Utsuro no Hako to Zero no Maria (Italian):Volume 1 - 27755° volta (1)

From Baka-Tsuki
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“Andiamo, non noti nulla di diverso in me oggi? Allora?”

Kokone si rivolge a me come al solito. Mi ha già chiesto questa stessa domanda in qualche punto del passato. Quale era la risposta corretta?

“...ti sei messa del mascara.”

“Ooh! Pollice in su per Kazu-kun!”

Sembra abbia indovinato.

“...quindi, come mi sta?”

“Bene, sei carina.” dico senza esitazione. Ancora una volta è la risposta corretta. Non l'ho detto troppo seriamente ma Kokone è comunque soddisfatta non appena sente la parola 'carina' e annuisce con un sorriso.

“Mmh, mmh. Capisco, hai grandi prospettive. Ehi, tu—ragazzo con personalità contorta! Dovresti seguire il suo esempio.”

Incrocia le braccia con contentezza e gira la testa verso Daiya.

“Preferirei strappare via la lingua piuttosto che dire una cosa del genere.”

“Ah, il mondo intero farebbe un sospiro di sollievo. Prego, procedi pure.”

“No, non la mia lingua—Parlavo della tua.”

“Ahah! Quindi desideri un intenso bacio alla francese con me? Sei pregato di non farti trasportare troppo dal mio fascino”

Senza rendersi conto in quale situazione mi trovi, quei due cominciano a insultarsi a vicenda alla velocità della luce come sempre.

Poco dopo, Daiya porta a galla la questione dello studente trasferito.

Per favore sbrigati ad arrivare, Otonashi-san.



“Sono Aya Otonashi. Non ho interesse in nessuno di voi tranne che in Kazuki Hoshino e nel proprietario.”

La classe a quel punto rumoreggia.

Uhm, Otonashi-san? Sei una studentessa appena trasferita, quindi puoi sicuramente mettere della distanza tra te e i tuoi nuovi compagni nel tuo primo giorno. Ma io sono stato in questa classe per quasi un anno, quindi non funziona allo stesso modo per me, sai?

“Che cosa intende con 'proprietario'? Uno che ‘possiede’? Intendeva forse 'la persona che possiede Hoshino'?”

“Sarebbe a dire la sua 'ragazza'?”

“Quindi significa che Kazuki-kun ha una 'ragazza' e la studentessa trasferita la sta cercando? Perché?”

“Immagino ci sia qualcosa tra lui e Otonashi-san. Forse escono assieme… e quindi sta con due ragazze allo stesso tempo?!”

“Esatto! E' senza dubbio così! Questa storia sembra divertente, quindi è sicuramente così!”

“Quindi mentre convive con sentimenti complessi di amore e odio per Hoshino, lei lo insegue e si trasferisce nella nostra scuola per stare con lui. Sono sicura sia così.”

“Ciò significa che Hoshino ha… sedotto una tale bellezza?! Dannato!!!”

I nostri compagni di classe continuano imperterriti a fantasticare come vogliono mentre ci ignorano, proprio noi che saremmo le parti coinvolte tra l'altro. Da dove diavolo le tirano fuori certe idee?

“Quindi, Hoshino ha solo… giocato con me...”

“Cosa?! Sei tu l'altra?!”

“No… ero probabilmente soltanto un extra per lui… la terza o chissà quale altro numero.”

“Cos… che bastardo!”

Kokone finge di piangere mentre Daiya approfitta dell'opportunità per alzare la voce in un modo che normalmente non farebbe. Cavolo, perché questi due cooperano soltanto in simili situazioni…

“...Che fastidio.” mormora Otonashi-san. “Per colpa tua adesso sono interessati a me anche più di prima.”

Ehm… e perché sarebbe colpa mia adesso?



Appena dopo la prima ora di lezione, Otonashi-san ed io siamo sgattaiolati fuori dall'aula. Mentre alcuni dei miei compagni di classe facevano il tifo per me, potevo anche sentire gli sguardi assetati di sangue di alcuni dei ragazzi—ma non c'è tempo per preoccuparsi di simili faccende.

Ce ne andiamo al nostro solito posto—il retro dell'edificio scolastico.

Non abbiamo più intenzione di prendere parte alle successive lezioni.

“Capisco. Lavorare con te significa automaticamente finire immischiata nella tua rete di relazioni. Cavolo… è poco pratico così.”

No, sono abbastanza sicuro che il problema sia tutto in ciò che hai detto loro.

“Ma è la prima volta in queste 27755 iterazioni che respingerli ha ottenuto un effetto così negativo. E' stato davvero divertente!”

“Uhm, non so se è appropriato che tu lo possa trovare divertente...”

“Non fare così. Anche per me le nuove esperienze sono in qualche modo eccitanti. Inoltre, le circostanze sono cambiate parecchio proprio perché abbiamo iniziato a lavorare insieme. Questo è un cambiamento ben accetto.”

“Che vuoi dire?”

“Che potrebbe esserci dunque un nuovo indizio che non ho scovato quando era da sola.”

Da quella prospettiva, è sicuramente di gran vantaggio cooperare, ma… beh…

A sorpresa, potrebbe avere ragione. Dopotutto, non conosce la classe 1-6 prima di oggi. Non può fare paragoni tra come si comporta oggi e come si comportava nei giorni passati. Per esempio, non sa che il mio amore per Mogi-san è evoluto tra ieri ed oggi—in altre parole, durante l'Aula del Rifiuto.

“Ma cosa dovremmo fare ora, nello specifico?”

“...riguardo questo, Kazuki, ci ho riflettuto sopra e sono arrivata alla conclusione che potresti essere tu la chiave per l'Aula del Rifiuto.”

“Eh? Quindi sospetti ancora di me?”

“Non è quello. Lascia che ti chieda una cosa: perché sei in grado di mantenere la tua memoria?”

“Eh… chi lo sa?”

“E' un mistero, no? Certo, posso percepire alcune differenze tra te e gli altri, ma non è comunque strano che sei soltanto tu a mantenere la memoria?”

“Beh… certamente.”

“Allora, assumiamo che la tua abilità sia anche lei guidata dagli obiettivi del proprietario.”

“E...hm…?”

“Sei stupido come sempre. In altre parole, potrebbe essere anche nell'interesse del proprietario che tu mantenga le tue memorie.”

E' un obiettivo dell'Aula del Rifiuto che io mantenga le mie memorie?

“Non è possibile. Non mantengo sempre le mie memorie, no? Se non fosse stato per te, probabilmente starei continuando a perdere i miei ricordi come chiunque altro.”

“Infatti, potremmo dire che quella è la falla nelle mie ipotesi. Comunque, è possibile che il mantenimento della tua memoria è solo corrotto come la riproduzione del mondo del passato. Potresti spiegare quel comportamento se consideri questa contraddizione: il passato non può essere riprodotto perfettamente se tu mantieni le tue memorie.”

Potrebbe in effetti essere possibile. Ma per qualche ragione per me non ha senso.

“In primo luogo, che significato c'è nel lasciare che io mantenga le mie memorie?”

“Come dovrei saperlo?” risponde senza mezzi termini. “Ma so quale sentimento muove maggiormente le persone.”

“Cosa?”

Otonashi-san guarda nel profondo dei miei occhi e parla.

“L'amore.”

“...'amore'…?”

Lo sguardo terrificante sulla sua faccia mi impedisce di collegare subito quella parola con il suo significato. Aah, amore?

“Otonashi-san, è dolce da parte tua.”

Otonashi-san mi fissa con occhi di ghiaccio.

“Che c'è? Un amore sufficientemente intenso non è poi tanto differente dall'odio.”

“La stessa cosa dell'odio?” ripeto. “...m-ma se sono completamenti diversi!”

“Sono uguali… No, anzi, sono certamente diversi. L'amore è un sentimento peggiore dell'odio perché le persone non sono consapevoli della sua infamia. E' proprio ripugnante.”

Ripugnante, huh…

“Ma non importa ora. Kazuki, c'è qualcuno che ti viene in mente?”

“Intendi qualcuna che possa essere innamorata di me, giusto? Impossibile, non c'è—“

Sto per dire che non c'è nessuna, ma all'improvviso ricordo.

C'è una persona.

Se non stava scherzando quando si è dichiarata a me per telefono—c'è una possibile candidata.

“Sembra tu abbia pensato a qualcuno.”

“...”

“Che c'è?”

“...ehm, allora. La ragazza che è innamorata di me non deve per forza essere il colpevole, giusto?”

“Ovviamente no. Questa prova da sola non è abbastanza per concludere che quella persona sia o meno il colpevole. Comunque non c'è ragione per non investigare su questa opportunità.”

“No… allora… è impossibile che possa essere lei la colpevole.”

“Cosa ti rende così sicuro che non sia lei il proprietario?”

Semplicemente non voglio che sia lei la colpevole. Sono consapevole di questo.

“Abbiamo un ammontare di tempo illimitato finché siamo nell'Aula del Rifiuto. Dovremmo afferrare al volo ogni possibilità disponibile per avvicinarci al proprietario.”

“...ma finora non hai avuto successo usando questo metodo, no?”

“Sei molto sull'offensiva oggi, huh? Ma hai ragione. Comunque, abbiamo questo nuovo indizio che il mantenere le tue memorie sia parte di un disegno del proprietario. Non ho mai investigato con questo elemento in mente finora. Potremmo avere successo nell'ottenere nuove informazioni in questo modo.”

“Ma—“

“Non è che non vuoi investigare oltre su di lei perché è qualcuno di cui ti vuoi fidare per forza?”

Vero. Otonashi-san ha fatto centro.

Devo avere i miei dubbi su quella persona anche io, per questo non voglio investigare su di lei.

“...Ho capito. Ti aiuterò.”

“Non dovresti soltanto aiutarmi; piuttosto, dovresti prendere tu l'iniziativa.”

Ha ragione. Sono io quello che vuole fuggire dall'Aula del Rifiuto.

...Eppure… qualcosa non mi quadra particolarmente nell'ultimo periodo. C'è qualcosa di sbagliato.

“Bene allora, andiamo.”

“A-Aspetta un secondo!”

“Perché vacilli?! La mia pazienza comincia ad assottigliarsi, lo sai!”

Cos'è che non mi quadra—ah, ho capito.

Quando riconosco la fonte di questo strano sentimento, le orecchie cominciano a bruciarmi.

“Mmh? Che c'è che non va, Kazuki? La tua faccia è diventata tutta rossa.”

“Ah, no, è solo che tu—“

Perché ha cominciato a chiamarmi 'Kazuki' invece di 'Hoshino'?

“Cosa? Di che stai parlando? ...Ehi, perché la tua faccia è diventata anche più rossa?”

“...S-Scusa. Non è niente.”

Quando ha iniziato a chiamarmi per nome? Nemmeno i miei genitori mi chiamano a quel modo.

Immagino che la mia faccia stia diventando anche più rossa ora.

“…? ...Okay, bah. Comunque, andiamo.”

'Otonashi-san' si gira e comincia a incamminarsi.

“S-Si...”

Dovrei rispondere chiamandola per qualcosa di diverso da 'Otonashi-san' pure io? Se seguissi il suo esempio, dovrei chiamarla… 'Aya'?

...Nonono!!! Non posso! Non ci riesco! E' fuori questione!!!

Magari 'Aya-san' almeno… no, è ancora inaccettabile. Ma 'Otonashi-san' è troppo riservato. Dovrei utilizzare qualcosa che sia più facile da dire e più informale.

“Ah...”

Mi viene in mente un'altra possibilità. E' abbastanza imbarazzante da dire, ma visto che ho usato quel nome già parecchie volte, dovrebbe andare bene.

“...Maria.”

Quando mormoro questo nome a voce bassa, 'Otonashi-san' si ferma di colpo e si gira. I suoi occhi sono spalancati.

“Uwa! S-Scusa!!!” mi scuso istintivamente dopo aver assistito alla sua brusca reazione.

“...Perché ti stai scusando? Mi hai solo sorpreso un po'.”

“...Quindi non sei arrabbiata?”

“Perché dovrei arrabbiarmi? Chiamami come ti pare.”

“C-Capito...”

Otonashi-sa… no, 'Maria' si rilassa.

“Ma di tutti i nomi proprio Maria hai scelto… Heh.”

“Ah, beh… se non ti piace...”

“Non importa. Mi hai solo confermato di nuovo qualcosa.”

“Ehm… cosa hai confermato?”

Per qualche ragione, Maria sorride gentilmente.

“Che tu, Kazuki, sei proprio un compagno divertente.”



Sto rovistando in qualcosa.

Siamo tornati in aula e ora sto rovistando negli oggetti della ragazza che sembra avere una cotta per me.

Ovviamente non lo sto facendo perché lo voglia io, e comunque mi sento estremamente squallido.

La classe sta svolgendo l'ora di educazione fisica. Maria ha deciso che, invece di parlarle direttamente, avremmo dovuto usare questa opportunità per cercare indizi tra la sua roba.

Visto che sono giunto alla medesima conclusione, ho obbedito alla sua proposta nonostante mi senta così squallido.

Tra l'altro, questa ricerca può produrre frutti soltanto se sono io quello che la fa. Maria ha già cercato nella roba di tutti in classe, più volte. Giudicando dallo stato attuale delle cose, non ha trovato nulla di utile ancora, il che è abbastanza normale. Maria non è in grado di captare qualsiasi potenziale cambiamento significativo visto che ci conosce da soltanto un giorno.

“Huu...”

La ragazza ha usato delle linee pulite e colorate per far risaltare delle parole nel suo libro scolastico. Le sue note sono scritte con lettere piccole e arrotondate. E ha anche usato un sacco di colore in esse. Sul bordo sinistro di una pagina c'è disegnato un gatto. E c'è un altro disegno sulla pagina successiva, nello stesso punto. Lo stesso gatto anche sulla pagina seguente… a quel punto realizzo che è un corto animato. Quando provo a sfogliare le pagine velocemente, il gatto comincia a volare su un razzo che ha costruito da una piccola lattina. Comincio a sorridere prima che Maria, con uno sguardo accigliato, mi faccia tornare al lavoro.

Tra le sue cose trovo un sacco di roba da ragazza. I colori dei suoi oggetti sono essenzialmente rosa e bianco. Il suo iPod è pieno di canzoni J-Pop. Il suo portafogli non è dentro la borsa, quindi probabilmente se lo è portato dietro con lei.

“Oh!”

Trovo un cellulare decorato con semplicità—un tesoro inestimabile di informazioni personali.

Avevo la speranza di trovare qualche indizio ma il cellulare è bloccato e non posso investigare nel suo contenuto… da un lato però, sono sollevato che non possa farlo.

Controllo nell'astuccio del trucco vicino allo specchietto rosa. Questo dovrebbe essere il fondotinta, questa è la matita per occhi, questo è il rossetto colorato, queste sono le forbici che usa per accorciare le sopracciglia e infine un oggetto che sembra del tutto nuovo… il mascara, credo.

“—“

Oh?

C'è qualcosa di strano.

“Hai trovato qualcosa, Kazuki?”

“...Non lo so ancora...”

Rovisto nel contenuto dell'astuccio ancora una volta. Non penso ci sia nient'altro di speciale lì dentro.

“Maria, non c'è nulla in questo astuccio per il trucco che ha attirato la tua attenzione?”

“No. Ho cercato in esso già una volta, ma non ho trovato niente di speciale—“

La sua faccia si paralizza nel mezzo della frase.

“—aspetta, non può essere. Non dovrebbe avere quell'oggetto. E' impossibile che non lo abbia notato per tutte queste 27755 ricorrenze. Ma… è un dato di fatto—“

“Eh? Hai trovato qualcosa?”

“...Kazuki. Dopo aver visto questo, devi aver percepito qualcosa.”

“...eh?… mmh, beh, si, pensavo che usare il trucco non si adatta molto alla sua immagine.”

“Santo cielo!”

Maria contorce il viso amaramente.

Vado a cercare nella sua borsa per altri indizi. Dentro di essa sento qualcosa di familiare e la estraggo.

“Ah—“

Sono state innescate…

Mentre vedo quella scatola familiare, le mie memorie riemergono.


Pensi sia possibile che avresti accettato la mia dichiarazione se avessi scelto un approccio diverso?

Aah, okay. Quindi devo solo continuare a dichiararmi finché non avrò successo, giusto?

Impossibile.

Impossibile.

Impossibile.

Non crederò a una tale assurdità.

E' solo una coincidenza. Deve essere una mera coincidenza, ma le memorie che riemergono nella mia mente sono troppo ridicole per essere un prodotto della mia immaginazione—

“—Maria, qual è il tuo cibo preferito?”

“...Perché stai parlando di queste cose proprio adesso?” Maria mi guarda e si acciglia. “...Ehi, che c'è che non va, Kazuki? Non sembri stare bene!”

“...Sai, il mio cibo preferito sono gli Umaibo.”

Le mostro l'oggetto che ho appena rimosso dalla borsa.

E' un pacchetto di Umaibo.

“Mi piace soprattutto il gusto Corn Potage. Ma non l'ho detto mai a nessuno finora, perché non interessa a nessuno. Spesso mangio gli Umaibo in classe. Sono piuttosto infedele quando si tratta di gusti, e ne mangio uno differente ogni volta. Nessuno dovrebbe sapere che il gusto che adoro di più è Corn Potage!”


Ma non ti piace il gusto Teriyaki Burger, giusto?

Qual è il gusto che ti piace di più?


Prego che mi stia soltanto sbagliando e guardo il pacchetto dello snack ancora una volta.

Non importa quante volte lo guardi, non cambia nulla.

Non è al gusto di Teriyaki Burger. E' Umaibo al gusto di Corn Potage.

Le memorie che sono riemerse mi spaventano.

Anche se è solo una coincidenza che ci sono degli Umaibo al gusto di Corn Potage nella sua borsa—le immagini del ricordo appena riacquistato sono innegabili.

E' lei—il proprietario.

“Kazuki.”

Maria afferra fermamente le mie spalle. Le sue unghie premono nella mia pelle e mi fanno tornare alla realtà.

“E' senza dubbio il proprietario. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo… beh, non proprio.”

Dopo che Maria ha pronunciato quelle parole con grande amarezza, chiedoː “Che intendi?”

“Qualcuno che fa un errore così stupido non potrebbe mai sconfiggermi per 27755 'trasferimenti'.”

“Ma Maria, devi ammettere che non sapevi chi era il proprietario, no?”

“Non è vero. Probabilmente ho scoperto la sua identità diverse volte, ma non ho mantenuto il ricordo che era lei il proprietario.”

“Eh? Perché no?”

“Non posso dirlo con certezza, ma immagino che questa sia un'altra funzione dell'Aula del Rifiuto. Avrebbe senso. L'Aula del Rifiuto funziona finché il proprietario stesso crede che sia all'interno di un ciclo immutato. Ma se qualcuno sa che lei è il proprietario, questo requisito va a farsi benedire. Per questo, non appena qualcuno scopre che lei è il proprietario, quella memoria viene cancellata.”

“...Ma ora noi sappiamo chi è il proprietario.”

“Certamente. Ma non è cosa di cui gioire.” dice Maria in un tono frustrato. “Se non facciamo qualcosa questa volta, perderemo di nuovo questo ricordo nella prossima iterazione.”

Capisco. A meno che non sconfiggiamo il proprietario durante questo round, dimenticheremo ogni cosa che abbiamo scoperto durante questa iterazione e cominceremo la nostra ricerca per il colpevole da zero ancora una volta.

Maria è chiaramente stanca e si morde le labbra. Avere una sola possibilità per riuscire in qualcosa deve essere veramente irritante per lei, visto che ormai si è abituata a essere in grado di poter ripetere tutto.

“...Ma Maria, la vita è una competizione decisa da un singolo round, no? Non importa quanto la questione sia piccola, non c'è nessun tasto di reset per tornare all'ultimo salvataggio.”

Dico questa frase con molta passione, ma Maria mi guarda con occhi di ghiaccio.

“A cosa dovrebbe servire questo incoraggiamento indiretto?”

E sospira pure.

“S-Scusa… sembravi un po' irritata.”

Ascoltando le mie scuse, Maria si rilassa un pochino.

“Si, ovvio che lo sia. Ma non perché la nostra situazione sia sfavorevole.”

“...e allora perché?”

“Non l'hai capito? Sebbene abbia ripetutamente scoperto che lei fosse il colpevole, l'Aula del Rifiuto non è scomparsa ancora. Capisci cosa questo significhi?”

Inclino il capo.

Non se se è diretto contro di me, il colpevole o se stessa, ma Maria in seguito pronuncia queste parole con grande irritazione:

“Ho perso contro il proprietario già per così tante volte.”



“Kokone.”

“Oh, il maestro dell'amore, Kazuki Hoshino, è finalmente tornato!”

Come sempre, Kokone si prende gioco di me.

E' la pausa pranzo al momento. Maria ed io abbiamo finito per saltare tutte le lezioni mattutine, quindi tutti i nostri compagni rumoreggiano su di noi. Ma grazie al silenzio totale di Maria, i nostri compagni di classe si arrendono a prenderci in giro quasi subito. I loro sguardi incuriositi sono però ancora incentrati su di noi. Beh, c'era da aspettarselo.

“Ascolta, Kokone. A dir la verità—“

Mi blocco. Perché la faccia di Kokone è passata dallo scherno al serioso, e mi sta tirando per la manica.

Dopo aver lanciato uno sguardo a Maria, Kokone mi trascina fuori dall'aula.

“Kazu-kun, per favore non sfuggire alla mia domanda e dammi una risposta sincera.”

Giusto fuori dalla porta, Kokone lascia andare la mia manica e continua a parlare.

“Qual è la natura della relazione tra te e Otonashi-san?”

“...Perché me lo chiedi?”

Dico così, sebbene sappia già la risposta. Kokone abbassa lo sguardo, e non riesce a rispondere.

“Non riesco a descrivere la mia relazione con Maria così facilmente.”

Kokone rimane in silenzio, ancora con lo sguardo fisso al pavimento.

“Ma amo qualcun'altra.”

Kokone spalanca gli occhi quando sente le mie parole e mi guarda.

“Quindi—“

Ma Kokone non dice nient'altro. Sposta lo sguardo—lo noto subito.

Guarda in aula e cerca qualcuno.

I suoi occhi si fermano.

Puntano su—Kasumi Mogi.

Fino al 1° di Marzo non ero ancora innamorato di Mogi-san. E durante questa iterazione, la 27755°, non sono ancora venuto in contatto con lei.

“Kokone, a dir la verità, c'è qualcosa che mi piacerebbe tu facessi. Ossia—“

“Si. Non devi dirmelo. Credo che la conversazione fatta finora mi ha già chiarito tutto.” dice Kokone con un sorriso. “L'aula di cucina dopo scuola—va bene per te? Ti dirò tutto quanto lì!”

Perché l'aula di cucina, mi chiedo per un attimo—ma giusto, Kokone è un membro del club di economia domestica.

“Saremo probabilmente da soli lì oggi.”

Mentre annuisco, lei torna a fissarmi. Non riesco a immaginare i pensieri che si celano dietro la sua faccia.

“Kazuki.”

Maria, che è rimasta a guardarci da dietro la porta, mi chiama. Questo probabilmente è il segnale per me di ritirarmi.

Dico a Kokone “a dopo.” e sto per andarmene.

“Ah, aspetta un secondo!”

Kokone mi blocca. Mi fermo e torno a guardarla di nuovo.

“Uhm, posso chiederti una cosa? Ah, non devi rispondere per forza...”

“Cosa c'è?”

“Chi è la persona che ami, Kazu-kun?”

Rispondo direttamente.

“Mogi-san!”

L'istante che sente la mia risposta, Kokone abbassa lo sguardo in terra e nasconde il viso. Ma ho notato già la sua espressione.

Kokone stava sorridendo.



La scuola è finita.

Sentiamo qualcuno urlare dentro l'aula di cucina. Non appena entriamo realizzo immediatamente che è andato tutto storto.

Abbiamo mancato questa eccezionale possibilità.

Come pianificato, Kokone Kirino e Kasumi Mogi sono nell'aula di cucina. No, più precisamente—sono presenti Kasumi Mogi e ciò che una volta era Kokone Kirino.

L'aula di cucina è piena di sangue.

Il colpevole sta tenendo in mano un coltello da cucina coperto di sangue.

“Kazu-kun.”

Sebbene mi abbia notato, la sua espressione resta esattamente la stessa.

“...P-Perché—“

Non capisco. Perché ha fatto una cosa del genere?

Ricoperta di sangue, Mogi-san mi guarda. E' inespressiva come al solito. Ma noto un barlume di luce nei suoi occhi che mi condanna.

Aah, si. Giusto. Sono senza dubbio da condannare per questa situazione.

“Muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori, muori”

Mogi-san mormora senza sosta qualcosa di simile a un maleficio.

Non voglio ascoltarla. Voglio solo coprire le mie orecchie. Ma non posso fare nemmeno quello. Ho perso il controllo sul mio corpo non appena ho visto il corpo di Mogi-san ricoperto di sangue. Le sue parole invadono le mie orecchie. Provo disperatamente a evitare di capire il significato di quelle parole. Ma è inutile—le parole mi travolgono come una valanga, scendono su di me e ricoprono il mio corpo paralizzato.

Mogi-san sta parlando.

Sta pronunciando le parole che mi condannano.

“Muori!”




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