Mahouka Koukou no Rettousei:Volume 6 (Italiano)

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Illustrazioni del Romanzo[edit]

Queste sono le illustrazioni del romanzo che erano incluse nel volume 6.


Mahouka Koukou no Rettousei:Volume 6 Background(Italiano)


Capitolo 1[edit]

Ottobre del 2095. Per essere operative ventiquattr’ore al giorno, le strutture portuali erano state dotate di servizi automatizzati, quindi al momento non vi era nessuno presente. La maggior parte del personale timbrava il cartellino di giorno e, a parte i pochi impiegati della sicurezza, di notte erano attive solo macchine che si occupavano del traffico marittimo in entrata e in uscita, nonché di portare a terra il carico delle navi.

Con la riduzione del personale, tutti i porti erano in una fase di ricostruzione mirata a prevenire l’immigrazione illegale, ed erano situati a debita distanza dalle aree di franchigia doganale e dalle vie cittadine, impedendo ai marinai di scendere a terra in quelle zone.

Di notte le aree vietate a tutte le imbarcazioni si estendevano oltre la linea costiera della zona di franchigia doganale. I passeggeri che desideravano sbarcare dovevano aspettare il mattino seguente, quando il personale del porto sarebbe arrivato, quindi non ci sarebbe dovuto essere nessuno nel cuore della notte.

Tuttavia, verso mezzanotte un gruppo di persone attente a nascondere la propria presenza apparve allo Scalo di Yokohama.


“Abbiamo illegali di nazionalità sconosciuta che sbarcano dalla nave cargo ormeggiata al Molo Merci 5. A tutto il personale, convergere sul Molo Merci 5.”


Una volta ricevuta la comunicazione tramite interfono, un rapido sguardo reciproco e due investigatori in borghese si misero a correre. Le loro espressioni erano però diametralmente opposte.


“Ah-ha, ecco dov’erano.”

“Non è questo il momento di lamentarsi, ispettore.”

“Ma, Inagaki-kun.”

“Zitto e corra!”

“Ehi, sono il tuo superiore.”

“Ma io sono più vecchio.”

“Ah ah.”


Mentre rispondeva a tono al suo più anziano subalterno, l’ispettore Chiba Toshikazu accelerò il passo. C’erano circa 700 metri tra il Molo 5 e il Molo 3, dove erano appostati; non importa quando si sforzassero, era un tragitto di almeno due minuti. Nonostante il loro continuo stuzzicarsi, l’ispettore Chiba e l’assistente ispettore Inagaki arrivarono però in soli trenta secondi.

Non era la velocità di un normale essere umano, ma nessuno di loro era un normale essere umano: erano entrambi maghi.


“Siamo davvero a corto di personale.”

“Non ci possiamo fare niente, solo poliziotti che siano anche maghi possono fronteggiare criminali che usano la magia.”

“In realtà non è proprio così!”


Mentre pronunciava queste parole, l’ispettore Chiba balzò in aria.

Impugnava un bokken di circa un metro.

A mezz’aria brandì il bokken come una foglia nel vento e passò con precisione sopra la folla di illegali che gli stava sparando con fucili d’assalto dotati di soppressore, ma quella traiettoria irregolare impedì loro di prendere correttamente la mira.

Tralasciando la forza delle sue gambe, nessuno si sarebbe potuto muovere in aria in tal modo senza l’ausilio della magia.

Immediatamente, l’ispettore Chiba colpì con un attacco a spirale i tre maghi che, difesi dal fuoco di copertura dei loro compagni, stavano lanciando magie a lungo raggio.

Usando una magia di tipo Movimento che ignorava platealmente gravità e inerzia, Chiba evitò le magie nemiche e usò il suo bokken per mettere KO i tre maghi.

Dall’altro lato della folla, Inagaki stava sparando contro i criminali armati.

Quando Chiba si buttò nella mischia dal fianco, più di dieci stranieri vennero eliminati in un batter d’occhio.

Si verificarono alcuni piccoli scontri in altre zone, ma furono rapidamente sedati prima che il duo potesse offrire assistenza.


“Ispettore, prenda il timone!”

“Eh~, io?”

“La smetta di tentennare!”


A vedere i due colleghi, il subalterno appariva quello più dinamico sul lavoro, anche se era più che altro il suo superiore a non essere molto professionale. Ciò nonostante, Chiba non era tipo da dileguarsi in un momento simile.


“OK, OK. Allora ferma la barca, Inagaki-kun.”

“Se lo facessi rischierei di affondarla.”

“Non preoccuparti. Il capitano si assumerà tutta la responsabilità.”

“Wow, che scaricabarile…”


Inagaki scrollò le spalle con disappunto e continuò a caricare la pistola.

Con la mano sinistra premette il pulsante sull’impugnatura e il mirino si illuminò.

Subito dopo utilizzò il CAD con arma integrato (cioè un dispositivo di calcolo con arma a forma di revolver situato nell’impugnatura) e un CAD specializzato nel corpo dell’arma diede il via alla sequenza di attivazione.

Quando premette il grilletto la sequenza magica iniziò ad avere effetto.

Utilizzando magia composita di tipo Movimento e Peso per stabilizzare la traiettoria e incrementare il potere di penetrazione, il proiettile seguì la traiettoria stabilita dalla sequenza magica e perforò la poppa della piccola barca ormeggiata al largo.

Un secondo e un terzo sparo risuonarono nella notte. La schiuma proveniente dalla poppa diminuì. Apparentemente, i proiettili avevano penetrato con successo l’acceleratore di bordo.


“Ben fatto.”


Mentre si complimentava col suo subalterno, dalla mano di Chiba si udì un suono metallico, come di un lucchetto che venga aperto. A quanto pare il bokken era in realtà uno shirasaya[1].

Con la lama di freddo acciaio in mano, Chiba si scagliò contro l’imbarcazione con un’agilità degna di Yoshitsune, saltando più di otto barche di fila.

Calò la spada contro la nave ancorata e tagliò in due il portello metallico.

La tecnica segreta di spada “Tagliaferro” della famiglie Chiba delle Cento Famiglie.

Questa tecnica non vedeva la spada come composta di ferro e acciaio, ma identificava la “spada” stessa come concetto e applicava magia di tipo Movimento al colpo di spada con l’aiuto della sequenza magica. Una “spada” identificata come singolo concetto diventava così una lama molecolare che non poteva essere frantumata, smussata o rotta, e che tagliava tutto ciò che si trovava sulla sua traiettoria.

Usando la sua spada ancora una volta per crearsi un passaggio, Chiba Toshikazu, erede della famiglia Chiba, andò avanti da solo.


“Ottimo lavoro ispettore.”

“Seriamente, questo è ciò che si dice sprecare tempo ed energia.”


Il cielo si stava schiarendo mentre l’ispettore Chiba si lamentava come se la situazione non avesse nulla a che fare con lui. Ma non rimproverò il suo subalterno che si stava palesemente sforzando di trattenere le risate.

Dopo aver eroicamente abbordato la nave, Chiba aveva scoperto che era deserta.

A quanto pare gli stranieri illegali erano scappati dal fondo della nave, lasciando il portello aperto in modo da far entrare acqua e lentamente affondarla. Tuttavia, l’apertura creata da Chiba aveva permesso al vento di passare, aumentando la velocità con cui la barca affondava; barca che al momento era totalmente sommersa.


“Pare proprio che non abbiamo alcun indizio sulla direzione in cui i criminali sono scappati.”

“Non importa, la loro meta è ovvia.”


Il giovane, che per poco non era colato a picco con la nave, scrollò le spalle a ciò che il suo più anziano collega voleva dire e rivolse lo sguardo a est, verso il sorgere del Sole.


◊ ◊ ◊


Dinnanzi agli occhi dell’ispettore Chiba si estendeva poco distante lo scalo, assieme alle famose vie di Yokohama, conosciute in tutta la nazione.

Vi era un grosso pozzo nel retro di uno degli anonimi ristoranti che si affacciavano sulla strada. Nonostante fossero le prime ore del mattino, tre uomini elegantemente vestiti erano lì accanto.

Uno di loro avrà avuto poco più di vent’anni e sembrava particolarmente attraente. Non in modo femminile ma grazie all’educazione e al benessere nei quali era cresciuto. Il pozzo con carrucola lì accanto non era utilizzato per estrarre acqua potabile, ma come riserva d’acqua contro gli incendi.

Il muro del pozzo improvvisamente crollò, e dal buco uscì un uomo infradiciato seguito da altri quindici.

L’uomo di mezza età che uscì per ultimo dal pozzo salutò il giovane con un inchino e un sorriso, al che il giovane uomo portò la mano al petto e si inchinò a sua volta.


“Signori, prego andate a cambiarvi. La colazione è pronta.”


In risposta a queste parole il signore di mezza età disse, con un tono privo di gratitudine:


“Grazie per la sua assistenza, signor Zhou.”


Il giovane uomo sorrise, noncurante del tono rude, e accompagnò i sedici uomini nell’edificio.


◊ ◊ ◊


La prima sessione del nuovo Consiglio Studentesco del Primo Liceo affiliato con l'Università Nazionale della Magia si era tenuta circa una settimana prima.

Tatsuya e i suoi compagni di classe erano appena arrivati in mensa per la pausa pranzo.

In passato aveva mangiato nella sala del Consiglio Studentesco, ma quello era dovuto (principalmente) a un abuso di potere da parte di Mayumi.

Inoltre, non aveva intenzione di abituarsi a pranzare ogni giorno nella sala del Consiglio Studentesco, e aveva colto l’occasione della nomina del nuovo Consiglio per tornare a mangiare in mensa. Tuttavia, come naturale conseguenza anche Miyuki iniziò a pranzare in mensa. Aggiungendo gli amici in comune, dall’inizio di ottobre i loro pranzi erano sempre vivaci.

Detto questo, dato che Tatsuya, Erika, Leo, Mizuki e Mikihiko erano in una classe diversa rispetto a Miyuki, Honoka e Shizuku, il primo gruppo ad arrivare in mensa avrebbe preso il tavolo. Oggi erano Tatsuya e compagni ad aspettare l’arrivo del gruppo di Miyuki.


“Scusate l’attesa.”

“Nessun problema; ottimo lavoro anche oggi.”


Avevano aspettato circa dieci minuti dopo che Miyuki aveva avvisato che sarebbe arrivata tardi a causa di affari del Consiglio Studentesco. Vedendo Miyuki inchinarsi e scusarsi, Tatsuya sorrise e la rassicurò. Completamente noncurante di questo vistoso comportamento, Honoka sembrò ricevere una sorta di segnale, si avvicinò e parlò a Tatsuya.


“Le mie scuse, Tatsuya-kun. È colpa mia se siamo in ritardo.”


Dopo la notte di confessione in Ogasawara durante le vacanze estive, le reazioni e le espressioni di Honoka nei confronti di Tatsuya si erano solo intensificate. Tatsuya lo aveva notato, ma aveva deciso di non farne menzione. Se avesse voluto essere più attivo al riguardo, avrebbe dovuto sorridere un po’ (anche una smorfia sarebbe andata bene), ma la fragilità di Honoka e le sue ipersensibili reazioni avrebbero potuto far sembrare che Tatsuya la stesse prendendo in giro, il che non sarebbe certo stato positivo per lo stato mentale di lei. Al momento, quindi, Tatsuya non aveva una soluzione; non poteva certo spiegare ogni volta che era tutto frutto di un fraintendimento, quindi aveva deciso di lasciar perdere e adottare un atteggiamento passivo.


“Per favore, non preoccuparti. Chiunque inizi un nuovo lavoro incontra qualche difficoltà all’inizio.”


Negli occhi di Tatsuya, Honoka credeva che il suo errore avesse deluso tutti quanti, e per questo sembrava così giù di morale. Crede davvero di essere incapace? Tatsuya non lo pensò nemmeno per un secondo, e cercò di rassicurare Honoka con parole di conforto.


“Sì, non preoccuparti.”

“È passata solo una settimana.”


Erika e Leo inaspettatamente (?) mostrarono il loro lato sensibile e si unirono a Tatsuya nel confortare Honoka.

Vedendo tutti quanti con un sorriso che diceva “non preoccuparti”, Honoka si sedette con una certa trepidazione.


“Tuttavia, oggi non è stata colpa di Honoka, Onii-sama. L’Ufficio di Facoltà ci ha improvvisamente chiesto di vedere tutti i registri degli ultimi due anni, quindi abbiamo dovuto estrarre tutti i dati dalla sala del Consiglio Studentesco prima della fine della terza ora. Abbiamo anche dovuto chiedere a Shizuku di aiutarci.”


Miyuki sorrise mentre forniva queste parole di supporto, ma per qualche motivo ciò fece sentire Honoka ancora peggio.


“Ma… è stata Miyuki a trovare i dati rapidamente; questo vuol dire che sono io ad essere inadeguata…”

“Anch’io. Se Honoka è una tartaruga io sono una lumaca.”


Il commento di Shizuku non aveva altri scopi.


“…dopo tutto, Miyuki usa questo sistema da aprile. Honoka è appena entrata nel Consiglio Studentesco, e Shizuku non ne fa nemmeno parte. Miyuki parte avvantaggiata in quanto a esperienza, non potete farci nulla se vi serve un po’ di tempo per abituarvi al sistema.”


Quindi Tatsuya diresse il suo commento verso la scherzosa descrizione di Honoka come “tartaruga”, e rassicurò in questo modo sia Honoka che Shizuku.

Da questo commento di Tatsuya si deduce che, con l’elezione del nuovo Consiglio Studentesco, Honoka era diventata parte del Consiglio, nello specifico il Segretario; il Presidente era ora Nakajou Azusa, il Vice Presidente Shiba Miyuki, e il Contabile Isori Kei (il Contabile aveva anche il ruolo di “supervisore” del Consiglio ed era nominato per consuetudine dal Presidente).

In realtà Azusa aveva offerto in privato il ruolo di Vice Presidente a Tatsuya, il quale aveva immediatamente rifiutato. Ancor più di lui però era stata Kanon, il nuovo capo del Comitato per la Pubblica Morale, a opporsi.

La sua obiezione era stata: “Se Shiba-kun se ne andasse il nostro lavoro d’ufficio non potrebbe essere finito”.

Una dichiarazione pronunciata di fronte ad Azusa e Tatsuya, che al sentirla era rimasto a bocca aperta. Dopo tutto era un membro in servizio attivo, non un passacarte.

Anzi, tecnicamente tutti i membri del Comitato per la Pubblica Morale erano in servizio attivo, ed erano tutti egualmente responsabili per il lavoro d’ufficio.

Così era scritto sui documenti di trasferimento che Mari aveva dato a Kanon. Documenti che Tatsuya aveva registrato personalmente, quindi non c’era possibilità di errore.

Tuttavia, Azusa aveva annuito seriamente alle parole di Kanon.

Tatsuya aveva sentito salire il mal di testa per via del “fraintendimento” tra queste due senpai. Tuttavia, senza sentire l’opinione di Tatsuya al riguardo, Azusa aveva continuato a insistere affinché egli entrasse a far parte del Consiglio Studentesco nonostante l’opposizione di Kanon. Per dirla senza mezzi termini, Azusa non era sicura di poter tenere sotto controllo Miyuki senza Tatsuya, e Miyuki non poteva certo andare via dal Consiglio Studentesco.

Il mal di testa di Tatsuya si era intensificato.

Alla fine Azusa e Kanon erano arrivate a un compromesso senza ascoltare, o richiedere, minimamente l’opinione della persona in questione. Tatsuya sarebbe rimasto con il Comitato per la Pubblica Morale fino alla fine dell’anno e si sarebbe trasferito al Consiglio Studentesco a gennaio.

(…ho mal di testa solo a pensarci)

Nel momento in cui disse: “…è appena entrata nel Consiglio Studentesco”, si ricordò di cos’era accaduto il mese precedente e il mal di testa che ne era derivato.

Istintivamente seguì lo sguardo fisso su di lui e trovò Miyuki che lo guardava preoccupata. Sospirando mentalmente alla sensibilità della sorella, Tatsuya le fece capire che non doveva preoccuparsi e riprese a mangiare.


◊ ◊ ◊


“Onii-sama sei qui?”


Dopo la scuola, Tatsuya era andato nella sala di consultazione nel seminterrato della biblioteca. Sentendo la sorella chiamarlo, uscì dal mondo di numeri e dati in cui si era immerso e tornò alla realtà.


"Sono quaggiù Miyuki."


Tatsuya alzò la testa dal terminale su cui stava leggendo e fece un cenno alla sorella.

La comunicazione wireless era impossibile in quella sala. I muri erano stati costruiti in modo da assorbire la maggior parte delle onde elettromagnetiche, e in più era presente uno smorzatore di segnali. L’obiettivo di tutti questi sistemi di sicurezza era impedire il furto di dati.

Questa sala di consultazione infatti conteneva informazioni ritenute inadatte alla pubblicazione, materiali altamente pericolosi, o saggi contenenti idee e concetti contrari alle credenze tradizionali, che avrebbero potuto influenzare negativamente gli studenti. Questi documenti erano conservati fisicamente nelle università di magia, ma copie digitali erano state trasportate nella biblioteca e immagazzinate in database indipendenti separati dal mondo esterno. In teoria l’accesso ai file era libero, ma prenderli in prestito o farne delle copie era assolutamente proibito.

Data la natura dei materiali in questione, la stragrande maggioranza di essi non era pertinente alle lezioni, quindi pochi studenti usufruivano di questa risorsa. Più precisamente, di solito nessuno ne usufruiva. Tuttavia, nelle passate due settimane Tatsuya aveva stabilito il record di visite della sala di consultazione.

Tatsuya fece cenno a Miyuki ma non lasciò il terminale. Miyuki capì perché e si diresse verso di lui.


“Che cosa stai guardando?”


Arrivata a fianco del fratello, l’attenzione di Miyuki fu catturata dallo schermo lì di fronte e non poté fare a meno di chiedere.


“Un dossier sull’Alexandrite.”


Tatsuya rispose senza esitazione, come sempre. Non importava come trattasse gli altri, non aveva nulla da nascondere a Miyuki. Inoltre, l’oggetto della sua ricerca era qualcosa in cui Miyuki era versata.


“Hai cercato documenti di alchimia tutto questo tempo?”


Al momento non aveva ancora parlato a Miyuki della connessione tra quell’argomento e lo scopo di tale ricerca, da qui la confusione di lei.


“Voglio capire le basi dell’alchimia, ma solo la natura e il processo di creazione della Pietra Filosofale. Ci sono molti documenti che citano la creazione della Pietra stessa come l’obiettivo finale dell’alchimia.”

“Trasmutazione… Non starai pensando di cimentarti in quest’area, vero?”


Per la magia moderna, la trasmutazione rimaneva un compito impossibile. Anche la magia di tipo Volo si era ritenuto fosse impossibile, ma la trasmutazione alchemica apparteneva a una classe di difficoltà completamente diversa. Miyuki una volta aveva sentito Tatsuya dire che “C’è una bassissima possibilità di realizzare una vera trasmutazione”.


“Certo che no.”


Alla domanda della sorella, Tatsuya rise leggermente in diniego.


“Nel senso più stretto, la Pietra Filosofale è diversa dalla medicina ed è il catalizzatore che trasmuta metalli poveri in metalli preziosi. Al momento, il materiale di cui è composto un catalizzatore è secondario rispetto al suo scopo come strumento per invocare incantesimi.”

“Se la Pietra Filosofale è un catalizzatore simile a quelli che usiamo tutti i giorni, allora…”

“Secondo la leggenda, la trasmutazione in metalli preziosi è possibile solo con la Pietra. Se, a parte possederla, non è necessario nessun altro processo magico per ottenere la trasmutazione, allora la Pietra Filosofale ha la capacità di immagazzinare sequenze magiche.”

“Immagazzinare sequenze magiche?”


Vedendo Miyuki guardarlo scioccata e con occhi sgranati, il sorriso svanì dal viso di Tatsuya.


”Dato che molti maghi sono stati invitati a testare la magia di tipo Volo prima che fosse immessa sul mercato, anche se sono state necessarie alcune modifiche, la realizzazione della magia di tipo Volo ha già determinato la chiave per l’attivazione continua di magia di Controllo Gravitazionale.”


Tatsuya aveva distribuito la sequenza di attivazione per la magia di tipo Volo gratuitamente proprio per trarre vantaggio da questo fatto. Il consenso generale decretava che quando un gruppo avesse avuto accesso a un incantesimo, lo avrebbero subito utilizzato. In particolare, si cercava di ottenere il prima possibile gli strumenti già dotati di questa sequenza di attivazione. A parte le richieste alla FLT per equipaggiamento del tipo Volo da parte delle grandi imprese nazionali, anche nazioni amiche come gli USNA fecero simili richieste. Grazie ai dati di osservazione, la FLT riceveva grandi quantità di dati di ricerca sull’uso di magia Gravitazionale da parte di molti maghi di alto livello: dati che alla fine arrivavano nelle mani di Tatsuya.


“Usare magia di Controllo Gravitazionale è una soluzione fattibile per avere centrali a fusione nucleare sostenibili, ma la cosa non ha senso se è necessario un mago che fornisca continuamente potere magico. Si ridurrebbe il mago a un semplice componente del reattore a fusione, una parte intercambiabile di uno strumento.”


Ottenere una magia di Controllo Gravitazionale prolungata nel tempo era uno dei tre grandi ostacoli della magia Gravitazionale nello sviluppo di un reattore a fusione termonucleare. Al momento, Tatsuya stava dando una possibile soluzione al problema.

Era una questione troppo profonda perché Miyuki la comprendesse appieno, ma aveva colto il senso generale di quello che suo fratello stava suggerendo.


“I maghi sono essenziali per l’attivazione iniziale, ma allo stesso tempo il sistema non li lega completamente a esso. Per ottenere ciò, la magia deve essere sostenuta a un ritmo che può essere calcolato per giorni come unità, il che richiede un metodo di immagazzinamento della sequenza magica che può far perdurare la magia senza la presenza di un mago. Anche se entrambe le opzioni sono degne di essere esplorate, da un punto di vista della sicurezza la seconda è la proposta più realizzabile.”

“Allora è per questo che stai facendo ricerche sulla Pietra Filosofale.”


Il consenso generale di cui parlava Tatsuya non era una chimera, un punto di cui era perfettamente conscio. Di conseguenza, si sentì un po’ a disagio quando Miyuki assunse un’espressione di totale fiducia mentre annuiva alle sue parole. Con quella sensazione, Tatsuya cambiò argomento.


“A proposito Miyuki, avevi bisogno di qualcosa?”


Anche se era una domanda fatta per nascondere il proprio imbarazzo, la sua osservazione era corretta.


“Ah! È vero! Onii-sama, Ichihara-senpai ti stava cercando. Voleva parlarti della gara di tesi del mese prossimo.”

“Dov’è?”


Tatsuya non chiese altri dettagli mentre spegneva il terminale. Era in parte colpa sua se la discussione aveva deviato in un’altra direzione, quindi non era nella posizione di chiedere i particolari, specialmente data la mancanza di tempo.


“È nell’aula di preparazione per geometria magica. Ha detto che ti avrebbe aspettato presso la cattedra di Tsuzura-sensei.”

“Ho capito. Posso chiederti di riconsegnare per me la chiave della sala?”

“Nessun problema, lascia fare a me.”


Tatsuya si alzò e diede la chiave magnetica a Miyuki, che la prese come un cucciolo estasiato cui fosse stato dato un premio. Vedendo sua sorella mostrare quell’espressione senza vergogna, Tatsuya decise di non rimproverarla e la sua espressione si rilassò. Onestamente parlando, doveva ammettere che la viziava troppo.


◊ ◊ ◊


Tsuzura Kazuo, l’insegnante di Geometria Magica per il Primo Liceo, era responsabile dell’insegnamento delle competenze tecniche per la classe 2a B. Era un professore invitato proveniente dall’Università Nazionale di Magia.

Essendo un prodigio che era diventato professore all’Università di Magia da giovane, si attirava addosso molto livore per il suo atteggiamento troppo spensierato nei confronti della ricerca, ed era stato forzatamente trasferito al Liceo per “fare esperienza come educatore”.

Alla persona in questione non importava, era stato anzi molto contento di potersi “dedicare alla ricerca, senza restrizioni e senza altre preoccupazioni”. Proprio a causa della sua personalità assunse un atteggiamento molto freddo nei confronti degli screzi tra studenti del Corso 1 e del Corso 2; desiderava persino che gli studenti abbandonassero completamente questa distinzione (anche se aveva trascurato di chiedere le opinioni degli studenti al riguardo).

La sua famiglia proveniva da una delle Cento Famiglie e aveva il diritto di portare un numero nel nome Tsuzura (Tsu si riferisce al venti). Entrambe le famiglie Tsuzura e Isori producevano molti ricercatori di talento che scambiavano liberamente i risultati delle loro ricerche e rimanevano autorità a livello nazionale nel loro campo. Anche la magia Composita di Hattori aveva dato i suoi frutti sotto la tutela di Tsuzura-sensei.

…questa era l’impressione che Tatsuya si era fatto del professore.

Paragonato alla norma, Tsuzura-sensei era sicuramente un personaggio originale. Che questo fosse vero o falso, Tatsuya stava per fare esperienza diretta del vero volto dell’uomo.

Quando Tatsuya raggiunse l’aula di preparazione per geometria magica, Tsuzura-sensei era l’unico insegnante presente. Probabilmente gli altri si erano sentiti a disagio in quell’aula, pensò Tatsuya.

Gli insegnanti assunti dalla scuola erano tutti professionisti di grandissimo talento.

Ovviamente costoro erano orgogliosi delle loro capacità, ma se paragonati a un prodigio che era diventato assistente all’Università di Magia a poco più di vent’anni, chiunque sentirebbe calare la propria confidenza. Più una persona fa conto sul proprio talento, più si sente sotto pressione quando appare qualcuno con abilità ancora maggiori.

Poteva capire quel sentimento, anche se si manifestava in aree diverse dalla magia.

Tralasciando la correttezza o meno dell’ipotesi di Tatsuya, rimaneva il fatto che lì non vi erano altri insegnanti fuorché Tsuzura, che stava aspettando Tatsuya assieme a Suzune e a Isori.


“Sai della Gara di Tesi indetta dall’Associazione di Magia per la fine del mese prossimo, vero?”


Dopo i convenevoli, Tsuzura arrivò al sodo.


“Non conosco i dettagli.”


A questa cauta risposta che nascondeva qualcosa, Tsuzura annuì leggermente.


“La Gara di Tesi non è cospicua come la Competizione delle Nove Scuole, quindi non mi sorprende che uno studente del primo anno come te non sappia tutti i dettagli. Allo stesso modo, la Competizione delle Nove Scuole necessita di un gruppo di ben 52 membri per partecipare, mentre alla Gara di Tesi prende parte una piccola squadra di tre elementi.”


La differenza numerica può essere scioccante, ma se si pensa che per questa competizione bisognava scrivere una tesi e presentarla, era ovvio che non c’era bisogno di molte persone. Se ciò di cui avevano bisogno era solo una mano a sviluppare gli strumenti necessari per la relazione, chiunque nel campus sarebbe andato bene, e non sarebbe necessariamente entrato a far parte della squadra. Avere troppe persone che vogliono prendere le decisioni renderebbe tutto più difficile.

Il fatto che solo tre studenti in tutta la scuola fossero stati selezionati era una certa sorpresa, ma comunque una scelta comprensibile, pensò Tatsuya.


“Ora, il motivo principale per cui ti abbiamo chiamato: Shiba-kun, possiamo contare su di te per rappresentare la scuola nella Gara di Tesi di quest’anno?”


Tatsuya non riuscì a rispondere immediatamente; era una domanda troppo improvvisa, e in qualche modo inaspettata.


“…volete che mi unisca a voi?”


Nonostante le parole di Tsuzura fossero molto chiare, Tatsuya non poté fare a meno di chiedere di riflesso.

La “Competizione Nazionale tra Scuole Superiori di Tesi di Teoria della Magia”, organizzata dall’Associazione di Magia Giapponese, nonostante il nome vedeva la partecipazione unicamente dei Nove Licei associati con l’Università della Magia. Era quindi una gara tra quelle nove scuole. Se la Competizione delle Nove Scuole era un confronto “pratico”, la Gara di Tesi era la parte “teorica”.


“Esattamente.”


Questo tono leggermente cortese era probabilmente dovuto alla personalità del docente. Tsuzura aveva assunto infatti una posa drammatica mentre annuiva in risposta a Tatsuya.


“Originariamente avevamo intenzione di avere Ichihara-san e Isori-kun, nonché Hirakawa-san di 3a C… Purtroppo, Hirakawa-san sta passando un brutto periodo e la scorsa settimana ha persino presentato una richiesta di ritiro da scuola. La buona notizia è che l’abbiamo convinta a ripensarci, ma non è in condizione di competere. Per questo ci siamo rivolti a te.”


Tatsuya si ricordava vagamente Hirakawa del terzo anno. Era il tecnico responsabile per la calibrazione del CAD di Kobayakawa nella gara di Mirage Bat sabotata durante la Competizione delle Nove Scuole.


“Ma perché uno studente del primo anno come me? I rappresentanti sono decisi dalla Commissione di Selezione per la Tesi se non sbaglio.”


Tatsuya finalmente ricordò le voci che si erano diffuse a inizio giugno riguardo la selezione della squadra per la tesi. Siccome in quel periodo stava finalizzando lo sviluppo della magia di tipo Volo, non aveva avuto tempo da dedicare ad altre cose, specialmente situazioni che lo potessero mettere in vista, quindi non si era curato di quelle dicerie.


“Dopo aver considerato che i preparativi per la relazione devono essere terminati simultaneamente, tu sei il miglior candidato. Ichihara-san ti spiegherà nel dettaglio.”


Dopo aver dato una risposta fin troppo semplicistica, Tsuzura lasciò la stanza.

Tatsuya non aveva accettato la proposta, ma pare che la voce che Tsuzura non prestasse ascolto alle opinioni degli studenti fosse vera. Ad ogni modo, Tatsuya non aveva il potere di veto nei confronti di questa decisione. All’inizio pensava di essere stato chiamato per aiutare a raccogliere dati, ma a quanto pare si era sbagliato. Tuttavia, anche se avesse protestato la sua situazione non sarebbe cambiata. Per capire meglio la situazione, Tatsuya si rivolse a Suzune.


“Ho raccomandato io Shiba-kun. Ho rifiutato gli altri sostituti.”

(Ugh, rifiutati…)


In risposta allo sguardo inquisitore di Tatsuya, Suzune pronunciò questa dichiarazione esplosiva.


“...di certo tutti i candidati hanno speso molto tempo e fatica nelle loro proposte, quindi immagino che molti sarebbeso piuttosto seccati che qualcuno come me, che non si era nemmeno candidato, sia stato scelto. Pensa alle persone che erano poco dopo Ichihara-senpai, Isori-senpai e Hirakawa-senpai, e a cosa penseranno.”

“È escluso che Sekimoto-kun partecipi, non è adatto a questo compito.”


Tatsuya non aveva nessuno di particolare in mente, mentre esprimeva le proprie obiezioni, ma Suzune si fece scappare un commento che sembrava quasi un attacco personale.


“Ti riferisci a Sekimoto Isao-senpai del Comitato per la Pubblica Morale?”


Per evitare che diventasse davvero un attacco personale, Tatsuya decise di chiarire di chi Suzune stesse parlando.


“Hm, sì… io e lui abbiamo due punti di vista inconciliabili.”


Come previsto, Suzune capì di aver esagerato e si tenne a freno, come Tatsuya aveva sperato.

In quel momento, Isori entrò nella discussione.


“Come ha detto il prof, anche se la tesi e la presentazione sono fatte da tre persone, se tutte supportassero la loro personale opinione non si riuscirebbe a portare avanti la tesi, quindi è essenziale che il compito sia diviso tra un autore principale e due assistenti. La scuola ha deciso che Ichihara-senpai sarà l’autore principale.”


Tatsuya annuì su due punti della spiegazione di Isori. Separare il gruppo principale e quella ausiliario era necessario, così come aveva senso che l’autore principale fosse Suzune in quanto studentessa del terzo anno.


“In altre parole, io sono più adatto per l’argomento che Ichihara-senpai ha in mente?”


Quella era la possibilità più verosimile, data la loro conversazione, ma che cosa le permetteva di fare questa supposizione? Tatsuya non aveva mai contribuito ad alcuna tesi o dissertazione.


“L’argomento della tesi e la ‘possibilità di sviluppare un reattore a fusione termonucleare funzionante tramite magia di Controllo Gravitazionale’.”


Tatsuya sgranò gli occhi alle parole di Suzune.


“Sì, questo è lo stesso argomento di ricerca di Shiba-kun.”


Anche se sentiva che “argomento di ricerca” detto da un liceale fosse un po’ esagerato, era vero che quello era uno degli obiettivi che Tatsuya cercava di raggiungere. In più, era molto cauto al riguardo, quindi non ne aveva parlato ancora con nessuno…


“Capisco. Quella che ci stava spiando allora era Ichihara-senpai.”

“Non mi piace il termine ‘spiare’. Lo ritengo più un ‘osservare con interesse’.”


Altro che osservare, quello era origliare puro e semplice, ma Tatsuya non ne fece un problema.

Durante l’incidente di aprile con i terroristi anti-magia, Tatsuya aveva notato qualcuno osservare i suoi due incontri con Mibu Sayaka, ma non aveva cercato di identificare quel qualcuno. Dato che i risultati parlavano da soli, sarebbe stato inutile lamentarsene ora.


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“Ci sono meno di tre settimane prima dell’inizio della Gara di Tesi. Credo che l’unico che possa fornire un’adeguata assistenza al momento sia Shiba-kun, che ha già un grande interesse in questo argomento.”

“Non hai mai pensato che potessi aver mentito a Mibu-senpai?”

“Credo di essere sufficientemente brava a giudicare il carattere delle persone per capire che non era così.”


Tatsuya sorrise amaramente alla grande considerazione in cui era tenuto.


“Capisco. Dato che sarà di beneficio anche per me, permettetemi di aiutarvi.”


Da un lato, Tatsuya non stava scherzando riguardo i benefici per sé. Dall’altro, era curioso di sapere se la proposta di Suzune avrebbe potuto risolvere uno dei Tre Grandi Misteri, e sarebbe stato ottimo se il di lui design fosse potuto essere d’aiuto.


“Allora, cosa dovrei fare adesso?”

“Innanzitutto vorrei spiegarti la Gara di Tesi nel dettaglio. Spero che tu non abbia obiezioni Isori-kun, dato che sai già tutto al riguardo.”

“Non preoccuparti, fa’ pure Ichihara-senpai.”


Ringraziando Isori con lo sguardo, Suzune prese tre lavagne portatili da uno scaffale e ne diede una ciascuno. Le lavagne erano dei tablet formato A4 con comunicazione wireless che permettevano di proiettare autonomamente, ingranditi, il contenuto dei fogli stessi. Erano chiamate lavagne perché i documenti testuali erano solitamente testo bianco su sfondo nero, ricordando appunto una lavagna tradizionale.

Suzune collegò il proprio terminale alla lavagna e aprì la guida alla Gara di Tesi.


“Come supponevi, Shiba-kun, la Gara di Tesi è una piattaforma per diffondere le scoperte di teoria e ingegneria della magia a livello di scuola superiore. Non solo vengono pubblicizzati i frutti dell’educazione nei licei, ma alcuni degli studenti possono ricevere l’opportunità di presentare la loro ricerca nel mondo. Inoltre, saranno presenti rappresentanti del Dipartimento di Ricerca sulla Magia, e ogni tesi registrata nell’Enciclopedia della Magia verrà adottata dalle università e dalle aziende.”


Tatsuya osservò i dati sullo schermo mentre ascoltava Suzune.


“Di solito la gara è l’ultima domenica di ottobre. Si alternano Kyoto e Yokohama nell’ospitare la competizione, probabilmente perché il quartier generale dell’Associazione di Magia Giapponese è a Kyoto, mentre la succursale principale nel Kanto è a Yokohama. Quest’anno si terrà al Centro Conferenze Internazionale di Yokohama.”


Tatsuya scorse mentalmente il calendario e verificò di non avere nessun altro impegno per il 30 ottobre, l’ultima domenica del mese.


“Solo coloro che sono stati raccomandati dai licei affiliati con l’Università Nazionale della Magia o che hanno passato le fasi preliminari nella loro scuola possono partecipare. Al momento nessuno ha mai partecipato senza raccomandazione. Questa è la ragione per cui la competizione è sempre stata di esclusivo appannaggio dei licei di magia, nonostante sia aperta a tutte le scuole superiori del paese.”


Sentendo la spiegazione, Tatsuya non poté fare a meno di commentare sorpreso.


“Quindi nessuna squadra è mai avanzata senza la raccomandazione di una scuola?”

“Shiba-kun, per dei normali liceali è più difficile scrivere una tesi e presentarla in mezz’ora piuttosto che gareggiare in Monolith Code o Mirage Bat.”

“Isori-kun ha ragione. Anche dal nostro punto di vista, senza il supporto del Consiglio Studentesco e dei vari Club non potremmo mai farcela.”


Tatsuya, che era abituato a scrivere guide tecniche, mormorò mentalmente “Non ne sarei così certo”, ma non verbalizzò il suo dissenso.


“L’argomento lo scegliamo noi, ma alla condizione che non sia contrario al bene e alla morale pubblici. Due anni fa uno studente propose lo sviluppo teorico di una magia che potesse rimpiazzare le armi di distruzione di massa, e fu immediatamente censurato dagli ispettori ben prima della gara.”

“Qualcuno ha avuto davvero tanto coraggio?”


Isori spalancò gli occhi ed emise un gemito. Probabilmente era la prima volta che sentiva questa storia.

Tatsuya capì cosa intendeva. Allo stesso tempo, lui che aveva una magia tale da sorpassare la potenza della armi di distruzione di massa non aveva diritto di criticare quel particolare studente. Mentre rifletteva su questo gli venne in mente un’altra domanda.


“Se è stato censurato prima del tempo significa che quella tesi non è stata pubblicata, giusto? In questo caso come hai fatto a venirne a conoscenza, Ichihara-senpai?”


Tatsuya non ci pensò due volte a fare questa domanda, causando senza volerlo un silenzio imbarazzante.

Suzune si voltò inconsciamente con un’espressione complicata e allo stesso tempo miserabile sul viso.

Tatsuya stava per dirle che non doveva rispondere se non voleva, ma prima che potesse farlo, lei sospirò e rispose:


“Il ragazzo che scrisse quella relazione era il Presidente del nostro Consiglio Studentesco di tre mandati fa.”

“Santo… avevamo gente simile qui a scuola?”


Nel sentire la spiegazione di Suzune, Tatsuya poté solo meravigliarsi in silenzio. Dato che la Gara di Tesi si teneva subito dopo la creazione del nuovo Consiglio Studentesco, a Suzune vi era entrata nella seconda metà del suo primo anno, non era strano che sapesse questi dettagli. Data l’espressione di Suzune in quel momento, questo ex-presidente doveva aver compiuto molte altre imprese “leggendarie”.


“[Ahem…] A causa di questo precedente, tutte le copie finali, i materiali, le relazioni e i progetti devono essere consegnati all’Associazione di Magia qualche tempo prima della gara.”


Accanto a Suzune, che si era intenzionalmente schiarita la gola, Isori parve capire qualcosa e annuì, forse perché quella era la prima volta che sentiva tutti i dettagli.


“Il termine ultimo di consegna è la domenica tra due settimane. I materiali devo essere presentati alla sede del Kanto dell’Associazione di Magia, ma di questo se ne occuperà la scuola. Tenendo in considerazione il tempo di cui Tsuzura-sensei avrà bisogno per esaminare i contenuti, idealmente dovremmo finire tutto per il prossimo mercoledì.”


Anche se avessero potuto finire le preparazioni per la relazione dopo aver consegnato i materiali, rimanevano comunque solo dieci giorni per scrivere la tesi. Era indubbiamente un programma molto intenso. Ma perché avevano bisogno che fosse Tsuzura a correggere la tesi? Dovrebbero esserci parecchi insegnanti a scuola con grande esperienza nel creare libri di testo sulla magia.

A questa domanda che non poteva essere fatta (era piuttosto rude nei confronti di Tsuzura-sensei), Isori rispose astutamente ad alta voce.


“Tsuzura-sensei è l’insegnante responsabile per la competizione quest’anno. Non solo deve aiutare con la preparazione della Gara di Tesi, ma deve anche occuparsi della preparazione degli esperimenti di magia. Solitamente sono compiti che vengono assegnati agli insegnanti più giovani.”

“Nonostante la sua giovane età, Tsuzura-sensei è una persona estremamente capace. Siamo davvero fortunati a poter ricevere un’istruzione che sorpassa di gran lunga quella che potremmo ricevere in classe.”


Doppiamente vero per uno studente del Corso 2 come lui, che solitamente non ha l’opportunità di ricevere un insegnamento diretto da un membro della facoltà. Ovviamente Tatsuya non lo disse ad alta voce.

Dato che gli altri due non ci avevano fatto caso, non c’era bisogno di ricordarglielo.

Dopo essere scesa nel dettaglio in alcune aree che necessitavano un’attenzione speciale, la spiegazione di Suzune si concluse.



Capitolo 2[edit]

I trasporti pubblici urbani moderni erano stati sviluppati seguendo il concetto di car-pooling[2], dove i mezzi pubblici erano più numerosi e più piccoli in modo da contenere meno persone.

Questo sistema trasporto aveva iniziato a diffondersi trent’anni prima nelle grandi metropoli, così come nell’80% delle città e periferie. Il restante 20% usava auto private.

Grandi autobus, tram e altri mezzi pubblici che potessero trasportare molte persone erano oramai desueti, quindi non si vedevano più le scene di studenti accalcati che prendevano l’autobus per andare a scuola o tornare a casa.

Anche se Tatsuya andava a scuola accompagnato solo da Miyuki, nel tragitto dalla fermata dell’autobus a scuola si univano a loro i suoi amici. Nonostante fosse arrivato più tardi del solito a scuola, il solito gruppo lo stava aspettando.

Il tragitto principale era una semplice passeggiata di un chilometro fino a scuola, ma a volte si fermavano brevemente in un caffè o in un fast-food; lungo la via c’erano infatti moltissimi negozi di abiti, ristoranti, librerie, cartolerie, e negozi specializzati in materiale per l’educazione magica. Gli studenti e gli insegnanti del Primo Liceo non erano gli unici a frequentare la zona, visto che molti clienti prendevano il tram da lontano per andare a far compere lì.

Erano in otto, seduti in uno dei loro caffè preferiti.


“Eh? Sei stato selezionato come uno dei rappresentanti della Gara di Tesi?”


La piccola deviazione di quel giorno era dovuto al fatto che Mikihiko aveva chiesto perché Tatsuya fosse stato chiamato nel laboratorio di geometria magica. Vedendolo ardere dalla voglia di saperne di più, Tatsuya non poté fare a meno di riflettere su questo lato della personalità dell’amico mentre spiegava la questione più nel dettaglio.

Da qui la reazione di Mikihiko vista nel commento precedente.

Tatsuya ne aveva già parlato con Miyuki e Honoka il giorno prima quando le era andate a prendere nella sala del Consiglio Studentesco. Gli altri cinque amici ora lo stavano guardando con espressioni di stupore.


“Aspetta, credevo che ci fossero solo tre rappresentanti in tutta la scuola per la Gara di Tesi.”

“Già.”


Alla domanda di Mizuki Tatsuya rispose deciso. L’espressione del loro viso erano come il giorno e la notte.


“ ‘Già?’… Tatsuya-kun, mi sembri un po’ svogliato al riguardo.”


Mizuki era senza parole ed Erika lo guardava perplessa. Al contrario, Leo sorrideva divertito.


“Per Tatsuya è solo naturale.”

“Non si è mai sentito di uno studente del primo anno che abbia partecipato alla Gara di Tesi.”

“Non che sia impossibile eh? Nemmeno la facoltà può ignorare il genio che ha inventato una nuova magia.”


All’osservazione di Shizuku, Leo sorrise e rispose in questo modo.


“Fermiamoci qui con la storia del genio.”


Più che imbarazzato, Tatsuya si sentì leggermente irritato dal termine, come se qualcuno lo pungolasse con un ago.


“Tatsuya detesta esser chiamato genio…”

“Perché è un termine troppo superficiale.”


Al commento meravigliato di Honoka, che non era beffardo né aveva secondi fini, rispose Miyuki.

Alla risposta della sorella, Tatsuya poté solo ridacchiare beffardamente, anche se doveva ammettere che aveva ragione.


“È comunque una cosa incredibile.”


Notando che il discorso stava prendendo una brutta piega, Mikihiko intervenì per ristabilire l’equilibrio.


“La tesi vincitrice verrà pubblicata su ‘Super Nature’, e anche i secondi e terzi arrivati avranno un sacco di attenzione.”


“Super Nature” era un giornale scientifico britannico ritenuto come la maggiore autorità sulla magia moderna. Sfortunatamente, il giornale conteneva tematiche sulla dittatura che erano inappropriate per dei liceali. Fortunatamente, tutti i presenti avevano letto il giornale e avevano quindi familiarità con il nome.


Ah… ma non avete molto tempo.”


L’euforia di Mikihiko si trasformò rapidamente in preoccupazione

Non dovrebbe prestare attenzione a questi cambiamenti d’umore? Pensò Tatsuya, sorpreso. Ad ogni modo, tenne questi pensieri per sé e annuì all’affermazione di Mikihiko.


“Abbiamo esattamente nove giorni prima di dover consegnare la ricerca.”

“Nove giorni? Ma è pochissimo tempo!”

“Non c’è problema. Alla fine io ho solo un ruolo di assistenza, l’autore principale sta lavorando sulla tesi da prima delle vacanze estive.”


Vedendo l’espressione elettrizzata di Honoka, Tatsuya la rassicurò con un sorriso e un cenno della mano. Al che, Honoka si rilassò e sospirò di sollievo.


“Tuttavia, resta il fatto che la scadenza è a breve. È successo qualcosa di inaspettato?”

“La salute di uno dei due assistenti è peggiorata improvvisamente.”


Miyuki corrugò le sopracciglia mentre domandava a Tatsuya, che mantenne il sorriso e diede una semplice risposta. Anche se non aveva spiegato nel dettaglio, non avrebbe avuto nulla da nascondere se avessero chiesto maggiori informazioni.

Miyuki però non sembrò del tutto soddisfatta dalla risposta.


“Che sfortuna. Però è certamente un cambiamento dell’ultimo minuto.”


La ragione a quanto pare non era il perché della situazione, ma una questione di umore.


“È vero, ma anche se la tesi dovesse essere fatta da capo, Onii-sama sarebbe comunque il miglior candidato.”


Tuttavia, la presenza di Tatsuya era ormai un dato di fatto, quindi Miyuki stava solo cercando una ragione per convincersi, in accordo col suo carattere. Secondo Tatsuya, anche se il commento della sorella era piuttosto accurato, gli stava comunque dando troppo credito con questa approvazione incondizionata.


“Non è proprio così. Avremmo un bel problema tra le mani se non avessi familiarità con l’argomento scelto da Ichihara-senpai, ma fortunatamente non è questo il caso.”


Di conseguenza, Tatsuya adottò una tattica di “sorridere e negare”, ma Miyuki non sembrava molto soddisfatta della posizione assunta dal fratello. Mentre pensava a una risposta appropriata, una nuova domanda sorse dalla persona al suo fianco.


“Ehi, allora qual è l’argomento?”


Incuriosito, Leo si piegò in avanti mentre chiedeva. Nonostante tutte le ragazze lo guardassero con occhi che dicevano chiaramente “Anche se te lo dicesse, capiresti?”, sia lui che Tatsuya le ignorarono.


“Difficoltà tecniche e soluzioni alla realizzazione di un reattore a fusione termonucleare alimentato con una sequenza magica di Controllo Gravitazionale continua.”

“…non riesco nemmeno a immaginarlo.”


Rispose immediatamente Leo, una rapida riflessione sulla sua difficile situazione attuale.


“…è un argomento grandioso. Non è uno dei Tre Grandi Misteri della Magia Sistematica del Peso?” Disse Mikihiko con una strana espressione. Al suo fianco,

“Dato che avevano chiesto a Tatsuya di partecipare, credevo che la tesi riguardasse i CAD.”


Mizuki espresse i suoi pensieri al riguardo.


“Ah, lo pensavo anch’io.”

“Anche Kei-senpai è un membro della squadra… credo che questo argomento possa essere troppo difficile per avere una possibilità di vittoria.”


Shizuku ed Erika condividevano l’opinione di Mizuki. Apparentemente i suoi amici erano preoccupati che l’argomento fosse troppo complicato per Tatsuya e per i liceali in generale. Il che aveva perfettamente senso: non per niente lo sviluppo di un “reattore a fusione termonucleare alimentato con una sequenza magica di Controllo Gravitazionale continua” era uno dei Tre Grandi Misteri. In quella situazione, Tatsuya poteva solo sorridere e cavarsela alla meno peggio.

Tuttavia, in mezzo ai volti sorridenti solo quello di Miyuki non era un vero sorriso. I suoi occhi erano serissimi.

Solo lei, che capiva l’importanza di un reattore a fusione termonucleare alimentato con una sequenza magica di Controllo Gravitazionale continua, poteva rendersi davvero conto di quanto serio fosse suo fratello.


◊ ◊ ◊


In stazione, i fratelli si separarono dai loro amici e tornarono a casa, trovando però una limousine parcheggiata lì di fronte, il che gli fece scambiare un’occhiata.

Tatsuya andò avanti e aprì la porta.

Vedendo le scarpe coi tacchi d’alta moda vicino all’ingresso, Tatsuya strinse gentilmente le spalle di Miyuki, che si era zittita con un’espressione tesa in viso.

Mentre supportava la sorella e attraversavano la porta, si udì il leggero rumore di ciabatte che si avvicinavano.


“Bentornati. Voi due andate sempre così d’accordo.”


Sentendo il tono di scherno, Tatsuya socchiuse gli occhi e strinse leggermente la mano che teneva le spalle tremolanti della sorella.


“È parecchio che non ci si vede, Sayuri-san.”


La gelida voce di Tatsuya si adattava perfettamente al suo sguardo di ghiaccio.

Questa volta, a tremare leggermente fu la minuta donna che li aveva accolti.


“Hm, hm. Beh, è perché ho sempre voluto essere vicina all’ufficio.”

“Ah, ma davvero.”


Tatsuya annuì seccamente alla matrigna, che non aveva messo piede in quella casa per nove mesi. Agli occhi dei fratelli, lei era “la seconda moglie di loro padre”, Shiba Sayuri.

Nonostante fosse venuta a casa, lì non c’era la sua stanza o il suo letto. Dopo il matrimonio con loro padre, infatti, si erano stabiliti in una suite di un complesso di appartamenti esclusivo a cinque minuti dalla sede centrale della FLT, e vivevano nella felicità del matrimonio. Tatsuya voleva solo pungolare Sayuri per il fatto che non avesse mai abitato lì con loro dopo aver sposato loro padre e il fatto che la considerasse comunque casa sua.

Vedendo l’espressione di Sayuri rabbuiarsi al sarcasmo del fratello, Miyuki si ricompose. Con il braccio di Tatsuya ancora attorno a lei, si girò leggermente ignorando lo sguardo della matrigna e si avvicinò al viso di Tatsuya, che era leggermente rivolto verso il basso.

Normalmente, Miyuki non si sarebbe mai comportata in maniera così imbarazzante, nemmeno se fossero stati da soli. Era un’azione incompatibile con la sua immagine. Tuttavia, in quel momento era entrata in uno stato mentale in cui gli astanti non avevano importanza.


“Inizierò immediatamente a preparare la cena, Onii-sama. C’è qualcosa in particolare che ti piacerebbe mangiare?”

“Qualunque cosa andrà bene. Non c’è fretta, quindi faresti meglio a cambiarti prima.”


Tatsuya non degnò di un’occhiata Sayuri, prestando tutta la sua attenzione alla sorella. Alla risposta del fratello, Miyuki sorrise beata.


“Capisco, anche se mi chiedo se avessi qualcosa di particolare in mente. Se è un desiderio di Onii-sama, sono pronta a fare qualunque cosa.”

“Ehi, non esagerare.”


Tatsuya le diede un buffetto sulla fronte prima che Miyuki scrollasse la testa in giù e salisse al secondo piano.


“Allora, cosa posso fare per te?”


Quando Miyuki se ne fu andata, Tatsuya continuò la conversazione con Sayuri, che sembrava bloccata tra l’incudine e il martello.

Dopo di che si diresse velocemente in salotto, si sedette sul divano, e si rivolse nuovamente all’esitante Sayuri.


“Potremmo darci una mossa? Vorrei finire prima che mia sorella ritorni.”


Sayuri corrugò le sopracciglia a quelle brusche parole, ma si sedette comunque di fronte a Tatsuya.


“Sembra che ancora non siate molto ospitali nei miei confronti.”


Realizzando che recitare ancora era inutile, l’attitudine di Sayuri cambiò bruscamente quando si sedette.

Noncurante dello sguardo di Tatsuya, accavallò le gambe e si appoggiò allo schienale del divano.

I vestiti casual e l’assenza di trucco era dovuto al suo mestiere di ricercatrice, quindi Tatsuya non doveva preoccuparsi di dove posare gli occhi. Ovviamente, anche se Sayuri avesse indossato una minigonna, Tatsuya probabilmente non avrebbe fatto una piega.


“Può essere che Miyuki la pensi così. Dopo tutto è solo naturale che sia arrabbiata se nostro padre si sia risposato meno di sei mesi dopo la morte di nostra madre. Anche se si comporta da adulta, è solo una ragazzina di 15 anni.”

“…e tu?”

“Io sono incapace di provare una tale reazione emotiva. Sono stato forgiato così.”

“Ok, lasciamo perdere. Che sia vero o no, non è più affar mio. Nonostante questo, se dovessimo parlarne spero che tu possa seriamente ascoltarlo, dato che per voi erano stati solo sei mesi, ma per me erano stati 16 anni.”


Nonostante l’aspetto giovane, Sayuri aveva la stessa età di loro padre. Tatsuya stava contemplando questi concetti rudi come un nemico pubblico delle donne.

Lei, Shiba Sayuri, Furuha Sayuri da nubile, era stata l’amante di Shiba Tatsurou prima del suo matrimonio con Yotsuba Miya. Si diceva che il casato Yotsuba si fosse intromesso per ottenere un prezioso vantaggio genetico e li separò forzatamente. Tatsuya poteva leggere tra le linee del suo odio anche se lei non lo verbalizzava.

Tuttavia, questa era una questione tra lei e i loro genitori, e non aveva nulla a che fare con i fratelli. Dato che aveva mantenuto una relazione con loro padre mentre Miya era ancora viva, non avrebbe ricevuto nessuna compassione da lui.


“Allora, che cosa ti ha portato fin qui?”


Sayuri intendeva scivolare gradualmente nell’argomento principale, quindi la domanda diretta di Tatsuya la colse alla sprovvista e finalmente si liberò dell’atmosfera innaturale attorno alla loro conversazione.


“Arriviamo al dunque allora. I laboratori della compagnia necessitano della tua assistenza. Se possibile vorremmo che ti ritirassi da scuola.”

“Impossibile. Fin quando Miyuki sarà iscritta al Primo Liceo non posso svolgere le mie funzioni di protettore se non sono uno studente del Primo Liceo.”


Una richiesta ridicola meritava un rifiuto secco da parte di Tatsuya.


“Anche se non fossi uno studente, potrebbero essere disponibili altri protettori.”

“C'è carenza di maghi in ogni campo. Anche la casata Yotsuba avrebbe difficoltà a rimpiazzare un protettore senza preavviso.”

“In altre parola, tu sei il miglior candidato?”

“Se limitato alla protezione di Miyuki, è certamente così.”


Non era la prima volta che avevano questa conversazione.

Whew, Sayuri fece un gran sospiro che non sembrava finto.


“Dubito che una qualunque compagnia abbia abbastanza surplus di personale da permettere a una persona talmente talentuosa come te di perder tempo in sciocchezze.”

“Perder tempo? Mi sembra di aver contribuito parecchio alla compagnia. Qualche giorno fa abbiamo ricevuto un ordine dalla Marina Statunitense per una gran quantità di CAD di tipo Volo, che ha aumentato i profitti del 20% rispetto allo scorso quadrimestre.”


Sayuri non poté far altro che mostrare un’espressione piena di rimpianto alle parole combattive di Tatsuya. Questo perché non aveva argomenti per controbattere.

Era di dominio pubblico che la Four Leaves Technology all’inizio non produceva CAD, ma forniva parti di ricambio per l’ingegneria magica. La loro ascesa alla vetta dello sviluppo dei CAD e alla produzione su scala globale era largamente dovuta alla Serie Silver, e quindi a Tatsuya. Con l’introduzione dei dispositivi di tipo Volo, la FLT era diventata la società innovatrice che aveva introdotto il prossimo cambio di paradigma nel mondo dei CAD Specializzati. Per Sayuri, che era entrata nella compagnia come ricercatrice ed era diventata manager nonostante non avesse raggiunto risultati personali di rilievo, questa era un’impresa sovrastante che rendeva inutile la gelosia.

Ma quelli erano i sentimenti personali di Sayuri. Dopo aver risposto con un “Ah, davvero…”, parlò del motivo per cui non poteva ancora andarsene.


“Potresti almeno aiutarmi ad analizzare questo oggetto?”


Sayuri tirò fuori dalla borsa un grosso portagioie e ne sollevò il coperchio con cautela. Nel mezzo vi era riposto un cristallo cremisi semi-trasparente.


“…una reliquia di classe Magatama.”


Dalla prospettiva di un ricercatore magico, le “reliquie” erano OOPArt contenenti una natura magica, creati con componenti artificiali non identificabili, ma che si formavano spontaneamente in condizioni estreme. L’Antinite, che conteneva Cast Jamming poteva essere classificata come un tipo di reliquia. Inoltre, autentiche reliquie come quella Magatama solitamente non finivano mai nelle mani di ricercatori civili.

Visto il suo status di principale produttore nazionale, la FLT riceveva molti contratti dai militari.


“Quando parli di “analisi”, non dirmi che mi stai chiedendo una cosa assurda come duplicare questa Magatama, vero?”


Vedendo l’espressione tesa di Sayuri, Tatsuya poté solo sospirare incredulo.


“Chi ha preso una decisione tanto stupida e avventata? Non sapete che è ridicolo cercare di ricreare reliquie con la scienza e la tecnologia moderne?”


OOPArts erano “Artefatti Fuori Posto” (Out Of Place Artifacts) , ovvero “oggetti che non appartenevano in quel tempo”, che erano “troppo avanzati per la scienza di quando erano stati dissotterrati” e non potevano essere sviluppati con la tecnologia dell’epoca.[3]

Tuttavia, proprio perché erano oggetti che sorpassavano la scienza moderna, veniva usato il termine “reliquia”.


“La JSDF[4] ha richiesto che accettassimo questo compito. Non era consentito rifiutare.”


Non che le decisioni dell’amministrazione non fossero comprensibili. Non solo la FLT, ma tutte le imprese dell’industria della magia servivano nel settore pubblico e avrebbero potuto essere dipinte collettivamente come industria di guerra.

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Solo persone capaci di usare la magia avrebbero comprato prodotti di ingegneria magica come i CAD, ma data la scarsità di maghi era ovvio che la parte di mercato da loro occupata fosse minima rispetto ad altre industrie. A quel tempo, il numero di persone in campi relativi alla magia o studenti di magia a livello scolastico o universitario non era più di 30000.

In altre parole, anche se ognuno di essi avesse comprato un nuovo CAD all’anno, il volume d’affari totale sarebbe stato comunque 30000. In realtà la durata tendeva a essere più lunga dato che era normale per un mago possedere cinque o sei CAD. Ad ogni modo, non cambiava il fatto che il mercato fosse parecchio limitato.

Inoltre, in base alla politica nazionale di promozione della magia, gli strumenti di supporto alla magia dovevano essere venduti a un prezzo basso. In pratica, il prezzo dei CAD doveva essere alla portata di una famiglia media, in modo che potessero regalarne uno ai figli che entravano in un liceo di magia.

Era difficile far sviluppare questo tipo di industria indipendente, di conseguenza lo Stato forniva ampi sussidi all’industria della magia, sovvenzionando, per esempio, il 90% delle vendite di CAD.

I prodotti venduti al pubblico costavano il 10% del prezzo usato negli scambi tra compagnie.

In più, usando le sovvenzioni per la ricerca come scusa, ogni anno la nazione pagava grosse somme di denaro alle industrie private per mandare avanti la ricerca.

Anche le imprese più grandi come Maximillian e Rozen non potevano dire no ai rispettivi governi. Era quello il destino delle industrie di magia.


“Tuttavia, la JSDF dovrebbe sapere il significato di una reliquia. Se l’oggetto è stato identificato come tale dovrebbero sapere che sintetizzarlo artificialmente non è possibile, quindi perché fare una richiesta del genere?”


Ci fu una pausa significativa prima che Sayuri rispondesse.


“Di recente è stato scoperto che le Magatama possiedono l’abilità di immagazzinare le sequenza magiche.”


Nonostante la risposta esitante, essa fu sufficiente a far cambiare rapidamente espressione a Tatsuya.


“È un fatto accertato?”


Nascondere il desiderio ardente nella sua voce era il limite delle abilità recitative di Tatsuya. Per fortuna Sayuri parve non accorgersi del suo profondo interesse per le reliquie.


“È ancora in fase teorica, ma i militari hanno già prodotto dei dati di osservazione abbastanza affidabili.”


Tatsuya annuì con espressione solenne.


“Se questo è vero allora è impossibile che i militari lascino perdere, il che è anche piuttosto sensato.”


La capacità di immagazzinamento delle sequenze magiche non era solo l’obiettivo di Tatsuya. Se ciò si fosse potuto diffondere al pubblico, la creazione di congegni magici autonomi e autosufficienti non sarebbe più stata un sogno. Anche truppe senza maghi avrebbero potuto avere armi magiche. Dato che la Magatama avevano il potere di immagazzinare le sequenza magiche, una riproduzione di massa avrebbe fornito una massiccia quantità di armamenti magici.


“Ma visti i recenti guadagni della FLT, non dovrebbe esserci bisogno di prendere la strada meno frequentata.”


Data l’importanza del progetto, una volta accettato l’incarico non sarebbe stato sufficiente un semplice “non si può fare”.


“Il dado è tratto.”

“Anche se non ci sono possibilità di successo?”


Considerando che la chiave per replicare una reliquia era ancora sconosciuta, era certamente un rischio colossale.


“Abbiamo una piccola chance. Con la tua magia è possibile effettuare un’analisi.”


Tatsuya non poté che ridere a questa dichiarazione. Alla fine Sayuri non era lì per il suo cervello, ma per la sua abilità unica.

Come aveva sempre fatto.


“Anche usando il mio potere non c’è garanzia di riuscire in una riproduzione. Se proprio insisti, per favore invia l’esemplare alla Terza Divisione Ricerca e Sviluppo. Ci passo regolarmente.”


In ogni caso, non ci sarebbero stati effetti su Tatsuya. Anche se era vero che aveva bisogno di maggiori informazioni su come preservare le sequenza magiche, il suo obiettivo era solo comprendere la metodologia alla base. La replicazione di Magatama era una cosa secondaria, quindi non voleva oberare di lavoro i ricercatori dell’ufficio. La verità era che per loro era complicato trovare tempo per la programmazione, quindi non potevano fare ciò che gli pareva.


"......."


Quella non era però una richiesta che Sayuri potesse sopportare. La sua posizione richiedeva che tenesse in conto le rivalità tra i dipartimenti nella FLT. La Terza Divisione R&S non poteva avere altra fama e riconoscimenti. Inoltre, una ragione infinitamente più importante e assurda era che né lei né suo marito potevano permettere che “Taurus Silver”, cioè Tatsuya, avesse altro potere decisionale.

Di certo gli altri laboratori avrebbero potuto superare i risultati di Tatsuya, ma dato il suo gran seguito, al punto che la maggioranza della Terza Divisione era dalla sua parte, forse gli sarebbe stato dato il merito anche dei loro successi. Era questo il sospetto che Sayuri covava.

Incapace di accettare la proposta di Tatsuya, Sayuri strinse i denti.


“O forse preferisci lasciarlo qui?”


Le parole di Tatsuya fornirono un raggio di speranza a Sayuri e diventarono l’impeto che colse per sfuggire da quel dilemma.


“Non ce n’è bisogno!”


Ciò nonostante, piuttosto che arrivare a un compromesso, decise di rompere la trattativa. Lei non avrebbe mai permesso che la riproduzione della reliquia potesse avvenire lontano dall’ufficio, lontano dalla possibilità per lei di rivendicare tutto il merito per il successo. Lasciare il campione lì sarebbe stato ridicolo, sinonimo di lasciare che Tatsuya strappasse quel premio dalle sue mani. A dire la verità era stata lei la prima a fare un’assurda richiesta per sfidare un qualcosa che “non aveva mai avuto successo”, ma in quel momento Sayuri aveva perso tutta la sua obiettività.

Furente, Sayuri si alzò in piedi.


“Capisco ora che richiedere la tua assistenza è stato uno sbaglio fin dall’inizio.”


Dopo aver messo il portagioie nella su borsa, Sayuri se ne andò stizzita.

Tatsuya la seguì mentre percorreva il corridoio. Quando raggiunse l’ingresso e si infilò le scarpe, Tatsuya adottò un tono con cui tipicamente ci si rivolge a dei clienti.


“Dato che trasporta oggetti di valore, desidera che la accompagni fino alla stazione?”

“Non ce n’è bisogno, andrò in macchina.”

“Come desidera. Sia prudente.”


Tatsuya non fu turbato dalla risposta seccata della matrigna, e fece un cortese inchino.


"Miyuki."


Tatsuya la chiamò dalla soglia di casa. Con un vestitino senza maniche addosso, Miyuki scese timidamente le scale. Le braccia perlacee rivelavano un leggero rosa che si dirigeva verso le sue spalle, una conseguenza del suo imbarazzo per l’abito, piuttosto che dovuto a dei cosmetici.


“Onii-sama... mi scuso sinceramente per il mio comportamento infantile.”


Nonostante l’ammissione del suo comportamento infantile, in realtà era più una sorta di dimostrazione di affetto. Naturalmente, Miyuki ignorava questa cosa mentre aspettava con la pelle in mostra di fronte a Tatsuya. Non importa cosa dicesse, aveva di certo messo molto impegno in quel’incantevole sfoggio di sé.

Tatsuya accarezzò gentilmente il viso della sorella anche se lei non aveva osato guardarlo negli occhi prima che le sue dita scendessero verso il mento. All’improvviso, le sollevò il viso con l’indice.

Questa semplice azione fece sì che l’incantevole pelle candida di Miyuki si tingesse completamente di rosso, balle spalle al petto. I suoi lunghi capelli oscillarono gentilmente e i suoi occhi erano colmi di una luminosità abbagliante, rendendola totalmente irresistibile.


“Uhm, questo…”


La loro postura sembrava destinata a un bacio, forzando Miyuki a distogliere timidamente lo sguardo.

Ma le dita di Tatsuya si diressero ancora una volta al viso di lei.

Ipnotizzata, Miyuki chiuse gli occhi.

E poi…


"—Ahi!"


Si udì un lamento soffocato di dolore.


“P-perché lo hai fatto?”

“Per punizione.”


Vedendo sua sorella arrossire e indietreggiare (una reazione perfettamente naturale a qualcuno che le avesse pizzicato il naso), Tatsuya sorrise e rispose.


“Oh… Onii-sama sei un cattivone.”


Miyuki mise il broncio e voltò il viso, mantenendo però la sua incantevole postura. L’espressione di Tatsuya, ancora sorridente, si ammorbidì.


“Esco per un po’. Chiudi tutto finché non ritorno.”

“Onii-sama?”


L’espressione di Miyuki si irrigidì mentre chiedeva la ragione per il misterioso ordine di suo fratello.


"Vado a rincorrere una certa donna cui manca il senso del pericolo.”


Tatsuya prese la giacca che si era appena tolto, mentre sua sorella si accigliava.


“Quanti problemi ha intenzione di farti passare quella persona?

“Sfortunatamente, non posso lasciarla a se stessa. Sayuri ha una reliquia che potrebbe contenere la chiave per l’immagazzinamento di sequenze magiche.”


Mentre rivelava la vera ragione del suo “inseguimento”, Tatsuya si tolse la cravatta e la diede a Miyuki. Parve che Miyuki avesse capito, ma mantenne comunque un’espressione poco soddisfatta.


“Se è così allora non c’è niente da fare. Stai attento.”


Miyuki si ricordò la loro conversazione nell’aula di consultazione della biblioteca. Non avrebbe usato il suo disprezzo per l’amante del padre per bloccare le decisioni di suo fratello. Non disse “non andare”, né “non c’è bisogno che tu vada”, ma tolse in silenzio la giacca pesante di Tatsuya dall’appendiabiti.

Dopo averlo indossato con l’aiuto di Miyuki, Tatsuya prese un paio di guanti e un casco da un armadietto e indossò un paio di stivali da motociclista. Dopo di che fece un cenno a Miyuki, che rispose con un profondo inchino, e disse semplicemente “Vado”.


◊ ◊ ◊


Seduta nell’auto a guida automatica, Sayuri sentì la pressione calarle addosso più forte della stessa forza di gravità.

Se avesse dovuto dire qualcosa, sarebbe stato un “l’ho fatto ancora” pieno di rimpianto.

Una volta raggiunto il livello manageriale, pensava di essersi abituata a tutti gli intrallazzi del business. Tuttavia, sospirò profondamente ripensando al suo comportamento cocciuto e impulsivo.

Innanzi tutto, il ragazzo era a tutti gli effetti suo figlio. Ogni volta che se lo trovava di fronte però, trovava difficile mantenere la calma, e sapeva anche perché: il ragazzo era il figlio della sua rivale in amore, era un abile ingegnere che aveva raggiunto risultati straordinari, e in più aveva occhi imperscrutabili ed emozioni insondabili.

Lui non la guardava come se fosse un essere umano, ma come un campione da analizzare al microscopio, un oggetto.

Era lo stesso modo in cui vedeva se stesso: uno strumento. Ma Sayuri questo non lo sapeva.

Quello che sapeva era che per quel contratto era necessaria la sua cooperazione, ma la sua impazienza aveva reso la situazione molto più complicata. Silenziosamente, guardò fuori dal finestrino e sospirò profondamente.

Quando sollevò lo sguardo notò che il traffico era stranamente diminuito.

Era un po’ che non vedeva macchine venire in senso opposto, e anche se era una zona residenziale, l’ora non era ancora tarda.

La sua frustrazione lasciò il posto a una traccia di inquietudine.

Controllò lo schermo per le informazioni sul traffico e vide che le altre auto erano state fatte deviare su un’altra strada per evitare un mezzo fermo sulla carreggiata.

Era una ragione perfettamente legittima, perciò Sayuri sospirò di sollievo.

Anche Tatsuya, che stava seguendo l’auto di Sayuri su una moto elettrica, notò la diminuzione del traffico, e anche lui ricevette la stessa informazione di Sayuri sul visore del casco.

Tuttavia, Tatsuya non la trovò una buona notizia.

Non era sospetto che le auto fossero state fatte deviare per via di un mezzo in panne. Aveva capito quanto fosse difficile infiltrarsi nei sistemi di controllo del traffico quando aveva visto Sanada e Fujibayashi entrarvi illecitamente.

Ma Tatsuya non era così ottimista da credere che ogni auto fosse stata fatta deviare dalla strada che portava da casa sua alla stazione. Una cosa simile sarebbe accaduta solo se ci fossero state più auto ferme nella carreggiata.

Non era molto difficile identificare la posizione di un veicolo nei sistemi di controllo.

Specialmente dal momento che i mezzi pendolari disponibili per il trasposto pubblico trasmettevano segnali continui per evitare che i criminali li usassero come mezzo di fuga.

Allo stesso modo, identificare quel segnale non era molto complicato.

Da quando era partito da casa, Tatsuya si stava dirigendo verso l’auto di Sayuri.

Una volta arrivato in vista dell’auto della matrigna, scoprì che un altro veicolo a guida manuale la stava seguendo.

Dallo schermo eruppe un allarme stridulo per informare Sayuri che un’auto a guida manuale si stava avvicinando. La cosa però non la fece preoccupare più di tanto; c’erano ancora persone cui piaceva guidare personalmente.

Essendo un ingegnere, sapeva che gli autisti potevano modificare le loro auto in modo da renderle indipendenti dal sistema di controllo del traffico. Di conseguenza prestò poca attenzione a quell’auto, spense l’allarme e si rilassò sul sedile.

Vedendo l’auto nera accelerare, Tatsuya premette sul gas. In quanto ad accelerazione, la sua moto aveva il vantaggio. Tuttavia, data la distanza e la rispettiva velocità, l’auto nera a guida manuale avrebbe raggiunto Sayuri per prima.

In reazione all’auto che si stava avvicinando invece di sorpassare, l’auto di Sayuri attivò il sistema anti-collisione.

Una volta che l’auto di Sayuri si fu fermata, dall’auto nera scesero due uomini. Un’azione estremamente spudorata da compiere lungo una strada piena di sistemi di sorveglianza. Data la situazione però, i sospetti erano probabilmente immigrati clandestini, dato che i comuni cittadini e immigrati regolare sarebbero stati immediatamente identificati dalle immagini.

Tatsuya attivò gli abbaglianti puntandoli ai due uomini che stavano cercando di aprire la portiera, e una volta sceso dalla moto corse verso di loro.

Estrasse il CAD dalla fondina mentre gli uomini si coprivano il viso per ripararsi dai fari. Un secondo dopo, uno dei due estrasse una pistola e l’altro cercò di colpire Tatsuya.

L’uomo aveva al dito un anello bronzeo, e da esso scaturì uno stridulo suono psionico.

Erano onde di interferenza magica: Cast Jamming. L’anello era fatto di Antinite.

Mentre uno cancellava la magia del nemico, l’altro lo avrebbe ucciso con la pistola. Una tattica efficace, se il loro avversario fosse stato un mago qualunque.

La canna era puntata a Tatsuya. Il bersaglio era il cuore, a una distanza in cui era impossibile evitare il colpo e si poteva percepire l’intento omicida.

L’uomo non riuscì però a premere il grilletto, la pistola gli si sfaldò in mano.

Uno di essi, o forse entrambi, iniziarono a urlare, ma data la distanza non poté capire bene cosa stessero dicendo. Capì solo “Cast Jamming”, il che probabilmente indicava la loro sorpresa al fatto che l’Antinite non avesse avuto effetto, o il loro stupore al fatto che la pistola si fosse ridotta in pezzi nonostante la presenza di onde di interferenza magica.

Ad ogni modo, a Tatsuya non interessava. Anche se fosse stato ostacolato in modo inaspettato, le sue azioni non sarebbero cambiate. Premette il grilletto una seconda volta: l’uomo che aveva la pistola urlò di dolore e cadde a terra tenendosi la coscia.

Dopo di che fu il turno dell’uomo con l’anello di portarsi una mano alla spalla. Non riuscì a controllare suoi gemiti di dolore, si piegò in due afflitto da brividi freddi, e infine perse conoscenza. Siccome era stato trafitto da una forza simile a tanti minuscoli aghi che avevano annichilito pelle, carne, vasi sanguigni, nervi e ossa, il dolore improvviso doveva aver superato la sua capacità di restare cosciente.

La magia di decomposizione “Mist Dispersion” poteva decomporre ogni parte del corpo umano.

Quindi, qual era la parte del corpo migliore da trafiggere affinché lo shock facesse perdere conoscenza a un uomo adulto? Dove doveva essere diretto l’attacco per troncare la percezione degli arti?

Non importa che fosse il proprio corpo o quello di altri, Tatsuya aveva una vasta conoscenza sull’argomento.

Aggirò i due uomini riversi a terra e si avvicinò all’auto nera tenendola sotto mira.

Non premette però il grilletto, le auto a idrogeno contenevano carburante altamente compresso, quindi un attacco imprudente avrebbe potuto scatenare un’esplosione gigantesca. Normalmente c’erano misure di sicurezza automatiche per evitare la combustione, ma era facile rimuoverle se si voleva lanciare un attacco suicida.

Se ci fosse stata Miyuki non avrebbe dovuto preoccuparsi di un’eventuale esplosione, ma sfortunatamente era a casa. A destra della strada c’era un ampio fiume, ma a sinistra era pieno di edifici residenziali. Tenendolo presente, Tatsuya giudicò che non poteva spingere questa conclusione.

In senso stretto, fu una decisione troppo negligente.

All’improvviso, dalla sua destra percepì un forte intento omicida e di riflesso compì un’azione evasiva.

Non ci fu la minima esitazione nel suo movimento, ma non poté evitare il proiettile supersonico.

Sentì un tremendo dolore al petto, dove il proiettile lo aveva trafitto, e l’impatto lo scaraventò in aria.

L’attacco del cecchino nemico era stato incredibilmente accurato. Aveva evitato una ferita mortale, ma il colpo gli aveva comunque perforato un polmone.

Aveva udito lo sparo molto tardi, quindi l’attacco doveva essere stato fatto da grande distanza. Se Tatsuya non avesse compiuto quella manovra evasiva sarebbe stato colpito al cuore.

Il cecchino nemico era estremamente abile.

Tatsuya usò l’inerzia del colpo per rotolare a nascondersi dietro l’auto di Sayuri.

La ferita si era già rimarginata. Fino a che la sua magia di rigenerazione fosse stata attiva, anche le ferite mortali sarebbero sparite, ma questo non significava che non provasse dolore.

L’estrema sofferenza causata dall’impatto e dalla fuoriuscita del proiettile gli avevano fatto venire i sudori freddi. Ma non era quello il momento di pensarci.

Tatsuya doveva localizzare il cecchino nemico.

Data la direzione e l’angolo dell’attacco, così come la posizione degli edifici circostanti che sarebbero potuti fungere da ostacolo, il cecchino era probabilmente in uno degli edifici industriali al di là del fiume, a circa 1000 metri dalla sua posizione.

Tenendo in considerazione che il proiettile aveva penetrato con facilità il suo corpo, aprendo un foro molto piccolo, il nemico stava probabilmente usando munizioni sabot.

La carrozzeria dell’auto era fatta di legno sintetico, quindi non sarebbe durata a lungo come copertura.

Il problema era che il cecchino non stava usando la magia.

Non importa che tipo di magia venisse usata, sarebbe rimasta una traccia che Tatsuya avrebbe potuto seguire per trovare la posizione del nemico. Ma se l’avversario si fosse limitato a sparare normalmente, quella distanza avrebbe reso più complicato fare affidamento sulla Vista Elementale.

I due uomini a terra levitarono gentilmente in aria, dopo di che lo sportello dell’auto nera si aprì e li risucchio all’interno.

Sarebbe bastato annullare la magia di tipo Movimento che stava portando in salvo i due uomini, ma al momento era più urgente eliminare il cecchino.

Tatsuya riesaminò le informazioni del proiettile che lo aveva trafitto: fluidi corporei, resistenza fisica, effetto del vento, gravità, compressione dell’aria al momento dello sparo. Tutte queste variabili furono compresse in un unico messaggio e ritornarono a Tatsuya, che poté identificare le informazioni sul bersaglio al momento dell’attacco.

Lesse la traiettoria del proiettile, le informazioni sul cecchino e la memoria stessa del “mondo”, dal presente al passato e dal passato al presente.

Utilizzando il punto dello sparo come origine, cercò il suo bersaglio tra le miriadi di dati transitori del “mondo” della dimensione delle informazioni.

Nella sua mente Tatsuya localizzò l’Eidos del cecchino, separando quella particolare unità dalle altre, come faceva sempre. Sapeva anche che il suo avversario stava mirando lì e si stava preparando a sparare di nuovo.

Il secondo sparo non era arrivato perché il cecchino stava ricaricando e cambiando i sabot di prima con proiettili perforanti, da qui il ritardo.

Tatsuya vide ciò perché teneva nel palmo della mano ogni informazione sul cecchino.

Mentre pensava a quanto fosse fortunato, attivò la magia per decomporre totalmente il corpo umano.


◊ ◊ ◊


Dieci minuti dopo che l’auto nera se ne fu andata, Tatsuya ritenne che non ci fosse altro pericolo, e si alzò da dietro l’auto. Guardando all’interno, vide che Sayuri era svenuta. Dato che l’auto non si era accesa dopo tutto quel tempo, il che era prevedibile, non c’era bisogno di preoccuparsi.

Il corpo di lei era circondato da airbag per proteggerla. Era un esempio eccellente dell’attivazione dei sistemi di sicurezza per prevenire danni al conducente, visto che quel tipo di disposizione la poteva proteggere da ogni tipo di shock fisico.

Essendo quello il caso, era probabilmente svenuta per lo shock mentale.

In ogni caso, era una persona connessa con la Casata Yotsuba, quindi avrebbe dovuto essere capace di sopportare un certo tipo di incidenti. Tuttavia, la sua situazione attuale era come quella di una persona comune. Tatsuya non poté non riflettere su questo.

Una volta che gli airbag riutilizzabili furono tornati al loro posto, la macchina automatica si accese da sola.

Tatsuya la seguì in moto, fornendo così copertura al lento veicolo.

Quando raggiunsero la stazione, Sayuri si era ripresa. Il viso era un po’ pallido ma non sembrava fosse in uno stato di panico. Ovviamente, Tatsuya l’aveva seguita in moto durante tutto il tragitto, quindi non sapeva che espressione ci fosse sul suo viso. Dopo averla accompagnata in stazione, Sayuri costrinse Tatsuya ad accettare la scatola contenente la Magatama. Tatsuya sentì che l’aspetto testardo e accanito di Sayuri rispecchiasse perfettamente la sua personalità.

Una volta tornato a casa, Tatsuya si diresse subito al telefono. Non usò il cellulare in stazione per paura di essere ascoltato.


“Non preoccuparti delle videocamere sulla strada, ci stiamo già lavorando.”

“Grazie mille Maggiore.”


Il telefono aveva una linea diretta col quartier generale del suo battaglione.

Essendo costretto a nascondere la sua identità come uno dei combattenti principale per la Casata Yotsuba così come la sua identità di Tenente Speciale del Battaglione Indipendente Equipaggiato con Magia 101, la sua priorità era assicurarsi che la sua identità non venisse rivelata dalle telecamere di sorveglianza.

Tatsuya si mise sull’attenti e salutò l’immagine di Kazama sullo schermo.


“In ogni caso, devo dire i nostri avversari si stanno comportando in maniera piuttosto imprudente. Anche se non era in pieno centro, hanno comunque fatto fuoco in città.”

“Non posso negare di essere stato imprudente, ma devo ammettere che i nostri avversari sono piuttosto abili.”

“Non hanno usato magia, corretto?”

“Affermativo.”


Usare la magia per guidare la traiettoria del proiettile avrebbe senza dubbio causato degli effetti secondari dovuti alla riscrittura del fenomeno. Allo stesso modo, usare la magia di miglioramento sensoriale avrebbe svelato la loro posizione a causa delle onde psion.

Finché avessero usato magia, non avrebbero potuto nascondersi da Tatsuya. Kazama conosceva bene le sue capacità.


“Tuttavia, in condizioni notturne e usando solo il mirino telescopico, sono riusciti a colpire da quasi un chilometro di distanza.”


Kazama stava guardando verso il basso, probabilmente a una mappa per la posizione del cecchino. Tatsuya non capiva tutte le sfumature del tiro dalla lunga distanza e del ruolo del cecchino; Kazama aveva molta più familiarità con i dettagli. Sembrava che avesse trovato un qualche indizio che Tatsuya non aveva scoperto, quindi anche se non era stato presente di persona, poteva cogliere i dettagli dal rapporto di Tatsuya.


“Ci sono un numero limitato di organizzazioni al mondo che possono inviare un cecchino di quest’abilità. Potremmo restringere il campo piuttosto in fretta.”

“Allora facciamo conto su di lei.”


L’attacco era la miglior difesa, riferendosi al concetto che rendendo un nemico impotente si sarebbe eliminata la minaccia di un attacco. Dato che si erano già scontrati una volta, finché nessuno dei due schieramenti si fosse spinto all’attacco, una soluzione pacifica non era impossibile secondo Tatsuya.


“Hm? Dammi un secondo… Abbiamo un nuovo rapporto. Abbiamo trovato l’auto.”


Nonostante l’auto nera avesse la targa coperta, un così semplice stratagemma non poteva ingannare le telecamere di sicurezza antiterrorismo. Finché avessero saputo dove e quando il veicolo era passato, le caratteristiche uniche dello stesso potevano essere sempre identificate.


“Dato che l’investigazione è già iniziata, che ne dici di farla cominciare da noi?”

“Come desidera.”


Alla domanda di Kazama, Tatsuya annuì immediatamente. Non gli importava catturare i due fuggiaschi personalmente, e non era tipo da perdere tempo su simili dettagli.


◊ ◊ ◊


A causa del’inaspettata sequenza da film d’azione, la cena fu leggermente più tardi del solito. Miyuki però non sembrava affatto irritata mentre saltellava per la cucina, intenta a preparare da mangiare, con indosso un grembiule rosa.


“Quel grembiule…?”

“Hai notato?”


Alle sue parole, Miyuki sorrise e volse la testa.

Il grembiule che indossava aveva un design semplice ma adulto.

Tatsuya non sapeva se fosse semplicemente l’interesse di una giovane donna, ma era la prima volta che vedeva un grembiule talmente adorabile. (NT: Sul serio? Apprezzamenti sul grembiule?)


“Lo hai comprato oggi?”


Prima di separarsi alla stazione, Miyuki era stata trascinata in un negozio di articoli femminili da Mizuki ed Erika.

Tatsuya si adagiò su una sedia ad aspettarle, ma riapparvero molto prima di quanto si fosse aspettato. Quando chiese cosa avessero comprato, Erika disse solo che era un segreto. In pratica non gli risposero.


“Mizuki aveva detto che le serviva un nuovo grembiule, quindi ne ho comprato uno anch’io. Non mi da un aspetto strano, vero?”


Siccome era molto differente dal suo vestiario abituale, Miyuki guardò Tatsuya con occhi preoccupati.

Anche se doveva solo farle un complimento, Tatsuya colse l’occasione per valutare seriamente l’abbigliamento della sorella. Siccome il grembiule era lungo quanto la gonna, sembrava che stesse indossando un vestito unico. Inoltre, era un grembiule a minigonna.

Le due spalline si incrociavano sulla schiena assieme a una larga fascia legata attorno alla vita con una adorabile nodo a farfalla, e da sotto erano incantevolmente esposte le candide cosce. (NT: qui si sta raggiungendo il ridicolo…)

Non era un abbigliamento da mostrare ad altri, pensò Tatsuya.

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“Ti dona alla perfezione. Infatti ho intenzione di metterti in vetrina per un’analisi personale.”


Realizzò che la sua scelta di parole era stato un po’ infelice.


“Onii-sama, le tue idee sono un po' strane.”


A sentire le sue parole potrebbe sembrare che fosse sorpresa, ma la sua espressione mostrava che stava cercando di nascondere l’imbarazzo.

Tatsuya però non lo fece notare a Miyuki e sorrise mentre prendeva le bacchette.

Dopo cena i due fratelli si spostarono in salotto. Dopo aver posato una tazza di caffè sul tavolo di fronte al divano su cui sedeva Tatsuya, Miyuki lasciò la propria tazza sul tavolo e si sedette accanto al fratello.


“A proposito, perché quella donna ci ha fatto visita oggi? Ha portato un campione per l’immagazzinamento di sequenze magiche?”


Miyuki si sedette a gambe chiuse e mise le mani l’una sull’altra mentre chiedeva a Tatsuya con occhi pieni di curiosità.


“Voleva sapere se era possibile l’immagazzinamento di sequenze magiche.”


Era una domanda prevedibile, quindi Tatsuya si era preparato una risposta.


“Chiedeva aiuto, come sempre.”


Non che lui stesse dicendo mezze verità per cavarsela in quel frangente.


“Tuttavia, questo lavoro potrebbe rivelarsi piuttosto interessante.”

“Il contratto è stato accettato?”


La domanda di Miyuki fu automatica, ma aveva già capito dalle parole del fratello che quel compito era inevitabile.


“Dato che il campione è qui, direi di sì.”


Lo sguardo di Tatsuya si posò sull’angolo del tavolo dove era posato il portagioie che Sayuri aveva portato. Aveva costretto Tatsuya a tenerlo per paura di altri attacchi.


“Quindi l’oggetto è questo? Ha davvero il potere di immagazzinare sequenze magiche?”


Che cos’è? Alla domanda silenziosa, Tatsuya aprì la scatola.


“Una reliquia di classe Magatama.”


Tenendo d’occhio Miyuki, Tatsuya rivelò l’identità dell’oggetto.

Miyuki si portò le mani al viso, guardando con occhi sgranati il fratello.


“Perché quella donna ha un simile oggetto?”

“È una richiesta dell’esercito. Credo ci abbiamo chiesto di replicarla.”

“Ma è ridicolo!”


Anche se Miyuki non aveva lo stesso livello di comprensione di Tatsuya su quanto fosse scandalosa la replicazione di reliquie, capiva che era una richiesta assurda.

La sequenze magiche influenzavano l’Eidos di un oggetto per riscrivere temporaneamente le informazioni che lo circondavano in base alle condizioni descritte nelle sequenze magiche: era questa la magia. Ad esempio, una sfera rossa contiene un Eidos che “riflette il colore rosso” ed è “di forma sferica”. Se una sequenza magica con la condizione “riflette il colore blu” influenzasse l’Eidos, allora la sfera diverrebbe blu. Dato che le sequenze magiche sovrascrivevano l’Eidos di un oggetto, le condizioni della sequenza magica rimpiazzavano temporaneamente le caratteristiche dell’oggetto. Tale effetto sarebbe continuato finché non fossero scomparse le condizioni della sequenza magica.

Anche se le sequenze magiche erano centrali nell’invocazione di magie, era impossibile al momento usare la magia per preservare le sequenze stesse.

Tuttavia, se l’oggetto stesso possedeva la capacità di replicare gli effetti del fenomeno alterato, e la sequenza magica poteva essere replicata, allora gli effetti della magia sarebbero persistiti all’infinito. In altre parole, sarebbe divenuto possibile copiare il fenomeno alterato e la sequenza magica.

Il che avrebbe preservato le caratteristiche della sequenza magica così come quelle degli effetti della magia.

A rigor di logica, se le sequenze magiche che cambiavano le temperature avessero potuto essere preservate, allora temperature altissime o glaciali si sarebbero potute ottenere senza alcun input. Allo stesso modo, una volta preservata, la replicazione di magia di tipo Velocità avrebbe consentito di creare macchine del moto perpetuo.


“Possedere l’abilità di conservare sequenze magiche non è sufficiente a rimpiazzare i maghi, dato che le sequenze immagazzinate possono solo essere attivate con la magia. Anche se non scommetterei sulla replicazione della Magatama, se questo oggetto è davvero capace di immagazzinare le sequenze magiche, allora capire quel processo diventa fondamentale.”

“Se sei tu Onii-sama, tutto è possibile.


Miyuki si era spostata fino a trovarsi accanto a Tatsuya e aveva appoggiato la testa alla sua spalla. Riassicurò con gentilezza Tatsuya, che sedeva con un’espressione fredda sul viso.

La politica di Miyuki era di fare personalmente tutte le faccende domestiche riguardanti Tatsuya senza lasciarle ai macchinari, ma non ci teneva al punto da lavare lei stessa i piatti.

Era ancora una studentessa con i suoi obblighi e doveri, quindi era necessario un compromesso.

Le stoviglie usate a cena furono lasciate all’HAR e Miyuki iniziò a fare i suoi compiti per casa.

Anche se era noto come liceo magico, tutte le materie non pertinenti la magia non erano obbligatorie. (NT: che bel sistema scolastico, molto utile soprattutto. Immagino quanti studenti scelgano di seguire matematica e fisica… Curioso, dato che la magia deve spesso fare i conti con le leggi della fisica e complessi calcoli matematici.)

Non c’erano verifiche periodiche, ma veniva posta molta enfasi sui compiti a casa.

Quel giorno, i suoi compiti erano di matematica, che non era esattamente il suo forte.

Era l’epoca in cui interfacce uomo-macchina potevano facilmente processare questi problemi, quindi nessuno a parte i matematici risolvevano i problemi da soli. Tuttavia, la logica matematica era di grande aiuto allo sviluppo e formazione di nuove magie (NT: che vi dicevo?), quindi suo fratello le aveva dato istruzioni precise al riguardo, quindi non poteva prendere scorciatoie.

Miyuki emise un “Whew” annoiato.

Era in momenti come quello che invidiava il suo onnipotente fratello.

Forse dovrei chiedere a Onii-sama di insegnarmi, pensò, prima di scuotere freneticamente la testa.

In quel momento Tatsuya stava probabilmente analizzando la reliquia.

La sua sola presenza limitava la libertà di suo fratello, quindi non poteva assolutamente disturbarlo. Questo pensava Miyuki.

La sola ragione per cui Tatsuya si era iscritto al Primo Liceo era perché lo aveva fatto Miyuki. Così lei interpretava la situazione.

Un diploma di maturità di un liceo magio era necessario per frequentare l’Università Nazionale di Magia, ma c’erano delle eccezioni: individui di talento che potevano aver scoperto un “codice Cardinale” avrebbero passato il test di ammissione anche senza diploma. Se Tatsuya avesse voluto, avrebbe potuto immediatamente ottenere quel diritto, e non avrebbe avuto problemi a passare il test di ammissione.

Miyuki sapeva che l’obiettivo di suo fratello erano i programmi specialistici di ricerca nelle università della magia, quindi la vita di un liceale era una deviazione considerevole, ma era obbligato a farlo perché era il protettore di Miyuki.

I protettori della Casata Yotsuba avevano il dovere di proteggere la vita del loro protetto anche a costo della propria. Quel titolo veniva dagli schiavi da combattimento che un tempo avevano salvato una giovane donna degli Yotsuba da un attacco nemico, ed erano stati responsabili della preservazione della Casata stessa.

In apparenza, quella missione non era molto diversa da quella di una semplice guardia del corpo, ma in realtà un protettore era fondamentalmente diverso da una guardia del corpo. Anche se non venivano selezionati alla nascita, una volta scelti il loro incarico era a vita. Come le guardie del corpo, erano in servizio ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette, ma i protettori non potevano lasciare il proprio incarico. Dato che i protettori venivano dispensati dall’incarico solo quando il loro protetto non aveva più bisogno di protezione, fino ad allora, senza eccezioni, i protettori degli Yotsuba avevano compiuto il loro dovere fino alla morte.

Tatsuya aveva una certa libertà perché poteva proteggere Miyuki anche se lontano da casa. La magia non era limitata dalla distanza fisica o da ostacoli. Non c’era un legame telepatico tra di loro, ma Tatsuya poteva monitorare inconsciamente l’ambiente attorno a Miyuki attraverso la sua “Visione di Identificazione dell’Idea”. In altre parole, sarebbe più accurato dire che aveva invocato una magia per tenerla d’occhio.

Ciò nonostante, nemmeno Tatsuya poteva usare magie durante il sonno.

Anche se la distanza non era d’intralcio, la loro vita quotidiana doveva avere un certo grado di sincronizzazione.

Durante le vacanze Miyuki poteva adattarsi alle attività di Tatsuya, ma a scuola Tatsuya doveva collegarsi a Miyuki, quindi dovevano conciliare i loro orari. Inoltre, anche se la magia non era influenzata dalla distanza, la vicinanza rendeva più semplice reagire in caso di pericolo.

Tuttavia, alla fine tutto ciò era basato sulla condizione che Miyuki non sollevasse Tatsuya dai suoi doveri di protettore.

Una volta che Miyuki lo avesse fatto, le sarebbe stato assegnato un altro protettore, probabilmente dello stesso sesso ed età. Anche se il numero di maghi era limitato, Miyuki era una dei candidati più promettenti come futuro capo della Casata Yotsuba.

Ovviamente Miyuki sperava di mantenere Tatsuya come suo protettore per motivi che andavano al di là della sua cocciutaggine. Tra gli Yotsuba, la missione di un protettore aveva la priorità assoluta.

Servendo come protettore di Miyuki, Tatsuya non avrebbe ricevuto compiti inutili, né lavoretti sporchi.

Nemmeno suo padre e la sua nuova moglie potevano fare pressioni in maniera palese, e non potevano insistere che li aiutasse nel loro lavoro.

Anche con tutti quei pensieri in testa, desiderava comunque che suo fratello frequentasse la sua stessa scuola. In pratica, Miyuki non era capace di smettere di dipendere da suo fratello, e ne era consapevole.

Ancora una volta Miyuki sospirò profondamente.

La sua mente stanca non riusciva a decifrare la risposta, così come non riusciva a risolvere i problemi dei suoi compiti.

A dire la verità, non aveva bisogno che lui la guidasse passo per passo, bastava solo che chiedesse un po’ di aiuto a suo fratello.

Nel frattempo, era passata mezz’ora.



Capitolo 3[edit]

Il giorno seguente, dopo la scuola.

Per ottenere la documentazione necessaria alla loro presentazione, Tatsuya andò in biblioteca.

In realtà avrebbe voluto concentrarsi sull’analisi della reliquia di classe Magatama, ma non poteva nemmeno spedirla per i preparativi della Gara di Tesi.

Nonostante il suo nome, la biblioteca era completamente digitalizzata; i tomi cartacei erano ormai una minoranza. Inoltre, gran parte dei materiali poteva essere consultato online, quindi non era necessario visitare di persona la biblioteca; il problema però era che i materiali necessari per la tesi appartenevano agli archivi ristretti, i quali non potevano essere portati fuori da essa. Mentre cercava un posto libero nei meandri dell’area di lettura, Tatsuya si imbatté in un volto familiare.


“Ma guarda, è proprio Tatsuya-kun.”

“Saegusa-senpai, sei nel bel mezzo dell’“Autunno dello Studio”? (!)


Aveva visto Mayumi l’ultima volta la settimana precedente, quindi non poteva certo dire “da quanto tempo che non ci vediamo”. Alla risposta immediata di Tatsuya Mayumi mise il broncio irritata, anche se si aspettava una simile domanda.


“Ma insomma, Tatsuya-kun… Sono una studentessa del terzo anno dopo tutto.”

“Questo lo so.”


Tatsuya rimase sconcertato da quell’affermazione fin troppo ovvia comunicata in tono grave.


“La prima cosa che viene in mente pensando agli studenti del terzo anno sono gli esami di ammissione all’università, no? Come mai non hai mai pensato che io debba prepararmi per questi esami? Ti sembro così spensierata?”


Le parole di Mayumi servirono solo a confondere Tatsuya ancora di più.


“Ma… Saegusa-senpai, non hai ricevuto la raccomandazione della scuola?”


Voti eccellenti, Presidente del Consiglio Studentesco, rinomata per la sua partecipazione e per le molte vittorie in competizioni di magia. Se non lei, chi altri sarebbe stato degno della raccomandazione?

Tuttavia, la risposta di Mayumi sorpassò le aspettative di Tatsuya.


“Ah? Non lo sai Tatsuya-kun? Ho rifiutato la raccomandazione. È una tradizione non scritta che i membri del Consiglio Studentesco rifiutino la raccomandazione.”

“È la prima volta che ne sento parlare.”

“Ogni anno, ogni scuola raccomanda dieci studenti per l’università di magia, è stato deciso così. Rispetto alle altre scuola, la nostra ha una percentuale maggiore di studenti che da l’esame di ammissione, quindi, per utilizzare il sistema delle raccomandazioni in maniera più efficiente, abbiamo deciso di comportarci così.”

“In altre parole, lasciamo che siano gli studenti più rischio a usufruire della raccomandazione, ho capito bene?”

“Quello sarebbe un po’ esagerato… ma bene o male è così.”

“Questo è…”


In un certo qual modo aveva perfettamente senso, ma Tatsuya sentì che c’era comunque qualcosa di sbagliato in quel sistema. Nonostante questi pensieri vagassero per la sua testa, Tatsuya decise di lasciar perdere dopo aver visto Mayumi che sedeva serena senza manifestare alcuna perplessità.

Vedendo che Tatsuya esitante a parlare, Mayumi piegò la testa di lato con un “Hm?” prima che la sua attenzione fosse catturata da altro.


“A proposito Tatsuya-kun, perché sei qui?"


Tatsuya fu un po’ seccato dal tono sorpreso di Mayumi (frequentava la biblioteca molto più spesso di lei), tuttavia, non c’era bisogno di insistere sul quella questione.


“Sono qui per raccogliere materiale per la Gara di Tesi.”

“Ah, è vero, sei stato selezionato per aiutare Rin-chan.”


(Aiutare, eh?)

Da un punto di vista esterno le cose probabilmente apparivano così.

Anche se era un lavoro di gruppo, a differenza di Monolith Code dove c’era la possibilità di mettere in mostra i talenti personali, non vi era modo di identificare i contributi individuali nella tesi.

Non era strano credere che tutti a parte l’autore principale fossero solo assistenti.


“…oh, stare lì in piedi a parlare potrebbe disturbare le altre persone. Vieni dentro.”


Nel dire questo, Mayumi indicò la cabina di lettura da cui era appena uscita.


“Non la stai usando tu?”


Anche se rioccupare la cabina dopo averla lasciata era contro le regole, non poteva certo restare in piedi fuori dalla porta. Perciò Tatsuya annuì senza ulteriori esitazioni.

La cabina di lettura era stata progettata inizialmente per una sola persona; in due si sarebbe stati un po’ stretti, ma in tre era impensabile. Anche se Mayumi era minuta anche per una donna, la statura di Tatsuya era sopra la media rispetto ai suoi coetanei. Nonostante non fosse particolarmente scuro di carnagione (!), le sue ampie spalle occupavano comunque molto spazio. Quindi, Tatsuya si sedette vicino al bordo della sedia, spalla a spalla con Mayumi, che si era seduta sullo sgabello di riserva.

Era da solo in una piccola stanza con una giovane e affascinante ragazza.

Tuttavia, anche in quelle condizioni Tatsuya non era eccitato né in trepidazione. A causa di esperienze passate aveva capito come comportarsi con Mayumi. (E per quanto riguarda il suo orgoglio come “bella donna”, beh, la bellezza è relativa all’osservatore).

Il fatto che Tatsuya stesse usando tranquillamente il terminale nonostante la vicinanza con lei, non rese Mayumi né ansiosa né delusa. Francamente, continuò la loro conversazione in maniera totalmente sconsiderata.


“So che è una cosa un po’ improvvisa per te, Tatsuya-kun, ma buona fortuna, ok?”

“…vero, è stata un po’ improvvisa.”


Tatsuya era stato preso un po’ alla sprovvista dalle parole apparentemente spontanee di Mayumi, che sembravano una premonizione. Ma una volta che ebbe connesso quelle parole con la conversazione precedente, riuscì ad evitare di chiede “per cosa?”.


“Ma non è una cosa di cui ti preoccuperesti, vero, Saegusa-senpai?"


Rispose senza pensarci, mentre il suo sguardo era concentrato sullo schermo.


“Può anche essere vero, ma per Rin-chan questo argomento è più importante che arrivare prima nella Gara di Tesi.”

“A proposito, senpai ti aveva chiesto di essere la sostituta?”

“Non è un argomento di cui io mi possa occupare. E poi non sono molto abile nel sostenere magie per processi complessi.”


La domanda e la risposta fornita non andavano proprio bene assieme, ma Suzune era presumibilmente conscia delle aree in cui Mayumi eccelleva, quindi probabilmente aveva tolto il suo nome dalla lista dei sostituti, dedusse Tatsuya.


“È un peccato. Rin-chan mi ha aiutato diverse volte, ma ora io non posso aiutare lei.”


Non era certo se stesse parlando tra sé e sé o con lui. Stava pensando di rassicurare Mayumi, che aveva un’espressione addolorata in viso, ma alla fine decise di sgobbare in silenzio e continuò a cercare informazioni.


“Quindi spero proprio che farai del tuo meglio, Tatsuya-kun, dato che puoi senza dubbio dare un grande aiuto a Rin-chan.”

“Ichihara-senpai ha qualche idea particolare riguardo questo argomento?”


Tatsuya fece questa domanda più per curiosità, e non perché si sentisse motivato dal suo incoraggiamento.


“Per certi versi, questo è il primo passo per realizzare il sogno di Rin-chan.”


Tatsuya non cercò di scavare più a fondo nelle parole di Mayumi; anche se Suzune aveva un sogno, di certo non aveva nulla a che fare con lui.

Tuttavia, tralasciando le idee di Tatsuya sull’argomento, Mayumi continuò:


“Innalzare la posizione sociale dei maghi. Punta a cambiarla attraverso la necessità economica, e non tramite pressioni politiche. Trasformando la magia in un aspetto indispensabile dell’economia, i maghi sarebbero davvero liberi dal loro destino di armi umanoidi. Secondo Rin-chan, la creazione di un Reattore a fusione termonucleare alimentato con una sequenza magica di Controllo Gravitazionale continua è il passaggio chiave per questo obiettivo. Questa tesi è il primo passo in quella direzione.”


Tatsuya non poté che girarsi a queste parole.

Dinnanzi ai suoi occhi sgranati anche Mayumi si ritrasse leggermente.


“Hm, cosa c’è?”

“È sbalorditivo. Non pensavo che anche Ichihara-senpai la pensasse così”

“Eh? Anche tu, Tatsuya-kun?”


In tutta onestà, Suzune e Tatsuya non potevano essere accreditati con l’idea di usare l’utilità economica per innalzare la posizione sociale dei maghi. Nonostante il numero irrisorio di sostenitori, quell’idea circolava da almeno vent’anni. L’unico particolare era che fino ad allora non vi erano stati segnali di successo.

In quel momento i maghi venivano impiegati principalmente per scopi militari.

Con la situazione globale in via di stabilizzazione, anche la mobilitazione pratica degli armamenti era diminuita.

Tuttavia, le innovazioni per i maghi (non quelle magiche) erano ancora al 90% per scopi militari.

All’avanzata attuale, tutto ciò doveva ancora cambiare.

La stragrande maggioranza delle magie per scopi domestici poteva essere sostituita da macchinari. Il controllo della temperatura e l’accelerazione fisica non potevano raggiungere gli stessi effetti della magia, ma se ristretta al livello di consumo pubblico, allora la tecnologia non magica poteva essere ancora utile. Non c’era bisogno di usare la magia. Allo stesso modo, gli automi avanzati non avevano bisogno di essere rimpiazzati da maghi. La magia non era necessaria per operare o organizzare.

Fino ad allora, nessun risultato che potesse essere ottenuto esclusivamente con la magia aveva soppiantato la versatilità della scienza moderna, quindi “usare i vantaggi economici per liberare i maghi” rimaneva una vuota frase da idealisti.

D’altra parte, nemmeno il concetto di Reattore a fusione termonucleare alimentato con una sequenza magica di Controllo Gravitazionale continua era un’idea originale del gruppo di Tatsuya.

Dopo aver giudicato che l’attivazione continua di magia di Controllo Gravitazionale per mantenere un reattore a fusione termonucleare era uno dei “Tre Grandi Enigmi della Magia Gravitazionale”, la maggior parte dei paesi sviluppati si era concentrata sullo sviluppo della tecnologia fotovoltaica e lo sfruttamento dell’energia solare, e al momento non c’erano segnali di mancanza di energia.

Coloro che riponevano le loro speranze nell’uso di un reattore a fusione termonucleare alimentato con una sequenza magica di Controllo Gravitazionale continua per innalzare la posizione sociale dei maghi, si erano praticamente estinti nella seconda metà del XXI secolo.


“Non riesco a credere di aver trovato qualcuno che condivida delle idee così radicali.”


Vedendo Tatsuya con un’espressione ammirata piuttosto che scioccata, Mayumi lo fissò per qualche ignota ragione.


“…hm, è meraviglioso. Quindi condividi gli stessi interessi di Rin-chan.”


Non solo lo sguardo, ma anche il suo tono era infastidito.


“Ah, no. Dubito fortemente che sia una questione di condivisione di interessi da parte mia e di Ichihara-senpai… La nostra metodologia è totalmente differente.”

Perché è così seccata?, pensò Tatsuya mentre le rispondeva cercando di trovare una qualche scusa.


“Ma il concetto di base è lo stesso no? Tatsuya-kun, in realtà Rin-chan è più il tuo tipo eh?

“Ha?”

“Nonostante tu abbia accanto a te una ragazza così affascinante, non sembra che tu ci voglia nemmeno provare. Beh, onee-san si scusa per avere un fisico così adolescenziale.”


Di cosa diavolo sta parlando? Questi erano gli onesti sentimenti di Tatsuya.

Anche se condividevano lo stesso argomento, ciò non garantiva che fossero compagni, ma era più probabile che ciò li rendesse rivali. Nonostante la sua statura minuta, Mayumi non aveva per niente un corpo da adolescente, anzi: aveva un fisico intrigante colmo di un fascino adulto.

C’erano troppi fraintendimenti cui doveva rimediare, ma Tatsuya non sapeva da dove iniziare.


“Non ho tendenze esibizioniste. Non farei mai nulla con una donna di fronte a tutte queste telecamere.”


Tatsuya era piuttosto confuso, e la prima risposta che gli venne in mente non sembrava essere molto adatta.


“Eh…?”


Alle parole di Tatsuya, in apparenza profonde, ma in realtà completamente spontanee e un po’ imprudenti, Mayumi iniziò ad agitarsi e il suo sguardo cominciò a vagare.

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“Bene allora, e se non ci fossero né telecamere né persone qui? Per esempio, se fossimo noi due soli in una stanza d’albergo?”

“Se è un invito a “cenare” con senpai, allora mi ci butterò senza esitare.”[5]


Con fragore, Mayumi balzò via dallo sgabello arrossendo furiosamente, e si premette al muro per allontanarsi il più possibile da Tatsuya. Vedendo questo comportamento, Tatsuya capì improvvisamente il doppio senso delle sue parole. Tuttavia, dire altro avrebbe solo peggiorato la situazione, quindi ritenne un segno di fortuna il fatto di essere riuscito a fermarsi lì. Distolse lo sguardo da Mayumi e si concentrò sulla raccolta di dati per il progetto. Mayumi, che avrebbe dovuto sentirsi minacciata dalla risposta di Tatsuya, per qualche misteriosa ragione scelse di rimanere nella cabina di lettura.


◊ ◊ ◊


Tre sere prima della consegna della tesi, Tatsuya stava ricontrollando i dati dalla sua postazione di lavoro privata, quando notò che il server casalingo era sotto attacco.

Erano attacchi simultanei da canali multipli, il che significava che non erano principianti, ma specialisti che cercavano di rubare dati dal costrutto.

Vi era una grossa possibilità che non fosse un caso, ma un attacco specifico al suo indirizzo IP, e nonostante venissero respinti continuamente, continuavano nel loro attacco.

Un gruppo piuttosto ostinato.

Sembra che dovremo cambiare indirizzo IP, si lamentò Tatsuya con un sospiro, mentre attivava il tracer.[6]

Il giorno seguente, durante la pausa pranzo Tatsuya passò nell’ufficio del consigliere scolastico.

Il suo obiettivo era ovviamente Haruka, ma l’oggetto della conversazione non era qualcosa di triviale come preoccupazioni o fantasie da adolescenti.


“…sfortunatamente, il collegamento è stato interrotto. Quindi non ho scoperto la fonte dell’attacco.”


Haruka non nascose la sua scarsa voglia di collaborare, anzi, probabilmente cercò di renderla il più evidente possibile, nonostante non fosse un atteggiamento degno di un consigliere scolastico. Tuttavia, tenendo in conto che Tatsuya era venuto a discutere di cose che non avevano nulla a che fare con la scuola o con il lavoro di consigliere, non si poteva biasimare Haruka.


“…e poi? Ti avviso subito che non sono in grado di rintracciarli nel web.”


Sentendo quella voce esasperata, Tatsuya fu sul punto di scoppiare a ridere, ma una cosa simile l’avrebbe fatta arrabbiare, quindi fece in modo da nascondere qualsiasi traccia di ilarità dal suo viso.


“Naturalmente, conosco le sue abilità, sensei, e non intendo avventurarmi in un territorio così complicato.”

“Allora cosa vuoi?”


Sul viso di Haruka comparve un’espressione diffidente.

Ogni volta che Tatsuya pareva iniziare una conversazione seria, le veniva il sospetto che avesse qualche secondo fine. Era una lezione che aveva imparato.


“Riguardo organizzazioni che di recente hanno trafficato informazioni sulla magia, c’è qualche dettaglio che può aggiungere, che rientri nel suo campo d’azione?”


Vedendo Tatsuya adottare un sorriso “amichevole” e un atteggiamento calmante, Haruka corrugò le sopracciglia con disappunto.


“Ma dico, Shiba-kun. Lo sai che devo mantenere la riservatezza, no?"

“Naturalmente.”

“………”


Le labbra di Haruka si chiusero a formare una stretta linea, e poi si fermarono.

Probabilmente voleva dire “Piccolo sfacciato…”, pensò Tatsuya.

Quanto al perché, lui stesso la pensava così.

Detto questo, non è che un tale commento gli desse fastidio.


“Dalla fine del mese scorso fino ai primi giorni di questo, diversi immigrati clandestini sono riusciti a infiltrarsi a Yokohama e dintorni.”


Con tono rassegnato, Haruka ricominciò a parlare.

Una volta ammaliati dalla dolce tentazione, fuggire dalle sue grinfie era difficile. Per coloro che lavoravano nel campo dello spionaggio, era una delle lezioni di base.

Non posso credere che ci sia cascata… il cuore di Haruka era pieno di rimpianto.


“Nonostante la polizia e la guardia costiera abbiano unito gli sforzi, non hanno ottenuto molti risultati. Allo stesso tempo, sia Maximilian che Rozen hanno subito furti.


Maximilian e Rozen erano le migliori industrie globali nella produzione dei CAD. In altre parole, l’obiettivo dei ladri erano gli impianti di produzione per i congegni magici.


“Difficile pensare che sia solo una coincidenza.”

“Al momento non c’è conferma che sia stato fatto dallo stesso gruppo. Shiba-kun, ti consiglio di non consegnare la tesi online ma di portare una copia cartacea.”


Solo le sue ultime parole furono dette con sincerità.

Haruka distolse lo sguardo e lo posò sulla cattedra, mentre Tatsuya cercava di capire le sue intenzioni.

Era il segnale che non desiderava continuare la conversazione, e Tatsuya sapeva che era meglio non insistere.

Dopo la scuola, Tatsuya si recò al quartier generale del Comitato per la Pubblica Morale, dove informò Isori dell’attacco della notte precedente.


“…quindi non c’è stata alcuna perdita.”

“Alla fine non è successo nulla di rilevante.”


Tatsuya sollevò una mano per fermare Isori, che si era alzato in piedi preoccupato, sorrise sarcasticamente e scosse la testa.

Isori era una persona che poteva trasformarsi istantaneamente in una “attraente giovane donna” cambiando semplicemente uniforme, quindi la sua eccessiva vicinanza era comunque poco confortevole.

Ovviamente, queste opinioni non potevano essere rivelate ad alta voce, quindi doveva stare attento a non indietreggiare inconsciamente.


“Da te invece è successo qualcosa, Isori-senpai?”


Isori iniziò a rispondere, prima di corrugare la fronte e abbassare la voce.


“Vuoi dire che l’obiettivo degli hacker era…”


La sua voce delicata conteneva stranamente una punta di fascino femminile.

Voci di corridoio dicevano che una volta fosse disperato per la mancanza di amici maschi, ma a quanto pare non era perché gli fosse antipatico: più che altro lo tenevano a distanza per un motivo preciso… Contrariamente alle sue parole, questi pensieri occupavano la mente di Tatsuya.


“Dato il modus operandi degli hacker, il loro obiettivo è probabilmente i file di ricerca della tesi di magia. Visto il momento, non è da escludere che questo attacco sia legato alla gara stessa.”


A dire la verità c’era un’altra ragione più probabile, ma quella era un’informazione troppo sensibile per sbandierarla in giro.

Inoltre, la prudenza non era mai troppa.

Le parole di Tatsuya fecero corrugare ancor di più la fronte di Isori, che dalla sua espressione stava pensando se tutto ciò non fosse una qualche premonizione.


“Al momento non ci sono indizi… Tuttavia, penso che dovremmo informare Ichihara-senpai di quanto successo.”

“Hai ragione.”


Tatsuya aveva già deciso di farlo, quindi annuì immediatamente alla proposta di Isori.


“Kei, scusa l’attesa~.”


La loro conversazione fu interrotta da una voce deliziata e squillante. Inutile dire che la ragazza che, senza attendere risposta, si sedette con affettazione accanto a Isori e lo prese a braccetto, era Kanon.


“Tatsuya-kun, quanto tempo che non ci vediamo.”


Con un sorriso beffardo che diceva “cosa devo fare con questa ragazza?”, arrivò anche Mari e salutò Tatsuya Anche se era dubbio che dieci giorni fossero “tanto tempo”, dopo aver considerato che fino al mese precedente si vedevano ogni giorno, c’era l’impressione che non si fossero visti da parecchio.


“È vero. È parecchio che non ci vediamo.”


Tatsuya si alzò in piedi e lasciò il suo posto a Mari.


“Oh, grazie.”


Mari non perse tempo a declinare l’offerta e si sedette sorridendo. Come sempre, è una ragazza vivace e attraente, pensò Tatsuya mentre rispondeva al ringraziamento e prendeva un’altra sedia per sedersi accanto a Mari.


“Allora Tatsuya-kun, come se la cava Kanon con le sue nuove responsabilità?”


E Mari fece immediatamente questa domanda esplosiva. Beh, era prevedibile che il precedente Capo chiedesse dell’efficacia del facente funzioni di Capo, ma con Kanon e Isori presenti, l’argomento poteva diventare imbarazzante.


“Mari nee-san!?”


D’altra parte, la vista di Kanon presa dal panico rese chiaro il ragionamento alla base di quella domanda. Davvero una piacevole relazione tra studentesse, no?


“Dato che non pattugliamo assieme, non so i particolari, ma…”


Dato il potenziale comico, Tatsuya decise di fare un po’ di scena.


“È molto ben organizzata ed è specializzata nel buttare via le cianfrusaglie non necessarie. Alle volte anche con troppo zelo.”


Tatsuya finì di parlare con un’espressione estremamente seria, e un tono senza inflessioni, mettendo a disagio sia Mari che Kanon. Mari perché era ben consapevole delle sue carenti capacità organizzative, mentre Kanon stava riflettendo sulle numerose volte in cui aveva gettato via cose da non buttare ed era stata costretta a recuperarle.

I commenti di Tatsuya non erano diretti solo a Kanon, dato che Mari riuscì benissimo a leggere tra le righe, ma Isori non aveva capito molto.

Al che, Isori rivolse un promemoria a Kanon, apparentemente in maniera solenne, ma in realtà con gentilezza.


“…nonostante le parole di Shiba-kun, anche tu Kanon hai parecchie cose da fare, no? Fare conto su di me è una cosa, ma tutto il resto è stato affibbiato a lui.”

“E va bene, non sono brava in queste cose. Credo fermamente nella divisione del lavoro.”


I capricci e il comportamento civettuolo erano totalmente diversi rispetto alla sua solita attitudine fiera (quando non c’era Isori). A questo, sia Tatsuya che Mari sogghignarono beffardamente.


“Ok, possiamo parlare di tutto il resto un’altra volta…”


Direi che è abbiamo detto abbastanza su questo discorso, pensò Tatsuya mentre girava pagina ed esortava Mari a “venire al dunque”.


“Ok, lasciamo stare. A dire la verità sono venuta a parlare della Gara di Tesi.”

“Sicurezza? Il Comitato per la Pubblica Morale è in servizio?”

“Esattamente.”


Era quantomeno strano che degli studenti facessero da “sicurezza” per attività extracurricolari, ma Tatsuya sembrava essere l’unico a sentirsi a disagio. Probabilmente perché la cosa accadeva tutti gli anni.


“Anche se ci chiamano sicurezza, non forniamo guardie per la Gara in sé; specialisti saranno inviati dall’Associazione di Magia.”


Invece di evitare la domanda, Mari rispose ancor prima che al domanda venisse posta.


“Ciò di cui voglio discutere riguarda l’assegnazione di guardie del corpo per i membri della squadra, così come guardie per sorvegliare i materiali della relazione e le attrezzature. Dopo tutto, la Gara di Tesi contiene informazioni riservate che ‘non possono essere rese note a personale non collegato alle università della magia’, questo è risaputo. Per queste ragioni, i partecipanti alla Gara sono spesso presi di mira da spie industriali.”


Tatsuya fu leggermente sorpreso da questo argomento stranamente appropriato. Anche se era tra le sue previsioni, non poté trattenere il suo sbalordimento.


“…cose del tipo hackerare il server casalingo dei partecipanti?”

“No, siamo a livello di scuola superiore dopo tutto… Anche se le si chiama spie, sono solo delle mezze calzette che cercano di fare un po’ di soldi con questo evento. Non ci sono precedenti di attacchi informatici per rubare informazioni.”


Ha perfettamente senso, pensò Tatsuya ascoltando la risposta di Mari.

Infiltrasi in una rete privata era un crimine molto grave. Il furto di informazioni in rete era punito più severamente del furto normale, ed era un reato penale sullo stesso livello dell'omicidio. Allo stesso tempo, la protezione informatica era progredita molto, rendendo questo tipo di crimine poco fruttuoso per i criminali professionisti.

Allora gli hacker della scorsa notte appartenevano davvero a… Mentre Tatsuya si perdeva nei suoi pensieri, Mari iniziò a parlare più rapidamente.


“Invece dovremmo dire che la sicurezza è necessaria per prevenire furti o violazioni di domicilio. Quattro anni fa uno degli oratori fu attaccato lungo la strada. Dopo ciò, ogni scuola decise di assegnare guardie del corpo a ciascun membro chiave, per proteggerli nelle settimane precedenti la Gara.”


Per fortuna Tatsuya riuscì a riconcentrarsi in tempo prima che la conversazione finisse.


“Ovviamente, la nostra scuola segue questa pratica ogni anno. Le guardie sono selezionate dal Comitato per la Pubblica Morale e dal Gruppo per le Attività dei Club, anche se ogni preside seleziona da questo gruppo."

“Io mi occuperò di Kei”, si intromise Kanon.


Ovviamente!

Una reazione parecchio divertente, pensò Tatsuya, ma questa volta non sorrise sarcasticamente né scoppiò a ridere.


“… beh, sembra che Isori non abbia niente di cui lamentarsi, quindi va bene. Ovviamente, questo include anche un assistente. Kanon, non mettere da parte i tuoi compagni, ok?”

“Ehi! Non farei mai una cosa simile, non sono così infantile.”


A vedere quel broncio e le guancie gonfie, era un po’ difficile crederci, ma tre sguardi calorosi decisero di lasciar stare.


“Ichihara ha deciso di avere Hattori e Kirihara come sue guardie.”

“Il Capo del Gruppo per le Attività dei Club in persona, eh?

“Credevo che Hattori non potesse nemmeno guardare in faccia Ichihara…”


Mari risposte alla domanda di Tatsuya con un sorriso malizioso.


“Ora bisogna decidere cosa fare con te.”

“Non ce n’è bisogno.”


Mari mantenne il suo sorriso diabolico mentre parlava, e Tatsuya rispose negativamente.


“Beh, anche questo è vero.”


Allo stesso modo, Mari non aveva intenzione di convincere Tatsuya a cambiare idea.


“Non ha senso circondarti di guardie, probabilmente ti intralcerebbero e basta. Ho capito, lo dirò a Hattori.”


Alla risposta di Mari, Tatsuya finalmente fece una domanda.


“A proposito, perché sei qui, Watanabe-senpai?”


Non vi era una ragione particolare alla base di questa domanda. Tatsuya era curioso del perché non fosse Kanon, l’attuale Capo, bensì Mari, il suo predecessore, a coordinare questa faccenda tra il Comitato per la Pubblica Morale e il Gruppo per le Attività dei Club.


“Uhm, non c’è una ragione particolare…”


Al vago borbottio di Mari, il viso di Tatsuya si fece rosso d’ira.

Aveva capito chiaramente quanto fossero eccessivamente protetti, e al suo sguardo furente Mari si girò di lato, imbarazzata.[7]


◊ ◊ ◊


I prodotti nel negozio per studenti del Primo Liceo erano di una qualità molto superiore a quelli che si potevano trovare nei normali negozi per studenti.

Tuttavia, ognuno dei nove licei di magia era così, in modo da fornire materiali relativi a studi di magia irreperibili in negozi normali, e per avere le scorte necessarie per far fronte alla domanda crescente.

Alla fine, era comunque un piccolo negozio da campus, quindi c’erano cose che gli studenti dovevano procurarsi da altre parti. In questo senso, tutti i nove licei erano sulla stessa barca, e lungo le strade limitrofe a erano spuntate diverse cartolerie che vendevano quaderni, libri e una serie di oggetti che non si trovavano nel negozio del campus.

Come precedentemente detto, i negozi lungo le strade vicine al Primo Liceo avevano una grande selezione di materiali. Tatsuya e Isori stavano comprando delle slides per il proiettore 3D in uno dei negozi di fronte alla stazione. Il progetto doveva essere consegnato il giorno seguente, quindi non potevano permettersi di aspettare che il negozio del campus ricevesse nuova merce.


“Francamente, saremmo al sicuro anche senza che i senpai ci accompagnassero…”


Il motivo per cui Tatsuya stava ancora facendo un discorso simile a metà del giro era in parte perché si sentiva in colpa che i senpai dovessero venire con loro tutto il tempo, e in parte per contenere Kanon, che si era attaccata al suo fidanzato, noncurante degli sguardi altrui.

Chiaramente l’erba del vicino è sempre più verde, e anche l’opposto era vero. Era possibile che i passanti avessero una percezione più oggettiva della situazione.

Dato che Kanon era l’unica a flirtare mentre Isori non sapeva bene cosa fare, la coppia non era ancora completamente senza speranza.

A tal proposito, Miyuki era ancora al campus. Kanon aveva una legittima ragione per far da guardia del corpo di Isori, ma anche se era una gita momentanea, Miyuki non poteva permettersi il lusso di abbandonare le sue responsabilità nel Consiglio Studentesco per seguire suo fratello. In quel momento, proprio perché era cosciente che Kanon era con loro, Miyuki stava battendo con forza i tasti del terminale, profondamente irritata.


“No, sarebbe buona educazione lasciare tutto nelle mani di Shiba-kun. Inoltre, voglio verificare che tipo di prodotti ci sono.”


In pratica, era una risposta prevedibile da parte del sempre diligente Isori.

A quel punto, Tatsuya non pensava di poter semplicemente cacciar via i due. Il suo commento precedente era una leggera lamentela e allo stesso tempo un tentativo di disfarsi dell’irritante risata leggermente femminile. Poté rilassarsi dopo aver deciso consciamente di rimuovere tutto ciò dalla sua mente, il che era un’area in cui Tatsuya eccelleva.

Dopo di che, con un’andatura terribilmente lenta che gli fece sprecare altri cinque minuti, arrivarono finalmente al negozio. Tatsuya comprò tutto il necessario e disse a Isori che avrebbe aspettato fuori, prima di uscire dal negozio.

Finalmente poté avere un po’ di pace e di quiete, ma notò che qualcuno lo stava spiando.

Non vi era segno che qualcuno lo stesse pedinando. Anche se era stato infastidito dai dolci sussurrii tipici di una coppia di liceali, non aveva abbassato la guardia.

Tuttavia, non serviva essere Tatsuya per notare uno sguardo talmente ovvio.

Quel negozio si trovava lungo la via più breve dalla scuola alla stazione, cui era pressoché accanto. Se qualcuno fosse stato in agguato di fronte alla stazione, sarebbe stato semplice identificare gli studenti sulla via di casa, quindi calcolò che dovevano essere arrivati lì molto tempo prima. Anche se rimanevano nascosti, la loro ostilità dilagante significava che avevano qualche diavoleria in mente. D’altra parte, in quanto a prudenza, questo livello era del tutto infantile rispetto all’attacco del cecchino che Tatsuya aveva dovuto affrontare due giorni prima.

Mentre pensava a cosa fare al riguardo, Isori e Kanon uscirono con i loro acquisti.


“Scusa l’attesa... cos’è successo?”


Tatsuya poté solo sospirare con apprezzamento all’abilità di Isori di capire che c’era qualcosa che non andava nel momento in cui era uscito dal negozio, e aver chiesto a lui la causa.

La sua espressione non era nemmeno molto opaca, come evidenziato dal fatto che Kanon reclinò la testa di lato con un’espressione smarrita in viso.

Isori era un esperto in magie che utilizzavano condizioni di attivazione ritardate, ma quelle abilità di osservazione probabilmente avevano più a che fare con una magia sistematica sensoriale.


“Niente, ci stanno osservando, quindi stavo pensando a come reagire.”


Non c’era bisogno di nascondere questo dettaglio, quindi Tatsuya rispose immediatamente.

Tuttavia, non riuscì a finire la sua risposta.


“Osservati? Da spie?”


Kanon lo interruppe prima che potesse dire “a come reagire”, e lo fece purtroppo a voce molto alta.

Era come dire ai loro avversari: “scappate!”. Come previsto infatti, l’osservazione fu interrotta e chiunque ne fosse responsabile se ne andò rapidamente.

Tuttavia, Kanon era degna di essere il successore di Mari.

Dopo un semplice “dove?”, scattò immediatamente nella direzione indicata dallo sguardo di Tatsuya.


“Kanon, la magia!”

“Lo so! Abbia fiducia in me, Kei.”


Glielo ricordò precisamente perché non le credeva del tutto, ma Isori era stato leggermente più lento rispetto a Kanon, quindi poté solo restare lì con il suo rimpiazzo d’emergenza, Tatsuya, e guardare impotente la figura di lei che partiva.

Oltre a essere un mago della categoria più elevata, Kanon era anche membro del club di corsa campestre.

Non aveva la forza di gambe di un atleta d’alto livello che non conosceva la magia, ma poteva tener testa a qualunque normale liceale, anche ai ragazzi.

Con la gonna svolazzante, Kanon notò con la coda dell’occhio la figura minuta che scappava. Era una ragazza, e indossava la sua stessa uniforme.

Kanon ne fu alquanto sorpresa, ma agire era sempre stata la sua caratteristica più forte, e la sua filosofia era sempre di agire in maniera decisa senza pensare troppo ai dettagli. Anche se non aveva nessuna prova da parte di Tatsuya che la ragazza fosse colpevole, Kanon non smise di inseguirla.

La distanza tra le due stava rapidamente diminuendo, e quando rimasero dieci metri tra di loro, la ragazza in fuga si girò a guardare: non indossava una maschera né occhiali scuri per nascondere le sue fattezze.

La ragazza non intendeva catturare lo sguardo di Kanon, ma quello fu il risultato decretato dal caso.

Quando Kanon notò che la ragazza aveva estratto un piccolo dispositivo, questa si era già girata e aveva interposto il congegno tra di loro.

Non va bene, pensò Kanon.

Si fermò di riflesso e chiuse gli occhi, ma nonostante le braccia a protezione del viso, sapeva che era un gesto inutile.

Infatti, attraverso le fessure non coperte dalle braccia, una luce violenta e bruciante la accecò attraverso le palpebre. Diversi passanti che le stavano guardando urlarono di dolore.

Kanon chiuse l’occhio sinistro che non era riuscita a proteggere del tutto e aprì il destro, che non aveva subito danni, e vide che la ragazza stava scappando su di un motorino.

Kanon portò il braccio destro al polso sinistro, dove il CAD a forma di braccialetto iniziò ad assorbire gli psion e a invocare la magia in base alle sue istruzioni.

Ma prima che Kanon potesse completare la sequenza di attivazione, questa fu distrutta da alcune pallottole di psion apparse alle sue spalle.


“Cosa stai facendo!?”

“Kanon, non farlo!”


Le parole di Kanon, che si stava girando, e di Isori, che correva verso di lei, si sovrapposero.

Dietro a Isori c’era Tatsuya, con il CAD a forma di pistola ancora puntato verso di lei.

Isori raggiunse Kanon, che era rimasta scioccata dall’urlo del suo fidanzato, e invocò la magia che aveva preparato durante la corsa. La magia sistematica di rilascio “Estensione Stradale” colpì il motorino in fuga, che iniziò improvvisamente a slittare. Non importava quanto gas desse, non poteva avanzare.

Nonostante la strada vuota dinnanzi a lei, non poteva scappare da quel labirinto lineare.

Il segreto giaceva nella legge di Coulomb. Alterando gli elettroni presenti tra le ruote e la strada, aveva ridotto la frizione praticamente a zero. La descrizione della magia era molto semplice, ma i calcoli necessari per metterla in pratica erano assolutamente terrificanti.

Nello stesso momento Isori utilizzò una magia per incrementare l’effetto giroscopico in modo da evitare che il veicolo cadesse, e ogni accelerazione precedente era stata divorata dalla legge di Coulomb, quindi il motorino era a tutti gli effetti bloccato.

Non aveva via di scampo.

Isori, Kanon e Tatsuya pensarono che questa conclusione fosse scontata; un giudizio perfettamente naturale e previsto. Il buonsenso dettava che non ci fosse modo di scappare da quella trappola.

Ma non sapevano una cosa.

Quella ragazza era una totale dilettante in comportamenti incoscienti.

Quando un dilettante viene messo alle strette, decide spesso di agire in maniera sconsiderata.

Se un atto di disperazione era tutto quello che le rimaneva, allora il finale della vicenda era già scritto; tuttavia, le misure disperate avevano l’abitudine di funzionare in momenti disperati.

La giovane premette un bottone sul manico sinistro del manubrio.

I normali motorini non avevano quel pulsante, coperto da un coperchio di plastica come quello di un allarme antincendio a uso singolo. Quel bottone sposava la funzione “uso singolo” con quella “abbandonare dopo l’uso”.

Improvvisamente, il retro del sellino esplose, rivelando due razzi collegati tra loro che iniziarono a sputare fiamme.

Il motorino scattò in avanti bruscamente, e la ragazza dovette reggersi disperatamente al manubrio quando il suo corpo si inclinò all’indietro per la pressione dell’aria.

Senza parole, Tatsuya poté solo osservare la figura che scompariva in lontananza.

Era possibile che non avesse mai lasciato andare il manubrio per via di una qualche funzionalità inserita nel guanto. Quindi aveva pianificato anche per questa evenienza, pensò Tatsuya.

Tuttavia, una persona normale non metterebbe dei razzi sotto il sellino.

La quantità di benzina presente poteva essere stimata dall’ammontare del tempo in cui il razzo era stato acceso, quindi se il motorino fosse caduto e andato in fiamme, l’esplosione risultante avrebbe senza dubbio ucciso qualunque passante innocente.

Era un miracolo che il motorino non si fosse ribaltato e avesse continuato a muoversi dopo l’accensione dei razzi.

Di solito, un’accelerazione improvvisa porta a una immediata perdita di controllo e a schiantarsi, e se non fosse stato per le magie di incremento della forza giroscopica e di riduzione della frizione delle ruote, certamente sarebbe stato quello il risultato.

Se avessero usato la magia di Kanon invece di quella di Isori, il motorino si sarebbe sicuramente ribaltato, causando una tragedia.


“…cosa stava pensando quell'incosciente?”

“Direi che sia noi che lei siamo stati molto fortunati...”


A quanto pare entrambi i senpai stavano pensando la stessa cosa di Tatsuya.


◊ ◊ ◊


Dopo aver abbandonato il motorino modificato, la giovane ragazza inspirò a fondo mentre si contorceva nel furgone preparato in anticipo dal suo collaboratore.

Non avrebbe mai immaginato che avere fiamme eruttare vicino a lei sarebbe stata un’esperienza tanto terrificante: mentre guidava, gli sembrava che la gonna, la schiena e i capelli stessero andando a fuoco.

L’autista del furgone restò in silenzio.

Non c’erano parole di conforto per lei, era prevedibile.

Dopo tutto non erano compagni, ma solo collaboratori.

La ragazza si strinse con forza le braccia. Sedeva immobile sul sedile, un sedile reso grigio dalla luce che filtrava dai finestrini oscurati.

Il terrore che provava gradualmente scemò, lasciando spazio al rimpianto che le attanagliava il cuore.

Era stata sopraffatta dall’istinto della fuga, ma analizzando i fatti col senno di poi capì che non era necessario scappare. Dopo tutto, aveva solo guardato quell’uomo.

Era stata la sua coscienza sporca a non farla pensare obiettivamente. Mentre ne prendeva coscienza, la ragazza fu consumata da una furia irresistibile per il suo fallimento.

Capì anche che non era adatta a quel tipo di lavoro.

Era considerata da tutti un tipo casalingo, e non riteneva di dover cambiare quella percezione.

Anche la sua adorata sorella era così.

La sua studiosa sorella maggiore era il suo modello, ma siccome non era talentuosa come lei, aveva scelto un percorso che si adattasse al suo interesse nel lavorare con i macchinari.

Cosa sto facendo con queste persone sospette?, si chiese.

Ebbe subito la sua risposta. La trovò nelle profondità del suo cuore. Era tutto per colpa di quell’uomo, non avrebbe mai potuto perdonarlo.

Non le importava della ricompensa per i suoi sforzi: sarebbe stato sufficiente vedere un’espressione di rimpianto sul viso di quell’uomo.

La ragazza scoppiò a ridere: si era ricordata che aveva preso lei l’iniziativa quel giorno.

Anche se non aveva potuto guardare lo specchietto retrovisore, sicuramente lui era rimasto ammutolito nel vederla fuggire con successo…

La risata era tanto sinistra quanto masochistica, con una traccia di ossessione.

Ad ogni risata, il cuore della giovane si spezzava un po’ di più.

Non che qualcuno a bordo avesse intenzione di fermarla.

In uno dei vecchi edifici alla periferia di Tokio, diversi schermi erano stati posti in una stanza di quello che pareva un ufficio di commercio dall’esterno. Alcuni uomini, vestiti in maniera diversa, stavano guardando con attenzione le immagini sugli schermi.

Un uomo di mezza età con un velo di rabbia sul viso rabbuiato, fece un gesto verso la ragazza sullo schermo che rideva follemente, e parlò:


“Quella ragazza starà bene?”


All’uomo importava poco del benessere della ragazza, si stava solo chiedendo se l’idiozia della ragazza avrebbe potuto ricondurre a loro.


“Mr. Zhou si è occupato dell’autista, quindi saremmo al di sopra di ogni sospetto anche se accadesse qualcosa.”

“Perché, esattamente, ci stiamo fidando di questo giovane intermediario?”


Il viso del giovane fluttuò nella sua mente mentre un altro uomo espresse il proprio malcontento.

Non solo era un fattore irritante, era anche una persona di cui non ci si poteva fidare. Questi erano i sentimenti dell’uomo.


“Riguardo la reliquia?”


Per dissipare l’atmosfera di nervosismo, l’uomo cambiò discorso. Uno dei suoi sottoposti dinnanzi ai monitor gli rispose immediatamente.


“Non abbiamo trovato alcun segno che abbia lasciato l’ufficio della FLT. Al momento non sappiamo dove si trovi.”

“Hm… “Quattro Foglie”, eh? Che nome fastidioso. Ha qualche legame con la Casata Yotsuba?”

“Sì, ma dopo un’indagine approfondita non abbiamo trovato alcun legame. Inoltre, in questa nazione piace usare i nomi Yotsuba o Yatsuha nei nomi delle loro compagnie.”

“Questo rende la cosa un po’ complicata.”


Le parole dell’uomo erano piene di disgusto, odio e irritazione, ma allo stesso tempo la sua voce non poté nascondere la paura che provava.

Il nome Yatsuha era associato con i Quattro Grandi Sistemi e gli Otto Maggiori Tipi di magia moderna, così come con il Garbhako'sa-Dhatu Mandala, quindi le imprese moderne erano liete di usare quel nome. Tuttavia, c’era un altro significato dietro il nome Yotsuba. Usare il nome della Casata Yotsuba delle Dieci Casate Nobili era considerato un tabù da coloro che avevano a che fare con la magia. Se le aziende giapponesi usavano il nome Yotsuba, sia le organizzazioni di spionaggio che criminali temevano che danneggiando le loro risorse avrebbero scatenato la furia della Casata Yotsuba. Siccome gli Yotsuba non avevano dichiarato altrimenti, c’erano molte imprese che “pretendevano” di essere affiliate a loro.

Nonostante fosse un trucco da quattro soldi, non significava che non ci fossero effetti. Al momento la loro fazione aveva già speso considerevole tempo ed energia per evitare di essere scoperti dalla Casata Yotsuba, un fatto il cui pensiero portò un’espressione amara sul viso dell’uomo.


“Non allentate la sorveglianza su Sayuri. Abbiamo informazioni sulla famiglia che ha visitato due notti fa?”


Alla domanda, un altro subordinato rispose.


“Il figlio e la figlia di primo letto del marito abitano lì.”

“Era solo per placare i suoi figliastri?”


Dopo aver assunto un’espressione annoiata alla risposta del sottoposto, l’uomo riprese a domandare in modo serio.


“Qual è il loro background?”

“Sono entrambi studenti del primo anno al Primo Liceo affiliato con l’Università della Magia.”


Tuttavia, questa risposta suscitò l’interesse dell’uomo.


“I loro nomi?”

“Il fratello maggiore si chiama Shiba Tatsuya, la sorella Shiba Miyuki.”

“Shiba Tatsuya?”


Mentre l’uomo cercava di ricordare perché il nome gli suonasse familiare, il sottoposto che stava monitorando il furgone parlò.


“È l’obiettivo della vendetta della nostra collaboratrice.”

“Capisco, un liceo affiliato con l’Università della Magia? …che coincidenza.”


Dopo aver considerato questo fatto per alcuni secondi, l’uomo si lasciò sfuggire un sorriso compiaciuto e diede nuovi ordini.


“Aggiungete il Primo Liceo affiliato con l’Università della Magia alla lista degli obiettivi da sorvegliare. Se necessario, prendete uomini da altri progetti. Inoltre, fornite rinforzi a quella ragazza e ditele che la via più semplice per vendicarsi è far trapelare informazioni cruciali. E datele anche un’arma.”


Gli ordini furono dati uno alla volta.


“Capitano Lu!”

“Sì, signore!”

“Lei è in comando. Qualunque intruso indiscreto deve essere eliminato!”


Dopo aver dato i suoi ultimi ordini a un giovane corpulento, l’uomo lasciò la stanza.



Capitolo 4[edit]

Quel giorno dovevano consegnare la tesi, lo schema della presentazione e i materiali alla scuola.

Suzune, Isori e Tatsuya non avevano intenzione di ridursi a fare il lavoro di fretta il giorno prima della consegna, quindi avevano creato il disco dati il giorno prima.

Durante la pausa pranzo si riunirono per rivedere la lista di controllo finale, che non riguardava i contenuti in sé, ma esaminava il contesto e la maniera in cui avrebbero presentato i punti salienti. Dopo aver passato la loro ispezione, seguirono il suggerimento di Haruka e Suzune consegnò di persona il disco dati a Tsuzura.


“Il consiglio di Ono-sensei di non consegnare la tesi online ha a che fare con l’incidente di ieri?”


Chiese Isori dopo aver terminato la parte di cui era responsabile.


“Forse.”


Dopo aver finito il suo compito (il carico di lavoro assegnato a uno studente del primo anno non era per niente leggero), Tatsuya rispose in un sussurro per evitare di distrarre Suzune.


“Sarebbe molto più semplice hackerare da dentro il campus per dare un’occhiata alla rete.”

“Anche così è piuttosto difficile.”


Isori scrollò le spalle al commento di Tatsuya.

Allo stesso tempo, accompagnata dal suono della tastiera (il suono della tastiera tradizionale favorita da Suzune), Suzune si girò verso di loro.


“Era davvero una studentessa della nostra scuola?”


Dopo aver finito la sua ispezione, Suzune organizzò il materiale e si unì alla conversazione.


“No, non è certo.”

“Non sarebbe poi così difficile ottenere un’uniforme della scuola.”


Sentendo le risposte di Tatsuya e Isori, Suzune si mise a riflettere.


“Isori-kun e Chiyoda-san dovrebbero aver accesso al registro degli studenti.”


Isori era un membro del Consiglio Studentesco e Kanon era il capo del Comitato per la Pubblica Morale, quindi avevano il potere di esaminare il registro degli studenti. Ovviamente, la quantità di informazioni private disponibili era pari a zero, quindi avrebbero potuto fare solo una rapida ispezione delle foto.


“Kanon è stata l’unica a vederle parzialmente il viso, quindi dobbiamo stare attenti a non escludere la sospettata. Inoltre, con quasi trecento ragazze nel campus, non c’è modo di identificare il nostro obiettivo se non restringiamo il campo a un numero ragionevole.”


Isori non stava trattando la situazione come ipotetica.

In realtà, quelle erano le parole che Kanon aveva pronunciato la mattina stessa dopo aver ispezionato il registro.


“L’unica cosa che possiamo dire di ieri è che una parte stava inseguendo l’altra. Anche se sapessimo chi è la responsabile, potremmo solo metterla sotto sorveglianza, che sarebbe come non fare niente.”


Suzune e Isori sapevano cosa intendeva Tatsuya.

Monitorare studenti che non avevano infranto alcuna regola (tecnicamente, usare una granata stordente durante la fuga poteva costituire un problema) poteva portare ad una denuncia per stalking.

A quel punto, non potevano fare altro che stare in guardia.


◊ ◊ ◊


Quando Tatsuya tornò in classe, vide che Erika aveva già usurpato il suo posto.


“Ah, sei piuttosto mattiniero oggi.”


Avvertì rapidamente la presenza di Tatsuya e si alzò dalla sedia.

Non era così impudente da continuare a occupare il suo posto. Dopo che Tatsuya si fu seduto, lei si sedette sul bordo del banco, il che era una gran prova di moderazione da parte sua.


“Di cosa stavate parlando?”


Tuttavia, come Erika aveva osservato, Tatsuya era arrivato presto quel giorno.

Tatsuya si mise subito a usare il terminale, ma chiacchierò un po’ con Mizuki, che sedeva al suo fianco.

L’obiettivo della conversazione era Mizuki perché aveva un’espressione preoccupata in volto.


“Ha detto che ha percepito qualcuno che la spiava.”


Tuttavia, fu Erika a rispondere.


“Che la spiava?”


Alla domanda reiterata, Mizuki annuì, esitante.


“Stamattina presto ho sentito uno sguardo irritante su di me. Uno sguardo nauseante che si nasconde nell’ombra.”

“Può essere uno stalker?"

“Impossibile. Non sono un obiettivo valido cui puntare.”


La possibilità più probabile venne presentata per prima, ma Mizuki la negò ripetutamente scuotendo la testa, come se volesse dissipare un’idea ridicola.


“Non sono io l’obiettivo. Credo di essere parte di qualcosa di più ampio, di una rete che sta venendo estesa attorno a noi.”


Le sue parole erano vaghe probabilmente perché non riusciva a spiegarsi molto bene.

D’altra parte, Tatsuya sapeva perfettamente cosa stava cercando di dire.


“In altre parole, l’obiettivo non è un singolo studente, ma molti studenti e professori o addirittura tutta la scuola. È questo che intendi?”

“Ah, uh… potrebbe anche essere una mia interpretazione errata.”


L'incertezza era una delle sfaccettature della personalità di Mizuki. Siccome non avevano prove, non c’era nulla da fare.


“No, credo che Shibata-san abbia colto nel segno.”


Tuttavia, come per rinforzare la confidenza in calo di Mizuki, Mikihiko arrivò e sostenne la posizione di lei.


“Da ieri mattina gli spiriti nel campus sono in un tumulto innaturale. Credo che qualcuno abbia invocato uno Shiki.”


Dato che Erika occupava il posto di Tatsuya, Leo non doveva continuare a girarsi come al solito. Tuttavia, si girò completamente alle parole di Mikihiko.


“Shiki, nel senso di shikigami della magia spirituale?”


Mikihiko annuì alla domanda di Leo.


“È un po’ difficile dirlo dato che usano un sistema differente dal nostro, ma c’è sicuramente un mago di origini ignote che sta curiosando qui in giro."

“Non è una cosa tanto rara, no?”


Anche lo scetticismo di Erika aveva senso.

Nonostante fosse una scuola superiore, erano comunque affiliati alle università della magia e avevano accesso a documenti importanti. Con tanti maghi di talento nel corpo insegnanti, il Primo Liceo era spesso obiettivo di individui che puntavano ad abilità magiche.


“In generale, se vengono bloccati dalle magie difensive delle mura, non ritornano lo stesso giorno. Ma questo avversario continua il suo assalto nonostante venga continuamente respinto. Il fatto che stiano cercando qualcosa non è sorprendente, ma è la prima volta che vedo una tale ostinazione da quando sono in questa scuola.”


Mikihiko rispose all’obiezione posata di Erika con una replica piena di confidenza.


“…Mikihiko, hai detto che hanno usato un tipo di magia differente dalla nostra, giusto?”

“Esatto.”


Mikihiko era preoccupato dalla scelta di parole di Tatsuya e annuì nervosamente alla domanda di Tatsuya.


“Stai parlando di uno shikigami di un ramo differente dello Shinto? O intendi una magia fondamentalmente differente dalla magia antica di questa nazione?”


Non aveva idea che i contenuti di una frase detta senza pensarci molto potessero essere interpretati in un altro senso; l’espressione di Mikihiko divenne solenne.


“Credo che non sia un incantesimo giapponese.”

“Ehi, state parlando di spie straniere?”

“È esattamente quello che intende, no?”


Gli occhi sgranati di Leo contrastavano completamente con le parole leggere di Erika, ma in realtà erano sulla stessa lunghezza d’onda.


“Che comportamento vistoso.”

“Stanno facendo quello che gli pare. Cosa diamine fa la polizia?”


Grazie alle parole di Tatsuya, Erika si arrabbiò con le forze di polizia.

Tuttavia, piuttosto che essere arrabbiata con i pubblici ufficiali che prendevano poco sul serio il loro lavoro, sembrava che stesse rimproverando i suoi familiari, il che confuse non poco Tatsuya e Mikihiko.


◊ ◊ ◊


Nel frattempo, l’ispettore Chiba della polizia della prefettura di Kanagawa, più che altro esiliato dall’ufficio principale al dipartimento di polizia della prefettura di Kanagawa, starnutì come da copione.


“Cosa succede ispettore? Sembra agitato.”


Il sergente Inagaki, che stava investigando l’incidente dell’ingresso clandestino al porto di Yokohama, rivolse uno sguardo all’azione sospetta del suo immediato superiore.


“Ah, per qualche motivo ho improvvisamente freddo.”

“Sta bene? Siamo già oberati di lavoro, non provi nemmeno a far finta di stare male.”

“Cosa vorresti dire con “far finta di star male”? Tu…”


La voce dell’ispettore Chiba aveva una nota di rimprovero, che Inagaki ignorò prontamente.


“Inagaki-kun, dovresti almeno rispettare la catena di comando.”


A queste parole, Inagaki guardò Chiba con scetticismo.

“Lei non è nella posizione di dire una cosa simile” era scritto in faccia a Inagaki, ma quello che disse fu del tutto diverso.


“Invece, dobbiamo continuare a raccogliere testimonianze? Dubito che troveremo altri testimoni anche se proseguiamo su questa strada.”


Inagaki non aveva torto. Dopo molti giorni a registrare testimonianze, non avevano ottenuto nessuna nuova informazione su quegli immigrati illegali.

Chiba fece una smorfia di auto-disprezzo mentre guardava Inagaki, per lui più un compagno che un subordinato.


“È ovvio che ci siano testimoni, è solo che non vogliono parlare.”

“Ispettore, intende…”


Inagaki sembrò cogliere qualcosa dal tono delicato del suo superiore mentre i suoi occhi si affilavano.


“Ehi, così spaventerai qualcuno.”

“Credo che lei, ispettore, sia quello terrificante. Ha notato qualcosa?”

“Rilassati, non ho fatto nulla al di fuori delle regole. Beh, dicono che i serpenti seguono i percorsi di altri serpenti, quindi andiamo a dare un’occhiata alla loro tana.”


Alla proposta di Chiba, Inagaki assunse un’espressione tutt’altro che volenterosa.


“Gli accordi segreti sono comunque contro la legge...”

“Credo che questo sia ancora in parametri accettabili, no? Non è il momento di preoccuparsi di piccoli dettagli come questi.”

“Uh… ma davvero?”


Mentre Inagaki annuiva e cercava una risposta adatta, Chiba si sedette al posto di guida dell’auto di polizia in borghese lì parcheggiata. Dopo che il suo compagno fu salito a bordo, Chiba si diresse verso la zona residenziale d’alta classe dominata da stranieri.


◊ ◊ ◊


La destinazione dell’auto dell’ispettore Chiba e del sergente Inagaki era il parcheggio di un caffè nell’area di Yokohama Hills. Dopo che Chiba ebbe spento il motore, Inagaki gli si rivolse con un’espressione acida.


“Ispettore, non ho nulla contro il prendersi una pausa di tanto in tanto, ma non stavamo andando alla ‘tana del serpente’?”


Al suo sottoposto, il cui sguardo lo stava palesemente accusando di pigrizia, l’ispettore Chiba rispose con un’espressione di rimpianto in viso.


“È questa la tana del serpente.”

“Ah?”


Dopo aver raggiunto il suo superiore, che era già sceso dall’auto e la stava chiudendo col comando a distanza, Inagaki guardò di nuovo il locale.

A prima vista sembrava un cafè tranquillo e pacifico. Le pittoresche finestre in stile baita di montagna avevano un paio di persiane che erano aperte e non cercavano di nascondere nulla.


“Ah, chiamarlo serpente sarebbe poco rispettoso nei confronti del proprietario. La sua rete di spionaggio è piuttosto sofisticata e non ha nemmeno precedenti criminali.”

“Sta dicendo che è un pesce grosso che non siamo ancora riusciti ad accusare di nulla?”

“Credo che preferirebbe il termine ‘affarista’ a ‘pesce grosso’”


L’ispettore Chiba scrollò leggermente le spalle e aprì le porte del “Rotterbart”.

Grazie alla vicinanza a posti turistici, c’erano parecchi clienti, nonostante fosse già passata l’ora di pranzo. Tuttavia, il posto non era molto chiassoso.

L’atmosfera all’interno sembrava riflettere la personalità del proprietario, visto che i clienti sedevano tranquilli a godersi i loro drink. Tutti i presenti appartenevano a una generazione leggermente più vecchia, ma presumere che fossero tutti turisti sarebbe stato sbagliato. La maggior parte di essi sembravano clienti regolari del locale.

Chiba si sedette sulla seconda sedia in un angolo del bancone (Inagaki era sulla prima) e ordinò due caffè al proprietario. Questi appariva un imprenditore, ma Chiba sapeva bene che non aveva abbandonato la sua altra attività. Tuttavia, la conversazione morì sul nascere prima che il caffè arrivasse, e sedere lì a non fare niente gli sembrava una perdita di tempo, quindi colse l’opportunità per guardarsi in giro.

Lontano, a lato del bancone, c’era una tazzina da caffè appena usata, che il proprietario non aveva ancora ripreso probabilmente perché il cliente era andato via di fretta. Che vergogna sprecare così un caffè tanto meraviglioso. Mentre rifletteva su quest’idea, annoiato, Chiba scoprì all’improvviso che mentre si era fissato sulla tazzina, il cliente che credeva fosse andato via di fretta era tornato.

La persona che si sedette al bancone era una giovane donna più o meno dell’età di Chiba.

Mantenne il viso rivolto di fronte a sé mentre occhieggiava la donna.

A prima vista non era una donna di un’incredibile bellezza. Indossava una normale giubba con gonna, ma a guardare meglio, possedeva fattezze delicate e un fisico straordinario.

Ciò diede a Chiba l’impressione che si mettesse intenzionalmente poco trucco.

Dopo aver assorbito questi dettagli, distolse lo sguardo, rimproverandosi per la propria idiozia.

La sua scusa per non farle alcune domande in veste ufficiale era l’aspetto poco appariscente della donna, ma le sue azioni sapevano palesemente di flirt.

Lo sguardo sospettoso di Inagaki iniziava a far male.

Il proprietario continuò a preparare il caffè in silenzio, comportandosi come di consueto.

Chiba poté solo sedere e aspettare il suo caffè.

In quel momento, una risata inaspettata ruppe il silenzio.

Poté solo usare lo sguardo per verificarlo, ma come si aspettava le spalle della donna erano scosse dalle risa mentre gli faceva un inchino.


“…chiedo scusa. Stavo ancora pensando a come iniziare una conversazione, e poi lei è andato avanti e si è seduto lì. Allora è vero che non sa bene come comportarsi con le donne, o erede della Casata Chiba?”


L’ispettore Chiba era stupefatto, e non perché lei avesse ragione sulla sua personalità. Non era nemmeno un segreto che fosse l’erede della famiglia Chiba.

Tuttavia, non si era mai fatto pubblicità, né pubblicato foto di sé tramite pubbliche relazioni.

In termini di informazioni pubbliche, suo fratello Naotsugu lo sorpassava di molto.

Oltre a criminali e coloro affiliati con la polizia, le persone capaci di riconoscerlo a vista come Chiba Toshizaku appartenevano a un gruppo ristretto di persone nel mondo.

Cioè, persone che usavano la magia in combattimento.


“Lei è…”

“Piacere di conoscerla ispettore Chiba. Mi può chiamare Fujibayashi Kyouko.”


Questa volta Chiba rimase senza parole.

La figlia della Casata Fujibayashi, famosa per la sua abilità nella magia antica e nipote di Kudou Retsu, uno degli anziani della comunità magica giapponese, era di fronte a lui che gli sorrideva senza riserbo.


◊ ◊ ◊


Era parecchio tempo che il gruppo di Tatsuya non varcava i cancelli della scuola assieme.


“Tatsuya-kun, hai finito con le preparazioni per la Gara di Tesi?”


Nonostante loro otto non ci fossero trovati assieme di recente, la prima a fare questa domanda per qualche misteriosa ragione fu Honoka, che faceva parte del Consiglio Studentesco con Miyuki e faceva il tragitto assieme a Tatsuya ogni giorno.


“Posso solo dire che abbiamo finito questa parte. Dobbiamo ancora pensare ai dettagli, come la preparazione dei modelli per la presentazione e modifiche assortite.”

“Sembra dura. A proposito, Mizuki vi sta aiutando con la costruzione del modello, vero?”


Erika non era parte del Consiglio Studentesco o del Gruppo per le Attività dei Club, ma era comunque bene informata, e ora stava guardando Mizuki.


“Ah, sì. Sto aiutando un senpai del secondo anno. Anche se a dire la verità non sto facendo molto.”

“Abbiamo lasciato il modello interamente a Isori-senpai, quindi ha senso che la maggior parte del personale per la produzione sia composto da studenti del secondo anno.”

“Hm~, allora tu cosa fai Tatsuya?”


Leo colse l’occasione per fare questa domanda a Tatsuya, che stava dando il suo supporto a Mizuki.


“Io calibro le tecniche magiche che dovremo usare durante la presentazione.”

“…solitamente non è il contrario?”

“Davvero? In quanto a produzione di oggetti, credo che Isori-senpai sia parecchio avanti a me.”

“Beh, Kei-senpai dà più l’impressione di essere un alchimista piuttosto che un mago. Suppongo che questo sia lo strumento giusto per il lavoro.”


Vedendo Tatsuya inclinare la testa, Erika sorrise sarcastica e si disse d’accordo.


“Alchimista? RPG?”


Shizuku continuò a tenere la testa piegata di lato.


“Usandolo come analogia, Tatsuya di che classe sarebbe?”


Mizuki fece improvvisamente questa domanda.


“Sarebbe ovviamente lo scienziato pazzo.”[Erika]

“Quello non c’è negli RPG.” [Shizuku]

“Allora, forse un saggio eremita che vive in una terra remota, lontano dalla civiltà, e insegna tecniche segrete.” [Erika]

“Un saggio maestro di arti marziali allora.” [Leo]

“Un mago malvagio che progetta di conquistare il mondo?” [Erika]

“Io credo che Re Demone sarebbe più appropriato.” [Mikihiko]

“No, no, no, dopo aver sconfitto il Re Demone, viene fuori che è lui il vero cattivo che lo manipolava~. Non vi sembra perfetto come boss finale che sbarra la strada al personaggio principale?” [Leo]

“Come mai nessuno pensa che potrebbe interpretare il ruolo dell’eroe?” [Honoka]

“Lascia perdere, Honoka. Dopo tutto, io do un’impressione di malvagità.” [Tatsuya]

“Onii-sama, la forza è la vera giustizia.” [Miyuki]

“Toh, come previsto dalla sorella del Re Demone!” [Erika]


…e iniziò così una vivace discussione.

Nonostante stessero camminando e discutendo come studenti normali, Tatsuya non abbassò mai la guardia.

Dopo aver raggiunto l’incrocio che portava ad alcuni piccoli negozi, Tatsuya si girò nella direzione in cui percepì qualcuno osservarlo.


“Vi va di andare lì?”


In risposta alla proposta di Tatsuya di prendere un’altra strada e avere così più tempo per gestire l’inseguimento,


“D’accordo!”

“Tatsuya sarà probabilmente molto indaffarato da domani.”

“Già. Andiamo a prendere una tazza di tè.”


Le risposte di Erika, Leo e Mikihiko sembravano un po’ troppo entusiaste. Probabilmente avevano in mente un proprio fine.

Tatsuya fece finta di niente e aprì la porta del Café Eine Brise.

Sfortunatamente i loro soliti tavoli da quattro posti l’uno non potevano essere uniti, quindi si sedettero al bancone e al tavolo più vicino a esso.

Al bancone c’erano Tatsuya, seduto tra Miyuki e Honoka, e Mizuki. Al tavolo, Erika era seduta accanto a Shizuku, con Mikihiko e Leo seduti di fronte.

Da un punto di vista esterno, Tatsuya sarebbe apparso come la canaglia con un harem di belle ragazze a servirlo.


“Ah~, benvenuti, benvenuti. Popolare come sempre eh, Tatsuya-kun?”


Eh, dimentichiamo gli sconosciuti, anche il proprietario del locale, che aveva familiarità con il gruppetto, gli lanciò uno sguardo gelido da dietro il bancone.


“Sono sicuro che anche lei sarebbe così popolare se solo si rasasse la barba.”


Tatsuya rispose intenzionalmente con la parola tabù “popolare”.


“È vero. Quella barba è un dannato spreco e la fa sembrare piuttosto vecchio.”


Grazie alla natura innocente (?) di Mizuki, fornì senza volerlo fuoco di supporto.


“Vecchio eh? Mizuki-chan non ha proprio peli sulla lingua.”


La sua barba era totalmente in disordine. Il proprietario del locale sospirò a fondo mentre se la metteva a posto. Nonostante i capelli e la barba brizzolati, non era certamente vecchio come Mizuki lo faceva sembrare; in realtà era piuttosto giovane, di certo non aveva nemmeno trent’anni.

Il fatto che fosse brizzolato era probabilmente ereditario. Dopo tutto era per un quarto tedesco (Eine Brise significava “Brezza” in tedesco, il che scaldava il cuore di Leo abbastanza da renderlo un cliente regolare).

Tuttavia, l’unica traccia della sua discendenza straniera era il colore dei capelli, dato che gli occhi erano neri e il viso magro e angolare da puro asiatico. Nonostante avesse l’aura gentile da bel ragazzo, sembrava che fosse molto attento al suo aspetto e curava molto barba e capelli per creare un’immagine di sé più mascolina.

Ciò nonostante, Tatsuya e compagnia non pensavano che la barba gli donasse molto, ma il profumo di caffè più che compensava per questo. Ovviamente tutti loro ordinarono un caffè.


“Eh… allora parteciperai alla Gara di Tesi.”


Mentre l’acqua si scaldava, il proprietario chiese il motivo per cui non si erano fatti vivi di recente, e rispose annuendo in maniera esagerata.


“Sei parecchio abile nonostante tu sia uno studente del primo anno.”


I sentimenti del proprietario non erano solo quattro chiacchiere per passare il tempo. Anche se egli non poteva usare la magia, il fatto stesso che avesse aperto un negozio sulla strada che conduceva a un liceo di magia implicava che conoscesse qualcosa del mondo dei maghi. A volte, durante le loro conversazioni, riusciva a sorprendere Tatsuya e gli altri con notizie e dettagli che non conoscevano.


“È il turno di Yokohama di ospitare l’evento quest’anno, giusto? La mia vecchia casa è a Yokohama. La gara si terrà al Centro Conferenze Internazionale come sempre, eh? È piuttosto vicino a casa mia.”


Il proprietario del locale continuò a parlare mentre versava il caffè nelle tazze.


“Dove si trova la sua vecchia casa a Yokohama?”


Mizuki fece questa domanda mentre prendeva da lui il caffè per quattro persone, senza farsi servire da una cameriera.


“C’è un café chiamato ‘Rotterbart’ a metà strada a Yokohama Hills.”

“Quindi la tua vecchia casa è anche un café?”

“Già. Se avete l’occasione fateci un salto. Mi piacerebbe sentire un’opinione spassionata su chi serve il miglior caffè tra me e mio padre.”

“Lei è proprio un diavolo di venditore.”


Shizuku riportò il vassoio invece di Mizuki, e offrì questa risposta che fece scoppiare tutti a ridere.

Tatsuya era appena a metà tazza che Erika aveva già finito il suo caffè. Dopo di che rimise silenziosamente a posto la tazza (un segno dell’eccellente educazione ricevuta) e si alzò in piedi.


“Erika-chan?”

“Devo andare alla toilette.”


Dopo aver risposto a Mizuki, si diresse verso il retro del negozio.


“Oh!”


Subito dopo, Leo mise una mano in tasca e si alzò in piedi.


“Scusatemi, devo fare una telefonata.”


E uscì dal locale.


“Mikihiko, cosa stai facendo?”


Lo sguardo di Tatsuya si spostò da Leo, col suo comportamento stranamente cortese, al quaderno (più che altro un piccolo diario) che Mikihiko teneva aperto in mano.


“Uh, beh, ci sono alcune cose che devo appuntarmi, così non le dimentico.”


Dopo aver risposto, Mikihiko iniziò a scrivere e non smise un attimo.


“Verrai scoperto se i tuoi movimenti sono troppo ovvi, quindi vedi di renderli meno cospicui.”


Al che, Tatsuya rivolse uno sguardo penetrante alle spalle di Mikihiko (e non verso ciò che lo circondava), diede la schiena al bancone e continuò a sorseggiare il suo caffè come se nulla fosse.


◊ ◊ ◊


“Signore, vuole divertirsi un po’?”


Nonostante fosse una stradina poco trafficata, a sentire parole simili prima del tramonto l’uomo per poco non lasciò cadere il suo drink.

Girandosi, vide una ragazza con i capelli raccolti a coda, che si sarebbe potuta definire molto bella, in piedi all’incrocio dove stava tenendo d’occhio il retro del café. La ragazza teneva le mani nascoste dietro la schiena e sorrideva felice.

Tuttavia, dopo averla riconosciuta, l’uomo fu preso dall’ansia per un motivo del tutto diverso.


“Cosa stai dicendo? Dovresti avere più riguardo verso te stessa.”

“Ah? Ho solo detto ‘divertirsi un po’’. Che cosa ha capito?”


La ragazza continuava a sorridere innocentemente mentre chinava la testa di lato. Non c’era dubbio, era una delle persone vicine al soggetto da sorvegliare.


“Non prenderti gioco degli adulti. Ora smettila di fare la stupida e va’ a casa.”


Stava sudando mentalmente, quindi l’unica cosa che potesse fare era far finta di niente e continuare a comportarsi come “un adulto irritato dagli scherzi di una ragazzina, e che stava per andarsene”.


“Il sole sta per calare. Se resti in un posto poco trafficato come questo, rischi di incontrare l’Uomo nero.”


Mentre diceva questo, l’uomo diede le spalle alla ragazza.

Solo per fermarsi immediatamente.


“…per Uomo nero intende qualcuno come me?”


Di fronte a lui, un ragazzo muscoloso rise mentre sbatteva minacciosamente il pugno contro il palmo dell’altra mano. Indossava guanti neri.


“Non lo sa? Assassini fantasma si riferisce a 'maghi che casualmente passano di qui'.”


Nell’allegra risposta che la ragazza rivolse al giovane, l’uomo iniziò a sentirsi sempre più preoccupato e si girò ancora.

La ragazza ora impugnava un manganello telescopico e si era messa in guardia.

Sollevò dolcemente il manganello, ma quel semplice movimento bastò a scatenare una violenta pressione da parte della ragazza.

Se avesse abbassato la guardia, quella “pressione” lo avrebbe messo in ginocchio… capì che era lo spirito combattivo della ragazza.

Non era intento omicida, il desiderio di spengere la vita di un avversario, ma il puro desiderio di combattere.


“Paura… allora sei il tipo di donna che rivela la sua vera natura in posti come questo.”


Udì una voce commentare allegramente la situazione.

Non era in grado di verificare la situazione alle sue spalle, ma era certo che il ragazzo avesse parlato con un largo sorriso in viso.


“Aiuto! Al ladro!”


Non aveva vie di fuga, e allora l’uomo decise che tanto valeva chiamare aiuto.

Aveva una certa abilità.

Non era il più talentuoso, ma non pensava di poter essere sconfitto da dei quindicenni.

Ciò nonostante, era nel mezzo di una missione, quindi decise di evitare il confronto se possibile, dato che combattere con loro non avrebbe portato alcun beneficio agli obiettivi della sua missione.


“Wow~, che debole…”

“No, no, credo che dovresti elogiare la sua capacità di giudizio, no?”


L’azione dell’uomo sembrò deludere profondamente la ragazza.

Ma ella non lasciò andare il manganello, né il ragazzo abbassò i pugni.

Nessuno rispose all’appello dell’uomo.


“Ah già, ho dimenticato di dirti che è inutile chiamare aiuto, ok? Dopo tutto, nessuno passa di qui.”

“Più che altro, nessuno può avvicinarsi. Abbiamo posizionato una barriera qui attorno con la nostra ‘comprensione’ come base, quindi non te ne andrai da qui se non ci metti KO, capito?”


Alle parole della ragazza, l’uomo realizzò che nessuno era passato di lì da quando il loro confronto era iniziato.

Avevano capito.

Non aveva altre opzioni.

L’uomo recuperò la tazza che aveva fatto cadere prima e si erse in tutta la sua statura.

Indossava una giacca leggera, e sollevò le mani come a proteggersi la testa, che era ciò che avevano pensato finché non si volse all’improvviso verso Leo e abbassò il braccio sinistro a formare un angolo di 90° all’altezza dello stomaco.


“Umph… la guardia da boxe Hitman Style? Pensavo avessi una qualche arma…”

“Idiota, solo perché non ne ha tirata fuori una non vuol dire che non ce l’abbia!”


Sentendo l’avvertimento di Erika, l’uomo fece schioccare la lingua.

A parte ciò però non pareva preso molto dall’ansia.

Non doveva più far finta di niente.

Non ce n’era bisogno.

Il pauroso uomo di mezza età che aveva appena urlato si era trasformato in un combattente esperto che si stava avvicinando a Leo.

Il suo braccio abbassato si scagliò come una frusta contro Leo e una gragnuola di colpi gli cadde addosso come pioggia sulla terra.

I pugni simili a proiettili si diressero al viso di Leo.

La catena di attacchi continuò senza pausa, il che dimostrò che l’uomo era un lupo e non una pecora.

Tuttavia, né Leo né Erika ne furono sorpresi.

Grazie all’intuizione di Erika, sviluppata attraverso lunghi anni di allenamento, e l’istinto naturale di Leo, avevano già capito che la vera natura dell’uomo era quella di un lupo, anzi, di un segugio altamente addestrato.

Con velocità stupefacente.

Accompagnata da una potenza incredibile.

E, cosa più importante, l’abilità di muoversi a una velocità che sorpassava le capacità fisiche umane senza traccia di magia.

Aveva scagliato dozzine di pugni in meno di dieci secondi senza lasciar spazio per contrattaccare, quindi Leo poté solo muovere le braccia per difendersi.

Alla fine un pugno passò in una crepa della difesa di Leo e si schiantò sul suo volto.

POW! Con un suono simile allo scoppio di un palloncino, Leo fu scagliato all’indietro.

Senza perdere tempo a controllare il risultato, l’uomo si girò immediatamente, e usando la forza centripeta del movimento scagliò un pugnale volante contro Erika.

CLANG. Il suono secco dell’impatto metallico.

Erika aveva usato il suo manganello per deflettere il pugnale.

Dato che aveva mosso il manganello verso l’esterno, c’era un’apertura nella sua difesa frontale.

Senza perdere un attimo, scagliò il pugno sinistro verso la faccia di Erika. Tuttavia, il manganello ritornò in posizione difensiva a una velocità superiore a quella del pugno dell’uomo, che ritrasse l’attacco.

Non solo ritrasse il pugno, tutto il corpo dell'uomo fece un balzo all’indietro. Ma l’istante successivo…


“Gah!”


L’uomo ricevette una violenta spallata da dietro e cadde con la faccia al suolo.


“Ahia, mi hai fatto male. Questo qui non è un normale essere umano. Però non ho percepito alcuna parte meccanica durante il contatto… forse sta usando potenziamenti medici?”


Dopo la spallata, Leo si massaggiò il mento dov’era stato colpito, e mormorò rivolto all’uomo disteso a terra, senza abbassare però la guardia.


“…senti chi parla. Quello che ha appena preso un colpo in faccia ed è in piedi come niente fosse.”


Rispetto all’uomo che, con un lamento, stava cercando di trovare un appiglio, nel dire queste parole Erika sembrava più guardinga nei confronti di Leo.


“Ovviamente. Dopo tutto, in quanto mago, un quarto di me è dovuto ai laboratori di ricerca. Non mi sento di dire che sia tutto merito dei miei geni.”


Leo ridacchiò sarcastico allo sguardo penetrante di Erika, e diede un calcio senza pietà agli arti dell’uomo.


“Ooff”

“Sta giù. Non vogliamo la tua vita. Vogliamo solo sapere perché ci stai seguendo.”


Leo lanciò uno sguardo verso Erika, trovandola del tutto scioccata al suo comportamento barbarico, totalmente diverso da quello di una persona normale, prima di sollevare un piede.

L’implicazione era ovvia.


“…aspetta un attimo… ho capito, mi arrendo… io non sono mai stato… vostro nemico… non vale la pena… essere ucciso per questo…”

“Vero. Se non fossimo stati noi due, il tuo attacco ci avrebbe sicuramente ucciso.”

“Lo stesso… si può dire per voi…”


Intramezzando le sue parola con colpi di tosse, l’uomo si mise seduto.


“Se non avessi rafforzato il mio corpo, quel colpo avrebbe rotto i miei organi interni.”


Il dolore doveva essere quasi del tutto passato, dato che l’uomo riusciva a parlare più fluentemente ora.


“Se non avessi pensato che fossi potenziato, non ti avrei attaccato così.”


Leo rispose con un tono del tutto privo di preoccupazione.


“Ad ogni modo, dato che non sei nostro nemico dacci qualche informazione. Non puoi pretendere che teniamo attiva questa barriera per sempre.”

“Ok. In ogni caso, non desidero attirare l’attenzione su di me.”


L’uomo sembrò buttarsi alle spalle tutto e sospirò di sollievo.


“Inizia col tuo nome, dato che già conosci i nostri.”

"Jiro Marshall."


L’uomo rispose alla domanda di Leo, ma non potevano verificare che fosse il suo vero nome.


“Non posso rivelare i dettagli riguardanti la mia identità, ma posso dirvi che non sono affiliato con alcuna organizzazione governativa. Questo è tutto.”

“Allora sei black ops.”


Ancora una volta, l’uomo non confermò né negò.


“…e allora? Dato che non ci diresti la verità nemmeno se lo chiedessimo, perché non ci parli del tuo obiettivo nonché della situazione attuale?”

“Il mio compito di monitorare gli studenti dei licei di magia ed evitare che tecnologia di magia d’avanguardia cada nelle mani dell’Est. Ho ordine di agire se tecnologia di magia che potrebbe costituire una minaccia militare viene divulgata all’Est.”


All’insistenza di Leo, l’uomo che diceva di chiamarsi Jiro rispose in maniera molto seria.

L’Est era un termine usato dai militari e agenti dell’intelligence degli USNA dopo l’ultima grande guerra. Anche Leo ed Erika sapevano una cosa simile.

Detto ciò, questo non provava che l’uomo fosse legato all’intelligence nordamericana. Per confondere la propria affiliazione, avrebbe potuto usare apposta termini specifici a una certa regione.


“Il tuo datore di lavoro non è qualcuno in questa nazione, giusto? Perché prendersi il disturbo di tutto questo?”


Sentendo l’implicazione scettica nelle parole di Leo, l’uomo scosse la testa incredulo…


“E io che pensavo che l’ingenuità pacifista di questo paese fosse stata curata, anche se non posso applicare lo stesso standard a dei ragazzini… L’equilibrio militare nel mondo non è un problema di una singola nazione. Se le competenze tecniche di questo paese cadessero nelle mani dell’Est, allora il vantaggio tecnologico dell’Ovest andrebbe perso. Che sia la Nuova Unione Sovietica, che ha interesse ha migliorare le sequenze magiche esistenti, o l’Alleanza Pan Asiatica, che pone l’enfasi sul recupero della magia antica rispetto all’avanzamento di quella moderna, tutti stanno cercando nuove applicazioni pratiche di tecnologie di magia per scopi militari. Non solo questa nazione, ma gli USNA e i paesi dell’Europa occidentale hanno rilevato un incremento di spie che mirano all’ingegneria di magia. Anche la vostra scuola è diventata un obiettivo dell’Est.”

“Ingenuità pacifista è un termine vecchio, di decenni fa, e se volevi fare il viscido guardone allora saresti dovuto essere più accorto. Abbiamo scoperto facilmente che ci stavi seguendo, no?”


Irritata dall’atteggiamento compiaciuto dell’uomo, Erika lo attaccò spietata, ma non fece obiezioni ai contenuti del discorso dell’uomo.


“Esattamente. Non sono una spia, ho solo il compito di fermare le loro attività. Dato che non sono vostro nemico, non c’è alcun conflitto di interesse qui.”


L’uomo di alzò e si pulì gli abiti.

In maniera canzonatoria, in realtà il sarcasmo era al 30%, l’uomo spazzolò delicatamente i pantaloni prima di raddrizzarsi. In mano aveva una pistola che poteva facilmente essere nascosta nel palmo. La canna puntata verso Erika


“Tch!”

“Tu!”

“Il fatto che non l’abbia estratta prima è la prova che non sono vostro nemico.”

“…le cose potrebbero mettersi male se usassi una pistola. Lasceresti un sacco di prove.”


Alle parole rabbiose di Erika, l’uomo sorrise in modo eloquente.


“Anche questo è vero. Ora, ho detto tutto ciò che era necessario, quindi permettetemi di dirvi addio. Posso chiedervi di segnalare ai vostri compagni di abbassare la barriera?”


Nonostante il suo tono e atteggiamento canzonatori, non c’erano punti deboli da sfruttare nella sua posizione. Forzare la situazione sarebbe stato un gesto suicida da parte di Erika e Leo.

Con l’avanzamento dei CAD, la magia moderna poteva raggiungere velocità che per certi versi rivaleggiavano quelle delle armi da fuoco. Tuttavia, questo non significava che fossero più veloci delle pistole, e nemmeno veloci come le pistole. Paragonata alle armi da fuoco, che con la pressione di un grilletto potevano sparare proiettili capaci di trapassare il corpo umano, la magia moderna doveva passare dal processo di lettura della sequenza di attivazione e costruzione della sequenza magica. Anche se la magia aveva maggiore versatilità delle armi da fuoco, maggiore potenza di fuoco e poteva dare protezione contro i proiettili, questo era a condizione che la differenza di velocità non fosse un problema. In una situazione in cui un proiettile poteva esser fatale o incapacitante, “un certo livello di differenziale di velocità” diventava la differenza tra vittoria e sconfitta. E questa era la situazione in cui si trovavano.

Mikihiko stava probabilmente monitorando la situazione con la magia. Prima che Erika e Leo potessero rispondere, aveva già eliminato la barriera.


“E così vi saluto. Ah già. Permettetemi di darvi un ultimo consiglio. Per favore dite ai vostri compagni di prestare attenzione all’ambiente circostante tutto il tempo. Non abbassate la guardia nemmeno a scuola.”


Mentre parlava, l’uomo estrasse un piccolo barattolo da una tasca della giacca, premette un pulsante e lo gettò nel mezzo del triangolo che loro tre formavano.

Erika e Leo saltarono indietro allo stesso tempo.

Con una piccola esplosione, un denso fumo bianco si diffuse rapidamente.

I due chiusero gli occhi e si coprirono la bocca, e li riaprirono solo dopo aver giudicato che il fumo non fosse tossico. Ma l’uomo che diceva di chiamarsi Jiro Marshall se n’era andato da tempo.


◊ ◊ ◊


Al Rotbart Cafe presso Yokohama Hills, l’ispettore Chiba e Fujibayashi stavano ancora conversando. Qualcosa aveva colto l’interesse di Fujibayashi, facendola chiacchierare tanto che Chiba non ebbe mai l’occasione di arrivare al dunque con il proprietario del locale. Tuttavia, grazie all’abile parlantina di Fujibayashi, anche Chiba era molto partecipe alla conversazione. Per certi versi, Chiba sentiva che parlare con lei non intralciava l’indagine, ma il suo partner, Inagaki, non sembrava interessato quanto lui.

Proprio quando Chiba stava per scordare il motivo per cui era lì, il cellulare di Fujibayashi squillò. Nonostante il suono non fosse così alto da disturbare gli altri avventori, Chiba lo sentì dal suo posto accanto a lei.

Fujibayashi estrasse uno smartphone dalla borsetta e gettò uno sguardo all’intestazione. Dopo aver letto attentamente il messaggio, si girò e sorrise segretamente a Chiba. Quel sorriso metteva perfettamente in risalto le sue splendide fattezze, al cui confronto il suo trucco ordinario non era nulla.

Il battito di Chiba accelerò a un ritmo poco consono per la sua età.


“Mi scusi ispettore, posso assentarmi un momento?”


Nonostante Fujibayashi non avesse accennato ad alcun altro motivo o significato nascosto, Chiba capì immediatamente che aveva del lavoro cui prestare attenzione.


“Oh, certamente. Nessun problema.”


Si alzò dalla sedia e salutò Chiba con un cenno del capo, diede la sua carta di credito al proprietario del locale e si diresse al parcheggio, dove si trovava la sua auto elettrica.

Sedutasi al posto di guida, Fujibayashi collegò lo smartphone allo schermo sul cruscotto.

Le auto che avevano adottato la schematica di controllo tramite il palmo del pilota non avevano bisogno del volante per sterzare. Era il naturale corso degli eventi per un sistema che incorporava l’accelerazione, la decelerazione e il controllo direzionale. La schematica di controllo tramite il palmo del pilota veniva usata per fornire un’esperienza di guida più diretta e specialmente per evitare punti ciechi cambiando il normale cruscotto con un pannello di controllo (ad esempio un monitor più ampio con funzioni multiple). Con alcune modifiche extra, la capacità tecnologica in macchina poteva rivaleggiare con quella di una workstation casalinga.

Tuttavia, l’auto di Fujibayashi era equipaggiata con un sistema di un livello, o forse parecchi livelli, superiore. Anche se era una piccola auto sportiva da due posti, aveva lo stesso potere di elaborazione di un veicolo di comando militare. Equipaggiata con un sistema di comunicazione molto sensibile e potente, quando Fujibayashi aggiungeva la sua magia, la pura capacità di guerra elettronica a disposizione del mezzo gli faceva certamente meritare il titolo “Veicolo da Combattimento Elettronico”.


“Sembra che gli amici di Tatsuya abbiano avuto qualche problema.”


Non stava mormorando inconsciamente tra sé e sé, ma stava usando quei termini specifici per indirizzare la propria magia. Usando le “connessioni” di Tatsuya come punti di riferimento, stava sovrapponendo la dimensione delle informazioni con la rete di intelligence elettronica.


“Yoshida Mikihiko, un tempo prodigio della Casata Yoshida. Anche se c'è un certo miglioramento rispetto al passato, vorrei che facesse più attenzione alle strade.”


I nomi erano i simboli del corpo vero e proprio, quindi una volta che il nome era stato pronunciato, si poteva rintracciare il corpo fisico. Individui molto legati, cioè persone che sono più vicine mentalmente, possono essere usati come punti di riferimento per la magia usando i loro movimenti, posizione e nomi come variabili specifiche.


“Anche la Magia Antica lascia tracce nel sistema di osservazione.”


Rispetto alla magia moderna, la magia antica, specialmente quella spirituale, era molto più difficile da rintracciare con le videocamere del sistema di osservazione. La difficoltà non era individuare l’invocazione della magia, dato che le telecamere lo avrebbero comunque registrato, ma determinare chi l’avesse invocata. La missione di emergenza che Fujibayashi stava svolgendo al momento, era di sovrascrivere le aree dove la magia era stata registrata.

Anche se cancellare le registrazioni per l’uso improprio della magia non era nei compiti di Fujibayashi, sapeva molto bene che era indispensabile che le persone vicine a Tatsuya non risaltassero troppo. Se avessero attirato troppa attenzione, la preda avrebbe alzato la guardia e non avrebbe continuato l’inseguimento. In altre parole, Kazama e associati stavano usando Tatsuya come esca.


(Anche se dubito che ti importerebbe.)


Con queste parole in mente, la “Strega dell’Elettrone” attivò la sua abilità unica.


◊ ◊ ◊


L’agente straniero chiamato Jiro Marshall smise di correre dopo aver usato le sue gambe potenziate per passare rapidamente da una fermata del bus all’altra. Smise di correre a quella velocità così elevata da attirare attenzione non perché riteneva di essere al sicuro.

Anzi, era proprio il contrario.

Nonostante stesse correndo a un ritmo che nessuno avrebbe potuto sostenere, non importa quanto si allenassero, qualcosa gli era rimasto costantemente alle calcagna. Non aveva verificato cosa fosse quel “qualcosa”, ma Jiro Marshall non era nemmeno sicuro che fosse umano.

Non c’era bisogno di verificare se fosse la coppia di adolescenti di prima. Non era un idiota che permetteva ad avversari con cui era in una situazione di stallo di seguirlo senza saperlo. Che il suo inseguitore fosse un Mago o un essere umano potenziato, era altamente probabile che fosse un nemico. In quanto agente solitario, Marshall non aveva una squadra per la sua missione. Se anche avesse ricevuto rinforzi inaspettati, gli sarebbe arrivato un messaggio anzitempo per evitare fuoco amico. Tuttavia, dall’inizio della missione non aveva ricevuto alcuna informazione del genere.


(Dove ti stai nascondendo?)


Marshall abbassò leggermente il capo per concentrarsi sull’udito e, usando la sua vasta competenza, iniziò a cercare l’“aura” del suo inseguitore: l’aspetto più critico del suono in tre dimensioni. Era impensabile che non riuscisse a scovare l’uomo che lo stava seguendo, anzi, inseguendo. Anche se era nascosto, sarebbe riuscito a trovarlo, Marshall ne era convinto.

Sfortunatamente, la sua previsione era del tutto sbagliata.

Percependo improvvisamente un’“aura” inaspettata, Jiro Marshall sollevò la testa di scatto.

Di fronte a lui vi era un giovane uomo, avvolto nel silenzio.

Solo in quel momento si accorse che ogni rumore di fronte a lui era stato totalmente smorzato. Marshall era riuscito a percepire fisicamente il pericolo solo grazie al suo istinto.

L’uomo era eccezionalmente alto e ben piazzato, ma il suo aspetto era orientale. Indossava abiti poco appariscenti: un paio di pantaloni da tuta grigi e una giacca grigia con sotto un pullover nero. Non aveva tratti somatici particolarmente attraenti o brutti. All’apparenza era senza dubbio umano, ma Marshall sentiva di trovarsi di fronte a una bestia divoratrice di uomini.

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Alla vista del volto del giovane, Marshall si ricordò di chi fosse.


“La Tigre Divoratrice”


In realtà non si erano mai incontrati prima, dato che questa era la prima volta che lo vedeva faccia a faccia.


“Lu Gonghu…”


Il nome del suo avversario gli uscì involontariamente dalle labbra. Era in cima alla lista di obiettivi a cui gli era stato detto di fare attenzione durante il briefing pre-missione. Si diceva che avesse il più alto numero di uccisioni in combattimento corpo a corpo nell’intera Alleanza Pan Asiatica; era un individuo di livello S appartenente alle forze speciali dell’Alleanza Pan Asiatica

Quando Marshall si riprese, aveva già alzato la mano destra per puntare la pistola contro Lu Gonghu. Un riflesso condizionato frutto di innumerevoli ore di allenamento: il corpo di Marshall aveva sorpassato da tempo le sue abilità mentali.

Tuttavia, non premette mai il grilletto.

Ancor più veloce dei suoi riflessi, Lu Gonghu aveva perforato il braccio di Marshall. Con il pollice del suo avversario che gli dilaniava il polso, l’arma gli sfuggi di mano.

Marshall poté solo guardare con sconcerto la sua pistola cadere a terra.

Quando gli aveva perforato il polso? E da quando era in piedi accanto a lui?

Marshall non aveva nemmeno percepito il movimento di Lu Gonghu.

Mentre la sua coscienza veniva avvolta da un dolore che sopraffaceva la sorpresa, la sua vita era già scivolata nell’oscurità eterna.

Lu Gonghu estrasse rapidamente la mano destra dalla gola di Marshall.

Anche se le sue dita erano macchiate di rosso, poco sangue uscì dalla ferita.

Con la mano sinistra Lu Gonghu estrasse della carta dalla tasca e si ripulì la destra. Dopo di che gettò sul cadavere la carta macchiata di sangue, che prima di posarsi sul corpo assunse le dimensioni di un fazzoletto.

Improvvisamente, la carta insanguinata prese fuoco, con fiamme più rosse del sangue che dal centro divamparono verso l’esterno in modo circolare.

Niente esisteva all’interno del cerchio. Che fosse la cenere della carta bruciata, gli abiti del cadavere o la sua carne: non rimase nulla.

Dopo che le fiamme ebbero consumato la carta, iniziarono ad avvolgere il cadavere.

Vedendo il corpo svanire, Lu Gonghu si girò per andarsene.

Non vi era alcuna presenza umana in quel luogo. Che fossero voci o passi, non c’era traccia che qualcuno fosse mai stato lì.

L’unica testimone di quella scena era la telecamera rotta che penzolava desolata vicino all’incrocio.



Capitolo 5[edit]

Status: Incomplete

50% completed (estimated)

   

Miyuki fu un po’ sorpresa di vedere lo sguardo infastidito di Erika quando, come concordato, tutti loro si trovarono per pranzo in caffetteria.


“Erika, sei ancora infastidita per l’incidente di ieri?”


Quando si erano separati alla stazione degli autobus, Erika era ancora estremamente scocciata che fosse stato il presunto agente speciale dell’intelligence USNA a ridere per ultimo. Anche se non aveva dato voce al suo malcontento, il suo stato d’animo era palese.

Quella era già un’ammissione incredibilmente onesta da parte sua, considerando il suo solito modo di mascherare i suoi veri sentimenti scherzando e nascondendosi dietro il suo sorriso malizioso. Era semplicemente inaudito per lei rimuginare su quell’evento fino al giorno dopo.

Alla domanda di Miyuki, la risposta di Erika fu una conferma e un diniego allo stesso tempo.


“Non è solo perché non abbiamo potuto far altro che guardare mentre se ne andava.”


Le parole “guardare mentre se ne andava” sembravano denotare la sua frustrazione, ma a quanto la pare la storia non era così semplice.


“Le parole di quel tipo erano davvero preoccupanti… Non abbassare la guardia nemmeno nel campus, non significa forse che alcuni degli studenti…”


Mikihiko e Honoka non avevano preso parte all’incidente di aprile, quindi non riuscirono a cogliere il riferimento, ma Tatsuya e Miyuki colsero immediatamente il pensiero di Erika.

Ad aprile, Sayaka era stata l’inconsapevole pedina di spie straniere che si spacciavano per terroristi, e non era ancora riuscita a gettarsi il tutto alle spalle.


“Se dobbiamo fare il bis di quell’affare spiacevole, per cortesia non contatemi.”


Tatsuya conosceva e capiva quei sentimenti, quindi fece un commendo contrario alla propria personalità, in un tentativo di sollevare il morale a Erika.


“E poi, non è che possiamo arrestarli se non hanno ancora fatto nulla.”

“Questo potrebbe essere vero…”


Il suo tono imbronciato suggeriva che non aveva pienamente accettato la situazione, ma almeno era riuscito a distoglierla dall’intento di dare un’occhiata in giro per conto suo, pensò Tatsuya.

A proposito, Erika non era certo un modello di virtù e innocenza, ma quando venivano sollevate questioni riguardanti uno dei suoi amici più stretti, cercava di cambiare argomento anche quando non c’era una relazione diretta.


“Però non siamo in svantaggio stando sempre sulla difensiva? Non è un problema nel caso di un assalto frontale, ma un furto sarebbe…”

“Non è che possiamo sempre preoccuparci cose simili…”


Tatsuya sorrise e scosse la testa alle preoccupazioni di Leo e Mikihiko.


“Dato che non portiamo con noi quei dati in un terminale mobile, non c’è il pericolo di un furto fisico. Innanzitutto, sarebbe strano preoccuparsi di un furto o rapina nel campus, no? Bé, fotografie fatte con discrezione non sono impossibili, ma quel problema non sarebbe limitato solo a questa competizione. Per rubare i dati nel campus sarebbe molto più conveniente puntare ai documenti con protezioni minori, ma non siamo così sciocchi. È possibile che abbiamo avuto informazioni sbagliate da un individuo sospetto?”

“Chissà… però dobbiamo lo stesso stare in guardia contro l’altra persona che ti stava spiando ieri, quindi stai attento.”

“Lo so.”


Anche se le parole di Mikihiko contrastavano in larga parte con la spiegazione di Tatsuya, sembrava che fosse soddisfatto da quella risposta.

Tuttavia, sia Erika che Leo diedero a Tatsuya l’impressione che fossero rimasti in silenzio perché volevano aggiungere qualcosa, ma non erano riusciti a pensare a una valida argomentazione.


◊ ◊ ◊


Rispetto ai 52 rappresentanti selezionati per la Competizione delle Nove Scuole, la Gara di Tesi ne aveva solo tre. La differenza della portata era talmente elevata che l’evento stesso sembrava quasi inutile. Ciò nonostante, la Gara di Tesi era ritenuta un appuntamento importante che rivaleggiava con la stessa Competizione delle Nove Scuole.

Una delle ragioni era che questo evento era un altro teatro in cui i nove Licei di Magia potevano determinare un vincitore. Specialmente per le scuole che avevano ottenuto risultati sgraditi alla Competizione delle Nove Scuole, il desiderio di cancellare quella vergogna diventava una forte motivazione.

Un altro motivo era che molti studenti potevano partecipare, oltre ai tre rappresentanti.

La differenza maggiore tra la gara di dibattito e ricerca delle scuole superiori non-magiche e la “Competizione Nazionale tra Scuole Superiori di Tesi di Teoria della Magia” era la presenza di una dimostrazione dal vivo inclusa nella presentazione.

Oltre alla presentazione della tesi, era richiesto che un dispositivo magico perfettamente funzionante mostrasse la magia in oggetto manifestarsi. Nonostante la presentazione richiedeva solo un modello, non era un giocattolo che potesse essere assemblato con colla e un po’ di carta. Il dispositivo doveva funzionare in modo affidabile, o almeno imitare la realtà. Questa era la Gara di Tesi per licei di magia.

Per questo, per il design del dispositivo magico e i sistemi di supporto coinvolti, per il software di controllo, per la struttura esterna, c’era bisogno di condizioni e obiettivi di produzione, personale di collaudo e di supporto al collaudo, persone responsabili della sicurezza… Verso la data di scadenza per la gara, il Club della Tecnica e il Club delle Arti avrebbero naturalmente preso parte ai lavori. Anche i club che lavoravano su idee puramente teoretiche e studenti con voti straordinari sarebbero stati mobilitati per il successo della competizione ufficiale.

Il numero totale di partecipanti per la preparazione della relazione eccedeva di gran lunga quello della Competizione delle Nove Scuole.

Dato che la competizione ufficiale era prevista per la domenica da lì a due settimane, non solo il campus era pieno dei suoni di macchinari e magie che si attivavano, spuntarono “Auto-design” e “Autoapprendimento” per potervi dedicare più tempo. Lo spazio aperto nella corte venne rapidamente riempito al massimo da prototipi, strumenti di calcolo e altri macchinari. Si buttarono nella mischia persino le squadre di consolazione formate da volontarie che portavano bevande e stuzzichini. Per aiutare queste squadre di consolazione, il Club di Ricerca Robotica mise in mezzo anche le Aiutanti Domestiche Umanoidi (HAR).


“Ah, eccoli lì.”


La persona che Erika stava cercando eri in piedi in mezzo alla calca.


“Ehi, Tatsuya-kun!”


Accanto a Erika, che stava urlando e agitando le braccia avanti e indietro, Leo si girò in un’altra direzione, mentre Mikihiko scelse semplicemente di spostarsi due metri dietro Erika, a distanza di sicurezza. Probabilmente stavano facendo finta di non conoscerla.


“Erika-chan, per favore! Stai disturbando tutti quanti…”


Mizuki non era sfacciata come Leo, quindi tirò la manica dell’amica nonostante sapesse che non sarebbe servito a nulla. Come previsto, non ebbe effetto.

Vedendo Erika avvicinarsi con fare disinvolto, Tatsuya interruppe ciò che stava facendo e sorrise sarcastico, come per dire “che ci posso fare”. Tuttavia, c’erano persone visibilmente scocciate per l’interruzione dell’esperimento.


“Chiba… dovresti darti un’occhiata intorno.”


Essendo una delle guardie, Kirihara era tra le persone irritate.


“Eh~, anche Sayaka sta osservando?”


Tuttavia, la risposta di Erika, o meglio, l’obiettivo della sua conversazione, era diretta a Sayaka, che era in piedi accanto a Kirihara.


“Non ho parole…”

“Erika…”


Kirihara parlò debolmente, mentre Sayaka sorrideva a sua volta ironicamente. Il fatto che Kirihara non avesse dato in escandescenze significava che era in un certo qual modo maturato.


“Non sembri essere qui solo per guardare, Erika. Che succede?”


Nonostante ciò, vedendo che gli altri senpai oltre a Kirihara erano sul punto di esplodere, Tatsuya prese rapidamente l’iniziativa.


“Mizuki è stata chiamata per aiutare, quindi mi sono aggregata.”


Erika era una persona che faceva sempre le cose a modo suo, ma non significava che fosse lenta di comprendonio. Cogliendo l’avvertimento, non perse tempo con la sua risposta.

Ecco perché, pensò Tatsuya mentre spostava lo sguardo su Mizuki, che si stava disperatamente scusando con i suoi senpai del Club delle Arti.


“Erika, quaggiù.”


Usando quell’opportunità, anche se suona strano, Miyuki prese Erika e la trascinò nella folla di osservatori. Allo stesso modo, Sayaka lasciò Kirihara e si intrufolò assieme a Erika.


“Che esperimento stanno svolgendo? Sembra una lampadina gigante.”


Un globo trasparente del diametro di 120 mm era supportato da un piedistallo a quattro gambe, che in effetti dava l’impressione di essere una gigantesca lampadina. Ovviamente a quel tempo le lampadine non erano più in uso da tempo, quindi Mizuki inclinò confusa il capo alle parole di Erika.


“Quello è il Generatore Ionico a Bassa Temperatura che stiamo usando per la presentazione.”


Miyuki ovviamente sapeva cosa fosse una lampadina, ma non prestò attenzione alla battuta di Erika e rispose direttamente alla sua domanda.


“A bassa temperatura? Non stavamo provando a ottenere una fusione termonucleare?”


Mikihiko, che aveva adottato lo stesso approccio di Leo, ovvero pretendere di non conoscersi, sentì un termine inaspettato che lo costrinse ad abbandonare quella pretesa. (A proposito, Mikihiko usava ancora il linguaggio formale nel parlare a Miyuki.) Anche Erika sembrava ricordare le lezioni di fisica e dopo una pausa un punto interrogativo apparve sopra la sua testa.


“La fusione termonucleare è un tipo di reazione, quindi sono necessarie temperature elevate durante l’intero processo

“...”

“…le mie scuse, Yoshida-Kun. Nemmeno io ho molta familiarità con i dettagli, per una spiegazione più approfondita devi chiedere a mio fratello.”


Vedendo lo sguardo assente di Mikihiko, Miyuki aggiunse quest’ultima frase, facendo sì che Mikihiko le rispondesse “lascia stare, non fa nulla” scuotendo il capo e agitando i capelli.

Con uno sguardo di accondiscendenza verso Mikihiko, Erika e Sayaka si misero a bisbigliare tra di loro. Chiusero freneticamente bocca quando Miyuki gli rivolse un sorriso (che non arrivava ai suoi occhi).

Sin dall’inizio, gli occhi di Leo ardevano di curiosità mentre osservava in silenzio il dispositivo sperimentale.

Nel mezzo del silenzio creatosi inconsciamente, Isori mandò un segnale a Suzune, che iniziò a fornire psion al grosso CAD a forma di tavola di controllo che Tatsuya stava usando.

Il CAD funzionava con una forza e velocità molto maggiori dei normali CAD, e diverse sequenze magiche molto complesse stavano vendendo attivate.

Sottoposto a una forte pressione, l’idrogeno si divise in ioni e questi si attaccarono al vetro per emanare luce. Anche se era solo il semplice effetto di elettricità causata dall’elevata pressione, avevano già ottenuto la separazione degli elettroni senza fornire energia. In più, per permettere agli elettroni di sfuggire all’attrazione atomica e spostarsi verso il perimetro esterno, era necessario sostenere costantemente un incantesimo molto complesso per cambiare l’Eidos.


“…allora è davvero una lampadina?”


Il rude commento sfuggito a Erika venne fortunatamente coperto dagli applausi e dalle grida di gioia: “Eccellente!”, “Prima fase riuscita!” e simili parole celebratrici. Gli altri provavano simili sentimenti, con Miyuki che sorrideva serena, come se il successo fosse l’unico risultato possibile, mentre Leo stringeva i pugni davanti al petto, Mikihiko si stringeva le braccia annuendo e Sayaka applaudiva saltellando di gioia.

Il contenitore di vetro continuò a emettere luce per dieci secondi.

Quando la luce fu svanita, l’eccitazione era passata.

Questo perché avevano solo finito con il pezzo più grande e bisognava montare molti altri componenti. Gli aiutanti che si erano riuniti per l’esperimento tornarono alle loro postazioni, ma Erika notò che Sayaka stava guardando un angolo della sala in particolare.


“Saya, che succede?”

“Quella ragazza…”


Non rispose e mormorò a se stessa.


“Ehi, che sta succedendo!?”

“Ehi, Mibu!?”


Per raggiungere Sayaka, che si era messa a correre improvvisamente, sia Erika che Kirihara scattarono.

Leo era un passo dietro loro.

Con gli occhi sbarrati per lo shock, Miyuki poté solo guardarli andar via finché non notò la studentessa con due codini che Sayaka stava inseguendo.


◊ ◊ ◊


“Fermati immediatamente!”


Sentendo qualcuno dietro di lei ordinarle di fermarsi, o forse perché aveva capito che non sarebbe riuscita a sfuggire ai suoi inseguitori, la studentessa decise di fermarsi sul prato del cortile.


“Cosa c’è?”


La risposta, data mentre si voltava, aveva un che di duro e severo. In un certo senso il suo tono dava un’impressione di spavalderia.


“Sei una studentessa del primo anno, giusto?”


Non c’erano segni distintivi riguardo l’anno di appartenenza sulle uniformi del Primo Liceo. La domanda si Sayaka si basava sul viso e sul fisico dell’altra studentessa.


“Sì, Mibu Sayaka di 2aE. Anch’io sono una studentessa del Corso 2 come te.”


L’unica differenza era l’assenza dell’emblema della scuola, la distinzione tra studenti del Corso 1 e Corso 2.


“…classe 1aG, Hirakawa Chiaki.”


Alla richiesta di identificazione da parte di uno studente più grande, la studentessa diede il suo nome malvolentieri.

Poteva sentire altri passi rallentare e fermarsi dietro di lei.

Erika e gli altri l’avevano raggiunta e avevano sentito la presentazione di poco prima.

Sentì immediatamente Kirihara mormorare “Hirakawa?”

A Sayaka quel cognome non suonava familiare, ma Kirihara lo conosceva.

Tuttavia, la ragione per cui Sayaka non poteva lasciar andare quella studentessa del primo anno non era il suo cognome, quindi non le importava se non lo aveva mai sentito prima. Non aveva il tempo di preoccuparsi di una cosa simile.


“Hirakawa-san, il congegno che hai con te… è un decodificatore password wireless, vero?”


All’accusa di Sayaka, Hirakawa Chiaki si fece pallida e nascose in fretta dietro la schiena il terminale che aveva in mano.


“Lo so anche se non lo ammetti. Questo perché ho usato lo stesso modello in passato.”


Chiaki sbarrò gli occhi attonita alle parole di Sayaka.

I decodificatori di password erano dispositivi malware usati per rubare password e, discostandosi dal significato letterale, erano anche macchine usate per irrompere in sistemi di verifica e rubare informazioni. Non vi erano usi legali per quell’oggetto. In altre parole, il fatto che avesse usato lo stesso modello in passato significava…


“…già. Anch’io sono stata una pedina nelle mani di spie.”


Sul viso di Sayaka apparve un’espressione miserabile, ma ciò nonostante continuò mentre fissava Chiaki.


“Per questo ti devo avvertire: smetti ora. Più a lungo resti con loro, più doloroso sarà.”

“…non importa quanto io soffra, non è comunque affare suo, senpai.”


Fu questa la gelida risposta di Chiaki, che nel frattempo aveva girato la testa di lato.

Un ovvio rifiuto.

Tuttavia, Sayaka non si tirò indietro dopo la fredda reazione di Chiaki.


“Non resterò a guardare senza fare niente!”


Il tono di Sayaka si fece duro, i suoi occhi ardenti e improvvisamente urlò contro Chiaki.


“Anche se è passato metà anno, ci sono volte in cui ancora non riesco a smettere di tremare. Non mi rendo conto di essermi lacerata il labbro a morsi, o che mi sono conficcata le unghie nei palmi.”


Mentre parlava, il corpo di Sayaka era scosso da tremori.


“Anche se non so con chi ti sei immischiata, questo ti posso dire con certezza: non terranno mai in considerazione le tue necessità. Ti useranno e poi ti abbandoneranno!”


Non vi era traccia di ipocrisia nella sua voce, solo sincerità: quelli erano i suoi veri sentimenti. Ciò nonostante, l’odio che attanagliava il cuore di Chiaki era più profondo di quanto Sayaka immaginasse.


“Lo so!”


Quella voce autodistruttiva e piena di odio ammutolì Sayaka.


“È ovvio che i mafiosi e i terroristi se ne fregano delle persone che usano. Senpai, si è messa in combutta con questo tipo di gente senza nemmeno capire una cosa così basilare? Perdoni la maleducazione, ma lei è proprio infantile.”


Quelle parole amare fecero chiaramente capire a Sayaka che quella studentessa del primo anno era completamente diversa da lei. Sayaka puntava a un obiettivo, ma si approfittarono di lei quando era incerta su che strada scegliere.

Era vero. Era terribilmente ingenua, non lo negava. Tuttavia, Sayaka dubitava che quella studentessa del primo anno fosse più matura di quanto non fosse stata lei stessa.

Anche se avesse potuto esaudire il suo più grande desiderio dopo essersi unita a dei criminali, cosa avrebbe fatto dopo? Sarebbe ritornata a scuola come se nulla fosse o avrebbe continuato a lavorare come membro dell’organizzazione criminale? Sayaka sapeva che quella ragazza non aveva mai preso in considerazione il proprio futuro.

Al momento si stava solo rifiutando di ascoltare le parole di chiunque.


“Anche se continui su questo sentiero di autodistruzione non otterrai nulla. Di te non lascerai niente.”


Tuttavia, Sayaka non si sarebbe tirata indietro. C’erano cose che bisognava fermare, con la forza se necessario. Era una cosa che aveva imparato di prima mano.


“Senpai, non potrebbe capire. Non sto collaborando con quella gente perché voglio qualcosa.”


Ad ogni modo, la risposta che ricevette fu un forte rifiuto, quasi naturale.

Rifiutava di farsi persuadere. Sayaka lo capì perché anche lei una volta era così.

La persuasione poteva essere lasciata a dopo. Se l’avessero lasciata scappare, quella ragazzina non avrebbe mai più potuto tornare da “questa parte”. Tenendo conto di questo, non potevano evitare un approccio un po’ aggressivo. Sayaka prese la sua decisione.


“Kirihara-kun.”

“Ah.”


Kirihara capì subito le intenzioni di Sayaka.

Sfortunatemente, nessuno di loro aveva armi, ma la cosa non li preoccupava particolarmente.

Quella studentessa del primo anno non aveva esperienza di arti marziali o combattimento corpo a corpo. Entrambi potevano capirlo con un’occhiata.

Se avessero attaccato contemporaneamente sarebbe stato facile bloccarla.

Oggettivamente, il giudizio di Sayaka e Kirihara era corretto. Alle condizioni che il loro avversario non fosse armato. Nel momento in cui i due iniziarono ad avanzare, Chiaki gli lanciò contro un piccolo contenitore.


“A terra!”


Erika fu la prima a notarlo.

Entrambi sollevarono le braccia di riflesso.

Un lampo tremendo passò tra le fessure non coperte dalle braccia, abbacinando gli occhi attraverso le palpebre.

Se qualcuno di loro avesse potuto vedere attraverso quella luce accecante, avrebbero notato che Chiaki aveva le palpebre dipinte di nero.

Aveva usato un velo di vernice coprente, mascherandolo da mascara ed eye-liner, per smorzare gli effetti della granata stordente.

Chiaki puntò il braccio destro verso Sayaka, e dalla manica fu sparato un dardo caricato a molla.

Erika aveva bloccato con successo il flash, e riuscì a deflettere il dardo affusolato con un ramo che aveva raccolto da qualche parte.

Un chiaro fumo violaceo si diffuse dal dardo spezzato.

Un secondo dopo, Erika aveva gettato il ramo e aveva portato via Sayaka, coprendosi la bocca con la manica. Kirihara, che non si era del tutto ripreso dallo stordimento, respirò direttamente il fumo, che stava rapidamente diventando trasparente. Ondeggiò brevemente e collassò a terra in un ammasso informe.


(Gas nervino!?)


Erika non mise in parole il suo pensiero, mentre schioccava mentalmente la lingua.

La loro avversaria era meglio preparata di quel che credevano.

Siccome nel campus era vietato portare con se i CAD, l’aumento magico della propria velocità non sarebbe stato molto efficiente.

Nonostante il vantaggio numerico, la differenza tra chi aveva le armi e chi no era insormontabile. In una situazione in cui l’armamento nemico erano sconosciuto, non potevano attaccare avventatamente.

Tuttavia, tra i presenti c’era un uomo che non era d’accordo con quella teoria. Accovacciato tra l’erba (risultato dell’avvertimento di Erika), Leo si diresse improvvisamente verso Chiaki.

Di fronte a quel tipo di pressione, Chiaki non poté reprimere un urlo, e puntò disperatamente il braccio destro verso Leo. Forse i dardi erano a ripetizione, o forse aveva altre armi, nessuno poteva dirlo.

Ma d’un tratto Leo scomparve dalla linea visiva di Chiaki.

La ragazza rimase pietrificata per un momento, prima che di subire un forte impatto a livello della vita, che la fece cadere all’indietro e sbattere la nuca, lasciandola a terra tramortita.


“…dici che ho esagerato?”


Leo aveva placcato Chiaki con entrambe le braccia, dopo di che si alzò leggermente e girò la testa per chiedere.


“Già… A proposito, sbrigati e alzati in piedi. Sembra che tu la sita per violentare.”

“Idi…! Non dirlo nemmeno per scherzo!”

“Sì, sì, lo so.”


Lo sguardo di Erika era del tutto serio mentre guardava Leo che la osservava scioccato. Quello sguardo era lo stesso di un giocatore d’azzardo professionista che valutava i meriti di un purosangue al derby.


◊ ◊ ◊


Avendo sentito che vi era stato un incidente, Kanon (in qualità di Capo del Comitato per la Pubblica Morale) si affrettò verso l’infermeria e sospirò nel trovare una studentessa del primo anno a letto priva di conoscenza e un paio di studenti del secondo anno in attesa di cure.


“Avete esagerato ragazzi…”


Dopo aver ascoltato Sayaka spiegare come si erano svolti i fatti, Kanon sospirò ancora.

Kirihara e Sayaka non avevano intenzione di accettare che Kanon gli dicesse “avete esagerato”, visto che lei stessa era incline a farlo, ma dato che la persona in questione era priva di conoscenza a causa di un colpo alla nuca, non erano nella posizione di ribattere.


“Allora, cosa ha fatto? In base a ciò che mi hai appena detto, aveva solo in mano uno strumento elettronico illegale, quindi non penso che abbia violato alcuna legge o regola della scuola.”


Anche quella era un’opinione insostenibile

Da un lato c’era l’onesta Sayaka, dall’altro c’era Kirihara che non riusciva a farsi venire in mente un argomento a propria difesa.

Tuttavia, tra i presenti c’era qualcuno che non si era fatto intimidire facilmente da quelle parole decise.


“Il solo fatto di avere uno strumento di hacking illegale dovrebbe essere ragione sufficiente per un arresto, no?”


Di fronte alle parole provocatorie di Erika, Kanon la guardò con occhi penetranti.


“…sto dicendo che il problema è l’aver esagerato. La punizione deve essere proporzionata al reato.”

“Ma dai, quello non è niente~, non l’abbiamo catturata perché doveva essere punita. Volevo solo proteggere una compagna che viene usata da degli adulti schifosi.”

“E l’avete protetta mettendola KO? Ha preso un colpo in testa!”

“Non possiamo farci nulla se estrae un’arma nascosta e fa resistenza. Non sono così ingenua da aiutare altre persona a costo della mia incolumità.”


Kanon ed Erika si guardarono in cagnesco a vicenda.

Vedendo lo sviluppo di questa situazione esplosiva, Sayaka fu presa leggermente dal panico. Tuttavia, siccome il medico i servizio che avrebbe dovuto fare da paciere aveva deciso di non farlo, non poteva semplicemente intromettersi.


“Ad ogni modo, Capo Chiyoda, lasciamo tutto nelle sue mani.”


A intervenire fu Leo, che era appoggiato al muro.


“Andiamo.”

“Hey, che ti prende così all’improvviso?”


Erika diresse la sua collera verso Leo, che la stava trascinando via per il colletto, ma questa volta non gli rivolse uno sguardo truce.

Per un istante Leo mostrò un’espressione infastidita, dopodiché si girò rapidamente.

“Da ora è un lavoro per i membri del Comitato per la Pubblica Morale. Non mi interessa come ve ne occuperete, io posso solo cercare di prevenire che simili problemi coinvolgano Tatsuya, Mizuki e Mikihiko.”

“Aspetta un attimo!”


Urlò Erika mentre rincorreva Leo, lasciando anch’essa l’infermeria.

Quando non poté più udire i rumorosi studenti del primo anno (tra cui una studentessa particolarmente fastidiosa, Kanon finalmente si calmò.

Studiò ancora una volta il viso della studentessa del primo anno che giaceva a letto. Anche se quel volto stuzzicava qualcosa nella memoria di Kanon, la ragazza era ancora priva di conoscenza e lei non poteva verificare i suoi sospetti.


“Sensei, come sta la ragazza?”


Alla domanda di Kanon, il Dr. Yasuyado Satomi sorrise gentilmente.


“Non preoccuparti. Non ci sono anormalità nel cervello o al cranio. Tra un po’ di tempo si sveglierà.”


Yasuyado era una dottoressa con abilità uniche che poteva vedere le anormalità nel corpo attraverso una radiazione fisica. Poteva effettuare una diagnosi più accurate degli strumenti ad alta tecnologia dei normali ospedali semplicemente osservando il soggetto.

Se diceva che non c’era problema allora ci si poteva rilassare.


“Scusi il disturbo, ma potrebbe avvisarmi quando la ragazza riacquista conoscenza?”

“Certamente. Ah, ma non lamentatevi se scappa, ok? Non ho alcuna abilità nel combattimento.”


Alla risposta semi-sarcastica di Yasuyado, Kanon sorrise e annuì.


“Sensei, di certo non permetterebbe mai a un studente ferito di correre in giro.”


Così, Kanon, alla testa di Sayaka e Kirihara, che aveva terminato le cure, uscì dall’infermeria.


◊ ◊ ◊



Mahouka Koukou no Rettousei:Volume 6 Capitolo 6


Mahouka Koukou no Rettousei:Volume 6 Capitolo 7


Messaggio dell'Autore[edit]

La ragione per cui sono in grado di presentarvi il 6° volume di "Mahouka Koukou no Rettousei" così velocemente è tutto grazie al vostro supporto, lettori.

Per questa ragione vorrei ringraziarvi sinceramente dal profondo del mio cuore.


Secondo il punto di vista che non è necessariamente un bene finire la storia in un solo volume, questo "Disordini a Yokohama - Parte I" è perciò suddiviso in 2 volumi.

Ovviamente, non sarà suddiviso in 3 volumi, così ragazzi potete togliervi quella preoccupazione dalla mente e semplicemente rilassarvi. ——Sebbene non dovrebbe nemmeno essere qualcosa di cui vale la pena essere soddisfatti.


Sono sicuro che ognuno sà già, ma questo romanzo è cominciato come romanzo web, e quindi non è una sorpresa che la maggiorparte dei contenuti è simile, sebbene alcune parti sono migliorate, alla "versione integrale" che vi stò presentando al momento.

Dopo che questa "versione integrale" verrà pubblicata, non ci dovrebbero più essere altre "Nuove* versioni integrali", "Vere* versioni integrali", "versioni integrali finali*" o addirittura "versione integrale definitiva*".


——Scherzi a parte, a causa di limiti di tempo in cui sono incorso quando pubblicavo la versione web, un bel po' di contenuti era stato lasciato fuori. Comunque, quello è stato risolto con la pubblicazione del romanzo, e la priorità principale è proprio la pubblicazione.

Questa volta, il volume 6 e il "sarà presto pubblicato" volume 7 sono pieni di contenuti che avevo omesso.

Per esempio, verrà rivelato il non ancora visto vero carattere di un certo personaggio, o le attività del personaggio precedentemente solo citato di nome, e anche circa le circostanze di come un certo qualcuno nel prossimo volume è in una certa specie di relazione con altre due persone per via di certe ragioni. Ognuna di queste cose sarà presente nel romanzo.

Così come in merito a quali persone coinvolte nella Gara di Tesi sarranno presto sfortunate (?) e le calamità che riempiranno la presentazione, sebbene debba ancora dare solidità alle scene che si affollano nella mia testa, presto sarò in grado di presentarvele, così perfavore pazientemente aspettatele.


Il volume 7 sarà a sua volta pubblicato il mese prossimo o quello dopo. Allo stesso tempo, quando il volume 7 uscirà al più a settembre, il gruppo occupato delle news si occuperà di rilasciare le date esatte a tutti.

Prossimo, lasciate che ci incontriamo nella gloriosa e magnifica battaglia del "Disordini a Yokohama - Parte II".


(Satou Tsutomu)



Note e Riferimenti[edit]

  1. Lo Shirasaya o Bō animato è il corrispettivo giapponese del Bastone animato, in cui però si utilizza una spada giapponese (Katana) celata in un Bō, termine giapponese che significa appunto "bastone".
  2. Corrispondente in italiano ad auto di gruppo o concarreggio, indica una modalità di trasporto che consiste nella condivisione di automobili private tra un gruppo di persone, con il fine principale di ridurre i costi del trasporto
  3. Gli OOPArts in realtà sono oggetti che rappresenterebbero un anacronismo. Vengono classificati come tali tutti i reperti che, secondo comuni convinzioni riguardo al passato, si suppone non sarebbero potuti esistere nell'epoca a cui si riferiscono le datazioni iniziali. Tuttavia, la comunità scientifica non ha mai ritrovato in tali oggetti elementi o prove che le facessero apparire come "fuori dal tempo". OOPArt su Wikipedia.
  4. Japanese Self Defense Forces: Forze di Auto-difesa Giapponesi (Jieitai in giapponese: 自衛隊). Le forze armate giapponesi, chiamate così perché dopo la seconda guerra mondiale al Giappone fu proibito avere un esercito. In base all'art. 9 della Costituzione del 1947 infatti: "Il popolo giapponese rinuncia per sempre alla guerra come diritto sovrano della nazione e alla minaccia di un uso della forza per risolvere le dispute internazionali"; inoltre "i potenziali di forze terrestri, aeree o navali non saranno mai mantenuti".
  5. In Italiano non c'è un doppio senso così marcato. In ogni caso, Tatsuya non ha secondi fini, ma la sua frase viene fraintesa: lui parla di un invito ad una cena letterale, mentre Mayumi percepisce il "cenare" in altro modo. Se ancora non avete capito, tornate quando sarete maggiorenni.
  6. In questo caso credo si intenda un software tracciante anti-intrusione. Da ciò che ho potuto capire con qualche ricerca, normalmente in informatica il tracing è una modalità per rintracciare la sorgente di un'attacco nella rete Internet.
  7. Penso che forse Mari ultimamente per protezione ai tre rappresentanti avesse cominciato a seguirne gli spostamenti e magari ogni tanto anche ad ascoltare le loro conversazioni tramite il sistema di sorveglianza interno della scuola, magari con una particolare attenzione verso Tatsuya...


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