma.

Index, la sensei ed i due modellini sul tavolo da tè cantarono.

La schiena del modellino di Index cominciò a sciogliersi.

Era come una gomma tenuta su un accendino. Si sciolse, la superficie perse la sua irregolarità, diventò liscia, si raffreddò e si indurì ancora una volta, quindi recuperò la forma originale.

Komoe-sensei si sentiva il cuore congelare.

Al momento Index era seduta dall'altra parte del tavolo da tè, di fronte a lei.

Non aveva il coraggio di alzarsi ed andare a controllare la sua schiena.

Il pallido viso della ragazza era ricoperto di sudore.

I suoi occhi di ghiaccio ancora non mostravano alcun segno di dolore o sofferenza.

«Rifornimento di mana e stabilizzazione della condizione confermato. Ritorno alla modalità riposo della Penna di John.»

Come se fosse stato premuto un pulsante, tornò una leggera luce negli occhi di Index.

Il calore riempì l'atmosfera della stanza, sembrava fosse stato riacceso un fuoco in un caminetto freddo.

Lo sguardo negli occhi di Index era così caldo e gentile che era per Komoe-sensei era impossibile non sentirlo. Era lo sguardo di una ragazza normale.

«Quindi, se il protettore che è disceso è tornato indietro ed il tempio è stato distrutto, è finita.» Index sorrise dolorante. «Questa è la magia. Proprio come apple e ringo[3] che significano la stessa cosa. Non hai bisogno di una bacchetta magica di vetro quando hai un ombrello di plastica della stessa chiarezza. Vale anche per le carte dei tarocchi. Finché i disegni ed i numeri corrispondono, puoi eseguire delle divinazioni con i ritagli di uno shoujo manga.»

Il sudore di Index non si fermò.

Komoe-sensei cominciò a pensare che ciò che aveva fatto aveva solo peggiorato le sue condizioni.

«Non preoccuparti.» Persino allora Index sembrò sul punto di svenire. «E' lo stesso del raffreddore. Si guarisce da soli. La ferita in sé è stata chiusa, quindi starò bene.»

Non appena ebbe finito di parlare, il suo corpo collassò. Cadde anche il modellino. Il tavolo da tè vibrò leggermente e la stanza che vi era collegata venne assalita da un terribile tremolio.

Komoe-sensei stava per andare a soccorrerla, ma Index iniziò a cantare.

Quando anche la sensei iniziò a cantare l'ultima canzone l'aria tornò alla sua solita pesantezza. Komoe-sensei scosse con cautela il tavolo da tè, ma non accadde nulla.

"Grazie a Dio."

Non appena Komoe-sensei chiuse gli occhi per il sollievo Index parlò.

L'insegnante pensava che chiunque sarebbe stato felice di constatare che la propria ferita era guarita, ma la suora disse qualcos'altro.

«Sono felice di non essere stata un peso per nessuno.»

Komoe-sensei la fissò con un'espressione sorpresa.

«...Se fossi morta qui, forse lui sarebbe rimasto con questo peso sulle spalle.»

Index chiuse gli occhi, come se stesse sognando, e non disse nient'altro. Quando quella ragazza era stata colpita alla schiena ed era svenuta, e quando aveva eseguito quello strano rituale, non aveva pensato nemmeno una volta a se stessa. Aveva pensato alla persona che l'aveva portata sin lì.

Komoe-sensei non riusciva ad avere gli stessi pensieri. Non aveva nessuno a cui rivolgerli.

Fu questo a spingerla a chiedere una cosa.

Era certa che Index si fosse già addormentata e che non l'avrebbe sentita, proprio per questo lo chiese.

Eppure, la ragazza rispose con gli occhi ancora chiusi.

«Non lo so.»

Non si era mai sentita a quel modo per nessuno prima, e non sapeva che sensazione fosse. Ma quando si era così incautamente arrabbiato per lei davanti a quel mago, aveva voluto che scappasse, anche a costo di costringerlo. E quando era stato costretto a scappare da Innocentius per poi tornare indietro, aveva pensato di essere sul punto di piangere.

Non lo capiva, ma quando era con lui, niente andava mai come voleva e si sentiva sotto pressione.

Eppure, quelle cose inaspettate erano molto divertenti e la rendevano davvero felice.

Ad ogni modo, non sapeva che sentimento fosse.

Questa volta, Index cadde in un sonno profondo con il sorriso sulle labbra, come se stesse facendo un sogno piacevole.

Parte 2

Poco dopo l'alba, i suoi sintomi furono molto simili a quelli di un raffreddore.

Index era costretta a letto con febbre alta e mal di testa. Non aveva il naso gocciolante o il mal di gola perché non era dovuto ad un virus. Era semplicemente questione di recuperare la resistenza fisica, quindi non importava quante medicine per l'influenza prendesse, non avrebbe risolto nulla.

«...Quindi, perché indossi solo delle mutandine lì sotto?»

Dato Index stava con un asciugamano bagnato sulla fronte, non doveva riuscire a sopportare il calore afoso all'interno del futon, quindi aveva una gamba che ne stava fuori, in direzione di Kamijou. Lei stava indossando la parte superiore di un pigiama verde pallido, eppure, la sua coscia dal colore abbagliante restava scoperta fino alla sua base. A causa della febbre, la pelle era un po' rosea.

L'asciugamano era diventato tiepido, quindi Komoe-sensei lo immerse in un catino pieno d'acqua e lo strizzò, lanciando uno sguado truce a Kamijou.

«...Kamijou-chan. Penso che quei vestiti fossero un po' troppo.»

"Quei vestiti" probabilmente era riferito all'abito da suora ricoperto di spille da balia.

Kamijou era d'accordo con lei al 100%, ma Index sembrava un gatto imbronciato nel constatare che le era stato portato via il suo abito.

«La vera questione è come il pigiama di un'adulta amante della birra e fumatrice accanita come lei, stia così alla perfezione ad Index. Qual è la differenza d'età tra di voi?»

«Wha...!»

Komoe-sensei (età sconosciuta) si ammutolì, ma Index proseguì criticandola.

«Per favore, non guardarmi così dall'alto in basso. Questi pigiami sono effettivamente un po' stretti attorno al petto.»

«Cosa... impossibile! Non può essere vero. Adesso ti stai solo prendendo gioco di me!» protestò Komoe-sensei.

«Hai veramente qualcosa che stringa la la zona del petto!?» chiese Kamijou.

«...»

«...»

Mentre le due signore lo guardavano male, l'anima di Kamijou entrò automaticamente in modalità prostrazione.

«Giusto, giusto. Ad ogni modo, Kamijou-chan, chi è esattamente questa ragazza?»

«Mia sorella minore.»

«E' una scusa lampante. Con quei capelli argentati e quegli occhi verdi, è chiaramente una straniera!»

«E' la mia sorellastra.»

«...Sei un pervertito?»

«Sto scherzando! Sono ben consapevole che con una sorellastra sarebbe da maleducati, ma con una vera sorella sarebbe contro le regole!»

«Kamijou-chan,» disse lei, cambiando tutto ad un tratto il tono della sua voce in quello da professoressa.

Kamijou si ammutolì. Non era affatto sorprendente che Komoe-sensei volesse sapere cosa stesse accadendo. Non solo lui le aveva portato in casa una singolare straniera, ma la ragazza aveva avuto una ferita da spada sul dorso della schiena che chiaramente puzzava di cattive notizie, e la sensei aveva persino partecipato all'attuazione di un po' di strana magia.

Chiederle di chiudere un occhio per tutto, sarebbe stato difficile.

«Sensei, posso chiederle una cosa?»

«Cosa?»

«Me lo sta chiedendo per comunicarlo alla polizia o al Consiglio di Amministrazione della Città Accademia?»

«Sì.» disse immediatamente Komoe-sensei, annuendo. Senza esitazione, aveva detto al suo allievo che stava per tradirlo. «Non so in che tipo di situazione vi troviate voi due.» Komoe-sensei sorrise. «Ma se accade qui, nella Città Accademia, risolverlo è il nostro compito di insegnanti. Assumersi le proprie responsabilità per i bambibi è compito degli adulti. Adesso che so che siete in pericolo, non posso stare con le mani in mano.»

Era ciò che aveva detto Tsukuyomi Komoe.

Eppure, non aveva alcun potere, alcuna forza, ed alcun dovere di agire così.

Lo aveva solamente detto con la schiettezza di una famosa katana che colpiva andando direttamente a segno nel posto e nel tempo adeguato.

«Io...» cominciò Kamijou prima di finire col sussurrare: «...non sono alla sua altezza.»

Kamijou aveva vissuto ben quindici anni o giù di lì, eppure, non aveva mai visto nessun altro come quella professoressa, una di quelle che si vedevano nei drama e che non apparivano più nemmeno nei film.

E così...

«Se fosse una totale estranea non esiterei a coinvolgerla, ma le devo un favore per quella magia, quindi non posso lasciare che venga coinvolta.»

La risposta di Kamijou fu immediata.

Ne aveva già abbastanza di vedere delle persone che erano disposte a proteggere gli altri senza guadagnarci niente, restare ferite di fronte ai suoi occhi.

Komoe-sensei rimase in silenzio per un po'.

«Mhh. Non vi lascerò fuggire cercando di giocarmi con delle frasi fighe.»

«...? Sensei, perché si è appena alzata e si è diretta alla porta?»

«Al momento sarà una sospensione di trattative. Ho bisogno di andare al supermercato per fare delle compere. Kamijou-chan, hai esattamente capito cosa mi dovrai dire in quel momento. E...»

«E?»

«Potrei sentirmi così presa dalla spesa dal finire col dimenticarmene. Nessun imbroglio quando sarò di ritorno. Accertati di dirmelo, okay?»

Kamijou pensò che lo diceva Komoe-sensei sorridendo.

Sì sentì il suono della porta dell'appartamento che si apriva e poi si chiudeva, lasciando Kamijou e Index da soli in quella stanza.

"Sta cercando di essere gentile."

Kamijou aveva la sensazione che Komoe-sensei, una volta tornata dal supermercato avrebbe "dimenticato tutto", dato il sorriso da "bambina che stava macchinando qualcosa" che aveva sul viso.

Se in seguito avesse deciso di consultarsi con lei a riguardo, sarebbe sicuramente andata su tutte le furie, dicendo: "Perché non me l'hai detto prima!? Me ne sono totalmente dimenticata!" mentre avrebbe acconsentito ad aiutarmi.

Con un sospiro, Kamijou si voltò verso Index che stava all'interno del futon.

«...Mi dispiace. So che non è il momento giusto per preoccuparsi dell'aspetto.»

«Non preoccuparti. E' meglio così.» Index scosse la testa. «Sarebbe sbagliato continuare a coinvolgerla ancora. ...E non può usare più la magia.»

«?»

Kamijou aggrottò le sopracciglia.

«I grimori sono pericolosi. In essi vi sono scritte conoscenze anomale e rare, così come leggi bizzarre che rompono i diritti consuetudinari di questo mondo. Che siano buone o cattive, quelle cose sono tossiche per questo mondo. Imparare appena la conoscenza di un "mondo diverso", distruggerebbe il cervello di colui che la apprende."» spiegò Index.

Kamijou cercò di interpretarlo in modo che potesse capire.

"Quindi è come far partire forzatamente un programma che non è compatibile con il sistema operativo di quel computer?"

«Il mio cervello ed il mio spirito sono protetti da barriere religiose, ed i maghi che tentano di andare oltre l'essere esseri umani, devono superare i limiti delle loro stesse conoscenze per arrivare alla condizione psichica che desiderano, che potrebbe quasi essere paragonata ad un tipo di follia. Ad ogni modo, per una persona normale proveniente da un paese così debolmente religioso come il Giappone, potrebbe essere tutto finito dopo aver scagliato solo un'altra magia.»

«C-Capisco...» Kamijou riuscì in qualche modo a non mostrare lo stupore che aveva provato. «Beh, è un peccato. Speravo che riuscisse ad eseguire delle alchimie per me. Conosci l'alchimia, no? Può tramutare il piombo in oro.»

Ovviamente aveva omesso il fatto che conosceva questo argomento tramite un gioco di ruolo dove si combinavano gli oggetti, con una giovane alchimista come protagonista.

«Beh, per quello c'è una tecnica che si chiama Ars Magna, ma preparare gli attrezzi con materiali moderni costerebbe... uhm... sette trilioni di yen, secondo la valuta di questo paese.»

«………………………………………………………. Bene, definitivamente non ne vale la pena.» mormorò Kamijou meccanicamente.

Index sorrise debolmente e disse. «...Sì. Far diventare oro il piombo non realizza altro che la felicità dei nobili.»

«Ma... aspetta. Adesso che ci penso, cosa si fa? Come funziona? Se fai diventare oro il piombo, significa che modifichi gli atomi Pb in Au?»

«Non lo so esattamente, ma è solo una tecnica del quattordicesimo secolo.»

«Aspetta, vuoi dire quello che penso? Potrebbe essere davvero il cambiamento della disposizione atomica!? Vuoi dire che potresti causare il decadimento dei protoni senza un acceleratore di particelle ed una fusione nucleare senza un reattore!? Aspetta un secondo. Non sono nemmeno certo che lo potrebbero fare i sette Level 5 della Città Accademia!»

«???»

«Aspetta, non sembrare così confusa! Ehm... ehm... Ah. Se ti stai chiedendo quanto possa essere straordinario, quel tipo di cose ci farebbe creare facilmente robot atomici o mobile suit!»

«Che cosa sono?»

Con quelle tre parole, aveva gettato via tutti i sogni di un uomo.

Quando Index vide la testa di Kamijou penzolare mollemente, sentì di aver fatto qualcosa di strano.

«C-Comunque, le spade magiche ed i bastoni magici usati nelle cerimonie, possono essere sostituiti con dei materiali moderni, ma c'è un limite. ...Che specialmente si applica agli oggetti magici che hanno a che vedere con Dio come la Lancia di Longino, il Santo Graal di Giuseppe o il Crocifisso. Anche dopo 1000 anni, pare che non possano essere costruite delle sostituzioni... ah...»

Mentre continuava a parlare con entusiasmo, cominciò a tenersi le tempia, come se stesse soffrendo i postumi di una sbornia.

Kamijou Touma guardò la faccia di Index mentre stava distesa sul futon.

All'interno della sua testa possedeva 103.000 grimori. Leggerne solo uno avrebbe potuto far impazzire chiunque, eppure, aveva memorizzato ogni singola lettera di tutti quei testi nella sua memoria. Quanto dolore le aveva causato quel processo?

E nonostante ciò, Index non si era mai lamentata nemmeno una volta del dolore.

«Vuoi saperlo?» chiese lei come per scusarsi con Kamijou, mentre ignorava il proprio dolore.

Il solito tono allegro di Index aveva creato un contesto che faceva spiccare quella voce calma che sembrava contenere ancora più determinazione.

"Idiota di una sensei."

A Kamijou non importava particolarmente la situazione di Index.

In qualsiasi situazione si potesse trovare, non c'era modo in cui l'avrebbe abbandonata. Finché sarebbe riuscito a sconfiggere i suoi nemici e tenerla al sicuro, non vedeva alcuna ragione per la quale scavare nelle sue vecchie ferite.

«Vuoi conoscere le circostanze in cui mi trovo?» ripetè la ragazza che chiamava se stessa Index.

Kamijou si decise e rispose: «Ciò mi fa sentire come un prete, sai?»

In un certo senso, era vero. Si sentiva come un prete che ascoltava le confessioni di un peccatore.

«Sai perché?» chiese Index. «La Chiesa Cristiana originariamente era una singola organizzazione, ma adesso ci sono i Cattolici, i Protestanti, i Cattolici Romani, gli Ortodossi Russi, gli Anglicani, i Nestoriani, gli Atanesiani, gli Gnostici ed altri. Sai perché è accaduta questa scissione?»

«Beh...»

Kamijou aveva almeno sfogliato il libro di storia, quindi aveva un'idea di quale fosse la risposta. Tuttavia, esitava a menzionarla di fronte alla "vera" Index.

«Va bene così.» la ragazza sorrise. «E' perché la politica si era mischiata alla Chiesa. Le sette si scissero, opposte l'una all'altra, e combatterono. Alla fine, anche le persone che credevano nello stesso Dio erano tra loro nemiche. Anche se credevamo nello stesso Dio, camminavamo tutti su strade diverse.»

Ovviamente, c'erano modi diversi di pensare. Alcuni volevano far soldi tramite la parola di Dio, mentre altri si rifiutavano di accettarla. Alcuni sentivano di essere amati da Dio più di chiunque altro al mondo, mentre altri si rifiutavano di accettarlo.

«Dopo che le sette finirono di interagire le une con le altre, ognuna di noi venne sottoposta ad un proprio sviluppo isolato che ci dava delle caratteristiche individuali. Cambiavamo secondo la situazione delle altre culture del nostro paese.» Index prese un piccolo respiro. «La Chiesa Cattolica Romana gestisce e controlla il mondo, la Chiesa Ortodossa Russa scova ed elimina l'occulto, e la Chiesa Anglicana, alla quale appartengo io...»

Per un secondo, le venne un nodo alla gola.

«L'Inghilterra è il paese della magia.» disse come se fosse un ricordo doloroso. «Quindi la Chiesa Anglicana è specializzata in modo avanzato nella cultura anti-mago e nelle tecniche come quelle della caccia alle streghe o dell'Inquisizione.»

Nella sola Londra c'era un numero di associazioni pubbliche che si erano auto-proclamate cabale magiche, e quelle esistenti erano, effettivamente, dieci volte in più di quelle che esistevano sulla carta. La loro sperimentazone che era cominciata come un mezzo per proteggere i cittadini dai "maghi cattivi che si aggiravano nella città", era andata troppo oltre nello sviluppo in una sola direzione e ad un certo punto, diventò una cultura di massacro ed esecuzione.

«La Chiesa Anglicana ha una divisione speciale.» disse Index come se stesse confessando i suoi stessi peccati. «Investiga la magia e sviluppa cotromisure con le quali sconfigge i maghi. E' conosciuta come Necessarius.» Sembravano proprio le parole di una suora. «Se non conosci il tuo nemico, non ti puoi difendere dai suoi attacchi. Però, comprendere un nemico impuro, renderà impuro il tuo cuore e toccare un nemico impuro renderà il tuo corpo tale. Ecco perché Necessarius, la chiesa dei mali necessari, fu creata per attirare tutte quelle impurità in un posto. Ed il caso più estremo è...»

«I 103.000 grimori.»

«Sì.» Index annuì leggermente. «La magia è come un'equazione. Se risolvi i calcoli con bravura, puoi contrattaccare l'attacco del tuo avversario. E' per questo che questi 103.000 grimori sono stati impiantati in me. ...Se conosci la magia che c'è in tutto il mondo, puoi neutralizzare la magia di tutto il mondo.»

Kamijou guardò la sua mano destra.

Aveva pensato che essa non servisse a niente. Il suo potere non gli avrebbe fatto sconfiggere nemmeno un singolo delinquente, né migliorare i suoi voti nei compiti in classe, e non lo avrebbe reso famoso con le ragazze, quindi lo aveva principalmente ignorato.

Ma quella ragazza aveva attraversato l'Inferno per raggiungere la stessa cosa.

«Però, se questi grimori sono così pericolosi e sai dove sono, perché non li bruci senza leggerli? Finché ci saranno persone che possono leggerli ed imparare da essi, i maghi continueranno ad apparire senza fine, giusto?»

«I testi attuali sono meno importanti dei contenuti. Anche se ti disfi di un Originale, i maghi che ne conoscevano i contenuti li trasmetteranno ai loro discepoli, quindi non avrebbe senso. Sebbene chi compia atti del genere sia conosciuto più come stregone, che come mago.» spiegò Index.

"E' qualcosa come i dati postati su internet? Anche se cancelli gli originali, delle copie di essi continueranno ad esistere."

«Inoltre, un grimorio non è niente di più che un manuale.» Index parlava come se fosse dolorante. «Leggerne uno solo non ti rende un mago. I maghi cambiano i contenuti in modo che gli si addicano, e creano un nuovo tipo di magia.»

Era meno simile a dei dati e più come un virus che cambiava costantemente.

Per eliminarlo del tutto, lo si doveva analizzare costantemente e creare un nuovo antivirus.

«Come ho detto prima, i grimori sono pericolosi.» Index socchiuse gli occhi. «Quando se ne ha a disposizione una sola copia, un Inquisitore esperto deve tenere gli occhi cuciti per prevenire la corruzione del suo cervello, ed anche in quel caso, ci starà cinque anni di battesimo per liberarsi del tutto dal veleno. La mente umana non riesce a sostenere un Originale. L'unica opzione per i 103.000 Originali sparsi nel mondo, è di sigillarli.»

Era come se lei stesse dicutendo su cosa fare con una vasta collezione di armi nucleari avanzate.

In realtà, era più o meno ciò che era. Più che altro, non se lo sarebbero aspettato nemmeno le persone che li avevano scritti.

«Tsk. Ma la magia non può essere usata da persone normali, escludendo noi esper? Allora non si dovrebbe espandere in tutto il mondo in pochissimo tempo?»

Kamijou ricordò le fiamme di Stiyl. Cosa sarebbe accaduto se tutti al mondo avrebbero potuto usare quel tipo di potere? La conoscenza comune di quel mondo che costruisce le sue fondamenta sulla scienza, si sarebbe sbriciolata.

«Non... devi preoccuparti di quello. Le cabale magiche non lasciano trapelare imprudentemente i grimori al pubblico.»

«? Perché no? Per loro non sarebbe meglio avere più compagni che combattano al loro seguito?»

«Il motivo è esattamente questo. Se ogni singola persona he ha con sé una pistola fosse un amico, non ci sarebbero guerre.»

«...»

Solo perché due persone conoscevano la magia, non significava che stavano dalla stessa parte.

Era perché conoscevano il potere dei loro assi nella manica, che non volevano creare dei maghi nemici in modo avventato.

I grimori venivano trattati come progetti per una nuova arma.

«Hmm. Penso di aver capito.» Kamijou sembrava essere immerso nella discussione. «Quindi, fondamentalmente, vogliono mettere le mani sulla bomba che c'è nella tua testa.»

Lei era una biblioteca con delle copie perfette dei 103.000 grimori Originali che c'erano al mondo, impiantate nella sua testa. Ottenere lei, significava ottenere tutta la magia del mondo.

«...Giusto.» dalla sua voce, sembrava che stesse per morire. «Con i 103.000 grimori, saresti in grado di distorcere ogni cosa al mondo a tuo piacere, senza alcuna eccezione. Quello è ciò che noi chiamiamo "Majin"[4]

Non il dio del mondo dei demoni, ma qualcuno che è diventato esperto della magia a fondo, al punto da entrare nel regno di Dio.

Ma significava che come esseri umani, la loro magia era così superiore da rientrare nel regno di Dio.

Un Majin.

"...Col cazzo."

Senza realizzarlo, Kamijou aveva cominciato a stringere i denti.

Da come si stava comportando Index, poteva dedurre che quei 103.000 grimori non le erano stati inseriti in testa perché lo voleva. Kamijou ricordava le fiamme di Stiyl. Lei viveva a quel modo per nessun altra ragione che prevenire più vittime che poteva.

Kamijou non poteva sopportare il modo in cui i maghi stavano usando quei sentimenti a loro vantaggio e non poteva sopportare come la chiesa si riferisse a lei come "impura". Tutti loro stavano trattando un essere umano come un oggetto, e Index doveva aver visto nient'altro che persone che agivano così. Il fatto che, nonostante tutto, pensasse ancora a tutti tranne che a se stessa, era ciò che Kamijou poteva quantomeno sostenere.

«...Scusa.»

Kamijou non aveva idea di cosa lo rendesse così arrabbiato.

Ma quella sola parola, gli fece perdere il controllo.

Diede un leggero colpetto sulla fronte di Index.

«...Oh, ma per favore. Perché non mi hai detto qualcosa di così importante?»

Index gelò nel vedere che Kamijou la fissava con i canini scoperti. I suoi occhi si spalancarono come se avesse fatto qualcosa di orribilmente sbagliato e le sue labbra si muovevano affannosamente come se stesse cercando di dire qualcosa.

«Ma non pensavo mi avresti creduto e non volevo spaventarti. E... ehm...»

Index sembrava stare per scoppiare a piangere, e mentre parlava, la sua voce diventava sempre più calma. Alla fine, Kamijou riusciva a sentirla a malapena.

Ed ancora, il ragazzo la sentì dire: «Non volevo che tu mi odiassi.».

«No, col cazzo!!» Si sentì letteralmente il suono di uno schiocco. «Non guardare le persone dall'alto in basso e non spuntartene con dei tuoi giudizi su di loro! Segreti della chiesa? 103.000 grimori? Sì, quelle cose sono strepitose ed incredibili. E sì, sembra tutto così assurdo che ancora non ci credo davvero. Ma...» Kamijou si fermò per un po'. «E' tutto qui?»

Index spalancò gli occhi.

Le sue piccole labbra si muovevano affannosamente come se stesse cercando di dire qualcosa, ma non le usciva niente.

«Non guardarmi a quel modo. Pensi davvero che ti considererei paurosa o disgustosa, o qualcosa del genere, solo perché hai memorizzato 103.000 grimori!? Pensi che ti avrei abbandonata e sarei fuggito in un istante dai maghi che si sono mostrati davanti a noi? Col cazzo. Se quello era tutto ciò di cui ero capace, non ti avrei presa con me sin dal primo momento!»

Mentre Kamijou parlava, alla fine realizzò cos'era che lo rendeva così agitato.

Lui aveva voluto semplicemente essere d'aiuto ad Index. Non voleva più vederla soffrire. Era tutto. Eppure, lei non aveva lasciato che la proteggesse, mentre faceva di tutto per proteggere lui. Kamijou voleva sentirla chiedere aiuto solo una volta.

Era stato frustante per lui.

Così tanto, tanto frustrante.

«...Abbi un po' fiducia in me. Non trarre un tuo giudizio sulle persone.»

Era tutto. Anche se non avesse avuto la sua mano destra e fosse stato una persona normale, non ci sarebbe stata una ragione per la quale Kamijou avrebbe ceduto.

Non poteva esistere alcuna ragione del genere.

Index fissò per un po' la faccia di Kamijou, con stupore.

Ma poi sgorgarono delle lacrime dai suoi occhi.

Era come se i suoi occhi fossero fatti di ghiaccio e stessero cominciando a sciogliersi.

Index serrò le labbra per soffocare i singhiozzi, ma tremavano come se non riuscisse a sopportarlo a lungo. Si portò il futon fin su le labbra e lo morse. Le lacrime diventarono così grandi che, se non fosse stato per la coperta, sembrava avrebbe strillato come un bambino dell'asilo.

Con ogni probabilità, quelle lacrime non erano una semplice risposta alle parole che Kamijou aveva detto sino a quel momento.

Lui non era abbastanza presuntuoso da pensare fosse così. Dubitò che sue parole avessero avuto un'impressione tale su di lei. Più che altro, qualcosa che si era sviluppata dentro di lei stava uscendo fuori facendo fungere le sue parole da tramite.

Index v01 157.jpg

Mentre sentì il cuore spezzarsi al pensiero che nessuno le avesse mai detto prima quelle parole, Kamijou sentiva anche di aver finalmente visto la "debolezza" di Index, il che lo rendeva felice.

Ma non era quel tipo di pervertito che si divertiva a guardare le ragazze piangere.

Infatti, era incredibilmente goffo.

Se Komoe-sensei fosse entrata inconsapevolmente in quel momento, era sicuro che gli avrebbe detto prontamente di morire.

«E-Ehm... Ecco. Ho la mia mano destra, quindi nessun mago ce la può fare contro di me!»

«...Ma... sob... hai detto che hai le lezioni di recupero durante le vacanze estive.»

«...L'ho detto?»

«L'hai assolutamente fatto.»

Apparentemente, la ragazza che aveva memorizzato 103.000 testi alla perfezione, possedeva una memoria eccellente.

«Non ti sentire in colpa per aver portato confusione nella vita di tutti i giorni di qualcuno. Le lezioni di recupero non sono importanti. La scula non vuole trattenermi se non possono farci niente, quindi, se mi disfo delle lezioni di recupero, posso andare alle lezioni di recupero delle lezioni di recupero. Posso rimandarle finché ne ho bisogno.»

Se Komoe-sensei lo avesse sentito, quella stanza sarebbe praticamente diventata un campo di battaglia, ma lui non ne tenne conto.

«...»

Index guardò Kamijou con le lacrime agli occhi.

«...Allora perché eri così di fretta per andarci?»

«…………………………………..Oh.»

Kamijou se ne ricordò. Di fatto, dopo che l'aveva denudata distruggendo la sua Chiesa Ambulante con l'Imagine Breaker, e che quel silenzio da "ascensore chiuso" fosse calato nella stanza, lo aveva fatto...

«Perché avevi dei piani e perché vivi una vita normale, sentivo come se fosse sbagliato disturbare tutto ciò...»

«O-oh. Sì...»

«...»

«Stavo andando lì...»

«Stavo andando...»

Una volta che lei si ripetette con le lacrime agli occhi, era chiaramente impossibile cercare di liberarsene.

«Mi dishpiashe!» Kamijou si scusò mentre entrava velocemente in modalità prostrazione.

Index si sedette lentamente sul futon come una persona malata, afferrò le orecchie di Kamijou e morse la punta della sua testa come se fosse un onigiri gigante.


Seicento mentri più lontano, sulla cima di un caseggiato, Stiyl scostava gli occhi dal binocolo.

«Ho fatto delle ricerche sul ragazzo che sta accompagnando Index... Come sta lei?»

Stiyl si voltò a guardare la donna che camminava verso di lui.

«E' viva. Ma il fatto che lo sia, significa che qualcuno l'ha aiutata a compiere una magia.»

La donna era silenziosa. Invece di essere irritata dall'apparizione di un altro nemico, sembrava sollevata che nessuno fosse morto.

La donna aveva diciotto anni, ma in confronto al quattordicenne Stiyl, era poco più bassa.

In primo luogo, l'altezza di Stiyl era già oltre i due metri. In confronto ad una donna media giapponese, era abbastanza alta.

Aveva i capelli raccolti in una coda di cavallo che le raggiungeva la vita. Sul fianco aveva una "Spada d'Ordinanza", usata nelle cerimonie giapponesi shintoiste per evocare la pioggia. La spada giapponese, lunga più di due mentri, risiedeva all'interno del suo fodero.

Ma non la si poteva davvero definire una bellezza giapponese.

Il suo abbigliamento era costituito da un paio di jeans logorati ed una maglietta bianca. Per qualche ragione, la parte sinistra dei jeans era tagliata dalla coscia in giù. Il tessuto extra della maglietta, era legato su un fianco, lasciandole scoperto l'ombelico, e gli stivali le raggiungevano quasi le ginocchia. La spada giapponese era appesa a qualcosa che sembrava essere una fondina di pelle.

Guardandola da un'altra angolazione, sembrava uno sceriffo Western, ma al posto della pistola, maneggiava una spada giapponese.

Ma Stiyl, il prete che odorava fortemente di profumo, non la vedeva così.

«Quindi, Kanzaki, cos'era esattamente?»

«A tal proposito, non sono riuscita a trovare molto riguardo quel ragazzo. Quantomeno, non è né un mago, né un user di poteri soprannaturali.»

«Stai cercando di dirmi che è un normale studente delle superiori?» Stiyl tirò fuori una sigaretta e la accese. «Per favore, smettila di scherzare. Sono il mago che ha analizzato completamente le attuali ventiquattro rune e ha creato un nuovo potere usandone sei. Questo mondo non è così semplice da far respingere Innocentius da un incapace dilettante.»

Anche con Index che dava consigli, non sarebbe dovuto riuscire ad applicarli nella tattica di battaglia così velocemente. Inoltre, quella strana mano destra... Se quel ragazzo fosse un normale civile, quello era precisamente il motivo per il quale il Giappone era un paese così misterioso.

«E' vero.» Kanzaki Kaori socchiuse gli occhi. «Piuttosto, la sua forza è della categoria "studenti insignificanti a cui piace attaccar briga".»

L'altra parte della Città Accademia era un'organizzazione di produzione di massa di esper.

L'organizzazione conosciuta come Istituzione dei Cinque Elementi. Anche se a loro non importava della Lista dei Libri Proibiti, Stiyl e Kanzaki erano riusciti ad avere il permesso di entrare nella Città Accademia. Anche se facevano parte del più grande gruppo magico al mondo, se fossero entrati nel territorio nemico, continuare a nascondere le loro identità sarebbe stato impossibile.

«Forse... stanno nascondendo intenzionalmente le sue informazioni. Inoltre, la ferita di Index è stata curata con la magia. Kanzaki, che ci siano davvero associazioni magiche nell'Estremo Oriente?»

Quelle due persone pensavano che, a parte l'Istituzione dei Cinque Elementi, quel ragazzo avesse un'organizzazione a sostenerlo.

Si erano fatti l'idea sbagliata che un'altra organizzazione fosse responsabile di aver cancellato le sue informazioni.

«Se si stanno muovendo all'interno di questa città, dovrebbero essere individuati dalle persone ed anche dall'Istituzione dei Cinque Elementi.» Kanzaki chiuse gli occhi e disse: «Il numero delle forze nemiche è sconosciuto. Non solo, non abbiamo rinforzi.»

Era lì che sbagliavano. L'Imagine Breaker di Kamijou non aveva effetto su nulla tranne che sui "poteri soprannaturali"; era per quello che le macchine del Sistema di Scansione della Città Accademia non riuscivano a misurare il suo potere. Di conseguenza, Kamijou, che deteneva la più forte mano destra sfortunata, era trattato come un Level 0.

«Nell'ipotesi peggiore, supponiamo che l'organizzazione voglia uno scontro magico. Stiyl, ho sentito che il nemico ha fatto notare la debolezza all'acqua delle tue rune.»

«Le ho rinforzate. Adesso sono laminate. Non lascerò che il nemico usi lo stesso trucco due volte.» Estraette le rune che sembravano delle carte da collezione. «Questa volta, non le metterò solo attorno all'edificio, ma ovunque nel raggio di due chilometri... Userò 164,000 rune. Impiegherò sessanta ore a prepararle.»

La magia non era un tipo di gioco dove si canta e, ad un tratto, c'è un incantesimo.

Non lo si poteva dire solo con uno sguardo, ma la preparazione era essenziale. Le fiamme di Stiyl erano originariamente una "zampa di un lupo argentato che accumulava un valore di dieci anni di chiaro di luna" e altre cose che solo gli esperti avrebbero saputo.

Quando si era nei pasticci, si andava oltre il combattimento magico. Se si pensava che si era già finiti in una trappola prima che la battaglia avesse avuto inizio, si doveva leggera dentro la trappola e capovolgere la situazione. Anche anticipare il contrattacco dell'aggressore era vitale. Era diverso dal semplice combattimento a pugni. Si dovevano leggere un centinaio di mosse o giù di lì, mentre la situazione era in costante cambiamento. Quel tipo di combattimento era come un assurdo scontro mentale.

Per questi maghi, non conoscere la forza di battaglia del nemico, era un duro colpo.

«...Lei sembra così felice.»

Disse all'improvviso il mago delle rune mentre guardava seicento metri avanti attraverso il binocolo.

«Sembra felice. Sembra davvero felice. Quella ragazza vive sempre felicemente.» Stiyl mostrò una faccia disgustata. «...Quanto dobbiamo continuare a "farla" a pezzi?»

Da dietro Stiyl, Kanzaki guardava avanti di seicento metri.

Senza l'utilizzo del binocolo o della magia, Kanzaki, che aveva un'acuità visiva di 8.0, poteva chiaramente vedere. Poteva vedere che la ragazza era in qualche modo piena di rabbia e stava affondando i suoi denti nella testa del ragazzo, mentre lui la stringeva dolorante.

«E' un sentimento complicato?» chiese Kanzaki impassibilmente. «Per te che una volta eri in quella posizione.»

«...E' lo stesso di sempre.»

Rispose il mago delle fiamme. "E' lo stesso di sempre."

Parte 3

"Bagni pubbliciBagni pubblici♪" cantava Index mentre teneva un catino, accanto a Kamijou.

«Non sono più malata.» disse mentre si cambiava, togliendosi il pigiama ed indossando i suoi abiti da suora pieni di spille da balia.

Kamijou non sapeva che trucco avesse usato, ma in qualche modo, i suoi abiti da suora sporchi di sangue erano di un pulito splendente. Piuttosto, se quell'abito da suora, pieno di spille da balia, fosse stato gettato all'interno di una lavatrice, sarebbe stato fatto a pezzi. Che l'avesse disfatto e lavato a pezzi?

«Come mai sei così euforica? E' il profumo?»

«Ci sono persone a cui piacciono quelli che puzzano di sudore?»

«Non era quello che volevo dire!!»

Erano passati tre giorni dall'incidente. Quando finalmente era riuscita a muoversi tranquillamente, il suo primo desiderio era stato quello di andare ai bagni pubblici.

Tra l'altro, nell'appartamento di Komoe-sensei non c'era un bagno. Dopo aver preso in prestito la roba dell'insegnante, erano potuti andare in uno dei due miseri bagni pubblici nelle vicinanze.

Adesso c'era una coppia che camminava per le strase notturne, che portava con sé dei catini.

Spiegando con gioia la storia dei bagni pubblici, Komoe-sensei non chiese nulla riguardo la situazione e li lasciò restare all'appartamento. Non c'era modo in cui Kamijou potesse tornare al dormitorio che era stato preso di mira dai nemici.

«Touma, Touma.»

Disse Index con voce smorzata mentre mordeva leggermente la manica della camicia di Kamijou. La suora, che sembrava avere l'abitudine di mordere le cose, strattonava la sua camicia come per cercare di attirare la sua attenzione.

«...Cosa?»

Rispose Kamijou con fare seccato. Dato che si era presentato quella mattina, dopo che Index aveva detto «Adesso che ci penso, non conosco ancora il tuo nome», era stato chiamato circa seicento volte.

«Niente. Chiamare il nome di qualcuno senza ragione è davvero divertente.»

Solo pronunciando il nome di Kamijou, la faccia di Index sembrava quella di un bambino che va al parco dei divertimenti per la prima volta.

Il modo in cui l'aveva conosciuta non era normale.

"E' successo tre giorni fa", ricordava felicemente Kamijou. Un sacco di cose le dovevano essere passate per la testa quella volta.

«Komoe ha detto che nei bagni pubblici giapponesi c'è una cosa chiamata caffellatte. Cos'è il caffellatte? E' come un cappuccino?»

«Non c'è niente di così elegante nei bagni pubblici giapponesi. Stai tranquilla. Però potresti avere uno shock culturale quando vedrai quanto sono grandi. Non è come i piccoli bagni degli hotel inglesi.»

«Hmm? Non so proprio nulla di queste cose.»

Index inclinò la testa come se effettivamente non ne sapesse nulla a riguardo.

«Perché prima che lo realizzassi, ero già in Giappone. Non so proprio cos'è accaduto prima.»

Ciò significava che stava semplicemente esagerando quando diceva che doveva tornare in Inghilterra per stare al sicuro. Voleva solo vedere il suo paese natale.

«Ah. Non intendevo quello.»

I suoi capelli argentati volavano a destra e a manca mentre scuoteva la testa.

«Pare che io sia nata e cresciuta alla Cattedrale di St. George, a Londra. Penso di essere venuta qui un anno fa.»

«"Penso"?»

Kamijou inarcò le sopracciglia a queste parole ambigue.


«Sì, perché non ho altri ricordi precedenti a questo anno.»


Index sorrise.

Era davvero il viso di un bambino che va al parco dei divertimenti per la prima volta.

Era a causa di quel sorriso perfetto che Kamijou si sentiva in soggezione. Dovevano sicuramente esserci dolore ed afflizione dietro a questo.

«Quando mi sono svegliata per la prima volta in un vicolo, non sapevo nemmeno chi fossi. "Per il momento, devo scappare" ho pensato. Anche se non riuscivo nemmeno a ricordare cos'avevo mangiato la sera prima, saperi sui maghi, la lista dei testi proibiti, Necessarius, ed altro, continuavano a saltar fuori. Ero davvero spaventata.»

«...Quindi, ciò significa che non sai nemmeno perché stai perdendo i ricordi?»

«Sì.», rispose lei. Dato che Kamijou aveva saltato le lezioni di psicologia, non ne sapeva nulla, ma dai giochi e dai drama, sapeva che solitamente c'erano due sole cause per la perdita della memoria.

Uno, veniva fisicamente danneggiato il cervello. Due, per via di un trauma, il cuore sigillava i ricordi.

«Quei bastardi...»

Mormorò Kamijou senza pensare, mentre alzava lo sguardo verso il cielo notturno. Anche se i maghi l'avevano inseguita fino a questo punto, ciò che più non poteva sopportare era la sua inutilità in questa situazione.

Il ragazzo adesso capiva perché Index volesse proteggerlo. Senza nemmeno sapere perché il mondo l'avesse abbandonata, dopo un anno, lei aveva fatto la sua prima "conoscenza". Era solo una coincidenza che si fosse trattato di Kamijou.

Lui non pensava che il loro primo incontro fosse stato felice.

Non sapeva perché, ma il modo di ragionare di Index, lo aveva reso estremamente irritato.

«Hmm. Sembri un po' arrabbiato, Touma.»

«Non lo sono.» rispose un Kamijou sbigottito, fingendo innocenza.

«Mi spiace di aver toccato un nervo scoperto. Per cosa sei arrabbiato? Stai attraversando il periodo della puberta?»

«Non voglio sentire la parola pubertà da qualcuno con un corpo come quello.»

«Uff. Cosa c'è che non va? Sembri davvero arrabbiato. O forse stai fingendo di esserlo solo per provocarmi. Non mi piace quella parte di te.»

«Hey. Inizialmente non ti piacevo comunque, quindi non andare a dire cose del genere. Non sono così tanto disperato da aspettarmi di condividere dei bellissimi eventi da commedia amorosa con te.»

«...»

«Um, cosa? Perché mi guardi in silenzio e in quel modo, principessa?»

«...»

Index non diede alcuna risposta, come se stesse aspettando una battuta finale.

Era strano; qualcosa non andava. Stavano cominciando ad apparire delle lacrime agli angoli dei suoi occhi. Il suo viso sembrava un po' arrabbiato. Le sue labbra sembravano aver fame di qualcosa.

«Touma.»

«Sì?» Kamijou pensò che dato che era stato chiamato per nome, per il momento si sarebbe dovuto limitare a rispondere.

Aveva il presentimento che una grande sfortuna stesse per abbattersi su di lui.

«Ti odio!»

Kamijou guadagnò i rari punti esperienza per "essere stato morso in testa da una ragazza".


Parte 4

Index stava andando ai bagni pubblici da sola.

Dopo averle indicato la strada, Kamijou pensò di dover andarci anche lui, ma quando ci provava, veniva accolto dallo sguardo arrabbiato di una suora vestita di bianco. Per quella ragione, doveva star lì a gironzolare e non far niente. "Avrò la mia vendetta, prima o poi." pensò Kamijou mentre guardava la schiena di Index. In quel momento, sembrava un gatto abbandonato.

"Recupereremo dopo, comunque", pensò il ragazzo, smettendo di rincorrerla.

In ogni caso, se qualcuno lo vedesse correre dietro ad una debole suora inglese durante la notte, verrebbe arrestato senza ombra di dubbio.

«"Suora inglese", eh?»

Disse Kamijou distrattamente mentre camminava durante la notte.

Lo sapeva. Se avesse portato Index in una chiesa Inglese, probabilmente sarebbe riuscita a tornare a Londra, e quella sarebbe stata la fine. Lei direbbe "Anche se il tempo che abbiamo trascorso insieme è stato breve, non ti dimenticherò mai, dato che ho una memoria perfetta."

Kamijou sentiva come se qualcosa gli stesse trafiggendo il cuore, ma non trovava un'idea migliore. Se non avesse raggiunto la chiesa per proteggere Index, lei sarebbe stata costantemente inseguita dai maghi. Era estremamente improbabile che questi ultimi sarebbero andati in Inghilterra per darle la caccia.

In questo mondo, in questo posto, in questa dimensione, ogni singolo essere umano era diverso.

Kamijou viveva nel mondo della Scienza, mentre Index in quello della Magia.

Proprio come la terra ed il mare, questi due mondi non erano fatti per incrociarsi.

Era tutto ciò che rimaneva.

Era tutto ciò che rimaneva, ma Kamijou non riusciva a scrollarsi di dosso quella sensazione di irritazione.


«Eh?»


Tutto ad un tratto, interruppe i suoi pensieri.

Qualcosa non andava. Kamijou guardò l'ora nel pannello elettrico dei grandi magazzini. 8:00 PM. Non era un'orario in cui gli abitanti erano già a dormire, eppure, quell'area era calma come le foreste di notte. Una strana, preoccupante sensazione.

Adesso che ci pensava, quando camminava insieme ad Index non era passato nessuno.

Kamijou voltò leggermente la testa mentre continuava a camminare.

Quando raggiunse la strada principale, confermò le sue sensazioni preoccupanti; era innegabilmente anormale.

Non c'era nessuno.

Nessuno entrava o usciva dai minimarket o dai maggiori centri commerciali. Lo stretto marciapiede sembrava ridicolmente grande, e la strada sembrava grande quanto una pista d'atterraggio. Le macchine parcheggiate lungo la strada, sembravano fossero state abbandonate.

Era come una strada di campagna.

«E' solo la runa Opila che usata da Stiyl.»


Dal nulla, risuonò la voce di una donna.

Il ragazzo non se n'era affatto accorto.

La donna non gli si era avvicinata di soppiatto alle spalle, né aveva nascosto la sua presenza. Stava lì, dieci metri di fronte al ragazzo, sulla strada a tre corsie larga quanto una pista d'atterraggio.

Non è che non riusciva a vederla perché era troppo buio. Sicuramente prima non c'era nessuno, ma in un batter d'occhio, era riuscita in qualche modo ad arrivargli di fronte.

«Gi abitanti di quest'area semplicemente "non pensano di venire qui" e spostano la loro attenzione altrove. Probabilmente ci sono un sacco di persone in quegli edifici, no? Non c'è bisogno di preoccuparsi per loro.»

Tutto il sangue del ragazzo si concentrava nella sua mano destra. Sentiva un dolore simile all'essere legati ai polsi con delle corde. Il suo intuito gli diceva che quella persona era pericolosa.

La donna indossava una T-shirt bianca ed un paio di jeans, con un lato nettamente tagliato. Credo che i suoi abiti siano a malapena passabili come normali.

Ad ogni modo, penzolante dalla sua vita, vi era una spada giapponese di oltre due metri di lunghezza e piena di rancore. Il ragazzo non poteva dirlo con certezza perché era rivestita da un fodero, ma era come quelle spade che si vedono esposte nelle case in stile giapponese. Il fodero era del tutto nero e stava ovviamente custodendo una vera spada.

«Kamijou Touma, vero? Che nome importante[5]

Index v01 173.jpg

Lei non era affatto tesa. I suoi modi distesi erano piuttosto spaventosi.

«...Bastarda.»

«Il mio nome è Kanzaki Kaori. Se possibile, preferirei non menzionare il mio altro nome.»

«"Altro nome"?»

«Il mio nome magico.»

Sebbene Kamijou si aspettasse così tanto, fece istintivamente un passo indietro.

Il "nome magico" era quello che Stiyl aveva usato quando lo aveva attaccato, il "nome della morte".

«...Quindi? Suppongo tu sia come Stiyl. Voi due provenite da una cabala magica, no?»

«...?» Kanzaki sollevò sospettosamente il sopracciglio per un secondo. «Capisco. L'hai saputo da Index?»

Kamijou non rispose.

"Cabale magiche", quelle organizzazioni che inseguivano Index perché volevano i 103,000 grimori. Quei gruppi di persone che speravano di superare la loro magia per diventare un "Majin" e riuscire a distorcere le cose nel mondo.

«Ad essere sincera,» Kanzaki chiuse un occhio e continuò, «Vorrei salvaguardare quella ragazza prima di menzionare il mio nome magico.»

Kamijou rabbrividì.

Mentre guardava la sua mano destra, il ragazzo pensava alla sensazione gelida che gli stava dando il nemico di fronte a lui.

«...E se dicessi di no?»

Tuttavia, egli rispose ancora, perché non aveva ragione di indietreggiare.

«Allora non c'è altro modo.» Kanzaki chiuse l'altro occhio. «Dovrò solo dichiarare il mio nome, e poi metterla al sicuro.»

Don!!, l'attacco fece tremare il suolo come in un terremoto.

Era come una bomba. Con la coda dell'occhio, il ragazzo poteva vedere ciò che originariamente doveva essere un cielo notturno blu scuro che si infiammava di arancione. Da qualche parte più lontano, a cento metri di distanza, delle fiamme assurdamente grandi si diffondevano ovunque.

«I-Index!!»

Il nemico era un'organizzazione. Kamijou conosceva anche il nome di quel mago delle fiamme.

Il ragazzo, quasi istintivamente, guardò nella direzione dell'esplosione delle fiamme.


In un istante, il fendente di Kanzaki Kaori si dirisse dritto verso di lui.


La distanza tra Kamijou e Kanzaki era di dieci metri. Inoltre, la spada era più lunga di due metri. Se si prendevano in conto le braccia snelle della ragazza e la quantità di tempo necessario per sguainare la spada, sarebbe stato impossibile.

...Sarebbe stato.

Nell'istante successivo, come un laser gigante, l'aria sopra la testa di Kamijou veniva fatta a pezzi. Il ragazzo, che si era quasi irrigidito per l'orrore, si voltò per guardare dietro di lui. Lì, vedeva l'elica di un generatore di energia eolica che veniva tagliato di netto e senza far rumore, proprio come il burro.

«Per favore,» disse la voce dieci metri più avanti. «Se ignori il mio avvertimento, ciò che ti aspetta sarà solo la morte.»

La spada che Kanzaki aveva sollevato precedentemente, era già nel suo fodero. Dato che era così veloce, Kamijou non aveva nemmeno visto la lama.

Il ragazzo non si muoveva.

La ragione per la quale era ancora lì, era che Kanzaki lo aveva mancato di proposito. Cercò di pensare ad una ragione, ma non gli venne niente in mente. Non riusciva a capire l'irrazionalità di quella persona.

Zudon!!, si poteva udire il suono dell'elica che cadeva al suolo.

I detriti dell'elica si dirigevano verso Kamijou, che ancora non si muoveva.

«...Tsk!»

Kamijou digrignò i denti mentre pensava all'acutezza di quella spada.

Kanzaki aprì di nuovo uno dei suoi occhi.

«Lo chiedo ancora una volta.» Poi li socchiuse entrambi. «Spero di ottenere quella ragazza prima di menzionare il mio nome magico.»

La voce di Kanzaki non mostrava segni di esitazione.

Essa era fredda, come se stesse cercando di tenere alla larga il nemico.

«...D-Di cosa stai parlando?»

Era come se le suole dei piedi del ragazzo fossero incollate al terreno. Non aveva il coraggio di andare avanti, ma non poteva nemmeno indietreggiare.

Aveva le gambe tremolanti ed esauste, come se avesse appena corso una maratona.

«Non ho motivo di arrendermi a te!»

«Lo ripeterò tutte le volte che sarà necessario.»

Un istante. In un solo istante, la mano destra di Kanzaki scomparve.

Un suono assordante. Insieme all'ululato del vento, qualcosa stava per essere attaccata.

«!?»

Kamijou pensava di essere attaccato da laser da ogni direzione.

Era come un tornado gigante.

Con il ragazzo nell'occhio del ciclone, il suolo, i lampioni, e le altre strutture venivano distrutti in una serie di intervalli. In questa situazione, i pugni di Kamijou erano privi di potere. Un pezzo di cemento lo colpì nella spalla destra e lo fece volare, facendogli quasi perdere conoscenza.

Il ragazzo soppresse il dolore alla spalla destra e guardò i dintorni.

Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette. C'erano sette segni di tagli lineari sul pavimento piano che era lungo circa dieci metri. Essi si espandevano in vari angoli casuali.

Kamijou sentì Kanzaki rinfoderare la spada.

«Prima di dire il mio nome magico, voglio proteggere quella ragazza.»

Lo diceva mentre toccava l'impugnatura della spada, senza alcun odio o rabbia.

Sette volte. Sebbene lui non avesse visto nemmeno un fendente, in quell'istante, quella donna lo aveva attaccato velocemente, estraendo la sua spada sette volte. Per quel motivo, poteva essere fatto a pezzi facilmente. Una morte certa sette volte di seguito.

No. Il suono metallico della spada che veniva riposta nel suo fodero c'era stato solo una volta.

Probabilmente, più che altro era magia. Un incantesimo dove un fendente poteva raggiungere oltre i dieci metri. Un incantesimo che poteva far diventare sette un solo fendente. Un incantesimo che scagliava sette colpi di spada con un movimento.

«Nanasen[6], il fendente della mia Shichiten Shichitou[7], è così veloce da poter uccidere una persona sette volte in quel lasso di tempo conosciuto come "un istante". La definiscono una morte immediata. Ma nemmeno chiamarla morte certa sarebbe sbagliato.»

Kamijou, senza parole, strinse la sua mano destra in un pugno.

"Quella velocità, quel potere, quell'estenzione... quel fendente, probabilmente aveva della magia imbevuta in esso. In quel caso, se solo riuscissi a toccare i colpi di quella spada..."

I suoi pensieri vennero interroti. «Ho ricevuto un rapporto da Stiyl. Per qualche ragione, la tua mano destra può dissipare la magia. Ma ciò non significa che se essa non riuscisse a toccarla, non funzionerebbe?»

...Era così. A meno che non fosse stato in grado di toccarla, la sua mano destra era inutile.

Quella velocità non era l'unico problema. Ad essere sinceri, quei fendenti erano diversi dalle lance fulminanti di Misaka Mikoto. Il ragazzo non riusciva a predire dove sarebbe andato a colpire l'attacco fantasma di Kanzaki Kaori. Anche se usasse il suo Imagine Breaker, quei sette fendenti gli avrebbero tagliato il braccio.

«Lo ripeterò tante volte quante necessario.»

La mano destra di Kanzaki toccò l'impugnatura di Shichiten Shichitou sulla sua vita.

Sudore freddo scendeva giù dal viso di Kamijou.

Alla fine, quando Kanzaki si sarebbe stancata di perdere tempo, Kamijou sarebbe sicuramente stato tagliato in otto pezzi in un istante. Loro si distanziavano di circa dieci metri. Se il ragazzo prendeva in considerazione il potere distruttivo degli attacchi precedenti, scappare e usare qualcosa come scudo, sarebbe stato un suicidio.

Kamijou misurava la distanza tra lui e Kanzaki.

Approssimativamente dieci metri. Il ragazzo poteva coprire quella distanza con quattro passi, se l'avesse calcolata con tutta la sua potenza.

"...Muovetevi."

Era come se le sue gambe fossero super incollate al suolo. Kamijou cercava disperatamente di comandare al suo corpo di muoversi.

«Puoi lasciarmi salvaguardarla prima che io dica il mio nome magico, per favore?»

"...M-u-o-v-e-t-e-v-i!!"

Kamijou estrasse a forza le sue gambe dal suolo e fece un passo in avanti. Prima che Kanzaki potesse accorgersi di quest'azione, il ragazzo si caricò come un proiettile.

«OOOAAAAAAAAAA!!»

Un altro passo. Se non poteva scappare, schivare a destra e a sinistra, o usare qualcosa come scudo, allora c'era solo una cosa che poteva fare: continuare ad avanzare e selezionare un percorso.

«Non capisco cosa ti stia facendo combattere così duramente.»

Dietro la voce annoiata di Kanzaki, Kamijou comprese che c'era della pietà mischiata in essa. Lei fece un sospiro.


«Nanasen.»


Pezzi di asfalto ed alberi distrutti sul ciglio della strada, venivano disseminati ovunque. Le macerie volavano come polvere.

Un suono assordante. Insieme all'ululato del vento, la polvere di fronte agli occhi di Kamijou, veniva tagliata in otto parti.

«Ah----------!!»

Se l'avesse toccata, si sarebbe dissipata. Il suo cervello lo capiva, ma il suo cuore sceglieva di schivare all'ultimo secondo. Il ragazzo usava tutta la sua forza per evitare, e sentiva sette fendenti sfiorare la cima della sua testa. Il suo cuore stava quasi per fermarsi.

Il suo scatto era solo un colpo di fortuna.

Fece un altro passo, coprendo tre dei quattro passi richiesti per raggiungere Kanzaki.

Non sapeva come funzionava Nanasen, ma si basava fondamentalmente sull'estrarre la spada e colpire, un tipo di abilità tradizionale nel maneggiare la spada, dove un fendente di essa è "un'uccisione da un colpo". Se lo si guarda da un altro punto di vista, finché la spada non veniva estratta, lo spadaccino era totalmente privo di difese.

"Balzerò verso Kanzaki al prossimo passo, e finirò tutto questo."

Questo era quello che pensava Kamijou, ma la sua ultima speranza venne fatta a pezzi da un piccolo suono metallico.

La spada era sguainata. Con oltraggiosa velocità, risuonava un piccolo suono metallico.


«Nanasen.»


Un suono assordante. Kamijou riuscì a ridurre la distanza a zero.

Prima che i riflessi del suo corpo potessero schivarli, sette fendenti lo attaccarono.

«D-Dannaaaziiiiooooneeee!»

In risposta all'attacco, Kamijou chiuse la mano in un pugno e lo affrontò.

Se era un "potere soprannaturale", anche il potere di Dio e i vampiri potevano essere annientati.

Mentre la distanza si riduceva, i sette fendenti si univano e lo attaccavano. Anche se avessero toccato la sua mano una volta, il suo Imagine Breaker avrebbe ridotto tutti e sette i fendenti in nulla.

Sotto la luce della luna, un fendente toccò leggermente la pelle delle sue dita.

Senza alcun cambiamento, seguirono gli altri fendenti.


«Co...!?»

Non accadde nulla. Anche se usava il suo Imagine Breaker, quello stupido fendente non spariva.

Kamijou ritirò immediatamente il suo pugno, ma non fece in tempo. Teneva spontaneamente salde le sue mani e toccava il fendente. Non c'era modo di evitarlo, adesso.

Kanzaki chiuse leggermente gli occhi alla vista della figura del ragazzo.


Nell'istante successivo, un suono come acqua risuonava mentre l'area circostante veniva distrutta.

Kamijou sosteneva la sua mano destra coperta di sangue con la sinistra mentre le ginocchia gli cedevano.

La cosa eccezionale era che le cinque dita erano ancora intatte.

Naturalmente, anche se le dita erano solide, non significava che la spada di Kanzaki non fosse tagliente. Significava semplicemente che aveva esitato ancora una volta, abbastanza per evitare di tagliargliele.

Con le ginocchia al suolo, Kamijou alzò lo sguardo.

Guardava Kanzaki e la luna piena dietro di lei. Di fronte agli occhi di Kanzaki, vedeva un certo tipo di filo rosso.

Sembravano ragnatele. Dato che il sangue di Kamijou si era attaccato ad essi, infine, riusciva a vederli, sette fili di acciaio.

«Che diavolo...? Impossibile...» Kamijou digrignò i denti. «Non sei una maga?»

Quindi, quella spada stupidamente lunga era solo una decorazione.

Non era completamente impossibile che non avesse visto la spada mentre veniva estratta. Ma Kanzaki non lo aveva fatto sin dall'inizio. Aveva appena mosso il fodero della spada. Con quella sola azione, era riuscita a manipolare sette fili d'acciaio e a nasconderli.

La ragione per la quale la mano destra del ragazzo stava bene e quella per cui aveva ancora cinque dita, era che Kanzaki aveva allentato la presa dei suoi fili.

«Credo di avertelo detto. Ho sentito la storia da Stiyl,» disse Kanzaki in maniera annoiata. «Lo capisci adesso? Il mio potere non è diverso, è il mio stile ad esserlo. E' lo stesso di sasso-carta-forbici. Anche se usi pietra un centinaio di volte, non riuscirà mai a battere carta.»

«...»

Kamijou strinse il pugno insanguinato.

«Pare che tu stia fraintendendo qualcosa.» Kanzaki guardò Kamijou con degli occhi abbastanza pietosi. «Il vero potere del mio Nanasen non è un trucco, ed il mio Shichiten Shichitou non è una decorazione. Ciò che ti attende dopo aver oltrepassato Nanasen, è il vero Yuisen[8]

«...»

Kamijou strinse il pugno.

«Soprattutto, non ho ancora accennato il mio nome magico.»

«...»

Strinse il pugno ancora di più.

«Per favore, non farmelo fare, ragazzo.» Kanzaki si morse le labbra. «Spero di non dover mai più menzionare quel nome.»

Il pugno serrato di Kamijou tremava. Questa donna era chiaramente diversa da Stiyl. Lei non era una persona con un solo talento. Dalle basi delle basi, le fondazioni delle fondazioni, le basi di basi, questa persona era un essere umano completamente diverso da Kamijou.

«...Come se potessi mai arrendermi.»

Ciò nonostante, Kamijou non rilasciò il suo pugno. Stringeva la sua mano destra intorpidita.

Questa era la persona che aveva squarciato la schiena di Index. Al fine di salvarla, non poteva arrendersi.

«Cos'hai detto? Non sono riuscita a sentirti.»

«Ti ho detto di star zitta, automa di merda.»

Kamijou strinse i suoi pugni e guardò in viso la donna che stava per pestare di brutto.

Ma prima che potesse farlo, lo stivale di Kanzaki gli era stato violentemente ficcato nella bocca dello stomaco. Kamijou veniva messo K.O. dal vento. Nello stesso momento, il fodero di Shichiten Shichitou veniva usato come una mazza da baseball per farlo volare. Il suo corpo fluttuava attraverso l'aria, come se fosse intrappolato in un tornado. Le sue spalle colpirono duramente il suolo.

Prima che Kamijou potesse mugolare per il dolore, uno stivale stava per investire la tua testa.

Il ragazzo si girò immediatamente su un lato per evitarlo.

«Nanasen.»

Sette fendenti mandarono ogni cosa in frantumi attorno a lui. Come se ci fossero delle bombe che esplodevano in ogni direzione, un'enorme quantità di detriti volanti lo colpiva come una pioggia torrenziale.

«Gah...?!»

Il forte dolore di Kamijou era paragonabile a quello di sei persone che erano state linciate. Il ragazzo guardava i dintorni distrutti, e vedeva Kanzaki che si avvicinava.

Sebbene Kamijou sapesse che doveva alzarsi, i suoi piedi erano così privi di energia che non si muovevano.

«Non è abbastanza?» disse la piccola voce di Kanzaki con un tono pieno di pietà. «Non credo che tu abbia una ragione per combattere così tanto per lei. Riuscire a durare trenta secondi contro uno dei dieci maghi migliori di Londra è già un'impesa spettacolare. Non c'è ragione per la quale lei possa biasimarti.»

«...»

Kamijou ricordava vagamente qualcosa mentre era sul punto di perdere conoscenza.

Era vero. Se era Index, non avrebbe mai biasimato Kamijou per niente del genere.

Anche se il caso era quello...

Perché non biasimerebbe mai nessuno e continuerebbe a sopportare tutto ciò... Questo è esattamente il motivo per il quale Kamijou non voleva arrendersi.

Dietro quel sorriso perfetto, c'era il viso di qualcuno che soffriva. Era questo il motivo per il quale voleva salvarla.

Come un insetto in punto di morte, Kamijou fece forzatamente un pugno con la sua mano destra ferita.

Il suo corpo lo lasciava muovere ancora.

Lo lasciava muovere.

«...Perché?»

Kamijou, che era collassato al suolo, disse con una piccola voce.

«Sembri estremamente annoiata. Sei diversa da Stiyl, vero? Stai esitando ad uccidere il tuo nemico? Se volevi farlo, potevi darmi morte certa in qualunque momento, ma non l'hai fatto... Sei ancora un essere umano con buonsenso che esiterebbe ad uccidere qualcuno, no?»

Chise Kamijou a Kanzaki.

Perché lei voleva lasciar finire ogni cosa prima che menzionasse il suo nome magico.

Il mago chiamato Stiyl Magnus non aveva mostrato alcuna esitazione.

«...»

Kanzaki Kaori diventò calma. Kamijou, ch non riusciva ad avere le idee chiare a causa del dolore, non se ne accorse.

«Dovresti saperlo. Rincorrere una ragazza stanca e colpirla alla schiena, non è qualcosa che può essere perdonato. Dovresti saperlo!»

Kanzaki non fece nulla e continuò ad ascoltare.

«Lo sapevi? A causa vostra, ha perso tutti i ricordi precedenti a quest'anno. Quanto l'avete inseguita con insistenza al fine di farle perdere i ricordi?»

Non ci fu risposta.

Kamijou non capiva. Se si trattava di curare la malattia di un bambino, allora sarebbe andato bene. Se fosse stato per il bene di una persona amata che era morta, allora sarebbe andato bene. Dato che volevano qualcosa, avevano cercato i 103,000 grimori di Index per diventare Majin e riuscire a fare ciò che volevano.

Ma questa persona non era a quel modo.

Questa faceva parte di un'organizzazione. Era perché le era stato ordinato di fare il suo lavoro. Con una sola parola, le avevano fatto cercare e ferire alla schiena una ragazza. Le avevano fatto smarrire la via.

«Perché?»

Ripeteva Kamijou, stringendo i denti.

«Sono il tipo di perdente che deve rischiare la sua vita e combattere disperatamente, ed ancora non in grado di proteggere una ragazza. Il tipo di rammollito che può solo mordersi le dita mentre striscia sul pavimento e guarda voi che la portate via.»

Lo diceva come se fosse un bambino che stava per piangere.

«Ma tu non sei a quel modo, no?»

Senza capire davvero il significato di quelle parole, continuò.

«Anche se con quel potere, puoi proteggere qualsiasi cosa e qualunque persona vuoi. Nonostante tu possa salvare qualsiasi cosa e qualunque persona tu voglia.»

Senza conoscere la persona con cui stava parlando.

«...Perché questo è l'unico provvedimento che stai prendendo?»

Lo aveva detto.

Era irritante.

Con quel tipo di potere, Kamijou pensava che potesse proteggere tutti coloro che voleva proteggere.

Era irritante.

Non c'era niente che una ragazza potesse fare quando un essere umano che possiede una forza così schiacciante la stava inseguendo.

Era irritante.

Era come se Kamijou fosse la prima persona a dirlo.

Così irritante che pensò di poter piangere.

«...»

Completo silenzio.

«Anche io...»

Era Kanzaki che era stata messa alle strette. Con una sola dichiarazione, una dei dieci maghi più importanti di Londra era stata messa alle strette.

«Anche io non volevo colpirla alla schiena. Era a causa dei suoi vestiti da suora, la Chiesa Ambulante... L'ho colpita solo perché sapevo che non si sarebbe sicuramente fatta male. Ma...»

Kamijou non capiva le parole di Kanzaki.

«Non lo sto facendo perché voglio.»

«Ma...» disse Kanzaki.

«Ma se non lo faccio, non riuscirà a vivere... Morirà.»

La faccia di Kanzaki Kaori sembrava quella di un bambino in lacrime.

«Il nome dell'organizzazione alla quale appartengo è lo stesso di quella ragazza. Una sezione della Chiesa Anglicana Inglese... Necessarius.»

Lo disse menre sputava sangue.

«Quella ragazza è una mia collega... ed anche una mia preziosa amica.»

Note

  1. Zainetto indossato dai bambini giapponesi durante gli anni delle scuole elementari.
  2. Si riferisce ad un dolce giapponese che si chiama Chocoball. Se si è fortunati, la confezione avrà stampata su di essa o l'angelo d'oro o quello d'argento. Uno d'oro o cinque d'argento possono essere scambiati con una scatola di giochi.
  3. Entrambi i termini significano "mela".
  4. Majin solitamente significa diavolo, ma in questo caso, lo scrittore probabilmente vuole descrivere un dio della magia.
  5. Kanzaki pronuncia il nome di Touma con i kanji di "Colui che purifica Dio e sopprime il Diavolo".
  6. Sette Raggi
  7. Sette Spade Sette Paradisi
  8. Unico Raggio