Fate/Zero:Prologo
8 anni fa
Lasciate che vi racconti la storia di un certo uomo.
Il racconto di un uomo che, più di chiunque altro, credeva nei propri ideali, e da essi fu condotto alla disperazione.
Il sogno di quell’uomo era puro.
Il suo desiderio era che ognuno in questo mondo fosse felice, ed era tutto ciò che chiedeva.
È un ideale puerile a cui tutti i ragazzi si appigliano almeno una volta nella vita, e che abbandonano non appena si abituano alla durezza della realtà.
Qualunque felicità richiede un sacrificio, è qualcosa che tutti i bambini imparano, una volta diventati adulti.
Ma quell’uomo era diverso.
Forse era soltanto il più pazzo di tutti. Forse era rotto da qualche parte. O forse, avrebbe potuto appartenere alla categoria di quelli che chiamiamo “santi”, affidati alla volontà di Dio.
Uno che le persone comuni non possono capire.
Lui sapeva che per qualunque esistenza a questo mondo, le uniche due alternative sono il sacrificio o la salvezza…
Dopo aver capito questo, non sarebbe mai più stato in grado di vuotare i piatti della bilancia…
Da quel giorno in avanti, allora, mise il suo cervello al lavoro, di modo da diventare colui che avrebbe fatto pendere la bilancia.
Per distruggere il dolore in questo mondo, non esisteva nessun’altra via più efficiente.
Per salvare anche una sola vita da un lato, doveva abbandonarne una dall’altro.
Questo significava che, per permettere alla maggior parte delle persone di sopravvivere, doveva ucciderne una minoranza.
Perciò, piuttosto che salvare le persone per il semplice desiderio di farlo, eccelse nell’arte di ucciderle.
Ancora e ancora, continuò a tingere le proprie mani del colore del sangue, ma l’uomo non si tirò mai indietro.
Senza mai porsi domande riguardo alla rettitudine delle proprie azioni, né dubitare riguardo al proprio scopo, si costrinse unicamente a dare il tracollo alla bilancia, senza errore.
Senza mai giudicare in modo sbagliato il valore di una vita.
Senza riguardo per l’umiltà di un’esistenza, e senza riguardo per la sua età, tutte le vite erano stimate allo stesso modo.
Senza discriminazione, l’uomo salvò vite, e, senza discriminazione, uccise.
Ma, purtroppo per lui, se ne accorse troppo tardi.
Valutare ogni cosa allo stesso modo, sarebbe stato lo stesso che non amare nessuno in modo particolare.
Avesse scolpito prima questa regola inviolabile nel proprio cuore, avrebbe ottenuto la salvezza.
Congelando il suo giovane cuore in necrosi, modellando il proprio io come una macchina per misure, senza sangue né lacrime, continuò a condurre una vita dedita allo smistamento di chi doveva morire, e chi doveva vivere. Probabilmente, per lui non ci sarebbe stata alcuna sofferenza.
Ma quell’uomo era in errore.
Il sorriso colmo di gioia del primo venuto avrebbe riempito il suo petto di orgoglio, come anche la voce gemente di uno sconosciuto avrebbe scosso il suo cuore.
La rabbia si aggiunse al suo risentimento, e si ritrovò pieno di rimorsi, mentre le sue lacrime di solitudine desiderarono delle mani che si tendessero verso di lui.
Anche se stava inseguendo un ideale oltre la ragione del mondo degli uomini- pure lui era umano.
Quante volte l’uomo fu punito per questa contraddizione?
Aveva conosciuto l’amicizia. Aveva conosciuto l’amore.
Anche quando, ponendo quell’unica vita amata, e un infinito numero di perfetti sconosciuti, alla sinistra e alla destra della bilancia…
Lui sicuramente non commise mai uno sbaglio.
Più che amare qualcuno, doveva giudicare quella vita allo stesso modo di quella degli altri: doveva valutarla in modo imparziale, e in modo imparziale perderla.
Anche se si trovava con qualcuno per lui prezioso, sarebbe sempre sembrato come in lutto.
E ora, all’uomo è stata inflitta la più severa punizione possibile.
Fuori dalla finestra, una tempesta di neve ha congelato ogni cosa. Una notte di metà inverno sta ghiacciando il suolo di una foresta.
La stanza si trova in un vecchio castello costruito sul terreno gelido, ma è protetta da una fiamma gentile che scoppietta nel camino.
Nel calore di quel rifugio, l’uomo stava tenendo tra le braccia una nuova esistenza.
Era veramente piccola – un corpo così minuto, quasi effimero, e nessun peso che potrebbe dire che era pronta.
Persino una reazione delicata può essere pericolosa, come la prima neve raccolta con le mani, che rischia di sciogliersi al primo scossone.
Con fragile ardore, la piccola preserva la propria temperatura corporea nel sonno, respirando tranquilla. Questo è tutto quello che il timido palpitare del petto può fare, al momento.
“Non preoccuparti, sta dormendo”.
Non appena lui prese in braccio la bambina, la madre, riposando il proprio corpo su di un letto, sorrise verso di loro. A giudicare dallo sguardo stanco rivolto alla piccina, non sta ancora bene, e la sua carnagione non è perfetta, ma anche così, il suo bel volto simile ad un gioiello non risulta in alcun modo sciupato.
Soprattutto, il colore della felicità illumina il suo sorriso e cancella la stanchezza, che dovrebbe invece consumare il suo dolce aspetto.
“Di solito fa sempre la difficile e piange, persino con le nutrici a cui dovrebbe essersi abituata. È la prima volta che si lascia prendere in braccio così tranquillamente…questa piccola capisce, non è vero? Va bene così, perché sei un uomo buono”.
“…”.
Senza rispondere, ammutolito, l’uomo paragona la madre, stesa sul giaciglio, con la bimba tra le sue braccia. Era mai stato così abbagliante, il sorriso di Irisviel?
In origine, era stata una donna ben poco felice. Nessuno avrebbe mai pensato di donarle quel sentimento chiamato felicità. Non era una creazione di Dio, era stata plasmata dalle mani degli uomini… perciò, come homunculus, un trattamento del genere era normale per lei.
Irisviel non aveva mai avuto alcun desiderio.
Creata come una marionetta, allevata come marionetta, forse non aveva mai neppure capito il significato della felicità, tanto per cominciare.
Ed ora- è raggiante.
“Sono veramente felice di aver avuto questa bambina”.
Mostrando quietamente il proprio amore, Irisviel von Einsbern parlò così, vegliando sulla neonata dormiente.
“D’ora in poi, lei sarà in primo luogo e principalmente l’imitazione di un essere umano. Potrà essere dura, e potrebbe odiare la madre che le ha dato una vita così dolorosa. Ma, nonostante questo, sono felice. Questa piccola è adorabile; è splendida”.
Il suo aspetto non ha niente d’insolito, e guardandola, è effettivamente una bimba meravigliosa, eppure-
Mentre si trovava ancora nel ventre della madre, era stato condotto un programma di trattamenti magici sul corpo della nascitura, per risistemarlo così che, anche più di sua madre, la piccola fosse diversa da tutti gli altri esseri umani.
Benché fosse nata come un’umana, la sua utilità era stata ridotta, di modo che il suo corpo si riducesse ad un semplice ammasso di circuiti magici.
Questa era la vera natura dell’adorata figlia di Irisviel.
Nonostante una nascita così crudele, però, Irisviel dice comunque, “Va bene”. Pur avendo donato la vita ad un essere simile, essendo nata lei stessa nella medesima condizione, ama quest’esistenza, trova motivo d’orgoglio in essa, e sorride.
La ragione di questa forza, di questo cuore rinfrancato, stava nel fatto che lei fosse, senza dubbio alcuno, una “madre”.
La ragazza che avrebbe potuto essere soltanto un burattino aveva incontrato l’amore ed era diventata donna, e per di più, come madre, aveva trovato una forza che non vacilla. Tutto questo appariva come una “felicità” che nessuno avrebbe potuto invadere. In quel preciso momento, la stanza da letto di madre e figlia, protette dal calore del focolare, era indifferente ad ogni disperazione e dolore.
Ma - l’uomo lo sapeva fin troppo bene. Che, per il mondo di cui lui faceva parte, la tempesta di neve fuori dalla finestra era ben più appropriata.
“Iri, io-“.
Pronunciando una sola parola, l’uomo provò una fitta al petto, come se fosse stato pugnalato con una spada.
Quella spada era il pacifico volto addormentato della piccola, e il sorriso luminoso della madre.
“Io sarò, un giorno, la situazione che ti ucciderà”.
Mentre lui si sentiva come se stesse vomitando sangue, Irisviel annuì con espressione tranquilla davanti alla sua dichiarazione.
“Capisco. Certo. Questo è il più antico desiderio degli Einsbern. Questo è ciò per cui io sono stata creata”.
Questo era il futuro che era già stato deciso.
Dopo che furono passati 6 anni, l’uomo portò sua moglie nel luogo dove sarebbe morta. Come unica vittima per la salvezza del mondo intero, Irisviel era diventata il sacrificio consacrato al suo ideale.
Era un problema di cui si era discusso parecchie volte tra i due, e sul quale erano infine giunti ad un accordo.
L’uomo aveva già pianto tutte le sue lacrime davanti ad una simile decisione, aveva maledetto sé stesso per questo, e ogni volta, Irisviel l’aveva perdonato, e incoraggiato.
“Conosco i tuoi ideali, e ho fatto mie le tue preghiere; ecco perché sono qui ora. Tu mi hai guidata. Mi hai donato una vita che non è stata quella di una marionetta”.
Lei si sacrificava per quel medesimo ideale. Era diventata parte di lui fino a questo punto. Questa era la forma che aveva assunto l’amore della donna Irisviel. E solo perché si trattava di lei, l’uomo fu in grado di permetterlo.
“Non c’è bisogno di soffrire per me. Io sono già parte di te. Sopportare il dolore del tuo stesso andare in pezzi è più che sufficiente”.
“…E per quanto riguarda lei?”.
Il corpo della neonata era leggero come una piuma, eppure un peso di differente dimensione faceva tremare le gambe dell’uomo.
Lui non poteva capire ancora, e neppure era preparato, a quello che avrebbe fatto, quando avrebbe posto quella bambina contro l’ideale che aveva propugnato fino a quel momento.
Non giudicate né perdonate un simile modo di vivere. Non esiste ancora la forza necessaria per farlo.
Ma, anche conducendo una vita così pura, quest’ideale è spietato.
Senza riguardi per l’umiltà di una vita, e senza riguardi per l’età, ogni cosa è valutata allo stesso modo-
“Io…non sono adatto a tenerla”.
L’uomo spremette fuori la propria voce, benché la sua dolcezza fosse stata come schiacciata in quella follia.
Una lacrima cadde sulla guancia rosea e paffuta della bimba tra le sue braccia.
Singhiozzando in silenzio, l’uomo si inginocchiò.
Per abbattere l’insensibilità del mondo, aveva aspirato ad un’insensibilità più grande…
E, di nuovo, all’uomo che aveva ancora intorno a sé persone che amava, fu così inflitta, infine, la pena più grande.
La cosa che più amava a questo mondo.
Anche se questo avrebbe significato la rovina del mondo intero, voleva proteggerla.
Ma, l’uomo capiva. Sarebbe giunto il tempo in cui la giustizia in cui credeva avrebbe richiesto il sacrificio di una vita tanto immacolata – che decisione avrebbe preso allora l’uomo chiamato Emiya Kiritsugu?
Kiritsugu pianse, spaventato da quel giorno che sarebbe potuto giungere, terrorizzato da quell’unica possibilità tra mille.
Mentre lo stringeva forte nel calore delle sue braccia, Irisviel si alzò a sedere sul letto, e dolcemente poggiò le proprie mani sulle spalle del marito, che era scoppiato in lacrime.
“Non dimenticarlo mai. Non era questo il tuo sogno? Un mondo dove nessuno avrebbe dovuto piangere in questo modo. Otto anni ancora… e la tua battaglia sarà terminata. Noi realizzeremo questo ideale. Sono sicura che il Graal ti salverà”.
Sua moglie, comprendendo appieno il suo tormento, asciugò le lacrime di Kiritsugu il più gentilmente possibile.
“Dopo quel giorno, tu devi prendere in braccio quella bambina, Ilyasviel, ancora una volta. Sii orgoglioso come un normale padre”.
3 anni fa
Quando si parla d’occultismo, le teorie sulle dimensioni sostengono che esista un “potere” al di fuori del mondo.
Individuare l’inizio di ogni cosa. Questo è il desiderio più caro a tutti i maghi, la “radice”… la dimora di Dio, Akashic Records, l’inizio e la fine di tutto, che registra ogni cosa, e ogni cosa crea in questo mondo.
200 anni fa, ci furono alcuni che attuarono degli esperimenti su questo luogo “al di fuori del mondo”.
Einsbern, Makiri, Tosaka. Chiamate le 3 famiglie dell’inizio, ciò che progettarono era la riproduzione del “Sacro Graal”, oggetto di molte leggende. Aspettandosi che l’evocazione del Graal avrebbe realizzato ogni desiderio, le tre famiglie di maghi offrirono la loro arte segreta per far comparire infine “l’onnipotente contenitore”.
…In realtà, quel Graal avrebbe potuto esaudire soltanto il desiderio di una persona. Non appena fu chiara questa verità, i legami di cooperazione furono cancellati nel sangue da una serie di conflitti.
Quello fu l’inizio della “Guerra del Sacro Graal”, “Heaven’s feel”.
Da allora in poi, una volta ogni 60 anni, il Graal è evocato nuovamente nella terra del lontano est di “Fuyuki”. In quest’occasione, il Graal seleziona 7 maghi che hanno il potere di ottenerlo, e divide un grosso quantitativo di prana, distribuendolo tra di loro, per rendere possibile l’evocazione degli Spiriti Eroici chiamati “Servant”. La conclusione di questa battaglia all’ultimo sangue decide quale dei 7 è il più adatto a ricevere il Graal.
- Per farla breve, questo è quello che Kotomine Kirei stava passando.
“I disegni apparsi sulla tua mano destra sono chiamati “Sigilli di Comando”. È la prova che sei stato scelto dal Graal, nonché il sacro simbolo che ti concede il diritto di controllare un Servant”.
La persona dalla voce disinvolta ma sonora, che aveva pronunciato tale spiegazione, era Tosaka Tokiomi.
In una delle stanze di un’elegante villa, costruita in cima ad una piccola collina nel più lindo tra i quartieri nel sud di Torino, Italia, 3 uomini sedevano su un divano. Kirei e Tokiomi, e il Padre che li aveva presentati e aveva mediato la conversazione, Kotomine Risei…oltretutto, padre effettivo di Kirei.
Per essere l’amico di un Padre che avrebbe presto raggiunto l’età di 80 anni, quel Tosaka era un giapponese piuttosto eccentrico. Sembrava avere più o meno la stessa età di Kirei, tranquillo e con la presenza di un esperto. Discendente di un’antica, illustre famiglia, persino per gli standardgiapponesi, questa villa era la sua seconda residenza, come lui stesso aveva dichiarato. Ma la cosa più interessante era che poco dopo si sarebbe presentato, con fare noncurante, come un mago.
Essere un mago non è una cosa così strana come potrebbe sembrare. Kirei era, come suo padre, un religioso, eppure il compito di padre e figlio era molto differente da quello che normalmente le persone si aspettano da un “Padre”.
La “Santa Chiesa”, cui appartenevano persone come Kirei, si basava su una dottrina che andava oltre i vincoli dei miracoli e dei misteri divini: si sarebbe anche accollata, quando necessario, il dovere di sterminare la piaga dell’eresia, e seporla per sempre nell’oblio. Questo potrebbe significare, per esempio, assumere un punto di vista dal quale sia possibile sorvegliare una cosa tanto blasfema quanto la magia.
I maghi cospirano soltanto con i maghi, e sono organizzati in un gruppo di auto conservazione che si è dato il nome di “Associazione”, il quale rappresenta una minaccia, in quanto rivale della Santa Chiesa. Attualmente, ambo le parti hanno accettato di mantenere una pace temporanea; ma anche così, una situazione in cui un Padre della Santa Chiesa, e un mago, si riunissero nello stesso edificio per una conferenza, sarebbe impensabile.
Nel caso di Risei, il padre, la famiglia Tosaka era una con la quale la Chiesa aveva già vecchi legami, nonostante si trattasse di una casata di maghi.
Era la notte precedente, quando Kirei aveva scoperto il disegno emergente, sagomato in tre simboli. Aveva quindi consultato il proprio padre, e Risei aveva immediatamente portato suo figlio a Torino, la mattina successiva, per incontrare quel giovane mago.
Da quel momento, dopo un saluto affrettato, le spiegazioni che Tokiomi aveva fornito a Kirei durante questo incontro segreto erano tutte riguardanti la stessa guerra, “Heaven’s feel”. Il significato dietro al simbolo che era apparso sulla mano di Kirei… quello era il risultato del fatto che Kirei avesse acquisito il privilegio di contendersi la possibilità di esaudire il proprio desiderio, grazie ad un miracolo, nella quarta riproduzione del Sacro Graal che sarebbe avvenuta fra tre anni.
Non che si sarebbe rifiutato di combattere. L’incarico di Kirei all’interno della Santa Chiesa era, in sostanza, la diretta rimozione delle eresie, il che significava che si era ormai fatto le ossa come combattente. Si potrebbe dire che questo fosse il suo vero compito, fare una scommessa di vita o di morte con un mago. Piuttosto, il problema era la contraddizione che richiedeva che Kirei, un religioso, partecipasse in veste di “mago” nella Heaven’s feel, che era invece una disputa tra maghi veri e propri.
“La cosa più importante riguardo alla Heaven’s feel, è che si tratta di una battaglia che utilizza i Servant come famigli (familiar). Così, per poter andare avanti, è richiesta quantomeno la conoscenza dell’incantesimo elementare necessario per l’evocazione …essenzialmente, le sette persone che sono state selezionate come Master dei Servant devono essere maghi. E’ sicuramente un’eccezione che qualcuno come te, che non pratica di mestiere la magia, sia stato riconosciuto dal Graal in una fase così precoce”.
“Il Graal ha delle preferenze nella scelta?”.
Tokiomi annuì all’ancora non convinto Kirei.
“Ho menzionato le “3 famiglie dell’inizio”- perché l’assegnazione favorirà i maghi legati alle case dei Makiri, che ora hanno cambiato il loro nome in Mato, degli Einsbern o dei Tosaka. In altre parole…”.
Tokiomi alzò la propria mano destra per mostrare i tre disegni.
“Come attuale capo famiglia dei Tosaka, parteciperò alla prossima battaglia”. Allora quest’uomo stava pianificando di incrociare le armi con Kirei, dopo averlo guidato gentilmente e in modo accurato? Sebbene Kirei non riuscisse ancora a capire tutto ciò, proseguì con le sue numerose domande.
“Vorrei sapere qualcos’altro riguardo ai Servant che hai citato prima. Spiriti Eroici evocati e utilizzati come famigli, hai detto…”.
“Può essere difficile da credere, ma è proprio così. Questa potrebbe essere, effettivamente, la meraviglia numero uno del Graal”.
Le leggende di uomini valorosi, al di là dell’umano, che hanno lasciato il loro nome nella storia e nelle tradizioni popolari. Essi sono coloro che, dopo la loro morte, sono rimasti impressi nella memoria imperitura degli uomini, e sono stati portati al di fuori della categoria del genere umano, promossi persino all’interno del regno spirituale; sono detti Spiriti Eroici. Si trovano in una situazione completamente diversa rispetto agli spiriti vendicativi, o ai comuni spiriti malvagi provenienti dalla natura, che i maghi spesso evocano come famigli. Tanto per dire, si tratta di esistenze con lo stato spirituale di un dio. Sebbene una parte di quel potere possa essere estratta e presa in prestito, è impensabile che possano essere usati come famigli nel nostro mondo.
“Se consideri che a rendere possibile questa assurdità è il potere del Graal, puoi capire quanto questo tesoro sia scandaloso. Alla fine, l’evocazione di un Servant è soltanto un semplice frammento del potere del Graal”.
Come per mostrare che lui stesso era rimasto senza parole davanti a ciò che stava dicendo, Tosaka Tokiomi sospirò profondamente e scosse la testa.
“Spiriti Eroici provenienti da un periodo compreso tra l’antica età degli dei e, al meglio, un secolo fa, possono essere evocati. Sette Spiriti Eroici seguono sette Master, ciascuno proteggendo il proprio e sterminando quelli nemici. Eroi di ogni era e paese vengono chiamati nel nostro tempo, e si scontreranno in una competizione mortale per la supremazia. Questa è la Guerra del Sacro Graal di Fuyuki, Heaven’s feel”.
“… Una simile mostruosità? In un luogo dove vivono migliaia di civili?”.
Tutti i maghi sono del parere di nascondere sé stessi. È l’unica, ovvia maniera per andare avanti, in questo mondo che crede che la scienza sia la sola verità universale. Rivelare la propria esistenza è certamente impossibile se, allo stesso modo, prendiamo in considerazione anche la Santa Chiesa.
Ma si tratta di celare un potere che, con degli Spiriti Eroici, può provocare un disastro catastrofico. In tempi come i nostri, utilizzare sette Servant in un conflitto tra umani, e farli scontrare l’uno contro l’altro… è in pratica lo stesso che ordinare un massacro di grossa portata all’interno di una guerra.
“- Ovviamente, è implicito che lo scontro debba essere tenuto segreto. C’è quindi bisogno di una supervisione adeguatamente pianificata, per poterne essere sicuri”.
Rimasto in silenzio fino ad allora, il padre di Kirei, il prete Risei, si fece avanti e prese parte al discorso.
“La Heaven’s feel avviene ogni 60 anni, e questa sarà la quarta volta. La civilizzazione del Giappone era già cominciata quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. Persino nei luoghi più remoti, non possiamo ignorare la presenza di persone che possano testimoniare il diffondersi di danni seri.
Allora, a partire dalla terza Heaven’s feel, venne stipulato un accordo che prevedeva che noi della Santa Chiesa inviassimo un supervisore. Per ridurre al minimo le perdite causate dalla Guerra, dobbiamo nascondere la sua esistenza e fare in modo che i maghi agiscano di modo da mantenere segreta la faida”.
“La Chiesa funge da arbitro in un conflitto tra maghi?”.
“Precisamente perché è un conflitto tra maghi. Non c’è nessuno all’interno dell’Associazione dei Maghi che sia adatto come referente, per via delle implicazioni politiche. Semplicemente non c’era altra via che fare ricorso ad un’autorità esterna come la Chiesa.
Inoltre, era semplicemente impensabile, per la nostra Santa Chiesa, lasciare che il nome del Sacro Graal venisse usato alla leggera, tanto per cominciare. Non possiamo neppure ignorare la possibilità che si tratti veramente della coppa che ricevette il sangue del Figlio di Dio”.
Sia Kirei che Risei, padre e figlio, avevano un incarico nella sezione chiamata l’Assemblea dell’Ottavo Sacramento. Uno dei doveri di questo gruppo, interno alla Santa Chiesa, era quello di recuperare il controllo delle sacre reliquie. Il tesoro chiamato Sacro Graal appare in molti racconti e leggende, e l’importanza del “Graal” nella dottrina della Chiesa è particolarmente ampia.
“In queste condizioni, l’ultima volta, nel caos della Guerra Mondiale, fu tenuto un incontro in un momento adeguato della terza Heaven’s feel e io, allora un ragazzo, fui incaricato di adempire ad unimportante compito. Per la prossima battaglia, io mi sposterò nella terra di Fuyuki per sorvegliare la vostra battaglia”.
Alle parole di suo padre, Kirei non poté far altro che chinare la testa.
“Ti prego, aspetta. Non è richiesto che il supervisore scelto dalla Chiesa sia imparziale? E’ un problema se uno dei partecipanti è un consanguineo…”.
“Ecco, ecco. Non penserai che questo sia un punto cieco delle regole?”.
L’inusuale sorriso del suo severo padre sottintendeva qualcosa che Kirei non fu in grado di cogliere.
“Kotomine-san, non dovresti far preoccupare tuo figlio. Affrontiamo invece il vero problema”.
Tosaka Tokiomi sollecitò esplicitamente il vecchio prete a raggiungere il punto.
“Hm, giusto. – Kirei, tutto quello che ti abbiamo spiegato finora riguardava soltanto gli aspetti “esteriori” della Guerra del Graal. C’è un’altra ragione per cui ti ho fatto incontrare Mr Tosaka oggi”.
“…Di che si tratta?”.
“A dire la verità, abbiamo avuto la conferma, ormai molto tempo fa, che il Graal che apparve a Fuyuki era diverso dalla sacra reliquia del “Figlio di Dio”. In conclusione, la battaglia nella Heaven’s feel di Fuyuki è combattuta unicamente per un tesoro che è una semplice copia dell’onnipotente contenitore, ed è in grado di aprire una strada verso un’utopia. Non è in alcun modo correlato con la nostra Chiesa”.
Ecco come stanno le cose. Altrimenti, la Santa Chiesa non si sarebbe accontentata di assumere semplicemente il ruolo di un silenzioso supervisore. Se il Graal fosse risultato un’effettiva “Sacra Reliquia”, la Chiesa avrebbe scavalcato l’accordo di cessare il fuoco, e l’avrebbe strappato dalle mani dei maghi.
“Se lo scopo finale di questo calice è unicamente quello di essere un modo per raggiungere l’Akashic Records, non è nulla che riguardi la nostra Chiesa. Dopotutto, la brama dei maghi di trovare l’”Akasha”, l’origine, non è per forza in conflitto con la nostra dottrina.
- Tuttavia, per poterci permettere il lusso di lasciarlo perdere, abbiamo bisogno di affidarlo ad una persona solida. Se un individuo sgradito arrivasse ad ottenerlo, non sappiamo che tipo d’incidente potrebbe causare”.
“Quindi, se noi lo eliminiamo come eresia-“.
“Pure questo è difficile. I maghi che si scontrano per ottenere il Graal hanno una tenacia fuori dell’ordinario. Se dovessimo condurre un processo diretto, il conflitto con l’Associazione dei Maghi sarebbe inevitabile. E questo potrebbe causare troppe vittime.
Piuttosto, come piano di riserva, non ci sarebbe nulla di più interessante che trovare un modo per affidarlo ad una “persona voluta””.
“… Capisco”.
Kirei stava gradualmente afferrando il vero motivo di questo colloquio. Il perché suo padre si stesse mescolando con Tosaka Tokiomi, un mago.
“Dato che sono stati oppressi dalla fede della loro terra nativa, i membri della famiglia Tosaka hanno seguito la nostra stessa dottrina. Conoscendo il carattere di Tokiomi-kun, è garantito che si qualifichi per l’utilizzo del Graal”.
Tosaka Tokiomi annuì, e poi riprese a parlare.
“La ricerca dell’’Akasha’. Non c’è nessuno scopo più importante di questo per noi Tosaka. Ma, purtroppo, gli Einsbern e i Mato, i quali una volta condividevano la nostra stessa missione, ne hanno perso traccia per motivi più mondani, e ora hanno totalmente dimenticato la loro intenzione originale. Inoltre, non menzionerò neppure come hanno invitato quattro Master dall’esterno. Vogliono il Graal per soddisfare la loro spregevole cupidigia, e nient’altro”.
Questo vorrebbe dire che la Santa Chiesa non approverà nessun altro se non Tosaka Tokiomi come portatore del Graal. In questo modo Kirei comprese qualcosa in più riguardo al proprio compito.
“Così, vorreste che partecipassi nella prossima Guerra del Graal, per lasciar vincere Mr Tosaka Tokiomi?”.
“Esattamente”.