Difference between revisions of "To Aru Majutsu no Index ~ Italiano (Italian):Volume1 Capitolo2"

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==Capitolo 2: L'evocatore dona la morte — The_7th-Egde.==
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==Capitolo 2: L'Illusionista Dona la Morte — The_7th-Egde.==
   
 
=== Parte 1 ===
 
=== Parte 1 ===
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Era notte. Le sirene dei camion dei vigili del fuoco e delle ambulanze risuonarono nella strada principale, e infine la oltrepassarono.
   
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Il dormitorio generalmente sembrava deserto, ma l'attivazione dell'allarme antincendio e degli sprinkler aveva capovolto la situazione. In men che non si dica si era riempito di guardoni e di camion dei pompieri.
Era notte. Le sirene dei camion dei vigili del fuoco e delle ambulanze risuonavano nella strada principale e la oltrepassavano.
 
   
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Kamijou, prima di portarlo con sé, aveva usato la sua mano destra per distruggere la funzione di rintracciamento del velo che era rimasto nella sua stanza. Se non lo avesse fatto, e se lo avesse buttato da qualche parte, avrebbe potuto ingannare quelli che stavano inseguendo Index, ma la ragazza aveva insistito per tenerlo.
Il dormitorio sembrava essere quasi del tutto abbandonato, ma far scattare l'allarme antincendio ed attivare gli sprinkler aveva capovolto la situazione. In men che non si dica, il dormitorio deserto si era riempito di camion dei vigili del fuoco e spettatori.
 
   
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Schioccò la lingua in una stradina posteriore. Aveva il corpo insaguinato di Index tra le braccia, in modo da evitare che la ferita toccasse il suolo sporco.
Kamijou, all'interno della sua stanza, aveva usato la sua mano destra per distruggere la funzione di rintracciamento del velo, prima di portarlo con sé. Se lo avesse lasciato funzionare e lo avesse abbandonato in qualche posto casuale, avrebbe potuto ingannare gli inseguitori, ma lei insisteva ostinatamente a doverlo portare con sé.
 
 
Il ragazzo schioccò la lingua in una stradina posteriore. Stava tenendo la forma insanguinata di Index tra le braccia, dato che non poteva lasciare che la ferita toccasse il suolo sporco.
 
   
 
Non poteva affidarla ad un'ambulanza.
 
Non poteva affidarla ad un'ambulanza.
   
Fondamentalmente, alla Città Accademia non piacevano gli estranei. Era per quello che delle mura circondavano la città e tre satelliti monitoravano costantemente tutto. Anche i camionisti che fornivano i minimarket avevano bisogno di un ID esclusivo per entrare.
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Fondamentalmente alla Città Accademia non piacevano gli estranei. Non a caso era circondata da mura e veniva continuamente monitorata da tre satelliti. Persino i camionisti che rifornivano i minimarket avevano bisogno di un ID esclusivo per poter entrare.
   
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Per questo motivo se una senza ID come Index fosse stata ricoverata chiunque ne sarebbe venuto a conoscenza.
Per quella ragione, se fosse stata ricoverata, la notizia di una straniera senza un ID come Index, sarebbe trapelata.
 
   
Ed il suo nemico faceva parte di un'organizzazione.
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Ed il suo nemico faceva parte di un'Organizzazione.
   
Se fosse stata attaccata lì, il danno si sarebbe diffuso su coloro attorno a lei e, se fosse stata attaccata mentre si stava riprendendo, o era sottoposta ad un intervento chirurgico, sarebbe stata indifesa.
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Se fosse stata attaccata lì ci avrebbero rimesso le persone che le stavano vicino, e non si sarebbe potuta difendere se lo avessero fatto mentre si trovava ancora in riabilitazione o durante un intervento chirurgico.
   
 
«Ma non posso lasciarla così.»
 
«Ma non posso lasciarla così.»
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«Starò... bene. Se puoi... solo fermare l'emorragia...»
 
«Starò... bene. Se puoi... solo fermare l'emorragia...»
   
La voce di Index era debole e non mostrava alcun accenno alla voce meccanica che aveva usato mentre dava spiegazioni sulle rune.
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La voce di Index era debole e non mostrava alcun accenno al tono meccanico che aveva usato mentre dava spiegazioni sulle rune.
   
Ed era per quello che Kamijou capì immediatamente che ciò che lei aveva detto, era sbagliato. La sua ferita andava oltre qualcosa di cui poteva occuparsi un dilettante, avvolgendoci attorno una benda. Il ragazzo era solito a combattere, quindi si prestava da solo i primi soccorsi per la maggior parte delle ferite che voleva tenere segrete. Ma quella che aveva lei sulla schiena era abbastanza brutta da far perdere l'autocontrollo persino a lui.
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Fu proprio grazie a questo che Kamijou capì che quello che aveva detto non era vero. Non la si poteva curare col bendaggio di un dilettante. Il ragazzo era solito combattere, quindi si prestava da solo i primi soccorsi per la maggior parte delle ferite che voleva tenere segrete. Ma quella che aveva lei sulla schiena era abbastanza brutta da spaventarlo.
   
 
Era rimasta solo una cosa su cui potevano fare affidamento.
 
Era rimasta solo una cosa su cui potevano fare affidamento.
   
Lui non ci credeva ancora, ma non gli restava altro da fare.
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Ancora non ci credeva, ma non gli restava altro da fare.
   
«Hey, hey! Riesci a sentirmi?» Kamijou schiaffeggiò leggermente una guancia di Index. «Nei tuoi 103,000 grimori, c'è qualcosa che possa curare le tue ferite?»
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«Hey, hey! Riesci a sentirmi?» Kamijou schiaffeggiò leggermente una guancia di Index. «Nei tuoi 103.000 grimori, c'è qualcosa che possa curare le tue ferite?»
   
L'idea di magia di Kamijou non era niente più che gli attacchi magici e la magia di guarigione dei GDR.
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Kamijou era convinto che la magia non servisse ad altro che ad attaccare e a guarire nei GDR.
   
Era vero che Index aveva detto che per natura non era capace di gestire da sé il potere magico, e quindi, non poteva usare la magia, ma Kamijou non sapeva gestire i poteri soprannaturali, dunque, se Index gli avesse detto cosa fare...
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Index aveva spiegato che per natura non era capace di gestire da sé il potere magico e che quindi non poteva usare la magia, ma Kamijou sapeva controllare il soprannaturale, dunque, se lei gli avesse detto cosa fare...
   
Il respiro della ragazza era debole, ma era dovuto più alla perdita di sangue che al dolore. Le sue labbra pallide tremavano.
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Il respiro della ragazza era debole, ma era dovuto più alla perdita di sangue che al dolore. Le sue pallide labbra tremavano.
   
 
«C'è... ma...»
 
«C'è... ma...»
   
Il viso di Kamijou si illuminò per un istante, prima di afferrare con ritardo la parola "ma".
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Il viso di Kamijou si illuminò per un istante, prima di sentire quel "ma".
   
«Non... puoi farlo...» Index esalò un piccolo respiro. «Anche se... ti insegno l'incantesimo... il tuo potere sicuramente... interferirà... ah... anche se lo imiti... alla perfezione.»
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«Non... puoi farlo...» Index esalò un piccolo respiro. «Anche se... ti insegnassi l'incantesimo... il tuo potere sicuramente... interferirebbe... ah... anche se lo imiti... alla perfezione.»
   
Kamijou guardò sotto shock la sua mano destra.
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Kamijou guardò sconcertato la sua mano destra.
   
Imagine Breaker. Il potere che vi risiedeva senza alcun dubbio aveva cancellato completamente le fiamme di Stiyl. Quindi c'era la possibilità che avrebbe cancellato allo stesso modo la magia di guarigione di Index.
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Imagine Breaker. Il potere che vi risiedeva aveva indubbiamente cancellato le fiamme di Stiyl. C'era quindi la possibilità che avrebbe fatto lo stesso con la magia curativa di Index.
   
«Merda! Non di nuovo... perché la colpevole è sempre questa mano destra!?»
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«Merda! Non di nuovo... perché è sempre colpa di questa mano destra!?»
   
Ma ciò significava che aveva bisogno di chiamare qualcuno. Come Aogami Pierce o quella Biribiri Misaka Mikoto. I visi che gli passavano per la mente di un paio di persone toste di cui non doveva preoccuparsi di coinvolgere in questo tipo di pericolo.
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Ma ciò significava solo che aveva bisogno di chiamare qualcuno. Come Aogami Pierce o quella Biribiri Misaka Mikoto. Gli venivano in mente solo le facce delle persone che, per quanto toste, non avrebbe voluto coinvolgere.
   
 
«...?» Index si zittì per un po'. «No... Non è quello che volevo dire.»
 
«...?» Index si zittì per un po'. «No... Non è quello che volevo dire.»
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«?»
 
«?»
   
«Non la tua mano destra... Il problema è... che tu sei un esper.» In questa torrida notte, lei tremava come come se si fosse trovata su una montagna innevata in pieno inverno. «La magia non è... qualcosa che può essere usata da "persone di talento" come voi esper. "Persone senza talento" volevano... fare ciò che potevano fare le "persone di talento"... quindi crearono delle certe formule magiche e rituali... che sono conosciute come magia.»
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«Non la tua mano destra... Il problema è... che tu sei un esper.» In quella torrida notte tremava come se si fosse trovata su una montagna innevata in pieno inverno. «La magia non è... qualcosa che può essere usata da "persone di talento" come voi esper. Le "persone senza talento" volevano... fare ciò che potevano fare le "persone di talento"... per questo motivo crearono particolari formule magiche e rituali... che sono conosciute come magia.»
   
Kamijou era sul punto di urlare. «Non è questo il momento per le spiegazioni!»
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Kamijou quasi le urlò che non era quello il momento di perdersi in chiacchere.
   
«Non lo capisci...? La circuiteria tra "persone di talento" e "persone senza talento" è diversa... Le "persone di talento" non possono usare i sistemi creati... per le "persone senza talento"...»
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«Non lo capisci...? Le "persone di talento" e le "persone senza talento" sono fondamentalmente diverse... Le "persone di talento" non possono usare i sistemi creati... per le "persone senza talento"...»
   
 
«Cos...?»
 
«Cos...?»
   
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Il ragazzo si ammutolì. Per espandere la struttura dei cervelli degli esper venivano utilizzate droghe ed elettrodi, e alla fine si andavano a creare delle differenze rispetto ai normali esseri umani. I loro corpi differivano davvero da quelli degli altri.
Kamijou si ammutolì. Era vero che droghe ed elettrodi erano usati sugli esper come lui per espandere forzatamente la circuiteria dei loro cervelli, in modo che fosse diverso dagli altri. Era vero che i loro corpi erano diversi dagli altri.
 
   
 
Ma non poteva crederci. No, non voleva crederci.
 
Ma non poteva crederci. No, non voleva crederci.
   
Nella Città Accademia vivevano 2.3 milioni di studenti. Ed ognuno di loro era stato sottoposto al programma di sviluppo dei poteri. Anche se non si poteva capire a vista, anche se non riuscivano a piegare un cucchiaio quando si impegnavano così tanto da far esplodere i vasi sanguigni dei loro cervelli, ''ed anche se erano i più deboli tra gli esper, erano assolutamente fatti in modo diverso da una persona normale''.
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Nella Città Accademia vivevano 2.3 milioni di studenti. Ed ognuno di loro era stato sottoposto al programma di sviluppo dei poteri. Anche se non era evidente, anche se non riuscivano a piegare un cucchiaio pur impegnandosi così tanto da farsi esplodere le vene del cervello, ''ed anche se erano i più deboli tra gli esper, erano assolutamente diversi da una persona normale''.
   
 
In altre parole, le persone che vivevano in quella città non potevano usare la magia, l'unica cosa che poteva salvare quella ragazza.
 
In altre parole, le persone che vivevano in quella città non potevano usare la magia, l'unica cosa che poteva salvare quella ragazza.
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C'era un modo per poter salvare la persona che era stesa di fronte a lui, eppure, nessuno poteva farlo.
 
C'era un modo per poter salvare la persona che era stesa di fronte a lui, eppure, nessuno poteva farlo.
   
«Maledizione...» Kamijou scopriì i canini come una bestia. «Com'è potuto accadere? Com'è potuto accadere!? Che diavolo significa!? Come può essere giusto!?»
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«Maledizione...» Kamijou scoprì i canini come una bestia. «Com'è potuto accadere? Com'è potuto accadere!? Che diavolo significa!? Come può essere giusto!?»
   
 
Il tremolio di Index peggiorò.
 
Il tremolio di Index peggiorò.
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Ciò che Kamijou trovava più difficile da sopportare, era che lei stesse ricevendo una punizione a causa della sua stessa incapacità.
 
Ciò che Kamijou trovava più difficile da sopportare, era che lei stesse ricevendo una punizione a causa della sua stessa incapacità.
   
«"Di talento", col cazzo,» sputò fuori. «Non posso nemmeno salvare una ragazza che soffre davanti ai miei occhi.»
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«"Di talento", col cazzo.» sputò fuori. «Non posso nemmeno salvare una ragazza che soffre davanti ai miei occhi.»
   
Ma non poteva avanzare altri modi per risolvere la situazione. Il fatto che i 2.3 milioni di studenti che vivono nella città non potevano usare la magia, era la regola che aveva bisogno di abbattere per prima.
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Tuttavia non poteva avanzare altri modi per risolvere la situazione. Il fatto che i 2.3 milioni di studenti che vivevano nella città non potevano usare la magia era la regola che aveva bisogno di aggirare.
   
 
«...?»
 
«...?»
   
Kamijou si accorse improvvisamente di qualcosa di strano riguardo ciò che aveva pensato.
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Kamijou improvvisamente si accorse che in quel che aveva pensato qualcosa non andava.
   
 
''Studenti?''
 
''Studenti?''
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«...Eh? Sì...»
 
«...Eh? Sì...»
   
«E ciò non finirà con l'essere inutile perché quella persona non ha talento per la magia, giusto?»
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«E quindi anche se quella persona non ha capacità magiche funzionerà, giusto?»
   
«Non devi... preoccuparti di quello... Finché riescono a prepararlo correttamente ed ad eseguirlo correttamente... anche uno studente di scuola media riuscirebbe a farlo.» Index pensò per un po'. «Anche se, se fanno un passo falso, i sentieri dei loro cervelli e i loro circuiti neurali potrebbero distruggersi... Ma con la conoscenza dei miei 103,000 grimori, andrà tutto bene. Non preoccuparti.»
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«Non devi... preoccupartene... Finché riescono a prepararlo correttamente ed ad eseguirlo correttamente... anche uno studente di scuola media riuscirebbe a farlo.» Index pensò per un po'. «Però, se faranno un passo falso, le loro reti e i loro circuiti neurali potrebbero distruggersi... Ma con la conoscenza dei miei 103,000 grimori andrà tutto bene. Non preoccuparti.»
   
 
Kamijou sorrise.
 
Kamijou sorrise.
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Senza pensare, alzò lo sguardo come per ululare alla luna nel cielo notturno.
 
Senza pensare, alzò lo sguardo come per ululare alla luna nel cielo notturno.
   
Era vero che nella Città Accademia vivono 2.3 milioni di studenti e che sono stati tutti sviluppati per avere un certo tipo di potere psichico.
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Era vero che nella Città Accademia vivevano 2.3 milioni di studenti che erano stati modificati per avere un certo tipo di potere psichico.
   
Ma gli insegnanti che li svuluppavano erano normali esseri umani.
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Ma gli insegnanti che se ne occupavano erano normali esseri umani.
   
 
«Spero non si sia già addormentata.»
 
«Spero non si sia già addormentata.»
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La faccia di una certa insegnante affiorò nella mente di Kamijou.
 
La faccia di una certa insegnante affiorò nella mente di Kamijou.
   
Era la faccia di Tsukuyomi Komoe, la responsabile della sua classe alta 135 cm, a cui starebbe bene un randoseru <ref>Zainetto indossato dai bambini giapponesi durante gli anni delle scuole elementari.</ref> rosso, nonostante sia un'insegnante.
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Era la faccia di Tsukuyomi Komoe, la responsabile della sua classe alta 135 cm, a cui sarebbe stato bene uno zainetto rosso delle elementari, nonostante fosse un'insegnante.
   
   
   
Kamijou usò un telefono pubblico per avere l'indirizzo di Komoe-sensei da Aogami Pierce. (La mattina aveva pestato e rotto il suo telefono. Come Aogami Pierce conoscesse l'indirizzo della Sensei era un mistero. Il ragazzo sospettava fosse uno stalker.) Kamijou, allora, cominciò a camminare con una debole Index sulle sue spalle.
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Kamijou usò un telefono pubblico per farsi dare l'indirizzo di Komoe-sensei da Aogami Pierce. (La mattina aveva pestato e rotto il suo cellulare. Come Aogami Pierce conoscesse l'indirizzo della Sensei era un mistero. Sospettava fosse uno stalker.) Quindi cominciò a camminare con una debole Index sulle sue spalle.
   
 
«Il posto è questo...»
 
«Il posto è questo...»
   
Arrivò quindici minuti dopo aver cominciato a camminare dalla stradina posteriore.
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Arrivò quindici minuti dopo essersi incamminato dalla stradina posteriore.
   
Totalmente inadatto all'apparenza da dodicenne di Komoe-sensei, era un appartamento di due piani in legno che sembrava così vecchio e distrutto che Kamijou si sentiva fosse stato segnato dal Bombardamento di Tokyo. Dato che la lavatrice era posta direttamente sul corridoio, non doveva esserci qualcosa come un bagno.
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Totalmente inadatto all'aspetto da dodicenne di Komoe-sensei, era un appartamento di due piani in legno che sembrava così vecchio e decadente che Kamijou pensava fosse stato segnato dal Bombardamento di Tokyo. Dato che la lavatrice era posta direttamente sul corridoio, all'interno non dovevano esserci cose come un bagno.
   
Normalmente, il ragazzo avrebbe fatto battute a riguardo per i seguenti dieci minuti, ma non sorrideva nemmeno.
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Normalmente il ragazzo ci avrebbe fatto delle battute per dieci minuti, ma in quel momento non sorrideva nemmeno.
   
Dopo aver controllato le targhette delle porte del primo piano, salì lungo le scale malandate e arrugginite e controllò quelle che c'erano lì. Quando raggiunse la porta sul retro più lontana del secondo piano, finalmente trovò "Tsukuyomi Komoe" scritto in hiragana.
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Dopo aver controllato le targhette delle porte del primo piano, salì delle scale malandate e arrugginite e controllò quelle del secondo. Quando poi raggiunse la porta sul retro più lontana finalmente trovò "Tsukuyomi Komoe" scritto in hiragana.
   
Kamijou suonò il campanello due volte e poi prese a calci la porta con tutta la sua forza.
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Kamijou suonò il campanello due volte e calciò l'uscio con tutta la sua forza.
   
I piedi che colpivano la porta, facevano un suono tremendo.
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Il piede che colpì la porta fece un suono tremendo.
   
Ad ogni modo, la porta non si spostò di molto. Come sempre, Kamijou aveva la sfortuna di pensare di aver sentito uno spiacevole ''crack'' provenire dal suo alluce.
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Ad ogni modo, questa non si spostò di molto. Come sempre Kamijou ebbe la sfortuna di pensare di aver sentito uno spiacevole ''crack'' provenire dal suo alluce.
   
 
«~ ~ ~!!»
 
«~ ~ ~!!»
   
«Sì, sì, siiì! La porta anti-venditore di giornali è l'unica cosa robusta che c'è qui. La apro, okay?»
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«Sì, sì, siiì! La porta anti-venditore di giornali è l'unica cosa robusta che c'è qui. Adesso apro, okay?»
   
"''Perché non ho semplicemente aspettato?''"
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(Perché non ho semplicemente aspettato?)
   
Nonostante Kamijou avesse gli occhi lucidi, la porta si aprì appena e, attraverso lo spiraglio, si affacciò la testa di una Komoe-sensei con addosso un pigiama. La sua espressione rilassata diceva chiaeamente che, da quella posizione, non riusciva a vedere la ferita sulla schiena di Index.
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Con questo pensiero da far venire le lacrimucce agli occhi, la porta si aprì appena e, attraverso lo spiraglio, si affacciò la testa di Komoe-sensei con addosso un pigiama. La sua espressione rilassata diceva chiaramente che, da quella posizione, non riusciva a vedere la ferita sulla schiena di Index.
   
 
«Wah, Kamijou-chan. Hai cominciato a lavorare part-time come venditore di giornali?»
 
«Wah, Kamijou-chan. Hai cominciato a lavorare part-time come venditore di giornali?»
   
«Quale giornale he degli impiegati che adescano persone con una suora sulla schiena?» disse Kamijou con disappunto. «Sono piuttosto nei guai, quindi entro. Permesso.»
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«Quale giornale ha degli impiegati che adescano persone con una suora sulla schiena?» disse Kamijou con disappunto. «Sono piuttosto nei guai, quindi entro. Permesso.»
   
«A-Aspetta, aspetta, aspetta!» Komoe-sensei cercò freneticamente di bloccare la strada a Kamijou mentre lui la metteva da parte. «I-Io non posso farti entrare improvvisamente nella mia stanza. E non è solo perché è in un terribile disordine con delle lattine di birra che ricoprono il pavimento e i mozziconi di sigaretta accumulati nel portacenere!»
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«A-Aspetta, aspetta, aspetta!» Komoe-sensei cercò freneticamente di bloccare Kamijou mentre questo la spingeva da una parte. «I-Io non posso farti entrare così su due piedi nella mia stanza. E non è solo perché è in un terribile disordine con le lattine di birra che ricoprono il pavimento e i mozziconi di sigaretta accumulati nel portacenere!»
   
 
«Sensei.»
 
«Sensei.»
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«Non avevo visto che aveva una ferita così brutta sulla schiena, Kamijou-chan!»
 
«Non avevo visto che aveva una ferita così brutta sulla schiena, Kamijou-chan!»
   
Komoe-sensei cominciò a prendersi dal panico all'improvvisa visione del sangue, e Kamijou riuscì finalmente a metterla da parte e ad entrare nella stanza.
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Komoe-sensei fu presa dal panico all'improvvisa visione del sangue, e Kamijou riuscì finalmente a spostarla e ad entrare.
   
"La stanza sembrava appartenere ad un uomo di mezza età amante delle scommesse sui cavalli. C'erano dei tatami molto consumati con sopra sparse innumerevoli lattine di birra, insieme ad una vera e propria montagna di mozziconi di sigaretta dentro ad un posacenere argenteo. Al centro della stanza, quasi fosse una barzelletta, c'era pure un tavolo da té, di quelli che un padre testardo avrebbe rovesciato per la frustrazione.
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"La stanza sembrava appartenere ad un uomo di mezza età amante delle scommesse sui cavalli. C'erano dei tatami molto consumati con sopra sparse innumerevoli lattine di birra, insieme ad una vera e propria montagna di mozziconi di sigaretta dentro ad un posacenere argenteo. Al centro della stanza, quasi fosse una barzelletta, c'era pure un tavolo da té, di quelli che un padre testardo avrebbe rovesciato per la frustrazione."
   
 
«...Capisco. Quindi non stava scherzando.»
 
«...Capisco. Quindi non stava scherzando.»
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«Suppongo non sia il momento giusto, ma hai qualche problema con le ragazze che fumano?»
 
«Suppongo non sia il momento giusto, ma hai qualche problema con le ragazze che fumano?»
   
Quando Kamijou fissò la sua responsabile di classe che sembrava avere dodici anni mentre calciava via delle lattine di birra per aprire un passaggio, sentì che non era quello il problema. Lui era restio a sedersi su un tatami consumato come quello, ma non c'era tempo per preoccuparsi a preparare un futon.
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Kamijou, mentre fissava la sua insegnante che sembrava avere dodici anni, pensò che difficilmente fosse quello il problema, e contemporaneamente calciò via delle lattine di birra per aprirsi un passaggio. Era restio a sedersi su un tatami consumato come quello, ma non c'era tempo per preoccuparsi di preparare un futon.
   
 
Distese Index a faccia in giù sul pavimento per assicurarsi che la ferita non lo toccasse.
 
Distese Index a faccia in giù sul pavimento per assicurarsi che la ferita non lo toccasse.
   
Il modo in cui erano lacerati i suoi vestiti nascondeva la ferita effettiva dalla visuale, ma un liquido rosso scuro stava scorrendo verso il basso come gasolio.
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I suoi vestiti erano lacerati in un modo che non rendeva visibile il taglio, ma un liquido rosso scuro stava scorrendo verso il basso come se fosse gasolio.
   
 
«N-Non dovresti chiamare un'ambulanza? I-Il telefono è lì.»
 
«N-Non dovresti chiamare un'ambulanza? I-Il telefono è lì.»
   
Komoe-sensei puntò con la mano tremolante verso un angolo della stanza. Per qualche ragione, il suo telefono era uno nero di quelli con la ruota.
+
Komoe-sensei puntò la mano tremolante verso un angolo della stanza. Per qualche ragione, il suo telefono era uno nero di quelli con la ruota.
   
«Il mana nel sangue sta scorrendo via insieme ad esso
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«Sto perdendo sangue, e così anche il mana vi si trova all'interno
   
 
Kamijou e Komoe-sensei si voltarono istintivamente verso Index.
 
Kamijou e Komoe-sensei si voltarono istintivamente verso Index.
   
Lei era ancora distesa senza vita sul pavimento, ma i suoi occhi erano silenziosamente aperti, anche se la sua testa stava su un lato, come una bambola rotta.
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Era ancora distesa senza vita sul pavimento, ma i suoi occhi erano silenziosamente aperti, anche se la sua testa stava su un lato come una bambola rotta.
   
 
I suoi occhi erano più freddi del pallido chiaro di luna e più precisi degli ingranaggi di un orologio.
 
I suoi occhi erano più freddi del pallido chiaro di luna e più precisi degli ingranaggi di un orologio.
   
Essi erano così perfettamente sereni che sembravano inumani.
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Erano così perfettamente sereni da non sembrare appartenere ad un essere umano.
   
«Pericolo. Capitolo Due, Versetto Sei. La perdita di forza vitale conosciuta come mana, dovuta alla perdita di sangue, ha oltrepassato una certa quantità, quindi la Penna di John sta per essere risvegliata forzatamente. ...Se la situazione attuale persiste, il mio corpo perderà il minimo di forza vitale necessaria e scadrà in circa 15 minuti, secondo il Tempo Standard Internazionale definito dall'orologio della torre di Londra. Sarebbe meglio se voi seguiste le istruzioni che sto per darvi, al fine di eseguire il trattamento più efficace.»
+
«Pericolo. Capitolo Due, Versetto Sei. La perdita di forza vitale conosciuta come mana, dovuta all'emorragia, ha oltrepassato una certa quantità, di conseguenza sta per essere forzato il risveglio della Penna di John... Se la situazione attuale persiste, il mio corpo perderà il minimo di forza vitale necessaria e morirà in circa 15 minuti, secondo il Tempo Standard Internazionale definito dall'orologio della torre di Londra. Sarebbe meglio se voi seguiste le istruzioni che sto per darvi, al fine di eseguire il trattamento più efficace.»
   
Komoe-sensei fissava Index sconvolta.
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Komoe-sensei fissò Index sconvolta.
   
Kamijou poteva biasimarla a stento. Sebbene avesse già sentito una volta quella voce, semplicemente, non riusciva ad abituarsi ad essa.
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Kamijou a stento poteva biasimarla. Sebbene l'avesse già sentita una volta, non riusciva proprio ad abituarsi a quella voce.
   
 
«Allora...»
 
«Allora...»
   
Il ragazzo guardò Komoe-sensei e pensò.
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Il ragazzo guardò Komoe-sensei e cominciò a riflettere.
   
Se le avesse davvero chiesto di usare la magia, lei gli avrebbe sicuramente detto che non era il tempo di fingere di essere una maghetta e che comunque era troppo grande per quel genere di cose.
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Se le avesse davvero chiesto di usare la magia, gli avrebbe sicuramente detto che non era il tempo di giocare a fare la maghetta e che comunque era troppo grande per quel genere di cose.
   
 
Quindi, come doveva convincerla?
 
Quindi, come doveva convincerla?
   
«Hmm. Sensei, Sensei. Dato che è un'emergenza, sarò breve. Ho bisogno di svelarle un segreto, quindi venga qui.»
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«Hmm. Sensei, Sensei. Questa è un'emergenza, perciò sarò breve. Ho bisogno di svelarle un segreto, venga qui.»
   
 
«Cosa?»
 
«Cosa?»
   
Kamijou mosse la sua mano come se stesse chiamando un cagnolino, e Komoe-sensei si avvicinò senza alcuna cautela.
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Kamijou mosse la sua mano come se stesse chiamando un cagnolino, e Komoe-sensei gli si avvicinò con nonchalance.
   
"''Mi spiace''", Kamijou si scusò sussurrando a Index.
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''Mi spiace'', si scusò il ragazzo sussurrando a Index.
   
Sollevò velocemente i vestiti strappati per rivelare la terribile ferita nascosta al di sotto di essi.
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Sollevò senza indugio i vestiti strappati, rivelando così la ferita che questi nascondevano.
   
«Ee!?»
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«Eeh!?»
   
Il ragazzo poteva biasimare appena Komoe-sensei per saltare in stato di shock.
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A mala pena poteva biasimarla per essere rimasta tanto sconvolta.
   
La ferita era così brutta che scioccava lo stesso Kamijou. Essa si estendeva dritta in una linea orizzontale attraverso la schiena, come se fosse una scatola di cartone sulla quale qualcuno aveva usato un righello ed un taglierino. Dietro al sangue rosso, si potevano vedere il rosa dei muscoli, il giallo dei grassi, ed anche qualcosa di duro e bianco che sembrava essere la colonna vertebrale.
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La ferita era così brutta da scioccare persino lui. Si estendeva dritta in una linea orizzontale attraverso la schiena, come una scatola di cartone sulla quale qualcuno aveva usato un righello ed un taglierino. Dietro al sangue rosso, si potevano vedere il rosa dei muscoli, il giallo del grasso, ed anche qualcosa di duro e bianco che sembrava essere la colonna vertebrale.
   
Se la ferita fosse vista come una bocca rossa, le labbra attorno di essa sarebbero diventate totalmente pallide, come qualcuno che era stato in piscina.
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Immaginandola come una bocca rossa, le labbra attorno ad essa erano pallidissime, alla stregua di qualcuno che era stato in piscina.
   
«Ghh...» Kamijou represse delle vertigini ed abbassò con cura i vestiti che erano zuppi di sangue.
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«Ghh...» Kamijou represse delle vertigini ed abbassò con cura i vestiti zuppi di sangue.
   
Anche quando i vestiti toccavano la ferita, gli occhi gelidi di Index non si muovevano minimamente.
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Gli occhi gelidi di Index non si muovevano di una virgola, neppure quando gli abiti le toccavano la ferita.
   
 
«Sensei.»
 
«Sensei.»
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«Eh? Sì!?»
 
«Eh? Sì!?»
   
«Sto per chiamare un'ambulanza. Nel frattempo, ascolti ciò che questa ragazza ha da dirle e faccia qualsiasi cosa le dica... Faccia che non perda conoscenza. Come può vedere dai suoi vestiti, è una religiosa. Grazie.»
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«Sto per chiamare un'ambulanza. Nel frattempo, ascolti questa ragazza e faccia qualsiasi cosa le dica... Si assicuri che non perda conoscenza. Come può vedere dai suoi vestiti è una religiosa. Grazie.»
   
  +
Perché Komoe-sensei continuasse a non credere alla magia, le sarebbe bastato vedere le richieste di Index come una semplice consolazione. Per questo motivo, Kamijou aveva fatto in modo che smettesse di pensare al curare la ferita e che piuttosto si concentrasse sul parlarle ad ogni costo.
Se lo avesse visto come niente più che una consolazione per la ragazza, avrebbe continuato a vedere la magia come impossibile. Per quella ragione, Kamijou aveva cambiato la concentrazione della mente di Komoe-sensei dalla cura della ferita al continuare la conversazione con ogni mezzo necessario.
 
   
Komoe-sensei stava annuendo con un'espressione estremamente seria ed un viso pallido.
+
La sensei annuì con un'espressione estremamente seria ed un viso pallido.
   
L'unico problema era che Kamijou doveva ammazzare il tempo fuori mentre ciò accadeva.
+
L'unico problema era che nel frattempo Kamijou sarebbe dovuto stare fuori a non fare niente.
   
Se un'ambulanza fosse arrivata prima che la magia fosse stata completata, la "consolazione" sarebbe finita. Ciò significava che non poteva effettivamente chiamarne una.
+
Se fosse arrivata un'ambulanza prima del completamente della magia, la "consolazione" sarebbe dovuta finire. Ciò significava che non poteva davvero chiamarne una.
   
Ma solo quello non significava che Kamijou doveva andarsene. Dopotutto, poteva digitare 117 con il telefono nero che c'era nella stanza e fingere di chiamare un'ambulanza mentre effettiamente parlava con una registrazione.
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Ma questo non voleva dire che Kamijou doveva andarsene. Dopotutto poteva usare il telefono nero che c'era nella stanza per chiamare il 117, fingendo poi di richiedere un'ambulanza mentre in realtà parlava con una registrazione.
   
Il vero problema stava altrove.
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Il vero problema era un'altro.
   
«Hey, Index,» disse Kamijou con delicatezza ad Index mentre restava stramazzata al suolo. «C'è qualcosa che posso fare?»
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«Hey, Index.» le disse Kamijou con delicatezza mentre questa restava stramazzata al suolo. «C'è qualcosa che posso fare?»
   
 
«No. L'opzione migliore per te sarebbe quella di andartene.»
 
«No. L'opzione migliore per te sarebbe quella di andartene.»
   
La sua dicitura eccessivamente chiara e diretta fece stringere il pugno destro di Kamijou così forte da fargli male.
+
Quelle parole così eccessivamente chiare e dirette fecero che Kamijou stringesse il pugno così forte da farsi male.
   
 
Non c'era niente che poteva fare.
 
Non c'era niente che poteva fare.
   
Ed era tutto a causa della sua mano destra che avrebbe cancellato la magia curativa con il solo stare nella stanza.
+
Ed era tutto a causa della sua mano destra, che solo trovandosi nella stessa stanza avrebbe cancellato la magia curativa.
   
 
«...Allora, sensei. Sto andando a cercare un telefono pubblico.»
 
«...Allora, sensei. Sto andando a cercare un telefono pubblico.»
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«Aspetta... eh? Kamijou-chan, ho un telefono, ec...»
 
«Aspetta... eh? Kamijou-chan, ho un telefono, ec...»
   
Kamijou ignorò le sue parole, aprì la porta e lasciò la stanza.
+
Il ragazzo ignorò le sue parole, aprì la porta e lasciò la stanza.
   
Strinse i denti per il fatto che non poteva far altro che andar via.
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Strinse i denti, ''non poteva far altro che andarsene''.
   
Kamijou corse per la città durante la notte.
+
Kamijou corse per la città notturna.
   
Mentre lo faceva, stringeva la mano destra che poteva cancellare anche i sistemi di Dio, ma non poteva proteggere una singola persona.
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Mentre lo faceva, stringeva la mano destra in grado di distruggere persino i sistemi di Dio, ma incapace di proteggere una sola persona.
   
   
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«Pare tu non stia guardando un orologio. Quella è l'ora esatta?»
 
«Pare tu non stia guardando un orologio. Quella è l'ora esatta?»
   
«Non ho un orologio in stanza, ma il mio orologio interno spacca il secondo, quindi non preoccuparti.»
+
«Non ne ho uno in stanza, ma il mio orologio interno spacca il secondo, quindi non preoccuparti.»
   
 
«...»
 
«...»
   
«Non devi dubitare così tanto di me. Ho sentito che i fantini hanno degli orologi interni così precisi da spaccare il millesimo di secondo e lo si può regolare con alcune abitudini alimentari e con la capacità di ritmo.» rispose Komoe-sensei con fare perplesso.
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«Credimi. Ho sentito che alcuni fantini hanno un orologio interno così preciso da spaccare il millesimo di secondo. Lo si può regolare con alcune abitudini alimentari e seguendo un certo ritmo nelle proprie attività.» rispose Komoe-sensei con fare perplesso.
   
Poteva non essere un'esper, ma era comunque una residente della città Accademia. L'idea di quale livello di conoscenza fosse normale dal punto di vista medico e scientifico, era diversa per coloro che abitavano all'interno di quella città e coloro che ne stavano fuori.
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Poteva non essere un esper, ma era pur sempre un'abitante della Città Accademia. Chi ci viveva in genere aveva un livello di conoscenza medica e scientifica completamente diverso da quello delle altre persone.
   
Ancora con la faccia all'ingiù, Index diede un'occhiata fuori dalla finestra muovendo solo gli occhi.
+
Ancora con la faccia all'ingiù, Index guardò fuori dalla finestra muovendo solo gli occhi.
   
«Dalla posizione delle stelle e dall'angolazione della Luna... che corrisponde alla direzione di Sirio, con un margine di errore di 0.038. Solo per verificarlo di nuovo. L'attuale ora solare in Giappone è 20 luglio, 8:30 PM, giusto?»
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«Dalla posizione delle stelle e dall'angolazione della Luna... si ha un riscontro con la direzione di Sirio, con un margine di errore di 0.038. Giusto per verificarlo ancora una volta. L'attuale ora solare in Giappone è 20 luglio, 8:30 PM, giusto?»
   
«Sì. Beh, tecnicamente adesso sono passati 53 secondi da quell'istante, ma... Ah, no!! Non ti alzare!!»
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«Sì. Beh, tecnicamente adesso sono passati 53 secondi, ma... Ah, no!! Non ti alzare!!»
   
Komoe-sensei cercò disperatamente di spingerla indietro mentre Index cercava di sedersi in modo eretto, il che avrebbe danneggiato ulteriormente il suo corpo già ferito, ma il suo sguardo non vacillò minimamente.
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Komoe-sensei provò disperatamente a spingerla indietro mentre Index cercava di sedersi, perché così facendo si sarebbe ferita ulteriormente, ma lo sguardo della ragazza non vacillò minimamente.
   
Esso non era né spaventoso, né pungente.
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Questo non era né spaventoso né pungente.
   
Tutte le emozioni erano semplicemente scomparse dai suoi occhi, come un interruttore che era stato spento.
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Semplicemente non c'erano più emozioni nei suoi occhi, come se avessero spento una luce con un interruttore.
   
Non c'era alcuna vera presenza.
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Non contenevano più una vera presenza.
   
 
Era come se la sua anima fosse scomparsa.
 
Era come se la sua anima fosse scomparsa.
   
«E' vicino alla fine del Cancro. L'ora è tra le 8 e le 12, mezzanotte. La direzione è ovest. Sotto la protezione di Ondina, il ruolo dell'angelo è il cherub...»
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«E' vicino alla fine del Cancro. L'ora è tra le 8 e le 12 di notte. La direzione è ovest. Sotto la protezione di Ondina, il ruolo dell'angelo è il cherub...»
   
Si poteva sentire il suono di Komoe-sensei mentre tratteneva il respiro.
+
Si poteva sentire il suono di Komoe-sensei che tratteneva il respiro.
   
Inavvertitamente, Index aveva cominciato a disegnare un certo tipo di figura in cima al piccolo tavolino da tè con una delle sue dita insanguinate. Anche coloro che non sapevano cosa fosse un cerchio magico, avrebbero riconosciuto che si trattava di qualcosa di religioso. Komoe-sensei si era già intimorita, ma adesso, qualcosa la travolgeva al punto che non riusciva a parlare.
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Inavvertitamente Index, con una delle sue dita insanguinate, aveva cominciato a disegnare un certo tipo di figura in cima al piccolo tavolino da tè. Anche chi non conosceva i cerchi magici avrebbe capito che si trattava di qualcosa di religioso. Komoe-sensei era già un po' scossa, ma adesso qualcosa la travolgeva a tal punto da impedirle di parlare.
   
Dopo aver disegnato un cerchio insanguinato che riempiva l'intero tavolino, Index disegnò un simbolo a forma di stella, conosciuto come pentagramma.
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Dopo aver disegnato un cerchio di sangue che riempiva l'intero tavolino, Index tracciò un simbolo a forma di stella, un pentagramma.
   
Ad ogni modo, attorno ad esso, vi erano dei caratteri di un certo paese che Komoe non conosceva; molto probabilmente, le parole che Index stava mormorando. Presumibilmente cambiavano in base alle costellazioni, all'ora, alle stagioni.
+
Tutto attorno vi erano delle scritte in qualche strana lingua. Probabilmente quelle parole erano le stesse che Index stava mormorando. Aveva fatto delle domande sulle costellazioni e sull'ora perché le parole che scriveva cambiavano in base al tempo e alla stagione.
   
  +
Metteva in pratica la magia senza mostrare la debolezza tipica delle persone ferite.
La figura che costruiva una formula magica non era quella di una persona ferita.
 
   
La sua concentrazione raggiungeva il livello in cui il sentimento conosciuto come dolore, poteva essere completamente ignorato.
+
La sua estrema concentrazione dava l'impressione che non stesse provando alcun dolore.
   
Il suono del sangue di Index che gocciolava dalla sua schiena, fece sentire un brivido a Komoe.
+
Quando sentì il suono del sangue gocciolante provenire dalla schiena della ragazza, un brivido silenzioso attraversò Komoe-sensei.
   
«C-C-C-C-C-C-Cos'è quello?»
+
«C-C-C-Cos'è quello?»
   
«Magia» Index concluse con una parola. «Da questo momento in poi, avrò bisogno di prendere in prestito la tua mano ed il tuo corpo. Se seguirai le mie istruzioni, nessuno sarà vittima della sfortuna, e non ci sarà bisogno di serbare rancore contro nessuno
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«Magia.» Detta questa sola parola Index fece una pausa. «Da adesso in poi avrò bisogno del tuo aiuto e del tuo corpo. Se farai come dico, non ci saranno fatalità e nessuno porterà rancore verso di te
   
«Come fai a parlare così tranquillamente!? Stenditi e aspetta un'ambulanza! Ehm... bende, bende. Per questo tipo di ferite, è meglio fermare l'emorragia delle arterie...»
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«C-Come puoi parlare così tranquillamente!? Stenditi ed aspetta l'ambulanza! Ehm... bende, bende. Con una ferita così brutta, dovrei fasciare la zona attorno all'arteria per fermare l'emorragia...»
   
«Quel livello di trattamento non sarà abbastanza adeguato per guarire del tutto la mia ferita. Non capisco il significato di "ambulanza", ma sarà in grado di curarmi nei prossimi quindici minuti, mentre mi rifornisco di una quantità sufficiente di mana
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«Quel livello di trattamento non potrà curarmi completamente. Non so cosa sia un'ambulanza, ma sarà capace di chiudere questa ferita nei prossimi 15 minuti e di rifornirmi del livello di mana di cui necessito
   
 
«...»
 
«...»
   
Anche se avesse chiamato subito un'ambulanza, probabilmente ci sarebbero voluti dieci minuti per arrivare lì. Se avesse voluto portarla in ospedale, avrebbero impiegato il doppio del tempo. Inoltre, non è che il trattamento medico sarebbe terminato una volta arrivate. Anche adesso, lei non credeva a cose insensate come il mana. Supponendo che la ferita si fosse chiusa: decisamente Index non sarebbe tornata in salute nell'imediato.
+
Un'ambulanza avrebbe impiegato dieci minuti ad arrivare, anche se l'avessero chiamata subito. E ci avrebbero messo altrettanto tempo per portarla in ospedale, senza contare che il trattamento non sarebbe iniziato immediatamente. Komoe-sensei non riusciva proprio a capire cosa potesse significare un termine occulto come "mana", ma era vero che la sola chiusura della ferita non l'avrebbe rimessa in sesto.
   
Ma anche se l'avesse chiusa cucendola, questa pallida ragazza non sarebbe morta prima a causa della mancanza di energia?
+
Se in quel momento gliel'avessero ricucita con ago e filo, questa pallida ragazza sarebbe stata abbastanza forte da riprendersi?
   
«Per favore.»
+
«Per favore.» disse Index senza il minimo cambio d'espressione.
   
  +
Una miscela di sangue e saliva le stava gocciolando da un lato della bocca.
Gli occhi di Index non cambiarono di una virgola mentre lo diceva.
 
   
  +
In lei non c'era energia. Non c'era nemmeno nulla di spaventoso. Ma quella calma e quell'autocontrollo erano più terrificanti di qualsiasi altra cosa. Tutto quel che faceva sembrava farle allargare la ferita, e ciò le dava l'aspetto di una macchina rotta che continuava a funzionare senza accorgersi che c'era qualcosa che non andava.
Sangue fresco mischiato con della saliva appariva su un lato della sua bocca.
 
   
  +
(Se facessi qualcosa che la facesse insistere, la situazione potrebbe anche peggiorare.)
Non cercava nemmeno di nasconderlo. Quel "controllo" e quella "calma" erano ciò che faceva paura. Come quando una macchina rotta va in tilt. Ogni volta che si muoveva, Komoe aveva il presentimento che la sua ferita si aprisse sempre più.
 
   
  +
Komoe-sensei sospirò. Ovviamente non credeva nella magia. Tuttavia, Kamijou le aveva detto di mantenere viva la conversazione per assicurarsi che la ragazza non perdesse conoscenza.
"''...Se resisti senza sapere ciò che fai, le condizioni del tuo corpo peggioreranno molto di più.''"
 
   
  +
Tutto ciò che poteva fare era cercare di non provocare quella persona seduta di fronte a lei, sperare che Kamijou chiamasse un ambulanza al più presto possibile e fidarsi dell'eccellente pronto soccorso dei tecnici di emergenza sanitaria dell'ambulanza.
Komoe-sensei sospirò. Ovviamente lei non credeva nella magia. Ricordava come Kamijou le avesse detto di assicurarsi che Index non perdesse conoscenza e di continuare a parlarle.
 
   
  +
«Allora, cosa dovrei fare? Non sono una maghetta.»
In quel momento, era meglio non stimolare la ragazza. Ogni secondo che passava, Komoe si augurava che Kamijou si sbrigasse e chiamasse un'ambulanza, sperando che il personale avesse una cassetta di pronto soccorso miracolosa.
 
   
  +
«Ti ringrazio per la cooperazione. Per prima cosa... prendi... prendi quella... quella... cos'è quella cosa nera?»
«Allora, cosa dovrei fare? La Sensei non è una maghetta, sai?"
 
   
  +
«? Oh, è una memory card per i giochi.»
«Apprezzo la tua cooperazione. La prima cosa da fare... quella cosa laggiù... Cos'è quella cosa nera laggiù?"»
 
   
  +
«??? ...Beh, va bene. Ad ogni modo, prendi quella cosa nera e ponila al centro del tavolo.»
«? Ah. E' una memory card per i giochi.»
 
   
  +
«Tecnicamente, è un tavolo da tè...»
«??? Va bene. Per favore, metti quella cosa nera al centro del tavolo per adesso.»
 
   
  +
Komoe-sensei fece come le era stato detto e mise la memory card al centro del tavolo da tè. Poi prese una custodia per matite meccaniche, una scatola di cioccolatini vuota, due libri tascabili e ci mise anche quelli. Prese anche due piccoli modellini che si trovavano nelle confezioni di cibo, e li allineò l'uno vicino all'altro.
«E' un chabuadai<ref>Il chabudai è un tavolo basso tradizionale giapponese.</ref>, comunque.»
 
   
  +
La sensei si chiedeva quale fosse il fine, ma Index era ancora del tutto seria nonostante sembrasse sul punto di collassare.
Mentre lo diceva, Komoe mise la memory card al centro del tavolo. Posizionò anche una custodia, una scatola di cioccolatini vuota, due libri e due piccoli modellini.
 
   
  +
Ogni lamentela di Komoe-sensei spariva di fronte allo sguardo simile ad una spada giapponese che proveniva da quel viso pallido.
''"Cos'è questo?"'' pensò Komoe. Anche adesso, Index era ancora seria.
 
   
  +
«Cos'è questo? L'hai chiamata magia, ma non è solo giocare con le bambole?»
Il suo sguardo poteva far presumere che nascondesse una spada giapponese. Komoe tenne dentro sé la sua lamentela.
 
   
  +
Di fatto, il tutto sembrava la versione in miniatura della stanza. La memory card era il tavolo da tè, i due libri in piedi erano la libreria e l'armadio, ed i due modellini erano negli stessi posti delle due persone nella stanza. Quando delle perline di vetro vennero sparse sul tavolo da tè sembrarono fermarsi nei posti che replicavano esattamente le lattine di birra sul pavimento.
«Cos'è questo? Più che magia, non è un po' come giocare con le bambole?»
 
   
  +
«La sostanza non importa. E' uguale al funzionamento di una lente d'ingrandimento, a prescindere che questa sia fatta di vetro o di plastica... Sinché la forma ed il ruolo sono gli stessi, la cerimonia è eseguibile.» mormorò Index sudando. «Tutto ciò di cui ho bisogno è che tu porti accuratamente a termine le mie istruzioni. In caso di errore il tuo cervello ed i tuoi neuroni si consumeranno.»
Dopo averlo detto, capì che il tutto sembrava la miniatura del modello di quella stanza: la memory card era il tavolo; i due libri erano la libreria e l'armadio; i due modellini erano Index e Komoe; e le posizioni delle perline di vetro che erano sparse sul tavolo, in qualche modo servivano a sincronizzarsi con le posizioni delle lattine di birra.
 
 
«Il materiale non importa. Proprio come funzionerebbe una lente d'ingrandimento con la lente sia di vetro che di plastica, sinché le forme ed i ruoli calzano, il rituale potrà essere eseguito.» dichiarò Index sudando. «In ogni caso, ti sarei grata se seguissi accuratamente le mie istruzioni. Se fai un errore durante la procedura, c'è la possibilità che i tuoi neuroni ed il tuo cervello si consumino.»
 
   
 
«???»
 
«???»
   
«Quel che ti sto dicendo, è che il fallimento significa la distruzione del tuo corpo e la morte. Per favore, sii prudente.»
+
«Sto dicendo che in caso di fallimento il tuo corpo sarà fatto a pezzi e tu morirai. Per favore, sii prudente.»
   
«!?» Komoe respirava a fatica. Index continuava senza alcuna preoccupazione.
+
«Bh!?» Komoe respirava a fatica, ma Index continuava non prestandole alcuna attenzione.
   
«Creerò un tempio e richiamerò un angelo. Per favore, ripeti ciò che canto
+
«Adesso creeremo un tempio per l'angelo che vi discenderà. Segui la mia voce e canta
   
Ciò che Index stava mormorando, non erano più parole, ma "suoni".
+
Quel che Index fece dopo non fu parlare, ma emettere un vero e proprio suono.
   
  +
Senza pensare a cosa potesse significare, Komoe-sensei cercò di copiarne giusto il ritmo, intonandolo e provando a cantarlo.
Sebbene fosse solo un canto senza parole, sembrava essere una canzone. Senza pensarci, Komoe cercò di imitare il "tono" di Index.
 
   
  +
E...
Allora,
 
   
«Whaa!?»
+
«Kyahh!?»
   
  +
Ad un tratto, anche i modellini in cima al tavolo da tè cominciarono a "cantare". Uno dei due urlò "Kyahh!?" in contemporanea. Vibravano. Proprio come la vibrazione trasmessa attraverso i fili del telefono risultava in una voce nel bicchiere di carta all'altra estremità, il modellino vibrava e riproduceva la voce di Komoe-sensei.
Proprio come Komoe, il modellino sul tavolo, "cantò" improvvisamente. Anche il suo "Whaa!?" venne fuori nello stesso esatto momento. Era come se fossero connesse attraverso un telefono a forma di lattina.
 
   
La ragione per la quale Komoe-sensei non si fece prendere dal panico e non fuggì dalla stanza, probabilmente era quella di essere un'abitante della Città Accademia che ospitava 2,300,000 esper. Un normale essere umano sarebbe stato estremamente confuso in quel momento.
+
La ragione per cui l'insegnante non si fece prendere dal panico e non fuggì dalla stanza era probabilmente perché viveva in una città con 2.3 milioni di esper. Una persona normale avrebbe pensato che fossero fuori di testa.
   
«Sincronizzazione completa» veniva sentito sia da Index che dalla superficie del tavolo. «Il tempio creato su questo tavolo, adesso è sincronizzato con la stanza; in parole povere, ogni cosa che accade in questa stanza, accadrà sul tavolo, e ogni cosa che accadrà sul tavolo, accadrà in questa stanza.»
+
«Collegamento completo.» la voce di Index e quella proveniente dal tavolo da tè risuonarono doppie. «Il tempio creato sul tavolo è stato collegato con la stanza. In parole povere, ogni cosa che accadrà in questa stanza accadrà sul tavolo, e ogni cosa che accadrà sul tavolo accadrà in questa stanza.»
   
Index spinse un po' il tavolo.
+
Index spinse leggermente il tavolo da tè con il piede.
   
Bang!, un urto scosse l'intero appartamento.
+
In quell'istante, l'intero appartamento vibrò sotto i piedi di Komoe-sensei come per un forte impatto.
   
  +
La sensei sentiva l'aria soffocante della stanza divenire limpida come quella di una foresta al primo mattino.
Come la mattina presto nelle foreste, lei sapeva che l'aria intrappolata stava venendo purificata.
 
   
  +
Ad ogni modo, non apparve niente di simile ad un angelo. C'era solo qualcosa che poteva essere descritto come una presenza invisibile. Komoe-sensei fu assalita dalla sensazione di essere osservata da migliaia di occhi in ogni direzione.
"L'angelo" non si vedeva da nessuna parte. Ma certamente c'era una presenza invisibile.
 
   
  +
E poi, ad un tratto, Index gridò.
Sembrava che ci fossero migliaia di occhi ad osservare ogni cosa, i loro sguardi penetravano attraverso la pelle.
 
   
  +
«Immagina! Immagina un angelo dorato con il corpo di un bambino! Immagina un bellissimo angelo con due ali!»
Ad un tratto, Index gridò.
 
   
  +
Per compiere la magia era essenziale stabilire il proprio territorio.
«Immaginalo! Un angelo dorato, la corporatura di un bambino, possiede due ali, l'immagine di un bellissimo angelo!»
 
   
  +
Per esempio, se si lanciasse un sassolino nell'oceano le increspature sarebbero piccole. Tuttavia, se si gettasse un sassolino in un secchio d'acqua le increspature sarebbero grandi. Era la stessa cosa. Per alterare il mondo con la magia andava definito il luogo dove sarebbe avvenuto il cambiamento.
Per compiere la magia, era essenziale stabilire il proprio territorio.
 
   
  +
Il protettore era il dio temporaneo di un piccolo spazio.
Per esempio, se si lanciasse un sassolino nell'oceano, le increspature sarebbero piccole. Tuttavia, se si gettasse un sassolino in un secchio d'acqua, le increspature sarebbero grandi. Anche la magia funzionava in quel modo; al fine di distorcere il mondo con la magia, per prima cosa, si doveva isolare il territorio su cui si voleva agire.
 
   
  +
Se una persona immaginava un protettore, definiva la sua forma e riusciva a controllarlo liberamente poteva far accadere cose misteriose in una zona limitata.
A causa di ciò, era momentaneamente possibile diventare il dio della zona isolata.
 
   
  +
Komoe-sensei non aveva ricevuto alcuna spiegazione e aveva alcune difficoltà ad immaginarne uno. Il termine "angelo dorato" le faceva pensare solo a quella cosa del singolo d'oro o dei cinque d'argento<ref>Si riferisce ad un dolce giapponese che si chiama Chocoball. Se si è fortunati, la confezione avrà stampata su di essa o l'angelo d'oro o quello d'argento. Uno d'oro o cinque d'argento possono essere scambiati con una scatola di giochi.</ref>.
"''Se lo si immagina bene, sarebbe più facile manipolare liberamente ciò che si vuole nel proprio territorio per fare cose che, altrimenti, sarebbero impossibili.''"
 
   
  +
Come l'immagine nella mente della sensei si confuse sempre più, anche la presenza che li circondava perse la propria forma. Una sensazione sgradevole le percorse schiena, come se fosse stata avvolta in della melma putrefatta ai piedi di una palude.
... Diceva così, ma Komoe-sensei non riusciva nemmeno ad immaginare come potesse apparire un angelo. Se le veniva raccontato di un angelo dorato, non poteva far altro che pensare all'oro.
 
   
  +
«Immaginalo! Non verrà effettivamente evocato un angelo. E' solo una raccolta di mana invisibile. Prenderà forma secondo il tuo volere da utilizzatrice di magia!»
Mentre Komoe cercava di immaginare, i suoi dintorni perdevano già la loro forma. Era come un vortice di lurida melma trovato negli abissi delle paludi. Komoe venne assalita da una sensazione di disgusto.
 
   
  +
Doveva essere davvero disperata, perché anche la voce di quella fredda e meccanica Index era diventata affilata come una stalattite.
«Immaginalo! Non stiamo effettivamente evocando un angelo; stiamo solo radunando del mana invisibile. Come colei che sta facendo la magia, devi usare il tuo volere per creare la forma di un angelo.»
 
   
  +
Dinanzi a quell'improvviso cambiamento Komoe-sensei spalancò gli occhi e si affrettò a sussurrare.
Komoe cambiò completamente atteggiamento, chiuse entrambi gli occhi e mormorò.
 
   
"''...Un angelo carino, un angelo carino, un angelo carino...''"
+
(...Un angelo carino, un angelo carino, un angelo carino...)
   
  +
Confusa, rievocò disperatamente l'immagine di una ragazza dalle sembianze di angelo che aveva visto in uno shoujo manga molto tempo prima.
Komoe immaginò un angelo di cui aveva letto una volta in uno shoujo manga, come se la sua vita dipendesse da esso.
 
   
  +
Quella cosa che sembrava melma invisibile sospesa nell'aria della stanza aveva preso forma, come se fosse stata spinta all'interno di una nuvoletta di forma umana... o almeno così sembrava a Komoe-sensei.
Sembrava che ci fosse della melma fluttuare nella stanza. Aveva la sensazione che essa stesse mutando in una forma umana.
 
   
  +
Aprì timidamente gli occhi per controllare.
Tremando dalla paura, Komoe aprì entrambi gli occhi.
 
   
"''...Eh, non è che ho davvero evocato un angelo?''"
+
(...Eh? Non verrà effettivamente evocato un angelo?)
   
  +
Proprio quando le cominciarono a venire i primi dubbi, la nuvoletta d'acqua dalla forma umana esplose e la melma invisibile schizzò per tutta la stanza.
In un istante, non appena cominciò a chiederselo,
 
   
  +
«Kyahh!!»
''Bam!'', la forma umana che sembrava un gavettone esplose, e della melma invisibile si sparse attorno alla stanza.
 
   
  +
«...Il fissaggio della forma è fallito.» Index guardò intorno con lo sguardo tagliente. «Sarà sufficiente che il tempio sia protetto da un'Ondina blu... Continuiamo.»
«Whaa!!»
 
   
  +
Le parole di Index erano piuttosto positive, ma i suoi occhi non mostravano alcuna felicità.
«...Il fissaggio della forma è fallito.» Gli occhi taglienti di Index scansionarono la stanza. «Alla fine, un'Ondina di colore blu proteggerà il tempio. Continuiamo.»
 
   
  +
Komoe-sensei batté le ciglia come un bambino i cui genitori avevano visto la verifica insufficiente che aveva cercato di nascondere.
Le parole di Index erano ottimiste, ma i suoi occhi non sembravano affatto felici.
 
   
  +
«Canta. Solo un altro po' e sarà finita.»
"''Come un bambino che nasconde i voti dei compiti ai suoi genitori''", Komoe pensò inutilmente.
 
   
  +
Sebbene fosse vittima di una crescente confusione e di pensieri sempre meno chiari, quell'ordine tagliente non riuscì a farle perdere la calma.
«Cantalo, e dopo averlo fatto avremo finito.»
 
   
  +
Index, la sensei ed i due modellini sul tavolo da tè cantarono.
In risposta a quel comando, Komoe non poteva permettersi di distrarsi.
 
   
  +
La schiena del modellino di Index cominciò a sciogliersi.
Index, Komoe, e i due modellini sul tavolo cantavano insieme.
 
   
  +
Era come una gomma tenuta su un accendino. Si sciolse, la superficie perse la sua irregolarità, diventò liscia, si raffreddò e si indurì ancora una volta, quindi recuperò la forma originale.
Un suono sfrigolante. Sul tavolo, la schiena del modellino di Index cominciava a sciogliersi.
 
   
  +
Komoe-sensei si sentiva il cuore congelare.
Era un suono morbido, simile a quello della gomma bruciata. Mentre si scioglieva, la ruvida superficie diventò liscia, ed ancora una volta, si stabilì nella sua forma.
 
   
  +
Al momento Index era seduta dall'altra parte del tavolo da tè, di fronte a lei.
Il cuore di Komoe si congelò.
 
   
  +
Non aveva il coraggio di alzarsi ed andare a controllare la sua schiena.
Al momento, era seduta direttamente di fronte ad Index.
 
 
Non aveva il coraggio di andare a controllare la sua schiena.
 
   
 
Il pallido viso della ragazza era ricoperto di sudore.
 
Il pallido viso della ragazza era ricoperto di sudore.
   
I suoi occhi di ghiaccio non mostravano alcun segno di dolore o sofferenza.
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I suoi occhi di ghiaccio ancora non mostravano alcun segno di dolore o sofferenza.
   
  +
«Rifornimento di mana e stabilizzazione della condizione confermato. Ritorno alla modalità riposo della Penna di John.»
   
  +
Come se fosse stato premuto un pulsante, tornò una leggera luce negli occhi di Index.
«Insieme al rifornimento di mana, l'evasione del pericolo di vita è stato confermato. La "penna di John" adesso entrerà in modalità Riposo.»
 
   
  +
Il calore riempì l'atmosfera della stanza, sembrava fosse stato riacceso un fuoco in un caminetto freddo.
   
  +
Lo sguardo negli occhi di Index era così caldo e gentile che era per Komoe-sensei era impossibile non sentirlo. Era lo sguardo di una ragazza normale.
Uno strano suono.
 
   
  +
«Quindi, se il protettore che è disceso è tornato indietro ed il tempio è stato distrutto, è finita.» Index sorrise dolorante. «Questa è la magia. Proprio come apple e ringo<ref>Entrambi i termini significano "mela".</ref> che significano la stessa cosa. Non hai bisogno di una bacchetta magica di vetro quando hai un ombrello di plastica della stessa chiarezza. Vale anche per le carte dei tarocchi. Finché i disegni ed i numeri corrispondono, puoi eseguire delle divinazioni con i ritagli di uno shoujo manga.»
Come se avesse premuto un pulsante, gli occhi di Index tornarono docili.
 
   
  +
Il sudore di Index non si fermò.
Come un caminetto abbandonato che viene finalmente usato di nuovo, la stanza era avvolta in un'atmosfera accogliente.
 
   
  +
Komoe-sensei cominciò a pensare che ciò che aveva fatto aveva solo peggiorato le sue condizioni.
E' così che sembrava. Gli occhi di Index erano gentili, accoglienti... proprio come quelli di una ragazza normale.
 
   
  +
«Non preoccuparti.» Persino allora Index sembrò sul punto di svenire. «E' lo stesso del raffreddore. Si guarisce da soli. La ferita in sé è stata chiusa, quindi starò bene.»
«Ciò che rimane è di congedare il guardiano che è disceso, e distruggere il tempio.» Index sorrise con una faccia amareggiata. «La magia è proprio così. Le mele e le arance hanno lo stesso significato, giusto? E' la stessa cosa. Anche senza un bastone di vetro, un ombrello in vinile può raggiungere la stessa trasparenza. Le carte dei tarocchi sono lo stesso.»
 
   
  +
Non appena ebbe finito di parlare, il suo corpo collassò. Cadde anche il modellino. Il tavolo da tè vibrò leggermente e la stanza che vi era collegata venne assalita da un terribile tremolio.
Il sudore di Index non si fermò.
 
   
  +
Komoe-sensei stava per andare a soccorrerla, ma Index iniziò a cantare.
Komoe diventò piuttosto spaventata. Era come se avesse fatto delle cose non necessarie. Non poteva essere che le sue condizioni stessero peggiorando, vero?
 
   
  +
Quando anche la sensei iniziò a cantare l'ultima canzone l'aria tornò alla sua solita pesantezza. Komoe-sensei scosse con cautela il tavolo da tè, ma non accadde nulla.
«Sto bene.» Anche adesso, sembrava che Index stesse per lasciarsi andare. «Proprio come col raffreddore, posso guarire solo se riposo. La ferità è già stata guarita...»
 
   
  +
(Grazie a Dio.)
Nel momento in cui lo diceva, il suo corpo collassò. La figura cadde. Il tavolo tremò tutto ad un tratto, e la stanza sincronizzata vibrò violentemente.
 
   
  +
Non appena Komoe-sensei chiuse gli occhi per il sollievo Index parlò.
Senza pensare, Komoe andò di corsa verso il tavolo e cantò la canzone di Index.
 
   
  +
L'insegnante pensava che chiunque sarebbe stato felice di constatare che la propria ferita era guarita, ma la suora disse qualcos'altro.
Copiò l'ultima canzone e la cantò. Il tempo stranamente intrappolato all'interno dell'appartamento, tornò ancora una volta a scorrere nella stanza. Quando Komoe scosse con cautela il tavolo, non accadde nulla.
 
   
  +
«''Sono felice di non essere stata un peso per nessuno.''»
«Grazie a Dio,» mormorò Index con sollievo, mentre chiudeva gli occhi.
 
   
  +
Komoe-sensei la fissò con un'espressione sorpresa.
«Quando qualcuna con una ferita seria è sul punto di morte e poi viene curata, è normale sia così felice, giusto?» era ciò che Komoe pensava, ma la suora rispose con:
 
   
«Grazie a Dio, non deve portarselo sulle spalle.»
+
«''...Se fossi morta qui, forse lui sarebbe rimasto con questo peso sulle spalle.''»
   
  +
Index chiuse gli occhi, come se stesse sognando, e non disse nient'altro. Quando quella ragazza era stata colpita alla schiena ed era svenuta, e quando aveva eseguito quello strano rituale, non aveva pensato nemmeno una volta a se stessa. Aveva pensato alla persona che l'aveva portata sin lì.
Scioccata, Komoe guardò Index.
 
   
  +
Komoe-sensei non riusciva ad avere gli stessi pensieri. Non aveva nessuno a cui rivolgerli.
«Se fossi morta qui, quella persona se ne sarebbe presa la responsabilità.»
 
   
  +
Fu questo a spingerla a chiedere una cosa.
Come se stesse facendo un sogno piacevole, chiuse gli occhi, e non aggiunse altro. Quando questa ragazza era stata ferita alla schiena, e mentre stava attuando il rituale, aveva sempre pensato agli altri. Stava sempre pensando alla persona che aveva portato lì una Index ferita.
 
   
  +
Era certa che Index si fosse già addormentata e che non l'avrebbe sentita, proprio per questo lo chiese.
Komoe non poteva ragionare in quella maniera. Non poteva nemmeno pensare ad altre persone in grado di fare lo stesso.
 
   
  +
Eppure, la ragazza rispose con gli occhi ancora chiusi.
E' per questo che chiese solo una cosa.
 
   
  +
«Non lo so.»
Komoe pensò che lei si fosse addormentata, per questo motivo lo fece, perché pensava che Index non l'avrebbe sentita.
 
   
  +
Non si era mai sentita a quel modo per nessuno prima, e non sapeva che sensazione fosse. Ma quando si era così incautamente arrabbiato per lei davanti a quel mago, aveva voluto che scappasse, anche a costo di costringerlo. E quando era stato costretto a scappare da Innocentius per poi tornare indietro, aveva pensato di essere sul punto di piangere.
Ma per qualche ragione, con entrambi gli occhi chiusi, lei rispose.
 
   
  +
Non lo capiva, ma quando era con lui, niente andava mai come voleva e si sentiva sotto pressione.
Nessuno la pensa davvero a quel modo, quindi non sapeva che tipo di sensazioni fossero. Ma quando quel ragazzo aveva attaccato il mago con imprudenza, era corso via ed era tornato di nuovo, aveva pensato di essere sul punto di piangere.
 
   
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Eppure, quelle cose inaspettate erano molto divertenti e la rendevano davvero felice.
Non sapeva perché, ma quando erano insieme, niente andava come doveva.
 
   
  +
Ad ogni modo, non sapeva che sentimento fosse.
Inaspettatamente, era molto felice ed allegra.
 
   
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Questa volta, Index cadde in un sonno profondo con il sorriso sulle labbra, come se stesse facendo un sogno piacevole.
Che tipo di sentimenti provassero, Komoe non lo sapeva.
 
 
Come se stesse sognando, Index chiuse gli occhi mentre sorrideva e si addormentò.
 
   
 
=== Parte 2 ===
 
=== Parte 2 ===
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Poco dopo l'alba i suoi sintomi erano molto simili a quelli di un raffreddore.
   
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Index era costretta a letto con febbre alta e mal di testa. Non aveva il naso gocciolante o il mal di gola, perché non aveva contratto nessun virus. Tutto quel che doveva fare era riprendersi, perciò non importava quante medicine per l'influenza prendesse, non avrebbe risolto nulla.
Il mattino seguente, i sintomi del raffreddore apparvero davvero.
 
   
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«...Quindi, perché indossi solo delle mutandine lì sotto?»
A causa di febbre alta e mal di testa, Index era subito collassata. Il naso colante ed il mal di gola non erano dovuti ad un virus, ma alla stanchezza. In altre parole, prendere una medicina per l'influenza non avrebbe avuto effetto.
 
   
Index era a letto, con un asciugamano bagnato sulla testa. Come se non potesse sopportare il calore, una delle sue gambe scivolò fuori da sotto le coperte. Dato che il pigiama verde pallido le arrivava alle cosce, Kamijou pensò che i suoi occhi sarebbero stati schiacciati da quella pelle abbagliante che adesso si stava arrossando a causa della febbre.
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Sicuramente Index non riusciva a sopportare l'afoso caldo del futon, perché aveva un asciugamano bagnato sulla fronte e teneva una gamba fuori in direzione di Kamijou. Indossava la parte superiore di un pigiama verde pallido, e ciononostante la sua coscia dal colore abbagliante era scoperta quasi per intero. La sua pelle era leggermente rosata per via della febbre.
   
Komoe prese l'asciugamano e lo immerse nuovamente nel catino, mentre guardava male Kamijou.
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L'asciugamano era diventato tiepido, quindi Komoe-sensei lo immerse in un catino pieno d'acqua e lo strizzò, lanciando un'occhiataccia a Kamijou.
   
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«...Kamijou-chan. Penso che quei vestiti fossero un po' eccessivi.»
«Kamijou-chan. Anche dopo tutto quel che è successo, la Sensei pensa ancora che ciò che hai fatto con quei vestiti fosse esagerato.»
 
   
"Quei vestiti" probabilmente era riferito al completo bianco da suora ricoperto da spille da balia.
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"Quei vestiti" probabilmente era riferito all'abito da suora ricoperto di spille da balia.
   
A tal proposito, Kamijou era del tutto d'accordo. Index, che era stata derubata dai suoi abiti da suora, sembrava un gatto imbronciato.
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Kamijou era d'accordo al 100% ma Index, visto che le era portato via la solita tunica, aveva l'aspetto di un gatto infastidito.
   
«...Ad ogni modo, com'è che quel pigiama della grande bevitrice di birra ed accanita fumatrice, l'adulta Komoe-sensei, ti sta alla perfezione? Seriamente, qual è la differenza d'età tra di voi?»
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«La vera domanda è come il pigiama di un'adulta amante della birra e fumatrice accanita come lei stia così bene ad Index. Qual è la differenza d'età tra di voi?»
   
«Wha...!»
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«Cos...!»
   
Komoe-sensei (età sconosciuta) si ammutolì, ma Index proseguì con:
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Komoe-sensei (età sconosciuta) si ammutolì, ma Index proseguì dandole il colpo di grazia.
   
«Per favore, non guardarmi così dall'alto in basso. Sento che questo pigiama è stretto nel petto.»
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«Per favore, non guardarmi così dall'alto in basso. Per la verità questo pigiama è un po' stretto attorno al petto.»
   
«Wha... impossibile! E' abbastanza largo! La tua osservazione è davvero offensiva
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«Cosa... impossibile! Non può essere vero, mi stai prendendo in giro protestò Komoe-sensei.
   
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«Piuttosto, com'è possibile che ti senta stringere se non hai nulla sul petto!?» chiese Kamijou.
«Perché dovrebbe star stretto ad entrambe nella parte del petto?»
 
   
 
«...»
 
«...»
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«...»
 
«...»
   
Le due signore lo guardarono male. Kamijou cambiò automaticamente in modalità prostrazione.
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Le due ragazze lo guardarono male e l'anima di Kamijou entrò automaticamente in modalità prostrazione.
   
«Cielo, cielo. Comunque, Kamijou-chan, in definitiva, che legami hai con questa ragazza?»
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«Giusto, giusto. Ad ogni modo, Kamijou-chan, chi è esattamente questa ragazza?»
   
«E' mia sorella minore.»
+
«Mia sorella minore.»
   
«Ci sono dei limiti anche alle bugie! Questa ragazza è ovviamente una straniera con i capelli argentati e gli occhi verdi.»
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«Che razza di scusa. Con quei capelli argentati e quegli occhi verdi, è chiaramente una straniera!»
   
«E' un onore
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«E' la mia sorellastra
   
«Essere strambo
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«...Sei un pervertito
   
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«Sto scherzando! So bene che con una ''sorellastra'' non sarebbe l'ideale, ma con una ''vera'' sorella sarebbe contro le regole!»
«E' uno scherzo! So che l'onore non è una violazione di maniere e che in realtà è la violazione di una regola. Che diavolo?!»
 
   
  +
«Kamijou-chan.» disse lei, cambiando tutto ad un tratto il tono della sua voce in quello da professoressa.
«Kamijou-chan~»
 
   
  +
Kamijou si ammutolì. Non era poi così strano che Komoe-sensei volesse sapere cosa stesse accadendo. Non solo lui le aveva portato in casa una singolare straniera, ma la ragazza aveva avuto una ferita da spada sul dorso della schiena che chiaramente puzzava di cattive notizie, e la sensei era persino stata costretta a partecipare a qualche strano rituale magico.
Komoe-sensei disse con un tono da insegnante.
 
   
  +
Sarebbe stato difficile chiederle di chiudere un occhio.
Kamijou si zittì. Beh, ovviamente Komoe-sensei voleva conoscere la situazione; le era stata portata in stanza una ragazza straniera sospetta con un'evidente ferita da fendente sulla schiena. Inoltre, aveva dovuto partecipare all'attuazione di qualcosa di così ridicolo come la "magia".
 
   
  +
«Sensei, posso sapere una cosa?»
Chiederle di chiudere un occhio probabilmente sarebbe stata una richiesta eccessiva.
 
   
  +
«Cosa?»
«Sensei, va bene se le chiedo una cosa?»
 
   
  +
«Me lo sta chiedendo per comunicarlo alla polizia o al Consiglio di Amministrazione della Città Accademia?»
«Mh?»
 
   
  +
«Sì.» disse immediatamente Komoe-sensei annuendo. Senza esitazione, aveva detto al suo allievo che stava per tradirlo. «Non so in che tipo di situazione vi troviate voi due.» Komoe-sensei sorrise. «Ma se accade qui, nella Città Accademia, risolverlo è il nostro dovere di insegnanti. Prendersi cura dei bambini è compito degli adulti. Adesso che so che siete in pericolo, non posso stare con le mani in mano.»
«Mi sta chiedendo di riferire di questo incidente alla polizia o al Consiglio di Amministrazione della Città Accademia?»
 
   
  +
Questo era ciò che aveva detto Tsukuyomi Komoe.
«Mh.» Komoe-sensei annuì.
 
   
  +
Eppure, non aveva alcun potere, alcuna forza, ed alcun dovere di agire così.
Senza esitazione, come se stesse tradendo delle persone, parlò:
 
   
  +
Tutto quel che aveva fatto era stato dirlo con la schiettezza di una famosa katana capace di colpire il punto giusto al momento giusto.
«Non so in quale guaio vi siate cacciati.» disse Komoe-sensei mentre sorrideva. «Ma se succede nella Città Accademia, occuparsene è responsabilità di noi insegnanti. Prendersi cura dei bambini è il dovere di un adulto. Se sapessi che voi due state calpestando un terreno pericoloso, la Sensei non rimarrebbe calma a non fare niente.»
 
   
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«Io...» cominciò Kamijou prima di finire col sussurrare: «''...non sono alla sua altezza.''»
Questo era ciò che diceva Komoe-sensei.
 
   
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Kamijou aveva vissuto ben 15 anni o giù di lì, eppure, non aveva mai visto nessun altro come quella professoressa, una di quelle che si vedevano nei drama e che non apparivano più nemmeno nei film.
Senza alcuna abilità, senza alcuna forza fisica, senza alcuna responsabilità.
 
   
  +
E così...
Diceva solo ciò che aveva bisogno di dire, e faceva schiettamente ciò che doveva.
 
   
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«Se fosse una completa estranea non esiterei a coinvolgerla, ma le devo un favore per quella magia, quindi non posso permettermelo.»
«Seriamente...»
 
   
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La risposta di Kamijou fu immediata.
Kamijou non era all'altezza di quella persona.
 
   
  +
Komoe-sensei rimase in silenzio per un po'.
Questo tipo di insegnante che uno troverebbe solo nei drama e nei film, Kamijou probabilmente non avrebbe trovato un'altra così nella sua vita.
 
   
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«Mhh. Non ho intenzione di farmi giocare da qualche frase figa.»
Dunque...
 
   
  +
«...? Sensei, perché si è alzata ed è andata alla porta?»
«Se fosse una completa sconosciuta, non mi farei problemi a coinvolgerla. Ma dato che le devo già un favore per la "magia", non voglio farlo mai più.»
 
   
  +
«Per ora sarà una sospensione di trattative. Ho bisogno di andare al supermercato per fare delle compere. Kamijou-chan, vedi di capire cosa mi dovrai dire nel frattempo. E...»
Affermò Kamijou onestamente.
 
   
  +
«E?»
Non voleva vedere persone diventare uno scudo per qualcun altro e ferirsi.
 
   
  +
«Potrei sentirmi così presa dalla spesa dal finire col dimenticarmene. Nessun imbroglio quando sarò di ritorno. Accertati di dirmelo, okay?»
Komoe-sensei rimase in silenzio per un po'.
 
   
  +
Kamijou ebbe la sensazione che Komoe-sensei avesse sorriso.
«Muu~ Dire cose fighe come quella non non riuscirà a farti perdonare.»
 
   
  +
Sì sentì il suono della porta dell'appartamento che si apriva e poi si chiudeva, lasciando Kamijou e Index da soli in quella stanza.
«...? Dove sta andando, Sensei?»
 
   
  +
(Sta cercando di essere gentile.)
«Questa è una sospensione delle trattative. La Sensei andrà al supermercato a prendere gli ingredienti per la colazione. Nel frattempo, Kamijou-chan dovrebbe pensare a quello che vuole dirmi con esattezza. Poi...»
 
   
  +
Kamijou, visto il sorriso da bambina birbante di Komoe-sensei, aveva avuto la sensazione che questa, una volta tornata dal supermercato, avrebbe "dimenticato tutto".
«Poi?»
 
   
  +
Se in seguito avesse deciso di parlargliene sarebbe sicuramente andata su tutte le furie e avrebbe inveito con: "Perché non me l'hai detto prima!? Me ne sono totalmente dimenticata!", per poi accettare con gioia di aiutarlo.
«La sensei potrebbe sentirsi troppo presa dalla spesa e dimenticare tutto. Quando sarà di ritorno, dovreste provare a non ingannarla e dovrete raccontarle tutta la storia, okay?»
 
   
  +
Con un sospiro Kamijou si voltò verso Index, che stava all'interno del futon.
Komoe-sensei sorrise mentre pensava.
 
   
  +
«...Mi dispiace. So che non è il momento giusto per preoccuparsi dell'aspetto.»
Si poté sentire il suono della porta che si chiudeva. Solo Kamijou ed Index rimasero nella stanza.
 
   
  +
«Non preoccuparti. E' meglio così.» Index scosse la testa. «Sarebbe sbagliato continuare a coinvolgerla... E non può usare più la magia.»
"''...Mi chiedo se la situazione sia più calma adesso.''"
 
   
  +
«?»
In qualche modo, quando Kamijou vide quell'intrigante sorriso da bambina, sentì che, appena tornata, Komoe-sensei avrebbe effettivamente dimenticato tutto.
 
 
Pensandoci, se ne avessero discusso, Komoe-sensei avrebbe detto con rabbia: "Perché non me l'hai detto prima! Me n'ero già dimenticata!". Poi, successivamente, sarebbero in qualche modo andati avanti a parlare di qualcosa di allegro.
 
 
«Haa.» Kamijou si voltò verso Index, che era sul letto.
 
 
«So che questa non è una situazione dove ci si preoccuperebbe del loro aspetto, ma...»
 
   
  +
Kamijou aggrottò le sopracciglia.
«Va bene così.» Index mosse un po' la testa. «Non sarebbe bene coinvolgerla ancora... inoltre, non possiamo lasciare che faccia altre magie.»
 
   
  +
«I grimori sono pericolosi. Vi si trovano informazioni strane ed aberranti, così come leggi assurde in grado di alterare la realtà. Che siano buone o cattive, quelle cose sono tossiche per questo mondo. Il solo imparare qualcosa di un "mondo diverso" ti distruggerebbe cervello.» spiegò Index.
Kamijou alzò un sopracciglio.
 
   
  +
Kamijou cercò di interpretarlo in modo che potesse capire.
«I grimori sono delle cose pericolose. Vi sono scritti degli archetipi assurdi di buonsenso e leggi che si contraddicono l'una con l'altra; è quel tipo di "mondo diverso". A prescindere che sia buono o cattivo, un "mondo diverso" come quello è nocivo a "questo mondo". La conoscenza del "mondo diverso" è abbastanza per riuscire a distruggere il cervello di un essere umano» era ciò che diceva Index. "''E' come forzare un programma non supportato a funzionare in un computer?''" teorizzava Kamijou.
 
   
  +
(Quindi è come forzare l'avvio di un programma che non è compatibile con il sistema operativo del computer?)
«...Sia il mio cervello che il mio cuore sono protetti da una barriera religiosa. In più i maghi sono superiori agli esseri umani. Ma per un cittadino giapponese senza larghe vedute sulla religione, se lo facesse ancora una volta, sarebbe la fine.»
 
   
  +
«Il mio cervello ed il mio spirito sono protetti da barriere religiose, e inoltre i maghi che provano ad andare oltre l'essere umani devono superare i limiti delle loro stesse conoscenze per arrivare alla condizione psichica desiderata, che per certi versi è simile all'insanità mentale. Ad ogni modo, per una persona normale proveniente da un paese così debolmente religioso come il Giappone, un'altra magia potrebbe essere fatale.»
«Haha.» Kamijou ci passò sopra con calma. «Avanti, che spreco. Pensavo che la sensei potesse eseguire l'alchimia anche in quello stato. Con quella si può trasformare il piombo in oro, vero?»
 
   
  +
«C-Capisco...» Kamijou riuscì in qualche modo a nascondere il proprio stupore. «Beh, è un peccato. Speravo fosse in grado di eseguire qualche alchimia per me. Conosci l'alchimia, no? Può tramutare il piombo in oro.»
Kamijou non le avrebbe mai fatto sapere che aveva imparato questa cosa da un RPG.
 
   
  +
Ovviamente aveva omesso di aver conosciuto questo argomento tramite un gioco di ruolo dove si combinavano gli oggetti e con una giovane alchimista come protagonista.
«...Se si tratta dell'Ars Magna, riusciresti ad eseguirla, ma i materiali probabilmente costerebbero circa... 7,000,000,000 yen.»
 
   
  +
«Beh, per quello c'è una tecnica che si chiama Ars Magna, ma preparare gli attrezzi con materiali moderni costerebbe... uhm... sette trilioni di yen, secondo la valuta di questo paese.»
«...Accidenti eh?»
 
   
  +
«………………………………………………………. Bene, decisamente non ne vale la pena.» mormorò Kamijou privo di qualsiasi sentimento.
Mentre l'anima di Kamijou andava alla deriva, Index sorrise debolmente.
 
   
«...Esatto. Se il piombo potesse essere trasformato in oro, solo i nobili sarebbero felici, no?»
+
Index sorrise debolmente e disse: «.... Far diventare oro il piombo non serve a niente se non a far felici i nobili.»
   
«Uh, cosa? Pensandoci con calma, come funziona? Che principi ci sono dietro? Per trasformare il piombo in oro, per favore, non dirmi che si dovrebbero riorganizzare gli atomi di Pb e Au.»
+
«Ma... aspetta. Adesso che ci penso, cosa si fa? Come funziona? Se fai diventare oro il piombo, significa che modifichi gli atomi Pb in Au?»
   
«Non lo so, ma era una tecnica sviluppata nel quattordicesimo secolo.»
+
«Non lo so esattamente, ma è solo una tecnica del quattordicesimo secolo.»
   
«Ma... cosa!? Va davvero bene cambiare la disposizione degli atomi!? Senza un acceleratore e un reattore nucleare, puoi davvero portare avanti una fusione nucleare? Aspetta solo un minuto. Non so se nemmno i sette Level 5 della Città Accademia possano farlo
+
«Aspetta, stai dicendo quello che penso? E' davvero il cambiamento della disposizione atomica!? Vuoi dire che potresti causare il decadimento dei protoni senza un acceleratore di particelle ed una fusione nucleare senza un reattore!? Aspetta un secondo. Forse nemmeno i sette Level 5 della Città Accademia ne sarebbero capaci
   
 
«???»
 
«???»
   
«Aspetta! Non fare una faccia così confusa! Vediamo un po'. Se riesci a dire delle cose così ridicole e senza senso, dovresti almeno essere in grado di fare qualche tipo di robot atomico o mobile suit.»
+
«Aspetta, non fare una faccia così confusa! Ehm... ehm... Ah. Per farti capire quanto sarebbe figo: con una cosa del genere potresti facilmente creare robot atomici o mobile suit<ref>I Mobile Suit sono i robot usati nelle serie anime di Mobile Suite Gundam</ref>!»
   
«Cosa sono?»
+
«Che cosa sono?»
   
  +
Con quelle tre parole distrusse tutti i sogni degli uomini.
Solo con quello, l'amore di un uomo veniva distrutto.
 
   
Kamijou, che era stanco morto, aveva per qualche ragione l'impressione di aver fatto qualcosa di orribile a Index.
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Vedendo la testa di Kamijou penzolare senza vita, Index sembrò capire di aver detto qualcosa di sbagliato.
   
«Ad ogni modo, anche se sostituisci le spade sacre e le bacchette magiche usate nel rituale, ci sono ancora dei limiti; specialmente per la Lancia di Longino, il Santo Graal di Giuseppe e la Croce di Golgota. Non importa quanti anni passano, gli oggetti sacri che hanno connesioni con Dio, probabilmente non possono essere sostituiti... Ahi
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«C-Comunque, le spade ed i bastoni magici usati nelle cerimonie possono essere rimpiazzati con dei materiali moderni, ma c'è un limite... In particolar modo per gli oggetti magici che hanno a che vedere con Dio come la Lancia di Longino, il Santo Graal di Giuseppe o il Crocifisso. Anche dopo 1000 anni, pare che non si possano costruire delle sostituzioni... ah..
   
Una Index agitata premeva le sue tempie come se stesse soffrendo i postumi di una sbornia.
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Ad un certo punto, mentre parlava con entusiasmo, Index iniziò a tenersi le tempie come se stesse soffrendo i postumi di una sbornia.
   
Kamijou la guardò in faccia mentre si trovava sul letto.
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Kamijou Touma guardò la faccia della ragazza distesa sul futon.
   
  +
All'interno della sua testa possedeva 103.000 grimori. Leggerne solo uno avrebbe potuto far impazzire chiunque, eppure, ne aveva memorizzato ogni singola lettera. Quanto aveva sofferto?
103.000 grimori. Solo leggendone uno, un essere umano sarebbe stato portato alla follia, e quella ragazza li aveva memorizzati tutti alla lettera. Kamijou si chiedeva quanto dolore lei dovesse sopportare.
 
   
Comunque, Index non si era lamentata nemmeno una volta.
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E nonostante ciò, Index non si era mai lamentata del proprio dolore.
   
«Vuoi saperlo?» disse Index. Era come se si stesse scusando con Kamijou mentre ignorava il proprio dolore.
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«Vuoi saperlo?» chiese lei come per scusarsi con Kamijou, mentre ignorava il suo stesso malessere.
   
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Il solito tono allegro di Index aveva creato un'atmosfera dove il parlare a bassa voce era più enfatizzato e trasmetteva più determinazione.
Vedendo la solita Index allegra che parlava con una voce tranquilla, Kamijou diventò ancora più determinato.
 
   
  +
(Idiota di una sensei.)
"''Supida Sensei''", pensò.
 
   
Il fardello di Index non importava. Non importavano le circostanze in cui si trovava, Kamijou era sicuro che non l'avrebbe mai abbandondata. Per il momento, tutto ciò che doveva fare era sconfiggere i nemici di Index e proteggerla dal riaprire vecchie ferite. Lui la pensava così.
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A Kamijou non importava molto della situazione di Index. In qualsiasi condizione si fosse trovata, non l'avrebbe mai abbandonata. Finché fosse riuscito a sconfiggere i suoi nemici e a proteggerla, non aveva motivo di scavare nel suo doloroso passato.
   
«Vuoi davvero conoscere il fardello che sto portando
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«Vuoi conoscere le circostanze in cui mi trovo ripetè la ragazza che chiamava se stessa Index.
   
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Kamijou si decise e rispose: «Mi fai sentire come un prete, sai?»
Ripeté la ragazza.
 
   
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In un certo senso, era vero. Si sentiva come un prete che ascoltava le confessioni di un peccatore.
Kamijou si preparò e rispose.
 
   
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«Sai perché?» chiese Index. «La Chiesa Cristiana originariamente era una singola organizzazione, ma adesso ci sono i Cattolici, i Protestanti, i Cattolici Romani, gli Ortodossi Russi, gli Anglicani, i Nestoriani, gli Atanesiani, gli Gnostici ed altri. Sai perché è accaduta questa scissione?»
«Cosa dovrei dire? E' come se fossi un prete adesso.»
 
   
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«Beh...»
Cosa doveva dire? Era davvero come un prete che ascoltava una confessione.
 
   
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Kamijou aveva almeno sfogliato il libro di storia, quindi aveva un'idea di quale fosse la risposta. Tuttavia, esitava a menzionarla difronte al "vero"
«Cosa ne pensi?» chiese Index.
 
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Indice.
   
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«Va bene così.» la ragazza sorrise. «E'successo perché la politica si è mischiata con la Chiesa. Le sette si scissero, opposte l'una all'altra, e combatterono. Alla fine, anche le persone che credevano nello stesso Dio erano tra loro nemiche. Anche se credevamo nello stesso Dio, camminavamo tutti su strade diverse.»
«Il Cristianesimo era originariamente unico. Cattolici, Protestanti, Cattolici Romani, Ortodossi Russi, Anglicani Inglesi, Nestoriani, Atanesiani, Gnostici... sai perché si sono divisi in così tante chiese diverse?»
 
   
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Ovviamente, c'erano modi diversi di pensare. Alcuni volevano far soldi tramite la parola di Dio, mentre altri non lo permettevano. Alcuni sentivano di essere amati da Dio più di chiunque altro al mondo, mentre altri si rifiutavano di accettarlo.
«Vediamo...»
 
   
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«Dopo che le sette finirono di interagire le une con le altre, tutte, compresa la mia, vennero sottoposte ad un personale sviluppo che portò alla formazione di caratteristiche individuali. Cambiavamo secondo la situazione e la cultura delle nostre nazioni.» Index prese un piccolo respiro. «La Chiesa Cattolica Romana gestisce e controlla il mondo, la Chiesa Ortodossa Russa scova ed elimina l'occulto, e la Chiesa Anglicana, alla quale appartengo io...»
Kamijou aveva previamente letto libri di storia, quindi ne aveva una vaga idea. Ad ogni modo non voleva rispondere ad Index, che era sostanzialmente un libro in sé.
 
   
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Per un secondo, le venne un nodo alla gola.
«Va bene.» Index sorrise. «E' perché hanno portato la politica nella religione. Si sono divisi e contrastati tra loro; anche se credevano nello stesso dio, sono diventati nemici. Mentre credevano ancora nello stesso dio, camminavano per strade diverse.»
 
   
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«L'Inghilterra è il paese della magia.» disse come se fosse un ricordo doloroso. «Quindi la Chiesa Anglicana è fortemente specializzata nella cultura anti-mago e nelle tecniche come quelle della caccia alle streghe o dell'Inquisizione.»
Ovviamente c'erano diversi modi di pensare; per esempio, coloro che pensavano che con Dio sarebbero stati ricompensati con del denaro, e coloro che pensavano che quel modo di pensare fosse inaccettabile. C'erano coloro che pensavano di essere quelli più amati da Dio, e coloro che pensavano che quel modo di pensare fosse inaccettabile.
 
   
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Solo a Londra c'era un numero di gruppi pubblici che si erano auto-proclamati associazioni magiche, e quelli realmente esistenti erano dieci volte più di quelli sulla carta. Il loro modo di fare, cominciato come un mezzo per proteggere i cittadini dai "maghi cattivi che si aggiravano nella città", si era spinto troppo verso un'unica direzione e ad un certo punto era diventato una cultura di massacri ed esecuzioni.
«...Abbiamo perso i collegamenti tra di noi. Ci siamo evoluti tutti a modo nostro e ci siamo attenuti alle nostre stesse "personalità". Siamo cambiati secondo il clima del nostro paese, la situazione e altre varie condizioni.»
 
   
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«La Chiesa Anglicana ha una divisione speciale.» disse Index come se stesse confessando i propri peccati. «Investiga la magia e sviluppa cotromisure con le quali sconfigge i maghi. E' conosciuta come Necessarius.» Sembravano proprio le parole di una suora. «Se non conosci il tuo nemico, non ti puoi difendere dai suoi attacchi. Però, comprendere un nemico impuro, renderà impuro il tuo cuore e, toccare un nemico impuro, renderà impuro il tuo corpo. Ecco perché Necessarius, la Chiesa dei mali necessari, fu creata per convogliare in un posto solo tutte quelle impurità. Ed il caso più estremo sono...»
Index prese un piccolo respiro. «La Chiesa Cattolica Romana che "gestisce e amministra il mondo"; la Chiesa Ortodossa Russa che "investiga e stermina l'occulto"; e noi, la Chiesa Anglicana Inglese...»
 
   
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«I 103.000 grimori.»
Index balbettò leggermente.
 
   
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«Sì.» Index annuì leggermente. «La magia è come un'equazione. Se risolvi bene i calcoli puoi contrattaccare il tuo avversario. E' per questo che i 103.000 grimori sono stati impiantati dentro di me... Se conosci la magia che c'è in tutto il mondo, puoi neutralizzare la magia di tutto il mondo.»
«Siccome la Gran Bretagna è un paese magico...» Index continuò, come a ricordare dei ricordi spiacevoli. «La chiesa Anglicana Inglese faceva cose come le inquisizioni e la caccia alle streghe e agli eretici; è così che si è sviluppata in modo anomalo la cultura anti-magica.»
 
 
«Anche adesso, nella capitale, a Londra, ci sono molte associazioni magiche che sostengono di essere compagnie. Come se non bastasse, le compagnie fasulle sono dieci volte di più. Inizialmente abbiamo usato dei metodi sperimentali per proteggere i cittadini dai "maghi latenti in città". Ma subito dopo, le nostre operazioni si erano trasformate in "massacri ed esecuzioni".»
 
 
«La Chiesa Anglicana Inglese ha una divisione speciale.»
 
 
Disse Index, come se stesse confessando i suoi peccati.
 
 
«Al fine di sconfiggere i maghi, queste persone hanno fatto delle ricerche sulla magia e hanno attuato delle contromisure: Necessarius.» dichiarò chiaramente come una suora. «Senza conoscere il nemico, non ti puoi difendere dai suoi attacchi. Se comprendiamo un nemico impuro, i nostri cuori diventano impuri; se tocchiamo un nemico impuro, i nostri corpi diventano impuri. Necessarius è nata da coloro che comprendono appieno queste "impurità". L'esempio più grande è quello di...»
 
 
«Quei 103.000 grimori.»
 
 
«Sì.» Index annuì leggermente. «La magia è come una formula. Se qualcuno riesce con bravura a reingegnerizzarla, può neutralizzare l'attacco dell'avversario. E' per questo che ho 103,000 grimori impressi nella mia mente... Se c'è qualcuno che conosce tutta la magia che c'è al mondo, ci dovrebbe anche essere chi riesce a neutralizzarla.»
 
   
 
Kamijou guardò la sua mano destra.
 
Kamijou guardò la sua mano destra.
   
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Aveva pensato che non servisse a niente. Il suo potere non gli avrebbe permesso di battere un solo delinquente, non avrebbe alzato i suoi voti nei test e non l'avrebbe reso popolare tra le ragazze, perciò l'aveva perlopiù ignorato.
La sua inutile mano destra.
 
   
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Ma quella ragazza aveva attraversato l'Inferno per avere la stessa cosa.
L'inutile potere della sua mano destra non poteva nemmeno stendere un singolo delinquente, aumentare i voti dei suoi compiti in classe, o aiutarlo a fare colpo sulle ragazze.
 
   
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«Però, se questi grimori sono così pericolosi e sai dove si trovano, perché non li bruci senza leggerli? Finché ci saranno persone che possono leggerli ed imparare, i maghi continueranno ad apparire, no?»
Ma solo per raggiungere quella ragazza lì, sarebbe entrato all'inferno.
 
   
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«I libri in sé sono meno importanti dei contenuti. Anche se ti disfacessi di un Originale, i maghi che ne conoscono gli insegnamenti li trasmetterebbero ai loro discepoli, quindi non avrebbe senso. Anche se chi compie atti del genere è conosciuto più come stregone che come mago.» spiegò Index.
«Ma se i grimori sono così pericolosi, perché non li bruci tutti, se sai dove sono? Finché ci saranno delle persone che li leggono, non ci saranno sempre più maghi?»
 
   
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(E' come per i dati postati su internet? Anche cancellando gli originali continueranno ad esistere delle copie.)
«Ciò che è importante non è il "libro", ma piuttosto il "contenuto". Anche se l'originale viene distrutto, non ha senso se un mago lo tramanda ai suoi discepoli.»
 
   
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«Inoltre, un grimorio non è niente di più che un manuale.» Index parlava come se stesse soffrendo. «Leggerne uno solo non ti rende un mago. I maghi li interpretano in modo che gli si addicano, e creano un nuovo tipo di magia.»
«Queste persone non sono maghi, ma saggi.» dichiarò Index.
 
   
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Più che a dei dati assomigliavano ad un virus in continuo cambiamento.
«Alla fine, i grimori sono libri di testo.» disse amaramente. «Non ti puoi definire mago solo dopo averne letto uno; devi organizzare il testo da te, e da lì nascerà una nuova magia. Quello è un mago.»
 
   
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Per eliminarlo del tutto lo si doveva analizzare costantemente e ogni volta creare un nuovo antivirus.
Più che ai dati, assomigliava ad un virus per computer in continuo cambiamento.
 
   
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«Come ho detto prima, i grimori sono pericolosi.» Index socchiuse gli occhi. «Quando ci si vuole sbarazzare di una copia, un Inquisitore esperto deve tenere gli occhi cuciti per prevenire la corruzione del proprio cervello, ed anche in quel caso, deve spendere cinque anni di battesimo per liberarsi completamente dal veleno. La mente umana non riesce a sostenere un Originale. Il massimo che si può fare ai 103.000 Originali sparsi per il mondo è sigillarli.»
Anche se il virus viene cancellato completamente, analizzerà ciò che è accaduto ed applicherà delle contromisure per continuare ciò che stava facendo.
 
   
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Sembrava stesse discutendo cosa fare di un vasto insieme di scorie di armi nucleari.
«L'ho già detto prima, ma se i grimori sono cose pericolose...» Index strinse gli occhi. «Anche quando ci si sbarazza di una copia, il risultato è lo stesso. Gli inquisitori esperti, che tengono gli occhi cuciti mentre bloccano la "contaminazione" nel cervello della persona, non possono rimuovere il "veleno" anche dopo cinque anni di battesimo. La mente umana non riesce a gestire i grimori originali. Dato che non c'era niente che si potesse fare per i 103.000 grimori sparsi attorno al mondo, vennero sigillati.»
 
   
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A dire la verità, ''le due cose erano abbastanza simili''. Probabilmente non se lo sarebbero aspettato nemmeno le persone che li avevano scritti.
Lei veniva trattata alla stregua di un deposito di armi nucleari invendute.
 
   
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«Tsk. Ma la magia non può essere usata da persone normali, escludendo noi esper? Allora non si dovrebbe espandere in tutto il mondo in pochissimo tempo?»
No, questo era precisamente il modo in cui veniva trattata. Probabilmente, nemmeno gli autori dei grimori se lo aspettavano.
 
   
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Kamijou ricordò le fiamme di Stiyl. Cosa sarebbe accaduto se tutti nel pianeta avessero avuto quel potere? Il sapere comune di quel mondo fondato sulla scienza sarebbe andato in pezzi.
«Tsk. Dato quel che hai appena detto, la magia non è qualcosa che ogni umano, eccetto un esper, può usare? Se è quello il caso, allora non si diffonderebbe nel mondo in men che non si dica?»
 
   
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«Non... devi preoccupartene. Le associazioni magiche non sono così imprudenti da lasciar trapelare i grimori al pubblico.»
Kamijou ricordava le fiamme di Stiyl. Se chiunque avesse potuto usare quel potere, allora il mondo che era trattenuto dalla scienza e dal buonsenso, si sarebbe sgretolato.
 
   
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«? Perché no? Per loro non sarebbe meglio avere più compagni che combattano al loro seguito?»
«Va... bene. I membri delle associazioni magiche non lascerebbero trapelare con imprudenza e senza motivo i grimori.»
 
   
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«''Il motivo è esattamente questo''. Se ogni persona che possiede una pistola fosse un amico, non ci sarebbero guerre.»
«Che diavolo? Quindi non aumenteranno di numero?»
 
 
«Pensala a questo modo: se tutti coloro che brandiscono armi da fuoco si dovessero riunire e diventare amici l'un l'altro, non ci sarebbero guerre, giusto?»
 
   
 
«...»
 
«...»
   
Non si poteva dire una cosa del genere perché non si conoscevano i maghi. Non c'era modo in cui tutti i maghi del mondo potessero essere amici.
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Solo perché due persone conoscevano la magia, non per forza stavano dalla stessa parte.
 
Anche se si conosceva il potere del loro asso nella manica, non si sarebbe diventati loro nemici senza pensarci due volte.
 
 
Proprio come i progetti di una nuova arma appena sviluppata.
 
 
«Bene, ne capisco di più adesso.» Kamijou proferì parola. «Cioè, delle persone sono alla ricerca della bomba impiantata nella tua testa, giusto?»
 
 
I 103,000 grimori originali sparsi in tutto il mondo, al momento erano tenuti come copie nella biblioteca della testa di Index. Possederli avrebbe significato possedere l'intero mondo della magia.
 
 
«...Sì.» disse lei con voce agonizzante. «Se vengono usati tutti e 103,000 i grimori, ogni cosa al mondo, senza eccezione, potrebbe inclinarsi. Per noi maghi, coloro che riescono a farlo, vengono chiamati Majin<ref>Majin solitamente significa diavolo, ma in questo caso, lo scrittore probabilmente vuole descrivere un dio della magia.</ref>.»
 
   
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Proprio perché conoscevano la forza dei propri poteri volevano evitare di farsi nemici altri maghi.
Non significava che loro fossero divinità del mondo magico.
 
   
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I grimori venivano trattati come progetti per una nuova arma.
Ma significava che come esseri umani, la loro magia era così superiore da rientrare nel regno di Dio.
 
   
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«Hmm. Penso di aver capito.» Kamijou sembrava essere immerso nella discussione. «Quindi, fondamentalmente, vogliono mettere le mani sulla ''bomba'' che c'è nella tua testa.»
Quello era un Majin.
 
   
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Index era una libreria che conteneva nella propria memoria le copie perfette dei 103.000 grimori Originali. Ottenere lei significava ottenere tutta la magia del mondo.
"''...Basta scherzare.''"
 
   
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«...Giusto.» Dalla sua voce, sembrava che stesse per morire. «Con i 103.000 grimori saresti in grado di distorcere a tuo piacere qualsiasi cosa nel mondo, senza alcuna eccezione. Quello è ciò che noi chiamiamo Majin.»
Kamijou morse inavvertitamente i suoi molari. L'aveva saputo non appena aveva visto Index; non gli erano stati ficcati in testa 103.000 grimori di sua spontanea volontà. Ricordava le fiamme di Stiyl. Index viveva solo per ridurre il numero delle vittime.
 
   
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Non inteso come divinità del mondo demoniaco, ma come persona che aveva imparato a dominare la magia a tal punto da entrare a far parte del regno di Dio.
Se ai maghi non piaceva rivelare la debolezza dei loro incantesimi, probabilmente lei non piaceva neanche alla Chiesa che la chiamava "impura". Quelli trattavano gli esseri umani come oggetti, e Index era circondata da loro. Probabilmente, non piaceva nemmeno a questa ragazza che sapeva solo pensare agli altri.
 
   
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Un Majin.
«...Mi spiace.»
 
   
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(...Col cazzo.)
Kamijou non era veramente arrabbiato, e non capiva davvero.
 
   
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Kamijou aveva cominciato a stringere i denti senza rendersene conto.
Ma quella scusa gli fece perdere il controllo.
 
   
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Da come si stava comportando Index, poteva dedurre che quei 103.000 grimori non le erano stati impiantati in testa consenzientemente. Kamijou ricordava le fiamme di Stiyl. La sola ragione che la spingeva a fare una una vita simile era prevenire più vittime possibili.
   
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Kamijou non poteva sopportare come i maghi se ne stessero approfittando, né poteva sopportare come la Chiesa la chiamasse "impura". Tutti loro stavano trattando un essere umano come un oggetto, e Index doveva aver conosciuto solo persone così. Il fatto che, nonostante tutto, continuasse a mettere se stessa in secondo piano, era ciò che più infastidiva Kamijou.
''Pakan!'', la fronte di Index fu vittima di un colpetto.
 
   
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«...Scusa.»
   
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Kamijou non sapeva cosa lo facesse arrabbiare tanto.
«...Non prendermi in giro. Perché per tutto il tempo non mi hai detto di questi importanti dettagli!?»
 
   
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Ma quella sola parola bastò a fargli perdere il controllo.
I movimenti di Index si congelarono sotto lo sguardo truce di Kamijou. Come se avesse fallito a fare qualcosa di estremamente importante, sgranò gli occhi e borbottò affannosamente.
 
   
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Diede un leggero colpetto sulla fronte di Index.
«Non pensavo che mi avresti creduto, e non volevo spaventarti, e, umm...»
 
   
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«...Oh, ma per favore. Perché non mi hai detto prima qualcosa di così importante?»
Le parole di Index, che stava quasi per piangere, diventarono gradualmente più silenziose, finché non si riuscì a sentirle.
 
   
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Index gelò nel vedere che Kamijou la fissava con i canini scoperti. I suoi occhi si spalancarono come se avesse fatto qualcosa di terribilmente sbagliato e le sue labbra si mossero affannosamente come se stesse cercando di dire qualcosa.
"''Non volevo essere odiata''", sentì Kamijou.
 
   
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«Ma non pensavo mi avresti creduto e non volevo spaventarti. E... uhm...»
«B-Basta scherzare. Non mi prendere in giro!!» Index era sicura di poter sentire un suono terrificante. «Delle parole così umilianti. Non te ne andare egoisticamente in giro a giudicare le persone! I segreti delle chiese? 103.000 grimori? Sono sicuramente bizzarri, e anche adesso sembrano assurdità inconcepibili!»
 
   
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Index sembrava stare per scoppiare a piangere, e mentre parlava, la sua voce diventava sempre più bassa. Alla fine, Kamijou riusciva ad udirla a malapena.
Kamijou batté le mani.
 
   
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E ciononostante il ragazzo la sentì: «Non volevo che tu mi odiassi.».
«Ma si tratta solo di questo, no?»
 
   
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«No, col cazzo!!» Kamijou udì letteralmente il suono di uno schiocco. «Non guardare le persone dall'alto in basso e non spuntartene con dei tuoi giudizi su di loro! Segreti della chiesa? 103.000 grimori? Sì, quelle cose sono strepitose ed incredibili. E sì, sembra tutto così assurdo che ancora non ci credo davvero. Ma...» Kamijou si fermò per un po'. «E' tutto qui?»
Index sgranò gli occhi.
 
   
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Index spalancò gli occhi.
Quelle piccole labbra, sembravano voler dire qualcosa, ma non proferirono parola.
 
   
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Le sue piccole labbra si mossero affannosamente come se stesse cercando di dire qualcosa, ma non le uscì niente.
«Non mi guardare dall'alto in basso. Solo perché hai memorizzato 103.000 testi, pensavi che ti avrei considerata disgustosa!? Solo perché dei maghi ti hanno trattata come spazzatura, pensavi che l'avrei fatto anche io!?»
 
   
  +
«Non guardarmi in quel modo. Pensi davvero che ti considererei spaventosa o disgustosa, o qualcosa del genere, solo perché hai memorizzato 103.000 grimori!? Pensi che ti avrei abbandonata e me la sarei data a gambe dai maghi che ci sono comparsi davanti? Col cazzo. Se quello era tutto ciò di cui ero capace, non ti avrei proprio presa con me!»
Mentre Kamijou esprimeva i suoi sentimenti, alla fine realizzò cosa lo rendeva così arrabbiato.
 
   
  +
Mentre parlava, Kamijou finalmente capì cosa lo agitasse tanto.
Kamijou si metteva nei panni di Index. Lei non voleva che nessuno si facesse più male. Fino a quel punto, lei lo aveva coperto e non aveva mai pensato di chiedergli di proteggerla. Kamijou non aveva sentito nemmeno per una volta le parole "Per favore, aiutami" da lei.
 
   
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Tutto ciò che aveva voluto era essere d'aiuto ad Index. Non voleva più vederla soffrire. Solo questo. Eppure, lei non aveva lasciato che la proteggesse, mentre si era messa in pericolo per salvarlo. Kamijou l'aveva voluta sentir chiedere aiuto almeno una volta.
Doveva essere stato frustrante.
 
   
  +
Era stato frustante per lui.
Molto, molto frustrante.
 
   
  +
Veramente tanto, tanto frustrante.
«Abbi fede in me! Non andare in giro a giudicare le persone, okay?»
 
   
  +
«...Abbi un po' fiducia in me. Non giudicare le persone.»
Tutto qui. Anche senza il potere della sua mano destra, probabilmente lo avrebbe fatto comunque.
 
   
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Tutto qui. Anche se non avesse avuto la sua mano destra e fosse stato una persona normale, Kamijou non avrebbe mai lasciato perdere.
Non c'era niente che gli avrebbe fatto fare altrimenti.
 
   
  +
Mai e poi mai.
Index guardava Kamijou senza parole.
 
   
  +
Index, stupefatta, fissò per un po' la faccia di Kamijou.
All'improvviso, delle lacrime cominciarono a formarsi nei suoi occhi.
 
   
  +
Quando poi delle lacrime sgorgarono dai suoi occhi.
   
Come il ghiaccio che si scioglie.
+
Come se fossero fatti di ghiaccio e stessero cominciando a sciogliersi.
   
  +
Index serrò le labbra per soffocare i singhiozzi, ma tremavano come se non potesse contenersi ancora per molto. Si portò il futon fin sulla bocca e lo morse. Le lacrime diventarono così grandi che, se non fosse stato per la coperta, sembrava avrebbe strillato come un bambino dell'asilo.
Le labbra di Index tremavano mentre cercava di frenarsi dal piangere. Sollevò la coperta fino alla bocca, e ne tirò fuori un piccolo lembo. "''Sembra quasi una bambina dell'asilo che piange a voce alta''", pensò Kamijou mentre le lacrime di Index diventavano sempre più grandi.
 
   
  +
Con ogni probabilità, quelle lacrime non erano solo una risposta a ciò che il ragazzo aveva detto sino a quel momento.
Era sicuramente impossibile dire qualcosa.
 
   
Kamijou smise di aggiungere altro. Non pensava che le sue parole avessero un così grande effetto. Esse, avevano sicuramente premuto un tasto dolente, e qualcosa all'interno di Index cominciava a straripare.
+
Kamijou non era abbastanza presuntuoso da pensare fosse così. Dubitò che sue parole avessero avuto tanto effetto. Più che altro, pensò che quel che aveva detto fosse stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
   
 
[[Image:Index_v01_157.jpg|thumb]]
 
[[Image:Index_v01_157.jpg|thumb]]
   
  +
Kamijou sentì il proprio cuore rompersi al pensiero che nessun altro le avesse mai detto cose del genere e contemporaneamente capì di aver finalmente visto la "debolezza" di Index, il che lo rendeva un po' felice.
"''Fino a quel momento, probabilmente Index non aveva mai sentito delle parole così premurose''", pensò Kamijou dolorosamente. Nello stesso momento, si sentiva felice di essere finalmente riuscito a vedere una debolezza all'interno di Index.
 
   
Ma davvero, non era il tipo di pervertito che sarebbe felice di vedere le lacrime di una ragazza.
+
Comunque non era un pervertito che si divertiva a guardare le ragazze piangere.
   
In realtà, la situazione era piuttosto strana.
+
Infatti, era una situazione molto strana.
   
Se Komoe-sensei fosse entrata nella stanza proprio in quel momento, Kamijou sarebbe stato condannato all'istante.
+
Se Komoe-sensei, senza sapere nulla, fosse entrata in quel momento, era sicuro che gli avrebbe prontamente detto di morire.
   
«Ah... Ah... c'è questa, c'è questa. Sinché ho la mia mano destra, cose come i maghi, non possono competere con me
+
«E-Ehm... Ecco. Con la mia mano destra, i maghi non hanno alcuna speranza
   
«...Ma hai detto che dovevi andare alle lezioni di recupero.»
+
«...Ma... sob... hai detto che hai le lezioni di recupero durante le vacanze estive
   
 
«...L'ho detto?»
 
«...L'ho detto?»
   
«...L'hai sicuramente detto.»
+
«L'hai decisamente detto.»
   
Kamijou non poteva prendere in giro questa ragazza che aveva l'abilità di ricordare ogni singola frase da 103.000 testi.
+
Sembrava proprio che la ragazza che aveva memorizzato 103.000 libri alla perfezione possedesse una memoria eccellente.
   
«Pensavi di non potermi chiedere di intrufolati nella mia vita quotidiana? Bah, lezioni di recupero. Non è che le scuole espellano chiunque. Anche se salto la scuola, ci saranno le lezioni supplementari delle lezioni supplementari delle lezioni supplementari che mi aspettano. Non importa quanto a lungo le rimando, va tutto bene
+
«Stravolgere la routine di una persona per una cosa del genere non è poi un gran problema. Le mie lezioni di recupero non sono così importanti. Se possono evitarlo non mi bocceranno, è proprio per questo che se salto la scuola posso andare alle lezioni di recupero delle lezioni di recupero. Posso procrastinare sinché ne ho bisogno
   
  +
Se Komoe-sensei lo avesse sentito quella stanza sarebbe praticamente diventata un campo di battaglia, ma Kamijou se ne infischiò.
Le cose diventerebbero caotiche se Komoe-sensei lo sentisse, ma comunque.
 
   
 
«...»
 
«...»
   
Index fermò le sue lacrime ed alzò lo sguardo verso Kamijou.
+
Index lo guardò con le lacrime agli occhi.
   
«...Allora perché hai detto che saresti andato immediatamente alle lezioni di recupero
+
«...Allora perché eri così di fretta per andarci
   
  +
«…………………………………..Oh.»
«...Eh...»
 
   
Kamijou se ne ricordò. Adesso che gliel'aveva fatto presente, lui aveva distrutto i vestiti della suora con l'Imagine Breaker e aveva lasciato Index completamente nuda. Dopo di che, un silenzio inopportuno dominò la stanza, e poi...
+
Kamijou se ne ricordò. Di fatto, dopo che l'aveva denudata distruggendo la sua Chiesa Ambulante con l'Imagine Breaker, e dopo quel silenzioso momento da ascensore dove non parlava nessuno, aveva...
   
«...Perché avevi da fare, perché hai la tua vita quotidiana, perché ero tra i piedi
+
«Perché avevi roba da fare e perché avevi una vita normale da vivere, avevo avuto la sensazione di non doverti disturbare..
   
«...Uh, uh. Ummm...»
+
«O-oh. ...»
   
  +
«Sono stata d'intralcio...»
«La mia presenza ti ha messo a disagio, vero?»
 
   
 
«...»
 
«...»
   
  +
«Sono stata d'intralcio...»
«A disagio, vero?»
 
   
  +
Dopo che Index si ripeté con le lacrime agli occhi, fu palesemente impossibile trovare una scappatoia.
Era assolutamente impossibile prendersi gioco di lei, adesso.
 
   
"''Mi spiace''!" Kamijou si chinò vigorosamente sulle sue mani e sulle sue ginocchia.
+
«Mi dishpiashe!» Kamijou si scusò mentre entrava velocemente in modalità prostrazione.
   
Index si mosse pigramente verso lui come una paziente malaticcia, e gli afferrò entrambe le orecchie. Aprì la bocca come se stesse per mangiare un onigiri gigante, e morse la cima della testa di Kamijou con tutta la sua forza.
+
Index si sedette lentamente sul futon come una persona malata, gli afferrò le orecchie e morse la punta della sua testa come se fosse un onigiri gigante.
   
   
Seicento mentri più lontano, sulla cima di un caseggiato, Stiyl scostava gli occhi dal binocolo.
+
Circa seicento metri più lontano, sulla cima di un edificio multi-tenant, Stiyl scostò gli occhi dal binocolo.
   
«Ho fatto delle ricerche sul ragazzo che sta accompagnando Index... Come sta lei?»
+
«Ho fatto delle ricerche sull'identità del ragazzo che è con Index... Come sta lei?»
   
Stiyl si voltò a guardare la donna che camminava verso di lui.
+
Stiyl rispose senza voltarsi alla ragazza che gli aveva appena parlato.
   
«E' viva. Ma il fatto che lo sia, significa che qualcuno l'ha aiutata a compiere una magia.»
+
«E' viva. Ma ciò significa che devono avere dalla loro parte qualcuno che sa usare la magia.»
   
  +
La ragazza non rispose, ma sembrava che fosse più sollevata dal fatto che nessuno fosse morto, piuttosto che essere preoccupata per la presenza di un nuovo nemico.
La donna era silenziosa. Invece di essere irritata dall'apparizione di un altro nemico, sembrava sollevata che nessuno fosse morto.
 
   
La donna aveva diciotto anni, ma in confronto al quattordicenne Stiyl, era poco più bassa.
+
Aveva diciotto anni, ma era poco più bassa di Stiyl che ne aveva solo quattordici.
   
In primo luogo, l'altezza di Stiyl era già oltre i due metri. In confronto ad una donna media giapponese, era abbastanza alta.
+
D'altro canto, Stiyl era alto più di due metri, quindi la ragazza era abbastanza alta in confronto alla media giapponese.
   
Aveva i capelli raccolti in una coda di cavallo che le raggiungeva la vita. Sul fianco aveva una "Spada d'Ordinanza", usata nelle cerimonie giapponesi shintoiste per evocare la pioggia. La spada giapponese, lunga più di due mentri, risiedeva all'interno del suo fodero.
+
I suoi lunghi capelli neri erano raccolti in una coda di cavallo che le raggiungeva la vita. Sul fianco aveva una spada giapponese più lunga di due metri, riposta nel suo fodero. Era del tipo conosciuto come "Spada d'Ordinanza" che veniva usata nelle cerimonie shintoiste per evocare la pioggia.
   
Ma non la si poteva davvero definire una bellezza giapponese.
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Ad ogni modo, difficilmente qualcuno l'avrebbe definita una bellezza giapponese.
   
Il suo abbigliamento era costituito da un paio di jeans logorati ed una maglietta bianca. Per qualche ragione, la parte sinistra dei jeans era tagliata dalla coscia in giù. Il tessuto extra della maglietta, era legato su un fianco, lasciandole scoperto l'ombelico, e gli stivali le raggiungevano quasi le ginocchia. La spada giapponese era appesa a qualcosa che sembrava essere una fondina di pelle.
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Indossava dei jeans usati ed una maglietta bianca. Per qualche ragione, la parte sinistra dei jeans era tagliata dalla coscia in giù; il tessuto extra della maglietta era legato su un fianco, lasciandole scoperto l'ombelico; indossava degli stivali che le raggiungevano quasi le ginocchia, e la sua spada giapponese era appesa ad una fondina di pelle, come se fosse una pistola.
   
Guardandola da un'altra angolazione, sembrava uno sceriffo Western, ma al posto della pistola, maneggiava una spada giapponese.
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Sembrava simile ad uno sceriffo di un film western che aveva scambiato la sua pistola per una spada giapponese.
   
Ma Stiyl, il prete che odorava fortemente di profumo, non la vedeva così.
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Proprio come Stiyl, il prete che odorava di profumo, aveva un abbigliamento decisamente insolito.
   
«Quindi, Kanzaki, cos'era esattamente?»
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«Quindi, chi è esattamente questo tizio, Kanzaki
   
«A tal proposito, non sono riuscita a trovare molto riguardo quel ragazzo. Quantomeno, non è né un mago,un user di poteri soprannaturali.»
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«Il fatto è che... Non sono riuscita a raccogliere molte informazioni su di lui. Perlomeno, pare non sia un mago né abbia altri tipi di poteri soprannaturali.»
   
«Stai cercando di dirmi che è un normale studente delle superiori?» Stiyl tirò fuori una sigaretta e la accese. «Per favore, smettila di scherzare. Sono il mago che ha analizzato completamente le attuali ventiquattro rune e ha creato un nuovo potere usandone sei. Questo mondo non è così semplice da far respingere Innocentius da un incapace dilettante
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«Cosa? Stai cercando di dire che è un normale studente delle superiori?» Stiyl accese la sigaretta che aveva tirato fuori, guardandone solo la punta. «Smettila. Potrebbe non sembrare, ma sono un mago che ha analizzato a pieno le 24 rune esistenti e ne ha sviluppate sei nuove e potenti. Questo mondo non è abbastanza gentile da lasciare che un pivello senza poteri respinga le fiamme del giudizio di Innocentius
   
Anche con Index che dava consigli, non sarebbe dovuto riuscire ad applicarli nella tattica di battaglia così velocemente. Inoltre, quella strana mano destra... Se quel ragazzo fosse un normale civile, quello era precisamente il motivo per il quale il Giappone era un paese così misterioso.
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Era stato assistito da Index, ma era riuscito a pensare ad un piano sfruttando quell'aiuto quasi immediatamente. In più, c'era quella sua strana mano destra. Se fosse stata una cosa normale per i giapponesi, allora il Giappone sarebbe davvero stato un paese pieno di misteri.
   
«E' vero.» Kanzaki Kaori socchiuse gli occhi. «Piuttosto, la sua forza è della categoria "studenti insignificanti a cui piace attaccar briga"
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«Hai ragione.» Kanzaki Kaori socchiuse gli occhi. «Il vero problema, è che qualcuno con le sue capacità di combattimento è classificato come niente più che uno studente fallito tendente a fare a botte
   
L'altra parte della Città Accademia era un'organizzazione di produzione di massa di esper.
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La Città Accademia aveva un lato nascosto dove diventava un'istituzione che produceva esper in massa.
   
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Anche se l'organizzazione per la quale lavoravano Stiyl e Kanzaki aveva omesso la presenza di Index, tutti e due avevano contattato in anticipo il gruppo conosciuto come Istituzione dei Cinque Elementi per avere il permesso di entrare in città. Persino l'associazione magica avente la fama di essere la più grandiosa al mondo non poteva restare nascosta all'interno del campo nemico.
L'organizzazione conosciuta come Istituzione dei Cinque Elementi. Anche se a loro non importava della Lista dei Libri Proibiti, Stiyl e Kanzaki erano riusciti ad avere il permesso di entrare nella Città Accademia. Anche se facevano parte del più grande gruppo magico al mondo, se fossero entrati nel territorio nemico, continuare a nascondere le loro identità sarebbe stato impossibile.
 
   
«Forse... stanno nascondendo intenzionalmente le sue informazioni. Inoltre, la ferita di Index è stata curata con la magia. Kanzaki, che ci siano davvero associazioni magiche nell'Estremo Oriente?»
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«Forse stanno intenzionalmente bloccando certe informazioni. E poi, le ferite di Index sono state guarite con la magia. Kanzaki, esiste qualche altra associazione magica nell'estremo Oriente?»
   
Quelle due persone pensavano che, a parte l'Istituzione dei Cinque Elementi, quel ragazzo avesse un'organizzazione a sostenerlo.
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Quelle due persone pensavano che, a parte l'Istituzione dei Cinque Elementi, quel ragazzo avesse il supporto di un'altra organizzazione.
   
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Avevano erroneamente creduto che quest'altra stesse minuziosamente eliminando tutte le informazioni su Kamijou.
Si erano fatti l'idea sbagliata che un'altra organizzazione fosse responsabile di aver cancellato le sue informazioni.
 
   
«Se si stanno muovendo all'interno di questa città, dovrebbero essere individuati dalle persone ed anche dall'Istituzione dei Cinque Elementi.» Kanzaki chiuse gli occhi e disse: «Il numero delle forze nemiche è sconosciuto. Non solo, non abbiamo rinforzi
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«Se stanno combinando qualcosa in questa città, gli informatori dell'Istituzione dei Cinque Elementi devono essersi riallacciati a loro.» Kanzaki chiuse gli occhi. «Abbiamo un numero sconociuto di nemici e nessuna possibilità di rinforzo. Le cose si complicano
   
Era che sbagliavano. L'Imagine Breaker di Kamijou non aveva effetto su nulla tranne che sui "poteri soprannaturali"; era per quello che le macchine del Sistema di Scansione della Città Accademia non riuscivano a misurare il suo potere. Di conseguenza, Kamijou, che deteneva la più forte mano destra sfortunata, era trattato come un Level 0.
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Era tutto un fraintendimento. A meno che non venisse usato su poteri soprannaturali, l'Imagine Breaker di Kamijou non serviva a niente. In altre parole, il Sistema di Scansione della Città Accademia non riusciva a misurare il suo potere perché era una macchina a farlo. E così il ragazzo aveva la sfortuna di essere trattato come un Level 0, nonostante possedesse una mano destra d'élite.
   
«Nell'ipotesi peggiore, supponiamo che l'organizzazione voglia uno scontro magico. Stiyl, ho sentito che il nemico ha fatto notare la debolezza all'acqua delle tue rune
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«Nel peggiore dei casi, potrebbe scatenarsi una battaglia magica contro un'organizzazione. Stiyl, ho saputo che le tue rune hanno un difetto non indifferente quando si parla di impermeabilizzazione
   
«Le ho rinforzate. Adesso sono laminate. Non lascerò che il nemico usi lo stesso trucco due volte.» Estraette le rune che sembravano delle carte da collezione. «Questa volta, non le metterò solo attorno all'edificio, ma ovunque nel raggio di due chilometri... Userò 164,000 rune. Impiegherò sessanta ore a prepararle
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«Ci ho già pensato. Ho laminato le rune. Lo stesso trucco non funzionerà un'altra volta.» Come un mago su un palcoscenico, tirò fuori le rune che adesso sembravano quasi delle carte da collezione. «Questa volta erigerò la barriera per due chilometri tutt'attorno, piuttosto che solo sull'edificio. Avrò bisogno di 164.000 carte ed i preparativi richiederanno 60 ore per essere completi
   
La magia non era un tipo di gioco dove si canta e, ad un tratto, c'è un incantesimo.
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Al contrario dei videogiochi, la vera magia non consisteva solo nel recitare un incantesimo.
   
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A prima vista poteva sembrare che fosse sufficiente, ma in realtà c'era un bel po' di lavoro dietro. Le sue fiamme venivano create seguendo istruzioni simili a "Prendi una zanna di lupo grigio illuminata da dieci anni di luce lunare e poi..."
Non lo si poteva dire solo con uno sguardo, ma la preparazione era essenziale. Le fiamme di Stiyl erano originariamente una "zampa di un lupo argentato che accumulava un valore di dieci anni di chiaro di luna" e altre cose che solo gli esperti avrebbero saputo.
 
   
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Quindi, a dire il vero, Stiyl aveva la velocità di un'esperto.
Quando si era nei pasticci, si andava oltre il combattimento magico. Se si pensava che si era già finiti in una trappola prima che la battaglia avesse avuto inizio, si doveva leggera dentro la trappola e capovolgere la situazione. Anche anticipare il contrattacco dell'aggressore era vitale. Era diverso dal semplice combattimento a pugni. Si dovevano leggere un centinaio di mosse o giù di lì, mentre la situazione era in costante cambiamento. Quel tipo di combattimento era come un assurdo scontro mentale.
 
   
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In breve, il succo delle battaglie magiche era prevedere cosa sarebbe accaduto. All'inizio eri essenzialmente catturato nella trappola che si rivelava essere la barriera del nemico. Quando difendevi, dovevi determinare quale fosse l'incantesimo dell'avversario e trovare un modo per contrattaccarlo. Quando attaccavi, dovevi prevedere che tipo di contrattacchi sarebbero arrivati e riorganizzare la magia di conseguenza. Al contrario delle semplici arti marziali dovevi pensare 100-200 mosse in anticipo, con un campo di battaglia in continuo cambiamento. Venivano usate terminologie selvagge come "combattere", ma in realtà era più una sfida intellettuale.
Per questi maghi, non conoscere la forza di battaglia del nemico, era un duro colpo.
 
   
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Per quella ragione, un numero sconosciuto di avversari metteva un mago in serio svantaggio.
«...Lei sembra così felice.»
 
   
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«...Sembra così felice.» disse tutto ad un tratto il mago di rune mentre guardava seicento metri di fronte a sé senza usare il binocolo. «Sembra veramente tanto, tanto felice. Vive sempre una vita così felice.» Sembrava che avesse un groppo in gola. «Per quanto dobbiamo continuare distruggergliela?»
Disse all'improvviso il mago delle rune mentre guardava seicento metri avanti attraverso il binocolo.
 
 
«Sembra felice. Sembra davvero felice. Quella ragazza vive sempre felicemente.» Stiyl mostrò una faccia disgustata. «...Quanto dobbiamo continuare a "farla" a pezzi?»
 
   
 
Da dietro Stiyl, Kanzaki guardava avanti di seicento metri.
 
Da dietro Stiyl, Kanzaki guardava avanti di seicento metri.
   
Senza l'utilizzo del binocolo o della magia, Kanzaki, che aveva un'acuità visiva di 8.0, poteva chiaramente vedere. Poteva vedere che la ragazza era in qualche modo piena di rabbia e stava affondando i suoi denti nella testa del ragazzo, mentre lui la stringeva dolorante.
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Anche senza usare il binocolo o la magia, poteva distinguere chiaramente grazie alla sua acuità visiva di 8.0. Attraverso la finestra poteva vedere la ragazza mordere la testa del ragazzo mentre questo si sbracciava e si agitava.
   
«E' un sentimento complicato?» chiese Kanzaki impassibilmente. «Per te che una volta eri in quella posizione.»
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«Deve essere un sentimento complicato...» disse Kanzaki come una macchina. «Per qualcuno come te che una volta si trovava in quella stessa posizione.»
   
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«...Ci sono abituato.» rispose il mago delle fiamme.
«...E' lo stesso di sempre.»
 
   
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Aveva già sperimentato quel sentimento molte volte.
Rispose il mago delle fiamme. "''E' lo stesso di sempre.''"
 
   
 
=== Parte 3 ===
 
=== Parte 3 ===
"''Bagni pubblici''♪ ''Bagni pubblici''♪" cantava Index mentre teneva un catino, accanto a Kamijou.
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«E' l'ora del bagno E' l'ora del bagno » cantava Index camminando vicino a Kamijou e tenendo con entrambe le mani un catino.
   
«Non sono più malata.» disse mentre si cambiava, togliendosi il pigiama ed indossando i suoi abiti da suora pieni di spille da balia.
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Come se avesse voluto far capire che non era più malata, aveva tolto il pigiama ed aveva messo nuovamente il suo abito da suora ricoperto da spille da balia.
   
Kamijou non sapeva che trucco avesse usato, ma in qualche modo, i suoi abiti da suora sporchi di sangue erano di un pulito splendente. Piuttosto, se quell'abito da suora, pieno di spille da balia, fosse stato gettato all'interno di una lavatrice, sarebbe stato fatto a pezzi. Che l'avesse disfatto e lavato a pezzi?
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Kamijou non sapeva che razza di trucco magico avesse usato, ma il vestito sporco di sangue era perfettamente pulito. Pensava che se la ragazza lo avesse messo in lavatrice si sarebbe ridotto in poltiglia, quindi si chiedeva se lo avesse disfatto e lo avesse lavato a pezzi.
   
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«Ti dà tanto fastidio? A me sinceramente non importa dell'odore.»
«Come mai sei così euforica? E' il profumo?»
 
   
«Ci sono persone a cui piacciono quelli che puzzano di sudore?»
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«Ti piace il puzzo di sudore?»
   
«Non era quello che volevo dire!!»
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«Non volevo dire quello!!»
   
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Dopo tre giorni Index stava abbastanza bene da uscire, e la sua prima richiesta era stata quella di fare un bagno.
Erano passati tre giorni dall'incidente. Quando finalmente era riuscita a muoversi tranquillamente, il suo primo desiderio era stato quello di andare ai bagni pubblici.
 
   
Tra l'altro, nell'appartamento di Komoe-sensei non c'era un bagno. Dopo aver preso in prestito la roba dell'insegnante, erano potuti andare in uno dei due miseri bagni pubblici nelle vicinanze.
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L'appartamento di Komoe-sensei non aveva niente che somigliasse neanche lontanamente ad un bagno, perciò la loro unica alternativa era di prendere in prestito quello della stanza dell'amministratore o di dirigersi ai bagni pubblici che c'erano nelle vicinanze.
   
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E quindi il giovane ragazzo e la ragazza stavano camminando sul marciapiede di notte, con un catino in mano.
Adesso c'era una coppia che camminava per le strase notturne, che portava con sé dei catini.
 
   
Spiegando con gioia la storia dei bagni pubblici, Komoe-sensei non chiese nulla riguardo la situazione e li lasciò restare all'appartamento. Non c'era modo in cui Kamijou potesse tornare al dormitorio che era stato preso di mira dai nemici.
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«In quale epoca della cultura giapponese viviamo?» aveva commentato Komoe-sensei con un sorriso, mentre spiegava come funzionavano i bagni pubblici. Aveva lasciato stare Kamijou ed Index nel suo appartamento senza chiedere i dettagli della situazione. Il ragazzo era d'accordo con lo scroccare da lei perché non voleva tornare al suo dormitorio che, senza alcun dubbio, era controllato dal nemico.
   
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«Touma, Touma.» disse Index con voce smorzata perché stava mordendo leggermente la parte superiore della sua maglietta.
«Touma, Touma.»
 
   
  +
Alla fine quella sua abitudine di mordere le persone non era niente più che un gesto simile all'afferrare i vestiti di qualcuno per attirarne l'attenzione.
Disse Index con voce smorzata mentre mordeva leggermente la manica della camicia di Kamijou. La suora, che sembrava avere l'abitudine di mordere le cose, strattonava la sua camicia come per cercare di attirare la sua attenzione.
 
   
«...Cosa?»
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«...Cosa?» rispose Kamijou esasperato.
   
Rispose Kamijou con fare seccato. Dato che si era presentato quella mattina, dopo che Index aveva detto «Adesso che ci penso, non conosco ancora il tuo nome», era stato chiamato circa seicento volte.
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Quella mattina Index aveva realizzato di non conoscere il suo nome, così Kamijou le si era presentato. Da quel momento in poi, lo aveva chiamato circa seimila volte.
   
«Niente. Chiamare il nome di qualcuno senza ragione è davvero divertente
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«Niente. Mi piace dire il tuo nome anche senza una ragione
   
Solo pronunciando il nome di Kamijou, la faccia di Index sembrava quella di un bambino che va al parco dei divertimenti per la prima volta.
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L'espressione di Index era quella di un bambino che andava al parco dei divertimenti per la prima volta.
   
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Sembrava essergli molto attaccata.
Il modo in cui l'aveva conosciuta non era normale.
 
   
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Probabilmente era a causa di ciò che era accaduto tre giorni prima, eppure Kamijou non era felice, piuttosto non sapeva come doversi sentire riguardo al fatto che nessuno le aveva mai detto niente di così semplice.
"''E' successo tre giorni fa''", ricordava felicemente Kamijou. Un sacco di cose le dovevano essere passate per la testa quella volta.
 
   
«Komoe ha detto che nei bagni pubblici giapponesi c'è una cosa chiamata caffellatte. Cos'è il caffellatte? E' come un cappuccino?»
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«Komoe ha detto che c'è il caffellatte nei bagni pubblici giapponesi. Cos'è il caffellatte? E' come il cappuccino?»
   
«Non c'è niente di così elegante nei bagni pubblici giapponesi. Stai tranquilla. Però potresti avere uno shock culturale quando vedrai quanto sono grandi. Non è come i piccoli bagni degli hotel inglesi.»
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«Non troverai niente di tanto raffinato in un bagno pubblico. Non ti aspettare così tanto.» disse Kamijou. «Hmm, ma la vasca gigante potrebbe essere un po' shockante per te. In Inghilterra i bagni piccoli come quelli degli alberghi sono più comuni, giusto?»
   
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«Hm? ...Non lo so.» Index inclinò la testa su un lato, come se non lo sapesse davvero. «La prima cosa che ricordo è che ero qui in Giappone. Non so proprio come siano le cose in Inghilterra.»
«Hmm? Non so proprio nulla di queste cose.»
 
   
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«...Hmm. Quindi è per questo che parli così correttamente la nostra lingua. Se sei qui sin da quando eri piccola, sei praticamente una giapponese.»
Index inclinò la testa come se effettivamente non ne sapesse nulla a riguardo.
 
   
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Questo però era in contrasto con il suo essere tanto sicura di trovare salvezza nella Chiesa Anglicana. Kamijou aveva pensato che sarebbe tornata a casa, ma a conti fatti sarebbe andata in un paese che non aveva mai visto prima.
«Perché prima che lo realizzassi, ero già in Giappone. Non so proprio cos'è accaduto prima.»
 
   
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«No, no. Non è ciò che intendo.» Index scosse la testa, scuotendo i suoi lunghi capelli argentati avanti e indietro. «Apparentemente, sono nata e cresciuta alla Cattedrale di St. George a Londra. Apparentemente sono venuta qui solo circa un anno fa.»
Ciò significava che stava semplicemente esagerando quando diceva che doveva tornare in Inghilterra per stare al sicuro. Voleva solo vedere il suo paese natale.
 
   
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«Apparentemente?»
«Ah. Non intendevo quello.»
 
   
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Kamijou aggrottò le sopracciglia nel sentire quel termine vago.
I suoi capelli argentati volavano a destra e a manca mentre scuoteva la testa.
 
   
«Pare che io sia nata e cresciuta alla Cattedrale di St. George, a Londra. Penso di essere venuta qui un anno fa.»
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«Sì. Non ho ricordi precedenti a quando sono arrivata qui un anno fa.»
   
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Index sorrise.
«"Penso"?»
 
   
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Proprio come un bambino che si dirigeva al parco dei divertimenti per la prima volta in vita sua.
Kamijou inarcò le sopracciglia a queste parole ambigue.
 
   
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Fu la perfezione di quel sorriso a mostrare a Kamijou la paura ed il dolore che vi eranno dietro.
   
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«Quando mi sono svegliata per la prima volta in un vicolo, non avevo idea di chi fossi. Tutto ciò che sapevo era che dovevo scappare. Non riuscivo a ricordare cos'avevo mangiato la sera precedente per cena, ma conoscevo cose come la magia, l'Index Librorum Prohibitorum e Necessarius. Era così spaventoso...»
«Sì, perché non ho altri ricordi precedenti a questo anno.»
 
   
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«Allora non sai nemmeno perché hai perso la memoria?»
   
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«Esatto.» rispose lei.
Index sorrise.
 
   
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Kamijou non ne sapeva niente di psicologia, ma sapeva dai videogiochi e dai drama che c'erano due cause maggiori di amnesia: il ricevere un grande shock alla testa, o la soppressione dei ricordi che il cuore non poteva sopportare.
Era davvero il viso di un bambino che va al parco dei divertimenti per la prima volta.
 
   
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«Maledizione...» mormorò Kamijou mentre alzava lo sguardo al cielo notturno.
Era a causa di quel sorriso perfetto che Kamijou si sentiva in soggezione. Dovevano sicuramente esserci dolore ed afflizione dietro a questo.
 
   
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Anche se provava rabbia verso i maghi che avevano fatto una cosa del genere a quella ragazza, era sopraffatto da un senso di impotenza.
«Quando mi sono svegliata per la prima volta in un vicolo, non sapevo nemmeno chi fossi. "Per il momento, devo scappare" ho pensato. Anche se non riuscivo nemmeno a ricordare cos'avevo mangiato la sera prima, saperi sui maghi, la lista dei testi proibiti, Necessarius, ed altro, continuavano a saltar fuori. Ero davvero spaventata.»
 
   
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Adesso sapeva perché Index lo aveva protetto e gli si era attaccata in modo così strano. Semplicemente, ''Kamijou si era per caso ritrovato ad essere'' la prima persona con cui aveva familiarizzato dopo aver trascorso un anno sola al mondo, senza conoscere niente.
«...Quindi, ciò significa che non sai nemmeno perché stai perdendo i ricordi?»
 
   
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Non gli piaceva.
«Sì.», rispose lei. Dato che Kamijou aveva saltato le lezioni di psicologia, non ne sapeva nulla, ma dai giochi e dai drama, sapeva che solitamente c'erano due sole cause per la perdita della memoria.
 
   
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Non aveva idea del perché, ma per qualche ragione, ''quella'' risposta lo faceva arrabbiare.
Uno, veniva fisicamente danneggiato il cervello. Due, per via di un trauma, il cuore sigillava i ricordi.
 
   
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«Mh? Touma, sei arrabbiato?»
«Quei bastardi...»
 
   
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«No, non lo sono.»
Mormorò Kamijou senza pensare, mentre alzava lo sguardo verso il cielo notturno. Anche se i maghi l'avevano inseguita fino a questo punto, ciò che più non poteva sopportare era la sua inutilità in questa situazione.
 
   
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La domanda l'aveva colto di sorpresa, ma Kamijou riuscì a far finta di niente.
Il ragazzo adesso capiva perché Index volesse proteggerlo. Senza nemmeno sapere perché il mondo l'avesse abbandonata, dopo un anno, lei aveva fatto la sua prima "conoscenza". Era solo una coincidenza che si fosse trattato di Kamijou.
 
   
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«Se ti ho irritato in qualche modo, ti chiedo scusa. Touma, perché sei così arrabbiato? E' la pubertà?»
Lui non pensava che il loro primo incontro fosse stato felice.
 
   
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«Non voglio sentirti parlare di pubertà con quel corpo da bambina che ti ritrovi.»
Non sapeva perché, ma il modo di ragionare di Index, lo aveva reso estremamente irritato.
 
   
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«Mh. Che hai? Penso proprio tu sia arrabbiato. O stai solo fingendo di esserlo per farmi preoccupare? Non mi piace quella parte di te, Touma.»
«Hmm. Sembri un po' arrabbiato, Touma.»
 
   
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«Hey, non parlare così quando sin dall'inizio non ti sono mai piaciuto. Non mi aspetto un risvolto con eventi meravigliosi in stile commedia da te.»
«Non lo sono.» rispose un Kamijou sbigottito, fingendo innocenza.
 
 
«Mi spiace di aver toccato un nervo scoperto. Per cosa sei arrabbiato? Stai attraversando il periodo della puberta?»
 
 
«Non voglio sentire la parola pubertà da qualcuno con un corpo come quello.»
 
 
«Uff. Cosa c'è che non va? Sembri davvero arrabbiato. O forse stai fingendo di esserlo solo per provocarmi. Non mi piace quella parte di te.»
 
 
«Hey. Inizialmente non ti piacevo comunque, quindi non andare a dire cose del genere. Non sono così tanto disperato da aspettarmi di condividere dei bellissimi eventi da commedia amorosa con te.»
 
   
 
«...»
 
«...»
   
«Um, cosa? Perché mi guardi in silenzio e in quel modo, principessa?»
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«Eh? ...Perché mi stai fissando in quel modo, principessa?»
   
 
«...»
 
«...»
   
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Persino dopo aver provato a cambiare la conversazione in una gag, Index non rispose.
Index non diede alcuna risposta, come se stesse aspettando una battuta finale.
 
   
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(Strano. E' strano. Perché Index sta piegando le braccia e mi guarda con le lacrime agli occhi ed un'espressione ferita in viso mordendosi leggermente il labbro inferiore?)
Era strano; qualcosa non andava. Stavano cominciando ad apparire delle lacrime agli angoli dei suoi occhi. Il suo viso sembrava un po' arrabbiato. Le sue labbra sembravano aver fame di qualcosa.
 
   
 
«Touma.»
 
«Touma.»
   
«Sì?» Kamijou pensò che dato che era stato chiamato per nome, per il momento si sarebbe dovuto limitare a rispondere.
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«Sì?» rispose Kamijou, decidendo di poter rispondere dato che era stato chiamato per nome.
 
Aveva il presentimento che una grande sfortuna stesse per abbattersi su di lui.
 
   
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Il ragazzo percepì l'arrivo di un'incombente sfortuna.
«Ti odio!»
 
   
  +
«Ti odio.»
Kamijou guadagnò i rari punti esperienza per "essere stato morso in testa da una ragazza".
 
   
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In quel preciso istante, Kamijou guadagnò un bel po' di punti esperienza per aver vissuto il raro momento in cui una ragazza gli mordeva l'intera parte superiore della testa.
   
 
=== Parte 4 ===
 
=== Parte 4 ===
  +
Index si stava dirigendo ai bagni pubblici per proprio conto.
   
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Nel frattempo Kamijou faticava a fare lo stesso. All'inizio aveva cercato di starle dietro, ma, ogni volta che lo vedeva, l'arrabbiata suora vestita di bianco correva via come un gatto randagio. Ciononostante, dopo un po', il ragazzo riusciva sempre a raggiungerla a tal punto da vederne la schiena, come se lei lo stesse aspettando. Infine però il ciclo si ripeteva. Index era davvero come un gatto capriccioso.
   
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(Beh, stiamo andando nello stesso posto, quindi alla fine ci incontreremo di nuovo.)
Index stava andando ai bagni pubblici da sola.
 
   
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Convinto di ciò, Kamijou smise di correrle dietro.
Dopo averle indicato la strada, Kamijou pensò di dover andarci anche lui, ma quando ci provava, veniva accolto dallo sguardo arrabbiato di una suora vestita di bianco. Per quella ragione, doveva star lì a gironzolare e non far niente. "''Avrò la mia vendetta, prima o poi.''" pensò Kamijou mentre guardava la schiena di Index. In quel momento, sembrava un gatto abbandonato.
 
   
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Aveva anche una brutta sensazione. Pensava che l'avrebbero arrestato se qualcuno l'avesse visto (apparentemente) rincorrere di notte una debole ed impotente suora inglese in un sentiero oscuro come un Namahage<ref>Nella tradizione folkloristica giapponese, è un essere dalle sembianze demoniache che viene impersonificato dagli uomini. Essi indossano delle maschere da ogre e dei cappelli di paglia tradizionali durante un rituale per l'anno nuovo.</ref>.
"''Recupereremo dopo, comunque''", pensò il ragazzo, smettendo di rincorrerla.
 
   
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«Una suora inglese, eh?» sussurrò Kamijou, mentre proseguiva da solo lungo la strada buia.
In ogni caso, se qualcuno lo vedesse correre dietro ad una debole suora inglese durante la notte, verrebbe arrestato senza ombra di dubbio.
 
   
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Sapeva che se l'avesse consegnata ad una delle loro chiese in Giappone, Index sarebbe stata portata alla sede centrale della Chiesa Anglicana di Londra. Non gli restava molto da fare. Tutto si sarebbe sicuramente concluso con roba tipo: "Può anche esser stato poco tempo, ma grazie. Non ti dimenticherò mai perché ho una memoria perfetta."
«"Suora inglese", eh?»
 
   
  +
Improvvisamente Kamijou sentì qualcosa trafiggergli il cuore, ma non aveva idea di cosa potesse essere. Se Index non fosse stata affidata alla protezione della Chiesa, i maghi avrebbero continuato a darle la caccia. Senza contare che cercare di seguirla sino in Inghilterra era utopistico.
Disse Kamijou distrattamente mentre camminava durante la notte.
 
   
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Vivevano in mondi diversi, stavano in posti diversi, ed esistevano in dimensioni diverse.
Lo sapeva. Se avesse portato Index in una chiesa Inglese, probabilmente sarebbe riuscita a tornare a Londra, e quella sarebbe stata la fine. Lei direbbe "Anche se il tempo che abbiamo trascorso insieme è stato breve, non ti dimenticherò mai, dato che ho una memoria perfetta."
 
   
  +
Kamijou viveva nel mondo degli ESP della scienza, e Index viveva nel mondo della magia occulta.
Kamijou sentiva come se qualcosa gli stesse trafiggendo il cuore, ma non trovava un'idea migliore. Se non avesse raggiunto la chiesa per proteggere Index, lei sarebbe stata costantemente inseguita dai maghi. Era estremamente improbabile che questi ultimi sarebbero andati in Inghilterra per darle la caccia.
 
   
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Come terra e mare, i loro due mondi non avrebbero mai incrociato il proprio cammino.
In questo mondo, in questo posto, in questa dimensione, ogni singolo essere umano era diverso.
 
   
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Tutto lì.
Kamijou viveva nel mondo della Scienza, mentre Index in quello della Magia.
 
 
Proprio come la terra ed il mare, questi due mondi non erano fatti per incrociarsi.
 
 
Era tutto ciò che rimaneva.
 
 
Era tutto ciò che rimaneva, ma Kamijou non riusciva a scrollarsi di dosso quella sensazione di irritazione.
 
   
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Tutto lì, ma lo irritava ancora come una spina di pesce rimastagli in gola.
   
 
«Eh?»
 
«Eh?»
   
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Ad un tratto, i suoi vani pensieri si interruppero.
   
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Qualcosa non andava. Kamijou controllò l'ora nel pannello elettrico dei grandi magazzini. Erano esattamente le 8:00 PM. Rimaneva ancora del tempo prima che la maggior parte delle persone andasse a dormire, eppure quella zona era circondata da un orribile silenzio, come una foresta di notte. Era avvolta in una strana ed innaturale atmosfera.
Tutto ad un tratto, interruppe i suoi pensieri.
 
   
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(Adesso che ci penso, non ho visto nessuno da quando stavo camminando con Index...)
Qualcosa non andava. Kamijou guardò l'ora nel pannello elettrico dei grandi magazzini. 8:00 PM. Non era un'orario in cui gli abitanti erano già a dormire, eppure, quell'area era calma come le foreste di notte. Una strana, preoccupante sensazione.
 
   
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Con un'espressione sconcertata, Kamijou continuò a proseguire.
Adesso che ci pensava, quando camminava insieme ad Index non era passato nessuno.
 
   
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Raggiunse una strada principale con tre corsie in ogni direzione, e quell'innaturale sensazione si concretizzò in qualcosa che decisamente non andava.
Kamijou voltò leggermente la testa mentre continuava a camminare.
 
   
  +
''Non c'era nessuno.''
Quando raggiunse la strada principale, confermò le sue sensazioni preoccupanti; era innegabilmente anormale.
 
   
  +
Nessuno stava entrando o uscendo dai grandi magazzini che si allineavano sulla strada come bevande sullo scaffale di un minimarket. Il marciapiede che solitamete sembrava eccessivamente stretto, adesso pareva orribilmente ampio. Nessuna macchina stava attraversando quella strada.
Non c'era nessuno.
 
   
  +
Tutte le automobili parcheggiate a bordo via erano vuote, come se fossero state abbandonate.
Nessuno entrava o usciva dai minimarket o dai maggiori centri commerciali. Lo stretto marciapiede sembrava ridicolmente grande, e la strada sembrava grande quanto una pista d'atterraggio. Le macchine parcheggiate lungo la strada, sembravano fossero state abbandonate.
 
   
Era come una strada di campagna.
+
Era come guardare la strada di una fattoria lontana dalla città.
   
«E' solo la runa Opila che usata da Stiyl
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«E' tutto merito della runa Opila che Stiyl ha inciso per sgombrare la zona
   
  +
All'improvviso, una voce femminile entrò nella sua testa come una spada giapponese che lo pugnalava al centro della faccia.
   
  +
Non se n'era minimamente accorto.
Dal nulla, risuonò la voce di una donna.
 
   
  +
La ragazza non si stava nascondendo dietro nulla e non si era nemmeno avvicinata a lui di soppiatto. Gli stava di fronte, al centro dell'ampia strada, gli bloccava il passaggio e si trovava a 10 metri di distanza.
Il ragazzo non se n'era affatto accorto.
 
   
  +
Non che non l'avesse vista o notata a causa del buio, si era trattato di ben altro. Ad ogni modo, nel tempo di un battito di ciglia, la ragazza era apparsa lì davanti.
La donna non gli si era avvicinata di soppiatto alle spalle, né aveva nascosto la sua presenza. Stava lì, dieci metri di fronte al ragazzo, sulla strada a tre corsie larga quanto una pista d'atterraggio.
 
   
  +
«L'attenzione di tutte le persone che erano attorno a questo luogo è stata spostata in modo che non pensino di avvicinarsi. La maggior parte di loro è all'interno dei palazzi, perciò non hai di che preoccupartene.»
Non è che non riusciva a vederla perché era troppo buio. Sicuramente prima non c'era nessuno, ma in un batter d'occhio, era riuscita in qualche modo ad arrivargli di fronte.
 
   
  +
Il suo corpo reagì prima che potesse farlo sua testa. Tutto il sangue che aveva dentro di sé sembrò concentarsi nella sua mano destra. Con un dolore simile a quello causato da una corda stretta al polso, Kamijou avvertì quanto quella ragazza fosse pericolosa.
«Gi abitanti di quest'area semplicemente "non pensano di venire qui" e spostano la loro attenzione altrove. Probabilmente ci sono un sacco di persone in quegli edifici, no? Non c'è bisogno di preoccuparsi per loro.»
 
   
  +
Indossava una maglietta e dei jeans con una parte tagliata in modo deciso, quindi i suoi vestiti ancora potevano essere considerati "normali".
Tutto il sangue del ragazzo si concentrava nella sua mano destra. Sentiva un dolore simile all'essere legati ai polsi con delle corde. Il suo intuito gli diceva che quella persona era pericolosa.
 
   
  +
Tuttavia, la spada giapponese lunga più di due metri che aveva appesa alla vita come una pistola emetteva un intento omicida. La lama era nascosta all'interno di un fodero nero, ma questo sembrava avere una grande storia alle spalle, pari a quella del pilastro di un'antica costruzione giapponese, quindi era chiaro che fosse autentica.
La donna indossava una T-shirt bianca ed un paio di jeans, con un lato nettamente tagliato. Credo che i suoi abiti siano a malapena passabili come normali.
 
   
  +
«Colui che purifica Dio e sopprime il Diavolo<ref>Questi kanji 神浄の討魔 possono essere tradotti con "Kamijou no Touma", ma sono diversi da quelli utilizzati per il nome del protagonista (上条 当麻)</ref>. Davvero un bel nome.»
Ad ogni modo, penzolante dalla sua vita, vi era una spada giapponese di oltre due metri di lunghezza e piena di rancore. Il ragazzo non poteva dirlo con certezza perché era rivestita da un fodero, ma era come quelle spade che si vedono esposte nelle case in stile giapponese. Il fodero era del tutto nero e stava ovviamente custodendo una vera spada.
 
 
«Kamijou Touma, vero? Che nome importante<ref>Kanzaki pronuncia il nome di Touma con i kanji di "Colui che purifica Dio e sopprime il Diavolo".</ref>.»
 
   
 
[[Image:Index_v01_173.jpg|thumb]]
 
[[Image:Index_v01_173.jpg|thumb]]
   
  +
Eppure, la ragazza stessa non mostrò alcun segno di nervosismo. Parlava con la tranquillità di una normale chiacchierata, rendendo il tutto ancora più spaventoso.
Lei non era affatto tesa. I suoi modi distesi erano piuttosto spaventosi.
 
   
«...Bastarda.»
+
«...Chi sei?»
   
«Il mio nome è Kanzaki Kaori. Se possibile, preferirei non menzionare il mio altro nome
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«Sono Kanzaki Kaori... Preferirei non dirti altri nomi, se possibile
   
«"Altro nome"
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«Altri nomi
   
 
«Il mio nome magico.»
 
«Il mio nome magico.»
   
Sebbene Kamijou si aspettasse così tanto, fece istintivamente un passo indietro.
+
Si era più o meno aspettato una cosa del genere, ma Kamijou fece comunque un passo indietro.
   
  +
«Quindi... cosa? Fai parte di quell'associazione magica o simili, come Stiyl?»
Il "nome magico" era quello che Stiyl aveva usato quando lo aveva attaccato, il "nome della morte".
 
   
  +
«...?» Per una frazione di secondo, Kanzaki aggrottò le sopracciglia, dubbiosa. «Oh, te l'ha detto Index?»
«...Quindi? Suppongo tu sia come Stiyl. Voi due provenite da una cabala magica, no?»
 
 
«...?» Kanzaki sollevò sospettosamente il sopracciglio per un secondo. «Capisco. L'hai saputo da Index?»
 
   
 
Kamijou non rispose.
 
Kamijou non rispose.
   
  +
Un'organizzazione magica. Quella che inseguiva Index per acquisire i suoi 103.000 grimori. Un gruppo che si impegnava a diventare Majin, persone che avevano padroneggiato così a fondo la magia da poter contorcere qualsiasi cosa al mondo a proprio piacimento.
"Cabale magiche", quelle organizzazioni che inseguivano Index perché volevano i 103,000 grimori. Quei gruppi di persone che speravano di superare la loro magia per diventare un "Majin" e riuscire a distorcere le cose nel mondo.
 
   
«Ad essere sincera,» Kanzaki chiuse un occhio e continuò, «Vorrei salvaguardare quella ragazza prima di menzionare il mio nome magico.»
+
«Ad essere sincera...» Kanzaki chiuse un occhio. «Preferirei prenderla in custodia senza dover dire il mio nome magico.»
   
 
Kamijou rabbrividì.
 
Kamijou rabbrividì.
   
Mentre guardava la sua mano destra, il ragazzo pensava alla sensazione gelida che gli stava dando il nemico di fronte a lui.
+
Il ragazzo aveva la sua mano destra come asso nella manica, eppure il nemico che lo fronteggiava gli dava i brividi.
 
«...E se dicessi di no?»
 
 
Tuttavia, egli rispose ancora, perché non aveva ragione di indietreggiare.
 
 
«Allora non c'è altro modo.» Kanzaki chiuse l'altro occhio. «Dovrò solo dichiarare il mio nome, e poi metterla al sicuro.»
 
 
''Don!!'', l'attacco fece tremare il suolo come in un terremoto.
 
   
  +
«...E se rifiutassi?» disse Kamijou nonostante tutto. Non aveva motivo di arrendersi.
Era come una bomba. Con la coda dell'occhio, il ragazzo poteva vedere ciò che originariamente doveva essere un cielo notturno blu scuro che si infiammava di arancione. Da qualche parte più lontano, a cento metri di distanza, delle fiamme assurdamente grandi si diffondevano ovunque.
 
   
  +
«Allora non avrò scelta.» Kanzaki chiuse anche l'altro occhio. «Dovrò dire il mio nome sinché non riuscirò ad averla in custodia.»
«I-Index!!»
 
   
  +
Uno shock simile ad un terremoto fece tremare il terreno sotto i piedi del ragazzo.
Il nemico era un'organizzazione. Kamijou conosceva anche il nome di quel mago delle fiamme.
 
   
  +
Era come se fosse esplosa una bomba. Il cielo notturno, che Kamijou poteva appena intravedere, sarebbe dovuto essere tinto di un blu scuro ed invece era colorato di un arancione acceso come quello del tramonto. Enormi fiamme si stavano espandendo poche centinaia di metri più avanti.
Il ragazzo, quasi istintivamente, guardò nella direzione dell'esplosione delle fiamme.
 
   
  +
«Index...!!»
   
  +
Il nemico era un'organizzazione e Kamijou conosceva il nome di un mago in grado di padroneggiare il fuoco.
In un istante, il fendente di Kanzaki Kaori si dirisse dritto verso di lui.
 
   
  +
Il ragazzo guardò istintivamente nella direzione dell'esplosione.
   
  +
Ed in quell'istante, il tagliente attacco di Kanzaki Kaori gli fu scagliato contro.
La distanza tra Kamijou e Kanzaki era di dieci metri. Inoltre, la spada era più lunga di due metri. Se si prendevano in conto le braccia snelle della ragazza e la quantità di tempo necessario per sguainare la spada, sarebbe stato impossibile.
 
   
  +
Entrambi distavano 10 metri l'uno dall'altro. Sembrava impossibile che le braccia snelle e femminili di Kanzaki potessero estrarre dal fodero quella sua spada lunga più di due metri, figurarsi usarla.
...Sarebbe stato.
 
   
  +
''...Ma a conti fatti non era proprio così.''
Nell'istante successivo, come un laser gigante, l'aria sopra la testa di Kamijou veniva fatta a pezzi. Il ragazzo, che si era quasi irrigidito per l'orrore, si voltò per guardare dietro di lui. Lì, vedeva l'elica di un generatore di energia eolica che veniva tagliato di netto e senza far rumore, proprio come il burro.
 
   
  +
L'attimo successivo, l'aria sulla testa di Kamijou fu scissa come se Kanzaki stesse maneggiando un laser gigante. Il ragazzo gelò per lo sgomento e la lama di una pala eolica dietro di lui, alla sua destra, venne silenziosamente tagliata in diagonale come se fosse stata fatta di burro.
«Per favore,» disse la voce dieci metri più avanti. «Se ignori il mio avvertimento, ciò che ti aspetta sarà solo la morte.»
 
   
  +
«Per favore, smettila.» disse una voce che si trovava dieci metri di fronte a lui. «Ignorare i miei avvertimenti ti porterà solo alla morte.»
La spada che Kanzaki aveva sollevato precedentemente, era già nel suo fodero. Dato che era così veloce, Kamijou non aveva nemmeno visto la lama.
 
   
  +
La spada lunga più di due metri era già nel fodero. Il colpo era stato così veloce che Kamijou non aveva nemmeno visto la lama esposta in aria.
Il ragazzo non si muoveva.
 
   
  +
Il ragazzo non era riuscito a muoversi.
La ragione per la quale era ancora lì, era che Kanzaki lo aveva mancato di proposito. Cercò di pensare ad una ragione, ma non gli venne niente in mente. Non riusciva a capire l'irrazionalità di quella persona.
 
   
  +
Se si trovava ancora lì era perché Kanzaki l'aveva mancato intenzionalmente. La situazione sembrava così surreale da permettergli a malapena di realizzare questo fatto. Il nemico era così incredibilmente potente che la sua mente faticava a stare al passo con gli avvenimenti.
''Zudon!!'', si poteva udire il suono dell'elica che cadeva al suolo.
 
   
  +
Con un forte rumore sordo, la lama della pala eolica tagliata in due cadde sul suolo dietro Kamijou.
I detriti dell'elica si dirigevano verso Kamijou, che ancora non si muoveva.
 
   
  +
Nonostante la vicina caduta delle macerie, il ragazzo non riusciva ancora a muoversi.
«...Tsk!»
 
   
  +
«...!»
Kamijou digrignò i denti mentre pensava all'acutezza di quella spada.
 
   
  +
Kamijou strinse i denti nel constatare quanto dovesse essere affilata quella lama.
Kanzaki aprì di nuovo uno dei suoi occhi.
 
   
«Lo chiedo ancora una volta.» Poi li socchiuse entrambi. «Spero di ottenere quella ragazza prima di menzionare il mio nome magico.»
+
Kanzaki aprì un occhio e disse: «Te lo chiederò di nuovo.» Poi li socchiuse leggermente entrambi. «Vorrei prenderla in custodia senza doverti rivelare il mio nome magico.»
   
La voce di Kanzaki non mostrava segni di esitazione.
+
Nella voce della ragazza non vi era alcuna esitazione.
   
  +
Era così fredda che sembrava intendere come quel che era appena successo non fosse niente di cui essere sorpresi.
Essa era fredda, come se stesse cercando di tenere alla larga il nemico.
 
   
«...D-Di cosa stai parlando
+
«...C-Che diavolo stai dicendo
   
Era come se le suole dei piedi del ragazzo fossero incollate al terreno. Non aveva il coraggio di andare avanti, ma non poteva nemmeno indietreggiare.
+
Come se i suoi piedi fossero attaccati al suolo, Kamijou non riusciva a muoversi avanti indietro.
   
Aveva le gambe tremolanti ed esauste, come se avesse appena corso una maratona.
+
Le sue gambe tremavano come se avesse finito di correre un'intera maratona, mentre sentiva le forze abbandonarlo.
   
«Non ho motivo di arrendermi a te!»
+
«Non ho motivo per arrendermi a...»
   
«Lo ripeterò tutte le volte che sarà necessario.»
+
«Lo chiederò tutte le volte che sarà necessario.»
   
Un istante. In un solo istante, la mano destra di Kanzaki scomparve.
+
In un istante - davvero solo un istante - la mano destra di Kanzaki si annebbiò e scomparve come un bug in un videogioco.
   
  +
Con un ruggito, qualcosa volò verso Kamijou ad una velocità spaventosa.
Un suono assordante. Insieme all'ululato del vento, qualcosa stava per essere attaccata.
 
   
 
«!?»
 
«!?»
   
  +
Al ragazzo sembrava che delle enormi spade laser stessero venendo sparate da tutte le direzioni.
Kamijou pensava di essere attaccato da laser da ogni direzione.
 
   
Era come un tornado gigante.
+
Era come un tornado gigante composto da spade d'aria.
   
  +
Kamijou Touma vide quel tifone fare a pezzi l'asfalto, i lampioni e gli alberi allineati ad intervalli sulla strada come un idrogetto. Un pezzo d'asfalto delle dimensioni di un pugno volò in aria e colpì la spalla destra di Kamijou. Fu abbastanza da farlo cadere sul pavimento quasi privo di sensi.
Con il ragazzo nell'occhio del ciclone, il suolo, i lampioni, e le altre strutture venivano distrutti in una serie di intervalli. In questa situazione, i pugni di Kamijou erano privi di potere. Un pezzo di cemento lo colpì nella spalla destra e lo fece volare, facendogli quasi perdere conoscenza.
 
   
  +
Tenenosi la spalla destra, il ragazzo si guardò intorno muovendo solo gli occhi.
Il ragazzo soppresse il dolore alla spalla destra e guardò i dintorni.
 
   
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette. C'erano sette segni di tagli lineari sul pavimento piano che era lungo circa dieci metri. Essi si espandevano in vari angoli casuali.
+
Uno... due... tre, quattro, cinque, sei, sette. Un totale di sette incisioni da spada continuavano per una dozzina di metri attraverso il suolo. Erano disposte in angoli apparentemente casuali e sembravano artigliate su una porta d'acciaio.
   
  +
Sentì lo schiocco della katana rientrare nel suo fodero.
Kamijou sentì Kanzaki rinfoderare la spada.
 
   
«Prima di dire il mio nome magico, voglio proteggere quella ragazza
+
«Vorrei prenderla in custodia senza dover dire il mio nome magico.»
   
  +
Kanzaki pronunciò quelle semplici parole priva di odio o rabbia, con la mano destra ancora sull'impugnatura della spada.
Lo diceva mentre toccava l'impugnatura della spada, senza alcun odio o rabbia.
 
   
  +
Sette colpi. Kamijou non era riuscito a vederne nemmeno uno, ma in un singolo istante Kanzaki aveva lanciato sette colpi. E se avesse voluto, uno qualunque di questi l'avrebbe potuto uccidere, tagliandolo in due.
Sette volte. Sebbene lui non avesse visto nemmeno un fendente, in quell'istante, quella donna lo aveva attaccato velocemente, estraendo la sua spada sette volte. Per quel motivo, poteva essere fatto a pezzi facilmente. Una morte certa sette volte di seguito.
 
   
No. Il suono metallico della spada che veniva riposta nel suo fodero c'era stato solo una volta.
+
No. Kamijou aveva sentito il suono metallico della spada che veniva rinfoderata solo una volta.
   
  +
Più probabilmente si era trattato del ''potere soprannaturale'' conosciuto come magia. Kanzaki possedeva della magia che estendeva il raggio di quel singolo colpo ad una dozzina di metri e le dava l'abilità per attaccare sette volte con una sola estrazione di spada.
Probabilmente, più che altro era magia. Un incantesimo dove un fendente poteva raggiungere oltre i dieci metri. Un incantesimo che poteva far diventare sette un solo fendente. Un incantesimo che scagliava sette colpi di spada con un movimento.
 
   
«Nanasen<ref>Sette Raggi</ref>, il fendente della mia Shichiten Shichitou<ref>Sette Spade Sette Paradisi</ref>, è così veloce da poter uccidere una persona sette volte in quel lasso di tempo conosciuto come "un istante". La definiscono una morte immediata. Ma nemmeno chiamarla morte certa sarebbe sbagliato
+
«La velocità del Nanasen<ref>Sette Raggi</ref>, l'attacco di cui è capace la mia Shichiten Shichitou<ref>Sette Spade Sette Paradisi</ref>, è abbastanza per ucciderti sette volte in quel periodo di tempo conosciuto come un istante. Le persone la chiamano morte istantanea. La si potrebbe definire anche morte certa senza andare molto lontani dalla verità
   
  +
Kamijou strinse silenziosamente il pugno con una forza tale da spaccarsi la mano destra.
Kamijou, senza parole, strinse la sua mano destra in un pugno.
 
   
"''Quella velocità, quel potere, quell'estenzione... quel fendente, probabilmente aveva della magia imbevuta in esso. In quel caso, se solo riuscissi a toccare i colpi di quella spada...''"
+
Kanzaki possedeva velocità, forza e raggio d'azione di superiorità schiacciante. Probabilmente, quell'attacco aveva qualcosa a che fare con il potere soprannaturale conosciuto come magia. In quel caso gli sarebbe bastato toccare il colpo in .
   
I suoi pensieri vennero interroti. «Ho ricevuto un rapporto da Stiyl. Per qualche ragione, la tua mano destra può dissipare la magia. Ma ciò non significa che se essa non riuscisse a toccarla, non funzionerebbe
+
«Continua a sognare.» disse lei, interrompendo i suoi pensieri. «Ho sentito da Stiyl che puoi dissipare la magia per qualche ragione. Ad ogni modo, dico bene se penso se non puoi farlo a meno che non la tocchi con la mano destra
   
  +
Esattamente. La mano destra di Kamijou non aveva alcun uso se non poteva fare contatto fisico.
...Era così. A meno che non fosse stato in grado di toccarla, la sua mano destra era inutile.
 
   
Quella velocità non era l'unico problema. Ad essere sinceri, quei fendenti erano diversi dalle lance fulminanti di Misaka Mikoto. Il ragazzo non riusciva a predire dove sarebbe andato a colpire l'attacco fantasma di Kanzaki Kaori. Anche se usasse il suo Imagine Breaker, quei sette fendenti gli avrebbero tagliato il braccio.
+
Non era solo una questione di velocità. Al contrario delle scosse elettriche e del Railgun di Misaka Mikoto, entrambi sparati in linea retta, a causa del suo costante cambiamento non poteva prevedere dove sarebbe finito il Nanasen di Kanzaki Kaori. Se Kamijou avesse cercato di usare l'Imagine Breaker, si sarebbe amputato il braccio da solo.
   
«Lo ripeterò tante volte quante necessario.»
+
«Lo chiederò quante volte sarà necessario.»
   
La mano destra di Kanzaki toccò l'impugnatura di Shichiten Shichitou sulla sua vita.
+
La mano destra di Kanzaki afferrò silenziosamente l'impugnatura della Shichiten Shichitou che si trovava sul suo fianco.
   
  +
Kamijou sentì del sudore freddo sulla guancia.
Sudore freddo scendeva giù dal viso di Kamijou.
 
   
Alla fine, quando Kanzaki si sarebbe stancata di perdere tempo, Kamijou sarebbe sicuramente stato tagliato in otto pezzi in un istante. Loro si distanziavano di circa dieci metri. Se il ragazzo prendeva in considerazione il potere distruttivo degli attacchi precedenti, scappare e usare qualcosa come scudo, sarebbe stato un suicidio.
+
Se Kanzaki avesse cambiato umore e avesse deciso di ucciderlo, Kamijou sarebbe stato sicuramente fatto a pezzi in un istante. Visto come aveva distrutto gli alberi che si trovavano sulla strada ad un raggio di quasi dodici metri, cercare di correre via o usare qualcosa come scudo sarebbe stato un suicidio.
   
Kamijou misurava la distanza tra lui e Kanzaki.
+
Kamijou calcolò la distanza tra lui e Kanzaki.
   
  +
Era di circa dieci metri. Correndo al massimo delle proprie capacità sarebbe riuscito a raggiungerla in quattro passi.
Approssimativamente dieci metri. Il ragazzo poteva coprire quella distanza con quattro passi, se l'avesse calcolata con tutta la sua potenza.
 
   
"''...Muovetevi.''"
+
(...Muovetevi.)
   
  +
Kamijou diede un comando disperato alle sue gambe che sembravano attaccate al suolo con della colla istantanea.
Era come se le sue gambe fossero super incollate al suolo. Kamijou cercava disperatamente di comandare al suo corpo di muoversi.
 
   
«Puoi lasciarmi salvaguardarla prima che io dica il mio nome magico, per favore
+
«Ce la lascerai prendere in custodia prima che ti dica il mio nome magico?»
   
  +
(...Muovetevi!!)
"''...M-u-o-v-e-t-e-v-i!!''"
 
   
Kamijou estrasse a forza le sue gambe dal suolo e fece un passo in avanti. Prima che Kanzaki potesse accorgersi di quest'azione, il ragazzo si caricò come un proiettile.
+
Fece un passo in avanti come a strappare i suoi piedi dal terreno. Una delle sopracciglia di Kanzaki si sollevò mentre Kamijou si muoveva per fare un altro passo esplosivo come un proiettile.
   
«OOOAAAAAAAAAA!!»
+
«Ohh….Ohhhhhhhhhhhhhh!!»
   
Un altro passo. Se non poteva scappare, schivare a destra e a sinistra, o usare qualcosa come scudo, allora c'era solo una cosa che poteva fare: continuare ad avanzare e selezionare un percorso.
+
Fece un altro passo. Se non poteva scappare, non poteva fuggire a destra o sinistra, e non poteva usare niente come scudo, l'unica opzione rimasta era di avanzare ed aprirsi un varco da solo.
   
«Non capisco cosa ti stia facendo combattere così duramente
+
«Non so cosa ti stia spingendo a fare tanto, ma..
 
Dietro la voce annoiata di Kanzaki, Kamijou comprese che c'era della pietà mischiata in essa. Lei fece un sospiro.
 
   
  +
Kanzaki fece un sospiro che trasmetteva più pietà che sorpresa. Dopodiché...
   
 
«Nanasen.»
 
«Nanasen.»
   
  +
I piccoli frammenti dell'asfalto distrutto e gli alberi volarono in aria come polvere.
   
  +
Con il ruggito del vento, quella nuvola di polvere venne fatta a pezzi davanti agli occhi di Kamijou.
Pezzi di asfalto ed alberi distrutti sul ciglio della strada, venivano disseminati ovunque. Le macerie volavano come polvere.
 
 
Un suono assordante. Insieme all'ululato del vento, la polvere di fronte agli occhi di Kamijou, veniva tagliata in otto parti.
 
 
«Ah----------!!»
 
   
  +
«Ah..... Ohh!!»
Se l'avesse toccata, si sarebbe dissipata. Il suo cervello lo capiva, ma il suo cuore sceglieva di schivare all'ultimo secondo. Il ragazzo usava tutta la sua forza per evitare, e sentiva sette fendenti sfiorare la cima della sua testa. Il suo cuore stava quasi per fermarsi.
 
   
  +
Sapeva che per annullare l'attacco sarebbe bastato toccarlo con la mano destra, ma nell'immediatezza scelse istintivamente di schivarlo. Si accucciò con una forza tale che sembrò gli stesse dondolando la testa, mentre il cuore si gli congelava con i fendenti che gli passavano sopra il cranio.
Il suo scatto era solo un colpo di fortuna.
 
   
  +
Non era qualcosa che aveva pensato di fare, e non ci sarebbe riuscito se avesse provato intenzionalmente. Aveva evitato il colpo per pura fortuna.
Fece un altro passo, coprendo tre dei quattro passi richiesti per raggiungere Kanzaki.
 
   
  +
Poi fece un altro potente passo, il terzo dei quattro.
Non sapeva come funzionava Nanasen, ma si basava fondamentalmente sull'estrarre la spada e colpire, un tipo di abilità tradizionale nel maneggiare la spada, dove un fendente di essa è "un'uccisione da un colpo". Se lo si guarda da un altro punto di vista, finché la spada non veniva estratta, lo spadaccino era totalmente privo di difese.
 
   
  +
Non importava quanto strano fosse il Nanasen, fondamentalmente rimaneva un colpo. Era un'antica tecnica di spada che lanciava un singolo fendente mortale non appena l'arma veniva sguainata. Ciò significava che mentre la lama si trovava fuori dal fodero, il suo possessore era indifeso ed incapace di lanciare un altro attacco.
"Balzerò verso Kanzaki al prossimo passo, e finirò tutto questo."
 
   
  +
Se avesse fatto l'ultimo passo per raggiungere Kanzaki, avrebbe vinto.
Questo era quello che pensava Kamijou, ma la sua ultima speranza venne fatta a pezzi da un piccolo suono metallico.
 
   
  +
L'ultima speranza che quel pensiero aveva dato a Kamijou venne fatta a pezzi con un piccolo schiocco.
La spada era sguainata. Con oltraggiosa velocità, risuonava un piccolo suono metallico.
 
   
  +
Era il sin troppo breve suono metallico della katana che veniva rinfoderata.
   
 
«Nanasen.»
 
«Nanasen.»
   
  +
Il ruggito provenne direttamente da davanti a Kamijou, ad una brevissima distanza.
   
  +
I sette colpi furono su di lui prima che i suoi riflessi potessero reagire.
Un suono assordante. Kamijou riuscì a ridurre la distanza a zero.
 
   
  +
«Dannazione... Ahhhhhhhhhhhhh!!»
Prima che i riflessi del suo corpo potessero schivarli, sette fendenti lo attaccarono.
 
   
  +
Kamijou lanciò il pugno destro in avanti, in direzione dei colpi, ma più che un attacco fu come se stesse cercando di deviare un pallone lanciatogli contro.
«D-Dannaaaziiiiooooneeee!»
 
   
  +
Sarebbe stato annullato sinché si fosse trattato di un potere soprannaturale, che questo appartenesse a Dio come ai vampiri.
In risposta all'attacco, Kamijou chiuse la mano in un pugno e lo affrontò.
 
   
  +
Data la vicinanza i sette attacchi arrivarono tutti in uno, senza disperdersi. Ciò significava che un solo colpo di Imagine Breaker sarebbe bastato a neutralizzarli.
Se era un "potere soprannaturale", anche il potere di Dio e i vampiri potevano essere annientati.
 
   
  +
Mentre i fendenti brillavano al chiaro di luna, la pelle di una delle dita del pugno di Kamijou li toccò leggermente.
Mentre la distanza si riduceva, i sette fendenti si univano e lo attaccavano. Anche se avessero toccato la sua mano una volta, il suo Imagine Breaker avrebbe ridotto tutti e sette i fendenti in nulla.
 
 
Sotto la luce della luna, un fendente toccò leggermente la pelle delle sue dita.
 
 
Senza alcun cambiamento, seguirono gli altri fendenti.
 
   
  +
''E venne tagliata.''
   
 
«Co...!?»
 
«Co...!?»
   
Non accadde nulla. Anche se usava il suo Imagine Breaker, quello stupido fendente non spariva.
+
Non erano scomparsi. Anche con l'Imagine Breaker, quei colpi assurdi non scomparvero.
   
Kamijou ritirò immediatamente il suo pugno, ma non fece in tempo. Teneva spontaneamente salde le sue mani e toccava il fendente. Non c'era modo di evitarlo, adesso.
+
Kamijou cercò immediatamente di tirare indietro la mano, ma non fece in tempo. Dopotutto l'aveva gettata sotto un fendente di spada giapponese.
   
Kanzaki chiuse leggermente gli occhi alla vista della figura del ragazzo.
+
Kanzaki socchiuse leggermente gli occhi alla vista del ragazzo.
   
  +
Nell'istante successivo si poté sentire l'umido suono della carne che veniva tagliata.
   
  +
Kamijou cadde sulle ginocchia tenendosi la mano destra sanguinante con la sinistra.
Nell'istante successivo, un suono come acqua risuonava mentre l'area circostante veniva distrutta.
 
   
  +
Era sinceramente sorpreso di trovare tutte e cinque le dita ancora attaccate.
Kamijou sosteneva la sua mano destra coperta di sangue con la sinistra mentre le ginocchia gli cedevano.
 
   
  +
Di certo non si erano salvate grazie alla loro resistenza o all'incapacità di Kanzaki. Il corpo del ragazzo non era stato fatto a pezzi semplicemente perché lei si era trattenuta, più di quanto non stesse già facendo, e gli aveva permesso di vivere.
La cosa eccezionale era che le cinque dita erano ancora intatte.
 
   
  +
Ancora sulle sue ginocchia, Kamijou sollevò lo sguardo.
Naturalmente, anche se le dita erano solide, non significava che la spada di Kanzaki non fosse tagliente. Significava semplicemente che aveva esitato ancora una volta, abbastanza per evitare di tagliargliele.
 
   
  +
Kanzaki si alzò con il perfetto cerchio della luna piena dietro le spalle. Kamijou poté vedere qualcosa simile a dei fili rossi di fronte alla ragazza.
Con le ginocchia al suolo, Kamijou alzò lo sguardo.
 
   
  +
Sembrava una ragnatela. Poteva vedere quei fili d'acciaio solo perché il suo sangue li aveva tinti come la rugiada serale su di una ragnatela.
Guardava Kanzaki e la luna piena dietro di lei. Di fronte agli occhi di Kanzaki, vedeva un certo tipo di filo rosso.
 
   
  +
«Non posso crederci...» Kamijou strinse i denti. «Non sei nemmeno una maga?»
Sembravano ragnatele. Dato che il sangue di Kamijou si era attaccato ad essi, infine, riusciva a vederli, sette fili di acciaio.
 
   
  +
La katana esageratamente lunga non era altro che una decorazione.
«Che diavolo...? Impossibile...» Kamijou digrignò i denti. «Non sei una maga?»
 
   
  +
Questo spiegava perché non fosse riuscito a vederla estrarre la spada. Kanzaki non l'aveva proprio mai fatto. Le era bastato muoverla leggermente all'interno del fodero per poi rimetterla apposto. Il movimento era servito a nascondere la mano che adoperava i sette fili.
Quindi, quella spada stupidamente lunga era solo una decorazione.
 
   
  +
Il pugno di Kamijou si era più o meno salvato perché Kanzaki aveva allentato i fili prima che gli tagliassero le dita.
Non era completamente impossibile che non avesse visto la spada mentre veniva estratta. Ma Kanzaki non lo aveva fatto sin dall'inizio. Aveva appena mosso il fodero della spada. Con quella sola azione, era riuscita a manipolare sette fili d'acciaio e a nasconderli.
 
   
  +
«Come ho detto, Stiyl mi ha detto qualcosa sulle tue capacità.» Kanzaki sembrava disinteressata. «In quel momento ho capito. Il tuo potere non è invincibile, è di un tipo diverso. Come per carta, forbici e sasso. Non importa quante volte usi sasso, non potrai mai sconfiggere la mia carta.»
La ragione per la quale la mano destra del ragazzo stava bene e quella per cui aveva ancora cinque dita, era che Kanzaki aveva allentato la presa dei suoi fili.
 
 
«Credo di avertelo detto. Ho sentito la storia da Stiyl,» disse Kanzaki in maniera annoiata. «Lo capisci adesso? Il mio potere non è diverso, è il mio stile ad esserlo. E' lo stesso di sasso-carta-forbici. Anche se usi pietra un centinaio di volte, non riuscirà mai a battere carta.»
 
   
 
«...»
 
«...»
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Kamijou strinse il pugno insanguinato.
 
Kamijou strinse il pugno insanguinato.
   
«Pare che tu stia fraintendendo qualcosa.» Kanzaki guardò Kamijou con degli occhi abbastanza pietosi. «Il vero potere del mio Nanasen non è un trucco, ed il mio Shichiten Shichitou non è una decorazione. Ciò che ti attende dopo aver oltrepassato Nanasen, è il vero Yuisen<ref>Unico Raggio</ref>.»
+
«Pare che tu stia sbagliando qualcosa.» Sembrava che Kanzaki soffrisse guardandolo. «Non sto nascondendo una mancanza di abilità con un trucchetto da quattro soldi. Shichiten Shichitou non è una mera decorazione. Oltre Nanasen c'è il vero Yuisen<ref>Unico raggio.</ref>.»
   
 
«...»
 
«...»
   
Kamijou strinse il pugno.
+
Il ragazzo strinse il pugno insanguinato.
   
«Soprattutto, non ho ancora accennato il mio nome magico.»
+
«E ciò che più conta, è che non ho ancora detto il mio nome magico.»
   
 
«...»
 
«...»
   
  +
Lo strinse.
Strinse il pugno ancora di più.
 
   
«Per favore, non farmelo fare, ragazzo.» Kanzaki si morse le labbra. «Spero di non dover mai più menzionare quel nome
+
«Non farmelo dire, ragazzo.» Kanzaki si morse il labbro. «Non voglio dirlo mai più.»
   
Il pugno serrato di Kamijou tremava. Questa donna era chiaramente diversa da Stiyl. Lei non era una persona con un solo talento. Dalle basi delle basi, le fondazioni delle fondazioni, le basi di basi, questa persona era un essere umano completamente diverso da Kamijou.
+
Il suo pugno stretto tremò. Kanzaki era chiaramente diversa da Stiyl. Non aveva una sola freccia nel suo arco. Dalla più basilare delle basi alla più fondata delle fondamenta, era di tutt'altro livello rispetto a Kamijou.
   
«...Come se potessi mai arrendermi.»
+
«...Come se potessi arrendermi.»
   
Ciò nonostante, Kamijou non rilasciò il suo pugno. Stringeva la sua mano destra intorpidita.
+
E nonostante ciò, Kamijou non allentò il pugno. Tenne la mano destra chiusa anche se ormai questa aveva perso la sensibilità.
   
  +
Index non si era arresa quando aveva deciso di venire incontro Kamijou, persino dopo essere stata colpita alla schiena da quella maga.
Questa era la persona che aveva squarciato la schiena di Index. Al fine di salvarla, non poteva arrendersi.
 
   
«Cos'hai detto? Non sono riuscita a sentirti
+
«Cos'hai detto? ...Non ti ho sentito
   
«Ti ho detto di star zitta, automa di merda.»
+
«Ho detto di chiudere quella bocca, dannato automa!!»
   
Kamijou strinse i suoi pugni e guardò in viso la donna che stava per pestare di brutto.
+
Kamijou strinse il suo pugno insanguinato e cercò di muoverlo contro la faccia della ragazza che gli stava davanti.
   
Ma prima che potesse farlo, lo stivale di Kanzaki gli era stato violentemente ficcato nella bocca dello stomaco. Kamijou veniva messo K.O. dal vento. Nello stesso momento, il fodero di Shichiten Shichitou veniva usato come una mazza da baseball per farlo volare. Il suo corpo fluttuava attraverso l'aria, come se fosse intrappolato in un tornado. Le sue spalle colpirono duramente il suolo.
+
Ma, prima che potesse farlo, la punta dello stivale di Kanzaki lo colpì nel plesso solare. Tutta l'aria dei polmoni gli uscì dalla bocca ed il fodero nero di Shichiten Shichitou affondò in un lato della sua faccia, quasi fosse una mazza da baseball. Kamijou girò su se stesso come un tornado e si schiantò al suolo cadendo sulla spalla.
   
Prima che Kamijou potesse mugolare per il dolore, uno stivale stava per investire la tua testa.
+
Prima che potesse urlare dal dolore, vide piombarsi contro il tacco di uno stivale intenzionato a spaccargli la testa.
   
Il ragazzo si girò immediatamente su un lato per evitarlo.
+
Nel tentativo di evitarlo rotolò subito su un lato.
  +
  +
E...
   
 
«Nanasen.»
 
«Nanasen.»
   
  +
Non appena quel termine entrò nelle sue orecchie, sette fendenti distrussero l'asfalto attorno a lui. L'intero corpo del ragazzo venne colpito da una raffica di piccoli frammenti da ogni direzione.
Sette fendenti mandarono ogni cosa in frantumi attorno a lui. Come se ci fossero delle bombe che esplodevano in ogni direzione, un'enorme quantità di detriti volanti lo colpiva come una pioggia torrenziale.
 
   
«Gah...?
+
«Gh... Ah...!?»
   
  +
Kamijou si contorse assalito da un dolore intenso, simile all'essere pestato da un gruppo di cinque o sei persone. Kanzaki gli si avvicinò con gli stivali che strisciavano al suolo.
Il forte dolore di Kamijou era paragonabile a quello di sei persone che erano state linciate. Il ragazzo guardava i dintorni distrutti, e vedeva Kanzaki che si avvicinava.
 
   
  +
(Devo alzarmi...)
Sebbene Kamijou sapesse che doveva alzarsi, i suoi piedi erano così privi di energia che non si muovevano.
 
   
  +
Tuttavia aveva le gambe troppo stanche per muoversi.
«Non è abbastanza?» disse la piccola voce di Kanzaki con un tono pieno di pietà. «Non credo che tu abbia una ragione per combattere così tanto per lei. Riuscire a durare trenta secondi contro uno dei dieci maghi migliori di Londra è già un'impesa spettacolare. Non c'è ragione per la quale lei possa biasimarti.»
 
  +
  +
«Direi che è abbastanza.» La sua voce tranquilla sembrava realmente addolorata. «Non ha senso che tu ti spinga così in là per lei. Durare anche 30 secondi contro una tra i dieci maghi d'élite di Londra è un buon risultato. Non può biasimarti dopo aver fatto tanto.»
   
 
«...»
 
«...»
   
  +
La mente di Kamijou si annebbiò, ma riuscì a ricordare qualcosa.
Kamijou ricordava vagamente qualcosa mentre era sul punto di perdere conoscenza.
 
   
Era vero. Se era Index, non avrebbe mai biasimato Kamijou per niente del genere.
+
Ricordò che Index non lo avrebbe biasimato, qualsiasi cosa avesse fatto.
   
  +
(Eppure...)
Anche se il caso era quello...
 
   
Perché non biasimerebbe mai nessuno e continuerebbe a sopportare tutto ciò... Questo è esattamente il motivo per il quale Kamijou non voleva arrendersi.
+
Era proprio perché lei continuava a resistere a tutto senza biasimare nessuno che Kamijou non poteva arrendersi.
   
  +
Voleva salvare quella ragazza dal sorriso così perfetto con quell'altrimenti straziante espressione.
Dietro quel sorriso perfetto, c'era il viso di qualcuno che soffriva. Era questo il motivo per il quale voleva salvarla.
 
   
  +
Si obbligò a stringere la mano ferita in un pugno, come un insetto in punto di morte.
Come un insetto in punto di morte, Kamijou fece forzatamente un pugno con la sua mano destra ferita.
 
   
Il suo corpo lo lasciava muovere ancora.
+
Il suo corpo poteva ancora muoversi.
   
  +
Si muoveva quando gli chiedeva di farlo.
Lo lasciava muovere.
 
   
  +
«...Perché?» sussurrò Kamijou a terra. «Pare che tu non lo sappia. Tu non sei come quel Stiyl. Stai esitando ad uccidere il tuo nemico. Lo avresti potuto fare facilmente sin dall'inizio, se lo avessi voluto, ma ''non l'hai fatto''... Pensi ancora in modo abbastanza simile ad un normale essere umano da ''esitare'' su cose del genere, no?»
«...Perché?»
 
   
  +
Kanzaki lo aveva chiesto diverse volte.
Kamijou, che era collassato al suolo, disse con una piccola voce.
 
   
  +
Aveva chiesto di finire prima che dovesse rivelare il suo nome magico.
«Sembri estremamente annoiata. Sei diversa da Stiyl, vero? Stai esitando ad uccidere il tuo nemico? Se volevi farlo, potevi darmi morte certa in qualunque momento, ma non l'hai fatto... Sei ancora un essere umano con buonsenso che esiterebbe ad uccidere qualcuno, no?»
 
   
  +
Invece il mago di rune che chiamava se stesso Stiyl Magnus non aveva mostrato la minima esitazione.
Chise Kamijou a Kanzaki.
 
 
Perché lei voleva lasciar finire ogni cosa prima che menzionasse il suo nome magico.
 
 
Il mago chiamato Stiyl Magnus non aveva mostrato alcuna esitazione.
 
   
 
«...»
 
«...»
   
Kanzaki Kaori diventò calma. Kamijou, ch non riusciva ad avere le idee chiare a causa del dolore, non se ne accorse.
+
Kanzaki Kaori si ammutolì, ma la mente di Kamijou era troppo annebbiata dal dolore per accorgersene.
   
  +
«Allora sicuramente lo sai, giusto? Sai che inseguire una ragazza finché crolla dalla fame e poi colpirla alla schiena con la spada è sbagliato, giusto?» Kanzaki poteva solo continuare ad ascoltare quelle parole, pronunciate come se Kamijou stesse sputando sangue. «Sapevi che non ha ricordi oltre un anno fa grazie a voi? Che diavolo le avete fatto mentre le davate la caccia, per causarle una cosa del genere?»
«Dovresti saperlo. Rincorrere una ragazza stanca e colpirla alla schiena, non è qualcosa che può essere perdonato. Dovresti saperlo!»
 
   
  +
Non ricevette alcuna risposta.
Kanzaki non fece nulla e continuò ad ascoltare.
 
   
  +
Kamijou non riusciva a capire.
«Lo sapevi? A causa vostra, ha perso tutti i ricordi precedenti a quest'anno. Quanto l'avete inseguita con insistenza al fine di farle perdere i ricordi?»
 
   
  +
Lo avrebbe capito se questa maga avesse cercato di avere i 103.000 grimori per diventare un Majin in grado di(apparentemente) distorcere le regole del mondo così da avverare qualche desiderio, come il guarire un bambino da una malattia incurabile o fare qualcosa per un partner morto.
Non ci fu risposta.
 
   
  +
Ma non era questo il caso.
Kamijou non capiva. Se si trattava di curare la malattia di un bambino, allora sarebbe andato bene. Se fosse stato per il bene di una persona amata che era morta, allora sarebbe andato bene. Dato che volevano qualcosa, avevano cercato i 103,000 grimori di Index per diventare Majin e riuscire a fare ciò che volevano.
 
   
  +
Faceva parte di un'organizzazione. Kanzaki lo stava facendo perché le era stato detto, perché era il suo lavoro, e perché quelli erano degli ordini. Tutto ciò le era bastato per inseguire una ragazza e colpirla a morte alla schiena.
Ma questa persona non era a quel modo.
 
   
  +
«Perché?» ripeté Kamijou stringendo i denti. «Sono uno sfigato che non può salvare una ragazza dopo aver rischiato la vita per un combattimento disperato contro di te. Sono un debole che non può fare altro che stare a terra guardandoti portarla via.» Parlava come se potesse scoppiare a piangere come un bambino da un momento all'altro. «Ma tu sei diversa, no?» Non aveva idea di ciò che stesse dicendo. «Col tuo potere puoi proteggere tutto e tutti, puoi salvare tutto e tutti.» Non sapeva più chi fosse il suo interlocutore. «Quindi perché lo stai facendo?»
Questa faceva parte di un'organizzazione. Era perché le era stato ordinato di fare il suo lavoro. Con una sola parola, le avevano fatto cercare e ferire alla schiena una ragazza. Le avevano fatto smarrire la via.
 
   
  +
Parlò.
«Perché?»
 
   
  +
E si pentì.
Ripeteva Kamijou, stringendo i denti.
 
   
  +
Si pentì di aver pensato di poter proteggere tutto ciò che voleva con il poco potere a sua disposizione.
«Sono il tipo di perdente che deve rischiare la sua vita e combattere disperatamente, ed ancora non in grado di proteggere una ragazza. Il tipo di rammollito che può solo mordersi le dita mentre striscia sul pavimento e guarda voi che la portate via.»
 
   
  +
Si pentì del fatto che qualcuno con un potere così schiacciante lo stesse usando solo per dare la caccia ad una ragazzina.
Lo diceva come se fosse un bambino che stava per piangere.
 
   
  +
Si pentì di come la situazione sembrasse dimostrare quanto lui fosse inferiore persino a qualcuno così.
«Ma tu non sei a quel modo, no?»
 
   
  +
Si pentì di tutto e pensò di essere sul punto di piangere.
Senza capire davvero il significato di quelle parole, continuò.
 
 
«Anche se con quel potere, puoi proteggere qualsiasi cosa e qualunque persona vuoi. Nonostante tu possa salvare qualsiasi cosa e qualunque persona tu voglia.»
 
 
Senza conoscere la persona con cui stava parlando.
 
 
«...Perché questo è l'unico provvedimento che stai prendendo?»
 
 
Lo aveva detto.
 
 
Era irritante.
 
 
Con quel tipo di potere, Kamijou pensava che potesse proteggere tutti coloro che voleva proteggere.
 
 
Era irritante.
 
 
Non c'era niente che una ragazza potesse fare quando un essere umano che possiede una forza così schiacciante la stava inseguendo.
 
 
Era irritante.
 
 
Era come se Kamijou fosse la prima persona a dirlo.
 
 
Così irritante che pensò di poter piangere.
 
   
 
«...»
 
«...»
   
Completo silenzio.
+
Silenzio su silenzio, ci fu ancora più silenzio.
 
«Anche io...»
 
 
Era Kanzaki che era stata messa alle strette. Con una sola dichiarazione, una dei dieci maghi più importanti di Londra era stata messa alle strette.
 
   
  +
Se Kamijou fosse stato più tranquillo, sarebbe sicuramente stato sorpreso.
«Anche io non volevo colpirla alla schiena. Era a causa dei suoi vestiti da suora, la ''Chiesa Ambulante''... L'ho colpita solo perché sapevo che non si sarebbe sicuramente fatta male. Ma...»
 
   
  +
«...Io...»
Kamijou non capiva le parole di Kanzaki.
 
   
  +
Era Kanzaki quella con le spalle al muro.
«Non lo sto facendo perché voglio.»
 
   
  +
Con solo poche parole, aveva messo alle strette una dei dieci maghi d'élite di Londra.
«Ma...» disse Kanzaki.
 
   
  +
«Non volevo colpirla davvero sulla schiena. Pensavo che la barriera della sua Chiesa Ambulante funzionasse ancora... L'ho fatto solo perché ero assolutamente sicura che non le avrebbe fatto del male... Eppure...»
«Ma se non lo faccio, non riuscirà a vivere... Morirà.»
 
   
La faccia di Kanzaki Kaori sembrava quella di un bambino in lacrime.
+
Kamijou non capiva cosa Kanzaki stesse cercando di dire.
   
  +
«Non lo sto facendo perché voglio.» continuò lei. «Ma se non lo faccio, non potrà vivere... Lei... morirà.»
«Il nome dell'organizzazione alla quale appartengo è lo stesso di quella ragazza. Una sezione della Chiesa Anglicana Inglese... Necessarius.»
 
   
  +
Kanzaki sembrava una bambina che sul punto di piangere.
Lo disse menre sputava sangue.
 
   
«Quella ragazza è una mia collega... ed anche una mia preziosa amica.»
+
«L'organizzazione alla quale appartengo è la stessa alla quale appartiene lei. Faccio parte di Necessarius della Chiesa Anglicana.» disse come se stesse tossendo sangue. «Index è una mia collega... ed una mia preziosa amica.»
   
 
===Note===
 
===Note===

Latest revision as of 12:57, 5 September 2012

Capitolo 2: L'Illusionista Dona la Morte — The_7th-Egde.[edit]

Parte 1[edit]

Era notte. Le sirene dei camion dei vigili del fuoco e delle ambulanze risuonarono nella strada principale, e infine la oltrepassarono.

Il dormitorio generalmente sembrava deserto, ma l'attivazione dell'allarme antincendio e degli sprinkler aveva capovolto la situazione. In men che non si dica si era riempito di guardoni e di camion dei pompieri.

Kamijou, prima di portarlo con sé, aveva usato la sua mano destra per distruggere la funzione di rintracciamento del velo che era rimasto nella sua stanza. Se non lo avesse fatto, e se lo avesse buttato da qualche parte, avrebbe potuto ingannare quelli che stavano inseguendo Index, ma la ragazza aveva insistito per tenerlo.

Schioccò la lingua in una stradina posteriore. Aveva il corpo insaguinato di Index tra le braccia, in modo da evitare che la ferita toccasse il suolo sporco.

Non poteva affidarla ad un'ambulanza.

Fondamentalmente alla Città Accademia non piacevano gli estranei. Non a caso era circondata da mura e veniva continuamente monitorata da tre satelliti. Persino i camionisti che rifornivano i minimarket avevano bisogno di un ID esclusivo per poter entrare.

Per questo motivo se una senza ID come Index fosse stata ricoverata chiunque ne sarebbe venuto a conoscenza.

Ed il suo nemico faceva parte di un'Organizzazione.

Se fosse stata attaccata lì ci avrebbero rimesso le persone che le stavano vicino, e non si sarebbe potuta difendere se lo avessero fatto mentre si trovava ancora in riabilitazione o durante un intervento chirurgico.

«Ma non posso lasciarla così.»

«Starò... bene. Se puoi... solo fermare l'emorragia...»

La voce di Index era debole e non mostrava alcun accenno al tono meccanico che aveva usato mentre dava spiegazioni sulle rune.

Fu proprio grazie a questo che Kamijou capì che quello che aveva detto non era vero. Non la si poteva curare col bendaggio di un dilettante. Il ragazzo era solito combattere, quindi si prestava da solo i primi soccorsi per la maggior parte delle ferite che voleva tenere segrete. Ma quella che aveva lei sulla schiena era abbastanza brutta da spaventarlo.

Era rimasta solo una cosa su cui potevano fare affidamento.

Ancora non ci credeva, ma non gli restava altro da fare.

«Hey, hey! Riesci a sentirmi?» Kamijou schiaffeggiò leggermente una guancia di Index. «Nei tuoi 103.000 grimori, c'è qualcosa che possa curare le tue ferite?»

Kamijou era convinto che la magia non servisse ad altro che ad attaccare e a guarire nei GDR.

Index aveva spiegato che per natura non era capace di gestire da sé il potere magico e che quindi non poteva usare la magia, ma Kamijou sapeva controllare il soprannaturale, dunque, se lei gli avesse detto cosa fare...

Il respiro della ragazza era debole, ma era dovuto più alla perdita di sangue che al dolore. Le sue pallide labbra tremavano.

«C'è... ma...»

Il viso di Kamijou si illuminò per un istante, prima di sentire quel "ma".

«Non... puoi farlo...» Index esalò un piccolo respiro. «Anche se... ti insegnassi l'incantesimo... il tuo potere sicuramente... interferirebbe... ah... anche se lo imiti... alla perfezione.»

Kamijou guardò sconcertato la sua mano destra.

Imagine Breaker. Il potere che vi risiedeva aveva indubbiamente cancellato le fiamme di Stiyl. C'era quindi la possibilità che avrebbe fatto lo stesso con la magia curativa di Index.

«Merda! Non di nuovo... perché è sempre colpa di questa mano destra!?»

Ma ciò significava solo che aveva bisogno di chiamare qualcuno. Come Aogami Pierce o quella Biribiri Misaka Mikoto. Gli venivano in mente solo le facce delle persone che, per quanto toste, non avrebbe voluto coinvolgere.

«...?» Index si zittì per un po'. «No... Non è quello che volevo dire.»

«?»

«Non la tua mano destra... Il problema è... che tu sei un esper.» In quella torrida notte tremava come se si fosse trovata su una montagna innevata in pieno inverno. «La magia non è... qualcosa che può essere usata da "persone di talento" come voi esper. Le "persone senza talento" volevano... fare ciò che potevano fare le "persone di talento"... per questo motivo crearono particolari formule magiche e rituali... che sono conosciute come magia.»

Kamijou quasi le urlò che non era quello il momento di perdersi in chiacchere.

«Non lo capisci...? Le "persone di talento" e le "persone senza talento" sono fondamentalmente diverse... Le "persone di talento" non possono usare i sistemi creati... per le "persone senza talento"...»

«Cos...?»

Il ragazzo si ammutolì. Per espandere la struttura dei cervelli degli esper venivano utilizzate droghe ed elettrodi, e alla fine si andavano a creare delle differenze rispetto ai normali esseri umani. I loro corpi differivano davvero da quelli degli altri.

Ma non poteva crederci. No, non voleva crederci.

Nella Città Accademia vivevano 2.3 milioni di studenti. Ed ognuno di loro era stato sottoposto al programma di sviluppo dei poteri. Anche se non era evidente, anche se non riuscivano a piegare un cucchiaio pur impegnandosi così tanto da farsi esplodere le vene del cervello, ed anche se erano i più deboli tra gli esper, erano assolutamente diversi da una persona normale.

In altre parole, le persone che vivevano in quella città non potevano usare la magia, l'unica cosa che poteva salvare quella ragazza.

C'era un modo per poter salvare la persona che era stesa di fronte a lui, eppure, nessuno poteva farlo.

«Maledizione...» Kamijou scoprì i canini come una bestia. «Com'è potuto accadere? Com'è potuto accadere!? Che diavolo significa!? Come può essere giusto!?»

Il tremolio di Index peggiorò.

Ciò che Kamijou trovava più difficile da sopportare, era che lei stesse ricevendo una punizione a causa della sua stessa incapacità.

«"Di talento", col cazzo.» sputò fuori. «Non posso nemmeno salvare una ragazza che soffre davanti ai miei occhi.»

Tuttavia non poteva avanzare altri modi per risolvere la situazione. Il fatto che i 2.3 milioni di studenti che vivevano nella città non potevano usare la magia era la regola che aveva bisogno di aggirare.

«...?»

Kamijou improvvisamente si accorse che in quel che aveva pensato qualcosa non andava.

Studenti?

«Hey, qualsiasi persona normale "senza talento" può usare la magia, giusto?»

«...Eh? Sì...»

«E quindi anche se quella persona non ha capacità magiche funzionerà, giusto?»

«Non devi... preoccupartene... Finché riescono a prepararlo correttamente ed ad eseguirlo correttamente... anche uno studente di scuola media riuscirebbe a farlo.» Index pensò per un po'. «Però, se faranno un passo falso, le loro reti e i loro circuiti neurali potrebbero distruggersi... Ma con la conoscenza dei miei 103,000 grimori andrà tutto bene. Non preoccuparti.»

Kamijou sorrise.

Senza pensare, alzò lo sguardo come per ululare alla luna nel cielo notturno.

Era vero che nella Città Accademia vivevano 2.3 milioni di studenti che erano stati modificati per avere un certo tipo di potere psichico.

Ma gli insegnanti che se ne occupavano erano normali esseri umani.

«Spero non si sia già addormentata.»

La faccia di una certa insegnante affiorò nella mente di Kamijou.

Era la faccia di Tsukuyomi Komoe, la responsabile della sua classe alta 135 cm, a cui sarebbe stato bene uno zainetto rosso delle elementari, nonostante fosse un'insegnante.


Kamijou usò un telefono pubblico per farsi dare l'indirizzo di Komoe-sensei da Aogami Pierce. (La mattina aveva pestato e rotto il suo cellulare. Come Aogami Pierce conoscesse l'indirizzo della Sensei era un mistero. Sospettava fosse uno stalker.) Quindi cominciò a camminare con una debole Index sulle sue spalle.

«Il posto è questo...»

Arrivò quindici minuti dopo essersi incamminato dalla stradina posteriore.

Totalmente inadatto all'aspetto da dodicenne di Komoe-sensei, era un appartamento di due piani in legno che sembrava così vecchio e decadente che Kamijou pensava fosse stato segnato dal Bombardamento di Tokyo. Dato che la lavatrice era posta direttamente sul corridoio, all'interno non dovevano esserci cose come un bagno.

Normalmente il ragazzo ci avrebbe fatto delle battute per dieci minuti, ma in quel momento non sorrideva nemmeno.

Dopo aver controllato le targhette delle porte del primo piano, salì delle scale malandate e arrugginite e controllò quelle del secondo. Quando poi raggiunse la porta sul retro più lontana finalmente trovò "Tsukuyomi Komoe" scritto in hiragana.

Kamijou suonò il campanello due volte e calciò l'uscio con tutta la sua forza.

Il piede che colpì la porta fece un suono tremendo.

Ad ogni modo, questa non si spostò di molto. Come sempre Kamijou ebbe la sfortuna di pensare di aver sentito uno spiacevole crack provenire dal suo alluce.

«~ ~ ~!!»

«Sì, sì, siiì! La porta anti-venditore di giornali è l'unica cosa robusta che c'è qui. Adesso apro, okay?»

(Perché non ho semplicemente aspettato?)

Con questo pensiero da far venire le lacrimucce agli occhi, la porta si aprì appena e, attraverso lo spiraglio, si affacciò la testa di Komoe-sensei con addosso un pigiama. La sua espressione rilassata diceva chiaramente che, da quella posizione, non riusciva a vedere la ferita sulla schiena di Index.

«Wah, Kamijou-chan. Hai cominciato a lavorare part-time come venditore di giornali?»

«Quale giornale ha degli impiegati che adescano persone con una suora sulla schiena?» disse Kamijou con disappunto. «Sono piuttosto nei guai, quindi entro. Permesso.»

«A-Aspetta, aspetta, aspetta!» Komoe-sensei cercò freneticamente di bloccare Kamijou mentre questo la spingeva da una parte. «I-Io non posso farti entrare così su due piedi nella mia stanza. E non è solo perché è in un terribile disordine con le lattine di birra che ricoprono il pavimento e i mozziconi di sigaretta accumulati nel portacenere!»

«Sensei.»

«Sì?»

Index v01 127.jpg

«...Veda se può fare la stessa battuta dopo aver visto ciò che sto portando sulle spalle.»

«N-Non stavo scherzando! ...Gyahhh!?»

«Quindi finalmente se n'è accorta!»

«Non avevo visto che aveva una ferita così brutta sulla schiena, Kamijou-chan!»

Komoe-sensei fu presa dal panico all'improvvisa visione del sangue, e Kamijou riuscì finalmente a spostarla e ad entrare.

"La stanza sembrava appartenere ad un uomo di mezza età amante delle scommesse sui cavalli. C'erano dei tatami molto consumati con sopra sparse innumerevoli lattine di birra, insieme ad una vera e propria montagna di mozziconi di sigaretta dentro ad un posacenere argenteo. Al centro della stanza, quasi fosse una barzelletta, c'era pure un tavolo da té, di quelli che un padre testardo avrebbe rovesciato per la frustrazione."

«...Capisco. Quindi non stava scherzando.»

«Suppongo non sia il momento giusto, ma hai qualche problema con le ragazze che fumano?»

Kamijou, mentre fissava la sua insegnante che sembrava avere dodici anni, pensò che difficilmente fosse quello il problema, e contemporaneamente calciò via delle lattine di birra per aprirsi un passaggio. Era restio a sedersi su un tatami consumato come quello, ma non c'era tempo per preoccuparsi di preparare un futon.

Distese Index a faccia in giù sul pavimento per assicurarsi che la ferita non lo toccasse.

I suoi vestiti erano lacerati in un modo che non rendeva visibile il taglio, ma un liquido rosso scuro stava scorrendo verso il basso come se fosse gasolio.

«N-Non dovresti chiamare un'ambulanza? I-Il telefono è lì.»

Komoe-sensei puntò la mano tremolante verso un angolo della stanza. Per qualche ragione, il suo telefono era uno nero di quelli con la ruota.

«Sto perdendo sangue, e così anche il mana vi si trova all'interno.»

Kamijou e Komoe-sensei si voltarono istintivamente verso Index.

Era ancora distesa senza vita sul pavimento, ma i suoi occhi erano silenziosamente aperti, anche se la sua testa stava su un lato come una bambola rotta.

I suoi occhi erano più freddi del pallido chiaro di luna e più precisi degli ingranaggi di un orologio.

Erano così perfettamente sereni da non sembrare appartenere ad un essere umano.

«Pericolo. Capitolo Due, Versetto Sei. La perdita di forza vitale conosciuta come mana, dovuta all'emorragia, ha oltrepassato una certa quantità, di conseguenza sta per essere forzato il risveglio della Penna di John... Se la situazione attuale persiste, il mio corpo perderà il minimo di forza vitale necessaria e morirà in circa 15 minuti, secondo il Tempo Standard Internazionale definito dall'orologio della torre di Londra. Sarebbe meglio se voi seguiste le istruzioni che sto per darvi, al fine di eseguire il trattamento più efficace.»

Komoe-sensei fissò Index sconvolta.

Kamijou a stento poteva biasimarla. Sebbene l'avesse già sentita una volta, non riusciva proprio ad abituarsi a quella voce.

«Allora...»

Il ragazzo guardò Komoe-sensei e cominciò a riflettere.

Se le avesse davvero chiesto di usare la magia, gli avrebbe sicuramente detto che non era il tempo di giocare a fare la maghetta e che comunque era troppo grande per quel genere di cose.

Quindi, come doveva convincerla?

«Hmm. Sensei, Sensei. Questa è un'emergenza, perciò sarò breve. Ho bisogno di svelarle un segreto, venga qui.»

«Cosa?»

Kamijou mosse la sua mano come se stesse chiamando un cagnolino, e Komoe-sensei gli si avvicinò con nonchalance.

Mi spiace, si scusò il ragazzo sussurrando a Index.

Sollevò senza indugio i vestiti strappati, rivelando così la ferita che questi nascondevano.

«Eeh!?»

A mala pena poteva biasimarla per essere rimasta tanto sconvolta.

La ferita era così brutta da scioccare persino lui. Si estendeva dritta in una linea orizzontale attraverso la schiena, come una scatola di cartone sulla quale qualcuno aveva usato un righello ed un taglierino. Dietro al sangue rosso, si potevano vedere il rosa dei muscoli, il giallo del grasso, ed anche qualcosa di duro e bianco che sembrava essere la colonna vertebrale.

Immaginandola come una bocca rossa, le labbra attorno ad essa erano pallidissime, alla stregua di qualcuno che era stato in piscina.

«Ghh...» Kamijou represse delle vertigini ed abbassò con cura i vestiti zuppi di sangue.

Gli occhi gelidi di Index non si muovevano di una virgola, neppure quando gli abiti le toccavano la ferita.

«Sensei.»

«Eh? Sì!?»

«Sto per chiamare un'ambulanza. Nel frattempo, ascolti questa ragazza e faccia qualsiasi cosa le dica... Si assicuri che non perda conoscenza. Come può vedere dai suoi vestiti è una religiosa. Grazie.»

Perché Komoe-sensei continuasse a non credere alla magia, le sarebbe bastato vedere le richieste di Index come una semplice consolazione. Per questo motivo, Kamijou aveva fatto in modo che smettesse di pensare al curare la ferita e che piuttosto si concentrasse sul parlarle ad ogni costo.

La sensei annuì con un'espressione estremamente seria ed un viso pallido.

L'unico problema era che nel frattempo Kamijou sarebbe dovuto stare fuori a non fare niente.

Se fosse arrivata un'ambulanza prima del completamente della magia, la "consolazione" sarebbe dovuta finire. Ciò significava che non poteva davvero chiamarne una.

Ma questo non voleva dire che Kamijou doveva andarsene. Dopotutto poteva usare il telefono nero che c'era nella stanza per chiamare il 117, fingendo poi di richiedere un'ambulanza mentre in realtà parlava con una registrazione.

Il vero problema era un'altro.

«Hey, Index.» le disse Kamijou con delicatezza mentre questa restava stramazzata al suolo. «C'è qualcosa che posso fare?»

«No. L'opzione migliore per te sarebbe quella di andartene.»

Quelle parole così eccessivamente chiare e dirette fecero sì che Kamijou stringesse il pugno così forte da farsi male.

Non c'era niente che poteva fare.

Ed era tutto a causa della sua mano destra, che solo trovandosi nella stessa stanza avrebbe cancellato la magia curativa.

«...Allora, sensei. Sto andando a cercare un telefono pubblico.»

«Aspetta... eh? Kamijou-chan, ho un telefono, ec...»

Il ragazzo ignorò le sue parole, aprì la porta e lasciò la stanza.

Strinse i denti, non poteva far altro che andarsene.

Kamijou corse per la città notturna.

Mentre lo faceva, stringeva la mano destra in grado di distruggere persino i sistemi di Dio, ma incapace di proteggere una sola persona.


Non appena Kamijou Touma lasciò la stanza, Index mosse le sue pallide labbra.

«Qual è l'attuale ora solare in Giappone? E la data?»

«Sono le 8:30 PM del 20 luglio...»

«Pare tu non stia guardando un orologio. Quella è l'ora esatta?»

«Non ne ho uno in stanza, ma il mio orologio interno spacca il secondo, quindi non preoccuparti.»

«...»

«Credimi. Ho sentito che alcuni fantini hanno un orologio interno così preciso da spaccare il millesimo di secondo. Lo si può regolare con alcune abitudini alimentari e seguendo un certo ritmo nelle proprie attività.» rispose Komoe-sensei con fare perplesso.

Poteva non essere un esper, ma era pur sempre un'abitante della Città Accademia. Chi ci viveva in genere aveva un livello di conoscenza medica e scientifica completamente diverso da quello delle altre persone.

Ancora con la faccia all'ingiù, Index guardò fuori dalla finestra muovendo solo gli occhi.

«Dalla posizione delle stelle e dall'angolazione della Luna... si ha un riscontro con la direzione di Sirio, con un margine di errore di 0.038. Giusto per verificarlo ancora una volta. L'attuale ora solare in Giappone è 20 luglio, 8:30 PM, giusto?»

«Sì. Beh, tecnicamente adesso sono passati 53 secondi, ma... Ah, no!! Non ti alzare!!»

Komoe-sensei provò disperatamente a spingerla indietro mentre Index cercava di sedersi, perché così facendo si sarebbe ferita ulteriormente, ma lo sguardo della ragazza non vacillò minimamente.

Questo non era né spaventoso né pungente.

Semplicemente non c'erano più emozioni nei suoi occhi, come se avessero spento una luce con un interruttore.

Non contenevano più una vera presenza.

Era come se la sua anima fosse scomparsa.

«E' vicino alla fine del Cancro. L'ora è tra le 8 e le 12 di notte. La direzione è ovest. Sotto la protezione di Ondina, il ruolo dell'angelo è il cherub...»

Si poteva sentire il suono di Komoe-sensei che tratteneva il respiro.

Inavvertitamente Index, con una delle sue dita insanguinate, aveva cominciato a disegnare un certo tipo di figura in cima al piccolo tavolino da tè. Anche chi non conosceva i cerchi magici avrebbe capito che si trattava di qualcosa di religioso. Komoe-sensei era già un po' scossa, ma adesso qualcosa la travolgeva a tal punto da impedirle di parlare.

Dopo aver disegnato un cerchio di sangue che riempiva l'intero tavolino, Index tracciò un simbolo a forma di stella, un pentagramma.

Tutto attorno vi erano delle scritte in qualche strana lingua. Probabilmente quelle parole erano le stesse che Index stava mormorando. Aveva fatto delle domande sulle costellazioni e sull'ora perché le parole che scriveva cambiavano in base al tempo e alla stagione.

Metteva in pratica la magia senza mostrare la debolezza tipica delle persone ferite.

La sua estrema concentrazione dava l'impressione che non stesse provando alcun dolore.

Quando sentì il suono del sangue gocciolante provenire dalla schiena della ragazza, un brivido silenzioso attraversò Komoe-sensei.

«C-C-C-Cos'è quello?»

«Magia.» Detta questa sola parola Index fece una pausa. «Da adesso in poi avrò bisogno del tuo aiuto e del tuo corpo. Se farai come dico, non ci saranno fatalità e nessuno porterà rancore verso di te.»

«C-Come puoi parlare così tranquillamente!? Stenditi ed aspetta l'ambulanza! Ehm... bende, bende. Con una ferita così brutta, dovrei fasciare la zona attorno all'arteria per fermare l'emorragia...»

«Quel livello di trattamento non potrà curarmi completamente. Non so cosa sia un'ambulanza, ma sarà capace di chiudere questa ferita nei prossimi 15 minuti e di rifornirmi del livello di mana di cui necessito?»

«...»

Un'ambulanza avrebbe impiegato dieci minuti ad arrivare, anche se l'avessero chiamata subito. E ci avrebbero messo altrettanto tempo per portarla in ospedale, senza contare che il trattamento non sarebbe iniziato immediatamente. Komoe-sensei non riusciva proprio a capire cosa potesse significare un termine occulto come "mana", ma era vero che la sola chiusura della ferita non l'avrebbe rimessa in sesto.

Se in quel momento gliel'avessero ricucita con ago e filo, questa pallida ragazza sarebbe stata abbastanza forte da riprendersi?

«Per favore.» disse Index senza il minimo cambio d'espressione.

Una miscela di sangue e saliva le stava gocciolando da un lato della bocca.

In lei non c'era energia. Non c'era nemmeno nulla di spaventoso. Ma quella calma e quell'autocontrollo erano più terrificanti di qualsiasi altra cosa. Tutto quel che faceva sembrava farle allargare la ferita, e ciò le dava l'aspetto di una macchina rotta che continuava a funzionare senza accorgersi che c'era qualcosa che non andava.

(Se facessi qualcosa che la facesse insistere, la situazione potrebbe anche peggiorare.)

Komoe-sensei sospirò. Ovviamente non credeva nella magia. Tuttavia, Kamijou le aveva detto di mantenere viva la conversazione per assicurarsi che la ragazza non perdesse conoscenza.

Tutto ciò che poteva fare era cercare di non provocare quella persona seduta di fronte a lei, sperare che Kamijou chiamasse un ambulanza al più presto possibile e fidarsi dell'eccellente pronto soccorso dei tecnici di emergenza sanitaria dell'ambulanza.

«Allora, cosa dovrei fare? Non sono una maghetta.»

«Ti ringrazio per la cooperazione. Per prima cosa... prendi... prendi quella... quella... cos'è quella cosa nera?»

«? Oh, è una memory card per i giochi.»

«??? ...Beh, va bene. Ad ogni modo, prendi quella cosa nera e ponila al centro del tavolo.»

«Tecnicamente, è un tavolo da tè...»

Komoe-sensei fece come le era stato detto e mise la memory card al centro del tavolo da tè. Poi prese una custodia per matite meccaniche, una scatola di cioccolatini vuota, due libri tascabili e ci mise anche quelli. Prese anche due piccoli modellini che si trovavano nelle confezioni di cibo, e li allineò l'uno vicino all'altro.

La sensei si chiedeva quale fosse il fine, ma Index era ancora del tutto seria nonostante sembrasse sul punto di collassare.

Ogni lamentela di Komoe-sensei spariva di fronte allo sguardo simile ad una spada giapponese che proveniva da quel viso pallido.

«Cos'è questo? L'hai chiamata magia, ma non è solo giocare con le bambole?»

Di fatto, il tutto sembrava la versione in miniatura della stanza. La memory card era il tavolo da tè, i due libri in piedi erano la libreria e l'armadio, ed i due modellini erano negli stessi posti delle due persone nella stanza. Quando delle perline di vetro vennero sparse sul tavolo da tè sembrarono fermarsi nei posti che replicavano esattamente le lattine di birra sul pavimento.

«La sostanza non importa. E' uguale al funzionamento di una lente d'ingrandimento, a prescindere che questa sia fatta di vetro o di plastica... Sinché la forma ed il ruolo sono gli stessi, la cerimonia è eseguibile.» mormorò Index sudando. «Tutto ciò di cui ho bisogno è che tu porti accuratamente a termine le mie istruzioni. In caso di errore il tuo cervello ed i tuoi neuroni si consumeranno.»

«???»

«Sto dicendo che in caso di fallimento il tuo corpo sarà fatto a pezzi e tu morirai. Per favore, sii prudente.»

«Bh!?» Komoe respirava a fatica, ma Index continuava non prestandole alcuna attenzione.

«Adesso creeremo un tempio per l'angelo che vi discenderà. Segui la mia voce e canta.»

Quel che Index fece dopo non fu parlare, ma emettere un vero e proprio suono.

Senza pensare a cosa potesse significare, Komoe-sensei cercò di copiarne giusto il ritmo, intonandolo e provando a cantarlo.

E...

«Kyahh!?»

Ad un tratto, anche i modellini in cima al tavolo da tè cominciarono a "cantare". Uno dei due urlò "Kyahh!?" in contemporanea. Vibravano. Proprio come la vibrazione trasmessa attraverso i fili del telefono risultava in una voce nel bicchiere di carta all'altra estremità, il modellino vibrava e riproduceva la voce di Komoe-sensei.

La ragione per cui l'insegnante non si fece prendere dal panico e non fuggì dalla stanza era probabilmente perché viveva in una città con 2.3 milioni di esper. Una persona normale avrebbe pensato che fossero fuori di testa.

«Collegamento completo.» la voce di Index e quella proveniente dal tavolo da tè risuonarono doppie. «Il tempio creato sul tavolo è stato collegato con la stanza. In parole povere, ogni cosa che accadrà in questa stanza accadrà sul tavolo, e ogni cosa che accadrà sul tavolo accadrà in questa stanza.»

Index spinse leggermente il tavolo da tè con il piede.

In quell'istante, l'intero appartamento vibrò sotto i piedi di Komoe-sensei come per un forte impatto.

La sensei sentiva l'aria soffocante della stanza divenire limpida come quella di una foresta al primo mattino.

Ad ogni modo, non apparve niente di simile ad un angelo. C'era solo qualcosa che poteva essere descritto come una presenza invisibile. Komoe-sensei fu assalita dalla sensazione di essere osservata da migliaia di occhi in ogni direzione.

E poi, ad un tratto, Index gridò.

«Immagina! Immagina un angelo dorato con il corpo di un bambino! Immagina un bellissimo angelo con due ali!»

Per compiere la magia era essenziale stabilire il proprio territorio.

Per esempio, se si lanciasse un sassolino nell'oceano le increspature sarebbero piccole. Tuttavia, se si gettasse un sassolino in un secchio d'acqua le increspature sarebbero grandi. Era la stessa cosa. Per alterare il mondo con la magia andava definito il luogo dove sarebbe avvenuto il cambiamento.

Il protettore era il dio temporaneo di un piccolo spazio.

Se una persona immaginava un protettore, definiva la sua forma e riusciva a controllarlo liberamente poteva far accadere cose misteriose in una zona limitata.

Komoe-sensei non aveva ricevuto alcuna spiegazione e aveva alcune difficoltà ad immaginarne uno. Il termine "angelo dorato" le faceva pensare solo a quella cosa del singolo d'oro o dei cinque d'argento[1].

Come l'immagine nella mente della sensei si confuse sempre più, anche la presenza che li circondava perse la propria forma. Una sensazione sgradevole le percorse schiena, come se fosse stata avvolta in della melma putrefatta ai piedi di una palude.

«Immaginalo! Non verrà effettivamente evocato un angelo. E' solo una raccolta di mana invisibile. Prenderà forma secondo il tuo volere da utilizzatrice di magia!»

Doveva essere davvero disperata, perché anche la voce di quella fredda e meccanica Index era diventata affilata come una stalattite.

Dinanzi a quell'improvviso cambiamento Komoe-sensei spalancò gli occhi e si affrettò a sussurrare.

(...Un angelo carino, un angelo carino, un angelo carino...)

Confusa, rievocò disperatamente l'immagine di una ragazza dalle sembianze di angelo che aveva visto in uno shoujo manga molto tempo prima.

Quella cosa che sembrava melma invisibile sospesa nell'aria della stanza aveva preso forma, come se fosse stata spinta all'interno di una nuvoletta di forma umana... o almeno così sembrava a Komoe-sensei.

Aprì timidamente gli occhi per controllare.

(...Eh? Non verrà effettivamente evocato un angelo?)

Proprio quando le cominciarono a venire i primi dubbi, la nuvoletta d'acqua dalla forma umana esplose e la melma invisibile schizzò per tutta la stanza.

«Kyahh!!»

«...Il fissaggio della forma è fallito.» Index guardò intorno con lo sguardo tagliente. «Sarà sufficiente che il tempio sia protetto da un'Ondina blu... Continuiamo.»

Le parole di Index erano piuttosto positive, ma i suoi occhi non mostravano alcuna felicità.

Komoe-sensei batté le ciglia come un bambino i cui genitori avevano visto la verifica insufficiente che aveva cercato di nascondere.

«Canta. Solo un altro po' e sarà finita.»

Sebbene fosse vittima di una crescente confusione e di pensieri sempre meno chiari, quell'ordine tagliente non riuscì a farle perdere la calma.

Index, la sensei ed i due modellini sul tavolo da tè cantarono.

La schiena del modellino di Index cominciò a sciogliersi.

Era come una gomma tenuta su un accendino. Si sciolse, la superficie perse la sua irregolarità, diventò liscia, si raffreddò e si indurì ancora una volta, quindi recuperò la forma originale.

Komoe-sensei si sentiva il cuore congelare.

Al momento Index era seduta dall'altra parte del tavolo da tè, di fronte a lei.

Non aveva il coraggio di alzarsi ed andare a controllare la sua schiena.

Il pallido viso della ragazza era ricoperto di sudore.

I suoi occhi di ghiaccio ancora non mostravano alcun segno di dolore o sofferenza.

«Rifornimento di mana e stabilizzazione della condizione confermato. Ritorno alla modalità riposo della Penna di John.»

Come se fosse stato premuto un pulsante, tornò una leggera luce negli occhi di Index.

Il calore riempì l'atmosfera della stanza, sembrava fosse stato riacceso un fuoco in un caminetto freddo.

Lo sguardo negli occhi di Index era così caldo e gentile che era per Komoe-sensei era impossibile non sentirlo. Era lo sguardo di una ragazza normale.

«Quindi, se il protettore che è disceso è tornato indietro ed il tempio è stato distrutto, è finita.» Index sorrise dolorante. «Questa è la magia. Proprio come apple e ringo[2] che significano la stessa cosa. Non hai bisogno di una bacchetta magica di vetro quando hai un ombrello di plastica della stessa chiarezza. Vale anche per le carte dei tarocchi. Finché i disegni ed i numeri corrispondono, puoi eseguire delle divinazioni con i ritagli di uno shoujo manga.»

Il sudore di Index non si fermò.

Komoe-sensei cominciò a pensare che ciò che aveva fatto aveva solo peggiorato le sue condizioni.

«Non preoccuparti.» Persino allora Index sembrò sul punto di svenire. «E' lo stesso del raffreddore. Si guarisce da soli. La ferita in sé è stata chiusa, quindi starò bene.»

Non appena ebbe finito di parlare, il suo corpo collassò. Cadde anche il modellino. Il tavolo da tè vibrò leggermente e la stanza che vi era collegata venne assalita da un terribile tremolio.

Komoe-sensei stava per andare a soccorrerla, ma Index iniziò a cantare.

Quando anche la sensei iniziò a cantare l'ultima canzone l'aria tornò alla sua solita pesantezza. Komoe-sensei scosse con cautela il tavolo da tè, ma non accadde nulla.

(Grazie a Dio.)

Non appena Komoe-sensei chiuse gli occhi per il sollievo Index parlò.

L'insegnante pensava che chiunque sarebbe stato felice di constatare che la propria ferita era guarita, ma la suora disse qualcos'altro.

«Sono felice di non essere stata un peso per nessuno.»

Komoe-sensei la fissò con un'espressione sorpresa.

«...Se fossi morta qui, forse lui sarebbe rimasto con questo peso sulle spalle.»

Index chiuse gli occhi, come se stesse sognando, e non disse nient'altro. Quando quella ragazza era stata colpita alla schiena ed era svenuta, e quando aveva eseguito quello strano rituale, non aveva pensato nemmeno una volta a se stessa. Aveva pensato alla persona che l'aveva portata sin lì.

Komoe-sensei non riusciva ad avere gli stessi pensieri. Non aveva nessuno a cui rivolgerli.

Fu questo a spingerla a chiedere una cosa.

Era certa che Index si fosse già addormentata e che non l'avrebbe sentita, proprio per questo lo chiese.

Eppure, la ragazza rispose con gli occhi ancora chiusi.

«Non lo so.»

Non si era mai sentita a quel modo per nessuno prima, e non sapeva che sensazione fosse. Ma quando si era così incautamente arrabbiato per lei davanti a quel mago, aveva voluto che scappasse, anche a costo di costringerlo. E quando era stato costretto a scappare da Innocentius per poi tornare indietro, aveva pensato di essere sul punto di piangere.

Non lo capiva, ma quando era con lui, niente andava mai come voleva e si sentiva sotto pressione.

Eppure, quelle cose inaspettate erano molto divertenti e la rendevano davvero felice.

Ad ogni modo, non sapeva che sentimento fosse.

Questa volta, Index cadde in un sonno profondo con il sorriso sulle labbra, come se stesse facendo un sogno piacevole.

Parte 2[edit]

Poco dopo l'alba i suoi sintomi erano molto simili a quelli di un raffreddore.

Index era costretta a letto con febbre alta e mal di testa. Non aveva il naso gocciolante o il mal di gola, perché non aveva contratto nessun virus. Tutto quel che doveva fare era riprendersi, perciò non importava quante medicine per l'influenza prendesse, non avrebbe risolto nulla.

«...Quindi, perché indossi solo delle mutandine lì sotto?»

Sicuramente Index non riusciva a sopportare l'afoso caldo del futon, perché aveva un asciugamano bagnato sulla fronte e teneva una gamba fuori in direzione di Kamijou. Indossava la parte superiore di un pigiama verde pallido, e ciononostante la sua coscia dal colore abbagliante era scoperta quasi per intero. La sua pelle era leggermente rosata per via della febbre.

L'asciugamano era diventato tiepido, quindi Komoe-sensei lo immerse in un catino pieno d'acqua e lo strizzò, lanciando un'occhiataccia a Kamijou.

«...Kamijou-chan. Penso che quei vestiti fossero un po' eccessivi.»

"Quei vestiti" probabilmente era riferito all'abito da suora ricoperto di spille da balia.

Kamijou era d'accordo al 100% ma Index, visto che le era portato via la solita tunica, aveva l'aspetto di un gatto infastidito.

«La vera domanda è come il pigiama di un'adulta amante della birra e fumatrice accanita come lei stia così bene ad Index. Qual è la differenza d'età tra di voi?»

«Cos...!»

Komoe-sensei (età sconosciuta) si ammutolì, ma Index proseguì dandole il colpo di grazia.

«Per favore, non guardarmi così dall'alto in basso. Per la verità questo pigiama è un po' stretto attorno al petto.»

«Cosa... impossibile! Non può essere vero, mi stai prendendo in giro!» protestò Komoe-sensei.

«Piuttosto, com'è possibile che ti senta stringere se non hai nulla sul petto!?» chiese Kamijou.

«...»

«...»

Le due ragazze lo guardarono male e l'anima di Kamijou entrò automaticamente in modalità prostrazione.

«Giusto, giusto. Ad ogni modo, Kamijou-chan, chi è esattamente questa ragazza?»

«Mia sorella minore.»

«Che razza di scusa. Con quei capelli argentati e quegli occhi verdi, è chiaramente una straniera!»

«E' la mia sorellastra.»

«...Sei un pervertito?»

«Sto scherzando! So bene che con una sorellastra non sarebbe l'ideale, ma con una vera sorella sarebbe contro le regole!»

«Kamijou-chan.» disse lei, cambiando tutto ad un tratto il tono della sua voce in quello da professoressa.

Kamijou si ammutolì. Non era poi così strano che Komoe-sensei volesse sapere cosa stesse accadendo. Non solo lui le aveva portato in casa una singolare straniera, ma la ragazza aveva avuto una ferita da spada sul dorso della schiena che chiaramente puzzava di cattive notizie, e la sensei era persino stata costretta a partecipare a qualche strano rituale magico.

Sarebbe stato difficile chiederle di chiudere un occhio.

«Sensei, posso sapere una cosa?»

«Cosa?»

«Me lo sta chiedendo per comunicarlo alla polizia o al Consiglio di Amministrazione della Città Accademia?»

«Sì.» disse immediatamente Komoe-sensei annuendo. Senza esitazione, aveva detto al suo allievo che stava per tradirlo. «Non so in che tipo di situazione vi troviate voi due.» Komoe-sensei sorrise. «Ma se accade qui, nella Città Accademia, risolverlo è il nostro dovere di insegnanti. Prendersi cura dei bambini è compito degli adulti. Adesso che so che siete in pericolo, non posso stare con le mani in mano.»

Questo era ciò che aveva detto Tsukuyomi Komoe.

Eppure, non aveva alcun potere, alcuna forza, ed alcun dovere di agire così.

Tutto quel che aveva fatto era stato dirlo con la schiettezza di una famosa katana capace di colpire il punto giusto al momento giusto.

«Io...» cominciò Kamijou prima di finire col sussurrare: «...non sono alla sua altezza.»

Kamijou aveva vissuto ben 15 anni o giù di lì, eppure, non aveva mai visto nessun altro come quella professoressa, una di quelle che si vedevano nei drama e che non apparivano più nemmeno nei film.

E così...

«Se fosse una completa estranea non esiterei a coinvolgerla, ma le devo un favore per quella magia, quindi non posso permettermelo.»

La risposta di Kamijou fu immediata.

Komoe-sensei rimase in silenzio per un po'.

«Mhh. Non ho intenzione di farmi giocare da qualche frase figa.»

«...? Sensei, perché si è alzata ed è andata alla porta?»

«Per ora sarà una sospensione di trattative. Ho bisogno di andare al supermercato per fare delle compere. Kamijou-chan, vedi di capire cosa mi dovrai dire nel frattempo. E...»

«E?»

«Potrei sentirmi così presa dalla spesa dal finire col dimenticarmene. Nessun imbroglio quando sarò di ritorno. Accertati di dirmelo, okay?»

Kamijou ebbe la sensazione che Komoe-sensei avesse sorriso.

Sì sentì il suono della porta dell'appartamento che si apriva e poi si chiudeva, lasciando Kamijou e Index da soli in quella stanza.

(Sta cercando di essere gentile.)

Kamijou, visto il sorriso da bambina birbante di Komoe-sensei, aveva avuto la sensazione che questa, una volta tornata dal supermercato, avrebbe "dimenticato tutto".

Se in seguito avesse deciso di parlargliene sarebbe sicuramente andata su tutte le furie e avrebbe inveito con: "Perché non me l'hai detto prima!? Me ne sono totalmente dimenticata!", per poi accettare con gioia di aiutarlo.

Con un sospiro Kamijou si voltò verso Index, che stava all'interno del futon.

«...Mi dispiace. So che non è il momento giusto per preoccuparsi dell'aspetto.»

«Non preoccuparti. E' meglio così.» Index scosse la testa. «Sarebbe sbagliato continuare a coinvolgerla... E non può usare più la magia.»

«?»

Kamijou aggrottò le sopracciglia.

«I grimori sono pericolosi. Vi si trovano informazioni strane ed aberranti, così come leggi assurde in grado di alterare la realtà. Che siano buone o cattive, quelle cose sono tossiche per questo mondo. Il solo imparare qualcosa di un "mondo diverso" ti distruggerebbe cervello.» spiegò Index.

Kamijou cercò di interpretarlo in modo che potesse capire.

(Quindi è come forzare l'avvio di un programma che non è compatibile con il sistema operativo del computer?)

«Il mio cervello ed il mio spirito sono protetti da barriere religiose, e inoltre i maghi che provano ad andare oltre l'essere umani devono superare i limiti delle loro stesse conoscenze per arrivare alla condizione psichica desiderata, che per certi versi è simile all'insanità mentale. Ad ogni modo, per una persona normale proveniente da un paese così debolmente religioso come il Giappone, un'altra magia potrebbe essere fatale.»

«C-Capisco...» Kamijou riuscì in qualche modo a nascondere il proprio stupore. «Beh, è un peccato. Speravo fosse in grado di eseguire qualche alchimia per me. Conosci l'alchimia, no? Può tramutare il piombo in oro.»

Ovviamente aveva omesso di aver conosciuto questo argomento tramite un gioco di ruolo dove si combinavano gli oggetti e con una giovane alchimista come protagonista.

«Beh, per quello c'è una tecnica che si chiama Ars Magna, ma preparare gli attrezzi con materiali moderni costerebbe... uhm... sette trilioni di yen, secondo la valuta di questo paese.»

«………………………………………………………. Bene, decisamente non ne vale la pena.» mormorò Kamijou privo di qualsiasi sentimento.

Index sorrise debolmente e disse: «...Sì. Far diventare oro il piombo non serve a niente se non a far felici i nobili.»

«Ma... aspetta. Adesso che ci penso, cosa si fa? Come funziona? Se fai diventare oro il piombo, significa che modifichi gli atomi Pb in Au?»

«Non lo so esattamente, ma è solo una tecnica del quattordicesimo secolo.»

«Aspetta, stai dicendo quello che penso? E' davvero il cambiamento della disposizione atomica!? Vuoi dire che potresti causare il decadimento dei protoni senza un acceleratore di particelle ed una fusione nucleare senza un reattore!? Aspetta un secondo. Forse nemmeno i sette Level 5 della Città Accademia ne sarebbero capaci!»

«???»

«Aspetta, non fare una faccia così confusa! Ehm... ehm... Ah. Per farti capire quanto sarebbe figo: con una cosa del genere potresti facilmente creare robot atomici o mobile suit[3]

«Che cosa sono?»

Con quelle tre parole distrusse tutti i sogni degli uomini.

Vedendo la testa di Kamijou penzolare senza vita, Index sembrò capire di aver detto qualcosa di sbagliato.

«C-Comunque, le spade ed i bastoni magici usati nelle cerimonie possono essere rimpiazzati con dei materiali moderni, ma c'è un limite... In particolar modo per gli oggetti magici che hanno a che vedere con Dio come la Lancia di Longino, il Santo Graal di Giuseppe o il Crocifisso. Anche dopo 1000 anni, pare che non si possano costruire delle sostituzioni... ah...»

Ad un certo punto, mentre parlava con entusiasmo, Index iniziò a tenersi le tempie come se stesse soffrendo i postumi di una sbornia.

Kamijou Touma guardò la faccia della ragazza distesa sul futon.

All'interno della sua testa possedeva 103.000 grimori. Leggerne solo uno avrebbe potuto far impazzire chiunque, eppure, ne aveva memorizzato ogni singola lettera. Quanto aveva sofferto?

E nonostante ciò, Index non si era mai lamentata del proprio dolore.

«Vuoi saperlo?» chiese lei come per scusarsi con Kamijou, mentre ignorava il suo stesso malessere.

Il solito tono allegro di Index aveva creato un'atmosfera dove il parlare a bassa voce era più enfatizzato e trasmetteva più determinazione.

(Idiota di una sensei.)

A Kamijou non importava molto della situazione di Index. In qualsiasi condizione si fosse trovata, non l'avrebbe mai abbandonata. Finché fosse riuscito a sconfiggere i suoi nemici e a proteggerla, non aveva motivo di scavare nel suo doloroso passato.

«Vuoi conoscere le circostanze in cui mi trovo?» ripetè la ragazza che chiamava se stessa Index.

Kamijou si decise e rispose: «Mi fai sentire come un prete, sai?»

In un certo senso, era vero. Si sentiva come un prete che ascoltava le confessioni di un peccatore.

«Sai perché?» chiese Index. «La Chiesa Cristiana originariamente era una singola organizzazione, ma adesso ci sono i Cattolici, i Protestanti, i Cattolici Romani, gli Ortodossi Russi, gli Anglicani, i Nestoriani, gli Atanesiani, gli Gnostici ed altri. Sai perché è accaduta questa scissione?»

«Beh...»

Kamijou aveva almeno sfogliato il libro di storia, quindi aveva un'idea di quale fosse la risposta. Tuttavia, esitava a menzionarla difronte al "vero" Indice.

«Va bene così.» la ragazza sorrise. «E'successo perché la politica si è mischiata con la Chiesa. Le sette si scissero, opposte l'una all'altra, e combatterono. Alla fine, anche le persone che credevano nello stesso Dio erano tra loro nemiche. Anche se credevamo nello stesso Dio, camminavamo tutti su strade diverse.»

Ovviamente, c'erano modi diversi di pensare. Alcuni volevano far soldi tramite la parola di Dio, mentre altri non lo permettevano. Alcuni sentivano di essere amati da Dio più di chiunque altro al mondo, mentre altri si rifiutavano di accettarlo.

«Dopo che le sette finirono di interagire le une con le altre, tutte, compresa la mia, vennero sottoposte ad un personale sviluppo che portò alla formazione di caratteristiche individuali. Cambiavamo secondo la situazione e la cultura delle nostre nazioni.» Index prese un piccolo respiro. «La Chiesa Cattolica Romana gestisce e controlla il mondo, la Chiesa Ortodossa Russa scova ed elimina l'occulto, e la Chiesa Anglicana, alla quale appartengo io...»

Per un secondo, le venne un nodo alla gola.

«L'Inghilterra è il paese della magia.» disse come se fosse un ricordo doloroso. «Quindi la Chiesa Anglicana è fortemente specializzata nella cultura anti-mago e nelle tecniche come quelle della caccia alle streghe o dell'Inquisizione.»

Solo a Londra c'era un numero di gruppi pubblici che si erano auto-proclamati associazioni magiche, e quelli realmente esistenti erano dieci volte più di quelli sulla carta. Il loro modo di fare, cominciato come un mezzo per proteggere i cittadini dai "maghi cattivi che si aggiravano nella città", si era spinto troppo verso un'unica direzione e ad un certo punto era diventato una cultura di massacri ed esecuzioni.

«La Chiesa Anglicana ha una divisione speciale.» disse Index come se stesse confessando i propri peccati. «Investiga la magia e sviluppa cotromisure con le quali sconfigge i maghi. E' conosciuta come Necessarius.» Sembravano proprio le parole di una suora. «Se non conosci il tuo nemico, non ti puoi difendere dai suoi attacchi. Però, comprendere un nemico impuro, renderà impuro il tuo cuore e, toccare un nemico impuro, renderà impuro il tuo corpo. Ecco perché Necessarius, la Chiesa dei mali necessari, fu creata per convogliare in un posto solo tutte quelle impurità. Ed il caso più estremo sono...»

«I 103.000 grimori.»

«Sì.» Index annuì leggermente. «La magia è come un'equazione. Se risolvi bene i calcoli puoi contrattaccare il tuo avversario. E' per questo che i 103.000 grimori sono stati impiantati dentro di me... Se conosci la magia che c'è in tutto il mondo, puoi neutralizzare la magia di tutto il mondo.»

Kamijou guardò la sua mano destra.

Aveva pensato che non servisse a niente. Il suo potere non gli avrebbe permesso di battere un solo delinquente, non avrebbe alzato i suoi voti nei test e non l'avrebbe reso popolare tra le ragazze, perciò l'aveva perlopiù ignorato.

Ma quella ragazza aveva attraversato l'Inferno per avere la stessa cosa.

«Però, se questi grimori sono così pericolosi e sai dove si trovano, perché non li bruci senza leggerli? Finché ci saranno persone che possono leggerli ed imparare, i maghi continueranno ad apparire, no?»

«I libri in sé sono meno importanti dei contenuti. Anche se ti disfacessi di un Originale, i maghi che ne conoscono gli insegnamenti li trasmetterebbero ai loro discepoli, quindi non avrebbe senso. Anche se chi compie atti del genere è conosciuto più come stregone che come mago.» spiegò Index.

(E' come per i dati postati su internet? Anche cancellando gli originali continueranno ad esistere delle copie.)

«Inoltre, un grimorio non è niente di più che un manuale.» Index parlava come se stesse soffrendo. «Leggerne uno solo non ti rende un mago. I maghi li interpretano in modo che gli si addicano, e creano un nuovo tipo di magia.»

Più che a dei dati assomigliavano ad un virus in continuo cambiamento.

Per eliminarlo del tutto lo si doveva analizzare costantemente e ogni volta creare un nuovo antivirus.

«Come ho detto prima, i grimori sono pericolosi.» Index socchiuse gli occhi. «Quando ci si vuole sbarazzare di una copia, un Inquisitore esperto deve tenere gli occhi cuciti per prevenire la corruzione del proprio cervello, ed anche in quel caso, deve spendere cinque anni di battesimo per liberarsi completamente dal veleno. La mente umana non riesce a sostenere un Originale. Il massimo che si può fare ai 103.000 Originali sparsi per il mondo è sigillarli.»

Sembrava stesse discutendo cosa fare di un vasto insieme di scorie di armi nucleari.

A dire la verità, le due cose erano abbastanza simili. Probabilmente non se lo sarebbero aspettato nemmeno le persone che li avevano scritti.

«Tsk. Ma la magia non può essere usata da persone normali, escludendo noi esper? Allora non si dovrebbe espandere in tutto il mondo in pochissimo tempo?»

Kamijou ricordò le fiamme di Stiyl. Cosa sarebbe accaduto se tutti nel pianeta avessero avuto quel potere? Il sapere comune di quel mondo fondato sulla scienza sarebbe andato in pezzi.

«Non... devi preoccupartene. Le associazioni magiche non sono così imprudenti da lasciar trapelare i grimori al pubblico.»

«? Perché no? Per loro non sarebbe meglio avere più compagni che combattano al loro seguito?»

«Il motivo è esattamente questo. Se ogni persona che possiede una pistola fosse un amico, non ci sarebbero guerre.»

«...»

Solo perché due persone conoscevano la magia, non per forza stavano dalla stessa parte.

Proprio perché conoscevano la forza dei propri poteri volevano evitare di farsi nemici altri maghi.

I grimori venivano trattati come progetti per una nuova arma.

«Hmm. Penso di aver capito.» Kamijou sembrava essere immerso nella discussione. «Quindi, fondamentalmente, vogliono mettere le mani sulla bomba che c'è nella tua testa.»

Index era una libreria che conteneva nella propria memoria le copie perfette dei 103.000 grimori Originali. Ottenere lei significava ottenere tutta la magia del mondo.

«...Giusto.» Dalla sua voce, sembrava che stesse per morire. «Con i 103.000 grimori saresti in grado di distorcere a tuo piacere qualsiasi cosa nel mondo, senza alcuna eccezione. Quello è ciò che noi chiamiamo Majin.»

Non inteso come divinità del mondo demoniaco, ma come persona che aveva imparato a dominare la magia a tal punto da entrare a far parte del regno di Dio.

Un Majin.

(...Col cazzo.)

Kamijou aveva cominciato a stringere i denti senza rendersene conto.

Da come si stava comportando Index, poteva dedurre che quei 103.000 grimori non le erano stati impiantati in testa consenzientemente. Kamijou ricordava le fiamme di Stiyl. La sola ragione che la spingeva a fare una una vita simile era prevenire più vittime possibili.

Kamijou non poteva sopportare come i maghi se ne stessero approfittando, né poteva sopportare come la Chiesa la chiamasse "impura". Tutti loro stavano trattando un essere umano come un oggetto, e Index doveva aver conosciuto solo persone così. Il fatto che, nonostante tutto, continuasse a mettere se stessa in secondo piano, era ciò che più infastidiva Kamijou.

«...Scusa.»

Kamijou non sapeva cosa lo facesse arrabbiare tanto.

Ma quella sola parola bastò a fargli perdere il controllo.

Diede un leggero colpetto sulla fronte di Index.

«...Oh, ma per favore. Perché non mi hai detto prima qualcosa di così importante?»

Index gelò nel vedere che Kamijou la fissava con i canini scoperti. I suoi occhi si spalancarono come se avesse fatto qualcosa di terribilmente sbagliato e le sue labbra si mossero affannosamente come se stesse cercando di dire qualcosa.

«Ma non pensavo mi avresti creduto e non volevo spaventarti. E... uhm...»

Index sembrava stare per scoppiare a piangere, e mentre parlava, la sua voce diventava sempre più bassa. Alla fine, Kamijou riusciva ad udirla a malapena.

E ciononostante il ragazzo la sentì: «Non volevo che tu mi odiassi.».

«No, col cazzo!!» Kamijou udì letteralmente il suono di uno schiocco. «Non guardare le persone dall'alto in basso e non spuntartene con dei tuoi giudizi su di loro! Segreti della chiesa? 103.000 grimori? Sì, quelle cose sono strepitose ed incredibili. E sì, sembra tutto così assurdo che ancora non ci credo davvero. Ma...» Kamijou si fermò per un po'. «E' tutto qui?»

Index spalancò gli occhi.

Le sue piccole labbra si mossero affannosamente come se stesse cercando di dire qualcosa, ma non le uscì niente.

«Non guardarmi in quel modo. Pensi davvero che ti considererei spaventosa o disgustosa, o qualcosa del genere, solo perché hai memorizzato 103.000 grimori!? Pensi che ti avrei abbandonata e me la sarei data a gambe dai maghi che ci sono comparsi davanti? Col cazzo. Se quello era tutto ciò di cui ero capace, non ti avrei proprio presa con me!»

Mentre parlava, Kamijou finalmente capì cosa lo agitasse tanto.

Tutto ciò che aveva voluto era essere d'aiuto ad Index. Non voleva più vederla soffrire. Solo questo. Eppure, lei non aveva lasciato che la proteggesse, mentre si era messa in pericolo per salvarlo. Kamijou l'aveva voluta sentir chiedere aiuto almeno una volta.

Era stato frustante per lui.

Veramente tanto, tanto frustrante.

«...Abbi un po' fiducia in me. Non giudicare le persone.»

Tutto qui. Anche se non avesse avuto la sua mano destra e fosse stato una persona normale, Kamijou non avrebbe mai lasciato perdere.

Mai e poi mai.

Index, stupefatta, fissò per un po' la faccia di Kamijou.

Quando poi delle lacrime sgorgarono dai suoi occhi.

Come se fossero fatti di ghiaccio e stessero cominciando a sciogliersi.

Index serrò le labbra per soffocare i singhiozzi, ma tremavano come se non potesse contenersi ancora per molto. Si portò il futon fin sulla bocca e lo morse. Le lacrime diventarono così grandi che, se non fosse stato per la coperta, sembrava avrebbe strillato come un bambino dell'asilo.

Con ogni probabilità, quelle lacrime non erano solo una risposta a ciò che il ragazzo aveva detto sino a quel momento.

Kamijou non era abbastanza presuntuoso da pensare fosse così. Dubitò che sue parole avessero avuto tanto effetto. Più che altro, pensò che quel che aveva detto fosse stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Index v01 157.jpg

Kamijou sentì il proprio cuore rompersi al pensiero che nessun altro le avesse mai detto cose del genere e contemporaneamente capì di aver finalmente visto la "debolezza" di Index, il che lo rendeva un po' felice.

Comunque non era un pervertito che si divertiva a guardare le ragazze piangere.

Infatti, era una situazione molto strana.

Se Komoe-sensei, senza sapere nulla, fosse entrata in quel momento, era sicuro che gli avrebbe prontamente detto di morire.

«E-Ehm... Ecco. Con la mia mano destra, i maghi non hanno alcuna speranza!»

«...Ma... sob... hai detto che hai le lezioni di recupero durante le vacanze estive.»

«...L'ho detto?»

«L'hai decisamente detto.»

Sembrava proprio che la ragazza che aveva memorizzato 103.000 libri alla perfezione possedesse una memoria eccellente.

«Stravolgere la routine di una persona per una cosa del genere non è poi un gran problema. Le mie lezioni di recupero non sono così importanti. Se possono evitarlo non mi bocceranno, è proprio per questo che se salto la scuola posso andare alle lezioni di recupero delle lezioni di recupero. Posso procrastinare sinché ne ho bisogno.»

Se Komoe-sensei lo avesse sentito quella stanza sarebbe praticamente diventata un campo di battaglia, ma Kamijou se ne infischiò.

«...»

Index lo guardò con le lacrime agli occhi.

«...Allora perché eri così di fretta per andarci?»

«…………………………………..Oh.»

Kamijou se ne ricordò. Di fatto, dopo che l'aveva denudata distruggendo la sua Chiesa Ambulante con l'Imagine Breaker, e dopo quel silenzioso momento da ascensore dove non parlava nessuno, aveva...

«Perché avevi roba da fare e perché avevi una vita normale da vivere, avevo avuto la sensazione di non doverti disturbare...»

«O-oh. Sì...»

«Sono stata d'intralcio...»

«...»

«Sono stata d'intralcio...»

Dopo che Index si ripeté con le lacrime agli occhi, fu palesemente impossibile trovare una scappatoia.

«Mi dishpiashe!» Kamijou si scusò mentre entrava velocemente in modalità prostrazione.

Index si sedette lentamente sul futon come una persona malata, gli afferrò le orecchie e morse la punta della sua testa come se fosse un onigiri gigante.


Circa seicento metri più lontano, sulla cima di un edificio multi-tenant, Stiyl scostò gli occhi dal binocolo.

«Ho fatto delle ricerche sull'identità del ragazzo che è con Index... Come sta lei?»

Stiyl rispose senza voltarsi alla ragazza che gli aveva appena parlato.

«E' viva. Ma ciò significa che devono avere dalla loro parte qualcuno che sa usare la magia.»

La ragazza non rispose, ma sembrava che fosse più sollevata dal fatto che nessuno fosse morto, piuttosto che essere preoccupata per la presenza di un nuovo nemico.

Aveva diciotto anni, ma era poco più bassa di Stiyl che ne aveva solo quattordici.

D'altro canto, Stiyl era alto più di due metri, quindi la ragazza era abbastanza alta in confronto alla media giapponese.

I suoi lunghi capelli neri erano raccolti in una coda di cavallo che le raggiungeva la vita. Sul fianco aveva una spada giapponese più lunga di due metri, riposta nel suo fodero. Era del tipo conosciuto come "Spada d'Ordinanza" che veniva usata nelle cerimonie shintoiste per evocare la pioggia.

Ad ogni modo, difficilmente qualcuno l'avrebbe definita una bellezza giapponese.

Indossava dei jeans usati ed una maglietta bianca. Per qualche ragione, la parte sinistra dei jeans era tagliata dalla coscia in giù; il tessuto extra della maglietta era legato su un fianco, lasciandole scoperto l'ombelico; indossava degli stivali che le raggiungevano quasi le ginocchia, e la sua spada giapponese era appesa ad una fondina di pelle, come se fosse una pistola.

Sembrava simile ad uno sceriffo di un film western che aveva scambiato la sua pistola per una spada giapponese.

Proprio come Stiyl, il prete che odorava di profumo, aveva un abbigliamento decisamente insolito.

«Quindi, chi è esattamente questo tizio, Kanzaki?»

«Il fatto è che... Non sono riuscita a raccogliere molte informazioni su di lui. Perlomeno, pare non sia un mago né abbia altri tipi di poteri soprannaturali.»

«Cosa? Stai cercando di dire che è un normale studente delle superiori?» Stiyl accese la sigaretta che aveva tirato fuori, guardandone solo la punta. «Smettila. Potrebbe non sembrare, ma sono un mago che ha analizzato a pieno le 24 rune esistenti e ne ha sviluppate sei nuove e potenti. Questo mondo non è abbastanza gentile da lasciare che un pivello senza poteri respinga le fiamme del giudizio di Innocentius.»

Era stato assistito da Index, ma era riuscito a pensare ad un piano sfruttando quell'aiuto quasi immediatamente. In più, c'era quella sua strana mano destra. Se fosse stata una cosa normale per i giapponesi, allora il Giappone sarebbe davvero stato un paese pieno di misteri.

«Hai ragione.» Kanzaki Kaori socchiuse gli occhi. «Il vero problema, è che qualcuno con le sue capacità di combattimento è classificato come niente più che uno studente fallito tendente a fare a botte.»

La Città Accademia aveva un lato nascosto dove diventava un'istituzione che produceva esper in massa.

Anche se l'organizzazione per la quale lavoravano Stiyl e Kanzaki aveva omesso la presenza di Index, tutti e due avevano contattato in anticipo il gruppo conosciuto come Istituzione dei Cinque Elementi per avere il permesso di entrare in città. Persino l'associazione magica avente la fama di essere la più grandiosa al mondo non poteva restare nascosta all'interno del campo nemico.

«Forse stanno intenzionalmente bloccando certe informazioni. E poi, le ferite di Index sono state guarite con la magia. Kanzaki, esiste qualche altra associazione magica nell'estremo Oriente?»

Quelle due persone pensavano che, a parte l'Istituzione dei Cinque Elementi, quel ragazzo avesse il supporto di un'altra organizzazione.

Avevano erroneamente creduto che quest'altra stesse minuziosamente eliminando tutte le informazioni su Kamijou.

«Se stanno combinando qualcosa in questa città, gli informatori dell'Istituzione dei Cinque Elementi devono essersi riallacciati a loro.» Kanzaki chiuse gli occhi. «Abbiamo un numero sconociuto di nemici e nessuna possibilità di rinforzo. Le cose si complicano.»

Era tutto un fraintendimento. A meno che non venisse usato su poteri soprannaturali, l'Imagine Breaker di Kamijou non serviva a niente. In altre parole, il Sistema di Scansione della Città Accademia non riusciva a misurare il suo potere perché era una macchina a farlo. E così il ragazzo aveva la sfortuna di essere trattato come un Level 0, nonostante possedesse una mano destra d'élite.

«Nel peggiore dei casi, potrebbe scatenarsi una battaglia magica contro un'organizzazione. Stiyl, ho saputo che le tue rune hanno un difetto non indifferente quando si parla di impermeabilizzazione.»

«Ci ho già pensato. Ho laminato le rune. Lo stesso trucco non funzionerà un'altra volta.» Come un mago su un palcoscenico, tirò fuori le rune che adesso sembravano quasi delle carte da collezione. «Questa volta erigerò la barriera per due chilometri tutt'attorno, piuttosto che solo sull'edificio. Avrò bisogno di 164.000 carte ed i preparativi richiederanno 60 ore per essere completi.»

Al contrario dei videogiochi, la vera magia non consisteva solo nel recitare un incantesimo.

A prima vista poteva sembrare che fosse sufficiente, ma in realtà c'era un bel po' di lavoro dietro. Le sue fiamme venivano create seguendo istruzioni simili a "Prendi una zanna di lupo grigio illuminata da dieci anni di luce lunare e poi..."

Quindi, a dire il vero, Stiyl aveva la velocità di un'esperto.

In breve, il succo delle battaglie magiche era prevedere cosa sarebbe accaduto. All'inizio eri essenzialmente catturato nella trappola che si rivelava essere la barriera del nemico. Quando difendevi, dovevi determinare quale fosse l'incantesimo dell'avversario e trovare un modo per contrattaccarlo. Quando attaccavi, dovevi prevedere che tipo di contrattacchi sarebbero arrivati e riorganizzare la magia di conseguenza. Al contrario delle semplici arti marziali dovevi pensare 100-200 mosse in anticipo, con un campo di battaglia in continuo cambiamento. Venivano usate terminologie selvagge come "combattere", ma in realtà era più una sfida intellettuale.

Per quella ragione, un numero sconosciuto di avversari metteva un mago in serio svantaggio.

«...Sembra così felice.» disse tutto ad un tratto il mago di rune mentre guardava seicento metri di fronte a sé senza usare il binocolo. «Sembra veramente tanto, tanto felice. Vive sempre una vita così felice.» Sembrava che avesse un groppo in gola. «Per quanto dobbiamo continuare distruggergliela?»

Da dietro Stiyl, Kanzaki guardava avanti di seicento metri.

Anche senza usare il binocolo o la magia, poteva distinguere chiaramente grazie alla sua acuità visiva di 8.0. Attraverso la finestra poteva vedere la ragazza mordere la testa del ragazzo mentre questo si sbracciava e si agitava.

«Deve essere un sentimento complicato...» disse Kanzaki come una macchina. «Per qualcuno come te che una volta si trovava in quella stessa posizione.»

«...Ci sono abituato.» rispose il mago delle fiamme.

Aveva già sperimentato quel sentimento molte volte.

Parte 3[edit]

«E' l'ora del bagno ♪ E' l'ora del bagno ♪» cantava Index camminando vicino a Kamijou e tenendo con entrambe le mani un catino.

Come se avesse voluto far capire che non era più malata, aveva tolto il pigiama ed aveva messo nuovamente il suo abito da suora ricoperto da spille da balia.

Kamijou non sapeva che razza di trucco magico avesse usato, ma il vestito sporco di sangue era perfettamente pulito. Pensava che se la ragazza lo avesse messo in lavatrice si sarebbe ridotto in poltiglia, quindi si chiedeva se lo avesse disfatto e lo avesse lavato a pezzi.

«Ti dà tanto fastidio? A me sinceramente non importa dell'odore.»

«Ti piace il puzzo di sudore?»

«Non volevo dire quello!!»

Dopo tre giorni Index stava abbastanza bene da uscire, e la sua prima richiesta era stata quella di fare un bagno.

L'appartamento di Komoe-sensei non aveva niente che somigliasse neanche lontanamente ad un bagno, perciò la loro unica alternativa era di prendere in prestito quello della stanza dell'amministratore o di dirigersi ai bagni pubblici che c'erano nelle vicinanze.

E quindi il giovane ragazzo e la ragazza stavano camminando sul marciapiede di notte, con un catino in mano.

«In quale epoca della cultura giapponese viviamo?» aveva commentato Komoe-sensei con un sorriso, mentre spiegava come funzionavano i bagni pubblici. Aveva lasciato stare Kamijou ed Index nel suo appartamento senza chiedere i dettagli della situazione. Il ragazzo era d'accordo con lo scroccare da lei perché non voleva tornare al suo dormitorio che, senza alcun dubbio, era controllato dal nemico.

«Touma, Touma.» disse Index con voce smorzata perché stava mordendo leggermente la parte superiore della sua maglietta.

Alla fine quella sua abitudine di mordere le persone non era niente più che un gesto simile all'afferrare i vestiti di qualcuno per attirarne l'attenzione.

«...Cosa?» rispose Kamijou esasperato.

Quella mattina Index aveva realizzato di non conoscere il suo nome, così Kamijou le si era presentato. Da quel momento in poi, lo aveva chiamato circa seimila volte.

«Niente. Mi piace dire il tuo nome anche senza una ragione.»

L'espressione di Index era quella di un bambino che andava al parco dei divertimenti per la prima volta.

Sembrava essergli molto attaccata.

Probabilmente era a causa di ciò che era accaduto tre giorni prima, eppure Kamijou non era felice, piuttosto non sapeva come doversi sentire riguardo al fatto che nessuno le aveva mai detto niente di così semplice.

«Komoe ha detto che c'è il caffellatte nei bagni pubblici giapponesi. Cos'è il caffellatte? E' come il cappuccino?»

«Non troverai niente di tanto raffinato in un bagno pubblico. Non ti aspettare così tanto.» disse Kamijou. «Hmm, ma la vasca gigante potrebbe essere un po' shockante per te. In Inghilterra i bagni piccoli come quelli degli alberghi sono più comuni, giusto?»

«Hm? ...Non lo so.» Index inclinò la testa su un lato, come se non lo sapesse davvero. «La prima cosa che ricordo è che ero qui in Giappone. Non so proprio come siano le cose in Inghilterra.»

«...Hmm. Quindi è per questo che parli così correttamente la nostra lingua. Se sei qui sin da quando eri piccola, sei praticamente una giapponese.»

Questo però era in contrasto con il suo essere tanto sicura di trovare salvezza nella Chiesa Anglicana. Kamijou aveva pensato che sarebbe tornata a casa, ma a conti fatti sarebbe andata in un paese che non aveva mai visto prima.

«No, no. Non è ciò che intendo.» Index scosse la testa, scuotendo i suoi lunghi capelli argentati avanti e indietro. «Apparentemente, sono nata e cresciuta alla Cattedrale di St. George a Londra. Apparentemente sono venuta qui solo circa un anno fa.»

«Apparentemente?»

Kamijou aggrottò le sopracciglia nel sentire quel termine vago.

«Sì. Non ho ricordi precedenti a quando sono arrivata qui un anno fa.»

Index sorrise.

Proprio come un bambino che si dirigeva al parco dei divertimenti per la prima volta in vita sua.

Fu la perfezione di quel sorriso a mostrare a Kamijou la paura ed il dolore che vi eranno dietro.

«Quando mi sono svegliata per la prima volta in un vicolo, non avevo idea di chi fossi. Tutto ciò che sapevo era che dovevo scappare. Non riuscivo a ricordare cos'avevo mangiato la sera precedente per cena, ma conoscevo cose come la magia, l'Index Librorum Prohibitorum e Necessarius. Era così spaventoso...»

«Allora non sai nemmeno perché hai perso la memoria?»

«Esatto.» rispose lei.

Kamijou non ne sapeva niente di psicologia, ma sapeva dai videogiochi e dai drama che c'erano due cause maggiori di amnesia: il ricevere un grande shock alla testa, o la soppressione dei ricordi che il cuore non poteva sopportare.

«Maledizione...» mormorò Kamijou mentre alzava lo sguardo al cielo notturno.

Anche se provava rabbia verso i maghi che avevano fatto una cosa del genere a quella ragazza, era sopraffatto da un senso di impotenza.

Adesso sapeva perché Index lo aveva protetto e gli si era attaccata in modo così strano. Semplicemente, Kamijou si era per caso ritrovato ad essere la prima persona con cui aveva familiarizzato dopo aver trascorso un anno sola al mondo, senza conoscere niente.

Non gli piaceva.

Non aveva idea del perché, ma per qualche ragione, quella risposta lo faceva arrabbiare.

«Mh? Touma, sei arrabbiato?»

«No, non lo sono.»

La domanda l'aveva colto di sorpresa, ma Kamijou riuscì a far finta di niente.

«Se ti ho irritato in qualche modo, ti chiedo scusa. Touma, perché sei così arrabbiato? E' la pubertà?»

«Non voglio sentirti parlare di pubertà con quel corpo da bambina che ti ritrovi.»

«Mh. Che hai? Penso proprio tu sia arrabbiato. O stai solo fingendo di esserlo per farmi preoccupare? Non mi piace quella parte di te, Touma.»

«Hey, non parlare così quando sin dall'inizio non ti sono mai piaciuto. Non mi aspetto un risvolto con eventi meravigliosi in stile commedia da te.»

«...»

«Eh? ...Perché mi stai fissando in quel modo, principessa?»

«...»

Persino dopo aver provato a cambiare la conversazione in una gag, Index non rispose.

(Strano. E' strano. Perché Index sta piegando le braccia e mi guarda con le lacrime agli occhi ed un'espressione ferita in viso mordendosi leggermente il labbro inferiore?)

«Touma.»

«Sì?» rispose Kamijou, decidendo di poter rispondere dato che era stato chiamato per nome.

Il ragazzo percepì l'arrivo di un'incombente sfortuna.

«Ti odio.»

In quel preciso istante, Kamijou guadagnò un bel po' di punti esperienza per aver vissuto il raro momento in cui una ragazza gli mordeva l'intera parte superiore della testa.

Parte 4[edit]

Index si stava dirigendo ai bagni pubblici per proprio conto.

Nel frattempo Kamijou faticava a fare lo stesso. All'inizio aveva cercato di starle dietro, ma, ogni volta che lo vedeva, l'arrabbiata suora vestita di bianco correva via come un gatto randagio. Ciononostante, dopo un po', il ragazzo riusciva sempre a raggiungerla a tal punto da vederne la schiena, come se lei lo stesse aspettando. Infine però il ciclo si ripeteva. Index era davvero come un gatto capriccioso.

(Beh, stiamo andando nello stesso posto, quindi alla fine ci incontreremo di nuovo.)

Convinto di ciò, Kamijou smise di correrle dietro.

Aveva anche una brutta sensazione. Pensava che l'avrebbero arrestato se qualcuno l'avesse visto (apparentemente) rincorrere di notte una debole ed impotente suora inglese in un sentiero oscuro come un Namahage[4].

«Una suora inglese, eh?» sussurrò Kamijou, mentre proseguiva da solo lungo la strada buia.

Sapeva che se l'avesse consegnata ad una delle loro chiese in Giappone, Index sarebbe stata portata alla sede centrale della Chiesa Anglicana di Londra. Non gli restava molto da fare. Tutto si sarebbe sicuramente concluso con roba tipo: "Può anche esser stato poco tempo, ma grazie. Non ti dimenticherò mai perché ho una memoria perfetta."

Improvvisamente Kamijou sentì qualcosa trafiggergli il cuore, ma non aveva idea di cosa potesse essere. Se Index non fosse stata affidata alla protezione della Chiesa, i maghi avrebbero continuato a darle la caccia. Senza contare che cercare di seguirla sino in Inghilterra era utopistico.

Vivevano in mondi diversi, stavano in posti diversi, ed esistevano in dimensioni diverse.

Kamijou viveva nel mondo degli ESP della scienza, e Index viveva nel mondo della magia occulta.

Come terra e mare, i loro due mondi non avrebbero mai incrociato il proprio cammino.

Tutto lì.

Tutto lì, ma lo irritava ancora come una spina di pesce rimastagli in gola.

«Eh?»

Ad un tratto, i suoi vani pensieri si interruppero.

Qualcosa non andava. Kamijou controllò l'ora nel pannello elettrico dei grandi magazzini. Erano esattamente le 8:00 PM. Rimaneva ancora del tempo prima che la maggior parte delle persone andasse a dormire, eppure quella zona era circondata da un orribile silenzio, come una foresta di notte. Era avvolta in una strana ed innaturale atmosfera.

(Adesso che ci penso, non ho visto nessuno da quando stavo camminando con Index...)

Con un'espressione sconcertata, Kamijou continuò a proseguire.

Raggiunse una strada principale con tre corsie in ogni direzione, e quell'innaturale sensazione si concretizzò in qualcosa che decisamente non andava.

Non c'era nessuno.

Nessuno stava entrando o uscendo dai grandi magazzini che si allineavano sulla strada come bevande sullo scaffale di un minimarket. Il marciapiede che solitamete sembrava eccessivamente stretto, adesso pareva orribilmente ampio. Nessuna macchina stava attraversando quella strada.

Tutte le automobili parcheggiate a bordo via erano vuote, come se fossero state abbandonate.

Era come guardare la strada di una fattoria lontana dalla città.

«E' tutto merito della runa Opila che Stiyl ha inciso per sgombrare la zona.»

All'improvviso, una voce femminile entrò nella sua testa come una spada giapponese che lo pugnalava al centro della faccia.

Non se n'era minimamente accorto.

La ragazza non si stava nascondendo dietro nulla e non si era nemmeno avvicinata a lui di soppiatto. Gli stava di fronte, al centro dell'ampia strada, gli bloccava il passaggio e si trovava a 10 metri di distanza.

Non che non l'avesse vista o notata a causa del buio, si era trattato di ben altro. Ad ogni modo, nel tempo di un battito di ciglia, la ragazza era apparsa lì davanti.

«L'attenzione di tutte le persone che erano attorno a questo luogo è stata spostata in modo che non pensino di avvicinarsi. La maggior parte di loro è all'interno dei palazzi, perciò non hai di che preoccupartene.»

Il suo corpo reagì prima che potesse farlo sua testa. Tutto il sangue che aveva dentro di sé sembrò concentarsi nella sua mano destra. Con un dolore simile a quello causato da una corda stretta al polso, Kamijou avvertì quanto quella ragazza fosse pericolosa.

Indossava una maglietta e dei jeans con una parte tagliata in modo deciso, quindi i suoi vestiti ancora potevano essere considerati "normali".

Tuttavia, la spada giapponese lunga più di due metri che aveva appesa alla vita come una pistola emetteva un intento omicida. La lama era nascosta all'interno di un fodero nero, ma questo sembrava avere una grande storia alle spalle, pari a quella del pilastro di un'antica costruzione giapponese, quindi era chiaro che fosse autentica.

«Colui che purifica Dio e sopprime il Diavolo[5]. Davvero un bel nome.»

Index v01 173.jpg

Eppure, la ragazza stessa non mostrò alcun segno di nervosismo. Parlava con la tranquillità di una normale chiacchierata, rendendo il tutto ancora più spaventoso.

«...Chi sei?»

«Sono Kanzaki Kaori... Preferirei non dirti altri nomi, se possibile.»

«Altri nomi?»

«Il mio nome magico.»

Si era più o meno aspettato una cosa del genere, ma Kamijou fece comunque un passo indietro.

«Quindi... cosa? Fai parte di quell'associazione magica o simili, come Stiyl?»

«...?» Per una frazione di secondo, Kanzaki aggrottò le sopracciglia, dubbiosa. «Oh, te l'ha detto Index?»

Kamijou non rispose.

Un'organizzazione magica. Quella che inseguiva Index per acquisire i suoi 103.000 grimori. Un gruppo che si impegnava a diventare Majin, persone che avevano padroneggiato così a fondo la magia da poter contorcere qualsiasi cosa al mondo a proprio piacimento.

«Ad essere sincera...» Kanzaki chiuse un occhio. «Preferirei prenderla in custodia senza dover dire il mio nome magico.»

Kamijou rabbrividì.

Il ragazzo aveva la sua mano destra come asso nella manica, eppure il nemico che lo fronteggiava gli dava i brividi.

«...E se rifiutassi?» disse Kamijou nonostante tutto. Non aveva motivo di arrendersi.

«Allora non avrò scelta.» Kanzaki chiuse anche l'altro occhio. «Dovrò dire il mio nome sinché non riuscirò ad averla in custodia.»

Uno shock simile ad un terremoto fece tremare il terreno sotto i piedi del ragazzo.

Era come se fosse esplosa una bomba. Il cielo notturno, che Kamijou poteva appena intravedere, sarebbe dovuto essere tinto di un blu scuro ed invece era colorato di un arancione acceso come quello del tramonto. Enormi fiamme si stavano espandendo poche centinaia di metri più avanti.

«Index...!!»

Il nemico era un'organizzazione e Kamijou conosceva il nome di un mago in grado di padroneggiare il fuoco.

Il ragazzo guardò istintivamente nella direzione dell'esplosione.

Ed in quell'istante, il tagliente attacco di Kanzaki Kaori gli fu scagliato contro.

Entrambi distavano 10 metri l'uno dall'altro. Sembrava impossibile che le braccia snelle e femminili di Kanzaki potessero estrarre dal fodero quella sua spada lunga più di due metri, figurarsi usarla.

...Ma a conti fatti non era proprio così.

L'attimo successivo, l'aria sulla testa di Kamijou fu scissa come se Kanzaki stesse maneggiando un laser gigante. Il ragazzo gelò per lo sgomento e la lama di una pala eolica dietro di lui, alla sua destra, venne silenziosamente tagliata in diagonale come se fosse stata fatta di burro.

«Per favore, smettila.» disse una voce che si trovava dieci metri di fronte a lui. «Ignorare i miei avvertimenti ti porterà solo alla morte.»

La spada lunga più di due metri era già nel fodero. Il colpo era stato così veloce che Kamijou non aveva nemmeno visto la lama esposta in aria.

Il ragazzo non era riuscito a muoversi.

Se si trovava ancora lì era perché Kanzaki l'aveva mancato intenzionalmente. La situazione sembrava così surreale da permettergli a malapena di realizzare questo fatto. Il nemico era così incredibilmente potente che la sua mente faticava a stare al passo con gli avvenimenti.

Con un forte rumore sordo, la lama della pala eolica tagliata in due cadde sul suolo dietro Kamijou.

Nonostante la vicina caduta delle macerie, il ragazzo non riusciva ancora a muoversi.

«...!»

Kamijou strinse i denti nel constatare quanto dovesse essere affilata quella lama.

Kanzaki aprì un occhio e disse: «Te lo chiederò di nuovo.» Poi li socchiuse leggermente entrambi. «Vorrei prenderla in custodia senza doverti rivelare il mio nome magico.»

Nella voce della ragazza non vi era alcuna esitazione.

Era così fredda che sembrava intendere come quel che era appena successo non fosse niente di cui essere sorpresi.

«...C-Che diavolo stai dicendo?»

Come se i suoi piedi fossero attaccati al suolo, Kamijou non riusciva a muoversi né avanti né indietro.

Le sue gambe tremavano come se avesse finito di correre un'intera maratona, mentre sentiva le forze abbandonarlo.

«Non ho motivo per arrendermi a...»

«Lo chiederò tutte le volte che sarà necessario.»

In un istante - davvero solo un istante - la mano destra di Kanzaki si annebbiò e scomparve come un bug in un videogioco.

Con un ruggito, qualcosa volò verso Kamijou ad una velocità spaventosa.

«!?»

Al ragazzo sembrava che delle enormi spade laser stessero venendo sparate da tutte le direzioni.

Era come un tornado gigante composto da spade d'aria.

Kamijou Touma vide quel tifone fare a pezzi l'asfalto, i lampioni e gli alberi allineati ad intervalli sulla strada come un idrogetto. Un pezzo d'asfalto delle dimensioni di un pugno volò in aria e colpì la spalla destra di Kamijou. Fu abbastanza da farlo cadere sul pavimento quasi privo di sensi.

Tenenosi la spalla destra, il ragazzo si guardò intorno muovendo solo gli occhi.

Uno... due... tre, quattro, cinque, sei, sette. Un totale di sette incisioni da spada continuavano per una dozzina di metri attraverso il suolo. Erano disposte in angoli apparentemente casuali e sembravano artigliate su una porta d'acciaio.

Sentì lo schiocco della katana rientrare nel suo fodero.

«Vorrei prenderla in custodia senza dover dire il mio nome magico.»

Kanzaki pronunciò quelle semplici parole priva di odio o rabbia, con la mano destra ancora sull'impugnatura della spada.

Sette colpi. Kamijou non era riuscito a vederne nemmeno uno, ma in un singolo istante Kanzaki aveva lanciato sette colpi. E se avesse voluto, uno qualunque di questi l'avrebbe potuto uccidere, tagliandolo in due.

No. Kamijou aveva sentito il suono metallico della spada che veniva rinfoderata solo una volta.

Più probabilmente si era trattato del potere soprannaturale conosciuto come magia. Kanzaki possedeva della magia che estendeva il raggio di quel singolo colpo ad una dozzina di metri e le dava l'abilità per attaccare sette volte con una sola estrazione di spada.

«La velocità del Nanasen[6], l'attacco di cui è capace la mia Shichiten Shichitou[7], è abbastanza per ucciderti sette volte in quel periodo di tempo conosciuto come un istante. Le persone la chiamano morte istantanea. La si potrebbe definire anche morte certa senza andare molto lontani dalla verità.»

Kamijou strinse silenziosamente il pugno con una forza tale da spaccarsi la mano destra.

Kanzaki possedeva velocità, forza e raggio d'azione di superiorità schiacciante. Probabilmente, quell'attacco aveva qualcosa a che fare con il potere soprannaturale conosciuto come magia. In quel caso gli sarebbe bastato toccare il colpo in sé.

«Continua a sognare.» disse lei, interrompendo i suoi pensieri. «Ho sentito da Stiyl che puoi dissipare la magia per qualche ragione. Ad ogni modo, dico bene se penso se non puoi farlo a meno che non la tocchi con la mano destra?»

Esattamente. La mano destra di Kamijou non aveva alcun uso se non poteva fare contatto fisico.

Non era solo una questione di velocità. Al contrario delle scosse elettriche e del Railgun di Misaka Mikoto, entrambi sparati in linea retta, a causa del suo costante cambiamento non poteva prevedere dove sarebbe finito il Nanasen di Kanzaki Kaori. Se Kamijou avesse cercato di usare l'Imagine Breaker, si sarebbe amputato il braccio da solo.

«Lo chiederò quante volte sarà necessario.»

La mano destra di Kanzaki afferrò silenziosamente l'impugnatura della Shichiten Shichitou che si trovava sul suo fianco.

Kamijou sentì del sudore freddo sulla guancia.

Se Kanzaki avesse cambiato umore e avesse deciso di ucciderlo, Kamijou sarebbe stato sicuramente fatto a pezzi in un istante. Visto come aveva distrutto gli alberi che si trovavano sulla strada ad un raggio di quasi dodici metri, cercare di correre via o usare qualcosa come scudo sarebbe stato un suicidio.

Kamijou calcolò la distanza tra lui e Kanzaki.

Era di circa dieci metri. Correndo al massimo delle proprie capacità sarebbe riuscito a raggiungerla in quattro passi.

(...Muovetevi.)

Kamijou diede un comando disperato alle sue gambe che sembravano attaccate al suolo con della colla istantanea.

«Ce la lascerai prendere in custodia prima che ti dica il mio nome magico?»

(...Muovetevi!!)

Fece un passo in avanti come a strappare i suoi piedi dal terreno. Una delle sopracciglia di Kanzaki si sollevò mentre Kamijou si muoveva per fare un altro passo esplosivo come un proiettile.

«Ohh….Ohhhhhhhhhhhhhh!!»

Fece un altro passo. Se non poteva scappare, non poteva fuggire a destra o sinistra, e non poteva usare niente come scudo, l'unica opzione rimasta era di avanzare ed aprirsi un varco da solo.

«Non so cosa ti stia spingendo a fare tanto, ma...»

Kanzaki fece un sospiro che trasmetteva più pietà che sorpresa. Dopodiché...

«Nanasen.»

I piccoli frammenti dell'asfalto distrutto e gli alberi volarono in aria come polvere.

Con il ruggito del vento, quella nuvola di polvere venne fatta a pezzi davanti agli occhi di Kamijou.

«Ah..... Ohh!!»

Sapeva che per annullare l'attacco sarebbe bastato toccarlo con la mano destra, ma nell'immediatezza scelse istintivamente di schivarlo. Si accucciò con una forza tale che sembrò gli stesse dondolando la testa, mentre il cuore si gli congelava con i fendenti che gli passavano sopra il cranio.

Non era qualcosa che aveva pensato di fare, e non ci sarebbe riuscito se avesse provato intenzionalmente. Aveva evitato il colpo per pura fortuna.

Poi fece un altro potente passo, il terzo dei quattro.

Non importava quanto strano fosse il Nanasen, fondamentalmente rimaneva un colpo. Era un'antica tecnica di spada che lanciava un singolo fendente mortale non appena l'arma veniva sguainata. Ciò significava che mentre la lama si trovava fuori dal fodero, il suo possessore era indifeso ed incapace di lanciare un altro attacco.

Se avesse fatto l'ultimo passo per raggiungere Kanzaki, avrebbe vinto.

L'ultima speranza che quel pensiero aveva dato a Kamijou venne fatta a pezzi con un piccolo schiocco.

Era il sin troppo breve suono metallico della katana che veniva rinfoderata.

«Nanasen.»

Il ruggito provenne direttamente da davanti a Kamijou, ad una brevissima distanza.

I sette colpi furono su di lui prima che i suoi riflessi potessero reagire.

«Dannazione... Ahhhhhhhhhhhhh!!»

Kamijou lanciò il pugno destro in avanti, in direzione dei colpi, ma più che un attacco fu come se stesse cercando di deviare un pallone lanciatogli contro.

Sarebbe stato annullato sinché si fosse trattato di un potere soprannaturale, che questo appartenesse a Dio come ai vampiri.

Data la vicinanza i sette attacchi arrivarono tutti in uno, senza disperdersi. Ciò significava che un solo colpo di Imagine Breaker sarebbe bastato a neutralizzarli.

Mentre i fendenti brillavano al chiaro di luna, la pelle di una delle dita del pugno di Kamijou li toccò leggermente.

E venne tagliata.

«Co...!?»

Non erano scomparsi. Anche con l'Imagine Breaker, quei colpi assurdi non scomparvero.

Kamijou cercò immediatamente di tirare indietro la mano, ma non fece in tempo. Dopotutto l'aveva gettata sotto un fendente di spada giapponese.

Kanzaki socchiuse leggermente gli occhi alla vista del ragazzo.

Nell'istante successivo si poté sentire l'umido suono della carne che veniva tagliata.

Kamijou cadde sulle ginocchia tenendosi la mano destra sanguinante con la sinistra.

Era sinceramente sorpreso di trovare tutte e cinque le dita ancora attaccate.

Di certo non si erano salvate grazie alla loro resistenza o all'incapacità di Kanzaki. Il corpo del ragazzo non era stato fatto a pezzi semplicemente perché lei si era trattenuta, più di quanto non stesse già facendo, e gli aveva permesso di vivere.

Ancora sulle sue ginocchia, Kamijou sollevò lo sguardo.

Kanzaki si alzò con il perfetto cerchio della luna piena dietro le spalle. Kamijou poté vedere qualcosa simile a dei fili rossi di fronte alla ragazza.

Sembrava una ragnatela. Poteva vedere quei fili d'acciaio solo perché il suo sangue li aveva tinti come la rugiada serale su di una ragnatela.

«Non posso crederci...» Kamijou strinse i denti. «Non sei nemmeno una maga?»

La katana esageratamente lunga non era altro che una decorazione.

Questo spiegava perché non fosse riuscito a vederla estrarre la spada. Kanzaki non l'aveva proprio mai fatto. Le era bastato muoverla leggermente all'interno del fodero per poi rimetterla apposto. Il movimento era servito a nascondere la mano che adoperava i sette fili.

Il pugno di Kamijou si era più o meno salvato perché Kanzaki aveva allentato i fili prima che gli tagliassero le dita.

«Come ho detto, Stiyl mi ha detto qualcosa sulle tue capacità.» Kanzaki sembrava disinteressata. «In quel momento ho capito. Il tuo potere non è invincibile, è di un tipo diverso. Come per carta, forbici e sasso. Non importa quante volte usi sasso, non potrai mai sconfiggere la mia carta.»

«...»

Kamijou strinse il pugno insanguinato.

«Pare che tu stia sbagliando qualcosa.» Sembrava che Kanzaki soffrisse guardandolo. «Non sto nascondendo una mancanza di abilità con un trucchetto da quattro soldi. Shichiten Shichitou non è una mera decorazione. Oltre Nanasen c'è il vero Yuisen[8]

«...»

Il ragazzo strinse il pugno insanguinato.

«E ciò che più conta, è che non ho ancora detto il mio nome magico.»

«...»

Lo strinse.

«Non farmelo dire, ragazzo.» Kanzaki si morse il labbro. «Non voglio dirlo mai più.»

Il suo pugno stretto tremò. Kanzaki era chiaramente diversa da Stiyl. Non aveva una sola freccia nel suo arco. Dalla più basilare delle basi alla più fondata delle fondamenta, era di tutt'altro livello rispetto a Kamijou.

«...Come se potessi arrendermi.»

E nonostante ciò, Kamijou non allentò il pugno. Tenne la mano destra chiusa anche se ormai questa aveva perso la sensibilità.

Index non si era arresa quando aveva deciso di venire incontro Kamijou, persino dopo essere stata colpita alla schiena da quella maga.

«Cos'hai detto? ...Non ti ho sentito.»

«Ho detto di chiudere quella bocca, dannato automa!!»

Kamijou strinse il suo pugno insanguinato e cercò di muoverlo contro la faccia della ragazza che gli stava davanti.

Ma, prima che potesse farlo, la punta dello stivale di Kanzaki lo colpì nel plesso solare. Tutta l'aria dei polmoni gli uscì dalla bocca ed il fodero nero di Shichiten Shichitou affondò in un lato della sua faccia, quasi fosse una mazza da baseball. Kamijou girò su se stesso come un tornado e si schiantò al suolo cadendo sulla spalla.

Prima che potesse urlare dal dolore, vide piombarsi contro il tacco di uno stivale intenzionato a spaccargli la testa.

Nel tentativo di evitarlo rotolò subito su un lato.

E...

«Nanasen.»

Non appena quel termine entrò nelle sue orecchie, sette fendenti distrussero l'asfalto attorno a lui. L'intero corpo del ragazzo venne colpito da una raffica di piccoli frammenti da ogni direzione.

«Gh... Ah...!?»

Kamijou si contorse assalito da un dolore intenso, simile all'essere pestato da un gruppo di cinque o sei persone. Kanzaki gli si avvicinò con gli stivali che strisciavano al suolo.

(Devo alzarmi...)

Tuttavia aveva le gambe troppo stanche per muoversi.

«Direi che è abbastanza.» La sua voce tranquilla sembrava realmente addolorata. «Non ha senso che tu ti spinga così in là per lei. Durare anche 30 secondi contro una tra i dieci maghi d'élite di Londra è un buon risultato. Non può biasimarti dopo aver fatto tanto.»

«...»

La mente di Kamijou si annebbiò, ma riuscì a ricordare qualcosa.

Ricordò che Index non lo avrebbe biasimato, qualsiasi cosa avesse fatto.

(Eppure...)

Era proprio perché lei continuava a resistere a tutto senza biasimare nessuno che Kamijou non poteva arrendersi.

Voleva salvare quella ragazza dal sorriso così perfetto con quell'altrimenti straziante espressione.

Si obbligò a stringere la mano ferita in un pugno, come un insetto in punto di morte.

Il suo corpo poteva ancora muoversi.

Si muoveva quando gli chiedeva di farlo.

«...Perché?» sussurrò Kamijou a terra. «Pare che tu non lo sappia. Tu non sei come quel Stiyl. Stai esitando ad uccidere il tuo nemico. Lo avresti potuto fare facilmente sin dall'inizio, se lo avessi voluto, ma non l'hai fatto... Pensi ancora in modo abbastanza simile ad un normale essere umano da esitare su cose del genere, no?»

Kanzaki lo aveva chiesto diverse volte.

Aveva chiesto di finire prima che dovesse rivelare il suo nome magico.

Invece il mago di rune che chiamava se stesso Stiyl Magnus non aveva mostrato la minima esitazione.

«...»

Kanzaki Kaori si ammutolì, ma la mente di Kamijou era troppo annebbiata dal dolore per accorgersene.

«Allora sicuramente lo sai, giusto? Sai che inseguire una ragazza finché crolla dalla fame e poi colpirla alla schiena con la spada è sbagliato, giusto?» Kanzaki poteva solo continuare ad ascoltare quelle parole, pronunciate come se Kamijou stesse sputando sangue. «Sapevi che non ha ricordi oltre un anno fa grazie a voi? Che diavolo le avete fatto mentre le davate la caccia, per causarle una cosa del genere?»

Non ricevette alcuna risposta.

Kamijou non riusciva a capire.

Lo avrebbe capito se questa maga avesse cercato di avere i 103.000 grimori per diventare un Majin in grado di(apparentemente) distorcere le regole del mondo così da avverare qualche desiderio, come il guarire un bambino da una malattia incurabile o fare qualcosa per un partner morto.

Ma non era questo il caso.

Faceva parte di un'organizzazione. Kanzaki lo stava facendo perché le era stato detto, perché era il suo lavoro, e perché quelli erano degli ordini. Tutto ciò le era bastato per inseguire una ragazza e colpirla a morte alla schiena.

«Perché?» ripeté Kamijou stringendo i denti. «Sono uno sfigato che non può salvare una ragazza dopo aver rischiato la vita per un combattimento disperato contro di te. Sono un debole che non può fare altro che stare a terra guardandoti portarla via.» Parlava come se potesse scoppiare a piangere come un bambino da un momento all'altro. «Ma tu sei diversa, no?» Non aveva idea di ciò che stesse dicendo. «Col tuo potere puoi proteggere tutto e tutti, puoi salvare tutto e tutti.» Non sapeva più chi fosse il suo interlocutore. «Quindi perché lo stai facendo?»

Parlò.

E si pentì.

Si pentì di aver pensato di poter proteggere tutto ciò che voleva con il poco potere a sua disposizione.

Si pentì del fatto che qualcuno con un potere così schiacciante lo stesse usando solo per dare la caccia ad una ragazzina.

Si pentì di come la situazione sembrasse dimostrare quanto lui fosse inferiore persino a qualcuno così.

Si pentì di tutto e pensò di essere sul punto di piangere.

«...»

Silenzio su silenzio, ci fu ancora più silenzio.

Se Kamijou fosse stato più tranquillo, sarebbe sicuramente stato sorpreso.

«...Io...»

Era Kanzaki quella con le spalle al muro.

Con solo poche parole, aveva messo alle strette una dei dieci maghi d'élite di Londra.

«Non volevo colpirla davvero sulla schiena. Pensavo che la barriera della sua Chiesa Ambulante funzionasse ancora... L'ho fatto solo perché ero assolutamente sicura che non le avrebbe fatto del male... Eppure...»

Kamijou non capiva cosa Kanzaki stesse cercando di dire.

«Non lo sto facendo perché voglio.» continuò lei. «Ma se non lo faccio, non potrà vivere... Lei... morirà.»

Kanzaki sembrava una bambina che sul punto di piangere.

«L'organizzazione alla quale appartengo è la stessa alla quale appartiene lei. Faccio parte di Necessarius della Chiesa Anglicana.» disse come se stesse tossendo sangue. «Index è una mia collega... ed una mia preziosa amica.»

Note[edit]

  1. Si riferisce ad un dolce giapponese che si chiama Chocoball. Se si è fortunati, la confezione avrà stampata su di essa o l'angelo d'oro o quello d'argento. Uno d'oro o cinque d'argento possono essere scambiati con una scatola di giochi.
  2. Entrambi i termini significano "mela".
  3. I Mobile Suit sono i robot usati nelle serie anime di Mobile Suite Gundam
  4. Nella tradizione folkloristica giapponese, è un essere dalle sembianze demoniache che viene impersonificato dagli uomini. Essi indossano delle maschere da ogre e dei cappelli di paglia tradizionali durante un rituale per l'anno nuovo.
  5. Questi kanji 神浄の討魔 possono essere tradotti con "Kamijou no Touma", ma sono diversi da quelli utilizzati per il nome del protagonista (上条 当麻)
  6. Sette Raggi
  7. Sette Spade Sette Paradisi
  8. Unico raggio.